Un libro nato a scopo benefico, il cui ricavato andrà all’ Associazione Italiana Parkinsoniani
“Storie tratte”, seconda opera del torinese Giorgio Formica, ricorda nel suo titolo la celebre locuzione attribuita dallo storico Svetonio a Giulio Cesare “Alea iacta est”, proferita dopo aver varcato il fiume Rubicone alla testa dell’esercito, nel gennaio del 49 a.C.
Si tratta di un libro di brevi storie di natura autobiografica che, una dopo l’altra, compongono il ritratto di questo autore, nato a Torino nel 1980 che, dopo gli studi classici compiuti al liceo D’Azeglio ( lo stesso frequentato da Cesare Pavese e Norberto Bobbio), ha poi scelto per passione il percorso di agente immobiliare.
“Ogni storia – spiega Giorgio Formica – può essere considerata un puntino numerato, all’interno di quel gioco che consiste nell’unire alcuni puntini per dar forma ad una figura. “Storie tratte” può essere considerata una sorta di trattativa tra passato e futuro, in attesa del contratto. In quest’opera racconto fatti realmente accaduti che, nella loro semplicità, racchiudono significati e valori molteplici, in quanto le storie si riflettono in quelle dei molteplici lettori”.
“Storie tratte – prosegue Giorgio Formica – è un libro nato a scopo benefico, il cui ricavato andrà all’ Associazione Italiana Parkinsoniani. Il Parkinson è una malattia nei confronti della quale sono particolarmente sensibile, poiché mia madre ne è affetta. In passato ho contribuito alla raccolta di fondi a favore di questa Associazione, attraverso eventi da me organizzati, e per questa ragione ho deciso di devolvere a lei il ricavato di entrambi i libri che finora ho scritto. Purtroppo ancora oggi il Parkinson non riceve un’adeguata attenzione da parte del mondo dei mass media”.
“Storie tratte” è il secondo volume composto da Giorgio Formica, presentato al Circolo della Stampa di Torino in corso Stati Uniti 27, mercoledì 15 maggio scorso. Il primo libro da lui scritto si intitola “All’imbuto”, una sorta di saggio, in cui le parole ballano e sprigionano sonorità, tra virgole e casualità.
Mara Martellotta
Di Pier Franco Quaglieni
Le elezioni regionali si sono concluse quasi nel modo migliore possibile. Sottolineo il quasi perché la netta prevalenza leghista nella coalizione può sicuramente creare dei problemi al nuovo presidente Alberto Cirio che rappresenta una risorsa molto importante
Chiamparino ha chiuso la sua esperienza politica con cinque anni di grigiore e di errori, in primis i tagli troppo forti alla Sanità che hanno penalizzato i cittadini in un settore nel quale, specie per la sinistra, la salute dovrebbe essere un diritto assoluto. Chiamparino e’ riuscito a riemergere, dopo il deficit pauroso lasciato in Comune del quale pochi parlano, a causa della strumentalizzazione mediatica delle “mutande verdi” che ha interrotto la legislatura nel corso della quale il governatore Cota aveva dimostrato buone qualità di governo. A sua volta Cota aveva interrotto la non esaltante esperienza di Mercedes Bresso legata a sua volta allo scandalo altrettanto mediatico del Premio Grinzane Cavour e del povero Giuliano Soria , sicuramente un disonesto, ma un disonesto molto capace e intraprendente non solo per se’ ma anche per la cultura e il Piemonte. A sua volta la Bresso aveva posto fine al decennio di Enzo Ghigo, sicuramente il migliore presidente della Regione Piemonte insieme ad Aldo Viglione. Alberto Cirio, indimenticato assessore al turismo della Giunta Cota, rappresenta una svolta importante perché è uomo saldamente legato al territorio piemontese, come ha dimostrato il vastissimo consenso elettorale raccolto, che però guarda ai problemi del Piemonte dall’alto della sua esperienza di deputato europeo. Egli sintetizza nella sua persona il meglio della tradizione piemontese che ha sempre saputo guardare oltre le Alpi, una virtù che Chiamparino nel suo piemontesismo un po’ piemontardo di moncalierese doc non ha mai posseduto. Cirio significa Alba, ma anche capacità di guardare lontano in una dimensione internazionale che l’uomo di Moncalieri non ha mai posseduto. Nel Partito democratico spiccano il risultato importante di Mauro Salizzoni, grande chirurgo e scienziato che sarebbe stato sicuramente un ottimo assessore alla sanità e il successo di Daniele Valle, nonché quello di Monica Canalis, esponenti di un Pd senza derivazioni storiche dall’ ex PCI . Sicuramente manca un uomo come Boeti che anche nella nuova legislatura avrebbe portato una testimonianza civile e civica importante. E ‘ stato un grave errore della segreteria del Pd privarsi di persone come lui, anche se il distacco di voti tra i due schieramenti si è rivelato davvero incolmabile.
