ilTorinese

Sarno (Pd): “Delgrosso ennesima crisi industriale”

 “La notizia del rischio di fallimento della società specializzata in filtri aria e motore Delgrosso rappresenta l’ennesima emergenza economica, l’ennesimo rischio licenziamento per 108 operai, l’ennesima grave difficoltà per tante famiglie. La Delgrosso è una ditta storica che, nel recente passato, aveva però già mostrato problemi e mandato segnali di difficoltà con un rallentamento del pagamento degli stipendi” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Diego Sarno.

“Martedì prossimo, in apertura della seduta del Consiglio regionale – prosegue l’esponente dem – chiederemo l’audizione dei sindacati e dei lavoratori della Delgrosso, durante la pausa dei lavori, per un confronto con i Consiglieri e con l’Assessora al Lavoro”.

“L’Amministrazione comunale conosceva la situazione della Delgrosso – interviene il Sindaco di Nichelino Giampiero Tolardo – e avevamo interloquito sia con l’azienda che con i sindacati. Auspicavamo che questa notizia non arrivasse. Domani si terrà la seduta del Consiglio comunale a Nichelino e, stravolgendo l’attuale ordine dei lavori, si terrà un’informativa alla presenza di sindacati e lavoratori”.

“Queste crisi – afferma Sarno – continuano a verificarsi sul nostro territorio per motivi differenti. Notiamo, con grande onestà, che questa Giunta, oltre agli strumenti previsti per legge, nazionale e, quindi, regionale, non ha mai svolto un ruolo di programmazione strategica, di prevenzione, di vero accompagnamento, anche cercando di individuare le cause con anticipo. Sarebbe stato opportuno avere una visione di lungo periodo. Crediamo che sia stato questo il grande errore dell’Assessorato al Lavoro perché la situazione delle diverse emergenze arrivate sul tavolo del centrodestra fin dal primo giorno della legislatura, a cominciare da quella di Embraco, per continuare con quella della Mahle di Saluzzo e di La Loggia, avrebbe richiesto uno studio e un piano per trovare delle soluzioni concrete”.

“Infine – conclude Diego Sarno – proprio di fronte all’esplosione di crisi di aziende legate alla filiera dell’automotive ci saremmo aspettati che la Regione prendesse una posizione chiara nei confronti di Stellantis, richiamando il gruppo alle sue responsabilità sociali. Invece è rimasta e continua a rimanere spettatrice immobile di questo dramma”.

 

Omaggio floreale alle centenarie della Rsa Pescarito di San Mauro

Un incontro all’insegna dell’allegria e del divertimento: gli ospiti della residenza per anziani “Pescarito” di San Mauro Torinese hanno ricevuto la visita dell’Associazione S.E.A. – Servizio Emergenza Anzianidi San Mauro.

Le volontarie hanno voluto consegnare di persona un omaggio floreale e un attestato a tutte le signorecentenarie ospiti della residenza, gestita da Sereni Orizzonti.

Maria Teresa, Elvira e Teresa, felicissime dei doni, hanno ringraziato del gesto, hanno raccontato alle volontarie della loro vita in struttura, delle attività e delle iniziative a cui partecipano insieme a tutti gli ospiti

La musica del volontario Sebastiano, amico della residenza già da molti anni, ha fatto da accompagnamento nel gran finale di una magnifica giornata.

«È bello poter ospitare nella nostra sala comune-galleria d’arte eventi come l’omaggio alle nostre nonne centenarie. La nostra residenza è attiva sul territorio anche grazie alle collaborazioni con associazioni locali come la S.E.A., di cui condividiamo i valori di assistenza alle persone più deboli» – ha dichiarato il direttore della residenza Radu Alexa.

L’Rsa “Pescarito” di San Mauro Torinese può ospitare anziani con diversi gradi di autosufficienza. È gestita da Sereni Orizzonti, uno dei primi tre gruppi a livello nazionale che opera nella costruzione e gestione di residenze sanitarie assistenziali, con circa 80 Rsa e più di 5mila posti letto in Italia e all’estero.

A Mirafiori una via intitolata a Tullio Regge

Si è svolta ieri la cerimonia per intitolare un tratto di strada del quartiere Mirafiori sud (Circoscrizione 2) a Tullio Regge, fisico e matematico torinese, ricordato soprattutto per alcune scoperte scientifiche e lo sviluppo di teorie che hanno dato un contributo fondamentale negli studi di fisica quantistica, astrofisica e meccanica statistica del secolo scorso.

