Non piove da più di un mese e ci vorrà del tempo prima che le sorgenti del Po, sul Monviso, tornino a zampillare. Le parole di Stefano Fenoglio, collaboratore del Parco del Monviso e docente di Ecologia fluviale all’Università del Piemonte orientale, rilasciate all’Ansa, non lasciano spazio a equivoci: “Non sarà sufficiente un temporale, per rivedere la sorgente ‘originale’ bisognerà attendere la prossima primavera. Una questione preoccupante per l’azzeramento di molti nevai e ghiacciai, e la mancanza totale di pioggia da mesi”. La storica fonte a Pian del Re, a 2.020 metri di quota, che sbuca tra le rocce ed è segnalata dall’antica scritta del Cai “Qui nasce il Po”, non ha una goccia d’acqua da inizio settembre. Nelle ultime 4 settimane anche a Torino e su tutto il Piemonte, si sono visti pochi millimetri di pioggia. Preoccupazione al Parco del Monviso, che ha creato un osservatorio permanente sui fiumi alpini in sinergia con le Università del Piemonte Orientale e di Torino e con il Politecnico.
E’ in gravi condizioni un camionista di 61 anni che è stato sbalzato dall’abitacolo del suo tir. Il mezzo, dopo avere sbandato, si è schiantato contro il guard-rail sulla bretella d’ingresso della tangenziale Torino-Pinerolo nel tratto tra Gerbole e Candiolo. L’uomo è stato portato con l’ elisoccorso al Cto in codice rosso. Sono intervenuti i vigili del fuoco e gli agenti della polstrada. Nella zona dove è avvenuto l’incidente le corsie di sorpasso sono state chiuse in entrambe le direzioni.
(foto: il Torinese/archivio)
Sorride Paolo Sorrentino, lunghe basette e un triangolo di rughe che partono dall’angolo dell’occhio, sotto le luci di via della Conciliazione, davanti gli sta il Cupolone illuminato. È la prima delle 42 immagini di Gianni Fiorito, fotografo di scena che da più di una quindicina d’anni segue il regista della Grande bellezza, che ne coglie i momenti quotidiani, che ne fissa le inquadrature migliori e pronte a divenire cult, che squaderna i gesti e i visi degli attori, il disincantato alter ego Toni Servillo in primis, che racconta la premura di un autore attento ai particolari, quasi maniacale, alla piega di un abito, alla fissità di uno sguardo, al movimento stanco di una mano, alla noia di un passo, alla perfezione di un trucco, al lasciarsi vivere di una comparsa, ad un viso esattamente grinzoso, ad una mano invecchiata. Adesso sono insieme su un altro set, Loro – nulla vieta di spezzare in due quel titolo con l’inserimento di un apostrofo – “su” Berlusconi, e la prima immagine uscita dalle agenzie, Servillo berlusconizzato, mette quasi i brividi. Immagini che formano ”già” una storia o quanto corre intorno ad essa: Fiorito svolge l’attività di fotogiornalista fin dal 1980, sviluppando e inoltrandosi nella realtà napoletana, documenta il fenomeno camorristico e l’illegalità diffusa, guarda alla realtà sociale e urbanistica delle periferie, le trasformazioni del paesaggio urbano. Negli anni Ottanta, ancora come fotografo si lega al gruppo teatrale “Falso Movimento” di Mario Martone, dal 1999 i suoi interessi si rivolgono sempre più al cuore e ai backstage delle produzioni cinematografiche, i suoi registi, oltre Sorrentino, si chiamano John Turturro, Antonio Capuano, Luca Miniero.
