redazione il torinese

Porta Nuova nel caos: un guasto manda in tilt il sistema di circolazione

Alcuni treni coinvolti hanno portato un ritardo di oltre 60 minuti creando grossi disagi soprattutto per i numerosi pendolari che ogni mattina si spostano per lavoro.

Dalle 8e39 di questa mattina, tutti i treni in arrivo e in partenza da Porta Nuova hanno accumulato lunghi ritardi – anche oltre i 60 minuti – a causa di un guasto ai sistemi di regolazione automatica della stazione. Il guasto tecnico ha mandato completamente in tilt tutto il traffico dei treni presenti nella stazione centrale di Torino, coinvolgendo i convogli del trasporto regionale ma anche tutti quelli dell’alta velocità. Si sono verificati ritardi di oltre 60 minuti per Frecciarossa e Italo in arrivo (e partenza) da Milano, Roma, Venezia e Salerno, creando grossissimi disagi soprattutto per i numerosi pendolari che ogni mattina utilizzano il treno per spostarsi sul posto di lavoro. Trenitalia ha fatto sapere che i tecnici Rfi si sono da subito messi a lavoro per cercare di risolvere il problema e di ripristinare il corretto funzionamento del sistema ma purtroppo i grossi disagi continueranno nel corso della giornata a causa del numero molto elevato di treni coinvolti.

 

Simona Pili Stella

Arriva l’aria siberiana, freddo e neve sul Piemonte. Temperature in forte calo

Nevicate su tutte le montagne piemontesi e qualche fiocco anche a quote basse. In queste ore si registra un peggioramento delle condizioni meteo e dal weekend brusco calo delle temperature.

 

E’ infatti in arrivo aria fredda dalla Siberia anche a Torino  in Piemonte. L’Arpa -Agenzia regionale per la protezione ambientale prevede  perqueste ore nevicate ad incominciare dal Cuneese, che si estenderanno a tutta la regione: quota neve a 300 metri a sud, a 500 a nord e in discesa a 100 e 300 a sud, con nevicate fino a venerdì mattina.
Domenica altre masse d’aria di origine polare continentale  porteranno nevicate sparse anche in pianura e una diminuzione  delle temperature all’inizio della prossima settimana. In pianura le massime saranno attorno a 0 gradi  e le minime anche inferiori a -5.

Teniamo pulita Torino: cercansi volontari per le giornate di pulizia condivisa

La Circoscrizione 2 promuove alcune giornate di pulizia condivisa con Torino Spazio Pubblico e Amiat. A tutti i volontari è garantita gratuitamente l’assicurazione e R.C. infortuni.  Gli incontri si svolgeranno :
Lunedì 5 marzo ore 9.00  Giardino C. Ravera in Via Farinelli.
Lunedì 12 marzo ore 9.00 Giardino W. Ferrarotti  in Via Rovereto.
Lunedì 19 marzo ore 9.00 Giardino N. Green in Corso Salvemini.

Per poter partecipare è obbligatorio iscriversi al progetto “TORINO SPAZIO PUBBLICO” attraverso l’apposito modulo.
Lo stesso potrà essere inviato  a ufficioambiente2@comune.torino.it oppure consegnato agli uffici informa2 di Via Guido Reni 102 o Strada Comunale di Mirafiori 7.
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Per Informazioni e adesioni Ufficio Ambiente Circoscrizione 2
tel. 011.01135040
E-mail:ufficioambiente2@comune.torino.it
www.comune.torino.it/circ2

Edilizia, tutte le novità di legge

Di Patrizia Polliotto*

Per tutto il 2018, la legge dispone la possibilità di avvelersi di una serie di agevolazioni per le ristrutturazioni, con la possibilità di beneficiare della detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute ed entro il limite massimo di 96 mila euro di spesa, anche per i lavori effettuati a partire dalla data del 1° gennaio 2018 e fino alla data del 31 dicembre 2018. All’interno delle varie spese rientrano infatti quelle relative agli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e le spese di ristrutturazione edilizia sulle singole unità immobiliari di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze, le spese relative agli interventi di manutenzione ordinaria, le spese per la realizzazione di box e posti auto, di parcheggi pertinenziali e spese per le opere finalizzate alla cablatura degli edifici. E’ altresì prorogato per il 2018 il bonus per l’acquisto di mobili di cui al comma 2, dell’articolo 16 del D.L 63/2013, che prevede la detrazione del 50% delle spese sostenute per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici e che interessa soltanto i soggetti che possono beneficiare della detrazione IRPEF del 50% per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio.