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Il Pd ha tenuto soprattutto a Torino, ma ha dovuto cedere nel resto del Piemonte . Il fenomeno grillino che sembrava inarrestabile e che ha portato a Torino ad un sindaco pentastellato rivelatasi inadeguata ed incapace ,sembra essersi bruscamente ridimensionato sia perché hanno pesato l’operato di Appendino, sia perché il governo giallo verde ha dimostrato l’incapacità a governare dei grillini. Tra il resto Appendino, visto il crollo dei voti a Torino, dovrebbe forse dimettersi come fece con grande sensibilità istituzionale il presidente del Consiglio D’Alema nel 2000 quando le elezioni regionali le vinse Berlusconi. I risultati non hanno premiato Forza Italia che è apparsa quasi anchilosata su se’ stessa, incapace di un adeguato impegno politico, malgrado l’alto numero dei parlamentari eletti in Piemonte solo lo scorso anno. E’ stata una presenza quasi inesistente sul territorio in particolare a Torino. Il più impegnato e’ stato l’ex governatore Ghigo che aveva abbandonato la politica attiva. La sinistra estrema si è rivelata del tutto marginale trascurabile. Anche le alleanze con Pizzarotti si sono dimostrate politicamente ed elettoralmente insignificanti. I moderati hanno dimezzato i seggi ed hanno eletto Silvio Magliano, re delle preferenze nel mondo cattolico, già pupillo di Gian Piero Leo che questa volta ha dato invece un contributo importante all’elezione di Cirio. L’esperimento elettorale di Portas e’ palesemente fallito e finirà nel nulla. Già nel 2016 l’elezione di un solo consigliere comunale a Torino era stato un campanello d’allarme. In queste elezioni abbiamo assistito ad un qualcosa di davvero curioso : l’assessore regionale in carica Giovanni Maria Ferraris, moderato, ha rotto con il suo gruppo schierandosi dall’altra parte. Ferraris potrebbe dire ciò che davvero e’ stata la Giunta Chiamparino perché quell’esperienza l’ha vissuta dall’interno.
