redazione il torinese

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

 

Sull’onda dei referendum leghisti del Lombardo – Veneto – La ZTL fino alle 19 – Il Duca d’Aosta – Mirò non basta – Salesiani – Liana De Luca poetessa di Zara a Torino

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Sull’onda dei referendum leghisti del Lombardo – Veneto

Sull’ onda dei referendum leghisti del Lombardo – Veneto, come si direbbe in linguaggio asburgico ,del  prossimo 22 ottobre, qualche bello spirito parla di spacchettare dal Piemonte la provincia del Verbano Cusio Ossola a favore della Lombardia. Le regioni nacquero senza una precisa identità storica nel 1970. Ci fu chi allora obiettò che Novara ruota su Milano e Alessandria su Genova, per non dire del  rapporto  di una parte del Basso Piemonte  con il Ponente Ligure. Le regioni nacquero sicuramente in ritardo rispetto alla Costituzione del  1948 , ma  in modo affrettato  e quasi concitato ,senza il necessario approfondimento, nel biennio 69/70 e furono un insieme di provincie economicamente forse poco omogenee ,ma storicamente  e sicuramente ,nel nostro caso, piemontesi. Era l’idea dei Padri Costituenti Piemontesi  Viglione, Oberto, Beppe Fassino, Nesi e tanti altri. E’ il Piemonte  che fece il Risorgimento, e’ il Piemonte cantato da Carducci nella sua ode. Ha fatto bene Gilberto Pichetto a rivendicare l’identità unitaria del Piemonte. Anche la Valle d’Aosta tento’ in passato di annettersi qualche comune canavesano, ma non ottenne nulla .  Non confondiamo le autonomie locali da praticare sempre  in un quadro unitario con le spinte disgregatrici di tipo catalano che i veri Spagnoli hanno saputo respingere e smascherare .

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La ZTL fino alle 19 
La ZTL a Torino  prolungata dalle 10,30 fino alle 19 è una vera e propria follia a cui si oppongono giustamente i commercianti. Ma dovrebbero opporsi anche i cittadini,l’ACI in testa. Significa paralizzare il traffico in città , impedire a chi lavora in centro di muoversi  con gli strumenti di lavoro o concedere migliaia e migliaia di pass che vanificano l’intero progetto ecologico che è tutto da dimostrare che abbia un’effettiva utilità soprattutto in presenza degli impianti di riscaldamento accesi. E’ giusto scoraggiare il fatto di  attraversare il centro per spostarsi da Nord e a Sud di (e viceversa) di Torino in auto,ma è sbagliatissimo chiudere praticamente in permanenza   il centro alle auto. I negozi chiudono alle 19,30 ,quindi consentire mezz’ora per eventuali acquisti è privo di senso. Con i costi del carburante e dei  parcheggi  e la difficoltà di parcheggiare ci si reca in centro, già oggi, in casi obbligati. E’ più che sufficiente per scoraggiare chiunque,salvo gli assessori che viaggiano con l’auto blu. Appendino non usi la zona ZTL per dimostrare che fa qualcosa. 

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Il Duca d’Aosta 
Giovedì’ 19 ottobre alle ore 17  Carla Gatti a palazzo Cisterna,sede della Città Metropolitana,in via Maria Vittoria 12 presenterà il libro di Dino Ramella su “Il Duca d’Aosta e gli Italiani in Africa Orientale “,edito da Daniela Piazza.A 80 anni dalla nomina a Vice Re di Etiopia viene ricordata la nobile e sfortunata figura del Duca Amedeo d’Aosta,eroe dell’Amba Alagi dove nel 1942 resistette con i suoi soldati oltre ogni limite umano ed ottenne l’onore delle armi dagli Inglesi. Palazzo Cisterna fu il palazzo dove abitò la famiglia del Duca a Torino. Se l’Italia in Africa non su solo quella di Graziani e di Badoglio ,ma fu un’Italia civile che seppe portare scuole ed ospedali nelle colonie , lo si deve al Duca. Solo Angelo Del Boca nel suo livore non ha voluto riconoscerlo. Amedeo ,fatto prigioniero degli Inglesi, morì a Nairobi,rifiutando di lasciare i suoi soldati per tornare in Italia,come avrebbe potuto fare.Mantenne intatta la sua dignità di principe e di soldato anche nella sfortuna e nella morte.   E’ rimasto  sepolto a Nairobi questo Savoia coraggioso a cui chiunque deve portare rispetto e  ammirazione incondizionata.Forse nell’Italia di oggi anche la sua salma si sentirebbe a disagio.

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Mirò non basta 
Dopo oltre un anno di stasi completa la Città riprendere in tono minore le mostre internazionali con Mirò a palazzo Chiablese. Le sorti della Gam appaiono compromesse. Chi ha sostituito Patrizia Asproni non appare all’altezza e soprattutto non rivela competenza necessaria. La mostra che resterà aperta fino al 14 gennaio 2018,non è confrontabile con quelle promosse da Patrizia Asproni in precedenza. Lo stesso pittore scelto non è in grado di attrarre una particolare attenzione da parte del pubblico e fin dal 4 ottobre,giorno di apertura,si può notare il tono minore prevalente. Torino sta perdendo il suo richiamo internazionale e turistico.

