ilTorinese

La storica stazione di Porta Susa diventerà un eco-hotel a sette piani

Il progetto di riqualificazione dell’ex stazione di Porta Susa, affacciata su piazza XVIII, in disuso dal 2013, ha ricevuto il via libera dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali di Torino. Ad annunciarlo è stato la Vastint Italy Srl, l’impresa che lavora dal 2019 in collaborazione con gli studi di architettura Lombardini 22 e Vairano per realizzare il futuro albergo. L’ex stazione ferroviaria ospiterà un hotel realizzato con materiali sostenibili e moduli per fabbricati in legno, un ristorante a doppia altezza e una terrazza che si affaccerà su piazza XVIII dicembre, una conference e meeting room e un lounge bar. L’albergo Tribute della catena Marriot verrà nominato “Scalo 1856”, data che si rifà alla nascita dello storico edificio che, trasformato, vanterà sette piani e 203 camere. La piazza antistante verrà riqualificata con spazi verdi e panchine. I lavori, se i tempi verranno rispettati, partiranno con un anno e mezzo di ritardo sulla tabella di marcia. Dovevano iniziare nel 2023, poi, complice il crollo del tetto della vecchia stazione, vi sono stati rallentamenti, e ora inizieranno nella prima parte del 2025. Avranno una durata di due anni e prevedono un investimento di oltre 40 milioni di euro.

 

Mara Martellotta

“Joker: folie à deux”, quando “quella” storia diventa un musical sbagliato

Sugli schermi il film di Todd Philips presentato a Venezia

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Sicuri, non amo le citazioni personali e non mi capita mai di ricorrervi. Ma nell’occasione è quasi d’obbligo tornare a risfogliare quanto scrivevo cinque anni fa a proposito di “Joker”, della riuscita del film e del suo Leone d’oro a Venezia che altro non sarebbe stato che l’anticamera dei Globe e dei due Oscar quattro o cinque mesi dopo, un successo planetario, la consacrazione di un attore che s’impadronisce di un personaggio e ne fa quel che vuole, adattandoselo splendidamente, la bellezza e la ferrea giravolta di un autore che sino ad allora aveva posto le proprie basi nella commedia più divertente e scorretta, fatta di “notti da leoni” e di “scuole per canaglie”. Scrivevo: “Nella tensione che accompagna l’intera vicenda, in un film che ha quasi la presunzione della perfezione, Phillips cala con intelligenza, ma in modo angosciante e allarmante, le carte della commedia e della tragedia e le sa mescolare a dovere, in perfetta alternanza.” Il respiro della tragedia che serpeggiava tra le strade di Gotham City, la ribellione di una maschera, la sua missione a far ridere, la sovrapposizione di due esseri e il vitale sdoppiamento della personalità, l’omicidio come rivincita davanti al mondo. Qui l’uomo dapprima è messo da parte, è Joker, l’antico acerrimo nemico di Batman, a prevalere rivendicando il suo essere divenuto star, indistruttibile e immersa nel giubilo idolatrico di masse vocianti e come lui votate ad una distruttiva ribellione – tra quella storia e l’attuale ci sono corsi in mezzo i disordini di Capitol Hill -, prevalenza che introduce a “Joker folie à deux” con un cartoon in cui lo stesso, atteso in uno show televisivo – il Robert De Niro che fu Murray Franklin, vittima designata, veglia in effigie da una parete del camerino -, deve combattere con la propria ombra, che lo assale, gli ruba il costume, lo rinchiude in una cassettiera e s’imbratta con il trucco tutto rossetto e occhi bluastri del vero Joker.