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Gli elettori di “Fratelli d’Italia” hanno preferito l’ex Forza Italia Roberto Rosso che ha fatto una campagna elettorale sfarzosa, a Marrone, organico al partito. Non hanno comunque premiato in modo significativo – malgrado gli sforzi del capace coordinatore regionale Fabrizio Comba – la Meloni che sul Piemonte aveva contato molto. I tempi di An di Martinat e Ghiglia appartengono ad un’altra epoca. La Lega sarà il soggetto principale della prossima legislatura. La sua crescita in Piemonte e’ stata notevole, anche se la nuova classe dirigente rappresenta una scommessa perché le donne e gli uomini migliori sono a Roma o vanno in Europa come Gianna Gancia. Si vedrà se saprà essere una Lega capace di governare, partendo dall’onda del voto di protesta. Certamente molti “buonisti” che hanno inneggiato all’accoglienza comunque hanno sulla coscienza il successo di Salvini che ha vinto persino a Riace dove l’ex sindaco Lucano era stato beatificato dalla sinistra. Proprio l’esempio di Riace dovrebbe far riflettere molti che ritengono il politicamente corretto come una sorta di galateo. Il successo della Lega dimostra che il populismo e’ una realtà con cui fare i conti e che l’arroganza presuntuosa di quattro giornalisti come Lerner e Travaglio non serve affatto ad arginarlo .Non basta neppure l’impegno dei giornali del gruppo De Benedetti che si rivelano incapaci di affrontare la nuova realtà. Le censure non servono più . Un mio amico ha scritto su Facebook che Chiamparino che ha escluso dal Salone il libro di Salvini, e’ stato a sua volta escluso dalla Regione. C’è sicuramente un fondo di verità in questa battuta. Due ultime osservazioni. Più Europa della Bonino ha totalizzato un consigliere nella persona molto stimabile di Elena Loewenthal, scrittrice e giornalista ,lasciando fuori il faziosissimo ed assai poco laico , ex Lotta Continua, Silvio Viale non mai molto considerato da Pannella, a voler essere gentili. I radicali arrivarono in passato a far eleggere due consiglieri in Piemonte, oggi la Bonino ha dimostrato che, uscendo dal percorso pannelliano per seguire quello di Monti, non si può raccogliere un consenso ne’ Radicale ne’ tanto meno liberale. Un’ultima osservazione . L’assessore alla cultura della Regione Parigi con la sonora sconfitta di quello che molti chiamavano amichevolmente Sergio, non rientrerà più nel suo ufficio, malgrado, pur non candidata, abbia fatto animosamente campagna elettorale in modo vistoso in qualità di assessore. E’ un fatto molto positivo perché chi si occupa di cultura in Piemonte difficilmente potrà rimpiangere il suo protagonismo e la sua assai discutibile idea che la cultura debba essere un’impresa come il suo circolo dei lettori. E’ stata spesso settaria. La sua e’ comunque una storia che è finita definitivamente il 26 maggio 2019.
scrivere a quaglieni@gmail.com
Il luogo che non c'è
A partire dall’inizio del ventesimo secolo, su questa collina appena sopra Ascona, tra Brissago e Locarno, si riunirono intellettuali e artisti alla ricerca di valori e modi di vita alternativi
Ascona è un comune svizzero del Canton ticino, sul lago Maggiore. E’ lì che s’incontra “il luogo che non c’è”, la culla dell’utopia: il Monte Verità. A partire dall’inizio del ventesimo secolo , su questa collina appena sopra Ascona, tra Brissago e Locarno, si riunirono intellettuali e artisti alla ricerca di valori e modi di vita alternativi: fra loro c’erano vegetariani, predicatori del ritorno alla vita rurale,sostenitori dell’utilità delle pratiche igeniste all’aria aperta (ginnastica, sole e bagni freddi) e chi propagandava l’anarchia e il libero amore. I fondatori del movimento – Henry Hoendekoven, figlio di un industriale belga, e Ida Hoffmann, femminista e insegnante di pianoforte, arrivarono sulle rive del lago Maggiore dalla Germania. E chi arrivarono a piedi, rifiutando le abitudini di una società sempre più materialistica e cercando – all’opposto – una vita a contatto con la terra, la natura, la semplicità. Erano dei veri naturisti. A quel tempo il “Monte Verità” si chiamava Monescia; in breve comprarono i terreni e costruirono delle case seguendo stili precisi. All’epoca quassù non c’era neppure l’acqua ma non per questo si persero d’animo e per tutto il primo ventennio del ’900 il Monte Verità diventò la “piccola patria” di pensatori, scrittori, artisti, anarchici e di chiunque fosse interessato a sperimentare in completa libertà le proposte rivoluzionarie del gruppo. Vi passarono le intelligenze più vivaci dell’epoca:Carl Gustav Jung, Erich Maria Remarque,Thomas Mann ,André Gide, Herman Hesse. E non mancarono gli anarchici ed i rivoluzionari come Bakunin e Lenin. I valori condivisi erano: emancipazione femminile, vegetarianismo, danza di gruppo (o euritmia, spesso fatta alla luce della luna), abolizione del denaro e pratica del baratto, abolizione delle maiuscole nei testi. Coltivare la terra nudi (ne erano certi) portava benefici al raccolto. Nel giro di pochi anni gli abitanti di Ascona iniziarono a guardare con sospetto a cosa stava accadendo sulla loro collina. Ma non protestarono, si limitarono a chiamare quei nudisti ballerini, agricoltori, musicisti e messaggeri dell’amore libero, con un innocuo nomignolo: i «balabiòtt». Sarà pur bizzarra la storia del Monte Verità e dei suoi “ danzatori nudi” ma, come mi disse un vecchio intellettuale ticinese e storico del lago Maggiore, “ è la bellezza di questa landa libertaria dove le idee si rispettano anche quando non si condividono”.
