redazione il torinese

La nuova Sanità: ecco il futuro Parco della Salute, della ricerca e dell’innovazione

Dati, numeri e caratteristiche di fattibilità  del futuro Parco della salute verranno presentati durante il prossimo appuntamento dell’Accademia di Medicina di Torino martedì 17 aprile 2018 alle ore 21, presso l’Aula Magna di via Po 18. La sedutà si intitola: “Nuovo Parco della Salute: a che punto siamo”. Interverrano Gian Paolo Zanetta e Leonello Sambugaro, introdotti da Umberto Ricardi. Il progetto prevede la realizzazione del Parco della Salute secondo un modello strutturale ed organizzativo adeguato ad una struttura ad elevata complessità assistenziale e di insegnamento, integrata nei percorsi e nei luoghi di cura del Sistema Sanitario. Dal punto di vista sanitario ed assistenziale il Parco ospiterà le attività e le strutture ad elevata complessità attualmente presenti nei quattro grandi ospedali dell’attuale Città della Salute: Molinette, Sant’Anna, Regina Margherita e Cto. Quest’ultima struttura, opportunamente riconvertita, ospiterà le attività di minore complessità. Dal punto di vista della ricerca e della didattica saranno trasferite nella nuova localizzazione tutte le attività afferenti la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Torino. Il Parco della Salute sarà dunque un polo ospedaliero integrato, anche dal punto di vista della localizzazione, con un Polo didattico ed un polo di ricerca clinica e traslazionale, oltre che con il Sistema regionale della ricerca di base. Il Parco sarà realizzato nell’area urbana AVIO – OVAL, già oggetto di un ampio progetto di riassetto e riqualificazione urbanistica e funzionale dell’area sud della città, che prevede la realizzazione di un parco, oltre a destinazioni residenziali e commerciali ad integrazione di quelle terziarie pubbliche e di servizio.

Il Polo della sanità e della formazione clinica sarà di 27.000 mq, di cui 5000 per formazione clinica. I posti letto saranno 1040, dei quali 70 posti tecnici. Il Polo della didattica sarà di 31000 mq per attività afferenti ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico, laurea triennale e laurea specialistica in Medicina o delle professioni sanitarie. In questo caso l’utenza è stata stimata in 8600 fruitori circa, dei quali 5000 studenti. Il Polo della ricerca sarà di circa 10000 mq per un’utenza di circa 1000 persone tra docenti, assistenti, dottorandi. Il Polo della residenzialità d’ambito sarà di 8000 mq, con 190 posti alloggio per servizi di foresteria per ospiti in permanenza temporanea per attività da svolgere presso gli altri Poli e 30 posti alloggio per i pazienti della struttura assistenziale dimissibili, ma che ancora necessitano, in via transitoria, di un supporto assistenziale di bassa intensità. A servizio delle strutture dovrà essere prevista una dotazione di parcheggi in parte interrati in parte multipiano per una superficie complessiva di circa 61000 mq, per un numero totale di circa 2300 posti auto. Esisterà inoltre un Polo dell’incubatore, che prevede 10000 mq del Centro di Biotecnologie molecolari e 7000 mq dell’Istituto di Medicina traslazionale. Insomma per il nuovo ospedale è stata stimata una superficie complessiva di circa 122000 mq, oltre a 5000 mq destinati alla formazione clinica. La realizzazione dell’intero Parco sarà articolata in due fasi: la prima prevede il Polo della sanità ed il Polo della ricerca, la seconda il Polo della didattica e quello della residenzialità (foresteria). Il primo Polo avrà un costo totale previsto di circa 420 milioni di euro. I tempi di progettazione e costruzione sono previsti in circa 5 anni. Il Polo della sanità e della formazione clinica deve essere concepito in stretta relazione con il Polo della ricerca, specie per quanto riguarda le interconnessioni con i servizi diagnostici e terapeutici e le funzioni di ricerca clinica avanzata e di ricerca traslazionale, in modo da creare la triade diagnosi – cura – ricerca clinica avanzata. Il Polo della ricerca conterrà servizi di laboratori e terapie innovative, con funzioni di ricerca clinica avanzata e di ricerca traslazionale (di supporto in particolare ai servizi diagnostici e terapeutici del Polo della salute) e con funzioni di ricerca preclinica e biomedica. Il Parco della Salute, da 1040 posti letto, in breve conterrà tutte le specialità e le funzioni previste per gli ospedali HUB con DEA di II° livello di eccellenza e le funzioni di altissima specializzazione al fine di assicurare le competenze per assistenza, didattica e ricerca. L’organizzazione sarà basata sui percorsi di diagnosi e cura. Nella logica della gestione saranno realizzati nel Parco i Dipartimenti assistenziali di maggiori dimensioni con aree di degenza senza letti fissi assegnati al singolo reparto per garantire un sistema moderno, flessibile e sostenibile. Al Parco sarà connesso l’attuale Cto, che con ulteriori 450 / 500 posti letto, sarà un ospedale di zona e di territorio con DEA di I° livello e manterrà l’Unità Spinale Unipolare. Infine per quanto riguarda la riduzione di posti letto le ragioni sono ben precise e fondate. Prima di tutto la futura costruzione permetterà un utilizzo più efficiente dell’occupazione di posti letto, che nell’attuale Città della Salute è di circa il 75% rispetto alle potenzialità totali. Inoltre il Sistema Sanitario regionale consentirà una ridistribuzione di posti letto per cronicità sul territorio dell’area metropolitana. Una parte dell’attuale ospedale Molinette verrà destinata ad una struttura di post – acuzie. Verrà realizzata il nuovo ospedale dell’ASL TO5 con circa 434 posti letto, che potranno essere di supporto. Infine in futuro nell’ambito dei Sistemi Sanitari assisteremo sempre più alla progressiva riduzione dei posti letto per acuti.

 

 

MESSER TULIPANO, DA PRALORMO A EATALY 800 FIORI COLORANO OR-TO

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I colori e la vivacità dei tulipani di Messer Tulipano davanti a Eataly Lingotto per una primavera che sfida le piogge e invita il sole e le giornate serene a tornare in città. Sono 800 i bulbi piantati lo scorso novembre da Messer Tulipano nell’OR-TO, l’Orto Urbano di Torino Nizza Millefonti, che stanno fiorendo e coloreranno con i loro variopinti petali le fioriere sul piazzale d’ingresso del “regno del gusto” al Lingotto. Una collaborazione tra due realtà impegnate in ambiti diversi, ma accomunate dalla volontà di valorizzare l’ambiente, la storia, le bellezze naturali, la cultura e l’enogastronomia del territorio subalpino.

