redazione il torinese

Over My Eyes, immagini dall’Iraq in mostra a Palazzo Lascaris

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27/01/2015 — Kirkuk, Iraq — Abdullah Hazbar from outside his tent. Abdullah was wounded by Iraqi war planes’ bombing when he left his village with his family.

Dal 1° marzo a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte (via Alfieri 15 a Torino), la mostra fotografica “Over My Eyes: una mappa di sfollamento”.

Dal 2014 in Iraq la guerra contro l’ISIS (Islamic State in Iraq and Syria) ha costretto alla fuga più di tre milioni di persone. La metà ha trovato rifugio nel Kurdistan iracheno, una regione autonoma nel nord del Paese abitata da circa cinque milioni di curdi e amministrata dal Governo Regionale del Kurdistan.

La mostra Over My Eyes presenta quaranta immagini di diverso formato, alcuni testi e due video. Attraverso lo sguardo di una giovane generazione di fotografi locali presenta frammenti della realtà quotidiana  degli Iracheni che spesso non sono documentati: dalle vaste montagne ai confini settentrionali del Paese, alle più disparate situazioni in ogni angolo dell’Iraq che raccontano le vite e le storie di chi vive da anni nei campi profughi, mentre la guerra continua a devastare la nazione.

Le fotografie sono il risultato di un anno di collaborazione tra un gruppo di fotografi iracheni e un team di editor, curatori e scrittori internazionali.

Le immagini esposte fanno parte di Darst Projects e sono state realizzate dai fotografi: Rawsht Twana, Bnar Sardar, Seivan M. Salim, Aram Karim, Hawre Khalid, Twana Abdullah, Sebastian Meyer e Ali Arkady.

Intervengono alla presentazione:

Francesca Cirilli, rappresentante Associazione Jest

Stefano Carini, fotografo ideatore del progetto

Rawsht Twana, fotografo del progetto

Younis Tawfik, giornalista e scrittore iracheno

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La mostra “Over My Eyes: una mappa di sfollamento” sarà aperta al pubblico a Palazzo Lascaris

dal 2 al 30 marzo 2018.

Orari: dal lunedì al venerdì 9 – 17

Ingresso gratuito

La subacquea si impara a scuola

Quasi 200 studenti coinvolti per un progetto didattico gratuito nato dall’incontro tra istituti scolastici superiori (Bosso Monti, Curie-Levi, Primo Levi, Sociale) e l’associazione subacquea IncantoBlu

 

Far conoscere ai giovani uno sport a cui in pochi si avvicinano, attraverso la pratica vera e propria. Questo l’obiettivo di YDP Young Divers Project – scuba diving for school, un programma didattico che vuole avvicinare i giovani al mondo della subacquea. Il progetto YDP nasce da un’idea di IncantoBlu, associazione e scuola subacquea di Collegno, ed è stato avviato negli istituti superiori torinesi Primo Levi, Bosso Monti e Sociale e l’istituto Curie-Levi di Collegno grazie all’intraprendenza dei relativi professori di educazione fisica. Il progetto YDP è completamente gratuito per gli studenti e si articola in due parti, sulla base del corso Open water Diver PADI, la didattica subacquea più diffusa al mondo.

 

  • Pratica: 4 incontri in piscina di un’ora ciascuno, in cui i ragazzi imparano le abilità (skills) base della subacquea
  • Teorica: in circa 6 ore in aula vengono illustrati i concetti fondamentali di Fisica, Fisiologia, Attrezzatura, Tecnica di Immersione e Mondo Sommerso, indispensabili per una subacquea sicura e consapevole. Al termine della parte teorica è anche previsto un test finale.

La certificazione e l’inizio di un percorso per ottenere il brevetto

YDP si sviluppa durante le ore di educazione fisica nei vari istituti e in diverse piscine, a seconda delle esigenze degli istituti stessi. Al termine del progetto, gli allievi conseguono una certificazione di IncantoBlu, propedeutica nel caso si volesse completare un percorso per il conseguimento del brevetto Open Water Diver PADI. Sono sufficienti due ulteriori momenti formativi in piscina, una lezione teorica e due uscite in mare aperto, e il gioco è fatto.

