redazione il torinese

Quattro proposte per il Piemonte: confronto all'americana

In vista del voto di domenica, con il quale si eleggerà anche il Presidente della Regione, La Stampa ha organizzato un confronto fra i quattro candidati
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di Romana Allegra Monti

Sotto le righe. Questo il primo commento che sorge spontaneo al termine del confronto tra candidati presidente organizzato da La Stampa e svoltosi ieri nel tardo pomeriggio al Piccolo Regio. Alberto Cirio (coalizione centro-destra), Sergio Chiamparino (coalizione centro-sinistra), Valter Boero (Popolo della Famiglia) e Giorgio Bertola (Movimento 5 Stelle) in un confronto all’americana, come quello che si fece al teatro Carignano nelle amministrative 2016. Domande differenti per i quattro candidati, senza possibilità di replica: accanto a loro un grande orologio sul palco a dettare il tempo, uguale per ciascun esponente, nel quale rispondere ai quesiti posti dal moderatore, il direttore Molinari. Vietati commenti e applausi da parte del pubblico. La prima tornata di domande elaborate dai lettori per i singoli candidati, vertevano su lavoro giovanile e investimenti, liste d’attesa in sanità, Tav; la seconda, invece, predisposta dalla redazione, con quesiti anche di carattere nazionale.Boero che dà del nonno a Chiamparino e quest’ultimo che risponde a Cirio con una stoccata:” avere un piede in un governo che tiene bloccata la Tav per ragioni che ben si sono viste in questo dibattito tra Bertola e Cirio, per equilibrismi di potere, serve esattamente a zero”. E mentre Boero si dice aperto a collaborare con un eventuale Presidente che si faccia carico del reddito di maternità, le frecciatine continuano a esser di poco conto: “farei fatica a dare fiducia a un Presidente che prima dice che non si sarebbe ricandidato e il giorno dopo si ricandida – asserisce secco Bertola – volevo proprio precisarlo”. Questa forse la più pungente, tanto per rendere l’idea. Un Bertola più vigoroso del solito, un Boero più ironico e un Chiamparino prudente, che punta tutto sulla sua autonomia decisionale presente e passata. A nostro avviso, chi esce rafforzato da questo confronto, è Alberto Cirio. Dal punto di vista della comunicazione politica la sua immagine performativa nel complesso risulta convincente, anche se a tratti si è avvicinata allo stucchevole, egli sceglie la strategia opposta a Bertola: non attacca mai i suoi avversari o i “governi precedenti”, insomma si allontana dal modello Salvini, anche dichiarando apertamente il suo essere “geneticamente antifascista”.Alla domanda “come sono stati i candidati a confronto?” si può tranquillamente rispondere che sono stati composti e fin troppo cauti nelle risposte, ma anche nelle boutades: forse un bene per i gusti di una sabauda platea dall’età anagrafica piuttosto elevata.
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Leggi le nostre interviste ai candidati:
GIORGIO BERTOLA http://www.iltorinese.it/bertola-cosi-il-piemonte-cambia-passo/
ALBERTO CIRIO http://www.iltorinese.it/intervista-cirio-le-mie-proposte-per-un-nuovo-piemonte/
VALTER BOERO http://www.iltorinese.it/boero-lunica-scommessa-in-cui-si-e-sicuri-di-vincere-e-quella-della-famiglia/
SERGIO CHIAMPARINO http://www.iltorinese.it/chiamparino-abbiamo-credibilita-per-le-sfide-che-il-piemonte-ha-davanti/
 

