In tutta la regione sono dieci i gradi sopra la media stagionale di fine aprile. Dopo il freddo di pochi giorni fa, coda invernale, con nevicate tardive, ora le temperature massime sfiorano i 30 gradi in pianura e bassa collina. In montagna oltre i 1.100 metri di Beaulard di Bardonecchia, in Valle di Susa, la temperatura è salita fino a 22 gradi. Lunedì torna qualche nube e da martedì a Torino e in tutto il Piemonte farà ancora caldo con cielo sereno.
CASELLO DI BEINASCO: “E’ DA CHIUDERE”
Pasta rischia di soffocare. Nei giorni lavorativi e nelle ore di punta il traffico di auto private lungo via Torino e la strada provinciale n. 6 raggiunge dei livelli insostenibili, contribuendo a innalzare i livelli di inquinamento. Una situazione aggravata dal casello di Beinasco: sono tanti, infatti, gli automobilisti che per evitare di pagare il pedaggio in tangenziale raggiungono Torino percorrendo proprio la provinciale che attraversa Pasta. Sabato 21 aprile il sindaco di Rivalta Nicola de Ruggiero ha raccolto le preoccupazioni e le proposte dei residenti del quartiere durante una simbolica manifestazione, voluta dall’amministrazione comunale, in occasione del mercato rionale per chiedere ancora una volta il rispetto degli impegni assunti da Ativa nel 2000 e l’immediata chiusura del casello di Beinasco. La concessione di ATIVA è ormai è scaduta e il casello, da mesi, è aperto in regime di proroga senza più alcun motivo. Alla manifestazione ha preso parte anche il consigliere regionale Andrea Appiano che insieme alle amministrazioni comunali sta combattendo la battaglia per la soppressione del casello. «La barriera di Beinasco contribuisce ad aumentare il traffico sulle nostre strade, con automobilisti e camionisti che entrano ed escono dallo svincolo SITO per evitare il “balzello” della tangenziale, percorrendo così la bretella del Dojrone fino a raggiungere Pasta e via San Luigi» spiega Nicola de Ruggiero. Per monitorare i livelli di inquinamento nell’aria, da una settimana è in funzione proprio a Pasta una centralina dell’ARPA: fino a metà maggio rileverà le concentrazioni di ossidi di azoto, biossidi di zolfo, PM10, PM2.5 e monossido di carbonio. Si tratta della seconda fase dei campionamenti, una raccolta dati che completerà quanto già registrato sempre dalle centraline ARPA tra i mesi di febbraio e marzo del 2017.
Il 31 ottobre del 1892 Conan Doyle pubblicò “Le avventure di Sherlock Holmes”, riprendendo le storie già apparse sulla rivista britannica Strand Magazine. Il successo del personaggio fu tale che il suo autore dimenticò presto le delusioni patite per la mancata carriera di medico. La creazione dell’astuto detective londinese che dimorava al 221B di Baker Street diede il via ad una saga che ispirò a Doyle quattro romanzi e 56 racconti. Al fianco del più celebre investigatore della storia del giallo, a partire dal romanzo “Uno studio in rosso”, comparve l’immancabile dottor Watson. Una curiosità: in nessun romanzo o
racconto di Doyle si legge del noto intercalare “Elementare, Watson”, né lo si descrive con quel suo strano cappello o con la pipa ricurva. A parte questo, alla creatura di Conan Doyle si sono in qualche modo rifatti anche gli autori di celebri investigatori, da Agatha Christie ( con il suo Hercule Poirot) ad Umberto Eco, nel caso del Guglielmo da Baskerville de “Il nome della rosa”. I film e le serie televisive non si contano e l’interprete che più di altri ha legato il suo volto a quello dell’investigatore è stato l’attore britannico Basil Rathbone. Ancora oggi, nella londinese Baker Street, al Museo di Sherlock Holmes, continuano ad essere recapitate le lettere indirizzate a colui che, con grande abilità, riuscì a svelare anche il mistero e la vera natura del mastino di Baskerville.