 

Attività collaterali: viaggio-studio alle Eolie

Non mancano anche iniziative e attività collaterali: i ragazzi dell’Istituto Sociale, ad esempio, partiranno a maggio per un viaggio-studio alle Isole Eolie, per approfondire tematiche quali vulcanologia, biologia e subacquea. Per l’occasione, inoltre, gli studenti potranno conseguire il brevetto Open Water Diver PADI.

 

Conoscenze multidisciplinari, contatto con la natura, opportunità professionali

Il progetto intende far cogliere le opportunità umane e professionali di un mondo meraviglioso come quello sottomarino. Subacquea è infatti sinonimo diconoscenza multidisciplinare – dalla fisica alla fisiologia, dal primo soccorso alla biologia – benessere psicofisico, sicurezza e interazione con la natura. Chi pratica subacquea impara a conoscere la natura, a rispettarla e a proteggerla. E non solo: questo mondo offre importanti opportunità di lavoro in tutto il mondo, grazie a una didattica riconosciuta in tutti i Paesi.

 

I numeri

Young Divers Project coinvolte quasi 200 studenti, ma la sfida è soltanto all’inizio: l’obiettivo, visto l’entusiasmo dimostrato tanto dagli allievi quanto dagli insegnanti, è raggiungere quota 500 studenti l’anno prossimo, confidando nella sensibilità degli istituti scolastici.

I numeri di YDP

Classi coinvolte: 7
Studenti coinvolti: 179
Ore in piscina complessive: 30
Ore teoriche complessive: 25
Studenti che hanno deciso di continuare il percorso e conseguire un brevetto Open Water Diver: 27

NUOVO CORSO PER SOCCORRITORI IN AMBULANZA ALLA CROCE BIANCA RIVALTA

Lunedì 26 febbraio, alle ore 20.30, presso la sede della Croce Bianca di Rivalta in via Toti 4 inizierà il nuovo corso gratuito per diventare soccorritori. Il corso preparerà i volontari soccorritori a svolgere con competenza e professionalità i servizi di emergenza urgenza a mezzo ambulanza. Il corso è riconosciuto e certificato dalla Regione Piemonte secondo lo standard formativo regionale. Dopo una prima parte di lezioni teorico-pratiche, della durata complessiva di 54 ore, gli aspiranti volontari soccorritori saranno ammessi al tirocinio pratico protetto, 100 ore in Pubblica Assistenza, durante il quale dovranno svolgere, affiancati da personale esperto, trasporti in emergenza su autoambulanza e servizi di tipo socio sanitario. A conclusione del corso si otterrà l’abilitazione finale. Gli argomenti trattati durante le lezioni riguarderanno diverse tematiche tra cui: i codici d’intervento, i mezzi di soccorso, il linguaggio radio e le comunicazioni, la gestione dell’emergenza, la rianimazione cardiopolmonare, il trattamento del paziente traumatizzato, il bisogno psicologico della persona soccorsa. Inoltre, all’interno dello stesso corso è prevista la formazione e l’abilitazione all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno in ambito extraospedaliero.

Per informazioni e iscrizioni: tel. 011-9012924, info@crocebiancarivalta.it.

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La Croce Bianca Rivalta di Torino, associata Anpas, può contare sull’impegno di 149 volontari, di cui 70 donne, e nove dipendenti grazie ai quali ogni anno svolge oltre 10.300 servizi con una percorrenza di circa 285mila chilometri. Effettua servizi di emergenza 118, trasporti ordinari a mezzo ambulanza come dialisi e terapie, trasporti interospedalieri, assistenza sanitaria a eventi e manifestazioni, accompagnamento per visite anche con mezzo attrezzato al trasporto dei disabili e interventi di protezione civile. La Pubblica Assistenza di Rivalta svolge inoltre formazione sanitaria nelle scuole e corsi di primo soccorso alla popolazione.

 

L’Anpas Comitato Regionale Piemonte rappresenta 78 associazioni di volontariato con 9 sezioni distaccate, 9.471 volontari (di cui 3.430 donne), 6.635 soci sostenitori e 377 dipendenti. Nel corso dell’ultimo anno le associate Anpas del Piemonte hanno svolto 432mila servizi con una percorrenza complessiva di circa 14 milioni di chilometri utilizzando 382 autoambulanze, 172 automezzi per il trasporto disabili, 223 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile.