 

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Salesiani

I Salesiani,fondati da Don Bosco,da Torino si sono diffusi in tutto il mondo.Don Bosco non fu solo un santo sociale torinese,come si dice con espressione abusata.Fu molto di più. Io mi sento profondamente intriso di spirito salesiano e l’istituto San Giovanni Evangelista che da anni non è più una scuola, resta una pietra miliare della mia formazione . Se io ho acquisito lo spirito della disciplina ,lo debbo al mio maestro elementare don Antonio Battisti,di Villanova Solaro, vicino a Saluzzo,un cuneese verace. Insieme a lui c’era un certo don Biglino che appariva troppo severo.Don Battisti era molto esigente ,imponeva punizioni già allora da giudicare obsolete,ma ebbe su di me il ruolo di un educatore che mi squadrò all’insegna di una durezza che forse a dieci anni appariva esagerata,ma che non mi sento di condannare. Se so qualcosa di Latino (per me è stata una conquista fondamentale che mi insegnò a pensare con il rigore necessario)lo debbo ad un altro salesiano,don Dante Bettega,un austriaco di Bressanone,diventato italiano che sapeva la Commedia di Dante a memoria e che pretese che noi studiassimo a memoria Cesare, Cornelio,Esopo,Catullo,l’Iliade e l’Odissea. Dopo tre anni di medie recitavo a memoria tutto. Ma soprattutto mi insegnò a ragionare come si deve,per dirla con Pascal. Senza guardare alle forme, quando rimasi a lungo malato durante la terza media, non esitò a venire tante volte a casa mia ad aiutarmi. Ci pensava a seguirmi un professore ebreo scelto da mio padre,lo storico del Risorgimento Salvatore Foa,che mi ha lasciato la passione per la storia risorgimentale che caratterizzerà tutta la mia vita,ma l’aiuto e l’incoraggiamento di don Bottega,anche lui uomo duro,temprato alla vecchia maniera,fu importante. Morì giovane nel 1962. Don Prospero Ferrero,altro salesiano coltissimo,mi fu di aiuto nel ginnasio e anche in parte nel liceo. Finchè fu delegato degli ex allievi del “San Giovanni “, partecipai alla vita dell’associazione con un altro grande amico della mia vita,il futuro preside del Liceo “d’Azeglio” di Torino. Un mio zio d’ acquisto, don Carlo Orlando, fu Ispettore dei collegi salesiani del Sud America e poi postulatore generale delle cause di beatificazione dei Salesiani a Roma. Conservo l’immaginetta del ricordo della sua prima Messa. Era un uomo con un cuore semplice ed una grande fede religiosa,ricca di umanità. Mia moglie me ne parla con l’ammirazione riservata agli uomini dall’animo eletto.Era un uomo così importante che tutti i Salesiani di una certa epoca ne avevano una vera e propria venerazione e lo consideravano un santo come don Michele Rua o don Filippo Rinaldi successori di don Bosco.Don Orlando ricordava spesso don Callisto Cravario,ucciso in Cina dai pirati e venerato come santo e Martire. Don Callisto era stato allievo del “San Giovanni Evangelista” di Torino.Il Quartiere San Salvario dovrebbe gloriarsi di don Callisto,ma il “politicamente corretto”multietnico purtroppo lo impedisce perché missionario in Cina. Anche il direttore attuale del “San Giovannino” e parroco dei “Santi Pietro e Paolo” don Mauro Mergola è un sacerdote di grande impegno religioso e di forte sensibilità umana. Ha fatto dell’oratorio salesiano “San Luigi” un crogiuolo in cui si mescolano giovani italiani e giovani immigrati,seguendo lo spirito di don Bosco che aprì quell’oratorio, in un angolo allora molto difficile di Torino per l’alta presenza di ragazzi sbandati della Torino ottocentesca. Passano i decenni e i salesiani continuano sulla scia di don Bosco il loro impegno religioso e civile,senza mai mescolarsi alla politica.

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Liana De Luca poetessa di Zara a Torino

Bergamo è città che conserva fortemente il ricordo di Liana De Luca,poetessa nata a Zara,esule da quella città prima che i titini facessero la loro pulizia etnica dopo aver seminato morte e terrore con gli infoibamenti. E’ stata lei ad aprirmi gli occhi sul dramma del confine orientale tanti anni fa ed è stata lei a indurmi a scrivere tra i primi di foibe e di esodo. Importante fu anche ciò che mi disse Leo Valiani originario di Fiume. Rapida ed ironica,decisa come donna ( mi diede un ceffone quando cercai di corteggiarla in modo non consono tantissimi anni fa ),è poetessa a 24 carati. 30 libri di poesia,i suoi figli.Madre molto prolifica con poesie,saggi,romanzi tutti i grande qualità. Dopo un matrimonio e la drammatica morte del marito in un incidente stradale,ha deciso di non legarsi più a nessuno,ma il critico Mario Bonfantini stravedeva per lei e si era profondamente innamorato di Liana.Mi diceva,citando il suo amato Proust,riferendosi a lei,”quell’idea fissa che è l’amore “. E non poteva passare il sabato senza senza vedere Liana. Era in amicizia con Soldati e fu lei a farmelo conoscere in modo più approfondito.Ricordo che una volta andammo insieme a trovarlo a Milano e la sua autorevolezza fece sì che Soldati, dopo anni, dicesse al giovane che ero : ”Diamoci del tu”. Soldati ha scritto delle pagine molto belle sulle opere di Liana. De Luca ha fondato il Cenacolo Orobico, l’associazione più importante di Bergamo che ha esercitato un ruolo anche internazionale. Liana è un’amica dolcissima , mi scrive biglietti affettuosi,qualche mail,mi manda spesso le sue poesie.Ne ha dedicata anche una al Centro “Pannunzio”. Io non sono un critico letterario,ma capisco istintivamente il valore della sua poesia che riesce a parlare a tutti senza la mediazione della critica,come solo i grandi poeti riescono fare. Simile a lei conosco una giovane poetessa-magistrata , Alessandra Chiavegatti che esercita e vive a Bergamo ,città favorevole alla poesia. Anche lei, magari stanca da lunghe ore in tribunale , scrive poesie nel cuore della notte e ci darà ancora tante opere importanti. Com’è bello avere un rapporto con le poetesse,esse ti danno un senso diverso della vita,ti danno una prospettiva di speranza nel futuro che lo storico oggi non può assolutamente avere.