 

Al castello di Pralormo Messer Tulipano ha aperto i suoi cancelli per la XIX edizione: migliaia di tulipani, narcisi, muscari, giacinti e viole trasformano il giardino all’inglese progettato agli inizi dell’Ottocento dall’architetto di corte Xavier Kurten in una tavolozza di colori, vero trionfo della primavera. Come ogni anno l’evento propone anche un argomento collaterale, che in questo 2018 ha come tema “… e il parco si tinge di rosa”. La rosa, fiore e colore, è stata infatti da sempre fonte di ispirazione nell’arte, nella letteratura, nel design e nella moda. Il rosa domina negli allestimenti dell’Orangerie che ospitano abiti, quadri, profumi, una biblioteca di libri rosa, pregiate varietà e gigantografie della “regina dei fiori”. Nel parco sentieri variopinti ombreggiati da curiosi ombrelli-bambù, aiuole dalle svariate forme contribuiscono a creare un’atmosfera romantica che contrasta volutamente con la severità del Castello.

La storica dimora dei Conti di Pralormo, abitata ininterrottamente dalla famiglia Beraudo di Pralormo da oltre 400 anni, si apre ai visitatori che hanno la possibilità di visitare 14 ambienti, dalle cucine alla sala da pranzo riccamente apparecchiata, dalle stanze dei domestici al salone d’onore. È anche possibile una visita guidata in una delle torri del castello dove è conservato lo stupefacente “Trenino del Conte”, un impianto d’epoca che occupa tre sale, su cui viaggiano trenini tra paesaggi dipinti sulle pareti, gallerie scavate nei muri, stazioni e scali merci ricchi di dettagli. Inoltre ogni fine settimana, degustazioni, conversazioni e laboratori ma anche animazioni e intrattenimenti per grandi e piccoli. Per trascorrere una divertente e serena giornata all’aperto con tutta la famiglia, il parco offre panchine per riposarsi e fare picnic, una caffetteria ristorante e infine, per gli amici a quattro zampe, ciotole d’acqua fresca e crocchette nel parco. Ecco gli appuntamenti del prossimo weekend.

 

Sabato 14 aprile le note del pianoforte regaleranno a tutti i visitatori istanti magici con il concerto, a cura di Yamaha, del maestro Stefano Pionieri, che eseguirà brani di musica classica e moderna che vanno dalla celeberrima “Per Elisa” di L. Van Beethoven alla “La via en rose” di Edith Piaf. L’intrattenimento musicale si svolgerà in vari momenti durante tutta la giornata. Per i bambini, alle ore 16 si terrà il laboratorio “Colori e profumi della natura” a cura di Muses, Accademia Europea delle Essenze. I partecipanti potranno usare tutta la loro creatività per inventare racconti inediti a partire da foglie, fiori ed elementi naturali.

Domenica 15 aprile è in programma alle ore 15 una nuova attività dedicata all’ erboristeria, cosmesi e profumi in tema con le rose a cura di Muses – Accademia Europea delle Essenze, che nel laboratorio “Autoproduzione di uno scrub alle rose”, insegnerà come creare un cosmetico naturale dalle proprietà calmanti, riequilibranti e anti età. Durante tutta la giornata si terranno inoltre esibizioni di danze settecentesche a cura del gruppo storico Ventaglio d’Argento. Per i bambini ci sarà un nuovo appuntamento con il laboratorio di ArteNa “La moda di un seme”, alle ore 14,30 e alle 17,30. L’attività partirà da un’introduzione sul tema, con l’utilizzo di una collezione di semi e con l’illustrazione delle diverse strategie di disseminazione. I partecipanti realizzeranno poi, con plastilina e materiali naturali e di recupero, un seme fantastico che potranno portare a casa.

 

Sabato 14 e domenica 15 aprile sarà a disposizione dei bambini la zona ludica a cura di New Holland con trattorini a pedali, insieme ad altre animazioni per piccoli agricoltori, per grandi e piccini ci saranno le degustazioni a cura dei Maestri del Gusto di Torino e Provincia.

TORNA L’ ASSEMBLEA DEGLI STATI GENERALI DELLE ASSOCIAZIONI VENARIESI

Con l’intento di assicurare la massima sinergia e collaborazione tra l’Amministrazione e le Associazioni del territorio è stata organizzata nella giornata di sabato 14 aprile 2018, l’Assemblea degli Stati Generali delle Associazioni Venariesi. Questo dopo gli incontri che si sono tenuti al Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale con visita e pranzo in Reggia, alla scuola “Il Matitone”, alla Festa dello Sport in piazza Atzei e, lo scorso dicembre, al Teatro Concordia, con la consegna degli attestati di merito alle Associazioni nell’occasione degli auguri di Natale. Finalmente in Mandria! Sin dal giugno scorso era stato programmato di trovarsi con tutte le Associazioni in Mandria, ma il meteo sfavorevole da una parte, unitamente a un mese ricco di eventi istituzionali e manifestazioni, costrinsero l’Amministrazione a pianificare l’appuntamento per settembre, durante la tradizionale Festa delle Associazioni, organizzata dalla Pro Loco Altessano – Venaria Reale durante la Festa di San Marchese, purtroppo dagli stessi annullata a causa delle nuove normative di sicurezza sugli eventi note a tutti. Ora ci siamo! Con il meteo finalmente clemente, siamo tutti gentili ospiti del Parco La Mandria, al Borgo Castello – Sala degli Scudieri, ingresso Ponte Verde viale Carlo Emanuele II, 256 per una nuova giornata di confronto, di approfondimenti, di scambio di opinioni che è sempre momento di crescita collettiva. Sarà anche l’occasione per visitare gli splendidi Appartamenti Reali del Borgo Castello, parlare con i Guardia parco e vivere convivialmente il momento del pranzo in un luogo incantevole. Ad aprire i lavori saranno il presidente dell’Ente Parco La Mandria, Luigi Chiappero a cui seguiranno i saluti di benvenuto del sindaco Roberto Falcone, dell’assessore alla Cultura, Associazionismo e Volontariato, Antonella d’Afflitto, del presidente del Consiglio comunale della Città di Venaria Reale, Andrea Accorsi, del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Andrea Scaringella e del Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale, Michela Cardinale.  Dichiara l’assessore alla Cultura, Associazionismo e Volontariato, Antonella d’Afflitto «In questa occasione si vuole celebrare e ricordare che il volontariato e l’associazionismo che ne nasce è espressione di individui che con il loro prezioso tempo che dedicano per mettersi al servizio degli altri si impegnano in prima persona su più fronti e in diversi contesti, arricchendo la comunità sul fronte sociale, culturale, educativo, ricreativo, sanitario e umanitario. Dobbiamo essere tutti molto orgogliosi di un tessuto associativo così ricco, quale è quello di Venaria Reale, che è dimostrazione di persone attente e presenti con interessi e con il desiderio di impegnarsi in attività ed iniziative a supporto e di e di sostegno per tutta la comunità. Grazie davvero di cuore a tutte le  associazioni, ma soprattutto ai loro soci che danno un grande contributo alla nostra comunità. L’obiettivo dell’Assemblea degli Stati Generali delle Associazioni è l’ascolto, l’individuazione dei problemi e delle opportunità, la raccolta delle tante buone pratiche, al fine di poter creare un metodo di progettazione partecipata attraverso il dialogo che consenta di rispondere alla manifestata volontà di fare del tessuto associativo locale». L’incontro vedrà la partecipazione delle Associazioni, dell’Amministrazione e degli Uffici Comunali di riferimento per le varie attività, dell’Ente Parco, della Reggia e del Centro di Conservazione e di Restauro. Verranno trattati nell’arco della giornata temi relativi alle attività,  alle manifestazioni e alle novità sulla sicurezza, sulle prossime iniziative in programma e sulla partecipazione alle manifestazioni d’interesse. Il supporto logistico e organizzativo e il pranzo all’Assemblea degli Stati Generali delle Associazioni Venariesi è a cura dell’Associazione Turistica Pro Loco Altessano Venaria Reale, che ringraziamo per la disponibilità, dei due uffici comunali Eventi e Stampa. Invitiamo le Associazioni a trovare il tempo e cogliere l’opportunità di incontrarsi con le altre Associazioni anche di ambiti diversi dai propri, per confrontarsi e far nascere così sinergie e collaborazioni tra tutti. Un particolare ringraziamento all’Ente Parco La Mandria, al suo presidente Luigi Chiappero, alla direttrice Stefania Grella e a tutto lo staff per l’ospitalità.