Fitto per “Noi con l’Italia – UDC” a Torino

COMUNICAZIONE 

In vista delle prossime elezioni politiche il quotidiano “il Torinese” pubblica gratuitamente in questo spazio interventi, comunicati e notizie inviatici da candidati, segreterie o esponenti politici di tutti i movimenti e partiti. Scrivere a: edizionibest@libero.it

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La platea presente questa mattina alla GAM di Torino per dar il via all’ultimo sprint elettorale della formazione politica “Noi con l’Italia – UDC” ha accolto il leader Raffaele Fitto e i maggiorenti torinesi del partito con serietà e attenzione, certa di ricevere risposte chiare ed esaustive alle esigenze e le necessità che riscontrano nel quotidiano.

Un centro destra di nuovo unito, tuona Paolo Greco, candidato alla Camera dei Deputati per il collegio uninominale Mirafiori – Santa Rita, un centrodestra che racchiude quatto partiti, legato da un programma condiviso ma che rivendica le proprie specificità.

I temi centrali affrontati nella campagna elettorale della coalizione di centrodestra “non possono che essere il lavoro e l’occupazione”, prosegue Alessandro Cherio, candidato al Senato, temi che la formazione fittiana intende affrontare con senso di responsabilità e chiarezza per il bene dei cittadini.

Cittadini che chiedono a gran voce risposte sui temi della sicurezza e del controllo dei flussi migratori, risposte che anche la nutrita assemblea raccolta alla Galleria d’Arte Moderna si aspetta di ricevere, “ricette semplici e pragmatiche”, discusse da Roberto Rosso, candidato alla Camera, che rimarca gli accordi della sinistra con le organizzazioni umanitarie, non a garanzia del bene dei cittadini italiani e dei poveri disperati che attraversano il mediterraneo, ma a garanzia di una maggior capacità di indebitamento a fronte di un numero crescente di immigrati accolti e messi in salva dal Belpaese.

Tema incalzato anche da Greco, in apertura, che richiama all’intelligenza e alla concretezza, attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali nello scenario internazionale, per un controllo serio del fenomeno migratorio.

La chiusura spetta al leader, al “capo politico”, come ci suggerisce la legge elettorale, a Raffaele Fitto, che sottolinea come gli slogan e le urla non appartengano al modo di essere ed alla storia liberale e democristiana, contraddistinta invece per la presenza propositiva e costruttiva, che vuol essere determinante per la vittoria del centrodestra alle prossime elezioni.

Il professor Claudio Raviolo, grande umanista scomparso prematuramente

Generazioni di studenti del Liceo scientifico Faa’ di Bruno si sono formati alla sua “scuola” umanista, perché di scuola si trattava. Le lezioni di Italiano, Latino e Storia del professor Claudio Raviolo, grande grecista, formatosi ancora prima che all’Università di Torino, al mitico liceo Cavour, già vicepresidente del liceo scientifico torinese, ricordavano più delle lezioni universitarie che liceali. Recavano una ricchezza di approfondimenti che non erano mai pedissequi, anzi sempre molto vivi e legati alla modernità, coniugati ad un amore infinito per la classicità che egli è stato sempre capace di trasmettere ai suoi allievi. Ha reso vicino a noi ex allievi di decenni passati, come ai più recenti, le poesie dell’amore tormentato di Catullo dedicate a Lesbia, quali ” Odi et amo”, come Le Catilinarie di Cicerone che tanto amava, per l’integrità morale che riconosceva in questo grande oratore romano, oggi dote purtroppo sempre più rara. E la Gerusalemme Liberata, l’Orlando Furioso, i Promessi Sposi, e su tutti Dante, suo maestro di vita, che attraverso di lui, è diventato anche un po’ il nostro.