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LETTERE  scrivere a quaglieni@gmail.com

Luigi Bobbio 

Caro Quaglieni, ho letto il suo articolo su Luigi Bobbio in cui si rivela un vero liberale rispettoso di chi la pensa in modo diverso,forse anche opposto da lei. Mi ha colpito che l’antico contestatore abbia voluto la camera ardente nel rettorato dell’Università di Torino.   Cosimo Rimi

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Qui non si tratta di scelte. Bobbio è mancato improvvisamente nella notte. E’ un diritto dei docenti essere onorati nell’Ateneo dove sono stati docenti. Anch’io ambirei a quell’onore per tante iniziative fatte in quell’Aula Magna. Luigi è’ stato un ottimo professore. Non faccia polemiche inutili. Bobbio non ha nulla a che vedere con i contestatori voltagabbana  passati con Berlusconi o con Renzi per mero opportunismo.

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Un chiodo nei servizi igienici

Io non so lei,ma io spesso quando vado nei servizi pubblici dei locali,vorrei togliermi  la giacca  e non trovo mai un qualcosa che sembri anche lontanamente ad un attaccapanni. In un noto e bel  ristorante ho trovato un chiodo per appendere la giacca. Incredibile, ma vero. E’ un piccolo particolare, ma anche a Milano e a Roma di recente ho riscontrato la stessa mancanza. In passato non era così.  Filippo de Caroli

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E’ una cosa che ho notato anch’io. Nessuno finora ha scritto al solito “Specchio dei tempi”, lamentandosi. Si vede che non è un gran problema. Oggi la maggioranza non indossa più  la giaccia e anche d’inverno il cappotto è  di pochi.

 

La rinascita di Torino Esposizioni

“Si tratta di un intervento straordinario quello che coinvolgerà Torino Esposizioni, connotando sempre di più, una volta compiuto, il capoluogo piemontese come una tra le più accoglienti città universitarie” – sottolinea il vicesindaco Guido Montanari

 

Con l’affidamento da parte di SCR-Piemonte S.p.a. – la società di committenza della Regione Piemonte – al raggruppamento temporaneo di ICIS S.r.l. (capogruppo) della redazione dello studio di fattibilità di un campus culturale, luogo di integrazione tra didattica e ricerca, inizia il percorso per la funzionalizzazione concreta del complesso di Torino Esposizioni al parco del Valentino, costruito del 1938 come Palazzo della moda, ampliato negli anni Sessanta e utilizzato fino agli Ottanta come polo fieristico.

 

Nel corso di un incontro stampa  sono state illustrate le linee che guideranno i progettisti di ICIS S.r.l. – con Rafael Moneo, Isolarchitetti S.r.l, Tecnimont Civil Construction S.p.a., Onleco S.r.l, Iren Servizi e Innovazione S.p.a, ing. Giovanni Battista Quirico e arch. Marta Colombo – nella stesura dello studio di fattibilità degli interventi di recupero del complesso espositivo.

 

FILOSOFIA

 

Il progetto ripensa completamente le aree del comparto del parco urbano del Valentino che, partendo dal castello arriva fino al monumento architettonico di Torino Esposizioni. Il tema è quello della creazione dell’ identità di un grande campus universitario culturale urbano e la trasformazione progressiva del monumento di Nervi che diverrà nei prossimi anni sede della nuova Biblioteca civica in un processo per fasi, immaginando un percorso di avvicinamento alla funzione biblioteca con restauri progressivi e funzioni temporanee compatibili con la destinazione finale.

 

Al Politecnico saranno invece attribuiti spazi per la realizzazione del Campus della Scuola di Architettura, Design e Pianificazione nei padiglioni 5, progettato dall’ingegner Riccardo Morandi, e 3B. In questi spazi troveranno collocazione aule, sale studio e laboratori didattici, laboratori di ricerca, atelier e uffici per quasi 15.000 metri quadrati. L’obiettivo è di realizzare uno spazio pubblico e culturale in grado di integrare attività di formazione e ricerca avanzata nel campo dell’architettura, della pianificazione e del design.

 

Si tratta di un intervento straordinario quello che coinvolgerà Torino Esposizioni, connotando sempre di più, una volta compiuto, il capoluogo piemontese come una tra le più accoglienti città universitarie– sottolinea il vicesindaco Guido MontanariSiamo dunque ben lieti di salutare l’avvio del progetto di fattibilità che ridefinirà una parte importante e delicata del territorio cittadino, molto apprezzata dai torinesi, all’interno di un parco secolare.  Per la creazione del campus urbano e del polo culturale, ci attende la sfida di una riqualificazione innovativa, nel rispetto della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico. In una visione che prefigura il volto di una Torino accogliente e aperta al mondo dove è confortevole e piacevole formarsi e vivere”.