Una carrellata, questa, “Cronache dal set: il cinema di Paolo Sorrentino”, ospitata fino al 7 gennaio prossimo nei locali di Camera, il Centro Italiano per la Fotografia a Torino (via delle Rosine 18) e curata da Maria Savarese, che abbraccia in uno sguardo solo pressoché un’intera cinematografia. Michael Caine perso e sognante tra la musica e i campanacci muti delle verdi montagne elvetiche o gli ospiti della clinica immersi nella tranquillità rigenerativa della piscina sono immagini di Youth, un set preparato, in attesa del ciak, attorno ad una bandiera o le orecchie a sventola di Andreotti/Servillo all’ombra di un incombente ritratto di Marx sono immagini del Divo, la magnifica opulenza di Jude Law, gli abiti ricamati e preziosi, il rosso del mantello che attraversa le strade di Roma, la monaca occhialuta di Diane Keaton, l’impegno dell’abituale Luca Bigazzi a centrare la giusta e più suggestiva inquadratura sono immagini di The young pope, lo sguardo di Cheyenne/Sean Penn, stratruccata e rincantucciata rock star alla ricerca dell’ufficiale nazista è l’immagine-simbolo di This must be the place, Jep Gambardella seduto nella sua giacca rossa accanto alla donna nuda è l’immagine universale della Grande bellezza, come la suorina raggrinzita, il viso intristito di Sabrina Ferilli, quello di Fanny Ardant più spigoloso, Servillo mollemente disteso sull’amaca, il bicchiere di alcol in mano.
Sottolinea Savarese nella presentazione della mostra, piccola chicca per tutti i cinéphiles: “Nella sua ricerca fotografica, Gianni Fiorito non si accontenta di restituire una o più immagini che siano rappresentative dei film, ma da ciascuna di esse cerca di trarre una visione ulteriore che mai si pone a commento di quella già data dal cinema. Ciò che tenta di fare la sua fotografia è ‘vedere oltre’, ragionando sugli elementi fondamentali della scena: l’attore, il regista, la troupe, i luoghi. Fotografare il cinema non è semplice: meno frequente è trovarsi di fronte a risultati che valicano il limite della documentazione per produrre visioni portatrici di senso”. È ‘l’oltre’ ad interessare qui, nelle immagini. Del cinema “sincopato” di Sorrentino, la rappresentazione del suo immergersi nel centro della scena, del colloquio continuo con i vari più o meno piccoli attori e con il personale tecnico, il controllo di ogni cosa, lo spingersi a “dirigere” ogni più impercettibile oggetto di scena, “fotoreporter costantemente presente, ma invisibile e attento, al centro del set”. Fiorito è capace davvero di renderci tutto questo.
Elio Rabbione
La Vendemmia? E’ a Torino
Venerdì 13 ottobre, alle ore 11.00, al Circolo dei Lettori, via Bogino 9 (Torino), si è inaugurata la prima edizione di ‘LA VENDEMMIA A TORINO – PORTICI DIVINI’.
All’evento sono intervenuti l’assessore al turismo e commercio della Città di Torino, Alberto SACCO, l’assessore alla cultura e al turismo della Regione Piemonte,Antonella PARIGI e l’ambasciatore del Perù in Italia Luis Iberico NÚÑEZ, Paese ospite di questa edizione. Alle ore 13.00 in piazza Vittorio Veneto si è aperta la Tensostruttura che ospiterà durante i tre giorni gli appuntamenti di Portici Divini – Aperitivo di apertura. Degustazione guidata con i vini di Torino DOC.
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VENERDI’ 13 OTTOBRE
- ore 13.30 | Il progetto TORINO DOC della Camera di commercio di Torino: selezione enologica dei vini della provincia di Torino
- ore 14.00 | Assessorato Turismo e Commercio della Città di Torino: “Valorizzazione delle eccellenze del territorio Torinese” intervento di Alberto Sacco.
- ore 15.00 | Il progetto ” La cucina tipica piemontese in…” e la sua declinazione stagionale a cura di Turismo Torino e Provincia: la tradizione a tavola. Interviene Daniela Broglio.