Quando si spegne lo sberleffo dell’allegria e i lonely toones vanno in soffitta, Joker ovvero Arthur Fleck è nuovamente nei corridoi claustrofobici dell’Arkham State Hospital alle prese con lo scherno e le botte dei secondini, a scontare ogni sua condanna (i cinque omicidi, “ma sono sei, ho ucciso anche mia madre, l’ho soffocata con un cuscino”, ci tiene a precisare visto che sino a quel momento nessuno ne è a conoscenza), a tentare di seguire i disegni processuali del suo avvocato in ansia soltanto di fargli riconoscere l’infermità mentale. La boccata di speranza e d’ossigeno è l’incontro con la bionda Harley Quinn (ma nemmeno in lei ci sarà da aver fiducia), sua grande estimatrice – del Joker, ovviamente – e pronta a confessare d’essere lì ospite per aver dato alle fiamme il condominio in cui vivevano i suoi genitori. Innamoramento, frettolosi intrattenimenti sessuali, baci attraverso le sbarre, incendi appiccati durante la proiezione di “Spettacolo di varietà”, fuga in mezzo alle strade della città e veloce riagguantamento da parte delle sadiche guardie. In una sceneggiatura scritta dal regista e da Scott Silver, coppia davvero in maggior stato di grazia in passato, che è un eccessivo andare e venire, numeri che mal s’incastrano, ripensamenti infruttuosi – sino alle scene dell’intero processo, annacquato e risolto anche quasi comicamente con la deflagrazione di un’autobomba che manda in briciole, seguitissime dalla macchina da presa, dell’intera aula di tribunale, eccellente scena da spendere in un nuovo cartone animato – tra l’ansia di Franck di ricostruire immacolata la sua vera identità e quanti dal mondo di fuori lo spingerebbero a rivestirlo di quella maschera di Vendicatore. Tira e molla che non va giù nemmeno ad Harley che proprio in appostamento in cima alla mitica scala del Bronx (capolavoro nel capolavoro, un tempo) lo abbandona. Mentre qualcuno pensa a indossare quella maschera, mentre qualcuno pensa a spingere la storia verso un finale orrendo e sanguinoso. A questo, agli idoli infranti, doveva ripensare di più il film, a quei tanti idoli che riusciamo persino a ritrovare in casa nostra.

Perché inseguo quel primo capolavoro? Perché oggi né la storia né in assoluto il personaggio riescono a catturare, non riesce ad esprimere nulla in più di quanto già sia stato fatto, è un forzato brandello del primo appuntamento, un inutile fine a se stesso di cui avremmo fatto comodamente a meno (ci sarà pur qualche ragione se la giuria di Venezia l’ha lasciato a bocca asciutta), affondando l’intera vicenda in quel percorso “da” musical verso cui Todd Philips l’ha incanalata, scegliendo un genere che non s’addice granché al genere carcerario (“Chicago” era altra cosa) o legal drama visto con tanta rabbia e assurdità. Certo, al di là della colonna sonora di Hildur Gudnadòttir, molto furbescamente l’ha farcito di brani accattivanti, che addolciscono l’orecchio dello spettatore, ed è innegabile che brani come “Get Happy” di Judy Garland, “That’s Entertainment” o “For Once in My Life” o “That’s Life” di Sinatra, sino a giungere alla disperazione di Franck che al telefono ricama e incarna “If You Go Away” che altro non è se non l’adattamento di “Ne me quitte pas” di Jacques Brel, riescano come i momenti “belli” del film, alleggeriti dal fantasma di Ginger Rogers o dai pas de deux di Fred Astaire e Cyd Charisse. Numeri musicali, grande confidenza con l’orchestra e il pianista, fasci di luce a illuminare, valzer strazianti: ma “numeri” legati a se stessi che male o per nulla si mescolano a quella personale tragedia. Forse aver scritturato – che qui davvero non eccelle alias non ripete l’exploit che Bradley Cooper le aveva costruito intorno con “A star is born” nel 2018 – la signorina Stefani Joanne Angelina Germanotta in arte Lady Gaga ha spinto illecitamente a scegliere quella strada che s’è rivelata errata. Anche il Joker accusa momenti di stanchezza e Joachin Phoenix non riesce a esprimere e a ripetere quel ventaglio di emozioni, di follia e di lucidità, di rivolta, di buio e di lampi per cui abbiamo parlato di consacrazione. Anche la costruzione della risata pare un puro esercizio e non il virtuosistico assolo che ce lo aveva fatto amare (restando oggi in prima linea il lavoro in filigrana fatto da Adriano Giannini nel laboratorio del doppiaggio). Mentre Philips ha cercato, con sincerità, non lo neghiamo, quel miracolo che gli ha cambiato la vita e il proprio percorso artistico: ma non l’ha ritrovato. Ed è un vero peccato.

