redazione il torinese

RUFFINO (FI): COSA RESTA DELL’OFTALMOLOGIA E  DELLA SANITA’ IN PIEMONTE? SOLO MACERIE

“Restano solo macerie dell’Oftalmologia e della sanità generale in Piemonte dopo questi quattro anni e mezzo di centrosinistra in Regione Piemonte. E come l’Oftalmologia così avviene per tutte le specialità: la ricerca di Demoskopica infatti segnala come il Piemonte sia passato dal primo posto per efficienza del sistema sanitario al decimo”. A lanciare la denuncia il vicepresidente del Consiglio regionale e parlamentare Daniela Ruffino.

Prosegue Ruffino: “La presunta soppressione di Oftalmologia ad Avigliana a seguito di un caso di presunta malasanità, dimostra che ormai la gestione di questo comparto da parte della Regione é allo sbando. Si continua a proporre l’apertura di case della salute e intanto si sopprimono i servizi e così i cittadini devono fare chilometri per farsi curare. Susa e Briancon non sono dietro l’angolo, i collegamenti di trasporto sono spesso scomodi o insufficienti, eppure la sanità disegnata dall’assessore Saitta vuole questo: tramutare i cittadini in trottole che girano per la provincia di Torino e il Piemonte, sperando prima o poi di essere adeguatamente assistiti. E intanto le liste d’attesa scoppiano”.

Conclude l’esponente di Forza Italia: “Fino a che punto si continuerà a tapparsi occhi e orecchie e non mettere mano ad una riforma sanitaria, imposta dall’alto con supponenza, che sta solo distruggendo anni di buona sanità piemontese? E’ necessario intervenire, anche perché la malasanità si traduce in costi per lo Stato e quindi per i cittadini”.

MANCATA RICONFERMA DEL VOLO PER COPENAGHEN DI BLUE AIR

La compagnia aerea Blue Air ha sospeso le vendite del collegamento Torino-Copenaghen che avrebbe dovuto iniziare le operazioni a partire dal 21 maggio.

La decisione è stata assunta dal vettore poiché il volo ha conseguito in termini di prenotazioni risultati insoddisfacenti che causavano pesanti perdite alla compagnia. Come noto, i voli aerei si reggono sul mercato se hanno riempimenti tali da generare redditività per le compagnie aeree.

La performance è stata debole soprattutto sul mercato danese, dove l’interesse turistico verso il territorio del Piemonte è risultato insufficiente per garantire la sostenibilità del collegamento. Sagat ha fatto la sua parte investendo in campagne pubblicitarie sia in Piemonte che in Danimarca. La disponibilità di macchina generata dalla sospensione della rotta continuerà ad essere impiegata da Blue Air presso lo scalo di Torino verso destinazioni più redditizie.

 

SAGAT S.p.A. – Società Azionaria Gestione Aeroporto Torino

Villa Capriglio

Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce

Castelli diroccati, ville dimenticate, piccole valli nascoste dall’ombra delle montagne, dove lo scrosciare delle acque si trasforma in un estenuante lamento confuso, sono ambientazioni perfette per fiabe e racconti fantastici, antri misteriosi in cui dame, cavalieri, fantasmi e strane creature possono vivere indisturbati, al confine tra la tradizione popolare e la voglia di fantasia. Questi luoghi a metà tra il reale e l’immaginario si trovano attorno a noi, appena oltre la frenesia delle nostre vite abitudinarie. Questa piccola raccolta di articoli vuole essere un pretesto per raccontare delle storie, un po’ di fantasia e un po’ reali, senza che venga chiarito il confine tra le due dimensioni; luoghi esistenti, fatti di mattoni, di sassi e di cemento, che, nel tentativo di resistere all’oblio, trasformano la propria fine in una storia che non si può sgretolare(ac)

3.Villa Capriglio

 

