redazione il torinese

Il raggiro delle multe false. Ecco le novità

In tempo di crisi, proliferano le truffe più incredibili e altrettanto improbabili. Una di queste riguarda le contravvenzioni legate al Codice della Strada. Come difendersi?

Sono moltissimi i cittadini italiani che, ogni anno, hanno a che fare con raggiri e tranelli legati alle cosiddette multe false. Ecco, dunque, la nuova frontiera della truffa porta a porta.La vittima riceve una telefonata che avverte di un’infrazione compiuta al Codice della Strada, e la informa sulle procedure innovative per pagare subito la multa e usufruire di uno sconto importante sull’importo.La leva di fondo che fa sì che, nei casi più sventurati, i malfattori riescano ad andare a segno, parte da un principio di verità: buona parte dei cittadini, infatti, è al corrente che chi paga le multe, online o con metodi tradizionali, entro 5 giorni dal ricevimento del verbale, ha infatti diritto ad una riduzione dell’importo pari al 30%. Per lo più a rendere ancor maggiormente verosimile la circostanza, vi è il fatto che il soggetto che sta all’altro capo del telefono si qualifica slealmente come agente di polizia. E, spesso e volentieri, coinvolge persino un familiare come falso trasgressore (un figlio o un nipote) che al momento non può pagare la multa. La telefonata truffaldina si conclude con la comunicazione dell’importo da pagare a un presunto messo comunale che nel giro di pochi minuti suonerà al campanello di casa del malcapitato. E’ bene, tal proposito, ricordare sempre che non è consentita la riscossione delle multe porta a porta, onde fugare qualsivoglia dubbio a riguardo.

ll multilinguismo degli scrittori piemontesi

Il saggio di Andrea Raimondi,“ll multilinguismo degli scrittori piemontesi. Da Cesare Pavese a Benito Mazzi“(Grossi editore, Domodossola 2018), si presenta come un testo importante che colma un vuoto nella ricerca sull’originalità della letteratura piemontese del ‘900. Il volume, prendendo in esame buona parte della produzione letteraria piemontese segue il filo logico della tendenza a mescolare differenti codici linguistici nello stesso testo letterario tipica di una terra di confine come il Piemonte. La narrativa studiata da Raimondi utilizza un italiano influenzato dal dialetto e dalla lingua piemontese nelle sue articolazioni,  realizzando in molti casi un mix di italiano popolare, colloquiale e parlate locali. Una modalità scelta da alcuni scrittori per reagire all’omologazione linguistica e culturale prediligendo storie ambientate in zone periferiche o trascurate, con la comune caratteristica dell’utilizzo del  multilinguismo.In un arco di tempo di quasi settant’anni, dalla pubblicazione di “Ciau Masino” di Cesare Pavese fino ai racconti del vigezzino Benito Mazzi e  del giornalista e scrittore iracheno Younis Tawfik, naturalizzato italiano e residente a Torino, Andrea Raimondi ha analizzato moltissimi autori e libri nella sua ricerca sul multilinguismo  dei narratori piemontesi. Un’indagine che attraversa la letteratura subalpina lungo quasi tutto il “secolo breve”, da Fenoglio a Primo Levi, dalla Ginzburg a Fruttero e Lucentini, a Davide Lajolo e Nanni Balestrini. In questo percorso, del tutto originale, come scrive nella sua introduzione Gigliola Sulis, , professoressa associata di Letteratura italiana presso la University of Leeds ed esperta di multilinguismo letterario, s’intravvede l’evoluzione del mix di lingue che caratterizza la narrativa piemontese “che lascia emergere in controluce la storia della regione, indagata sia nelle sue peculiarità come microcosmo che rappresenta la società italiana dello scorso secolo”. Un lavoro importante quello di Raimondi che dopo la laurea specialistica in Lingue, Letterature e Civiltà dell’Europa e delle Americhe,  nel 2015 ha ottenuto il dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Italiano dello University College Cork (Irlanda) proprio con la ricerca sul multilinguismo di un gruppo di narratori piemontesi. Raimondi attualmente collabora con la rivista Savej ed è impegnato in una ricerca sui contatti letterari e linguistici tra Piemonte e Regno Unito.