- Nel pomeriggio interverranno i rappresentanti degli enti locali dei comparti vitivinicoli del Torinese (dalle ore 16)
– Città di Bricherasio | il sindaco Ilario Merlo – Città di Caluso | Maria Rosa Cena, Sindaco/ Roberto Podio , Assessore / Ernesto Pedone , Assistente Sindaco / Arianna Invidiato, Ninfa Albaluce 2017 / Gian Francesco Orsolani, Console del Consiglio Grande della Credenza Vinicola di Caluso
– Città di Carema | il sindaco Giovanni Aldighieri
– Città di Chieri | “Il paesaggio: capitale naturale e bene comune tra economia e bellezza” Interverranno: ass. Attività economiche e politiche del lavoro – Marina Zopegni, vice sindaco Comune di Mombello – Alberto Guggino, funzionario Comune di Chieri – Giovanna Garelli
– Città di Chiomonte | il sindaco Ollivier Silvano
– Consorzio del Pinerolese e Valsusa
– Consorzio Erbaluce di Caluso, Carema e Canavese, Enoteca Regionale di Caluso – Consorzio della Collina Torinese
– Enoteca Regionale dei Vini della provincia di Torino
- ore 18.00 | Degustazione guidata con i vini di Torino DOC delle quattro aree vitivinicole torinesi.
SABATO 14 OTTOBRE
- ore 11.00/12.00 | Premiazione del vincitore del bando per l’immagine coordinata dei Portici e Gallerie di Torino. Intervengono: rappresentante della Città (Assessorato al Turismo e Commercio della Città di Torino), Fondazione Contrada Torino Onlus
- ore 12.30/13.00 | Città Metropolitana, Elena Di Bella “Il Paniere dei prodotti tipici della provincia di Torino”
- ore 13.00 | Buon compleanno Erbaluce di Caluso, Carema e Valsusa. Degustazione guidata con i vini di Torino DOC
- ore 15.00 | Politecnico di Torino: Installazioni aeree e sensori in vigna per il monitoraggio continuativo e capillare della vite. Interviene l’ Ing. Trinchero, ing. Mattia Poletti e ing. Giovanni Paolo Colucci.
- ore 15.30 | I vini del Torinese nella guida del Gambero Rosso a cura di Alessandra Monda e Piera Genta.
- ore 16.30 | Strada Reale dei vini torinesi: “METE della Strada Reale: vini e delizie dei territori torinesi” Intervengono Giorgia Boggio e Fabrizia Godone.
- ore 17.00 | Fondazione Contrada Torino: “il Progetto portici e gallerie di Torino : programmi futuri” Interviene Germano Tagliasacchi.
- ore 18.00/19.00 | Freisa di Chieri, Collina Torinese e Pinerolese. Degustazione guidata con i vini di Torino DOC.
DOMENICA 15 OTTOBRE
- ore 14 – 15 | Il Vermouth torinese: dalle origini ai giorni nostri. Segue degustazione guidata.
- ore 16 | I protagonisti di “Portici Divini”: produttori ed esercenti si incontrano
“Contro l’atomica” invita i parlamentari
Si è concretizzata l’ipotesi di un incontro ufficiale fra i rappresentanti del “coordinamento di cittadine/i, associazioni e istituzioni contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi”, e i parlamentari Piemontesi. Tale confronto, organizzato insieme e in piena collaborazione col Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte, presieduto da Mauro Laus, si svolgerà lunedì 16 ottobre alle h 16.00 presso la sede del Consiglio Regionale Palazzo Lascaris Via Alfieri, 15Obiettivo di questo importante momento di lavoro sarà anche quello di ottenere precisi impegni formali a sostegno della ratifica del Trattato ONU per la messa al bando delle armi atomiche – ovviamente nel pieno rispetto della loro libertà – da tutti i parlamentari che lo riterranno. Inoltre contiamo di presentare loro una serie di iniziative volte a far crescere la coscienza civica di tutti i cittadini e di tutte le componenti della nostra Società. Per una chiara comprensione dei contenuti e degli scopi dell’incontro, vi alleghiamo copia della lettera personalmente inviata a tutti i parlamentari Piemontesi.
Mauro Laus Presidente del Consiglio e del Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte
Giampiero Leo, Paolo Candelari, Walter Nuzzo per il Coordinamento di cittadine/i, associazioni e istituzioni contro l’atomica ,tutte le guerre e i terrorismi.