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PROGRAMMA 

–    Ore 9:45: caffè di benvenuto;

–    Ore 10:00: apertura lavori e discorso di benvenuto a cura del Presidente Ente Parco La Mandria, Luigi Chiappero;

–    Ore 10:15: saluti di benvenuto a cura del Sindaco Roberto Falcone;

–    Ore 10:20: saluti di benvenuto a cura dell’Assessore alla Cultura, Associazionismo e Volontariato, Antonella d’Afflitto; 

–    Ore 10:25: saluti di benvenuto a cura del Presidente del Consiglio Comunale Andrea Accorsi;

–    Ore 10:30: discorso di benvenuto a cura del Consorzio Residenze Reali Sabaude, responsabile Comunicazione, Andrea Scarigella;

–    Ore 10:45: intervento a cura del Direttore laboratori di restauro del Centro Conservazione e Restauro, Michela Cardinali;

–    Ore 11:00: intervento a cura di un referente dell’UNPLI, che illustrerà le novità introdotte in materia di sicurezza e sanitaria  legate all’organizzazione di eventi;

–    Ore 11:30: intervento a cura di Alessandro Cofano, che illustrerà le autorizzazioni di competenza dell’Ufficio Commercio – SUAP inerenti le iniziative e gli eventi;

–    Ore 12:00: intervento a cura dell’Ufficio Cultura che illustrerà le modalità per la richiesta di contributi, patrocinio e vantaggio economico, richiesta location, occupazione suolo pubblico, deroga al rumore, nonché gli ultimi aggiornamenti relativi alle manifestazioni d’interesse attualmente in pubblicazione;

–    Ore 12:25/13.00 circa: interventi riservati alle Associazioni presenti;

–    Ore 13:00: grande tavolata delle associazioni;

–    Ore 14:00-16:00: visite a gruppi agli Appartamenti Reali.

Popolari, ora si scenda in campo

di Giorgio Merlo

Cresce il dibattito, e soprattutto la domanda, sul perché i cattolici democratici e i cattolici popolari siano di fatto scomparsi dalla geografia politica italiana dopo il voto del 4 marzo. Ma quello che incuriosisce maggiormente non sono le riflessioni che arrivano dall’area cattolica – il che è abbastanza naturale se non addirittura scontato – quanto dal mondo laico e culturalmente più lontano dalla galassia cattolica. Commentatori autorevoli, politologi di rango e opinionisti prestigiosi sostengono apertamente che senza una ripresa della “cultura di centro” da un lato e, soprattutto, senza un ritorno di una autorevole e qualificata classe dirigente cattolico democratica dall’altra la deriva autoritaria e qualunquistica della nostra democrazia e’ dietro l’angolo. Certo, il tutto avviene dimenticando che abbiamo ascoltato per anni la stanca litania della bontà e soprattutto della utilità della scomparsa del centro a favore della nuova religione bipolare che avrebbe dovuto bonificare il paese dal consociativismo e dall’ingovernabilita’. Come sia finita concretamente la situazione è sotto gli occhi di tutti. Ora, pero’, per tornare alla riflessione iniziale, e’ indubbio che il voto del 4 marzo ha cambiato profondamente la geografia politica italiana. Se da un lato occorre prendere atto che ci troviamo di fronte ad un nuovo bipolarismo, seppur definito “bipopulista”, dall’altro e’ indubbio che questo voto ha segnato la fine, almeno per il momento, della stagione dei “partiti plurali” da un lato e, come evidente, delle correnti cosiddette “identitarie” all’interno di quegli stessi partiti. La secca sconfitta politica ed elettorale del Partito democratico e il superamento di quella concezione di partito plurale che l’aveva più o meno caratterizzato – anche se con la gestione Renzi era diventato a tutti gli effetti un “partito personale” o “partito del capo” – spinge sempre di più quel campo politico adesso a riscoprire le ragioni della sinistra. Sinistra moderna, post ideologica e di governo ma sempre e comunque di sinistra. E il superamento dei partiti plurali si trascina dietro anche l’archiviazione definiva delle correnti o delle aree organizzate all’interno degli attuali partiti. Che ormai sono diventati a tutti gli effetti partiti personali, senza una precisa cultura politica e legati quasi esclusivamente alle fortune del “capo” di turno. Ecco perché sorge, allora, quasi spontanea la domanda: e cioè, se la destra ritorna forte e protagonista, se la sinistra – pur tra mille difficoltà e contraddizioni – si dovrà rimettere in cammino, se l’ideologia populista si sta affermando sempre di più, e’ gioco forza che anche una storica e significativa cultura politica che ha accompagnato lo sviluppo e il consolidamento della nostra democrazia come il cattolicesimo politico italiano si riorganizzi e ritorni in campo. Laicamente e senza arroganza ma con la consapevolezza che questo filone ideale non può più limitarsi a giocare un ruolo puramente testimoniale e politicamente periferico e marginale. Serve, cioè, riaffermare una presenza politica, culturale e programmatica che sappia dar voce e rappresentanza ad un mondo che e’ politicamente afono e che, soprattutto, oggi non è più rappresentato. Certo, e’ un mondo che vota, seppur stancamente e quasi con inerzia, i vari protagonisti in campo ma senza entusiasmo e senza convinzione. Ma per poter rispondere adeguatamente a questa domanda sono necessari alcuni elementi di fondo: va promossa una feconda seminagione culturale, va affinato un “pensiero” e, soprattutto, va favorito un processo di ricomposizione e di riaggregazione dell’area cattolico democratico, cattolico popolare e cattolico sociale attraverso il filo comune di una cultura e di un progetto di società aperti a tutti e capace di assecondare e costruire un vero “bene comune”. Solo cosi’ sara’ possibile rispondere a quella domanda iniziale sulla necessita’ di far ritornare in campo, nell’attuale situazione politica italiana, del pensiero popolare di ispirazione cristiana.