Marco Travaglini
Un fiore per la ricerca
AICG sostiene AIRC e la ricerca sul cancro con la margherita solidale italiana 100%
Ultimi giorni per acquistare le margherite solidali: prosegue infatti fino al 25 aprile l’iniziativa «MARGHERITA per AIRC» grazie alla quale AICG (Associazione Italiana Centri Giardinaggio) e i suoi associati, da sempre sensibili alle tematiche sociali e alle iniziative benefiche, rinnovano il supporto ad AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) a sostegno della ricerca oncologica. In provincia di Torino partecipano all’iniziativa Crespo Garden a Roletto, Daveli Garden Center a Carmagnola, Garden Center La Serre di Piobesi Torinese, Peraga (Mercenasco), Hortilus e Vivai a Colleretto Giacosa, Viridea a Collegno e Settimo Torinese. Sono quest’anno più di 70 i centri giardinaggio associati ad AICG (l’elenco completo è sul sito www.aicg.it)dove si possono acquistare le piante di MARGHERITA solidale al prezzo di 4.50 euro: per ogni margherita venduta, 1.50 euro sarà devoluto ad AIRC per sostenere la terza e conclusiva annualità della borsa di studio istituita grazie all’impegno di AICG.
MADE IN ITALY
La «MARGHERITA per AIRC», l’eccellenza interamente italiana – proviene dalla Riviera Ligure, in particolare dalla piana di Albenga, dove ogni anno ne vengono prodotti circa 10 milioni di vasi e garantita da FDAI – Filiera Agricola Italiana Spa, è contrassegnata da un’etichetta firmata FDAI e AICG. Si conferma quindi la grande attenzione di AICG per la produzione italiana e il made in Italy.
TESTIMONIAL
La Margherita solidale ha anche quest’anno il supporto di un’altra Margherita: la campionessa mondiale di scherma Margherita Granbassi, da anni al fianco dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro nella doppia veste di ambasciatrice e volontaria.
Per informazioni:
AICG Associazione Italiana Centri Giardinaggio
www.aicg.it – segreteria@aicg.it – Tel. +39.031.301037
Un sondaggio internazionale condotto da Sodexo su oltre 4mila universitari ha rivelato che gli italiani sono terzi nella classifica degli studenti più attenti al tema dell’energia sostenibile: quasi 3 studenti su 4 (73%) vorrebbero che il proprio ateneo utilizzasse fonti green, battuti solo da indiani (82%) e cinesi (81%). Gli italiani sono anche tra i più attenti agli sprechi alimentari (71%), contro il 60% di Spagna e UK
Se il fine dell’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra ideata dall’attivista per la pace americano John McConnell e celebrata per la prima volta il 22 aprile 1970 sotto l’egida dell’ONU, è quello di sottolineare la necessità dellaconservazione delle risorse naturali della Terra stimolando lo sviluppo di una nuova coscienza ambientale in milioni di persone… Il futuro potrebbe essere più roseo di quanto si possa pensare grazie alle nuove generazioni. Quasi 3 universitari italiani su 4 (73%) infatti ammettono di considerare importante che il proprio ateneo utilizzi esclusivamente energia green per ridurre notevolmente l’impatto della propria attività sull’ambiente in cui vivono. Una percentuale decisamente importante, se si pensa che per i “colleghi” americani (65%), inglesi (68%)e spagnoli (69%)questa tematica è meno prioritaria. Distanti invece gli studenti cinesi e indiani, che comandano questa classifica: per loro la percentuale tocca rispettivamente la quota dell’81% e dell’82%.
È quanto emerge dal recente sondaggio a livello mondiale condotto da Sodexo intervistando oltre 4000 studenti in Italia, Cina, Stati Uniti, Spagna, Regno Unito e India relativamente allo stile di vita universitario per andare a scoprire, tra i diversi aspetti analizzati, quanto siano attenti alle tematiche della sostenibilità gli universitari di tutto il mondo.
“Consentire scelte consapevoli, tramite una corretta informazione e l’offerta di opzioni salutari è la base del nostro lavoro – spiega Franco Bruschi, Head of Schools & Universities Segment Med Region per Sodexo – Alcuni esempi tra i tanti: il ristorante “Think Green by Sodexo”, che ha come obiettivo la salvaguardia dell’ambiente e della salute attraverso un servizio di ristorazione ecosostenibile. Offre, infatti, un menu vario ed equilibrato, salutare e responsabile, attento all’impatto ambientale delle singole preparazioni, ma anche una gestione del ristorante volta alla riduzione dei rifiuti e degli sprechi all’interno dei luoghi di produzione e consumo, l’utilizzo di prodotti ecosostenibili, la promozione di iniziative di sensibilizzazione e momenti di coinvolgimento degli studenti”.