Ci sono vari tipi di storie, ci sono quelle che fanno ridere, quelle malinconiche, quelle che ti tengono con il fiato sospeso, quelle romantiche e ci sono quelle che suscitano paura. Queste ultime si volgono in antri spettrali, nelle notti più buie, quando la nebbia invade il mondo e il vento che scuote gli alberi li fa sembrare ombre in un sabba. È di questa categoria la storia di cui tratteremo oggi. Nel torinese, tra le nebbie quasi abituali presenti sulla strada del Traforo di Pino, si erge una villa che, nelle fredde notti di plenilunio, compie viaggi spazio-temporali, appare e scompare come in un magico gioco di prestigio: si tratta di Villa Capriglio, da alcuni conosciuta come la Villa Gialla, dato il colore delle mura. La villa ha in sé una storia antica e inquietante, che pare accompagnarla fin dalle prime origini. La sua costruzione risale agli inizi del 1700, su progetto di un collaboratore di Juvarra. Ebbe molti proprietari, passò da una famiglia all’altra come se in realtà essa stessa non volesse appartenere a nessuno. I primi possessori furono i Marchisio, che, nel 1746, vendettero l’immobile a Gianpaolo Melina, Duca di Capriglio, da cui la villa prese il nome. Essa venne in seguito acquistata nel 1793 dal Regio Demanio, e si coniò allora la battuta del suo passare “dal Demanio al Demonio”. Secondo il chiacchiericcio locale, fu proprio agli inizi dell’800 che l’architetto incaricato di ristrutturare l’edificio volle aggiungere dei sotterranei segreti, che confluivano in un’ampia sala pentagonale. Si racconta che egli praticasse riti satanici e che abbia addirittura convinto i proprietari dell’epoca ad unirsi a lui in tali cerimonie perverse. Sono di quegli anni numerose storie di belle e giovani fanciulle prelevate dalle campagne e poi fatte sparire nel nulla. I contadini evitavano di avvicinarsi all’abitazione e la additavano con sospetto e terrore.Nel 1838 la acquistò Antonio Callamaro, preside della Facoltà di Legge di Torino, il quale, nel 1878, la lasciò in eredità alla figlia, moglie dell’avvocato Edoardo Cattaneo. Dopo di loro la villa cadde in stato di abbandono, fino a quando, nel 1963, diventò proprietà del Comune di Torino che non se ne occupò fino al 1971. In quell’anno si verificarono atti vandalici che non poterono passare inosservati, tra cui l’ingiustificabile furto di una imponente statua di Ettore Bernardo Falconi. Perché il degrado non diventasse irrecuperabile, il Comune decise di procedere ai lavori di restauro, ma il tentativo di ripristino si rivelò una farsa. Proprio in quelle circostanze, alcuni operai scoprirono dei bizzarri cunicoli sotterranei, la funzione dei quali rimase indefinita, anche perché di lì a poco i lavori vennero bruscamente interrotti.