Taxi, a Torino la corsa si paga sullo smartphone del conducente

 Grazie a Sum Up e WeTechnology

 

Negli ultimi anni il settore dei taxi sta vivendo una profonda trasformazione dettata dalla crescente digitalizzazione dei pagamenti. Nel 2023 le transizioni senza contanti in questo comparto sono aumentate del 31,4% e hanno fatto registrare uno scontrino medio cashless di 41,3 euro. La crescita è accelerata durante la stagione estiva 2024 con il 48,7% delle transizioni provenienti da carte internazionali. Infatti i tassisti sono coloro che hanno ricevuto un maggior numero di pagamenti cashless da parte di turisti stranieri. Questi dati confermano come i taxi stiano diventando uno strumento sempre più moderno e tecnologico che, tuttavia, ha bisogno di innovarsi per rispondere alle esigenze quotidiane dei passeggeri che richiedono un’esperienza di viaggio start.

Allo scopo di supportare i merchant di questi settore Sum up, fintech attiva nel settore dei pagamenti digitali con soluzioni innovative per business di ogni dimensione, annuncia la collaborazione con WeTechnology, società tecnologica che opera nel mondo della mobilità e ha sviluppato Wetaxi, l’applicazione gratuita per smartphone che consente di chiamare il taxi in modo rapido e trasparente e fornitore tecnologico di diverse radiotaxi italiane. L’obiettivo è cercare di accelerare l’adozione di pagamenti digitali tra i tassisti italiani, offrendo ai passeggeri la possibilità di saldare la corsa in maniera efficiente, comoda e sicura.

“Come evidenziano i dati, la digitalizzazione dei taxi italiani è già a buon punto. Sono sempre di più i merchant del settore che preferiscono abbandonare il contante per ridurre i rischi legati alla propria sicurezza e rendere le operazioni di pagamento a bordo più start e più rapide. La partnership con Wetechnology rappresenta un ulteriore passo in avanti che mira ad aumentare la penetrazione del cashless tra i tassisti e offrire ai passeggeri un’esperienza di viaggio sempre più comoda e sicura – dichiara Umberto Zola, responsabile online Sales EU di SumUp. – I pagamenti digitali, rapidi e sicuri, comportano un vantaggio per chi guida il taxi e per i passeggeri che riducono il tempo necessario per ogni transizione e permettono ai tassisti di gestire più corse. Dall’altro eliminano la necessità di gestire denaro contante, un aspetto particolarmente comodo per i turisti”.

A Torino la corsa si paga sullo smartphone del tassista grazie all’integrazione del POS virtuale SumUp nell’Appconnect. I tassisti torinesi possono accettare pagamenti con carta direttamente dal loro smartphone, che si trasforma in un vero e proprio POS. Si tratta del servizio di pagamento mobile, sviluppato da Sum Up in collaborazione con la cooperativa TAXI TORINO, al quale hanno scelto di aderire 150 tassisti con mezzi brandizzati in occasione della partnership.

La città dove le corse si pagano di più con il POS e il 100%100 dei tassisti che collabora con We Technology ha un POS a bordo veicolo è Milano, in cui gli utenti utilizzano maggiormente pagamenti elettronici, ma anche a Torino, Roma e Napoli si sta assistendo ad una crescita costante del pagamento cashless.