Cosa succede a Gtt?




E’ stata ancora alta tensione in piazza Santa Giulia, nella notte. La polizia, che sta ricostruendo i fatti, ha ricevuto una segnalazione da parte di diversi ragazzi che hanno assistito ad una lite di massa tra una trentina di persone, alcune di loro erano incappucciate. I protagonisti – per ora ignoti – della rissa si fronteggiavano armati di tavolini dei bar, sedie e bottiglie rotte. Un’ipotesi è che si tratti di gruppi di tifoserie avversarie. La zona della movida torinese è la stessa dove l’estate scorsa ci furono gli scontri tra antagonisti e forze dell’ordine che suscitarono polemica.
Una Manovra per La Vita
Domenica 15 ottobre 2017 in Piazza Castello a Torino
Si chiama “Una Manovra per La Vita” ed è l’iniziativa – promossa dalla Simeup (Società Italiana Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica) in collaborazione con la Pediatria d’Urgenza dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino e la Croce Verde Torino – che dalle ore 10 alle ore 17 di domenica 15 ottobre in piazza Castello, a Torino, promuoverà la manovra necessaria ad impedire il soffocamento da inalazione di corpi estranei, un fenomeno generato dall’ostruzione completa delle vie aeree e che in Italia provoca ogni anno la morte di circa trenta bambini. Nei quattro stand di piazza Castello – allestiti da ospedale Infantile Regina Margherita, Croce Verde Torino, Centro di Formazione dell’ospedale Martini e dal Centro di Formazione dell’ospedale Maria Vittoria, Centro di Formazione SIMEUP FIMP di Torino – gli operatori saranno a disposizione dei cittadini e spiegheranno come eseguire la manovra di disostruzione delle vie aeree in caso di inalazione dei corpi estranei. Lo faranno anche con alcune prove pratiche realizzate con l’ausilio di manichini pediatrici. “Quando c’è ostruzione completa – spiega il dottor Antonio Urbino, past-president Nazionale SIMEUP e Primario della Pediatria d’Urgenza dell’ospedale Infantile Regina Margherita – i tempi d’azione sono davvero limitati e se si agisce immediatamente, le possibilità di salvare il bambino crescono in modo notevole. Ecco perché è opportuno che la manovra di disostruzione da corpo estraneo delle vie aeree sia conosciuta da quanta più gente possibile”, conclude il dottor Urbino. Ed è questo il motivo per cui è nata “Una Manovra per La Vita”: domenica 15 ottobre, per il decimo anno consecutivo, l’iniziativa sarà presente in più di 40 piazze italiane. Da anni un appuntamento fisso sulla preziosa strada della prevenzione.
Meroni, un “mito” che ci accompagna
Sono passati 50 anni esatti ma la notizia e sempre li’, fresca e drammatica, incredibile e indimenticabile. Gigi Meroni non c’e’ piu’ da quel crudele 15 ottobre 1967, travolto da un’automobile dopo avere, per l’ennesima volta, galvanizzato i tifosi e contribuito a battere la Sampdoria al Vecchio Comunale: 4-2 con una prodigiosa tripletta del bomber granata Nestor Combin, grande amico di Gigi. Meroni e’ una pietra miliare nella centenaria storia granata. Un punto di riferimento che racchiude estro e tragedia, gioia e dolore, fantasia e destino. Insomma, attorno a Gigi Meroni si riassume la vicenda granata in tutta la sua interezza. E non si puo’ dimenticare, perche’ questo ragazzo, scomparso ad appena 24 anni dopo essersi imposto – con semplicita’ e rara correttezza – come leader in campo e fuori del campo, era gia’ un “mito”. Certo, la tragedia di quel terribile 15/10/1967 ha trasformato la “farfalla granata” in un mito incancellabile e irripetibile. Perche’ Meroni, forse, anzi quasi inconsapevolmente, era destinato a diventare un leader. Un leader che ha anticipato i tempi. Nel campo attraverso il suo estro e la sua fantasia ineguagliabili e, soprattutto, fuori dal campo. Anticipatore nel costume, nella sua vita privata cosi’ travagliata e rocambolesca, nel rapporto con la tifoseria e l’opinione pubblica sportiva e non solo, nello stile di vita semplice e anticonformista.