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*Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE
TEL. 011 5611800, Via Roma 366 – Torino
EMAIL: UNC.CONSUMATORITORINO@GMAIL.COM

Fiamme in fabbrica e al campo nomadi

Fiamme al campo nomadi in strada Germagnano e in un deposito di una azienda in strada del Portone. Nel campo nomadi sono bruciate diverse baracche, mentre nella in fabbrica il fuoco sarebbe divampato dal magazzino di  stoccaggio del materiale plastico della So.Metal. Un lavoratore avrebbe acceso un fuoco per scaldarsi e il vento, dal cortile,  avrebbe portato le fiamme fin sulla tettoia del deposito. Sono intervenuti i vigili del fuoco con i tecnici dell’Arpa e la polizia municipale. Non ci sono persone ferite.

 

(foto: archivio)

Condannare la violenza ed isolare gli estremisti

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IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

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L’antifascismo del 2018 non appare più tanto ispirato al passato, ma incredibilmente  legato al presente. Il passato appare morto e sepolto, malgrado il revival attorno alla figura di Mussolini. La profonda crisi in cui oggi ci dibattiamo ha portato a galla delle nostalgie che si ritenevano ormai sopite. E l’antifascismo è tornato un tema di attualità.  I fantasmi del passato che ritornano, sono in larga misura  causati dalla sfiducia verso la democrazia che è via via aumentata da almeno vent’anni. Le cause di questa crisi sono molteplici e toccano in primis la crisi economica. Gli sprovveduti che rimpiangono il fascismo non sanno neppure che la storia non si ripete mai ed anche i nostalgici di un antifascismo legato agli anni del dopoguerra sono espressione di uno spirito antistorico. Il fascismo va storicizzato innanzi tutto per capire cosa si stato effettivamente nella storia italiana. Già negli anni ’70   il filosofo Augusto Del Noce sosteneva  che una visione fondata sull’ “anti”- superato il momento immediato dello scontro storico- non può costruire nulla di positivo. Il vero antifascismo è la democrazia, quella che è delineata nella Costituzione repubblicana che non fa mai riferimento al regime fascista, se non in una norma transitoria che vieta la ricostituzione del disciolto partito fascista.  Cinquant’anni fa  abbiamo vissuto  gli anni degli opposti estremismi,quello di destra e quello di sinistra. Quello di destra venne sconfessato da Almirante che fra la camicia nera e il doppiopetto scelse quest’ultimo e camuffò il Msi nella Destra Nazionale.  Gli estremisti di destra rimasero minoritari e marginali, ma furono altrettanto pericolosi perché si manifestarono con il terrorismo nero. A sinistra la contestazione fu il terreno in cui si manifestò da subito  l’estremismo della violenza verbale e fisica, destinato ,anche lui, almeno in parte a sfociare nel terrorismo rosso.

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Va detto che il Pci ,superando iniziali confusioni (le sedicenti BR e i compagni che sbagliano) seppe schierarsi contro l’estremismo di sinistra ed impegnarsi contro il terrorismo. Il fatto che un esponente di Forza nuova sia stato picchiato selvaggiamente a Palermo  appare davvero un segnale di un possibile, pericoloso estremismo che risorge. E il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha parlato di “squadrismo antifascista” senza ambiguità. Una posizione chiara, limpida che gli fa molto onore.  Il ricorso alla violenza va sempre condannato, specie se l’episodio di violenza  si inserisce nel corso di una campagna elettorale durante la  quale tutti i contendenti devono trovare riconosciuta  una pari agibilità politica e propagandistica come sanciscono le leggi della Repubblica.  Chi scrive ha messo in evidenza su questo giornale la povertà politica e l’inesistenza culturale dei gruppi neofascisti Casa Pound  e Forza nuova.  Il loro richiamo ai rituali fascisti è sintomo di infantilismo politico. Ma la Cassazione ha anche stabilito che il saluto romano, circoscritto a rievocazioni del passato come le cerimonie nei cimiteri, non è reato e non confligge  con le leggi vigenti. Ho considerato illiberale il fatto di rifiutare un confronto con la nipote di Mussolini, quasi le responsabilità dei nonni ricadano sui discendenti.  Una democrazia liberale non potrebbe mai, ad esempio, ispirarsi alla legge Fiano che molto opportunamente è  stata affossata  in Parlamento. I nostalgici del fascismo vanno combattuti sul terreno politico e non a colpi di divieto che possono provocare effetti opposti a quelli desiderati. Quella che Hegel definiva l’eterogenesi dei fini. I nostalgici vanno combattuti nella scuola non con le manifestazioni occasionali rievocative che hanno imbalsamato la Resistenza, ma con un insegnamento storico senza demonizzazioni che finiscono anch’esse di ottenere effetti altrettanto indesiderati. Federico Chabod parlava di fascismo a 5 anni dalla fine della guerra nel 1950  alla Sorbonne  con il distacco storico necessario e l’antifascista e storico Leo Valiani, che fu tra quelli che decretò la fine di Mussolini, apprezzò le lezioni di Chabod. 