La cerimonia ha avuto inizio presso la sede della Comunità “l’Angolo”, all’interno della Cascina Torta, in strada del Drosso 249 ed erano presenti, insieme a molti degli studiosi che hanno collaborato con Regge nel corso degli anni: la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo; il presidente della Circoscrizione 2 Luca Rolandi; lo scrittore Piero Bianucci; il figlio di Tullio Regge, Daniele.

Aprendo la serie degli interventi istituzionali, Rolandi ha sottolineato la soddisfazione di avere, da oggi, nel quartiere Mirafiori una strada dedicata a Tullio Regge, “scienziato di fama mondiale, maestro curioso e competente che nel campo della fisica ha aperto orizzonti inediti”. Una via, ha concluso il presidente della circoscrizione “lontana dalle luci della città, dentro un dedalo di strade e orizzonti che paiono portare all’infinito. Quell’infinito che Regge ha indagato con curiosità, applicazione, studio e ricerca”.

Intervento meno convenzionale, quello del figlio Daniele, che ha voluto mettere in risalto le doti umane e, forse, meno conosciute del padre. Qualità che lo portarono a spaziare in modo eclettico fra materie anche molto diverse fra loro, capace di inventare un programma per computer, di promuovere la legge che proibiva il fumo nei locali pubblici, emanata da Girolamo Sirchia nel 2003 e di impegnarsi a fondo nella lotta per il superamento delle barriere architettoniche. Amante della burla e dei giochi di parole – famosi i suoi articoli pubblicati il primo aprile, ricorda il figlio, in cui descriveva improbabili teorie scientifiche che accreditava come vere – di se stesso aveva scritto: “guidato dalla mia curiosità ho aperto molte porte per curiosarvi dentro e ogni volta che mi sono stufato, ne ho facilmente trovata un’altra che si è lasciata aprire”.

Ha chiuso la serie degli interventi la presidente Grippo, ricordando “l’impegno preso per colmare una lacuna piuttosto vistosa nel racconto e nella celebrazione del nostro comune passato, della storia della nostra città, delle donne e degli uomini che ne sono stati protagonisti”. Necessario, allora, celebrare Tullio Regge, protagonista assoluto del suo tempo nella comunità scientifica internazionale, fisico teorico fra i più brillanti della seconda metà del Novecento. Divulgatore generoso – ricorda ancora Grippo – capace di mettersi a disposizione della comunità e di informare il grande pubblico spiegando la scienza in modo semplice, riconducendo la Fisica a una dimensione accessibile a chiunque. Regge encomiabile sul tema dell’accessibilità, declinato nell’abbattimento delle barriere architettoniche e nella lotta contro il fumo passivo. Citando la sua autobiografia, la presidente del Consiglio comunale ha concluso l’intervento ricordando che, dopo l’esperienza come docente a Princeton, Regge sviluppò la profonda convinzione che le grandi crisi si devono combattere rilanciando la ricerca e l’innovazione per arrivare ad autentiche riforme strutturali.

Tullio Regge (Torino, 11.07.1931 – Orbassano, 23.10.2014) è stato un fisico e matematico che ha contribuito in modo fondamentale allo sviluppo della scienza a livello mondiale. Laureato al Politecnico di Torino nel 1952, ha proseguito i suoi studi negli Stati Uniti conseguendo il dottorato a Rochester (New York) nel 1956. Per molti anni membro dell’Institute for Advanced Study di Princeton, è stato professore dell’Università e del Politecnico di Torino e ha lavorato presso il CERN di Ginevra. Regge è stato anche parlamentare europeo dal 1989 al 1994, eletto come indipendente nel Partito Comunista Italiano, periodo in cui si è distinto per l’impegno a favore dei diritti delle persone con disabilità e l’abbattimento delle barriere architettoniche. A Tullio Regge, la International Astronomical Union (IAU) ha intitolato l’asteroide 3778, scoperto nel 1984.