Marco Travaglini
Collegio Universitario Einaudi, EDISU Piemonte, Providence House e Università del Piemonte Orientale potranno ricevere i fondi stanziati dal MIUR e dalla Regione Piemonte
In relazione al Decreto Ministeriale n. 937/2016, che nei prossimi anni finanzierà la riqualificazione, l’ampliamento o la costruzione di residenze universitarie su tutto il territorio nazionale, sono state pubblicate le graduatorie degli enti vincitori del IV bando ex L. 338/00 dedicato all’edilizia universitaria.
In Piemonte Collegio Universitario Einaudi, EDISU Piemonte, Providence House e Università del Piemonte Orientale sono risultati tra gli enti potenzialmente beneficiari dei fondi stanziati dal Ministero dell’istruzione,
Il Collegio Universitario Einaudi – che potrà ricevere un contributo di oltre 5,3 milioni di euro – ha presentato al Ministero due progetti di riqualificazione: la Sezione Mole di Via delle Rosine 3 aumenterà il numero di posti alloggio con bagno privato a 148 (+32 rispetto agli attuali, 144 in camera singola e 4 in doppia) e avrà una foresteria e camere per visiting professor; la nuova Sezione Crocetta, all’interno dei locali dell’ex mensa universitaria di Corso Lione 24 che verranno convertiti in una residenza universitaria con 41 nuovi posti letto con bagno privato, sale studio, due foresterie, cucina di piano, connettività Wi-Fi e aria condizionata.
“Siamo fieri che i progetti di riqualificazione del Collegio Einaudi siano stati ritenuti degni e ammissibili di cofinanziamento da parte del MIUR e della Regione Piemonte. – afferma Elisabetta Barberis, Presidente del Collegio Universitario Einaudi – Utilizzeremo questi fondi per ampliare e migliorare i nostri spazi e garantire a un numero di studenti sempre più alto un luogo ricco di opportunità, dal punto di vista dei servizi e della formazione, in cui vivere al meglio gli anni universitari”.
L’EDISU Piemonte ha presentato al Ministero due progetti: la manutenzione straordinaria della Residenza Cercenasco per una nuova distribuzione degli spazi e degli impianti, con incremento dei posti letto e la nuova Residenza Lombroso, che verrà realizzata in stabile in diritto di superficie dalla Città di Torino, che offrirà 60 posti letto organizzati a nuclei abitativi costituiti da un numero di camere variabile, in grado di ospitare da 5 a 8 studenti, con il locale soggiorno e preparazione pasti in condivisione.
Afferma Marta Levi, Presidente dell’EDISU Piemonte: “Nell’ottica di uno sviluppo compatibile con le non molte risorse disponibili abbiamo centrato l’obiettivo di realizzare una nuova residenza universitaria in una zona della città su cui nel prossimo futuro si giocherà una partita importante di riorganizzazione degli atenei torinesi”.
La Providence House nell’ambito della cittadella del Cottolengo sta portando avanti una serie di attività nel campo delle risposte abitative a categorie sociali che possono avere delle sinergie o delle collaborazioni con la finalità di creare una solidarietà intergenerazionale e interculturale. In questa direzione si colloca il progetto della residenza universitaria per 171 posti alloggio con relative pertinenze esterne, sita nel quadrilatero posto tra Via Ludovico Ariosto e Via Cottolengo. Il finanziamento di 3,5 milioni sarà essenziale nel percorso di realizzazione di questa residenza posta in un luogo simbolo della multiculturalità della città.