 

“L’obiettivo di questo progetto per noi è strategico: realizzare nuovi spazi per il nostro Campus, che può diventare un polo di richiamo per studenti di tutto il mondo, attratti dalla storia e dalla reputazione della nostra Scuola di Architettura, Design e Pianificazione e dalla fama del nostro Paese in questi settori, come testimonia la stessa storia degli edifici che ospiteranno aule e laboratori, progettati da illustri architetti”, ha commentato ilRettore del Politecnico di Torino Marco Gilli, che ha concluso: “Allo stesso tempo, vogliamo integrare questi luoghi di formazione e ricerca avanzata con uno spazio pubblico e culturale aperto alla Città e alla molteplicità dei suoi fruitori, dagli studenti alle famiglie che frequenteranno la biblioteca, ai turisti che potranno accedere a edifici di grande valore architettonico”

 

Queste le parole del Presidente di SCR Luciano Ponzetti: “Torino Esposizioni rappresenta un intervento destinato a cambiare radicalmente la percezione della città. Giunge in un momento di grandi trasformazioni urbanistiche che qui si intrecciano con temi d’ampio respiro quali la cultura, l’istruzione, l’architettura. SCR è entusiasta di collaborare a questo progetto che rientra nel piano interventi della L. 65/2012. Si tratta di un piano che vede la Società impegnata in veste di stazione appaltante per una serie di interventi già in corso di realizzazione (opere concluse, cantieri aperti e progettazione avanzata) su un finanziamento di circa 30 milioni di euro. Auspichiamo, nel breve termine, che tale piano possa ampliarsi per interessare ulteriori opere di rivalorizzazione dei territori olimpici”.

 

VISIONI: A PIEDI OVUNQUE

 

Think Park, polo culturale del pensiero e della formazione, avrà come baricentro la Biblioteca civica. La nuova rete di collegamenti, innerva il sistema con sinopsi di mobilità sostenibile, il padiglione Morandi sarà abitato non solamente dagli studenti, ma attraversato come luogo appartenente al parco.

A scala ampia il Campus sarà collegato con un sistema pedonale che allacciando quello esistente (centro e Valentino) lo amplierà con nuove pedonalizzazioni. Il Valentino tornerà pedonale.

 

 

NUOVO CITY WALK

 

L’elemento unificante sarà il nuovo “lungo città” che contrapponendosi al percorso “lungofiume” collegherà il giardino al costruito, piattaforma pedonale viva a tutte le ore del giorno e della notte, diventerà luogo di incontro e occasione di ridisegno del margine del parco, vero elemento di unione anche compostiva degli elementi architettonici rifunzionalizzati.

 

LA SEQUENZA DELLE PIAZZE

 

Il city walk abbraccerà una serie di nuove “piazze urbane” aperte sulla città e sul parco: partendo dalla corte del castello del Valentino che potrebbe essere aperta verso la città, l’arredo urbano definisce gli spazi antisanti Promotrice e villa Glicini, le due nuove piazze ipogee sulle testate del padiglione V, la nuova piazza del monumento e infine una food court e la piazza della biblioteca/teatro.

 

VERDE

 

Il verde si riappropria della copertura del Padiglione Morandi, entra nella Biblioteca, diventa la scenografia dell’aula studio, I viali del Valentino tornano viali parco, l’asfalto viene sostituito con pavimentazioni naturali e permeabili, le macchine spinte fuori o eventualmente confinate sottoterra in parcheggi con copertura verde.

 

RESTAURI E ARCHITETTURA

Gli interventi preserveranno la visione originaria degli spazi disegnati da Pier Luigi Nervi e Riccardo Morandi, spazi ricavati tra le fondamenta dei monumenti e allestimenti leggeri non invasivi caratterizzeranno entrambi i progetti, un’architettura che si ritrae di fronte ai segni della storia ma che nel disegno complessivo definirà l’identità di questi nuovi luoghi in trasformazione. L’intervento fa parte del secondo stralcio del piano degli interventi ex lege 65/2012, assegnati a SCR Piemonte secondo quanto disposto da Fondazione XX Marzo ed è finanziato, per la sola parte progettuale, dalle economie conseguite da Agenzia Torino 2006 nella realizzazione delle opere olimpiche. Il quadro economico prevede uno stanziamento di circa 1 milione di euro; per lo studio di fattibilità l’importo fissato a base di gara era di circa 700.000,00 euro e 60 giorni di tempo. A seguito della gara, è stato aggiudicato con un ribasso del 33% e tempi di redazione ridotti a 45 60 giorni – a decorrere dal 10 ottobre. Il Politecnico ha già stanziato 30 milioni di euro per le opere di propria competenza.

 

Tarocchi. Dal Rinascimento a oggi

IN RASSEGNA ANCHE OPERE A TEMA DI NIKI DE SAINT PHALLE. FINO AL 14 GENNAIO 2018

“Immagine psicologiche”, figure archetipe nell’inconscio collettivo: così definiva le carte dei Tarocchi – 22 Arcani Maggiori e 56 Arcani Minori – nientemeno che Carl Gustav Jung (1875 – 1961), fondatore della psicologia analitica. Concetti poi ripresi dal saggista Joseph Campbell (1904-1987) e approfonditi dallo sceneggiatore Christopher Vogler, in moltissimi film e saghe hollywoodiane. Molti anni prima, fra il 1469 e il 1478, il poeta Matteo Maria Boiardo realizzava, per diletto della corte estense, una collana di 78 terzine e due sonetti con lo scopo preciso di accompagnare il gioco delle carte dei Tarocchi. E che dire del nostro grande Italo Calvino (1923-1985) e del suo celebre “Castello dei destini incrociati”, libro in cui lo scrittore di origini cubane utilizza proprio le carte dei Tarocchi per raccontare le storie di un gruppo di viaggiatori radunati dal destino in un castello.