Torino-Lazio, i precedenti

Torino-Lazio di domenica pomeriggio (ore 15) sarà il confronto numero 64 in Serie A nella città piemontese tra il Toro e i bianco-celesti capitolini. Nei precedenti 63 incontri si contano 27 affermazioni granata e 13 laziali, con il “contorno” di 23 pareggi (e i torinesi avanti per 95-70 nel computo delle reti)
Il primo confronto in assoluto risale al 12 gennaio 1930 (tredicesima giornata della Serie A 1929-’30, cioè la prima a girone unico): successo granata per 1-0, grazie a una prodezza di Julio Libonatti al 41′. L’ultima affermazione torinista risale, invece, alla stagione 2013-’14 (quella della qualificazione in Europa League, per intenderci), quando l’8 dicembre 2013, alla tredicesima giornata, i capitolini s’inchinano a un acuto di Kamil Glik al 19′: 1-0. Per quanto riguarda la Lazio, la prima vittoria della “squadra che ha portato il calcio a Roma” è il 2-0 della decima giornata della stagione 1935-’36 (8 dicembre 1935), mentre la più recente è l’1-0 della scorsa stagione (trentacinquesima giornata, 29 aprile 2018). La più netta affermazione del Toro è il 5-1 col quale il Grande Torino schianta gli “aquilotti” il 23 febbraio 1947 (ventunesima giornata della stagione 1946-’47), mentre il più corposo successo capitolino è il 4-0 con cui la Lazio espugna Torino il 30 settembre 2006 (quinta giornata del 2006-2007). L’ultimo pareggio, infine, risale alla stagione 2016-’17: 2-2 alla nona giornata (23 ottobre 2016). Oltre alla Serie A a girone unico, le due compagini si sono incontrate anche nel girone eliminatorio della Divisione Nazionale 1927-’28 (penultima edizione prima del girone unico): netto successo 3-0 di un Toro destinato a vincere il suo primo scudetto (in teoria il secondo, se si prende in considerazione anche quello della stagione precedente, revocato per motivi mai del tutto chiariti e finora rimasto non assegnato). Granata e bianco-celesti si sono, inoltre, incontrati nella città sabauda anche in Coppa Italia: quattro volte, nelle edizioni 1979-’80, 1991-’92, 1992-’93 e 2014-’15. La prima occasione vede il Toro bloccato sullo 0-0 nell’andata dei quarti di finale, ma poi in grado di passare il turno vincendo per 4-3 ai rigori la gara di ritorno, anch’essa terminata sul nulla di fatto: è un Torino che può ancora contare sui “gemelli del goal” Paolino Pulici e Francesco “Ciccio” Graziani, un Toro destinato a battere ai rigori la Juventus in semifinale, perdendo però la finale con la Roma, sempre nella “lotteria” dei penalty. Granata e “aquilotti” si ritrovano nella Coppa nazionale per due edizioni di fila all’inizio degli Anni Novanta, con il pimpante Toro di Emiliano Mondonico che ha la meglio in entrambi i casi: 2-0 nell’andata degli ottavi di finale nella prima occasione (e passaggio del turno grazie al successivo 0-0 al ritorno nell’Urbe) e sofferto 3-2 nel ritorno dei quarti dell’edizione successiva (dopo il 2-2 dell’andata nella Capitale), cioè quella vinta dai granata nell’indimenticabile doppia finale con la Roma. L’ultimo confronto è, infine, quello degli ottavi di finale dell’annata 2014-’15, conclusosi col successo laziale per 3-1. Il bilancio in Coppa Italia vede, quindi, 4 confronti, con 2 vittorie granata, una laziale e un pareggio, con il Torino avanti per 6-5 nel computo delle reti. In totale, tra i vari campionati e la Coppa Italia, il Torino ha ospitato la Lazio 68 volte: si contano 30 vittorie granata, 14 laziali e 24 pareggi, col Toro avanti per 104-75 nel conteggio delle realizzazioni.

Giuseppe Livraghi

 

Una merenda per… la favola di Marco

Marco è un bimbo dolcissimo, nato il 25 dicembre 2008, affetto da una grave malattia genetica ad oggi unico caso al mondo, talmente rara da non avere un nome ma un codice 1q41.12. La malattia gli ha provocato una grave malformazione celebralerenale e di tutto l’apparato urinario e per questo motivo ha già subito numerosi interventi. La malformazione celebrale interessa zone importanti del cervello. Non produce gli ormoni vitali per l’organismo, non controlla la fame, il sonno, la temperatura corporea, la circolazione del sangue. Una semplice influenza può rivelarsi per lui molto pericolosa e per questo si è costretti a triplicare la dose di farmaci che normalmente assume. A causa di un prolasso neurologico alla gola, non riesce a respirare bene durante il sonno e per questo ogni notte usa una maschera per la ventilazione. Nonostante tutto però Marco è un bimbo felice, sempre pronto a donarti un sorriso… come nelle migliori favole.