L’Università del Piemonte Orientale potrà ricevere un contributo complessivo di 824.401 euro che sarà investito nel completamento della residenza universitaria “Castalia” a Novara. Il riutilizzo del sottotetto consentirà di realizzare 34 camere, di cui 22 singole e 12 doppie, per un totale di 46 posti letto, che porteranno la residenza a una capienza complessiva di 129 unità. Il costo totale dell’intervento è di 1.943.259,38 euro; detraendo la quota di co-finanziamento del MIUR e della Regione, l’Ateneo sopporterà, con propri fondi, un impegno economico pari a 1.118.858,38 euro.
“È davvero un’ottima notizia – afferma il professor Gian Carlo Avanzi, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale –. Lo stanziamento del Ministero, unito al prezioso contributo della Regione, ci permette di aggiungere un ulteriore importante tassello verso il completamento del Campus a Novara. La domanda di posti letto da parte dei nostri studenti, sia italiani fuori sede sia stranieri in Erasmus, è in costante crescita, segno di un’offerta didattica e di servizi di alta qualità riconosciuta. Al contempo è doveroso da parte nostra mettere in campo tutte le risorse di cui disponiamo. L’intervento del ministero e della Regione riconoscono il nostro impegno e ci permetteranno di adeguare l’offerta residenziale al bouquet dei nostri servizi per gli studenti”.
“In questi anni la nostra giunta ha sempre messo al centro del proprio programma il diritto allo studio universitario. – afferma l’assessora regionale ai Diritti, Monica Cerutti – Ciò ha significato coprire al 100 per cento le richieste di borse di studio degli studenti meritevoli, ma anche pensare ad altre forme di welfare universitario per i fuori sede. Con progettualità come quelle in graduatoria e da noi co-finanziate potremo adesso ampliare l’offerta di posti letto e migliorare la qualità delle residenze”.
Si terrà al Centro Congressi Torino Incontra venerdì 31 maggio e sabato 1 giugno il congresso nazionale 2019 dell’Associazione Italiana Specializzandi in Ortopedia e Traumatologia (AISOT)
Il tema scelto è quello della gestione del paziente politraumatizzato, dalla sua gestione in acuto al trattamento degli esiti, fino alle complicanze.
Il congresso è organizzato da un gruppo di futuri ortopedici della scuola torinese, coordinati dagli specializzandi Federico Bertolo, Nathalie Bini e Anna Palazzolo e dai presidenti del congresso Matteo Giachino e Alessandro Rava ( vice presidente AISOT). Il tema scelto è di enorme rilevanza perché il paziente politraumatizzato richiede una gestione rapida ed efficace, e non tutti gli specializzandi hanno la possibilità di frequentare un centro traumatologico di alto livello come il CTO di Torino. Il congresso è organizzato con l’appoggio dei professori Alessandro Massè, Filippo Castoldi e Roberto Rossi ed interverranno dei professionisti affermati del panorama italiano ed internazionale. Abbiamo deciso di affrontare questo tema con un approccio che fosse quanto più possibile moderno e multidisciplinare. Si è deciso quindi di dedicare spazio inizialmente all’inquadramento di questo vero proprio universo, la gestione del paziente politraumatizzato, fondato sulla collaborazione di più figure. Il professor Osvaldo Chiara, assoluta autorità del settore, ci insegnerà i segreti dell’organizzazione di un trauma system all’avanguardia. Lo svolgimento del congresso prevedrà dunque un lungo viaggio multidistrettuale che tratterà differenti problematiche concrete, attuali, di interesse quotidiano e con un grande riscontro pratico. Ci saranno relazioni, discussioni di casi clinici, workshop e molto altro. I chirurghi che si sono offerti di partecipare al congresso sono di altissimo livello: Pietro Regazzoni (AO Foundation), Marco Berlusconi (presidente AO Italia), Pietro Maniscalco, Francesco Benazzo, Massimo Mariconda, Paolo Tranquilli Leali, Francesco Ceccarelli, Giulio Maccauro, Vincenzo Salini, Lamberto Felli. Loro avranno il compito di guidarci all’interno del nostro primo obiettivo: essere un congresso di specializzandi rivolto agli specializzandi. L’idea di base è infatti quella di creare un dialogo costruttivo e stimolante che possa risultare realmente utile per i partecipanti, i quali idealmente potranno tornare a casa con dei messaggi chiari e sfruttabili nel lavoro quotidiano.