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Oggi dovrebbe essere un dato  consolidato il fatto che si debba scindere la propaganda ideologica dalla storiografia.  Ma ci vorrebbero docenti in grado di farlo, partendo dall’educazione civica che consentirebbe  lo studio della Costituzione repubblicana la quale- non dimentichiamolo mai- ha garantito 70 anni di libertà, di pace e di democrazia. Ovviamente senza mitizzare neppure la Costituzione perché la storia è l’esatto opposto della mitizzazione. L’imbrattamento a Roma della lapide in ricordo della scorta di Aldo Moro a quarant’anni dal rapimento e dall’omicidio del leader democristiano è un altro segnale di una tensione  che sta montando. Le teste calde vanno isolate  e perseguite ai sensi del codice penale con un’assoluta fermezza che purtroppo negli Anni Settanta del secolo scorso non ci fu. La democrazia va difesa senza incertezze ,ma anche senza avviare una caccia alle streghe che ci farebbe arretrare. Ho riletto alcuni editoriali di Giovanni Spadolini sul “Corriere della Sera” di 50 anni fa. Gli estremisti rossi e neri vanno denunciati e perseguiti, scriveva Spadolini. Così non accadde, nei modi che sarebbero stati necessari. Se la storia può insegnare qualcosa (quasi mai insegna perché il presente è sempre diverso dal passato),bisogna far sì che venga  stroncato  subito il mostro dell’estremismo e della violenza. La politica ha un significato solo se essa si manifesta pacificamente, servendosi delle armi della ragione e non della ragione delle armi. Adesso, per fortuna, si tratta di casi sporadici, ma essi sono un pessimo segnale che non va sottovalutato. Si deve intervenire subito prima che il clima si arroventi ulteriormente. Nel 1968 in piazza San Carlo a Torino impedirono a Pietro Nenni di parlare. Fu un segnale che pochi riuscirono allora a capire. Ma poi dovettero subire le conseguenze nefaste e luttuose  della logica perversa della intolleranza.

I metalmeccanici torinesi tornano in piazza per lanciare l’allarme occupazione

I metalmeccanici torinesi non scioperavano da 10 anni in tema di crisi. Questa volta, invece,  entro il 15 marzo, a fronte anche della vicenda Embraco incroceranno le braccia a livello provinciale torinese. Si tratta di 100.000 lavoratori, coinvolti  da Fim, Fiom e Uilm torinesi in questa e altre iniziative a sostegno della vertenza Embraco. Il 2 marzo si svolgerà un’assemblea unitaria dei delegati delle aziende  torinesi in crisi, con la partecipazione dei segretari generali dei sindacati metalmeccanici, con l’obiettivo di lanciare un segnale d’allarme sulle questioni occupazionali del territorio, sulle criticità  della deindustrializzazione e sulle prospettive delle fabbriche.

 

(foto: il Torinese)

Al via il Festival del Giornalismo Alimentare

Prende il via giovedì 22 Febbraio la terza edizione del Festival del Giornalismo Alimentare, ospitata nelle sale del Centro Congressi “Torino Incontra” della Camera di commercio di Torino, in via Nino Costa 8

 

Ad aprire i lavori, a partire dalle 9, sarà un argomento decisamente attuale, in vista anche delle imminenti elezioni: “Quali politiche alimentari per la prossima legislatura?”. I principali enti e associazioni di categoria della filiera alimentare avranno l’occasione di presentare le proprie aspettative e richieste da inserire ai vertici dell’agenda della prossima legislatura.