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L’ultimo tentativo di utilizzo della villa fu ad opera dell’associazione culturale “I Leonardi” che, al 1999 al 2009, organizzò all’interno dell’edificio eventi di vario genere. Anche questa volta il sito venne abbandonato in pochissimo tempo e con pochissime spiegazioni. Ad oggi Villa Capriglio è in vendita. È la villa stessa che dissuade ogni possibile acquirente? L’edificio è facile da raggiungere, spunta dietro l’ingarbugliata boscaglia che costeggia la strada del Pino come una abituale presenza. Mi trovo in compagnia di due amici, con i quali ho chiacchierato allegramente per tutto il tragitto fino a che non siamo arrivati alla meta: ci lasciamo dietro le spalle il nostro mondo ed entriamo in quello della Villa Gialla, le parole rimangono incastrate nei pochi rovi che dobbiamo superare per raggiungere il cortile. La giornata è leggermente calda, il cielo è terso e il sole illumina la casa di una luce eccessivamente diretta, sulla facciata principale i segni del tempo sembrano graffi di artigli. La villa è enorme, circa 1300 m2 che si espandono su due piani, tutto intorno vi è un cortile di quasi 2000 m2. La osservo con stupore e ho l’impressione che dalle finestre vuote la villa ricambi il mio sguardo. Fingo indifferenza, studio un’inquadratura con la mia reflex, ma, nel fare ciò, mi accorgo dello sbiadire dell’erba, così verde sotto i miei piedi e quasi bruciata vicino alle mura scrostate. Noto anche altri dettagli: nessun uccello decide di riposarsi sull’ampio tetto dell’edificio, nemmeno gli insetti osano avvicinarsi, su tutto grava un silenzio corposo, che immobilizza gli alberi e rende ovattato il rumore delle auto, che sfrecciano volutamente indifferenti, a pochi metri da noi. Ora, la villa pare sogghignare. Decidiamo di avvicinarci e di camminare lungo il perimetro esterno, alcune finestre sono state murate, altre si affacciano minacciose prive di balconi e adornate di vetri rotti, c’è un unico ingresso, al piano terra, un antro buio dal quale provengono degli sbuffi di aria fredda. Vicinissimo alla casa c’è un albero morto, nodoso, sembra un artiglio di qualche mostro che tenta di uscire dal terreno. Alle spalle dell’edificio il giardino continua ma poi si trasforma in uno stretto umido sentiero, i colori della natura si fanno più cupi e la sterpaglia si annoda ad oggetti che testimoniano il passaggio di altri visitatori, decisamente non educati come noi. Non c’è molto da vedere lì dietro e finiamo il giro velocemente, ritrovandoci al punto di partenza. Sono di nuovo davanti a quell’enorme casa vuota, che un tempo aveva accolto tra le sue mura balli, sfarzi, incontri segreti, dame e re, ma non posso dimenticare anche altre voci, ripugnanti, che raccontano di riti occulti e sanguinari. Mentre penso a quest’ultimo aspetto mi rendo conto del profondo senso di inquietudine che mi pervade. Il senso di disagio supera quello della curiosità, così propongo di andare via, i miei accompagnatori, però, non mi danno ascolto e si accingono ad entrare, io con uno scatto fulmineo li seguo: non voglio rimanere sola.

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L’interno è una grotta mistica quasi priva di illuminazione, l’aria è gelida, tanto da congelare anche l’eco dei nostri passi. Non c’è alcuna traccia dell’antico splendore, il pavimento è un agglomerato di sporcizie e rifiuti, le pareti sono del tutto scrostate ed imbrattate, i soffitti impregnati di umidità e consunti dall’abbandono. Un po’ di luce naturale riesce ad insinuarsi in quello che forse era il salone principale, ma su tutto prevale il buio cieco dell’ombra che inghiottisce le altre stanze. Arriviamo ad uno scalone che conduce al piano superiore, all’apice di esso una grande finestra, priva di balcone e a picco sul cortile, ed attraversata da impietosi raggi di sole. Una vecchia tenda bordeaux si sforza di rimanere impigliata in un angolo e mi fa pensare a un grumo di sangue rappreso. La luce taglia l’ombra di netto, si scontra con i gradini della scala e ne esalta la durezza del marmo. Alle pareti graffiti e parole di ogni genere sono l’attuale tappezzeria. Il primo piano è esattamente come quello appena visitato: spaventosamente disastrato. Di villa Capriglio ormai è rimasto solo lo scheletro. Decidiamo di ridiscendere ed è nel nostro viaggio a ritroso che storia si fa inquietante. Noto dei resti di candele in alcuni angoli, vicino a qualcosa che è stato bruciato. Mi stupisco di non essermene accorta prima. Qua e là ci sono molti resti di piccoli altari improvvisati: li seguiamo inconsciamente, come presi da un’improvvisa caccia al tesoro, fino ad arrivare ad un passaggio che prima nessuno di noi aveva notato. Capisco di trovarmi di fronte a tracce di un tetro passato che ancora perdura. All’improvviso un sordo rumore. È la casa che ci avvisa che non siamo più ospiti graditi, forse perché, come un’antica dama settecentesca, si deve preparare per il suo cadenzato viaggio nello spazio e nel tempo. Dopo tutto questa è una notte di luna piena.