Mara Martellotta

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Lo vogliamo ricordare attraverso le parole di un suo ex allievo, Andrea Rubiola:

“Qualche tempo fa, per tirarlo su di morale, avevo fatto al professor Raviolo una battuta; gli avevo detto: “Professore, tenga duro ché, ora che non c’è più Umberto Eco, ci resta solo lei!”. Ora, esattamente due anni dopo, mentre il mondo della cultura commemora la scomparsa di Eco, per una tragica ironia anche il professor Raviolo ci ha lasciati. Era infinitamente meno noto dell’altro professore, certo, ma per tutti noi che lo conoscevamo, che differenza c’era? Ammiravamo tutti, allo stesso modo in cui il mondo ammirava Eco, la sua cultura enciclopedica, la sua levatura intellettuale, la sua ironia e la sua missione: insegnare.Le parole che dirò, scritte a mano come sarebbe piaciuto a lui, non sono e non vogliono essere una preghiera: se un Dio c’è, avrà sicuramente un posto per lui, sono convinto che non ci sia neanche da chiedersi se sarà misericordioso; se non c’è, queste parole sono un’inutile consolazione detta tra di noi, sapendo che prima o poi tutti noi non saremo più.

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Voglio ricordare il professore per l’umanista che era, un uomo che si muoveva nella storia e

attraverso la letteratura con l’agio di un bambino nell’acqua, che praticava gli antichi con affabilità e profonda amicizia. Insegnava, e certamente amava, il latino e l’italiano, ma, su tutto, venerava la lingua e la cultura greca; le conosceva a menadito e non gli sarò mai abbastanza grato per avermi insegnato, per anni, il greco, in un corso opzionale che forse faceva più bene a lui che a me. Sperava di potersi dedicare un giorno al più genuino ozio letterario di sapore antico: il suo amore per i classici gli aveva fatto formulare il desiderio di dedicarsi, una volta giunto alla pensione, alla traduzione dell’opera di Pindaro, il poeta dello spirito olimpico e del καιρός (kairòs), dell’istante che l’uomo ispirato sa cogliere; erano questi i suoi desideri, così come avrebbe voluto imparare, e si sarebbe cominciato, aveva già i libri, l’antico egiziano.

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Non ha potuto realizzare nessuno di questi sogni: la vita, negli ultimi quattro anni, gli ha giocato tiri sempre peggiori, sempre più imprevedibili, fino a questa conclusione, ingiusta, prematura e oscena. Sì, oscena: per una persona così non c’è un altro aggettivo adatto a descrivere questo suo ultimo rovescio. Non tutti sappiamo però che il professore non era solo un erudito, un dotto nella sua torre d’avorio. Il suo vero mestiere, la sua vera missione, era insegnare: sempre, comunque, testardamente, devotamente e pazientemente: non si poteva perdere un allievo, era dovere del professore buttarsi al suo salvataggio, sfinirlo per indurlo al recupero. Ognuno di noi capisce come la fine del Liceo Faà di Bruno sia stata per lui lo sgretolarsi di un mondo. Certamente, purtroppo, nessuno ha potuto restituirgli a sufficienza tutto quello che lui ha dato a tutti noi; forse, abbiamo in questo qualche colpa: di sicuro tutti noi abbiamo un poco, sia pure inconsciamente, approfittato della sua pazienza e bontà; qualcuno lo avrà pure ritenuto inadeguato nei metodi, superato, vecchio; il fatto che noi studenti siamo tutti qui riuniti, con il cuore gonfio di dolore, ma anche di riconoscenza, è la prova che chi ha pensato questo si sbagliava.

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È vero, la domanda era sempre nell’aria: a che cosa servirà una perifrastica al giorno d’oggi? Il professore prestava fin troppo facilmente il destro a questa retorica ma, se ben guardiamo, Claudio Raviolo era consapevole anche di questo, e avrebbe saputo dare la propria risposta. Non amava la tecnologia, ma sapeva stare al gioco di questo mondo, con le orecchie e gli occhi bene aperti; e sapeva parlarci del mondo, che certamente non gli andava. Se c’era da dire “non ci sto”, lo faceva, con consapevolezza, ironia e, ancor più importante, autoironia: scoprire questo, dopo qualche mese di scuola, era la cosa più bella. Non era un passatista, il professor Raviolo: amava i

classici come i fumetti e i cartoni della Disney, adorava il fantasy, apprezzava , sicuramente perché aveva capito più di noi, il Signore degli Anelli e il Commissario Montalbano; era buono ma soprattutto era tollerante, aperto e lungimirante, a suo modo ribelle; tutti noi, almeno una volta, lo abbiamo sentito dire con sguardo furbetto e birichino: ” Baffoni a torciglione”, un modo di dire che celava testardaggine e indipendenza.E sapeva trasformare questa sua indole, ancora una volta, in cultura: amava i personaggi anticonformisti, prova ne sia il suo interesse per l’Imperatore Giuliano, ultimo pagano in un impero romano ormai cristiano, che lui, puntualmente, ci faceva studiare quando la Storia o la Letteratura ci portavano alla Tarda Antichità.