“La zona di interesse”, la tranquilla esistenza di Höss all’ombra di Auschwitz

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Da un lato la banalità del male, dall’altro il Male, la divisione tra due mondi opposti è un alto muro grigio, le luci, il filo spinato. “La zona di interesse”, che in maniera straordinaria Jonathan Glazer ha liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Martin Amis (scomparso lo scorso maggio mentre la Giuria di Cannes segnalava il film con il proprio Grand Prix speciale; e oggi sta forse per salire sul podio degli Oscar forte di cinque candidature), è il film della fredda, tranquilla, lineare quotidianità – un fuori scena nell’anno centrale del conflitto – di Rudolf Höss, comandante del campo di Auschwitz (sullo schermo, Christian Friedel; trasmise ai posteri il proprio “lavoro” con l’autobiografia “Comandante ad Auschwitz”, verrà processato e morirà impiccato nell’aprile del ’47), e di sua moglie Hedwig (sullo schermo, Sandra Hüller, l’oscarizzabile protagonista di “Anatomia di una caduta”; arrivò a definirsi “la regina di Auschwitz”, per mesi negò l’identità e l’esistenza del marito, morirà nell’89 negli Stati Uniti, in casa della figlia) con i loro cinque bambini, una quotidianità rallegrata nella loro casa (a ridosso del luogo dell’orrore: una quotidianità dove si va “indisturbati” da una stanza all’altra, dove la sera si spendono metodicamente le luci, le une dopo le altre), una decina di stanze senza una troppo ostentata ricchezza ma certo dignitosa mentre un esiguo esercito di cameriere e operai opera diligentemente, il piccolo orto da sorvegliare e dove magari portare il più piccolo della prole a sentire il profumo delle rose e delle dalie in un bellissimo giorno di sole, la piscina e il grande giardino con i piccoli alberi e le aiuole ben curati in cui accogliere gli amici in visita, le amiche venute per il tè. E poi le gite al lago, tra il verde degli alberi, tutti insieme, una scampagnata felice (immagini che sono il capolavoro del direttore della fotografia Lukasz Zal). E la elegante camera da letto dove la signora può specchiarsi per guardare quanto sia bella e importante quella pelliccia che arriva da qualche prigioniera che non la userà ormai più.

All’inizio lo schermo nero (come a delineare i capitoli Glazer ne dipingerà poi uno rosso – dopo una lunga carrellata che di lontano abbraccia i fiori e il muro – e uno bianco), una manciata di interminabili secondi a reggere come una ouverture il tessuto sonoro di Mica Levi, contraltare di rumori disordinati, di grida, di colpi di pistola, di comandi urlati, dell’attività incessante dei forni, di ogni cosa che è cancellata al nostro sguardo, unicamente poche inquadrature a circoscrivere due alte ciminiere che spuntano e sputano fuoco e fumo con la ingombrante cenere che invade ogni luogo intorno e che può all’occasione servire da concimante. Una comfort zone, la chiameremmo oggi, un giardino delle delizie da preservare: da ribellarsi, Hedwig innanzitutto, se dall’alto arriva la decisione di uno spostamento ad altro incarico, benché assai più prestigioso, per Rudolf. Si dovrebbe anche disturbare Hitler pur di non muoversi da quel paradiso, suggerisce Hedwig, ma non è possibile. Prevalgono le assenze da casa e le riunioni d’ufficio, prevalgono i resoconti dei morti prodotti, gli studi perché la gasazione dei deportati sia sempre più efficace, il buon uso dello Zyklon B.

Se uno squarcio verso il bene ci può essere , sono le scene della ragazzina che lascia dei frutti per chi riuscirà a impossessarsene, scene che paiono notturne, riprese in negativo e sbilanciate di fronte alla luce che inonda ogni altro istante della storia (Glazer ha impiegato dieci telecamere a circuito chiuso per riprendere da più angolazioni gli attori sul set, una sorta di grande fratello che ha prodotto una quantità inverosimile di materiale prodotto). Correndo verso il finale, il regista – non certo quale segno di rimorso -, in una discesa vorticosa di scale, sempre più nell’abisso, sempre più verso la zona del buio, fa vomitare il suo comandante: facendolo guardare da un lato dove, in un salto temporale di decenni, in cui noi stessi siamo coinvolti, un paio di inservienti sono addette a quello che è diventato il museo del campo di concentramento, pronto a ricevere i tanti visitatori, davanti a teche stracolme di scarpe e di occhiali e di divise a righe. Finale aperto, forse apertissimo a molte letture: io sceglierei quella che vuol essere l’invito da parte del regista a non far sì che quel luogo, sacro, diventi unicamente un luogo da tener pulito, in ordine, ma continui a registrare, per noi, quei rumori e quelle urla di morte e quei colpi di pistola, magari quei ripugnanti odori che lo hanno inondato ottant’anni fa.