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E l’elenco potrebbe continuare. Perché saranno pure “Arcani” finché si vuole, a volte guardati anche (per la loro più o meno acclarata funzione divinatoria) con un certo imbarazzante sospetto, ma una cosa è certa: dalla filosofia alla psicoanalisi, dalle scienze storiche alla letteratura alla poesia e all’arte, non esiste campo dell’espressività e dello “scibile” umano che non sia stato tentato e toccato dalla magia innegabile di queste antiche 78 carte. Che hanno storia lunga, storia che dura da sei secoli. A farne un suggestivo e dettagliato resoconto, attraverso un evento espositivo unico nel suo genere e a cura di Anna Maria Morsucci, sono il MEF (Museo Ettore Fico) e la Casa editrice “Lo Scarabeo” di Torino che, su oltre mille metri quadri dello spazio museale di via Cigna, presentano un ricchissimo repertorio di mazzi antichi e moderni, carte miniate in oro, libri, documenti provenienti da importanti collezioni private, editti, matrici di stampa e bozzetti inediti di celebri artisti contemporanei.

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Il tutto accompagnato da materiale audiovisivo e applicazioni multimediali, capaci di personalizzare e “virtualizzare” come meglio aggrada la visita alla rassegna. Un vero e proprio viaggio “iniziatico” che parte dalla metà del Quattrocento nel Nord Italia, dove i Tarocchi nascono per essere usati nelle taverne come gioco d’azzardo e nelle corti principesche come gioco di società; via via, fino al ‘700 quando in Francia e in Inghilterra per la prima volta vengono usati in chiave esoterica e cartomantica, per arrivare attraverso le più molteplici declinazioni d’uso ai giorni nostri. Fra le opere più significative esposte, alcune carte del “mazzo Visconti” (1451) miniate in oro da Bonifacio Bembo, i seicenteschi “Tarocchini bolognesi” realizzati dall’incisore Giuseppe Maria Mitelli, insieme alle edizioni antiche dei “Tarocchi marsigliesi”, ai Tarocchi austriaci” della Secessione Viennese e ad altri rarissimi mazzi di produzione italiana, francese e tedesca.

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Da segnalare ancora la prima edizione (1909) dei “Tarocchi Rider Waite” – il mazzo più conosciuto nel mondo anglosassone – e quelli dell’esoterista Oswald Wirth (1860 – 1943), più numerosi mazzi contemporanei che ne testimoniano la costante evoluzione. Anche sul piano di una “resa” artistica in linea con i linguaggi maggiormente innovativi del tempo (come quelli della Pop Art o della Street Art), bene accompagnati a prove preziose di alcuni “grandi” della storia dell’arte novecentesca: da Renato Guttuso (in mostra, l’inquietante “Appeso”), a Franco Gentilini, a Emanuele Luzzati (con i suoi solari e giocosi “Bambini amanti”) fino a Ferenc Pintér a Sergio Toppi e a molti altri. Curiosa anche la sezione a “luci rosse”, dedicata ai “Tarocchi erotici” con opere di Paolo Eleuteri Serpieri, di Giacinto Gaudenzi e Mauro De Luca. Così come quella volta a documentare l’influenza dei Tarocchi nel fumetto (da Dylan Dog ai Supereroi, da Diabolyk a Corto Maltese), nel cinema, nella musica e nella letteratura.

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Contemporaneamente alla mostra sui Tarocchi, il MEF ospita anche una fantasiosa rassegna su opere e progetti legati al “Giardino dei Tarocchi” di Niki de Saint Phalle (1930 – 2002). Fra le più importanti esponenti del “Nouveau Réalisme” francese, l’artista ha infatti dedicato gli ultimi anni della sua vita alla realizzazione del parco artistico di Garavicchio (Grosseto) abitato da magiche monumentali sculture in ceramica variopinta, raffiguranti i 22 Arcani Maggiori. A lei è anche dedicata, presso la nuova sede del MEF Out-side ( aperto di recente in via Filippo Juvarra 15, a Torino), in collaborazione con la Fondazione Niki de Saint Phalle e il Mamac di Nizza, un’Antologica che raggruppa opere dell’artista – di singolare giocosità ma anche di acceso impegno sociale – datate dagli Anni ’50 ai ’90.

Gianni Milani

“Tarocchi. Dal Rinascimento a oggi”

MEF- Museo Ettore Fico, via Francesco Cigna 114, Torino, tel. 011/852510; www.museofico.it

Fino al 14 gennaio. Orari: da merc. a ven. 14-19/ sab. e dom. 11-19

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Nelle foto:

– Anonimo della Scuola di Bonifacio Bembo: “Mazzo Visconti – 5 Spade”, 1451

– Franco Gentilini: “La Forza”

– Renato Guttuso: “Appeso”

– Emanuele Luzzati: “Bambini Amanti”

– Niki de Saint Phalle: “Temperance”, litografia, 1997

– Niki de Saint Phalle: “L’arbre de la vie”, serigrafia, 1987

 

In Piemonte non piove da più di un mese. Senza una goccia d’acqua anche la sorgente del Po