Busta con proiettile, Lega: "gesto violento ma imbarazza tanto silenzio"

“Proiettile indirizzato al ministro Salvini. Siamo all’ennesimo gesto intimidatorio e di odio: ma quello che impressiona è il silenzio dei tanti che si proclamano democratici. Sono questi gli avversari della Lega? Quelli che invece delle parole vogliono usare proiettili per ammazzare? Questi sono coloro che non vogliono che la Lega continui a lavorare per il bene del Paese. Non vorremmo che dietro questi episodi si nasconda un rigurgito pericoloso di quegli estremismi che con le loro violenze e odio hanno segnato il Paese con anni bui e pieni di sangue”.   Lo dichiarano i presidenti dei gruppi leghisti di Camera e Senato Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo 

La polizia stradale impegnata durante il Giro d'Italia

Giovedì 23 maggio 2019, giungerà in provincia di Torino la 102^ edizione del Giro d’Italia per l’arrivo della 13^ tappa, da Cuneo a Pinerolo.
Anche quest’anno, come di consueto, la Polizia Stradale scorterà i ciclisti per tutta la manifestazione fino al prossimo 2 giugno, quando il Giro giungerà alla tappa conclusiva di Verona, dopo aver percorso 3500 km.

A garanzia del corretto svolgimento della gara sono impiegati: 26 motociclisti, 12 operatori in auto e 2 meccanici con l’officina mobile, sotto la guida del Vice Questore della Polizia di Stato Massimo Bentivegna, mentre al coordinamento e al collegamento tra l’organizzazione sportiva e le diverse autorità provinciali di Pubblica Sicurezza provvede il Dirigente Superiore della Polizia di Stato Carlotta Gallo, attuale Dirigente del Compartimento Polizia Stradale per la Liguria.
 
Per tutta la durata del Giro, sempre ad opera della Polizia Stradale, sarà coordinato dal Vice Questore Antonio Capodicasa – Dirigente della Sezione Polizia Stradale di Siracusa, uno staff di operatori appositamente preparati in materia di “comunicazione ed educazione alla sicurezza stradale”, che avvalendosi dell’aula multimediale itinerante denominata “Pullman Azzurro”, divulgherà agli studenti della scuola primaria i contenuti del Progetto “Biciscuola” promosso da RCS – Gazzetta dello Sport, sull’uso corretto della bicicletta.
 
Inoltre, in corrispondenza dello svolgimento della 12^ tappa, Cuneo – Pinerolo, quest’anno avrà luogo, sullo stesso tracciato di gara, una manifestazione ciclo-turistica di regolarità con biciclette a pedalata assistita denominata “Giro E-Bike 2019”, che anticiperà la gara professionistica.
 
Venerdì 24 maggio 2019, la manifestazione internazionale continuerà sempre nella provincia di Torino; infatti, la 13^ tappa partirà da Pinerolo per giungere a Ceresole Reale (Lago Serrù), lungo un percorso di circa 196 km. In questa occasione. si segnala che, in considerazione della particolare situazione viaria del luogo, ove non esistono percorsi alternativi per il deflusso, coloro che dovranno fare rientro verso il capoluogo dovranno pazientare e attenersi alle indicazioni che verranno date lungo le varie località della valle dagli incaricati alla viabilità.
 
Sabato il Giro si sposterà in Valle d’Aosta per ritornare in Provincia di Torino domenica 26 maggio 2019, quando ad Ivrea avrà inizio la 15^ tappa alla volta di Como.
 