 

Mara Martellotta

(H) Open Day Salute Mentale: il 10 ottobre porte aperte al Sant’Anna

(H) Open Day sulla Salute Mentale: il 10 ottobre porte aperte all’ospedale Sant’Anna di Torino ed in oltre 130 Ospedali Bollino Rosa di Fondazione Onda ETS e nei presidi dedicati alla salute mentale
Giovedì 10 ottobre 2024 dalle ore 13,30 alle ore 18, presso l’Aula Bocci dell’ospedale Sant’Anna (via Ventimiglia, 3), si terrà l’evento “Il disagio psichico perinatale: l’esperienza clinica dell’ospedale Sant’Anna di Torino”.
In occasione della Giornata mondiale della Salute Mentale, che si celebra il 10 ottobre, l’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino e la Fondazione Onda ETS organizzano l’(H) Open Day sulla Salute Mentale coinvolgendo gli ospedali con il Bollino Rosa ed i presidi dedicati alla salute mentale. L’iniziativa, giunta alla sua undicesima edizione, si pone l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della diagnosi precoce e favorire l’accesso alle cure, aiutando a superare pregiudizi, stigma e paure legati alle malattie psichiche.
«I disturbi psichici impattano negativamente sulla qualità e sulla quantità di vita, investendone gli ambiti personale, affettivo-familiare, socio-relazionale e lavorativo e portando spesso a isolamento e solitudine. Per questo è importante intervenire il prima possibile: chiedere aiuto rappresenta il primo fondamentale passo per affrontare il problema. Quest’anno la Giornata mondiale della Salute mentale è dedicata alla salute mentale all’interno dei posti di lavoro, ambito nel quale Fondazione Onda ETS è già impegnata con il Bollino Health Friendly Company, dedicato alle aziende virtuose verso il benessere psico-fisico dei propri dipendenti», dichiara Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda ETS.
Le oltre 130 strutture del network Bollino Rosa ed i presidi dedicati alla salute mentale che hanno aderito all’iniziativa offriranno gratuitamente visite psichiatriche, colloqui psicologici, sportelli di ascolto, somministrazione di test, info point, conferenze e distribuzione di materiale informativo per ansia, depressione, schizofrenia, disturbi dell’umore e del sonno, psicosi e disturbi del comportamento alimentare.
A partire dal 27 settembre tutti i servizi offerti con indicazioni su date, orari e modalità di prenotazione saranno consultabili sul sito www.bollinirosa.it. È possibile selezionare la regione e la provincia di interesse per visualizzare l’elenco degli ospedali aderenti e consultare i servizi offerti.
Fondazione Onda ETS dal 2007 attribuisce agli ospedali che erogano servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili il riconoscimento del Bollino Rosa. Il network, composto da 361 ospedali dislocati sul territorio nazionale, sostiene Fondazione Onda ETS nel promuovere, anche all’interno degli ospedali, un approccio “di genere” nella definizione e nella programmazione strategica dei servizi clinico-assistenziali, indispensabile per garantire il diritto alla salute non solo delle donne ma anche degli uomini.
L’iniziativa è realizzata con il contributo incondizionato di ROVI Biotech e Viatris, con il patrocinio di SINPF – Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, SIP – Società Italiana di Psichiatria, SIPG – Società Italiana di Psichiatria Geriatrica e Fondazione Progetto Itaca e con la media partnership di Adnkronos, Baby Magazine, Panorama della Sanità, Salutare e Tecnica Ospedaliera.

Giornata Salute Mentale, Nallo (Iv): “Attenzione al malessere psicologico dei giovani”

“In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, che si celebrerà domani, 10 ottobre,” dichiara la Consigliera Vittoria Nallo, Capogruppo SUE in Regione Piemonte, “desidero porre nuovamente l’attenzione sulle condizioni di malessere psicologico dei più giovani.”