Non piove da più di un mese e ci vorrà del tempo prima che le sorgenti del Po, sul Monviso, tornino a zampillare. Le parole di  Stefano Fenoglio, collaboratore del Parco del Monviso e docente di Ecologia fluviale all’Università del Piemonte orientale, rilasciate all’Ansa, non lasciano spazio a equivoci:  “Non sarà sufficiente  un temporale, per rivedere la sorgente ‘originale’ bisognerà attendere la prossima primavera. Una questione preoccupante per l’azzeramento di molti nevai e ghiacciai, e la mancanza totale di pioggia da mesi”.  La  storica fonte a Pian del Re, a 2.020 metri di quota, che sbuca tra le rocce ed è segnalata dall’antica  scritta del Cai “Qui nasce il Po”, non ha una goccia d’acqua da inizio settembre. Nelle ultime 4 settimane anche a Torino e su tutto il  Piemonte, si sono visti pochi millimetri di pioggia. Preoccupazione al Parco del Monviso, che ha creato un osservatorio permanente sui fiumi alpini in sinergia con le Università del Piemonte Orientale e di Torino e con il Politecnico.

Tir sbanda e si schianta. Grave il camionista sbalzato dall’abitacolo

E’ in gravi condizioni un camionista di 61 anni che è stato sbalzato  dall’abitacolo del suo tir. Il mezzo, dopo avere sbandato, si è schiantato contro il guard-rail sulla bretella d’ingresso della tangenziale Torino-Pinerolo nel tratto tra Gerbole e Candiolo. L’uomo è stato portato con l’ elisoccorso al Cto in codice rosso. Sono intervenuti i vigili del fuoco e gli agenti della polstrada. Nella zona dove è avvenuto l’incidente le corsie di sorpasso sono state chiuse in entrambe le direzioni.

 

(foto: il Torinese/archivio)

I set di Sorrentino, ogni particolare sta sotto la lente del regista

Sorride Paolo Sorrentino, lunghe basette e un triangolo di rughe che partono dall’angolo dell’occhio, sotto le luci di via della Conciliazione, davanti gli sta il Cupolone illuminato. È la prima delle 42 immagini di Gianni Fiorito, fotografo di scena che da più di una quindicina d’anni segue il regista della Grande bellezza, che ne coglie i momenti quotidiani, che ne fissa le inquadrature migliori e pronte a divenire cult, che squaderna i gesti e i visi degli attori, il disincantato alter ego Toni Servillo in primis, che racconta la premura di un autore attento ai particolari, quasi maniacale, alla piega di un abito, alla fissità di uno sguardo, al movimento stanco di una mano, alla noia di un passo, alla perfezione di un trucco, al lasciarsi vivere di una comparsa, ad un viso esattamente grinzoso, ad una mano invecchiata. Adesso sono insieme su un altro set, Loro – nulla vieta di spezzare in due quel titolo con l’inserimento di un apostrofo – “su” Berlusconi, e la prima immagine uscita dalle agenzie, Servillo berlusconizzato, mette quasi i brividi. Immagini che formano ”già” una storia o quanto corre intorno ad essa: Fiorito svolge l’attività di fotogiornalista fin dal 1980, sviluppando e inoltrandosi nella realtà napoletana, documenta il fenomeno camorristico e l’illegalità diffusa, guarda alla realtà sociale e urbanistica delle periferie, le trasformazioni del paesaggio urbano. Negli anni Ottanta, ancora come fotografo si lega al gruppo teatrale “Falso Movimento” di Mario Martone, dal 1999 i suoi interessi si rivolgono sempre più al cuore e ai backstage delle produzioni cinematografiche, i suoi registi, oltre Sorrentino, si chiamano John Turturro, Antonio Capuano, Luca Miniero.

Una carrellata, questa, “Cronache dal set: il cinema di Paolo Sorrentino”, ospitata fino al 7 gennaio prossimo nei locali di Camera, il Centro Italiano per la Fotografia a Torino (via delle Rosine 18) e curata da Maria Savarese, che abbraccia in uno sguardo solo pressoché un’intera cinematografia. Michael Caine perso e sognante tra la musica e i campanacci muti delle verdi montagne elvetiche o gli ospiti della clinica immersi nella tranquillità rigenerativa della piscina sono immagini di Youth, un set preparato, in attesa del ciak, attorno ad una bandiera o le orecchie a sventola di Andreotti/Servillo all’ombra di un incombente ritratto di Marx sono immagini del Divo, la magnifica opulenza di Jude Law, gli abiti ricamati e preziosi, il rosso del mantello che attraversa le strade di Roma, la monaca occhialuta di Diane Keaton, l’impegno dell’abituale Luca Bigazzi a centrare la giusta e più suggestiva inquadratura sono immagini di The young pope, lo sguardo di Cheyenne/Sean Penn, stratruccata e rincantucciata rock star alla ricerca dell’ufficiale nazista è l’immagine-simbolo di This must be the place, Jep Gambardella seduto nella sua giacca rossa accanto alla donna nuda è l’immagine universale della Grande bellezza, come la suorina raggrinzita, il viso intristito di Sabrina Ferilli, quello di Fanny Ardant più spigoloso, Servillo mollemente disteso sull’amaca, il bicchiere di alcol in mano.