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La forza di attualizzare, di parlare del passato come se fosse presente, è una delle doti dell’intelligenza storica, è modernità.Ho saltato, dimenticato, ho omesso tante cose: ognuno ha il suo professor Raviolo, ognuno ricorda qualcosa di diverso e bello della sua persona, che riuniva i coltivatori della più autentica humanitas con le figure di buoni maestri del libro Cuore.C’è un ultimo amico che il professore amava sopra ogni altro, un amico che, riteneva, andasse letto in chiesa; oggi noi lo accontenteremo, perché è un amico che non può mancare, è Dante.Si sarebbe potuto scegliere tra tanti brani, dai più ricchi di spiritualità ai più celebri; non ritengo di conoscere così a fondo la Commedia da aver scelto il passo più significativo, e di ciò vi domando scusa, io ho semplicemente scelto dei versi che parlano di maestri, del maestro di Dante, Brunetto Latini; ancorché all’Inferno, sentite che cosa gli dice Dante:

 

” Ché ‘n la mente m’è fitta, e or m’accora,

la cara e buona imagine paterna,

di voi quando nel mondo ad ora ad ora

mi insegnavate come l’uom s’etterna”

 

Inferno, XV, 82-85

 

Andrea Rubiola

 17-21/2/2018

 

Per 100 euro scoppia la lite: dipendente uccide il datore di lavoro

DALLA CAMPANIA

Dalla ricostruzione sembra che a causa di 100 euro, acconto sulla cifra pattuita, sia scaturita la violenta lite che ha portato all’uccisione di un imprenditore dei trasporti, di 55 anni, Nicola Sabatino. E’ stato  ucciso a colpi di pistola a Frignano, nel Casertano, da un suo dipendente, Vito Recchimurzi, 51enne. La vittima è stata assassinata nell’appartamento dell’operaio che abita nel suo stesso edificio, dove il titolare dell’impresa si era recato per pagarlo, ma gli avrebbe dato solo 100 euro come acconto. Il corpo senza vita dell’imprenditore è stato trovato sul pianerottolo dalla polizia. Il dipendente ha sparato a Sabatino mentre quest’ultimo stava uscendo dall’alloggio.

Le Olimpiadi del Patrimonio

Anche quest’anno la Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ha ospitato la selezione regionale delle Olimpiadi del Patrimonio proposte da A.N.I.S.A. – Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte. Il tema del 2018 è “Dalle Collezioni al Museo: storia, furti, recuperi, educazione alla legalità e all’inclusione”. Hanno partecipato per Torino e Piemonte cinque Istituti Superiori: Liceo Classico D’Azeglio di Torino, Liceo Classico Monti di Chieri, Liceo Linguistico Monti di Chieri, Liceo Artistico Pinot Gallizio di Alba e Primo Liceo Artistico di Torino. Il vincitore parteciperà alla gara nazionale.

Foto di Lucia Piana – Squadra Report Accademia Albertina di Belle Arti di Torino

Ei Fu. Napoleone dal Piemonte all’Europa

Napoleone Bonaparte e il Piemonte: un rapporto di amore e odio in un periodo di grandi cambiamenti geopolitici, sociali e culturali, un’esperienza per certi versi travagliata, in alcuni casi anche sofferta, ma che – come spesso accade nella storia – ha lasciato un grande segno ancora oggi tangibile. Ed è proprio la descrizione di tutto questo l’ambizioso obiettivo della mostra “Ei Fu – Napoleone Bonaparte dal Piemonte all’Europa (1796-1815)”, in programma da sabato 17 marzo a domenica 24 giugno 2018 a Palazzo Salmatoris di Cherasco (CN).