 

Alessia Cagnotto

 

Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri

Rassegna dei libri più  letti e commentati durante il  mese di marzo dai membri del  gruppo “Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri” il gruppo facebook che sta dalla parte del lettore con oltre 100.000 iscritti

Il mese di marzo non vede la presenza di titoli recentissimi, tra le letture più discusse nei post del gruppo: continua a riscuotere consensi il romanzo di Hanya Yanagihara, Una vita come tante , così come Donne che corrono coi lupi, di Clarissa Pinkolas Estés, saggio che ha fornito un bello spunto di dibattito in occasione della ricorrenza della Festa della Donna. Un altro titolo che non smette mai di suscitare accese discussioni è L’eleganza del riccio, romanzo di Muriel Barbery che divide nettamente i lettori del gruppo. La recente morte di Stephen Hawking ha riacceso l’interesse sui suoi saggi a carattere divulgativo, soprattutto su Dal Big Bang ai buchi neri, da poco ripubblicato col suo titolo originale Breve storia del tempo (BUR), giudicato il suo lavoro migliore: rimanendo in tema di saggistica scientifica, nel gruppo si è discusso del recente libro di Roberto Burioni La congiura dei somari (Rizzoli) e di quelli di Carlo Rovelli, autore dell’apprezzato Sette brevi lezioni di fisica. Uno sguardo ai titoli italiani più letti del mese evidenzia il successo di Lorenzo Marone, con Un ragazzo normale, di Sara Rattaro, della quale è spesso proposto L’amore addosso e l’inossidabile Andrea Vitali, con i suoi umoristici romanzi tra qi quali si segnala Almeno il cappello, al quale è dedicata una dettagliata recensione. Infine, come al solito, una piccola scelta di titoli insoliti e impegnativi, per i lettori più esigenti e curiosi: tra le recensioni proposte, consigliamo di riscoprire la Sardegna arcaica e malinconica de Il giorno del giudizio, di Salvatore Satta, il classico di William Faulkner Luce d’agosto e il capolavoro della narrativa post-modernista L’incanto del Lotto 49, di Thomas Pynchon. Se siete appassionati lettori o semplici curiosi in cerca di nuovi titoli, venite a trovarci ed entrate nella comunità di lettori più frequentata di Facebook: Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri . 

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Podio di Febbraio: Una vita come tante, di Hanya Yanagihara – Donne che corrono coi lupi, di Clarissa Pinkolas Estés (Pickwick) – L’eleganza del riccio, di Muriel Barbery (E/O).

 

Divulgazione scientifica e attualità: Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo, di Stephen Hawking (BUR); La congiura dei somari, di Roberto Burioni (Rizzoli); Stette brevi lezioni di fisica, di Carlo Rovelli (Adelphi).

 

Narrativa italiana: Un ragazzo normale, di Lorenzo Marone (Feltrinelli); L’amore addosso, di Sara Rattaro (Sperling&Kupfer); Almeno il cappello, di Andrea Vitali (Garzanti)

 

Per lettori esigentiIl giorno del giudizio, di Salvatore Satta (Adelphi); Luce d’agosto, di William Faulkner (Adelphi); L’incanto del Lotto 49, di Thomas Pynchon (Einaudi).