Marco Travaglini

RADICALI. IMMIGRAZIONE: CHIAMPARINO FIRMA WELCOMING EUROPE

A margine della riunione del Centrosinistra, il Presidente Sergio Chiamparino ha sottoscritto la ICE (Istanza dei Cittadini Europei) Welcoming Europe – Per un’Europa che accoglie. L’iniziativa popolare ha l’obiettivo di proporre alla Commission europea l’abolizione del reato di solidarietà (Presente in 12 stati dell’UE), l’apertura di corridoi umanitari gestiti dall’Europa e il sostegno ai migranti che hanno subito gravi violazioni dei diritti umani.
Dichiarazione di Igor Boni (Direzione nazionale Radicali Italiani)
“Grazie al Presidente Chiamparino, che in questa come in altre occasioni ha sostenuto le nostre proposte in tema di immigrazione. Dal 1990 a oggi sono morti più di 34 mila migranti nel tentativo di raggiungere via mare l’Europa. L’apertura di vie d’accesso legali e sicure verso paesi disposti ad accogliere rappresenta spesso la sola opportunità di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. In risposta ai proclami violenti e inqualificabili di Salvini non basta invocare ‘porti aperti’, dobbiamo proporre politiche capaci di governare un fenomeno che non è un’emergenza ma ci accompagnerà per anni. Nel Parlamento italiano attende di essere discussa la nostra proposta di legge di iniziativa popolare ‘Ero straniero’ lanciata da Emma Bonino. Ora, con oltre un milione di firme che dobbiamo raccogliere almeno in 7 Paesi dell’UE, vogliamo imporre alla Commissione europea una assunzione di responsabilità”
Welcoming Europe è promossa da Radicali Italiani, FCEI, A Buon Diritto, ACLI, ActionAid, ASCS, AOI, ARCI, ASGI, Baobab Experience, Casa della Carità, CILD, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, ND, Legambiente, Oxfam.
SI può firmare anche on-line: https://welcomingeurope.it/news/firma/

Elezioni e nuovo percorso anche per i cattolici

di Giorgio Merlo

Il voto del 4 marzo prima e la tornata amministrativa di domenica scorsa poi hanno confermato alcune costanti che nel breve tempo difficilmente saranno messe in discussione. Al di là dei  macro dati politici sufficientemente noti a tutti – la secca diminuzione di consensi del movimento 5 stelle nell’arco di pochi mesi; dalla crescita esponenziale della Lega di Salvini alla irreversibile caduta politica ed elettorale di Forza Italia; dalla crisi profonda del Pd alla sostanziale irrilevanza di Liberi e Uguali – non possiamo non ricordare che, per fermarsi al campo riformista e democratico, alcuni elementi si sono ormai consolidati. Innanzitutto e’ tramontata definitivamente la cosiddetta “vocazione maggioritaria” del Partito democratico. Un partito che, dopo la secca e storica sconfitta subita al 4 marzo, e’ destinato a perdere ancora una mole consistente di comuni che governava sino a ieri al prossimo ballottaggio. Una costante che e’ iniziata nel 2015 e che prosegue in modo regolare, a conferma del fallimento della strategia renziana e di tutta quella classe dirigente che in questi anni e’ salita sul carro vincitore per poi, adesso, misteriosamente ma comprensibilmente, straparlare addirittura di “derenzizzazione” del Partito democratico. Fallita anche l’esperienza di Liberi e Uguali che ormai è una realtà politica ed elettorale già consegnata alla storia recente. Resiste il “civismo”, almeno a livello amministrativo, anche se stenta a trovare una specifica proiezione sul palcoscenico nazionale. Salvo pochissime esperienze. Ora, a fronte di un quadro politico sufficientemente chiaro, e’ persin ovvio ricordare che se il campo riformista, democratico e progressista – cioè l’ex centro sinistra – vuole nuovamente ridiventare competitivo con il movimento 5 stelle e soprattutto con l’ex centro destra a trazione salviniana, deve obbligatoriamente procedere ad una profonda scomposizione/ricomposizione al suo interno. Sarebbe perfettamente inutile riproporre sigle e cartelli elettorali – a cominciare dal Partito democratico, Leu e le varie frattaglie che si sono presentate alla consultazione del 4 marzo scorso – che, di fatto, non sono più competitivi. Ed è proprio su questo versante che è quantomai essenziale e decisivo rimettere in campo quelle culture politiche che, nella rispettive autonomie politica ed organizzativa, possono portare un contributo importante per definire un progetto autenticamente riformista e democratico. A cominciare, appunto, da quel “cattolicesimo politico” che non può sempre essere evocato da commentatori, opinionisti e politologi e mai praticato nella concreta e contesa dialettica politica italiana. E questo ancora al di là della vivacità e della mobilitazione politica, culturale e sociale che sta caratterizzando settori sempre più consistenti dell’area cattolica italiana. Nessuno, ad oggi, conosce l’epilogo concreto che avrà questo sussulto politico e culturale che sale dal mondo cattolico, seppur frastagliato e variegato. Un fatto, però, e’ indubbio: e cioè, il patrimonio culturale, valoriale, sociale ed etico del cattolicesimo politico adesso deve ritrovare una rinnovata ed attiva presenza nella cittadella politica italiana. Lo chiedono in molti; lo chiedono i tanti esponenti, militanti, simpatizzanti, gruppi organizzati ed elettori che si sentono semplicemente non rappresentati dagli attuali attori politici. E quando emerge questa esigenza e, soprattutto, questa domanda di rappresentanza politica ed istituzionale, e’ indispensabile dare una risposta adeguata e pertinente. E questo ancora al di là dei ripetuti ed appassionati appelli e riflessioni del Presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti. Perché il segreto di questa rinnovata presenza politica risiede proprio in quel patrimonio, oggi quanto mai necessario di fronte ad una profonda ed irresponsabile radicalizzazione della lotta politica italiana. Un partito laico di ispirazione cristiana? Un soggetto politico popolare di ispirazione sturziana? Un movimento politico laico e aperto a tutti, come ovvio, ma con una forte impronta di matrice cattolica? Ad oggi non sappiamo, appunto, quale sarà l’approdo politico ed organizzativo. Una cosa sola e’ certa, e lo conferma il trend elettorale. Per il cattolicesimo politico italiano si è aperta una nuova fase politica. Che non è più solo quella di commentare o contemplare i fatti politici ma, al contrario, di marcare una qualificata presenza pubblica. Laica, ma fatta di contenuti, di valori e di stile e comportamenti. L’assenza, il ritorno nel privato o il ritiro nel prepolitico, come si diceva un tempo, non è più una strada da praticare e da percorrere.