TORINO, ITALIA, EUROPA E MONDO: IL PRESIDENTE DEL GSPM MASSIMO RE SI FA IN QUATTRO

Torino, Italia, Europa e mondo: è un autentico poker d’assi quello che tiene stretto fra le mani Massimo Re, 57 anni, presidente del Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Torino e detentore di prestigiose nomine anche a livello nazionale, continentale e, addirittura, internazionale.

Massimo Re, da quanto tempo è presidente del GSPM Torino? Qual è finora il bilancio della Sua esperienza alla guida della compagine sabauda?

«Sono presidente del GSPM Torino dal dicembre del 2009 e, quindi, sto vivendo il mio terzo mandato. I miei predecessori, quelli più vicini a me, Valter Bouquiè prima e Ivo Berti poi, avevano già conferito un’impronta dinamica e moderna, facilitando il mio compito. Il bilancio è assolutamente positivo: i rapporti che ho instaurato con il Consiglio Direttivo sono sicuramente mirati a spronare i suoi componenti a dare sempre il massimo per tutti gli atleti e i soci del Gruppo Sportivo stesso, nel tentativo non celato di accrescere in ognuno di loro quel senso di appartenenza al Corpo che, purtroppo, sta gradatamente svanendo nella nostra attività lavorativa».

Prima consigliere, ora vicepresidente vicario dell’ASPMI: il Suo cursus honorum a livello nazionale è di tutto rispetto. Qual è l’aspetto più stimolante del Suo ruolo? E quali sono gli obiettivi che intende perseguire?

«Diciamo che da consigliere-vicepresidente prima (con una modifica epocale dello statuto ASPMI, tra queste l’introduzione di una figura unica nella carica di vicepresidente, in passato sdoppiata), il passo successivo è stato una presa di posizione del presidente Antonio Barbato, che ha così voluto dimostrare la sua fiducia nei miei confronti. Più che stimolante, il mio ruolo si rivela quotidianamente faticoso e difficile, vista anche la situazione nazionale che ci vede invecchiare (bene, poiché facciamo sport attivo), ma senza avere la possibilità di registrare l’ingresso di colleghi più giovani. Sino a quando non disporremo di una configurazione giuridica più forte e non ci sarà data la possibilità di fare nuove assunzioni, non avremo la possibilità di assistere a quel ricambio generazionale che tutti auspichiamo, io per primo».

Dal 2014 il Suo impegno si è spostato anche sul fronte continentale, con l’ingresso nella Commissione Tecnica USPE: quante soddisfazioni Le sta regalando quest’avventura? E quali sono le difficoltà maggiori che Le ha riservato sin qui?

«Tantissime, soprattutto quando si ricevono attestati di stima sinceri da parte dei colleghi di altre nazioni che riconoscono gli sforzi compiuti per porre gli atleti nelle condizioni di gareggiare ad alto livello, senza vanificare il frutto di tanti anni di duri allenamenti. Questo non significa che tutto sia rose e fiori, in quanto sono richiesti molto impegno e molto tempo: basti pensare che soltanto nel 2017 ho visitato otto nazioni europee più gli Emirati Arabi Uniti. Chiaramente, per far tutto questo è indispensabile avere una buona collaborazione da parte del proprio Comando di appartenenza e, nel mio caso, posso davvero ritenermi fortunato, dal momento che il vicario Ivo Berti prima e il comandante odierno Emiliano Bezzon non mi hanno mai fatto venir meno il loro sostegno in quest’avventura. Soprattutto l’attuale Comandante Bezzon mi ha più volte rammentato il suo passato sportivo e, come tale, è più semplice per me rappresentare le nostre necessità o progetti. Non ho incontrato grosse difficoltà, ad essere onesto; sono stato accolto in USPE come se fossi uno di famiglia e sono sempre stato supportato nelle mie proposte od osservazioni. Gli aspetti che più mi hanno colpito sono la serietà e il rispetto dei ruoli in determinate circostanze, ma anche la complicità e la voglia di far bene insieme. Siamo davvero un bel gruppo».

Infine, da poche settimane il Suo nome compare anche nel Comitato Esecutivo USIP (Unione Sportiva Internazionale delle Polizie), organismo riconosciuto anche dal Comitato Olimpico Internazionale. In cosa consisterà il Suo operato? E quanto conterà per l’Italia e per il GSPM Torino avere un proprio rappresentante nell’organigramma del sodalizio più importante del mondo in materia di polizia?

«Questa è stata la sorpresa più grande: i vertici USIP mi hanno contattato pochi giorni prima della chiusura del termine per la presentazione delle domande, chiedendomi di candidarmi. Capirete la mia sorpresa e, soprattutto, il pensiero di avere altri impegni da assolvere! Tuttavia, dopo averne parlato con mia moglie, il comandante Bezzon e il presidente ASPMI Barbato, ho deciso di vivere anche quest’esperienza. Ed è andata bene: sono stato eletto nel Comitato Esecutivo con il maggior numero di preferenze. Il mio è un compito prevalentemente decisionale sulla vita, sia tecnica che amministrativa, dell’USIP. Un ruolo più politico che tecnico, al quale mi dovrò abituare. Penso che qualsiasi sia il contesto, europeo o mondiale, avere un incarico all’interno di questi consessi sia un segnale di grande fiducia nei confronti della nostra associazione ma anche del Comando di Torino in quanto, e questo è il mio parere personale, a determinati livelli la forma e le competenze contano più di ogni altro aspetto».

 

 

Piazza San Carlo, 3 giugno: chiuse le indagini. Ora le richieste di rinvio a giudizio?

AGGIORNAMENTO  “Ieri  – dichiara la sindaca Appendino – mi è stato notificato dalla Procura l’atto con la chiusura delle indagini. Resto a disposizione della magistratura, come lo sono sempre stata”.