Ma non è tutto, per gli studenti del Belpaese infatti la sostenibilità passa anche per il cibo: addirittura il 71% degli universitari vorrebbe che la propria università riducesse gli sprechi alimentari. Anche in questa speciale classifica gli italiani si piazzano sul terzo gradino del podio, davanti a inglesi (60%), spagnoli (60%) e americani (61%), preceduti solamente dai più “green” cinesi (82%) e indiani (87%). Contrariamente a quanto si possa pensare gli universitari del Belpaese sarebbero anche disposti a pagare di più per prodotti agricoli d’origine locale (31%), prodotti agricoli del commercio equo e solidale o con certificazione di produzione etica (21%), e prodotti agricoli sostenibili in genere (20%). Gli studenti italiani invece sono meno attenti dei pari età a livello internazionale sulle tematiche relative alle prassi commerciali rispettose dell’aspetto etico: un aspetto ritenuto importante solo dal 64% del corpo studentesco universitario, contro ad esempio il 75% degli americani e il 78% dei cinesi.
“I risultati di questa ricerca non mi stupiscono e rafforzano quanto stiamo facendo all’interno dell’Università – spiega il dott. Giacomo Magatti, Sustainability Manager dell’Università di Milano-Bicocca presso il Dipartimento Scienze Ambiente e Territorio – come Gruppo per la Sostenibilità di Ateneo BASE (Bicocca Ambiente Società Economia), riceviamo dagli studenti numerose proposte per rendere l’ambiente universitario e i servizi offerti meno impattanti. Il tema energia è per noi prioritario: efficienza, riduzione dei consumi e fonti rinnovabili devono essere al centro della nostra agenda, così come molti altri temi quali la gestione dei rifiuti, la mobilità, il Green Public Procurement. Altro elemento significativo in cui sta avvenendo un veloce cambiamento è l’acqua: su spinta degli studenti sono stati installati erogatori di acqua di rete e sono in distribuzione borracce d’acciaio per ridurre l’utilizzo di plastica. Importante sottolineare anche l’aspetto formativo: il nostro percorso sulla sostenibilità “Think green, be cool!” ha riscosso grande successo. Inoltre è attiva su scala nazionale la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile: tutti assieme stiamo facendo rete affinché gli atenei italiani intraprendano percorsi verso la sostenibilità tramite il coinvolgimento di studenti, personale e territorio in cui risediamo”.
Il Jazz come vitamina
All’Ospedale Sant’Anna la comunità jazzistica torinese ha dato gratuitamente un’adesione massiccia all’operazione “Vitamine Jazz”, dalle finalità culturali e sociali. Sono già avvenuti quarantacinque interventi fra le corsie da parte di più di novanta fra i migliori jazzisti torinesi. L’operazione prosegue ed è auspicabile che l’impegno di chi ha finora partecipato (quasi un piccolo festival) sia ricordato anche durante tutto il TJF. L’operazione ha avuto inizio a ottobre 2017. Ecco la programmazione dettagliata degli interventi dei JAZZ BLITZ al S.Anna destinati a un pubblico che per obbligo o necessità vive in situazioni di riservatezza o di esclusione, previsti nella settimana del TJF e che purtroppo non sono stati inclusi nella presentazione ufficiale del Festival:
LUNEDI’ 23 aprile ORE 10,30 SALA 3° PARADISO
MARTEDI’ 24 aprile ORE 9,30 Reparti Chemio e Maternità
GIOVEDI’ 26 aprile ORE 9,30 Reparti Chemio e Maternità
Il regista Raimondo Cesa, autore del progetto “Vitamine Jazz” spiega: Quando con la Fondazione abbiamo pensato a questa nuova iniziativa non credevamo sicuramente ad un’affluenza così massiccia, gli interventi da quando è partito il progetto sono ormai quasi 50. Come prima cosa vorrei ringraziare la Comunità jazzistica Torinese che ha accolto con sensibilità ed entusiasmo l’appello da me lanciato a nome della “Fondazione Medicina a Misura di Donna” per l’ospedale Sant’Anna di Torino. Oltre novanta artisti jazz, con diverse formazioni, dall’autunno del 2017, stanno invadendo pacificamente con la loro musica l’ospedale, abbracciando l’ingresso, accompagnando le cure al day hospital oncologico, dando il benvenuto alle nuove vite (oltre 7000 ogni anno, da genitori provenienti da oltre 80 paesi). Stiamo assistendo ad un’invasione pacifica di artisti che con il loro contributo confermano l’importanza di questa musica nella storia culturale della nostra città”.