Tra gli altri temi trattati durante la giornata, la Mafia nella ristorazione e distribuzione per capire come viene rappresentato sui media un problema di legalità e sicurezza alimentare, l’italian sounding e i trattati sul cibo. Nel pomeriggio ci sarà un momento di formazione e confronto tra le diverse anime della comunicazione alimentare, con il seminario su “Freelance, foodblogger, brand journalist: ovvero imprevisti e probabilità nell’era dell’informazione 4.0” e i due panel sul Brand journalism e sul futuro dei free lance.

Sempre nella giornata di giovedì si inserisce un’importante novità di questa terza edizione: il primo appuntamento Business to Business dedicato ad aziende e professionisti della comunicazione (orario: 14.30-17,00; iscrizioni a: segreteria@festivalgiornalismoalimentare.it). In uno spazio riservato di Torino Incontra, alcuni Maestri del Gusto di Torino e Provincia, selezionati dalla Camera di commercio di Torino in collaborazione con Slow Food Italia, incontreranno le nuove professionalità della comunicazione (blogger, social media manager, influencer), che potranno promuoversi come consulenti.

Altra grande novità saranno i laboratori pratici che si svolgeranno giovedì e venerdì pomeriggio (14,30-17), realizzati in collaborazione con il Laboratorio Chimico della Camera di commercio di Torino, l’Istituto Zooprofilattico di Piemonte Liguria e Valle d’Aosta e SMAT, Società Metropolitana Acque di Torino: i partecipanti si cimenteranno in assaggi guidati di acqua, analisi di laboratorio su campioni di cibo contaminati e una lezione pratica sull’etichettatura alimentare (iscrizioni: segreteria@festivalgiornalismoalimentare.it ).

Quest’anno Anche CinemAmbiente aderisce al Festival, organizzando un’edizione speciale intitolata “Una buona occasione al cinema” e dedicata al tema dell’alimentazione e della sostenibilità ambientale. Appuntamento nelle serate di giovedì e sabato, a partire dalle 18.30 circa presso il Cinema Centrale di Torino con ingresso gratuito. Per l’accoglienza di tutti i partecipanti, il Festival potrà contare sul supporto degli studenti della Scuola Alberghiera di Stresa e dell’Istituto Beccari di Torino. I pranzi durante i lavori presso Torino Incontra saranno offerti dall’Associazione gastronomica peruviana di Torino.

“Elezioni Politiche – Scegliere di Scegliere”

“Elezioni Politiche – Scegliere di Scegliere”
Organizza l’Associazione Nuova Generazione per il Bene Comune.

Nuovo appuntamento organizzato dall’Associazione Nuova Generazione per il Bene Comune.
Domani sera (22 febbraio, ore 21.00) al Teatro Alfa di via Casalborgone 16/i a Torino, è in programma l’incontro dal titolo “Elezioni Politiche – Scegliere di Scegliere”.
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Al confronto interverranno quattro candidati:

il Senatore Stefano Lepri, Candidato alla Camera dei Deputati per il Partito Democratico; Claudia
Porchietto, Candidata alla Camera dei Deputati per Forza Italia;
l’Onorevole Giacomo Mimmo Portas, Candidato alla Camera dei Deputati per
il Partito Democratico, e Alessandro Cherio, Candidato al Senato della
Repubblica per Noi con l’Italia-Udc.
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Il moderatore sarà Silvio Magliano, Consigliere del Consiglio Comunale  di Torino e della Città Metropolitana di Torino. Introdurrà Giampiero Leo, Vice Presidente del Comitato Regionale per i  Diritti Umani e Portavoce del Coordinamento Interconfessionale “Noi  siamo con voi”.
Serata a ingresso libero previa registrazione.

Ulteriori informazioni: info@associazionenuovagenerazione.it 

011 19 37 34 01.