Insomma, Gigi era destinato a segnare in profondita’ la storia granata e quella del calcio italiano. Una sorta di George Best del calcio italiano per il suo gioco e il suo talento e, al contempo, un calciatore che anticipava i fermenti del ’68 e gli anni della contestazione e del grande cambiamento della societa’ italiana. E la stessa vasta pubblicistica che ha accompagnato in questi lunghi 50 anni la vita di Gigi Meroni e’ la conferma che la sua esperienza e’ piu’ viva che mai non solo nella narrazione granata ma anche in quella del calcio italiano e nella stessa storia del nostro paese. Per questo Gigi continua a vivere nei nostri cuori. Ed e’ per questo che, per chi abita a Torino e in Piemonte, e non solo, quel corso Re Umberto all’altezza dell’ormai triste luogo dello storico ex bar Zambon, continua ad essere meta di un pellegrinaggio silenzioso e composto. Un luogo che ha strappato alla vita la “farfalla granata” ma anche un luogo destinato a ricordare, per sempre, un talento ineguagliabile ed irripetibile del calcio italiano ed europeo.
Giorgio Merlo
La Rivoluzione russa del 1917? “È stata un disastro – per il popolo russo, per l’Europa, e per la sinistra in tutto il mondo… Questa rivoluzione non ci sarebbe dovuta essere. La società russa non era pronta ad appoggiare e sostenere una rivoluzione autenticamente socialista e democratica”. Quelle che sembrerebbero le parole di un conservatore, in realtà esprimono il giudizio che dell’avvento del comunismo in Russia dà il filosofo Michael Walzer, esponente della sinistra Usa. Ma, a cento anni di distanza, possiamo chiederci come reagì l’opinione pubblica piemontese a quell’evento epocale. Lo facciamo consultando l’archivio online www.giornalidelpiemonte.it che contiene le raccolte di oltre 130 testate locali.
Quella che chiamiamo Rivoluzione d’ottobre fu preceduta, nel febbraio dello stesso 1917, dai moti rivoluzionari che portarono all’abdicazione dello zar Nicola II e al governo “borghese” del nazionalista Kerenskij. I bolscevichi di Lenin e Trockij, in un clima di generale anarchia e di disfacimento delle strutture del potere civile e militare, guidarono l’insurrezione decisiva tra il 7 e l’8 novembre del nostro calendario, che corrispondono al 25 e 26 ottobre del calendario giuliano in vigore in Russia. Cacciarono il governo borghese e diedero avvio al regime comunista che sarebbe durato fino a Gorbaciov. Di questo evento dà puntualmente conto il quotidiano cuneese Sentinella delle Alpi, da cui attingiamo gran parte delle notizie sulle reazioni agli eventi russi. Già il 4 ottobre il giornale scrive che “gli agitatori politici, costituitisi in Comitato rivoluzionario, si sono impadroniti del potere e hanno dichiarato di non riconoscere più il Governo provvisorio”.