“La zona di interesse” è un film che produce ribrezzo, che ti mette di fronte a una realtà brutale, che ti sbatte in faccia la colpa di tutti, in ogni latitudine del mondo e che ti insegna il segno orribile della convivenza sotterranea e malvagia, che usa la descrizione della calma per metterti di fronte a una tragica parte della Storia: ma un film necessario. Da vedere e da analizzare. In tutta la sua assurdità. “La zona di interesse” è una grande pagina di cinema, orribile in quella imperturbabilità che pervade ogni attimo e ogni inquadratura (gli attori come assorbiti, mai un primo piano, campi lunghi, facce in secondo piano, di spalle, di sghembo) che supera di gran lunga l’orrore che Spielberg aveva descritto in “Schindler’s List” e che tanti autori avevano mostrato nelle loro opere rivolte all’Olocausto. “La zona di interesse” è quella banalità del male che fa rabbrividire ancora oggi, che ci fa rabbrividire.

Focus sulle Mitocondriopatie e inaugurazione del Mitocorner” alle Molinette

 

Giovedì 29 febbraio 2024 dalle ore 10 alle ore 12,30, presso l’Aula Torre del Dipartimento di Neuroscienze dell’ospedale Molinette di Torino, in occasione della Giornata Internazionale delle Malattie Rare, si terrà l’evento “Focus sulle Mitocondriopatie e inaugurazione del Mitocorner” per un aggiornamento sulle malattie mitocondriali nel paziente adulto ed in quello pediatrico e la presentazione del Registro di queste patologie, organizzato dal Centro di Malattie Neuromuscolari dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino congiuntamente all’Associazione Pazienti Mitocon.

“CASSANDRA o l’inganno” Elisabetta Pozzi al Baretti

CENTRO TEATRALE BRESCIANO

Un grande nome del teatro italiano per la prima volta sul piccolo palcoscenico del Baretti: Elisabetta Pozzi.  Amatissima dal pubblico torinese e premiata a livello nazionale per le sue interpretazioni cinematografiche e teatrali. Un’artista che siamo onorati di ospitare, giovedì 29 febbraio e venerdì 1 marzo ne CASSANDRA o l’inganno, e che ha accolto con grande entusiasmo l’idea di far parte di una stagione teatrale al femminile.

Elisabetta Pozzi, tra le maggiori artiste della scena italiana, infatti da molti anni lavora intorno ai grandi temi e archetipi del Mito: Elektra di Hoffmansthal, Medea, Ippolito e Ecuba di Euripide, Elena e Fedra di Ghiannis Ritsos, sono soltanto alcuni dei testi che ha affrontato nel corso della sua carriera.
Tra i personaggi più frequentati in questo lungo dialogo con le radici del teatro occidentale c’è Cassandra, oggetto di numerosi studi e spettacoli di cui questo Cassandra o dell’inganno è l’ultima tappa.

Elisabetta Pozzi ha costruito una drammaturgia originale che, partendo dalle tragedie di Eschilo ed Euripide, compie un affascinante percorso intorno alla profetessa troiana cui Apollo ha dato il dono di prevedere il futuro e insieme la condanna di non essere creduta, raccogliendo liberamente suggestioni e riletture da grandi testi e autori di ogni tempo, da Seneca a Christa Wolf, da Omero a Ghiannis Ritsos fino a Wislawa Szymborska e Pier Paolo Pasolini.

In un montaggio serrato e avvincente emerge un ritratto originale di una delle figure femminili di più profonda tragicità, per l’impotenza e la tremenda solitudine che la connotano nel sostenere il peso della conoscenza.
Dispiegando il suo immenso e magnetico talento, Elisabetta Pozzi porta in scena una figura di strabiliante modernità, in cui convivono forza e fragilità, dando corpo e voce a un personaggio indimenticabile.

In questo emozionante spettacolo il mito di Cassandra prende nuovamente vita sotto i nostri occhi, attraversando le epoche con la sua dolorosa e inascoltata capacità di preveggenza, fino a prefigurare, nel potente epilogo scritto a quattro mani con Massimo Fini, un futuro incerto per la nostra civiltà orfana di identità, in cui l’uomo moderno – con la sua incapacità di porsi dei limiti – “è ormai diventato un minuscolo ragno al centro d’una immensa tela che si tesse ormai da sola, e di cui è l’unico prigioniero”.
Il compositore Daniele D’angelo ha creato una partitura musicale e sonora originale e raffinata, un filo rosso che attraversa lo spettacolo intrecciandosi alle parole alte, ipnotiche ed attualissime di Cassandra.

CASSANDRA o dell’inganno fa parte della stagione “Regine”
“il titolo della stagione contiene la parola regine in minuscolo, a simboleggiare uno status personale di consapevolezza, una regalità che proviene dalla coscienza di sé e non concessa da altri, la virgola e lo spazio vuoto suggeriscono poi un elenco potenzialmente infinito di declinazioni, ruoli, condizioni possibili del genere femminile. Esplorare, sfidare e celebrare il femminino in tutte le sue molteplici sfaccettature: ecco il cuore di questa nuova stagione teatrale, che mi vede nell’inedita veste di direttore artistico.” Sax Nicosia

Una stagione speciale resa possibile grazie alla collaborazione con Piemonte Dal Vivo nell’ambito del bando CortoCircuito, e con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo.