Nelle giornate interessate dalla manifestazione la viabilità in provincia sarà soggetta a rallentamenti, soprattutto in prossimità del tracciato di gara e nelle fasce orarie interessate dal transito della “Carovana Pubblicitaria” prima e degli atleti poi; tenersi aggiornati con le notizie radiofoniche e consultare i siti internet con le cronotabelle delle tappe è il suggerimento che diamo in modo da conoscere nel dettaglio e in anticipo le strade interessate e gli orari di passaggio della manifestazione, con il duplice  vantaggio di trovare il punto ideale per godersi il passaggio dei corridori oppure programmare in anticipo un percorso alternativo per evitare chiusure e attese. Ulteriori informazioni potranno anche essere apprese, per chi transita sulle arterie autostradali, dalle comunicazioni dei pannelli a messaggio variabile collocati lungo gli itinerari di questa Provincia.
 

Polfer: tre arresti, di cui un minore

Nella rete dei controlli in stazione e a bordo treno degli scorsi giorni sono finiti due uomini ed un minore ricercati, tutti arrestati in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere 
A Torino Porta Nuova, nel pomeriggio del 13 maggio u.s. gli operatori Polfer del Settore Operativo, durante il pattugliamento della zona commerciale della stazione, hanno tratto in arresto un diciassettenne tunisino del cuneese in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere appena emessa dal Tribunale per i Minorenni del Piemonte e Valle d’Aosta a sostituzione della misura del collocamento in comunità, già a carico al suddetto giovane. Sempre a Torino Porta Nuova, nella mattinata di domenica 19 maggio u.s. gli agenti, questa volta nell’atrio monumentale, notavano un uomo trafelato procedere a passo spedito verso l’uscita. Insospettiti, decidevano di sottoporlo a controllo, il cui esito portava all’identificazione di un 48 enne torinese, senza fissa dimora, destinatario di ordine di custodia cautelare in carcere appena emesso dal Tribunale di Torino, quale aggravio dell’obbligo di presentazione presso il Commissariato di San Secondo. Infine, il Nucleo Scorte del Compartimento Polfer del Piemonte e Valle d’Aosta, a bordo del regionale Genova – Torino, poco dopo la partenza dallo scalo di Asti, nella tarda mattinata di domenica scorsa, ha tratto in arresto, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere del Tribunale di Grosseto, un 39enne marocchino, residente nel pistoiese.

La sincerità di una confessione, tra passato e presente

Pianeta Cinema a cura di Elio Rabbione

 

Una lunga cicatrice rossastra attraversa nelle scene iniziali la schiena di Salvador Mallo, regista che ha visto spegnersi ogni velleità artistica, personaggio centrale di Dolor y gloria