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Nei giorni successivi l’attenzione è mirata alle conseguenze belliche della difficile situazione russa. Il 9 ottobre l’Azione Novarese riporta che “I Russi subiscono altri rovesci: le grandi isole Desel e Dagol, che proteggevano ancora dalle incursioni nemiche buona parte del golfo di Riga… sono state conquistate anch’esse e il nemico (tedesco n.d.r.) se ne farà una grande base per altre avanzate nell’infelice Nazione Russa che si dibatte ancora fra le convulsioni dell’anarchia”. E la Sentinella del 20 ottobre titola con grande evidenza che i russi sgombrano aree a 300 km da Pietrogrado, la capitale zarista che si teme di dover evacuare, e il governo è costretto a trasferirsi a Mosca. Perché tutto questo interesse per le vicende di quello che era ancora un alleato dell’Italia? Perché siamo alla vigilia dell’offensiva che l’esercito austro-tedesco, liberato in buona parte dagli sforzi sul fronte russo, sta per sferrare in Venezia Giulia, quella fase della guerra ben nota con il nome di Caporetto, che ancor oggi è sinonimo di una disfatta italiana. Infatti, il Corriere di Saluzzo del 27 ottobre mette in relazione il successo dei rivoluzionari russi con l’avanzare degli Imperi centrali, e scrive “Chi sono i bolsceviki? E’ il partito di quei russi che vogliono la pace con la Germania ad ogni costo”. Ma siamo ormai ai giorni centrali del doppio “dramma”, la ritirata italiana dopo la rotta sul fronte giuliano e la presa di potere dei leninisti. La Sentinella del 10 novembre titola “I massimalisti padroni di Pietrogrado” l’articolo in cui si annuncia che il congresso dei Soviet, dopo un discorso di Lenin che è stato acclamato per aver detto che “questa è la vera rivoluzione”, ha lanciato un proclama che inizia con il primo punto: “Tutto il potere appartiene ai Soviet”. Il presidente Kerenskij è in fuga e la complicità con lui sarà considerata alto tradimento.
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Nello stesso numero un commento esplicita bene il giudizio che il giornale esprime sugli eventi russi, paragonandoli alla Rivoluzione francese del 1789. In quel caso però, spiega l’editorialista, i rivoluzionari seppero far fronte prontamente alle minacce esterne che provenivano alla Francia da ogni dove, perché la “fiamma patriottica” non venne mai meno. Oggi invece, i nuovi capi della Russia si azzuffano tra loro, tutte le forze attive della nazione sono travolte dall’anarchia e la Rivoluzione, come Saturno, sta già divorando i suoi figli. E ora gli italiani “per l’ignavia di questo popolo” sono costretti a “subire l’impeto irresistibile delle immani valanghe teutoniche che si riversano sul fronte orientale della nostra patria…Per noi l’avventura russa significa enorme sagrificio di sangue e di denaro”. Interprete dell’incertezza e disorientamento di quei giorni è il pezzo sul Corriere di Saluzzo del 24 novembre che segnala “in tanto caos” il prevalere dei “bolsceviki capitanati da Lenin” e sottolinea la gravità anche della situazione economica con una laconico “intanto regna sovrana la fame su tutto e su tutti”. La Sentinella del giorno successivo registra che il potere di Kerenskij è ormai finito e che “negli ultimi moti vennero, negli avvenuti saccheggi, rubate opere d’arte e quadri del valore di parecchi milioni di rubli”.
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Infine, merita citare estesamente l’editoriale dal titolo “Melanconie russe” su Il Fossanese del 1° dicembre 1917: “Povera Russia! … dal disordine caotico, dall’anarchia sociale in cui essa sta dibattendosi non è lecito neppure dopo che son trascorsi tanti mesi argomentare e di intuire con qualche approssimazione quale abbia ad essere la configurazione sociale e politica sia nel prossimo che nel lontano avvenire … Per parte nostra non speriamo affatto in una prossima risurrezione della Russia. Noi pensiamo che l’umanità ha sempre proceduto e procederà innanzi per forza di evoluzione e non di rivoluzione: e perché i popoli abbiano ad evolversi e procedere nella via del progresso e della civiltà è necessario che essi educhino, istruiscano e perfezionino sé stessi… La grande massa del popolo russo non ha dato prova di essere giunto a quell’alto grado di educazione politica o di coscienza sociale quale i suoi improvvisati tribuni e quotidiani dittatori inutilmente proclamano… Essa sta facendo invece un terribile, sanguinoso ed inutile sogno di grandezza dopo il quale dovrà ricadere più esausta e più impotente di prima”. Insomma, in un ambito sicuramente conservatore, si facevano già un secolo fa considerazioni analoghe a quelle espresse oggi, da tutt’altro versante, dal filosofo Walzer.
Domenico Tomatis
Nella foto una vignetta dal Corriere di Saluzzo del 15 dicembre 1917