Chiuse le indagini da parte della procura della Repubblica  sulla drammatica serata di piazza San Carlo del 3 giugno scorso, quando  durante la proiezione della finale di Champions Juventus-Real Madrid, più di 1.500 persone rimasero ferite e una donna, Erica Pioletti,  morì dopo 12 giorni in ospedale, a causa dell’ondata di panico che si scatenò all’improvviso. Secondo notizie giornalistiche sarebbe iniziata oggi la notifica degli avvisi ad alcuni indagati. Il procedimento giudiziario è per disastro, lesioni e omicidio colposo. L’avviso di chiusura indagini, sarebbe stato consegnato a Paolo Giordana, in quel periodo capo di gabinetto della sindaca  Appendino. In tutto gli indagati per questi fatti  erano 22, compresi la prima cittadina, l’ex questore Angelo Sanna e il prefetto Renato Saccone, ma è possibile ne siano stati stralciati alcuni che andrebbero così verso la richiesta di archiviazione, evitando il rinvio a giudizio.

 

 

(foto: il Torinese)

Miradolo, letture diffuse nel parco del castello

SABATO 14 APRILE, ORE 16,30

 San Secondo di Pinerolo (Torino)

Con l’arrivo della primavera e la riapertura alle visite dello storico Parco del Castello di Miradolo, la Fondazione Cosso ( che quest’anno celebra il decennale della sua nascita e che dal 2008 ha sede presso il Castello dalle origini settecentesche di San Secondo di Pinerolo), torna a rinnovare la collaborazione, nell’ambito del progetto “Invito al Parco”, con il “Circolo LAAV – Letture ad Alta Voce” di Torre Pellice. Obiettivo dell’iniziativa, e scopo più in generale dei volontari del Circolo, quello di portare la lettura, con e per gli altri, in contesti “particolari”, quali possono essere per l’appunto i giardini o il suggestivo Parco di uno storico Castello. Il progetto si inserisce dunque perfettamente nella linea di valorizzazione dell’antica dimora e nel preciso intento, da parte della Fondazione presieduta da Maria Luisa Cosso, di farne sempre più e sempre meglio il “polo culturale” per eccellenza del territorio, così da rievocare (attraverso iniziative varie, prime fra tutte le attività espositive) quel cenacolo culturale che fra Otto e Novecento la Contessa Sofia Cacherano di Bricherasio, pittrice allieva del Delleani e antica proprietaria della dimora, aveva saputo creare intorno a se’. “Con il Circolo di Torre Pellice – spiega Maria Luisa Cossosi è creato un legame consolidato nel tempo, e molto apprezzato dal pubblico, che ha già portato al Castello centinaia di appassionati, curiosi e sostenitori di un’iniziativa sicuramente particolare come quella delle ‘Letture ad Alta Voce’”. Il nuovo appuntamento è, dunque, per sabato 14 aprile, alle 16,30: in programma letture collettive de “Il giardino di Sofia. Racconti di parchi, giardini e giardinieri” per vivere un pomeriggio nel verde alla scoperta o alla riscoperta del Parco. Versi e parole, letti ad alta voce negli angoli più fascinosi del giardino, si fonderanno ai suoni e ai colori della natura, al fruscio dell’aria e allo scorrere dell’acqua nei canali. Per partecipare all’iniziativa, è sufficiente pagare il biglietto d’ingresso al Parco. Non occorre prenotazione.

 

g.m.

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“Il giardino di Sofia. Racconti di parchi, giardini e giardinieri”

Fondazione Cosso – Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (Torino), tel. 0121/502761 – www.fondazionecosso.com Sabato 14 aprile, ore 16,30

 

Nelle foto:

– Letture nel Parco
– Maria Luisa Cosso

 

 

Donna trovata morta in centro con un laccio al collo

Una donna, secondo le prime informazioni proveniente dall’Est, sui 50 anni è stata trovata morta, questa mattina vicino alle panchine di largo Cibrario (nella foto)  a Torino. Aveva  un laccio attorno al collo. La polizia sta indagando. Sembra che la donna fosse senza fissa dimora.

Alle Molinette il Premio “John Blandy” 2018: scoperta internazionale sul tumore alla vescica

Ha vinto l’Urologia universitaria dell’ospedale torinese

 

La Clinica urologica univeristaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Paolo Gontero) ha vinto il Premio John Blandy 2018. Il British Journal of Urology International è una delle più prestigiose riviste internazionali di urologia ed ha appena selezionato una scoperta sul tumore alla vescica con Gontero primo autore quale vincitore del prestigioso Premio John Blandy (un pioniere dell’urologia). Il prestigioso riconoscimento che porta il nome dell’insigne urologo inglese è andato ad una ricerca sul tumore della vescica pubblicata sulla suddetta rivista. Lo studio è stato incentrato su una variante non infrequente di tumore della vescica che seppure sia ancora “superficiale”, possiede tuttavia un “rischio elevato” di evolvere in una forma pericolosa. Per molti anni tutti i pazienti in cui è stato diagnosticato questo tipo di tumore della vescica “ad alto rischio” hanno dovuto sottoporsi entro 1 mese ad un secondo intervento, finalizzato ad individuare coloro che erano a rischio così elevato da dover asportare la vescica. Grazie ai risultati di questa ricerca, condotta su un’ampia casistica 2500 tumori “ad alto rischio” provenienti da 25 Centri internazionali, è stato possibile individuare solo un sottogruppo di pazienti per i quali è importante ripetere l’intervento, evitando così il fardello di un secondo intervento in altri casi. Le conclusioni dello studio sono state considerate convincenti al punto da essere acquisite dalle recenti Linee Guida Europee, che hanno ridimensionato significativamente le indicazioni a ripetere l’intervento per tumore alla vescica ad alto rischio. Questa ricerca rappresenta un beneficio per i pazienti che potranno da un lato veder ridotto lo stress di un secondo intervento ed al contempo un decongestionamento delle liste d’attesa sempre più incalzanti. Il Premio, sotto forma di borsa di studio, verrà consegnato nel mese di giugno durante il Congresso annuale dell’Associazione degli Urologi britannici che si terrà a Liverpool.

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

A quiet place – Un posto tranquillo – Thriller. Regia di John Krasinski, con Emily Blunt e John Krasinski. In un futuro non troppo lontano: i terrestri sono stati decimati da una popolazione aliena pronta ad attaccare qualsiasi cosa produca rumore. Un padre e una madre con i loro due figli vivono in una fattoria isolata, circondati da forze misteriose, per difendersi hanno imparato ad usare esclusivamente il linguaggio dei segni. Durata 90 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Bob & Marys – Criminali a domicilio – Commedia. Regia di Francesco Prisco, con Laura Morante e Rocco Papaleo. Lui lavora in un’autoscuola, lei è casalinga, una coppia senza problemi se non fosse che la loro casa, ai limiti di un quartiere di degrado, non fosse presa di mira da una banda di delinquenti che la eleggono a magazzino per nascondere certa merce che scotta. La realtà è quella di Napoli, la storia ha autentiche radici nel passato ma il regista sceglie di inquadrarla con il cuore più che leggero. Durata 110 minuti. (Ambrosio sala 1 (lunedì 16), Uci)