 L’incubo della malattia, le visite in ospedale, le diagnosi dei medici. Il risultato di un intervento chirurgico, l’inizio di un dramma, della depressione, dell’imperativo a lasciarsi andare, a vedersi vivere, probabilmente un punto centrale pronto a coinvolgere altre patologie di cui anche un chiarificatore disegno animato vuol mettere a conoscenza lo spettatore. Nell’ultima sua prova (è arrivato felicemente alla 22ma, seppur i bassi e gli altissimi non siano mancati), Pedro Almodòvar è lì, nella vita e sullo schermo, a mettersi a nudo, a rivelarsi appieno nelle sue paure, nei suoi stati d’animo, nella suo corpo intristito. Strade già percorse, ma forse mai con la sincerità di oggi, piena di calore, autentica, di una nuova esplorazione che svela aspetti sconosciuti e porta ad un rappacificarsi calmo, quasi fosse un abbraccio, con se stesso che prende il posto di una antica quanto rabbiosa ironia. Con una prova interpretativa eccellente, di rara immedesimazione (che va ben oltre le camicie coloratissime e i capelli arruffati del suo antico mentore), Antonio Banderas ripercorre gli spazi dell’alter ego – pure lui con i suoi timori e la morte in faccia dopo l’infarto di due anni fa -, regista e attore si ritrovano dopo La pelle che abito e Gli amanti passeggeri, si guardano e si confrontano ancora una volta, giocano pirandellianamente tra realtà e finzione, si specchiano con qualche eccessiva bugia in Fellini e Mastroianni e in 8 e mezzo (perché qui siamo di parecchi metri sotto quel capolavoro indiscusso), mescolano il detto e il non detto, il passato e il presente, gli amori e le perdite, gli abbandoni dolorosi come il piacere del ritrovarsi, camuffano in bocca ad altri che occupano le loro vite episodi personali, riformano gli intrecci di due belle esistenze, perse e rinnovate. Oltre i timori e le malattie, è la riproposta di un suo vecchio successo, Sabor, pronto per essere immesso ancora, a trentadue anni dall’uscita, in discussioni e incontri pubblici, a togliere Salvador dalla depressione, un’occasione per incontrare di nuovo Alberto, l’attore che ne fu il protagonista, un incontro lento e travagliato, fatto ancora di rappacificazioni e di scontri, di abbracci e di eroina, cui tuttavia affida un proprio monologo (e in quel “il cinema mi ha salvato” si comprende quanto vi sia di autobiografico: e in quel monologo sta una delle scene più belle del film, come denuncia tutta la sua umana autenticità quella della visita/confessione nello studio del medico) che sarà un successo. Con commozione salvifica al seguito. Come quella di ricevere la visita di Federico, il grande amore degli anni Ottanta (“Madrid era nostra”), “scappato” in sud America a riformarsi una famiglia con tanto di moglie e figli cui ha detto e non ha detto, che sanno e non sanno. Del passato – e sono scene davvero suggestive, che culminano nella presenza di Penelope Cruz, assolate anche se chiuse nelle caverne bianche che fanno da abitazione; suggestive come quelle iniziali, che ci ricollegano all’inizio di Volver, là le donne a sistemare le tombe del cimitero, qui a lavare e stendere i panni in riva al fiume, sempre cantando – fa parte l’infanzia del regista, il rapporto con la madre, le prime scoperte d’amore che arrivano a far svenire (forse un piccolo neo della narrazione, non è forse eccessivo quel momento di perdizione improvvisa nel ragazzino non ancora decenne?), con le note di Come sinfonia e con la voce di Mina. Ricordi, che sfoceranno dritti dritti all’interno del film nel film, con la scena finale. Non sappiamo ancora se la giuria di Cannes presieduta da Inarritu guarderà con occhio benevolo e premiante a Dolor y gloria; ma è vero che Almodòvar oggi affascina e commuove, lascia il giusto segno non apparendo debordante in una scrittura che altre volte ha preso troppe strade secondarie ma racchiudendo amorosamente, senza alcun tentennamento e senza la tentazione di nascondere chissà che, l’intera storia in se stesso, nei giorni che ha vissuto e che sta vivendo, tra i colori e tutto il pop che dissemina qua e là e le ombre che attraversano di tanto in tanto le sue giornate di regista e di uomo.

Le gallerie di Torino, passaggi eleganti e preziosi

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Sono raffinate, di pregio e funzionali le gallerie coperte di Torino. Storiche e ricche di fascino raccontano, insieme ai portici, lo splendore della prima capitale d’Italia, la sua unicità e la sua personalità regale
Non sono solo belle da vedere, ma anche utili e confortevoli nel caso in cui non si voglia rinunciare ad un caffè o allo shopping in un giorno di pioggia o di caldo afoso. Le tre più importanti sono frequentatissime dagli abitanti di Torino ma anche da turisti e visitatori appassionati di questa città, cultori di un patrimonio architettonico indiscusso. La Galleria San Federico , la più grande e imponente, è stata inaugurata nel 1933. Originariamente collegava solo Via Roma a Via Santa Teresa, successivamente il suo ampliamento a forma di T, grazie ad un progetto di Federico Cavova e Vittorio Bonadé, ha visto l’apertura anche su Via Bertola. All’interno troviamo negozi eleganti e di stile, ristoranti, bar e uno dei cinema più antichi di Torino: il Lux. Una particolarità di questa galleria, che attira ancor di più curiosi e ammiratori, è il suo trasformarsi in palcoscenico, spessissimo infatti vengono improvvisati concerti di musica classica molto seguiti e apprezzati. Un altro spazio importante, riconosciuto come simbolo di Torino per la sua vocazione reale e il suo stile sfarzoso, è la Galleria Industriale Subalpina che fa da collegamento tra Piazza Castello a Via
Cesare Battisti. inaugurata nel 1874 su progetto di Pietro Carrera, possiede un deciso stile ottocentesco alternato ad elementi più moderni come la volta, ornata in ferro battuto. Anch’essa ospita locali storici e negozi ricercati ed è stata diverse volte anche un set cinematografico, sono infatti state girate alcune scene di importanti film come La donna della domenica di Luigi Comencini e Quattro mosche di velluto grigio di Dario Argento. Il nome è quello del suo sponsor, ovvero la banca che pagò per la sua costruzione. Infine la Galleria Umberto I , collegamento tra Piazza della Repubblica, sede del mercato più grande d’Europa, e Via della Basilica. Aperta al pubblico nel 1890, ha in realtà una storia ben più lunga risalente alla fine del 1400, come facente parte di Palazzo Cavalieri, ed a fine 1500, come sede dell’ospedale Mauriziano poi spostato in un’altra parte della città, l’omonima farmacia, invece, è ancor oggi all’interno della galleria. Il suo restauro, nel 1888, fu affidato all’ing. Rivetti e il suo nome è un omaggio al monarca di quel periodo: Re Umberto I. Semplice ed essenziale nella sua struttura é decorata in ferro e metallo, materiali tipici del XIX secolo. Luminosa e dai soffitti altissimi, ospita ristoranti e locali commerciali interessanti ed è un’ oasi di pace in contrasto col vivacissimo mercato adiacente.