La musica è conversazione, comunicazione in armonia. Il jazz in particolare e’ condivisione continua. Dall’interazione fra musicista e spettatore nascono le successive improvvisazioni. Credo a quasi tutti voi sia capitato di assistere ad un concerto jazz dal vivo, i musicisti sono estremamente attenti alla reazione del pubblico facendo di conseguenza reagire i loro strumenti. In psicologia sociale ce’ una definizione “evento comportamentistico interpersonale” che può servire a definire il rapporto che si instaura fra i jazzisti ed il pubblico. L’emozione è fondamentale, la tensione costruttiva insieme al pubblico porta alla creazione musicale che si propaga fra i musicisti e che si schiude a tutte le contaminazioni. Chi suona crede nella possibilità di comunicare qualcosa di reale, quando questo succede viene favorita una relazione significativa. Vengono aperti nuovi canali di comunicazione non verbale, avviene una sinergia, un processo di sintonizzazione che tende a stimolare risposte fisiche e psicologiche. E’ arrivato all’Ospedale Sant’ Anna, a favore delle donne, il grande patrimonio della tradizione jazzistica del territorio, di umanità, che proviene dal dialogo di molte culture. Composizioni originali e improvvisazioni, nelle quali le sonorità jazzistiche si alternano ad atmosfere mediterranee e sudamericane, con toni caldi e dolci, portano le menti verso altri immaginari, fuori dalle mura ospedaliere.
Torino e i libri
In attesa del Salone con il gruppo facebook “Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri”
Torino, Maggio: una meta ed una data, il Salone Internazionale del Libro, evento che da ormai più di trent’anni ci trasporta in un’atmosfera diversa dal quotidiano. In quei pochi giorni (dal 10 al 14 maggio) il mondo dei lettori emerge con prepotenza, esce dallo spazio personale per diventare pubblico, visibile e condiviso. Ancora di più quest’anno, perché sarà presente tutta l’editoria italiana, i grandi gruppi e gli editori indipendenti; ci saranno come sempre eventi culturali e presenze importanti. Torinesi e Piemontesi si riconfermano persone di grande sensibilità culturale, e questo viene avvalorato anche dalla presenza, nel gruppo Facebook “Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri” , di un grande numero di iscritti, che pongono la sola Torino fra le prime città d’Italia (con oltre 2300 partecipanti). Una presenza, fra l’altro, molto attiva ed interessata, non solo alle opere di autori storici piemontesi come Luigi Gramegna, Cesare Pavese, Primo Levi, Beppe Fenoglio, Fruttero e Lucentini, per citarne solo alcuni, ma anche agli emergenti contemporanei, troppo numerosi per citarli tutti, che hanno evidentemente trovato un pubblico attento e preparato. Così i lettori piemontesi del gruppo Facebook, con i loro post ed i loro consigli, hanno permesso agli altri iscritti di conoscere autori e libri meno noti, legati al territorio e alle tradizioni della propria cultura. In tutto ciò è evidente ed innegabile che una simile divulgazione, basata esclusivamente sull’esperienza ed i pareri dei lettori, senza alcun interesse editoriale o economico, possa arricchire altri lettori, che potranno conoscere usi, costumi, storia di un territorio altrimenti lontano, grazie ai libri di Alessandro Perissinotto o di Margherita Oggero e di Luca Baggio, senza dimenticare Massimo Gramellini, Alice Basso o Sebastiano Vassalli, e qui mi fermo scusandomi con gli scrittori che non ho citato, suggeriti dagli iscritti al gruppo.Proprio grazie a questi suggerimenti è possibile venire in contatto con realtà poco note, un commento o una recensione possono incuriosire o lanciare un’idea, aprire una finestra su un paesaggio nuovo ma già selezionato, scremato, con indicazioni di letture, generi, ambientazioni che permettono una selezione critica alla fonte. Una selezione però basata su opinioni, gusti, idee di persone non legate al mondo dell’editoria, che esprimono le proprie valutazioni liberamente e senza secondi fini; magari ingenuamente, con semplicità, oppure con grande competenza, ma sempre e solo per amore della lettura. Ho vissuto alcuni anni a Torino, mi è rimasta nel cuore e credo che conoscerla e riconoscerla attraverso le parole dei suoi scrittori potrà essere un viaggio emozionante.