Venerdì 7 giugno prossimo, alle ore 18.00, presso la Sala Musica della Fondazione Il Circolo dei Lettori in Via Bogino 9 a Torino, il giornalista e scrittore Renato Romano sarà tra gli ospiti del Circolo per presentare al pubblico il suo romanzo d’esordio dal titolo “La naja che non volevo” con il quale è in tour in tutta Italia. Il romanzo è edito nella collana Edificare Universi della Casa editrice Europa Edizioni. La distribuzione è a cura di Messaggerie Libri del Gruppo editoriale Feltrinelli. L’ingresso all’evento è gratuito. Il libro è una panoramica generale su quell’esperienza un tempo obbligatoria per i ragazzi italiani, che segnava il definitivo passaggio all’età adulta, fra orari rigidi, disciplina e punizioni. Protagonista della storia è Agostino, un semplice ragazzo di provincia, che non avrebbe mai voluto trascorrere un anno rinchiuso in caserma per nessuna ragione al mondo, soprattutto perché sarebbe stato lontano dalle sue due ragioni di vita: la sua passione per la musica e la sua ragazza Maria Noè, della quale era innamorato perdutamente. Il racconto guida il lettore in un passato recente, dove è descritta la vita di un giovane che, in un’epoca in cui la leva era obbligatoria, si trova, inevitabilmente, a vivere questa esperienza.
Renato Romano è nato a Venezia nel 1967 e vive in Campania. E’ una delle giovani voci della nuova poesia contemporanea. Il suo nome figura nel Compendio degli Autori Italiani del Secondo ‘900. Due le raccolte di poesie all’attivo: Lucia (1992) e Prigioniero ad Auschwitz. Poesie, 1990-2004 (novembre, 2014), che ha presentato in tutta Italia, riscuotendo notevoli consensi di critica e di pubblico. Ha in preparazione un secondo romanzo dai toni noir e una raccolta di interviste ad artisti e cantanti dell’epoca d’oro della canzone napoletana come Sergio Bruni, Roberto Murolo, Aurelio Fierro e altri. E’ giornalista pubblicista. Collabora, sporadicamente, a giornali, riviste e a testate online. E’ alla sua prima prova narrativa.
ELEZIONI. BOETI : “LA POLITICA È CONFRONTO”
All’indomani del trionfo della destra populista, trovo singolare polemizzare contro i 5Stelle e la loro presunta identità politica. Distribuire patenti di destra e di sinistra, oltre a peccare di presunzione, potrebbe rivelarsi un esercizio sterile se non dannoso. Credo, invece, che in alcuni Comuni dove ci attende il ballottaggio sia scelta responsabile tentare di dialogare con i 5 Stelle, partendo da sensibilità e temi affini, a cominciare dall’ambiente e dalla difesa del territorio. Valori che mi paiono da sempre essere di sinistra. Ieri andavano bene i patti con Berlusconi e Verdini, mentre oggi si demonizzano i 5Stelle forse per affossare qualsiasi tentativo di confronto: la teoria delle due destre può avere solo una funzione, quella di alibi per le nostre sconfitte presenti e future. Compito della politica è costruire alleanze e progetti, non sostituirsi ai politologi. Chiudere la porta ad ogni dialogo con i 5Stelle significa una sola cosa: continuare a far vincere Salvini. Gli abbiamo consegnato il Paese, forse possiamo evitare di consegnargli anche molti Comuni. Altrimenti, da sconfitti e senza contare un bel niente, non ci resterà che stare a discettare tra chi è più di destra.