 

L’esposizione racconta gli aspetti culturali e sociali dell’epopea di Napoleone Bonaparte, con particolare attenzione alle vicende avvenute dal suo arrivo in Piemonte nel 1796 fino alla sua abdicazione nel 1814 e il rientro dei Savoia dall’esilio in Sardegna. La sede della mostra è lo stesso palazzo che ospitò proprio Napoleone il 28 aprile 1796 in occasione della firma dell’armistizio di Cherasco, centro presente all’interno della Federazione Europea delle Città Napoleoniche. Da qui Bonaparte iniziò la sua avanzata in Italia, parallelamente alle sue conquiste in Europa.

 

Quella di Cherasco è una mostra che racconta di eserciti e battaglie, ma soprattutto di trasformazioni sociali, culturali e urbane, di statuti e leggi, di emancipazione dei cittadini di religione ebraica e di storie di artisti, scienziati e studiosi che seguirono Napoleone nella corsa verso l’ideale di una nuova Europa e che raggiunsero posizioni di rilievo, come i piemontesi Carlo Secondo Salmatoris di Rosillon e Bernardino Drovetti.

 

Sono un centinaio gli oggetti in esposizione: documenti, libri, stampe, dipinti, sculture, miniature, porcellane, strumenti musicali, costumi teatrali, armi, argenti e medaglie. Le opere provengono da prestigiose istituzioni piemontesi, tra cui la Fondazione Accorsi-Ometto, il Museo Egizio e l’Archivio di Stato di Torino, oltre che dalla stessa Cherasco e da enti cheraschesi, in particolare la Biblioteca G.B. Adriani e l’Archivio Storico Civico, e da numerosi collezionisti privati.

 

La mostra è stata voluta dalla Città di Cherasco ed è promossa dall’Associazione Cherasco 1631, due anni dopo il grande successo di “Nel segno dei Savoia. Cherasco fortezza diplomatica. Curatrice della mostra e del catalogo è Laura Facchin, storico d’arte e ricercatore dell’Università degli Studi dell’Insubria, con la collaborazione di Luca ManaFlavio Russo e numerosi studiosi e specialisti di settore.

 

Una sezione a parte della mostra è dedicata alla “Napoleonmania” e curata da Alessia Giorda, storico, e Francesco Ganora, appassionato e collezionista napoleonico, con una collezione di memorabilia e di una vasta oggettistica checelebra il mito di Napoleone dall’Ottocento a oggi nelle sue espressioni più diverse e spesso bizzarre, dai fumetti al sapone da barba, dalle bottiglie di liquore alle figurine, e con una sala video per raccontare la figura di Napoleone nel cinema e nella pubblicità.

 

La mostra è aperta al pubblico con ingresso libero dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle 14 alle 19. Gli eventi collaterali organizzati nell’ambito dell’esposizione sono aperti a tutti i visitatori. Sono in programma anche visite guidate per gruppi e scuole.

 

La mostra ha ricevuto il patrocinio della Regione Piemonte ed è stata realizzata in collaborazione con Fondazione Accorsi-Ometto e Museo Egizio, grazie al sostegno del main sponsor Banca di Cherasco e degli sponsor Reale MutuaFondazione De Benedetti – Cherasco 1547 Onlus e Castello Visconteo di Cherasco e con il supporto organizzativo diAssociazione Cherasco Cultura e Associazione Le Terre dei Savoia.

Ei Fu – Napoleone Bonaparte dal Piemonte all’Europa (1796-1815)

17 marzo – 24 giugno 2018

Palazzo Salmatoris, Cherasco (CN)

Ingresso libero dal martedì alla domenica (dalle ore 10 alle 12 e dalle 14 alle 19)

www.eifunapoleone.it

Foibe: una strage spesso dimenticata

Presso la sede del Movimento Nazionale per la Sovranità di Torino, in via Nicola Fabrizi, 93, si tiene l’incontro “Foibe: una strage spesso dimenticata. Analisi storica e riflessioni politiche“. Introdurrà  il consigliere regionale del Movimento Nazionale Gianluca Vignale, interverranno l’avv. Ennio Galasso, il prof. Marcello Croce e porterà la sua testimonianza l’esule istriano  Luciano Valenta.