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Testi : valentina.leoni@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Grafica e Impaginazione : claudio.cantini@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it 

Più veloce il pagamento ai fornitori

In cinque anni imprese più veloci di 11 giorni a pagare i fornitori. Protesti ai minimi . Ancora ritardi in alcuni settori e nelle regioni del Centro-Sud. Piemonte ottava regione più virtuosa nei ritardi gravi, il 5,8% delle aziende ha pagato dopo 60 giorni

 Le statistiche sui protesti e sulle abitudini di pagamento confermano la fase di rafforzamento delle condizioni finanziarie delle imprese italiane, ormai in atto dal 2013 e favorita dalla congiuntura economica positiva. I dati tratti dall’archivio dei protesti e da Payline, il database di Cerved – primario operatore italiano nell’analisi del rischio del credito – sulle esperienze di pagamento di milioni di aziende, indicano infatti che nel 2017 si sono toccati record positivi sia per quanto riguarda il numero di titoli protestati, sia per quanto riguarda le abitudini di pagamento. Sono state infatti protestate 19.466 imprese non individuali, 3.000 meno del 2016 (-13,1%): una cifra nettamente inferiore sia al picco raggiunto nel 2013 (43.000) sia al dato pre-crisi (29.000). Quanto ai pagamenti, nel 2017 le imprese italiane hanno pagato più velocemente i propri fornitori: in media in 72,4 giorni, in calo di 1,2 giorni rispetto al 2016 e di 11,4 rispetto al 2012, anno in cui la crisi aveva raggiunto il suo acme. Nei ritardi gravi il Piemonte si colloca poco sopra la metà (ottava) nella classifica delle regioni, perché il 5,8% delle imprese ha saldato con oltre 60 giorni di ritardo, contro una media nazionale del 6,8% (maggiori dettagli e cifre sul sito). I tempi in Italia si sono ridotti grazie a un calo dei ritardi medi – da 16 a 15,3 giorni, il minimo nella serie storica monitorata – e delle scadenze concordate, da 57,6 a 57,1 giorni. Migliora anche la puntualità, con una quota maggiore di imprese che saldano le fatture nei tempi concordati (dal 47,1% al 47,6%), mentre scendono quelle che accumulano ritardi superiori a due mesi. I miglioramenti sono diffusi alla maggior parte dei settori e delle aree del Paese ma i gap rimangono evidenti: i casi più critici, sia sul fronte dei gravi ritardi che dei protesti, si osservano nelle regioni meridionali.

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Lo studio integrale, corredato di grafici e tabelle e dati regionali, su know.cerved.com, il portale di Cerved che raccoglie studi, osservatori e analisi

https://know.cerved.com/uncategorized/protesti-in-calo-imprese-piu-sane/

Chiare, fresche e dolci acque? No nel 45% dei casi

La qualità delle acque in Piemonte: lo stato ecologico nel 55 per cento dei casi è valutata “buona”; nel 31 per cento “sufficiente”, scarso il 12, “elevato” e “cattivo” entrambi all’1 per cento. Lo stato chimico, poi, è buono al 95 per cento e non buono al 5. In generale, lo stato delle acque subalpine “non è buono” per il 45 per cento dei casi sul totale.

Questi alcuni dei dati esposti in quinta Commissione, nel corso dell’audizione sulle attività di Arpa nel monitoraggio ambientale regionale delle acque superficiali e sotterranee, proseguito poi con l’informativa sui livelli essenziali della prestazioni tecniche ambientali (Lepta). Il primo argomento, alla presenza dell’assessore Alberto Valmaggia (Ambiente), è stato esposto del direttore di Arpa Angelo Robotto che ha illustrato il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee, a cui si dedicano circa 30 unità di personale, analizzando circa 8.500 campioni/anno in laboratorio per parametri chimici e 400 determinazioni/anno di componenti biologiche. La direttiva prevede cicli di pianificazione a livello distrettuale (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Liguria, Valle d’Aosta e Trentino) di sei anni. A dicembre 2015 è stato adottato il secondo piano di gestione distrettuale che coprirà il periodo 2015-2021. Il piano contiene la sintesi delle pressioni e impatti significativi esercitati dalle attività umane sullo stato delle acque superficiali e sotterranee, la descrizione delle reti di monitoraggio istituite e dei risultati dei programmi di monitoraggio effettuati.