Nino Boeti
Presidente del Consiglio regionale
Francesco Poli dialoga con Edoardo Di Mauro e Andrea Balzola
Le riflessioni e le ricerche artistiche nate, a livello internazionale, negli anni del secondo dopoguerra e la loro stringente attualità (e incidenza) rispetto alle molteplici e svariate forme delle avanguardie contemporanee saranno al centro dell’incontro programmato per mercoledì 29 maggio, alle ore 18, nel “Salone d’Onore” dell’“Accademia Albertina” di Torino, che vedrà dialogare, in specifico sul tema dell’”Informale”, Francesco Poli (critico e storico dell’arte) con Edoardo Di Mauro (docente all’”Accademia Albertina” e direttore artistico del MAU-Museo d’Arte Urbana) e Andrea Balzola (docente a Brera). A ingresso libero, l’appuntamento rientra nel programma istituzionale dell’”Albertina”, presieduta da Paola Gribaudo e diretta da Salvo Bitonti, e prende il via dal grande successo che sta ottenendo la mostra “INFORMALE. Da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana”, organizzata fino al prossimo 14 luglio dalla Fondazione Cosso al Castello di Miradolo. Rassegna- curata dallo stesso Poli- che assembla oltre 60 preziose opere, di quelle che hanno segnato le più coraggiose e interessanti esperienze informali portate avanti, fra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, in America, in Europa e nel Giappone del “Gruppo Gutai”, con un focus particolare sulla scena artistica torinese. Che ebbe, fra i suoi più geniali protagonisti, il grande Ezio Gribaudo, con il quale, sabato scorso 25 maggio, Francesco Poli ha dialogato illustrando al pubblico le stanze dell’Informale ricreate nelle sale del Castello di San Secondo di Pinerolo, dove si è anche presentato il prezioso Catalogo edito, in occasione della mostra, da “Gli Ori” e curato, in coppia, da Francesco Poli e da Paola Gribaudo.
Per info: Accademia Albertina di Belle Arti, via Accademia Albertina 6, Torino; tel. 011/889020 o www.albertina.academy
g.m.
Archiviati gli Assoluti relativi alle gare in vasca, a Riccione si è disputato oggi il Campionato Italiano a Squadre, manifestazione che ha assegnato lo Scudetto 2019 del nuoto per salvamento. Ad aggiudicarselo è stata l’In Sport Rane Rosse, che sul podio ha preceduto la Rari Nantes Torino e il Gruppo Sportivo Fiamme Oro. Dopo il secondo posto nella classifica per società degli Assoluti – prima posizione nella graduatoria relativa alle società civili – la Rari Nantes Torino ha quindi proseguito la sua settimana tricolore con un nuovo risultato di prestigio, confermando la propria qualità nelle prove in vasca ma anche in quelle oceaniche, previste dal Campionato a Squadre. Tutto il movimento piemontese ha confermato quantità e qualità; i Nuotatori Canavesani hanno chiuso al quinto posto, il GS Vigili del Fuoco Salza al nono, Sa-Fa 2000 Torino e Aquatica Torino a ridosso della top 10. Tra le 25 società partecipanti alla manifestazione (circa 250 gli atleti impegnati) da citare anche la Polisportiva UISP River Borgaro, 19esima. In mattinata si sono svolte le gare in piscina, al termine delle quali la Rari Nantes Torino si è trovata in testa alla classifica a pari punti con le Rane Rosse. La società lombarda ha operato il sorpasso nelle prove oceaniche del pomeriggio, disputate al Bagno 7 di Misano Adriadico, che nei prossimi giorni ospiterà anche i Campionati Italiani Assoluti e di Categoria di prove oceaniche. 384 i punti raccolti dalla vincitrice dello scudetto, 336,25 per la formazione torinese, 271,75 per le Fiamme Oro. Da segnalare le due posizioni recuperate dai Nuotatori Canavesani nelle gare tra spiaggia e mare, dopo il settimo posto in vasca. L’articolo completo con i migliori piazzamenti individuali su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20190527204801&area=6&menu=agonismo&read=salvamento