Sottolinea Savarese nella presentazione della mostra, piccola chicca per tutti i cinéphiles: “Nella sua ricerca fotografica, Gianni Fiorito non si accontenta di restituire una o più immagini che siano rappresentative dei film, ma da ciascuna di esse cerca di trarre una visione ulteriore che mai si pone a commento di quella già data dal cinema. Ciò che tenta di fare la sua fotografia è ‘vedere oltre’, ragionando sugli elementi fondamentali della scena: l’attore, il regista, la troupe, i luoghi. Fotografare il cinema non è semplice: meno frequente è trovarsi di fronte a risultati che valicano il limite della documentazione per produrre visioni portatrici di senso”. È ‘l’oltre’ ad interessare qui, nelle immagini. Del cinema “sincopato” di Sorrentino, la rappresentazione del suo immergersi nel centro della scena, del colloquio continuo con i vari più o meno piccoli attori e con il personale tecnico, il controllo di ogni cosa, lo spingersi a “dirigere” ogni più impercettibile oggetto di scena, “fotoreporter costantemente presente, ma invisibile e attento, al centro del set”. Fiorito è capace davvero di renderci tutto questo.

 

Elio Rabbione

 

La Vendemmia? E’ a Torino

Venerdì 13 ottobre, alle ore 11.00, al Circolo dei Lettori, via Bogino 9 (Torino), si è inaugurata la prima edizione di ‘LA VENDEMMIA A TORINO – PORTICI DIVINI’.

All’evento sono intervenuti l’assessore al turismo e commercio della Città di Torino, Alberto SACCO, l’assessore alla cultura e al turismo della Regione Piemonte,Antonella PARIGI e l’ambasciatore del Perù in Italia Luis Iberico NÚÑEZ, Paese ospite di questa edizione. Alle ore 13.00 in piazza Vittorio Veneto si è aperta la Tensostruttura che ospiterà durante i tre giorni gli appuntamenti di Portici Divini – Aperitivo di apertura. Degustazione guidata con i vini di Torino DOC.

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VENERDI’ 13 OTTOBRE

  • ore 13.30 | Il progetto TORINO DOC della Camera di commercio di Torino: selezione enologica dei vini della provincia di Torino
  • ore 14.00 | Assessorato Turismo e Commercio della Città di Torino: “Valorizzazione delle eccellenze del territorio Torinese” intervento di Alberto Sacco.
  • ore 15.00 | Il progetto ” La cucina tipica piemontese in…” e la sua declinazione stagionale a cura di Turismo Torino e Provincia: la tradizione a tavola. Interviene Daniela Broglio.

 

  • Nel pomeriggio interverranno i rappresentanti degli enti locali dei comparti vitivinicoli del Torinese (dalle ore 16)

– Città di Bricherasio | il sindaco Ilario Merlo – Città di Caluso | Maria Rosa Cena, Sindaco/ Roberto Podio , Assessore / Ernesto Pedone , Assistente Sindaco / Arianna Invidiato, Ninfa Albaluce 2017 / Gian Francesco Orsolani, Console del Consiglio Grande della Credenza Vinicola di Caluso

– Città di Carema | il sindaco Giovanni Aldighieri

– Città di Chieri | “Il paesaggio: capitale naturale e bene comune tra economia e bellezza” Interverranno: ass. Attività economiche e politiche del lavoro – Marina Zopegni, vice sindaco Comune di Mombello – Alberto Guggino, funzionario Comune di Chieri – Giovanna Garelli

– Città di Chiomonte | il sindaco Ollivier Silvano

– Consorzio del Pinerolese e Valsusa

– Consorzio Erbaluce di Caluso, Carema e Canavese, Enoteca Regionale di Caluso – Consorzio della Collina Torinese

– Enoteca Regionale dei Vini della provincia di Torino

 

  • ore 18.00 | Degustazione guidata con i vini di Torino DOC delle quattro aree vitivinicole torinesi.

 

SABATO 14 OTTOBRE

  • ore 11.00/12.00 | Premiazione del vincitore del bando per l’immagine coordinata dei Portici e Gallerie di Torino. Intervengono: rappresentante della Città (Assessorato al Turismo e Commercio della Città di Torino), Fondazione Contrada Torino Onlus
  • ore 12.30/13.00 | Città Metropolitana, Elena Di Bella “Il Paniere dei prodotti tipici della provincia di Torino”
  • ore 13.00 | Buon compleanno Erbaluce di Caluso, Carema e Valsusa. Degustazione guidata con i vini di Torino DOC
  • ore 15.00 | Politecnico di Torino: Installazioni aeree e sensori in vigna per il monitoraggio continuativo e capillare della vite. Interviene l’ Ing. Trinchero, ing. Mattia Poletti e ing. Giovanni Paolo Colucci.
  • ore 15.30 | I vini del Torinese nella guida del Gambero Rosso a cura di Alessandra Monda e Piera Genta.
  • ore 16.30 | Strada Reale dei vini torinesi: “METE della Strada Reale: vini e delizie dei territori torinesi” Intervengono Giorgia Boggio e Fabrizia Godone.
  • ore 17.00 | Fondazione Contrada Torino: “il Progetto portici e gallerie di Torino : programmi futuri” Interviene Germano Tagliasacchi.
  • ore 18.00/19.00 | Freisa di Chieri, Collina Torinese e Pinerolese. Degustazione guidata con i vini di Torino DOC.