I sentimenti del mostro, un omaggio al cinema

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

A Baltimora, nel 1962 – sono gli anni della Guerra Fredda, è l’anno della crisi di Cuba e l’anno successivo alla Baia dei Porci -, in un piccolo appartamento che confina attraverso il pavimento con un vasto cinema dalle architetture déco, pressoché vuoto, abita in solitario trantran, una giornata eguale all’altra, una giovane donna, Elisa Esposito, affetta da mutismo (ma ci sente benissimo) procuratole fin da bambina con la recisione delle corde vocali. Nell’alloggio accanto Giles, un disegnatore omosessuale, certo non più giovanissimo, a cui lei prodiga visite e premure e colazioni, sul posto di lavoro, un laboratorio governativo dove è addetta alle pulizie, Zelda, un’afroamericana sempre con le antenne dritte, vittima di un marito fannullone e iroso: sono i suoi unici amici. Elisa scopre un giorno, in questo avamposto costruito a contrastare con esperimenti le ricerche e la presenza inquietante del mondo sovietico, un essere anfibio, mezzo pesce e mezzo uomo, un “mostro” scovato tra le acque dell’Amazzonia e lì venerato, qui tenuto prigioniero e incatenato in una luminosa gabbia di vetro. Le premure che riversa su Giles, Elisa le trasporta verso l’essere sconosciuto, grazie al linguaggio dei segni, e a suon di uova, di musiche jazz e di canzoni dell’epoca instaura un rapporto fatto di affetto e di carnalità allo stesso tempo. Ma il tempo scorre, la vivisezione che le alte sfere comandano è ormai decisa, il crudele colonnello della base ha ordini ben precisi. Del progressivo innamoramento, degli inseguimenti e dell’epilogo di questa favola inventata dal visionario Guillermo del Toro (La spina del diavolo, Il labirinto del fauno) non diremo. Ricco del Leone d’oro veneziano e delle tredici candidature agli Oscar prossimi (miglior film e miglior regia, miglior interprete femminile come attore e attrice non protagonisti, colonna sonora e fotografia e montaggio, per tralasciare gli altri), La forma dell’acqua spazia con estrema padronanza nei più diversi generi cinematografici, saggia l’horror e sconfina nel musical, afferra il mélo e viaggia spedito nel fiabesco e oltre, si muove con appropriati, a tratti vorticosi movimenti della machina da presa, un grande inchino al cinema, settima arte con l’omaggio e l’ispirazione al

Mostro della laguna nera di Arnold che tanto colpì l’autore, ragazzino di dieci anni, e luogo dove sullo schermo scorrono le immagini di un vecchio film del ’60 di Koster, La storia di Ruth. Nella domanda che scorre lungo tutta la durata del film, ovvero chi sia il vero mostro, tra le opprimenti scenografie, ma pure capaci di liberare, liquide e no, di Paul Austerberry, Del Toro regala grazie a una sceneggiatura perfetta una love story inaspettata, non rinnega la lacrima, spreme con il superlativo commento musicale di Alexandre Desplat ogni sentimento, cerca a tutti i costi lo spiraglio dell’happy end, lavora di cesello sul rapporto tra la Donna e la Bestia (a lui non interessa il discorso della Bella e la Bestia, la scelta dell’accorata e bravissima Sally Hawkins è quanto mai significativa), rapporto che trascorre attraverso gli occhi prima e il gesto poi – la parola è esclusa ad entrambi -, mette su un innocente piedistallo la cultura del diverso. Oltre che dalla protagonista, è aiutato con concreta partecipazione, con un’immedesimazione che va ben oltre la buona prova interpretativa, da un gruppo d’attori che sono da citare in blocco, da Richard Jenkins a Doug Jones (la creatura da intravedere all’interno della sua armatura verdastra), da Octavia Spencer a Michael Stuhlbarg (il padre nel film di Guadagnino, un altro oscarizzabile) al perfetto Michael Shannon, anima inquieta e perfida nella sua voglia d’annientamento. Una storia, e un film, grandiosa nella sua particolare semplicità, che cattura i cuori senza troppa fatica: che il prossimo 4 marzo dovrà vedersela con quell’eccellenza cinematografica che per chi scrive queste note continuano a essere i Tre manifesti a Ebbing, Missouri. La mia scelta sta lì, nella desolazione violenta di quel paese e con tutta la rabbia di Frances McDormand. A meno che ci si debba ravvedere con sonore sorprese ancora in arrivo.