 

La casa sul mare – Drammatico. Regia di Robert Guédiguian, con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darrousin, Anaïs Demoustier e Jacques Boudet. Una casa affacciata sul mare, poco fuori Marsiglia, due fratelli con la sorella vi si ritrovano all’indomani dell’ictus che ha colpito il padre ormai anziano. Uno è un ex sindacalista, aspirante scrittore, con una fidanzata al seguito che ha la metà dei suoi anni, l’altro è rimasto ad abitare nella casa per far andare avanti la trattoria di famiglia, lei è un attrice, trasferita a Parigi per inseguire la sua carriera e lasciarsi alle spalle la perdita della figlia. Altre persone circolano attorno a loro, tutti a fare i conti, un bilancio tra ideali ed emozioni, tra aspirazioni e nostalgie, con un passato più o meno recente, a guardare il piccolo paese che ormai si è svuotato, lasciando le vecchie case agli speculatori, a parlare di politica, tra Macron e Le Pen, a guardare ai figli, anch’essi confusi. Un piccolo gruppo di giovanissimi profughi, senza genitori, obbligherà con il loro arrivo quelle scelte che tutti quanti gli abitanti della “villa” (questo il titolo originale del film), dovranno affrontare. Durata 107 minuti. (Nazionale sala 1)

 

C’est la vie – Prendila come viene – Commedia. Regia di Eric Toledano e Olivier Nakache, con Jean-Pierre Bacri, Jean-Paul Rouve, Hélène Vincent e Suzanne Clément. Gli artefici del fenomeno “Quasi amici” promettono risate a valanga e il successone in patria dovrebbe calamitare anche il pubblico di casa nostra. I due sposini Pierre ed Hélène hanno deciso di sposarsi e quel giorno deve davvero essere il più bello della loro vita. Nella cornice di un castello del XVII secolo, poco lontano da Parigi, si sono affidati a Max e al suo team, ad un uomo che ha fatto della sua professione di wedding planner una missione, che organizza e pianifica, che sa gestire i suoi uomini, che sa mettere ordine nel caos più supremo, che per ogni problema sa trovare la giusta risoluzione… Più o meno: perché quella giornata sarà molto ma molto lunga, ricca di sorpresa e di colpi di scena. Ma soprattutto di enormi, fragorose risate! Durata 115 minuti. (Romano sala 3)

 

Contromano – Commedia. Regia di e con Antonio Albanese. Il signor Mario, milanese doc e proprietario di un negozio di maglieria, ordinatissimo come ordinata è la sua vita, vede i suoi principi e le abitudini sconvolte dall’arrivo, chiaramente davanti alla “sua” vetrina, di un giovane senegalese che si mettere a vendere calzini a prezzi stracciati alle signore di passaggio. Che fare? Aiutarli sì ma a casa loro, è la parola d’ordine. E allora ecco che il signor Mario rapisce Oba, legandolo e mettendoselo in macchina, con l’intenzione di riportarlo in Africa. Ma i bastoni in mezzo alle ruote del progetto arrivano in tempi più che brevi, uno per tutti la presenza della sorella (?) di Oba. E allora, umanità o idee di ferro? Durata 102 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Harpo, Greenwich sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Il filo nascosto – Drammatico. Regia di Paul Thomas Anderson, con Daniel Day-Lewis, Vicky Krieps e Lesley Manville. Nella Londra degli anni Cinquanta, il famoso sarto Reynolds Woodcock è la figura centrale dell’alta moda britannica, eccellentemente coadiuvato dalla sorella Cyril: realizzano gli abiti per la famiglia reale (qualcuno ha visto il ritratto del celebre Norman Hartnell), per le stelle del cinema, per ereditiere, debuttanti e dame sempre con lo stile distinto della casa di Woodcock. Il grande sarto è anche un incallito e incredibile dongiovanni, nella cui vita le donne, fonte d’ispirazione e occasione di compagnia, entrano ed escono: fino a che non sopraggiunge la presenza della semplice quanto volitiva, a modo suo spregiudicata, Alma, una giovane cameriera di origini tedesche, pronta a diventare parte troppo importante della vita dell’uomo, musa e amante. L’ordine e la meticolosità, doti che si rispecchiano meravigliosamente nella fattura degli abiti e nella condotta di vita, un tempo così ben controllata e pianificata, vengono sovvertiti, in una lotta quotidiana tra uomo e donna. Film geometrico e algido quanto perfetto, forse scontroso, eccezionale prova interpretativa per la Manville e per Day-Lewis, forse il canto del cigno per l’interprete del “Mio piede sinistro” e di “Lincoln”, convinto da oggi in poi ad abbandonare lo schermo. Oscar per i migliori costumi. Durata 130 minuti. (Romano sala 1)

 

Il giovane Karl Marx – Drammatico. Regia di Raoul Peck, con August Diehl, Stephan Konarske e Vicky Krieps. Gli anni Quaranta del XIX secolo, l’esilio da Berlino e le fughe attraverso l’Europa, la povertà e gli stenti, la polizia sempre incalzante, le idee in crescita contro una classe dirigente e un capitalismo volti allo sfruttamento e alle ingiustizie, l’amicizia con Engels, figlio ribelle di un ricco industriale, la stesura del “Manifesto del partito comunista”. Durata 112 minuti. (Centrale in V.O., F.lli Marx sala Groucho e Harpo)

 

Hostiles – Ostili – Western. Regia di Scott Cooper, con Christian Bale, Rosamund Pike e Wes Studi. Nel 1892, due anni dopo il massacro di Wounded Knee, non ancora consolidata la pace tra indiani e visi pallidi, al capitano Joseph Blocker viene affidato l’incarico non facile di riportare nelle terre del Montana il vecchio capo Cheyenne Yellow Hawk, proprio il responsabile delle morti di molti soldati del capitano. Durante il lungo percorso molti fatti verranno a mutare i rapporti tra i due uomini, non ultimo la presenza di una donna cui gli indiani hanno distrutto l’intera famiglia. Paesaggi, personaggi che sanno d’antico, un genere che ha avuto vita gloriosa e che oggi, più che raramente, vede qualche debole accenno. Bale è un macigno, un trionfo di espressioni indurite, capace di conservare un’unica speranza nella scena finale, pieno di crudeltà e di piccoli affetti; il film è un vero capolavoro, nello spessore del racconto, nella cadenza che il regista sa imprimergli, nel vecchio quanto superbo impianto, nella rivisitazione di una intera Storia. Gli appassionati non se lo lascino sfuggire. Durata 127 minuti. (Greenwich sala 3)

 

Insyriated – Drammatico. Regia di Philippe Van Leeuw, con Hiam Abbass. Damasco è sotto assedio. In attesa della fine del conflitto esterno, una donna, madre di tre figli, si trincera con i vicini nell’unico appartamento risparmiato dalle bombe. La tensione cresce, il pericolo incombe, la casa inesorabilmente si trasforma in prigione. Durata 85 minuti. (Classico, anche V.O.)