“I Centri di Salute Mentale della nostra Regione,” prosegue, “non dispongono di personale dedicato e specializzato per affrontare alcune patologie emergenti che necessitano di interventi urgenti e mirati. Mi riferisco, in particolare, ai disturbi del comportamento alimentare (DCA) – aumentati in Piemonte del 112% nel periodo post pandemico, che richiedono un approccio multidisciplinare con l’intervento di diverse figure professionali, come psicologi, nutrizionisti e psichiatri.”

“A questa problematica,” continua Nallo, “si aggiunge la mancanza di continuità assistenziale. Spesso, i colloqui con lo psicologo si limitano a un singolo incontro, lasciando le famiglie sole nel sostenere i costi della cura. Per ottenere risposte rapide e un trattamento continuo, molte sono costrette a rivolgersi al privato. Questo è un punto cruciale: la tempestività della diagnosi e dello stesso intervento del Servizio Sanitario Nazionale può letteralmente salvare la vita di molti giovani.”

“È questo il futuro che immaginiamo per la nostra regione?” conclude Nallo. “Un futuro in cui si salva solo chi può permettersi i costi delle cure?”

Dino Marchese presenta “Libera nel vento…” a Torino

Lo scrittore Dino Marchese sarà presente a Torino, ospite della libreria Belgravia, per promuovere il suo libro “Libera nel vento a cavallo verso Santiago di Compostela”. L’autore farà una presentazione del libro il giorno 11 Ottobre 2024, presso la libreria Belgravia, in via Vicoforte 14/d, dove alle ore 18,30 discuterà dell’opera con il giornalista Dario Corradino. L’autore sarà anche presente alla manifestazione Portici di carta, presso lo stand della libreria Belgravia, via Roma 124, angolo via Santa Teresa, per incontrare il pubblico di Torino, e firmare le copie del libro, Sabato 12 e Domenica 13 Ottobre, con l’orario 10-20. I torinesi sono graditi ospiti. 

Il corteo vietato

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
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Il divieto del corteo filo palestinese  del 7 ottobre  da parte del Questore di Torino non è stato rispettato da  circa mille persone. Al di là del motivo della protesta filo palestinese, inneggiante al massacro di Israeliani  del 7 ottobre dello scorso anno,   e al di là dell’evidente e vergognoso antisemitismo esibito  dai manifestanti, pacifici e violenti (senza distinzioni) che ha suscitato lo sdegno del Rabbino Capo, qui si pone  in tutta evidenza un problema che ci fa tornare al ‘68, quando i cortei  non autorizzati divennero la regola. È accettabile che un corteo vietato per comprovati motivi dal Questore venga svolto  egualmente come se fosse normale infrangere i divieti? È  normale che i partiti, i politici  e le istituzioni non abbiano nulla da dire su queste trasgressioni che sono l’ anticamera del disordine, volendo usare una parola edulcorata? La democrazia è fatta anche di regole. Il fatto che in questi cortei siano feriti dei poliziotti in numero sempre più ampio non può lasciare indifferenti. Chi ha vissuto l’eterno ‘68 italiano sa per averli visti e sofferti  i pericoli di queste trasgressioni tollerate. Trasgredire ad un divieto motivato e’ già un atto di violenza e di illegalità che non va sottovalutato.

Alleanza tra Museo dell’Auto, Città della Salute e Biblioteche: la cultura come risorsa per la salute

L’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, su proposta della Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus, sigla un accordo pluriennale con il MAUTO-Museo Nazionale dell’Automobile, l’istituzione culturale di prossimità dell’azienda sanitaria, in collaborazione con il Servizio Biblioteche della Città di Torino, Abbonamento Musei e CCW-Cultural Welfare Center. Il percorso, che riguarderà tutta la cittadinanza, inizia con gli incontri di accompagnamento alla nascita in museo, per proseguire sul benessere dei professionisti della cura, risorse primarie per l’attivazione di percorsi di benessere a caduta su pazienti e cittadini e la cura della società.