Per avere altre informazioni sulla stagione è sufficiente cliccare qui

BIGLIETTERIA:
INTERO 12€
RIDOTTO 10€ (studenti/over65/anpi)
ABBONAMENTO 5 SPETTACOLI 45€
BIGLIETTERIA ONLINE:
È consigliato l’acquisto dei biglietti online su anyticket.it | L’acquisto prevede il diritto di prevendita di 0,70€. | Non sono possibili prenotazioni telefoniche o via mail.
PREVENDITA IN CASSA:
Qualora fossero ancora disponibili dei posti in sala è possibile acquistare i biglietti degli spettacoli teatrali prima dell’inizio dell’evento.

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

1-7 marzo 2024

 

 

VENERDI 1 MARZO

 

Venerdì 1 marzo ore 16

FERRO, CEMENTO, VETRO E COLORI: MATERIALI E TECNICHE NELLE COSTRUZIONI LIBERTY

Palazzo Madama – visita guidata

Liberty: nuovi modi di costruire e nuovi materiali da utilizzare per esprimere linee fluide e curve sinuose. Gli architetti di inizi Novecento utilizzarono in modo del tutto nuovo il vetro, il ferro, l’acciaio o materiali “altri” come il litocemento. Finalità assoluta: infondere sensazione di leggerezza.

Una visita di approfondimento ricca di informazioni pratiche per meglio comprendere le tecniche e le architetture degli edifici Liberty che si ammirano in città.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

SABATO 2 MARZO

 

Sabato 2 marzo ore 15

MUSHI NO KOE. “Voce di insetto”

MAO – Visita guidata alla collezione giapponese e intervento musicale – primo appuntamento

A cura di Theatrum Sabaudiae in collaborazione con Il Fauno Bianco

Come l’Occidente immagina l’Oriente?

In accordo con la narrazione musicale che si fa tramite dell’essenza poetica dei suoni degli insetti evocatori del trascorrere delle stagioni, elemento ricorrente nelle arti tradizionali giapponesi, e il cui senso di transitorietà emana dalle sculture di ispirazione buddhista, la visita guidata alla galleria del MAO dedicata al Giappone sarà orientata ad avvicinare i visitatori alla ricerca artistica e spirituale giapponese tramite una selezione delle opere in esposizione.

Segue l’intervento artistico-musicale de Il Fauno Bianco, sul modo in cui la musica contemporanea occidentale descrive il Giappone e sulle tematiche più care all’arte giapponese (l’incedere del tempo e delle stagioni e le creature che le abitano), attraverso la presentazione al pubblico di pagine musicali tratte dal repertorio europeo novecentesco e contemporaneo, come il ciclo Mushi no Koe, scritto su haiku di Bashō dal compositore Giorgio Colombo Taccani, per Danilo Pastore (controtenore) e Vanja Contu (arpista).

Prenotazione obbligatoria entro mercoledì 28 febbraio, l’iniziativa verrà attivata al raggiungimento di un numero minimo di partecipanti fino ad esaurimento posti disponibili.

Informazioni e prenotazioni: 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

Costo: 38 € a persona

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; ingresso gratuito per possessori di Abbonamento Musei.

Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio

 

Il Fauno Bianco è il frutto dell’incontro fra Danilo Pastore (controtenore) e Vanja Contu (arpista) e ha come scopo la ricerca di modalità espressive non convenzionali, attraverso l’approfondimento del repertorio musicale contemporaneo (con l’esecuzione di brani appositamente scritti per questa formazione o per i suoi membri) e la rilettura del repertorio musicale del ‘900 in una chiave inedita, data dal particolare accostamento fra l’arpa e la voce di controtenore. Il Fauno Bicorne, divinità romana a cui il duo deve il nome, è una creatura mitica, a metà fra realtà terrena e iperuranica. È il connubio fra l’apollineo (dimensione che l’accostamento fra arpa e voce formalmente richiama) e il dionisiaco (dimensione che questo progetto intende esplorare); la musica che ne scaturisce è dunque “bicorne”: duale, dicotomica, totipotente. Attualmente collabora con artisti dalle esperienze varie e diverse (Fabio Zammito, arti figurative; Andrea Leonessa e Francesco Parolo, arti visive), offrendo un’esperienza artistica fluida e totale. Ogni membro di questo gruppo si è distinto nel suo campo, partecipando a festival e rassegne artistiche nazionali e internazionali e vincendo bandi di progetto e residenze artistiche, fra cui: residenza artistica internazionale ArtOmi Music (New York), bando Ora X della Fondazione Compagnia di San Paolo (regione Piemonte), residenza artistica Invasioni Contemporanee (regione Marche). Attualmente, Il Fauno Bianco è artista in residenza presso il Museo d’Arte Orientale di Torino (MAO), dove è impegnato nel suo nuovo progetto Mushi no Koe (Voce di insetto), volto a indagare, tramite improvvisazioni e creazioni site-specific, le declinazioni più sottili dei rapporti tra musica e natura, con particolare riferimento al micro e macro-universo entomologico.