 

Io c’è – Commedia. Regia di Alessandro Aronadio, con Edoardo Leo, Margherita Buy e Giuseppe Battiston. Ti cade tra capo e collo un palazzo nel centro di Roma, ne fai un piccolo hotel e ti accorgi pure di quanto sia pesante la mannaia delle tasse. Perché allora non seguire l’esempio delle suorine del palazzo di fronte che con l’ospitalità a poveri e bisognosi vari si sono ritagliate un bell’angolo esentasse? Leo, anche coautore della sceneggiatura, studia allora di farne un centro religioso e volendo esagerare creare una nuova religione, lo Ionismo, un egocentrismo alle stelle, una piena responsabilità slacciata da ogni cosa o Ente che sappia di celestiale: risultato, un considerevole gruppo di adepti. Potrà funzionare? Durata 100 minuti. (Reposi)

 

Io sono tempesta – Commedia. Regia di Daniele Luchetti, con Marco Giallini e Elio Germano. Numa Tempesta è un riccone di oggi, con tanti quattrini e un jet privato, gli alberghi di sua proprietà come casa, un giro di prostitute che gli dimostra piacere e affetti, se volete anche abbastanza facile da individuare, un imprenditore fatto di spregiudicatezza e di mancanza assoluta di morale, che un bel giorno è condannato per questioni fiscali a svolgere un periodo di redenzione lungo un anno ai servizi sociali. S’imbatte in una variopinta umanità, fatta di poveracci e senzatetto, quello che per lui ha più peso è un giovane padre finito sul lastrico, due figli a carico. Tra i due, e con molti altri, scatteranno sentimenti nuovi e Tempesta saprà agguantare quella presa di coscienza che gli era sempre mancata. Durata 97 minuti. (Massaua, Due Giardini sala NirvanaLux sala 2,Reposi, The Space, Uci)

 

Metti la nonna in freezer – Commedia. Regia di Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, con Fabio Di Luigi, Miriam Leone, Barbara Bouchet e Eros Pagni. Un giovane e incorruttibile finanziere e una bella restauratrice, con un paio di aiutanti al seguito, che vive grazie alla pensione della nonna visto che lo Stato tarda a riconoscerle i quattrini che le deve per tutto il lavoro che ha svolto. E se la vegliarda passa a miglior vita? Spetterà alla ragazza ingegnarsi per la sopravvivenza, l’elettrodomestico del titolo fa al caso suo, le amiche un piccolo aiuto non lo negano e la pensione della nonna si potrà continuare a percepire. Durata 100 minuti. (Uci)

 

Il mistero di Donald C. – Drammatico. Regia di James Marsh, con Colin Firth e Rachel Weisz. Nel 1968 il Sunday Times lanciò una sfida, con un premio di 5000 sterline, un viaggio in solitaria senza interruzioni attorno al mondo. Vi accorse tra gli altri anche Donald Crowhurst, velista dilettante, imprenditore pieno di debiti, senza alcuna preparazione, pronto a mettersi in mare con un trimarano quantomai imperfetto, un misterioso individuo destinato alla sconfitta, deciso a scommettere con il mondo, sempre alla ricerca di miti da esaltare e di vittime da condannare, ma prima di tutto con se stesso, capace di abbandonare moglie e figli, che messo alle strette non trovò di meglio che truccare i dati della navigazione, le posizioni. Dal regista della “Teoria del tutto”, ovvero la personalità e la battaglia e gli studi di Stephen Hawking, di recente scomparso, Oscar meritatissimo per l’interprete Eddie Redmayne. Durata 112 minuti. (Romano sala 3)

 

Nella tana dei lupi – Azione. Regia di Christian Gudegast, con Gerard Butler e Pablo Schreiber. Il solido poliziotto con i suoi bravi problemi con cui convivere, l’alcol, i metodi non proprio ortodossi, una moglie che ha deciso di lasciarlo, una rapina finita male che è costata la vita di parecchi suoi uomini. Dall’altra parte una banda di delinquenti, un curriculum di tutto rispetto, dall’addestramento paramilitare alla permanenza nelle patrie galere, il progetto studiato in ogni più piccolo particolare a svuotare la Federal Reserve Bank di Los Angeles ritenuta inespugnabile. Durata 140 minuti. (Massaua, Greenwich sala 1, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Omicidio al Cairo – Giallo. Regia di Tarik Saleh, con Fares Fares. La morte di una cantante di successo nelle stanze del Nile Hilton Hotel, la sua relazione con un uomo che fa affari con il mondo della politica, un caso che si vorrebbe chiudere al più presto. La capitale egiziana del 2011, le rivolte e la corruzione senza limiti raccontata senza nulla nascondere, la criminalità che invade il paese, un commissario che pur tra le proprie zone d’ombra eccelle senza dubbio sui suoi superiori e che vuole andare fino in fondo pur di scoprire i colpevoli. Una cinematografia a molti sconosciuta, che merita con questo esempio d’essere tenuta d’occhio, un ritmo sostenuto nelle indagini che combattono contro le mazzette di quattrini che circolano a mo’ di ricompensa da una e dall’altra parte. Durezza e debolezze sulla faccia del protagonista. Durata 106 minuti. (Classico)

 

Il prigioniero coreano – Drammatico. Regia di Kim Ki-Duk. Un pescatore di nome Nam abita in un villaggio della Corea del Nord e ogni giorno raggiunge per il suo lavoro la linea d’acqua di confine. Un giorno la rete appena buttata si aggroviglia all’elica dell’imbarcazione, il motore resta bloccato e l’uomo viene trascinato all’interno del territorio della Corea meridionale. Catturato, dovrà affrontare sevizie e interrogatori, resistendo ad una confessione strappata con la forza o alla spinta a diventare una spia; tornato finalmente in patria, dovrà sostenere le medesime violenze. Durata 114 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Quanto basta – Commedia. Regia di Francesco Falaschi, con Vinicio Marchioni, Valeria Solarino e Luigi Fedele. La vicenda di Arturo, chef pieno di talento ma pronto a mettersi nei guai, una esistenza (finora) messa ai margini da molti. È anche finito dentro per rissa e   deve scontare una pena ai servizi sociali tenendo un corso di cucina presso un centro di ragazzi autistici. Incontrerà Anna, che lavora nella struttura, e il giovane Guido, affetto dalla sindrome di Asperger, innamorato della cucina. La vita di tutti i giorni, la collaborazione e la frequentazione di un talent da parte del ragazzo sapranno avvicinarli e stabilire una vera amicizia. Durata 92 minuti. (Ideal, Uci)

 

Rampage – Furia animale – Fantasy. Regia di Brad Peyton, con Dwaune Johnson e Naomie Harris. Il primatologo Davis Okoye ha instaurato un forte rapporto con un intelligente gorilla albino di nome George che, per un esperimento genetico, si tramuta in un pericoloso e feroce animale, impossibile a governare. Con lui hanno subito la stessa mutazione un lupo e un coccodrillo, seminando vittime e distruzione in tutto il nord America: spetterà a Davis e a un ingegnere genetico trovare un antidoto. Durata 107 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche V.O.)