 

Lorenza Bravetta, Direttore del MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile, ha accolto in museo Giovanni La Valle, Direttore Generale A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, Chiara Benedetto, Presidente di Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus- MAMD, Cecilia Cognini, Dirigente del Sevizio Biblioteche Città di Torino, Divisione Cultura, Archivio, Musei e Biblioteche, Alberto Garlandini, Presidente Associazione Abbonamento Musei, Catterina Seia, Presidente CCW Cultural Welfare Center ETS, per la firma dell’accordo finalizzato a un percorso di progettazione e realizzazione condivisa di progetti di public engagement sulla cultura come risorsa per la salute.

 

La collaborazione intersettoriale tra cultura, sociale e sanità ha un ruolo importante per la salute della comunità tanto che la Commissione europea ha inserito tra i pilastri delle proprie politiche, nel piano della Cultura 2023/2026, la relazione tra Cultura e Salute.

La Sanità è la porta maestra di contatto per avvicinare tutti i cittadini alle opportunità territoriali che contribuiscono allo sviluppo del potenziale individuale, all’aumento della resilienza alle avversità, al contrasto dell’isolamento e dei disagi emotivi.

L’A.O.U. Città della Salute e della Scienza ha colto l’invito promosso dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna allo sviluppo di un percorso sistematico e sistemico con il Museo Nazionale dell’Automobile, l’istituzione culturale con cui confina, luogo di bellezza, senso, accoglienza, in dialogo con la natura fluviale. La prospettiva di collaborazione si basa sull’esperienza all’Ospedale S. Anna della Fondazione che dal 2011 ha varato con l’AOU un percorso di ricerca- azione su “Cultura e Salute” che ha trasformato, con processi partecipati attraverso le arti (visive, musica, poesia, teatro, danza) il volto e il clima organizzativo di un intero blocco ospedaliero e che vedrà nel MAUTO una piattaforma di sviluppo.

 

L’accordo coinvolge le BCT-Biblioteche Civiche Centrali, sia per il riconoscimento del ruolo della lettura in famiglia già dai primi mille giorni di vita, sia per la prossima apertura nella nuova biblioteca civica al Valentino con la quale disegnare sinergia. Sono a bordo Abbonamento Musei, per la diffusione delle esperienze attraverso la sua rete, e CCW come ente di ricerca.

Il primo atto sarà lo sviluppo degli incontri di accompagnamento alla nascita in Museo, per i primi mille giorni, centrali per lo sviluppo neuronale di ogni individuo e per il benessere biopsicosociale della mamma e della Famiglia.

Verranno progettate azioni che si rivolgeranno a tutta la cittadinanza, ma in prima istanza al personale sanitario e agli operatori di cura, risorse primarie per l’attivazione di percorsi di benessere a caduta su pazienti e cittadini. L’accordo costituisce un passo per lo studio dell’introduzione della Prescrizione Sociale accanto alle consuete terapie, della partecipazione regolare ad iniziative sociali e culturali, volte a rafforzare i legami sociali che riducono il rischio di vulnerabilità alle malattie.

 

Rosanna Purchia, Assessora alla Cultura della Città di Torino: “Il Progetto Nati per Leggere, in sinergia con Nati per la Cultura e grazie alla collaborazione di biblioteche e musei, si configura come un fondamentale strumento strategico per la città di Torino. Questa iniziativa mira a coinvolgere in modo capillare i territori e le comunità, raggiungendo tutti i quartieri e le famiglie, anche quelle meno abituate a frequentare i luoghi di cultura. L’accordo attuale amplia la portata delle azioni, rendendole trasversali e diffuse in tutte le zone di Torino. L’alleanza tra cultura e salute si basa su un corpus sempre più solido di evidenze scientifiche, che dimostrano come la partecipazione culturale possa sostenere lo sviluppo delle bambine e dei bambini. Essa contribuisce a prevenire malattie, migliorando il benessere fisico e mentale, promuovendo stili di vita sani e favorendo la creazione di comunità resilienti.”