Fondazione Crt per gli imprenditori nel Mediterraneo

La Fondazione CRT e l’Agenzia delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO) hanno aperto fino al 1 luglio il nuovo bando di Entrepreneurs for Social Change (E4SC), il progetto per formare e sostenere 25 giovani imprenditori sociali dell’area euro mediterranea in grado di contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) nei propri Paesi di origine: dalla sicurezza alimentare alla gestione dell’acqua e al trattamento dei rifiuti, dall’accesso ai sistemi di energia pulita all’istruzione di qualità, dalla lotta ai cambiamenti climatici alla promozione di un’occupazione dignitosa per tutti.La call per selezionare in tutti i 26 Stati che si affacciano sul Mediterraneo i giovani dai 18 ai 35 anni che hanno avviato un’impresa sociale o intendono crearne una, è on line sul sito www.e4sc.org.

 

I vincitori parteciperanno a dieci giorni di training intensivo a Torino il prossimo ottobre, attraverso un’esperienza di apprendimento unica, radicata nei valori dello scambio tra pari e della costruzione di una community. Successivamente, e per un anno, ai 25 partecipanti verranno forniti gli strumenti più efficaci per aprire o ampliare la propria impresa, attraverso un percorso di empowerment personalizzato che coinvolge esperti e tutor a vari livelli: la formazione, orientata non solo alla tecnica, ma anche alla crescita personale, riguarderà temi quali business sociale, fundraising, marketing, leadership e dialogo interculturale, tutti fattori chiave del successo nell’imprenditoria sociale.

 

Entrepreneurs for Social Change intende formare una nuova generazione di imprenditori sociali nei propri Paesi di origine, responsabilizzando i giovani a realizzare il loro potenziale innovativo ed economico sia per creare posti di lavoro, sia per essere “ambasciatori” e promotori di un cambiamento positivo: un cambiamento che, riducendo le ineguaglianze in linea con i 17 SDGs dell’ONU, intervenga sulle principali cause delle ondate migratorie e delle tensioni sociali nell’area euro mediterranea.

 

“L’imprenditoria sociale deve essere un impegno comune: energia sostenibile, tutela dei lavoratori e salvaguardia del clima sono temi centrali per la società civile, ed è fondamentale che siano all’ordine del giorno di istituzioni filantropiche, organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite e soprattutto delle imprese – dichiara il Presidente di EFC-European Foundation Centre e Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci –. È nostro dovere formare una nuova generazione di imprenditori capaci di interfacciarsi con i colleghi di tutto il mondo, guardando ai Sustainable Development Goals come a una bussola che traccia il percorso da seguire verso un social change concreto e proiettato al futuro”.