 

Sabato 2 e domenica 3 marzo ore 10 – 17

I COLORI DELL’INVERNO: BACCHE ELLEBORI E SEMPREVERDI

Palazzo Madama – workshop di acquerello botanico con Angela Petrini

Agrifoglio, pungitopo, edere ed ellebori saranno i soggetti del workshop dedicato alla flora che ravviva il quieto inverno. Rappresentare la lucentezza delle foglie coriacee dell’agrifoglio, la delicatezza dei fiori dell’elleboro saranno gli obiettivi che raggiungeremo attraverso lo studio attento del chiaroscuro e dei colori nella vasta gamma di tonalità sfoggiate dalla natura e proposte dalle varietà presenti nel giardino di Palazzo Madama.

Il corso ha una durata di 12 ore ed è accreditato per l’aggiornamento degli insegnanti (legge 170 del 21/03/2016 art. 1.5).

 

Angela Petrini, affermata acquerellista botanica, ha ottenuto il Diploma con lode in disegno e acquerello botanico dalla Society of Botanical Artists nel Regno Unito nel 2010, tra i suoi riconoscimenti più significativi la Golden Medal ricevuta dalla eminente Royal Horticultural Society al RHS London Orchid & Botanical Art Show 2018.

 

Materiale occorrente: acquerelli; pennelli tondi a punta fine numeri 4, 2, 0; matita HB; gomma morbida; carta liscia satinata 300 gr. formato 30×40 circa. A chi non avesse il materiale l’insegnante può fornire carta, pennelli e colori necessari per lo svolgimento del seminario al costo di 5 €. È necessario segnalarlo al servizio prenotazioni.

 

Costo: € 140 / ogni incontro

Posti disponibili per ogni appuntamento: 8
Prenotazione obbligatoria: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

DOMENICA 3 MARZO

 

Domenica 3 marzo ore 16

HINA MATSURI, LA FESTA GIAPPONESE DELLE BAMBOLE

MAO – attività famiglie

L’appuntamento è dedicato alla ‘Festa delle bambole’ o ‘Festa delle Bambine’, Hina Matsuri, che ricorre ogni anno il 3 marzo. Dopo una passeggiata nella collezione giapponese del museo, scopriremo insieme il significato e le usanze di questa festa e realizzeremo un modellino in carta di soggetti a tema.

Consigliato dai 6 anni in su.

Costo: bambini € 7, adulti accompagnatori ingresso ridotto alle collezioni.

Prenotazione obbligatoria entro il venerdì precedente l’attività: t. 0114436927-8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

MERCOLEDI 6 MARZO

 

Mercoledì 6 marzo ore 18

GERANI E PELARGONI

Palazzo Madama – conferenza botanica a cura di Edoardo Santoro

Il colore rosso dei balconi cittadini fioriti è ormai una consuetudine grazie ai fiori sudafricani del Pelargonium, quello che d’abitudine chiamiamo geranio e che in realtà non ha quasi nulla a che fare con i gerani europei, numerosi e frequenti in prati e boschi dal mare alla montagna. Infatti è solamente a metà del 1700 che compare nelle serre reali il cosiddetto ‘Geranio zonale’ che oggi, grazie anche a inverni miti, trionfa fiorito in quasi ogni stagione. Per chi ha un giardino e non vuole correre rischi ci sono invece infinite possibilità di scelta coi Geranium rustici, riportati in auge da abili giardinieri che ne hanno fatto il piatto forte del giardino all’inglese.

La conferenza è l’ultima del ciclo Le piante nella storia del giardinovolto a svelare aspetti storici, botanici e ornamentali di piante che nei secoli hanno avuto un ruolo fondamentale in giardini, parchi e orti botanici.