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Era un vero e proprio barbecue, allestito in piazza San Carlo, il salotto di Torino. L’aveva piazzato un quarantenne egiziano, poi fermato dalla Polizia Municipale. Gli agenti erano intervenuti a seguito della segnalazione di un venditore abusivo in piazza, ma l’uomo stava preparando le pannocchie grigliate di granturco solo per sé e i suoi amici. E’ stata sequestrata l’attrezzatura e comminata una multa al “cuoco” improvvisato.
(foto: il Torinese)
La storia infinita del Moi

Torino ha un non invidiabile primato: il Moi é la più grande occupazione di stranieri clandestini di tutta Europa. Avete letto bene. di tutta Europa. Non accettandolo e credendolo ho verificato. Proprio così. Si stima più grande anche dell’analogo problema di Calais in Francia. E’ una immane tragedia con vaghe similitudini – addirittura – con i campi di concentramento nazista o i gulag sovietici. Si tratta di scempi disumani prodotti in un sistema democratico. Nelle dittature erano voluti e programmati. Nelle democrazie tollerati, e attraverso la tolleranza di fatto incentivati. Un fenomeno che, come un mostro, si “libera” di chi vorrebbe controllarlo “mangiandosi” tutto ciò che lo circonda. Un cancro per chi ci abita e per tutta la città. Prima domanda: ma non era cominciata l’evacuazione? Sì, ma non terminata e la criticità si é ripresentata. Le cantine sono state rioccupate. Si dice che siano ottocento persone. Ma nessuno può esserne sicuro, perché è terra di nessuno. Non c’ é Stato. E si suppone che il sopruso la faccia da padrone. Chi doveva sovrintendere il progressivo ricollocamento degli occupati è stato minacciato impedendogli di finire il suo lavoro. Tutti o quasi tutti clandestini e i soliti anarcoidi sobillatori. Dopo i cinque casi di Tbc è comprensibile la Prevedibile la forte preoccupazione tra i residenti della zona degli ex mercatoti generali. Istituzioni pubbliche? Dopo i proclami sono totalmente assenti. Presidente e consiglieri di quartiere sono lasciati soli nella gestione dell’ emergenza. Non e credibile in una o due giornate ipotizzare lo sgombero. Ma pure non é credibile non fare. Bisogna iniziare lo sgombero e progressivamente finirlo, è inutile cercare il consenso dei occupanti. Mi sembra una questione simile allo smantellamento dei campi rom. Una settima fa in via San Benigno, barriera di Milano. Tante parole ma un nulla di fatto. Assessori competenti che accusavano il governo di non intervenire. Cittadini esasperati da furti ed inquinamento. Solo parole che nascondono inerzia. Inerzia linfa vitale per questo male che si sta mangiando tutto e tutti.
“L’attività d’Aula in Consiglio regionale serve se la stessa riesce a dare risposte concrete ai cittadini. Partendo da questa convinzione ho iniziato questa settimana una serie di sopralluoghi a sorpresa nei principali nosocomi presenti in provincia di Torino. L’obiettivo é dare voce ai problemi e alle segnalazioni dei cittadini”. Ad annunciarlo Andrea Tronzano, vice capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte
Spiega l’esponente regionale: “Ho iniziato dalla questione dell’Oftalmico. Volevo infatti comprendere se lo ‘spezzatino’ della nostra eccellenza monospecialistica, ordinato da Saitta e dal centrosinistra, stia funzionando. Per questa ragione ho visitato i reparti di Oculistica attivati sia al San Lazzaro sia al San Giovanni Bosco. In entrambi i casi ho registrato numerose perplessità da parte dei cittadini presenti, i quali denunciano le difficoltà logistiche conseguenti a una distribuzione non centralizzata per questa specialità. Non comprendono l’organizzazione del nuovo sistema sanitario e sinceramente trovano gli spazi sacrificati, seppure in buone condizioni”.
Conclude Tronzano: “E’ mia intenzione approfondire ancora il tema. L’ospedale monospecialistico é il futuro non il passato. In ogni parte del mondo esiste ed é considerato una eccellenza, solo qua in Piemonte riusciamo a disfare quanto di buono prodotto negli anni passati. Forza Italia supporterà sia a livello di gruppo consiliare sia a livello di partito i cittadini torinesi. Con il segretario di partito Davide Balena abbiamo in mente una serie di iniziative volte a raccogliere le istanze dei cittadini e tramutarle in proposte politiche da sottoporre al Consiglio Regionale”.