Le componenti monitorate sono costituite in elementi biologici, chimici e idromorfologici con frequenza di campionamento diverse per tipologia sia per le acque superficiali sia sotterranee. Il secondo argomento, l’informativa incentrata sui Lepta, che costituiscono i parametri funzionali, operativi, programmatici, strutturali, quantitativi e qualitativi delle prestazioni delle agenzie. Sono il livello qualitativo e quantitativo di attività che deve essere garantito in modo omogeneo sul piano nazionale definiti tramite l’adozione di un catalogo nazionale dei servizi. È seguito l’intervento dei commissari Giorgio BertolaGianpaolo Andrissi (M5s) e Domenico Ottria (MdP).

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Interventi sui rii collinari torinesi 

I lavori sono proseguiti – presidente Silvana Accossato – con la conclusione dell’esame della petizione popolare in merito alla “mancata e carente manutenzione periodica degli alvei e delle sponde di tutti i Rii collinari di Torino” volta a sostenere interventi urgenti e mirati, rivolti ai proprietari privati e non. L’iniziativa è una petizione popolare promossa da cittadini, primi firmatari Roberto Gaudio e Roberto Brugiati. Ha come finalità, oltre che segnalare una condizione di degrado e carenza, il sostentamento di interventi finalizzati ad un efficace coordinamento tra Comune e Regione per prevenire ed evitare eventi drammatici e disastrosi come sono successi recentemente in altre parti d’Italia. I rii interessati nell’area considerata sono quelli di Val San Martino, Paese – Valsalice, Pilonetto, Pattonera e Sappone. Approvato all’unanimità un ordine del giorno che prevede un protocollo d’intesa con la città di Torino per la manutenzione degli alvei e delle sponde dei rii collinari di Torino. Nel contenuto ci si è soffermati sulla necessità dell’individuazione, per competenza, sull’intervento dei diversi soggetti interessati: gli alvei dei fiumi in capo alla Regione mentre i terreni spettano al Comune di Torino e ai privati. Per conto della Giunta era presente l’assessore Francesco Balocco che ha confermato le risorse destinate a questo tipo d’intervento pari a 350mila euro. Rimane ancora aperto il problema delle parti coperte – ha esordito Balocco – con interventi di chiusura dei rii realizzati sia dal Comune sia da privati attraverso l’utilizzo di tubazioni. Nel merito, dopo aver predisposto apposita ordinanza, il sindaco Chiara Appendino ha provveduto ad informare la magistratura. Da sottolineare la richiesta di indagini conoscitive da parte dei commissari Marco Grimaldi (Sel) e Domenico Ottria (MdP) su diversi casi di incendio avvenuti presso alcuni depositi di rifiuti avvenuti nel Torinese negli ultimi mesi. Investito dell’iniziativa sarà l’Ufficio di Presidenza del Consiglio così come previsto dagli articoli 30 e 32 rispettivamente dello Statuto della Regione Piemonte e del regolamento interno del Consiglio regionale.

 

 