 

Ready Player One – Fantasy. Regia di Steven Spielberg, con Tye Sheridan, Olivia Cooke, Simon Pegg e Mark Rylance. Tratto dal romanzo omonimo di Ernest Cline, uscito sette anni fa. Nel 2045 la terra è un luogo di guerre e povertà, l’unica felice evasione è il mondo virtuale di Oasis, legato ai fantasiosi anni Ottanta e ricco di scenari iperrealistici in cui è facile accedere. Lo scomparso James Halliday ha deciso di lasciare a chi lo ritroverà il prezioso Easter Egg: sarà il giovane Wade, da sempre alla ricerca di notizie sulla vita e l’attività del miliardario, si metterà attraverso l’avatar Parzival alla ricerca dell’oggetto e lo ritroverà, dovendo pure fare i conti con i potenti nemici di una multinazionale, concorrenti senza alcuno scrupolo. Durata 140 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

 

I segreti di Wind River – Thriller. Regia di Taylor Sheridan, con Jeremy Renner, Elizabeth Olsen e Julia Jones. Tra le distese di neve del Wyoming viene inviata una giovane agente federale, non certo preparata a quelle temperature e soprattutto alla violenza che circola più o meno silenziosa in quei luoghi, per investigare sul ritrovamento del corpo martoriato di una ragazza scomparsa. Le dà sostegno e aiuto Cory, un navigato cacciatore impiegato a difendere il bestiame dagli attacchi dei predatori sempre in agguato, un animo tormentato, abbandonato dalla moglie dopo la scomparsa della figlia maggiore. Entrambi alla ricerca del colpevole, in un territorio dove ogni cosa sembra essere abbandonato alla violenza, in cui forse è necessario agire e rispondere esclusivamente con le sue stesse leggi. Dallo sceneggiatore di “Sicario” e “Hell or High Water”, terzo capitolo di una trilogia che ha affrontato il tema della frontiera americana oggi. Miglior regia a Un certain regard a Cannes lo scorso anno, grande successo al TFF. Durata 107 minuti. (Eliseo Grande, Ideal, Massimo sala 2 anche in V.O., Uci)

 

Succede – Commedia. Regia di Francesca Mazzoleni, con Margherita Morchio, Matteo Oscar Giuggioli, Brando Pacitto, Francesca Inaudi e Matilde Passera. Il mondo (stra)aperto di Internet, il mondo dei consigli suggerimenti confidenze gusti che circola senza limiti, il romanzo bestseller della diciannovenne Sofia Viscardi, maître à penser dell’etere, tutto quel che sentimenti ed emozioni della giovane protagonista Margherita, la città di Milano con i suoi nuovi grattacieli ha fare da contenitore, la musica e i primi baci, le cuffie perennemente appiccicate alle orecchie. La regista classe 1989, l’autrice classe 1998, il mondo dei giovani e giovanissimi: sarà (tutta) vera gloria? Durata 94 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

The Happy Prince – Drammatico. Regia di Rupert Everett, con Rupert Everett, Colin Morgan, Colin Firth e Tom Wilkinson. Oscar Wilde al centro della società londinese di fine Ottocento, pieno di successo, tutti corrono a vedere le sue commedie a teatro e leggono i suoi libri: poi, improvviso, il tracollo, il processo per ammissione di omosessualità e la condanna a due anni di lavori forzati, l’esilio parigino, il tentativo di recuperare il rapporto con la moglie, la volontà di avvicinarsi nuovamente al giovane Douglas, la morte. Everett racconta nella sua opera prima l’ultimo periodo della vita dello scrittore, lasciando libero sfogo ai ricordi. Durata 105 minuti. (Centrale V.O., Greenwich sala 2, Reposi)

 

The silent man – Drammatico. Regia di Peter Landesman, con Liam Neeson e Diane Lane. La storia dell’informatore del caso Watergate, della Gola Profonda che trasmise le notizie ai giornalisti di “Tutti gli uomini del Presidente”, una storia che è stata taciuta per oltre trent’anni e che nel 2005 è venuta alla luce per definitiva ammissione dell’interessato, Mark Felt, all’epoca dei fatti vice direttore dell’FBI. Un film che vuole rinfrescare la memoria di molti e magari cercare qualche legame con il mondo politico di oggi. Durata 103 minuti. (Eliseo Rosso, Romano sala 2The Space, Uci)

 

Tonya – Drammatico. Regia di Craig Gillespie, con Margot Robbie, Sebastian Stan e Allison Janney. La storia della campionessa di pattinaggio artistico Tonya Harding, cresciuta tra i soprusi di una madre anaffettiva come quella disegnata dalla Janney, Oscar come migliore attrice non protagonista, sposata ad un uomo senza quattrini e parecchia violenza in corpo, lei gran temperamento focoso, grande carriera e grandi scandali. Come quello che la colpiì a metà degli anni Novanta, allorché la sua antagonistaNancy Kerrigan, alla vigilia dei campionati nazionali Usa, venne colpita alle gambe da un uomo, poi identificato, pronto a confessare di aver agito perché istruito e istigato dal marito della Harding. La creazione di un mito, la difficoltà a considerarla una donna e una campionessa in cui il pubblico non soltanto femminile si potesse riconoscere, il ritratto di un’America dove ognuno vuole emergere, in qualsiasi modo. Durata 121 minuti. (Eliseo Blu, F.lli Marx sala Chico, Lux sala 1, Uci)

 

L’ultimo viaggio – Drammatico. Regia di Nick Baker-Monteys, con Jürgen Prochnow e Petra Schmidt-Schaller. Ultranovantenne, da poco vedovo, Eduard, di origini tedesche, rimette in ordine i propri ricordi e rivisita il proprio passato, mettendosi su un treno per Kiev e andare là a ricercare la donna che fu il suo primo amore, quello più grande e mai confessato, mai dimenticato. Alle calcagna la nipote Adele, una ragazza abituata a vivere alla giornata e certo non interessata alle storie del passato. Non si tratta soltanto della storia personale, anche la Storia reclama una rivisitazione: vi sono delle radici, vive, che vanno comprese e conservate, c’è una tragedia chiusa nel passato e ancora ben viva nel tempo presente. Sarà per la ragazza una lezione difficilmente dimenticabile, di sentimenti e di memoria. Durata 107 minuti. (F.lli Marx sala Harpo)