Verso il voto: le proposte del Popolo della Famiglia – Alternativa popolare

Paolo Alli è in campo per  le elezioni europee, capolista al Nord-Ovest della lista del Popolo della Famiglia – Alternativa Popolare, con Marco Ghirardello candidato torinese 

Commenta  Alli:  «Lo scenario attuale della politica italiana, caratterizzato da un Pd spostato sempre più a sinistra, da un M5S in calo, da un centrodestra polarizzato sulle posizioni estreme di Lega e FdI e dal tramonto triste e inesorabile di Forza Italia non offre una reale possibilità di scelta ai moltissimi elettori che credono nel popolarismo di Sturzo e De Gasperi, rappresentato oggi nella piattaforma programmatica del Ppe. Su questi valori, invece, Alternativa Popolare, partito che presiedo, e il Popolo della Famiglia si sono ritrovati e hanno condiviso l’idea di offrire ai moderati italiani una opportunità nuova. Sono i valori della centralità della persona, della famiglia, dell’impresa, dell’ambiente e di una vera economia sociale di mercato, che rappresentano per l’intera Europa, e non solo per l’Italia, una colossale sfida».
 
 
 
Aggiunge Ghirardello: «la centralità geopolitica dell’Europa e la necessità che essa trovi finalmente un vero protagonismo globale, impongono l’accelerazione del processo di unione politica. Solo difendendo comuni confini possiamo arrivare a considerare che quello che sta dentro quei confini sono gli Stati Uniti d’Europa. E’ un compito non più rinviabile, collaborando con l’altro grande organismo multilaterale che, insieme all’Unione Europea ci ha garantito 70 anni di pace: la Nato».

Una giornata dedicata alla bioeconomia

In occasione del Bioeconomy Day, istituito a livello nazionale, domani giovedì 23 maggio a partire dalle 9, Environment Park ospiterà una evento aperto a tutti, dalle aziende alle scuole, dagli addetti ai lavori alle famiglie, per raccontare i casi virtuosi e le iniziative di bioeconomia e dell’economia circolare realizzati dalle imprese del territorio piemontese.

Un vero e proprio approfondimento che coinvolgerà istituzioni, università e imprese finalizzato a comprendere attualità e prospettive di un settore sempre più strategico per il futuro del nostro paese.

Insieme ai progetti più innovativi sviluppati dalle singole realtà sarà anche l’occasione per discutere sulle attuali barriere normative nell’applicazione della bioeconomia e dell’economia circolare.

Il pomeriggio sarà anche un momento di incontro per i nuovi progetti approvati sulla piattaforma bioeconomia Regione Piemonte mentre i partecipanti interessati potranno visitare alcune imprese piemontesi che lavorano sulle Bioeconomia come Environment Park, Reynaldi, Asja Ambiente e Almabamboo.

Per informazioni sul programma www.envipark.com