www.cr.piemonte.it

Dolly mon amour

30 MARZO – 30 APRILE 2018

Teatro Paesana

Via Bligny n. 2 – Torino


Arriva a Torino il poliedrico artista francese PATRICK MOYA con le sue bizzarre creazioni nella mostra personale DOLLY MON AMOUR, curata da Enrico Debandi, che sarà allestita negli spazi dell’ex Teatro Paesana di Palazzo Saluzzo Paesana e aperta gratuitamente al pubblico da venerdì 30 marzo a lunedì 30 aprile (ingresso da Via Bligny n. 2 – Torino). La mostra vuole essere un omaggio al personaggio più celebre ed iconico della produzione artistica di Patrick Moya, la pecora Dolly, nata vent’anni fa e il cui nome si ispira alla celebre pecora clonata nel 1997. Pensata in origine come mascotte di una delle più celebri serate “électro gay friendly” della Costa Azzurra, ben presto questa gentile pecora rosa diventerà un’icona inseparabile dell’opera di Moya, circondandosi nel corso degli anni di tutta una serie di personaggi surreali: Teddy Bear, asini in gonnella, elefanti volanti, scimmiette in livrea e maliziosi diavoletti con le ali, un coloratissimo bestiario, quasi umano, che ci proietta in un mondo magico, capace di comunicare al bambino nascosto dentro ognuno di noi. “Siamo orgogliosi di ospitare per la prima volta a Torino una mostra personale di Patrick Moya, artista molto popolare e visibile nella vicina Costa Azzurra e presente in diverse iniziative culturali di prestigio organizzate sul territorio francese” commenta Enrico Debandi, responsabile artistico degli spazi di Palazzo Saluzzo Paesana e curatore della mostra Dolly Mon Amour. “Dal vastissimo repertorio di produzione di Moya, abbiamo scelto di concentrarci sui mille travestimenti del personaggio rappresentato dalla pecora Dolly che, con il suo sguardo ammiccante e con la sua espressione curiosa e irriverente, inaugura la stagione espositiva del Teatro Paesana in concomitanza con la primavera ed il periodo Pasquale”. La mostra sarà, con la sua bizzarria lisergica, un divertente omaggio artistico ad una delle icone della Pasqua.

Carpentiere suicida: “L’azienda non mi paga da un anno”

Si è impiccato a 53 anni nel parco di Stupinigi, un carpentiere romeno che abitava a Orbassano. Il corpo è stato trovato dai carabinieri dopo che la moglie, non vedendolo rientrare aveva dato l’allarme. L’uomo soffriva di crisi depressive, e ha lasciato un biglietto dicendo di essere preoccupato per problemi  economici. Secondo quanto ha scritto l’azienda per cui lavorava non lo pagava  da un anno e lui, anche malato,  non trovava soluzioni.

Volpiano, encomio solenne per gli agenti di polizia municipale

Il Sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne ha concesso, su richiesta del Comandante della polizia municipale Paolo Bisco, l’encomio solenne agli agenti Piero Bessone e Matteo Dagnese con le seguenti motivazioni: «Per essersi distinti per impegno, diligenza, capacità professionale, durante un’operazione di Polizia Giudiziaria durata un’intera notte che ha condotto all’identificazione ed all’arresto di numero 3 persone che coltivavano e spacciavano droga, nel territorio del Comune di Volpiano» e «per essersi distinti per impegno, diligenza, capacità professionale, durante un’operazione di Polizia Giudiziaria che ha condotto all’identificazione ed al fermo di numero 2 persone che lanciando sassi da un cavalcavia dell’autostrada Torino-Aosta avevano procurato lesioni a persone e danni ai veicoli in transito, nel territorio del Comune di San Benigno Canavese».

Cairo ricorda Mondonico: “Chiedo un minuto di silenzio sul campo”

Il presidente del Torino Calcio, Urbano Cairo, ricorda su Radio24 l’ex allenatore granata Emiliano Mondonico. “Con lui c’era un bel rapporto, era una persona molto disponibile e positiva, mi ha sempre dato buoni consigli, sono veramente dispiaciuto. Rappresenta quella famosa sedia alzata su rigore non dato ad Amsterdam, rappresenta tante cose che  ha dimostrato, che ha fatto come allenatore del Toro in occasioni diverse, rappresenta il tremendismo granata, la voglia di non mollare mai, di superare il proprio limite. E’ qualcosa di bello, di speciale, di romantico. Lui è sempre rimasto molto vicino al popolo granata. Ora parleremo in Lega perché vorrei ci fosse un minuto di silenzio per ricordare Mondonico  prima della nostra partita Cagliari-Torino. E spero che lo facciano su tutti i campi, perché effettivamente  lo meriterebbe”.