 

DOMENICA 15 OTTOBRE

  • ore 14 – 15 | Il Vermouth torinese: dalle origini ai giorni nostri. Segue degustazione guidata.
  • ore 16 | I protagonisti di “Portici Divini”: produttori ed esercenti si incontrano

 

 

“Contro l’atomica” invita i parlamentari

Si è concretizzata l’ipotesi di un incontro ufficiale fra i rappresentanti del “coordinamento di cittadine/i, associazioni e istituzioni contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi”, e i parlamentari Piemontesi. Tale confronto, organizzato insieme e in piena collaborazione col Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte, presieduto da Mauro Laus, si svolgerà lunedì 16 ottobre alle h 16.00 presso la sede del Consiglio Regionale Palazzo Lascaris Via Alfieri, 15Obiettivo di questo importante momento di lavoro sarà anche quello di ottenere precisi impegni formali a sostegno della ratifica del Trattato ONU per la messa al bando delle armi atomiche – ovviamente nel pieno rispetto della loro libertà – da tutti i parlamentari che lo riterranno. Inoltre contiamo di presentare loro una serie di iniziative volte a far crescere la coscienza civica di tutti i cittadini e di tutte le componenti della nostra Società. Per una chiara comprensione dei contenuti e degli scopi dell’incontro, vi alleghiamo copia della lettera personalmente inviata a tutti i parlamentari Piemontesi.

 

Mauro Laus Presidente del Consiglio e del Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte

 Giampiero Leo, Paolo Candelari, Walter Nuzzo per il Coordinamento di cittadine/i, associazioni e istituzioni contro l’atomica ,tutte le guerre e i terrorismi.

 

Cosa succede a Gtt?

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto
Mi sono fatto persuaso, persuasione che sta diventando convinzione. Ci sono tante assonanze e similitudini tra la realtà della nostra città e della nostra Capitale: principalmente la gravità dei problemi, direi la loro drammaticità.  Per Torino cerco di capire cosa è successo e cosa sta capitando in GTT. Incontro Giuseppe Santomastro irresponsabile Cgil trasporti. Mi dà appuntamento al dopo lavoro ferroviario. Riunione sindacale,  sciopero in GTT il 27 ottobre.
Come mai ?
Sono preoccupati ed esasperati i 5000 dipendenti. Non si può scaricare su di loro colpe di altri. Esasperati perché chiediamo di essere ricevuti e di capire. Ma non avviene nulla.
Situazione irreversibile?
Speriamo di no. Ma il necessario piano industriale non viene partorito. E quelli presentati sono giudicati insufficienti.
Quanto è il disavanzo?
Saperlo con esattezza sarebbe quasi un miracolo. Sottolineo un solo dato: 111 milioni sono il debito che ha l’azienda con i fornitori.  Il capitale sarebbe sufficiente nel coprire, con altri problemi finanziari per gli investimenti. Gli ultimi stipendi sono stati pagati grazie all’ intervento delle banche.
Come è possibile, se è un azienda che ha sempre liquidità giornaliera?
Si è rotto l’ equilibrio del passato, dove gli investimenti per la metropolitana ad esempio garantivano futuro e un minimo di sviluppo.
Si è inchiodato tutto?
Molto… direi. Però almeno i questo caso non si può imputare il “disastro” a questa giunta, ma stanno andando a tentoni . L’Appendino era per la messa in liquidazione della società non considerando che i maggiori creditori sono gli enti pubblici locali. Poi non hanno rapporti politici adeguati.
Quali sono le responsabilità della politica nel passato?
Avere scelto i dirigenti sbagliati che hanno fatto scelte sbagliate e  artifici contabili.
Pessimista o ottimista?
Cerco di essere realista. Non siamo Napoli o Roma.
Milano come sta?
Loro bene, soprattutto perché hanno continuato negli investimenti.
Veniamo al sindacato: come sta di salute politica e per grado di socializzazione e partecipazione?
Alta, più del 70 percento  e comunque molto frammentata. C’ è persino il caso di un ex Cgil che se ne è fatto uno su misura ed è politicamente legato ad un senatore del Pd. Io stesso ne sono una indiretta dimostrazione, sono un ferroviere ed arrivo da Alessandria. Ho trovato una situazione articolata anche tra i lavoratori.
Troppe assunzioni “superflue”?
L’hai detto tu, non io. Appunto situazione articolata anche tra i lavoratori.  Ma mi ripeto non devono essere loro a  pagare colpe di altri. Oltre lo sciopero picchetteremo sotto il Municipio. Vogliamo essere ascoltati dal Sindaco, è  un diritto dei lavoratori.
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Bene, ci si rivede il 27. Alcune personali considerazioni. Mi sono stupito positivamente della conpetenza di questo giovane sindacalista. Non ha avuto punte di demagogia. E mi sono convinto che l’ eventuale iniezione di 40 milioni di euro – se non cambia radicalmente sistema – non sarà sufficiente e si rimanderà di fatto la soluzione estrema della liquidazione o del commissariamento. Contentissimo se avrò torto.
Patrizio Tosetto

Tavoli e sedie volanti: maxi rissa nella notte della movida torinese in piazza Santa Giulia

E’ stata ancora alta tensione in piazza Santa Giulia, nella notte. La polizia, che sta ricostruendo i fatti, ha ricevuto una segnalazione  da parte di diversi ragazzi che hanno assistito ad una lite di massa  tra una trentina di persone, alcune di loro erano incappucciate. I protagonisti – per ora ignoti –  della rissa si fronteggiavano armati di tavolini dei bar, sedie e bottiglie rotte. Un’ipotesi è che si tratti di gruppi di tifoserie avversarie. La zona della movida torinese è la stessa dove l’estate scorsa ci furono gli  scontri tra antagonisti e forze dell’ordine che suscitarono polemica.