Costo: €15

Prenotazione obbligatoria.

Info e prenotazioni: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00) oppure scrivere a madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.comhttps://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Peppe Servillo approda al cinema teatro Gobetti di San Mauro

Con un racconto di Maurizio De Giovanni venerdì 1 marzo

 

Al cinema teatro Gobetti di San Mauro Torinese, la stagione teatrale prosegue venerdì 1 marzo, alle ore 21:00, con Peppe Servillo, accompagnato alla chitarra da Cristiano Califano in “La presa di Torino”, un racconto di Maurizio De Giovanni tratto dal libro “Il resto della settimana”. Un film poetico, un viaggio esilarante, una trasferta da sogno verso un’insperata vittoria del Napoli che culminerà con la conquista del suo primo scudetto, di un eterogeneo gruppo di tifosi malati per la propria di squadra, acciecati da una passione sfrenata e sfacciata, il tutto contornato da orde di uomini che si agitano nello stadio e non solo. Si tratta di un ambiente osservato con ironia, acume e amore. Personaggi che sembrano inventati, ma che esistono davvero, uno spaccato sul calcio a 360⁰, ma anche uno spaccato della vita.

La stagione teatrale del cinema teatro Gobetti di San Mauro Torinese riprenderà venerdì 15 marzo con “Romeo e Giulietta stanno bene!”, liberamente ispirato al Romeo e Giulietta di Shakespeare e interpretato da Andrea Kaemerle, Anna Di Maggio e Silvia Rubes. Romeo e Giulietta stanno bene, non sono morti, anzi, hanno dovuto vivere per tantissimi anni affrontando gli ostacoli della convivenza, del lavoro, della vecchiaia e della contemporaneità. Lo spettacolo è molto divertente e ricorda diversi capolavori del teatro del Novecento, da “Giorni felici” a “Rumori fuori scena”. Il testo è un omaggio dolcissimo all’amore lento, quello che dura, quello che sa trasformarsi da passione in esperienza, l’amore dei nostri nonni, l’amore dei resistenti. Un gioiello di comicità poetica e di ottimismo.

Sabato 13 aprile approda al teatro Gobetti “Old Fools”, un intenso testo di Tristan Bernais, diretto da Silvio Peroni e interpretato da Marianna De Pinto e Marco Grossi. “Old Fools” racconta di Tom e Viv, del loro amore e della vita condivisa, dalla prima scintilla alla luce che si affievolisce, fino alla morte. Non necessariamente una storia d’amore deve essere raccontata in quest’ordine. L’unicità del testo consiste nella sua struttura, una narrazione che, senza soluzione di continuità, mescola e confonde il tempo, facendo passare dal primo incontro alla senilità dei protagonisti, per poi ritrovarli sposati, o al secondo appuntamento, o alle prese con la crescita di un figlio o vederli nello sforzo di tenere insieme la loro relazione.

Sabato 11 maggio gran chiusura di stagione con il classico “Miseria e nobiltà” di Eduardo Scarpetta, portato in scena da Alfonso Rinaldi, Francesco Di Monda e la talentuosa compagnia Masaniello. Questo classico di Scarpetta narra della povertà napoletana che si ingegna per tirare a campare. L’adattamento del regista Alfonso Rinaldi rimane fino al finale un vortice di comicità crescente e travolgente, che risucchia il pubblico in una spirale di trovate alle quali diventa impossibile opporre resistenza.

 

Biglietti in vendita su www.vivaticket.com

Info e telefono: 011 0364114

 

Mara Martellotta

Deposito nucleare Trino: +Europa e il confronto pubblico

“Quello dell’auto candidatura del comune di Trino a ospitare il Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi è un tema di rilevanza nazionale: si smetta di inquinare il dialogo con il teatrino delle parti e ci si confronti sulla base della forza dei propri argomenti.” dichiara Francesco Merlo, di +Europa Torino “Siamo sconcertati nell’ascoltare interventi come quello alla trasmissione “Prima Pagina” su Rai Radio3 del 27 febbraio [1.07.33], in cui un esponente del Comitato contrario “TriNO” afferma che al loro movimento è negato il confronto pubblico. Questa affermazione è falsa e infamante.”

“Proprio per favorire un dibattito trasparente e informato abbiamo organizzato un evento pubblico a Trino per sabato 16 marzo, al quale abbiamo invitato esperti scientifici, il sindaco Daniele Pane e il Comitato TriNO. Gli unici ad aver rifiutato l’invito sono stati proprio quelli del Comitato. Ribadiamo allora che l’occasione di confronto pubblico c’è e la porta resta aperta: se dal Comitato contrario vorranno inviare un proprio rappresentante, saremo lieti di offrire loro un microfono.”