 

“L’imprenditoria sociale è un nuovo settore in via di sviluppo; – spiega il direttore del dipartimento di Agri-Business dell’UNIDO Dejene Tezera – i ‘Millennials’ vogliono essere protagonisti del cambiamento e vogliono creare, per loro stessi e per gli altri giovani, posti di lavoro sostenibili e dignitosi. Con Entrepreneurs for Social Change, UNIDO fornisce loro la piattaforma giusta per avere successo”.

 

Dal 2012, anno di avvio della prima edizione sperimentale, il programma Entrepreneurs for Social Change di Fondazione CRT e ONU ha selezionato oltre 2.000 candidature e formato 85 imprenditori sociali.

Corso di tecnica di guida a basse velocità

Domenica 24 giugno dalle 9 alle 17 presso il rifugio Fontana Mura di Coazze (To) si svolgerà il corso di guida a basse velocità adatto a tutti i biker che vogliono scoprire e affinare le tecniche di guida sui sentieri. Lo scopo del corso è quello di fare apprendere le tecniche base della guida a basse velocità al fine di poter affrontare anche situazioni tecniche nel pieno controllo del mezzo. Info: 3333929241

Rolatine di pollo in salsa

Un secondo facilissimo e gustosissimo realizzato con delle semplici rolatine di pollo servite con una cremosa salsina di pomodoro davvero irresistibile. La carne cotta direttamente nel sugo risultera’ ricca di sapore e tenerissima, da leccarsi i baffi !

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Ingredienti

3 rolatine di pollo

1 gambo di sedano

1 carota

1 piccolo peperone giallo

1 spicchio di aglio

½ cipolla

200gr. di polpa di pomodoro

1 rametto di rosmarino

1 bicchiere di bino bianco secco

Sale, olio q.b.

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Lavare tutte le verdure, asciugarle e tritarle nel mixer. In una larga padella scaldare l’olio, versare il trito di verdure, lasciar insaporire a fuoco vivace poi, sfumare con il vino bianco. Versare la salsa di pomodoro, mescolare, aggiungere le rolatine,  senza pelle e salare. Lasciar cuocere per circa mezz’ora, se la salsa di asciuga troppo, aggiungere un poco di acqua calda. Servire con patate lesse o una fresca insalata.

 

Paperita Patty

Una “medicina” contro gli omofobi

La Deomofobina  è un  ironico “farmaco” il cui principale ingrediente è la conoscenza, ideato per guarire gli omofobi. Nella confezione è contenuto un  bugiardino con le definizioni di sesso, identità, espressione di genere, orientamento sessuale. E’ un’idea di Geco, associazione delle famiglie e dei figli contro l’omofobia, patrocinata da Comune di Torino e Farmacie Comunali,  Regione Piemonte e Coordinamento Torino Pride.  L’assessora alle Pari opportunità della Regione Piemonte, Monica Cerutti, in occasione del  Torino Pride ha annunciato che ne verranno spedite dieci scatole al ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana, accompagnate da una lettera in cui si chiede di “cambiare la denominazione del suo dicastero: da ministero della Famiglia a ministero delle Famiglie, perché di famiglie ce ne sono di tipi diversi, piaccia o no”.

 

(foto archivio il Torinese)

Favaro mondiale

Favaro “Caput Mundi”. Piccolo puntino nelle montagne Biellese. Frazione di Biella sulla strada per Oropa. Ameno gruppo di case .Ebbene parteciperà ai mondiali di calcio in Russia . Forse, e dico forse, anche l’onore del nostro Paese è salvo. O perlomeno si cerca di dire la nostra anche su questi mondiali. Proprio così, le nostre speranze di tifosi sono consegnate a questo pezzetto d’Italia. Ed a volte  in questo “piccolo” si ritrovano delle cose grandi. L’idea e ‘ di quelle geniali.Basta individuare la più ” cenerentola ” del mondiali, l’Islanda. Ottenere il gemellaggio con questo piccolo paese del Nord.Gioco fatto.  Favaro gemellato con lo Stato più a nord di questa nostra Europa. Il centro del centro è la locale cooperativa Società di Mutuo Soccorso. Più di 150 anni punto di riferimento dei “proletari di zona” e ora punto di riferimento di tutti i tifosi italiani che “regalano” la loro passione all’ isola islandese. Ed allora noi ci mettiamo il vino e gli islandesi ci mettono stoccafisso o baccalà, loro piatto nazionale. Veniva fatto macerare in apposite buche.  Così cucina, vino e calcio restano uniti in un solo grande urlo Forza Islanda. Come Forza Italia, sempre.
Patrizio Tosetto