 

Lorenza Bravetta Direttore del MAUTO: “Il progetto è fondamentale per il Museo Nazionale dell’Automobile anche nell’ottica di potenziare le relazioni di prossimità, verso la costruzione di una rete di nuovi pubblici, dal proprio quartiere di riferimento a tutta la Città di Torino. La contiguità con Città della Salute e della Scienza, con la futura grande Biblioteca Civica al Parco del Valentino, la relazione con il polmone verde collinare e fluviale, rappresentano per il Museo grandi potenzialità da esplorare. Il MAUTO già aderisce al programma Nati con la Cultura, Musei Family and Kids Friendly, sviluppato da Fondazione Medicina a Misura di Donna con Abbonamento Musei: il Passaporto Culturale per il primo anno di vita dei bambini e delle bambine garantisce libero accesso alle esposizioni, agli spazi e ai servizi museali e hanno reso il MAUTO luogo di accoglienza sin dai primi giorni e naturale protagonista di questo progetto”.

 

Giovanni La Valle, Direttore Generale A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino: “Un importante progetto che concilia la cultura e la salute all’insegna dell’umanizzazione dei nostri ospedali per i nostri pazienti, dipendenti e tutti i cittadini. Ringraziamo il Museo Nazionale dell’Automobile, le Associazioni, la Fondazione Medicina a Misura di Donna ed il Servizio Biblioteche per la fattiva collaborazione e per la creazione di questa nuova idea di rete pubblica che vuole valorizzare la cultura alla portata di tutti”.

 

Chiara Benedetto, Presidente di Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus-MAMD: “Il rispondere ai bisogni e ai desideri delle donne assistite, il prendersi cura del benessere degli operatori sanitari e il diffondere la cultura della prevenzione nel campo della salute in tutte le fasi della vita sono fra gli scopi statutari della Fondazione Medicina a Misura di Donna. Nel perseguire le sue finalità la Fondazione promuove e favorisce le relazioni fra istituzioni pubbliche e private. Infatti, fin dai suoi esordi, ha lavorato per creare sinergie fra luoghi di cura, professionisti sanitari e persone assistite, musei e istituzioni culturali del territorio, al fine di favorire la salute e il benessere degli individui e della comunità. La creazione del “Passaporto culturale” per le mamme all’ultimo trimestre di gravidanza e per i/le neonati/e e le loro famiglie, nell’ambito del Progetto “Nati con la Cultura”, diventato progetto di sistema, ne è un esempio. L’accordo firmato oggi consentirà di sviluppare ulteriormente tali progettualità.”

 

Catterina Seia, Presidente CCW Cultural Welfare Center: “La promozione della salute e del benessere delle persone è alla base del concetto di “welfare culturale”, un modello integrato di benessere degli individui e delle comunità che attraverso pratiche fondate sulle arti visive, performative e sul patrimonio culturale va ad incidere positivamente sul contrasto alle disuguaglianze di salute, sulla coesione sociale, sulla lotta alla depressione e al decadimento psicofisico di tutta la popolazione dal periodo pre e perinatale alla quarta/quinta età, nonché sull’inclusione e sull’empowerment delle persone con disabilità o in condizioni di marginalizzazione o svantaggio. Il welfare culturale presuppone una relazione sistemica e sistematica di collaborazione fra professionisti di discipline diverse (sanitarie e non) e, soprattutto, una integrazione di scopo fra i sistemi istituzionali della salute, delle politiche sociali e quello delle arti e della cultura. CCW- Cultural welfare center, che nasce dal percorso di Fondazione Medicina a Misura di Donna, è il centro di ricerca nazionale che sostiene questo sviluppo.”