Pil Piemonte 2023, primo semestre in crescita poi rallenta

 

 

Il Comitato Torino Finanza della Camera di Commercio di Torino ha diffuso le sue stime sull’andamento dell’economia regionale. Le esportazioni penalizzate dalla recessione tedesca, i consumi e gli investimenti indeboliti dall’inflazione e dagli alti tassi di interesse. Ma si colgono primi segnali di un’inversione di tendenza.

 

Nel 2023 il valore delle attività economiche del Piemonte ha fatto registrare una crescita dello 0,7%, come la media nazionale. Ma nel IV trimestre il segno è diventato negativo, con -0,7% (rispetto al IV trimestre 2022), in controtendenza a confronto con l’Italia (+0,5%).

 

Sono le stime del Comitato Torino Finanza della Camera di Commercio di Torino, che, attraverso il modello del PILNOW, può dare indicazioni sull’andamento dell’economia piemontese con grande tempestività. Le variazioni trimestrali del PIL italiano sono, infatti, emesse 30 giorni dopo la chiusura del periodo di riferimento. Le variazioni regionali sono solo annuali e sono diffuse un anno dopo.

 

Secondo quanto rilevato dai ricercatori del Comitato, il 2023 si è composto di due parti. Nel primo semestre la condizione è stata mediamente positiva, sia pure gradualmente in calo, con un progresso dell’1,3% sul I semestre del 2022. Nella seconda metà dell’anno hanno prevalso gli stimoli esterni al calo, che si è accentuato nell’ultimo trimestre. Sul PILNOW hanno pesato la discesa del tasso di crescita delle esportazioni, l’indebolimento dei consumi, la debolezza degli indicatori sulla logistica e di richiesta di energia sulla rete elettrica, mentre è ancora buona la situazione occupazionale. La dinamica delle esportazioni regionali risente dei due trimestri recessivi del maggiore mercato di sbocco (la Germania). Nonostante tutto, però, i livelli di Cassa Integrazione sono inferiori alla media nazionale: l’indice Piemontese dell’utilizzo di tutta la cassa integrazione (ordinaria, straordinaria, in deroga, operai e impiegati) vale 37, quello Italiano 87 (la base 100 è il 2009). La domanda di credito e gli investimenti sono stati condizionati dal calo di fiducia generale e dall’aumento dei tassi di interesse, mentre i consumi sono stati frenati dall’inflazione, che però adesso appare in sostanziale normalizzazione. Comunque, con un solo trimestre negativo non si può parlare di recessione. Ne occorrono due.

 

Con 133 miliardi a prezzi costanti (del 2015) il PILNOW del Piemonte è al livello del 2019, ma nel 2007 era a quota 141. Mancano 8 miliardi, pari a 12 trimestri (tre anni) di crescita standard costante dello 0,5% per trimestre. Un obiettivo di crescita raggiungibile tenendo presente l’impatto del PNRR sul Pil nei prossimi tre anni.

 

“Le turbolenze internazionali continuano a essere fonte di preoccupazione per le imprese – afferma Valdimiro Rambaldi, Presidente del Comitato Torino Finanza – e hanno spinto persino la Germania in recessione. In Italia e in Piemonte occorrerebbe una ripresa degli investimenti. Per quanto riguarda quelli pubblici, si tratta di vedere accelerare il PNRR. Quelli privati sono stati penalizzati dall’aumento dei tassi e del costo dei finanziamenti bancari. Era inevitabile, fa ben sperare, però, il fatto che l’inflazione sia in ritirata. È di parziale consolazione che i dati annuali del PILNOW piemontese, oltre a essere in linea con la media nazionale, siano lievemente migliori di quelli europei.

 

“Il 2024 rappresenterà il vero banco di prova per la nostra economia. Quest’ultimo scorcio di 2023, con i dati elaborati dal Comitato Torino Finanza, non può che spingerci a rimboccarci ulteriormente le maniche con l’obiettivo di adottare una serie di provvedimenti sia istituzionali che politici che stimolino la crescita economica e lo sviluppo dei nostri territori. Solo incentivando l’innovazione, potenziando infrastrutture e connettività, semplificando la burocrazia e scommettendo sui settori di punta della nostra regione – e qui penso all’industria manifatturiera, al turismo sostenibile, all’agricoltura di alta qualità – potremo essere più forti e meno in balia dei flutti internazionali e delle crisi esogene” commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte