redazione il torinese

Nuoto, chiude la stagione

La stagione agonistica di Piemonte e Valle d’Aosta si è conclusa nel pomeriggio al Palazzo del Nuoto di Torino, teatro dell’ultima delle tre giornate del Campionato Regionale Assoluto. 538 gli atleti iscritti alla manifestazione, importante di per sé e in preparazione al Campionato Italiano di Categoria, in programma a Roma dal 7 al 13 agosto. Centro Nuoto Torino, Rari Nantes Torino e Dynamic Sport sono salite sul podio di società, seguite nella top 8 da CSR Granda, Sisport Spa, Aquatica Torino, Swimming Club Alessandria e OASI Laura Vicuna. 22 in totale le società rappresentate nella tre giorni del campionato. A livello individuale da segnalare i tre titoli di Alessandro Fusco (Swimming Club Alessandria), primo nei 50, 100 e 200 rana, e di Simone Ponzio (Centro Nuoto Torino), a segno nei 50, 100 e 200 dorso. Due ori per Cecilia Chini Balla (CN Torino, 1500 stile libero e 200 rana), Helena Biasibetti (Dynamic Sport, 50 farfalla e 800 stile libero), Emanuel Fava (CN Torino, 50 e 100 farfalla), Aurora Petronio (RN Torino, 200 e 400 stile libero), Matteo Senor (CN Torino, 100 e 200 stile libero), Roberta Calò (CN Torino, 50 e 100 rana) e Anita Gastaldi (CSR Granda, 400 misti e 50 dorso). Cinque, infine, le staffette conquistate dal Centro Nuoto Torino.

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Il resoconto delle tre giornate di gara a questo link: https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/main_new.asp?area=1&read=nuoto&menu=agonismo

 

Come prelevare contanti in tabaccheria

845 PUNTI IN PIEMONTE DI CUI 417 A TORINO

Con le carte Intesa Sanpaolo del circuito Maestro, MasterCard, Visa o Visa Electron ora sarà possibile effettuare operazioni di prelievo contante presso le tabaccherie convenzionate 

Sta partendo in questi giorni un nuovo servizio grazie al quale, i clienti Intesa Sanpaolo in possesso di carte di debito del circuito Maestro, MasterCard, Visa o Visa Electron, potranno prelevare denaro contante, fino a 150 euro giornalieri, presso le tabaccherie convenzionate con Banca5 S.p.A. Banca5 è la banca di prossimità del Gruppo Intesa Sanpaolo, focalizzata sull’ instant banking, che offre servizi di incasso e pagamento per i cittadini. Le operazioni di prelievo contante potranno essere effettuate su oltre 15.000 punti convenzionati che esporranno un’apposita vetrofania e il cui elenco sarà disponibile su App e sito web Banca5 e Intesa Sanpaolo. Per effettuare il prelievo, oltre all’abituale utilizzo della carta di debito e del PIN, all’intestatario della carta sarà richiesto di esibire la tessera sanitaria nazionale per consentire la lettura elettronica del codice fiscale. Le operazioni di prelievo saranno gratuite fino al 31 dicembre 2019. Silvio Fraternali, Amministratore Delegato Banca5:” L’attivazione di questo servizio, in linea con quanto definito nel Piano industriale della capogruppo Intesa Sanpaolo, consentirà ai clienti del Gruppo di effettuare prelievi di contanti in un numero importante di esercizi aperti in orari prolungati e, soprattutto, capillarmente presenti su tutto il territorio nazionale; una ulteriore rete territoriale del Gruppo che ci permette di offrire servizi semplici ma importanti per le necessità quotidiane anche in comuni spesso piccoli e meno serviti.” Salvatore Borgese, Chief Business Officer Banca5: “Da luglio i tabaccai convenzionati Banca 5 possono mettere a disposizione dei cittadini loro clienti il servizio di prelievo contante. Questo prodotto innovativo, nel modello di servizio, avrà un forte impatto sociale e rappresenta una svolta nel percorso professionale che la rete dei nostri collaboratori potrà intraprendere, attraverso l’erogazione di servizi transazionali tradizionalmente forniti da reti bancarie. Il servizio di prelievo contante è un prodotto distintivo per la rete dei tabaccai Banca 5.”

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Banca 5

Banca 5 è la banca di prossimità di Intesa Sanpaolo, focalizzata sull’instant banking e complementare rispetto ai canali già presidiati dal Gruppo. Con una piattaforma tecnologica innovativa che rispetta i più alti standard di sicurezza informatica e sfruttando la rete distributiva territoriale indiretta rappresentata dalle tabaccherie (circa 20 mila punti operativi già convenzionati), Banca 5 propone, oltre ai tradizionali servizi di incasso e pagamento, nuovi prodotti finanziari e di pubblica utilità nonché l’erogazione di servizi transazionali per i clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo. Banca 5 si rivolge a tutti i cittadini per i servizi di incasso e pagamento e, per i nuovi prodotti, principalmente ai clienti lower mass, ai “nuovi italiani” e ai giovani con un’offerta composta da cinque categorie prodotto – conto, carte, prestiti, protezione e servizi – comodamente accessibili anche dalla app e dal sito internet della Banca. Parallelamente, Banca 5 si pone come la prima Open Digital Bank italiana, garantendo piena integrazione di prodotto / processo al mondo fintech attraverso innovativi modelli di business e la propria piattaforma di tecnologica.

Manley al Lingotto per la riunione dei vertici Fca

Il nuovo ad Mike Manley è già al lavoro in vista della riunione a Torino, al Lingotto, sede storica della Fiat e poi di Fca, lunedì e martedì, del Gec – Group Executive Council, l’organismo decisionale del gruppo automobilistico, composto dai responsabili dei settori operativi guidato dall’amministratore delegato. Intanto il presidente di Fca John Elkann ha scritto una lettera ai dipendenti del gruppo,  dopo la nomina di Mike Manley ad amministratore delegato, in sostituzione di Sergio Marchionne: “Saremo eternamente grati a Sergio per i risultati che è riuscito a raggiungere e per avere reso possibile ciò che sembrava  impossibile. Ci ha insegnato ad avere coraggio e a sfidare lo status quo, a rompere gli schemi e ad andare oltre a quello che già conosciamo. E sono certo che tutti voi fornirete il massimo supporto a Mike, lavorando con lui e con il team di leadership al raggiungimento degli obiettivi del piano industriale 2018-2022 con lo stesso impegno e la stessa integrità che ci hanno guidato fino ad oggi”.

LA FIAT TORINO SCENDE IN CAMPO A SOSTEGNO DELLA BATTAGLIA CONTRO IL CANCRO

Allo studio sinergie per la raccolta fondi

Nella stagione 2018/2019 la Fiat Torino scende sul parquet anche per giocare la partita contro il cancro. Nel massimo campionato di basket e in Eurocup sulle maglie gialloblù campeggerà il logo della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, con la quale contribuirà a sostenere il prestigioso Istituto di Candiolo, fiore all’occhiello della sanità italiana. Queste due eccellenze nei rispettivi ambiti di attività studieranno anche iniziative mirate per raccogliere fondi a favore della ricerca sul cancro. Ecco il commento dei massimi rappresentanti delle due realtà. Antonio Forni, Presidente Fiat Torino basket “La Fiat Torino annuncia con orgoglio la partnership con la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro a sostegno dell’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo . Il logo della Fondazione comparirà sulla maglia da gioco della stagione 2018/2019, a suggellare la condivisione delle finalità e delle strategie di utilità e solidarietà sociale. Sosterremo attivamente le iniziative e le manifestazioni promosse dalla Fondazione, mettendo a sua disposizione lo spettacolo e le emozioni dello Sport adrenalinico per antonomasia” . Allegra Agnelli, Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro “La Fiat Torino quest’anno avrà un obiettivo in più: non solo dovrà vincere il più possibile in Italia e in Europa ma aiuterà la nostra Fondazione e l’Istituto di Candiolo a combattere una battaglia ancora più grande. E questo le fa onore. Da parte mia, non posso che essere felice di questa collaborazione che unisce due magnifiche eccellenze del nostro territorio, e ringrazio tutto lo staff e il team della Fiat Torino per aver scelto di essere al nostro fianco nella cura e nella ricerca sul cancro”. Sui campi da gioco italiani ed europei, dunque, per divertire, stupire ed aiutare sempre nel massimo rispetto dello sport e nella giusta esaltazione del valore della solidarietà.

Scontro tra due auto in via Cigna: un morto

Questa mattina, verso le sei, in via Cigna, a Torino, una Fiat Panda si è scontrata con un’Alfa Romeo Mito. L’uomo alla guida della prima vettura è morto sul colpo, ferito il conducente dell’Alfa. Lo schianto è avvenuto all’incrocio con  Lungo Dora Napoli e le due auto sono andate a sbattere contro un palo della luce. La polizia municipale sta svolgendo gli accertamenti.

 

(foto: archivio / il Torinese)

Scontri a Chiomonte: solidarietà alle forze dell’ordine

Riceviamo e pubblichiamo

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TRONZANO (FI): “IL NO A TUTTO DEI GRILLINI BLOCCA LO SVILUPPO. NOI SEMPRE CON LE FORZE DELL’ORDINE”

“Sulla vicenda Tav – scrive in una nota il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Andrea Tronzano – non è mai inutile ricordare come in questi anni l’ostruzionismo all’opera sia stato a volte violento, e a tale proposito la nostra solidarietà incondizionata va alle forze dell’ordine, che sono state bersaglio ancora ieri a Chiomonte di atti indegni e irresponsabili, frutto di un no preconcetto all’opera. Che cosa dicono i rappresentanti pentastellati delle istituzioni su questi episodi di guerriglia? Gli scontri che turbano l’ordine pubblico e mettono a rischio l’incolumità delle persone sono da condannare senza dubbi di sorta. No alla linea Tav, no alle Olimpiadi invernali, No alla Asti – Cuneo: Toninelli è il “ministro del no” che con le sue prese di posizione rischia di compromettere il futuro del Piemonte. Le sparate del cinque stelle contro tutto ciò che produce lavoro e sviluppo  non sono certo un aiuto per le popolazioni, i sindaci e le imprese piemontesi che cercano con difficoltà di uscire dalla crisi. La battaglia di Forza Italia in Consiglio regionale contro tali inaccettabili prese di posizione sarà durissima.”

 

ZANGRILLO (FI): SCONTRI INDEGNI QUANTO IL SILENZIO DEI MINISTRI GRILLINI

 

“Gli scontri avvenuti a Chiomonte sono indegni tanto quanto il silenzio dei ministri grillini che non hanno ancora trovato il tempo di condannare l’aggressione”. Ad affermarlo il deputato di Forza Italia Paolo Zangrillo. Conclude il parlamentare di Forza Italia: “Il Movimento Cinque Stelle continua a giocare con il fuoco convivendo con la parte violenta dei No Tav. Lo si capisce chiaramente quando i suoi ministri non prendono posizione contro l’ennesimo atto di guerriglia avvenuto ieri sera. Certo che se poi il ministro Toninelli da loro corda e fiato dimostrando – come fatto nei giorni scorsi – di parlare con una sola parte per la gestione del futuro dell’opera della Torino-Lione, indirettamente rinvigorisce la protesta. Credo che questo sia un problema di ordine pubblico che gli amici alleati della Lega Nord debbono affrontare nelle prossime settimane”.

 

CARRETTA E CONTICELLI (PD): SU VIOLENZA A CHIOMONTE SOLIDARIETÁ ALLE FORZE DELL’ORDINE. APPENDINO E TONINELLI SI ASSUMANO LE LORO RESPONSABILITÀ 

 

”Esprimiamo piena solidarietá, a nome del Partito Democratico, ai lavoratori delle Forze dell’Ordine per i gravi attacchi subiti a Chiomonte”, dichiarano il Segretario metropolitano Mimmo Carretta e la Consigliera regionale, presidente della Commissione Trasporti, Nadia Conticelli. “Ringraziamo gli agenti per il lavoro importante di tutela di un’opera pubblica che svolgono ormai da anni, in condizioni di tensione davvero pesanti – proseguono i due esponenti Dem -ma la politica e le istituzioni non possono limitarsi al pianto del coccodrillo. Questa volta la solidarietà ambigua da parte della Sindaca dell’area metropolitana, Appendino, non basta. Chi va prima a Roma a barattare lo stop al cantiere dell’Alta velocità deve poi prendersi la responsabilità della ripresa delle azioni violente. Cosí come il Ministro Toninelli che millanta, a giorni alterni, di fermare l’opera. I cantieri dell’Alta velocità sono in pieno svolgimento, stanno partendo le gare di appalto, questa situazione di incertezza e di ripresa di violenza é irresponsabile e mette l’Italia su un piano di debolezza a livello internazionale”.

Quelli che non piangono se Torino perde le Olimpiadi

di Rivarol
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Ma davvero vogliamo credere alla favoletta che Torino potrebbe perdere le Olimpiadi per l’opposizione di quattro-cinque consiglieri comunali, peraltro istantaneamente sostituibili con altrettanti dell’opposizione pronti a votare a favore? È possibile per una volta lasciare da parte comode ipocrisie e riconoscere il significato di atteggiamenti tiepidi, posizioni contraddittorie e gesti autolesionisti, apparentemente inspiegabili, intorno alla candidatura della nostra città? Se Torino dovesse perdere le Olimpiadi (esito per il quale ci stiamo apparentemente impegnando molto), molti attori in questa partita non si dispererebbero. Alcuni sarebbero anzi sollevati, altri persino contenti.Partiamo dal Sindaco Appendino: si dica quel che si vuole, ma se ci tenesse davvero, avrebbe mille modi per superare l’opposizione di una piccola minoranza bizzosa. Magari non portandosi il marito alle riunioni, ma facendosi forza del via libera ricevuto sia da Grillo che da Di Maio. Accettando qualche voto dell’opposizione, se necessario, presentandosi come il primo cittadino che mette l’interesse di Torino davanti alle beghe di partito o ai suoi personali problemi di carriera o – come si dice oggi – di “life balance”. Il fatto è che Chiara è la prima, in fondo, a non dispiacersi troppo se Torino perde la corsa. Bisogna capirla: in fatto di eventi non gliene riesce una. Passa dal disastro di piazza San Carlo all’edizione “chiusa” degli ex-fuochi di san Giovanni, da un eccesso all’altro. Con che coraggio se la potrebbe sentire di gestire due mesi intensi di un evento ad alto contenuto tecnico e ad alto rischio, con i riflettori di tutto il mondo puntati sul suo operato?  Quando non riesci a organizzare un maxischermo senza provocare una tragedia o un mercatino di Natale senza dare lavoro alla Guardia di Finanza, alla fine è un fatto di prudenza sottrarsi alle Olimpiadi.Un altro che non piangerebbe è Giovanni Malagò, presidente del Coni: fresco di interrogatorio sulla vicenda dello stadio della Roma, ha una storia di rapporti “complicati” con le sindache grilline e certamente sarebbe più a suo agio a lavorare con un uomo “di sistema” come Beppe Sala, sindaco di Milano. Assecondato, in questo, dai due azionisti del governo: Salvini, perchè la Lega mantiene la testa a Milano e proprio qui il ministro dell’Interno progetta di fare bottino, smantellando l’ultima ridotta di Forza Italia; Di Maio, perché le Olimpiadi sono del tutto estranee agli interessi del suo blocco elettorale meridionale e, anzi, creerebbero attriti con l’ala movimentista, fornendo occasioni ai suoi rivali (Di Battista e Roberto Fico, che accessoriamente ricopre la terza carica dello Stato) per andare all’attacco su ogni minimo scandalo, autentico e presunto. Non piangerebbero, se Torino perdesse le Olimpiadi, alcune associazioni di categoria nazionale che ostentano patriottica neutralità, ma i cui rappresentanti martellano giorno e notte parlamentari ed esponenti del Governo a favore di Milano. E non piangerebbero nemmeno nelle province piemontesi del turismo internazionale (Laghi e Langhe) perché, grazie anche allo snobismo provinciale della classe dirigente torinese (non escluso, in questo caso, neppure Chiamparino), che non ha saputo né voluto fare sistema fuori dall’area metropolitana, ormai gli operatori – inclusi albergatori e ristoratori e relativi indotti, si sono integrati in circuiti consolidati con base a Milano. Non si tratta di un complotto: è che, a differenza del 2006, la candidatura di Torino parte debole, per una varietà di ragioni. Tra tutte, la più importante è che i protagonisti o non ci credono o remano contro. Di fatto, l’unica vera carta che ci resta  è la preferenza del Cio per le città con impianti esistenti e una cultura dei Giochi stabilita. Ecco perchè qualcuno, per eliminare il rischio residuo che il Comitato alla fine scelga Torino (malgrado Coni, governo e categorie), ha pensato bene di sparare sui piedi a un campione già azzoppato.
 

Petardi no tav contro la polizia. Ma il temporale costringe i manifestanti alla fuga

Il movimento  No Tav ha inscenato nuovi scontri  in Valle di Susa. A Chiomonte, durante l’apericena del campeggio No Tav, rassegna estiva del movimento contrario alla Torino-Lione circa 150 persone si sono recate al varco del cantiere della nuova linea ferroviaria e hanno lanciato razzi e petardi contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con lacrimogeni. L’arrivo di un temporale ha  costretto i manifestanti a desistere.

La crociata di Erdogan contro il fumo

FOCUS INTERNAZIONALE 

di Filippo Re

Erdogan come Murad IV, il sultano ottomano che nel Seicento vietò tabacco, alcolici e caffè in quanto gravi segnali di depravazione e immoralità? Sembrerebbe di sì dopo la nuova stretta al fumo e alla circolazione di sigarette decisa dal super presidente della Turchia che già da anni combatte una dura battaglia contro il vizio del fumo. La legge che proibisce di fumare nei locali pubblici, nei caffè e nei ristoranti, è già in vigore dal 2009 ma ora, nelle mire del ciclone Erdogan, ci sono anche i tradizionali caffè turchi dove si fuma il narghilè, le lunghe pipe ad acqua fumate da giovani e adulti che affollano vecchi locali stravaccati su divani in uno stato di totale godimento. Questi locali dovranno essere distanti almeno 500 metri da scuole e asili, altrimenti saranno chiusi. Il piano del governo prevede inoltre che le sigarette non saranno vendute ai minori di 21 anni e sarà attuata una massiccia propaganda anti-fumo che ha già portato simbolicamente alla distruzione in queste settimane di almeno 6 milioni di sigarette di contrabbando. All’interno delle rivendite apposite telecamere controlleranno clienti e tabaccai. Che davvero Erdogan voglia imitare il suo antenato Murad IV che fece chiudere le botteghe dove si consumava tabacco e si beveva caffè, imponendo il coprifuoco nella capitale sul Bosforo, pattugliando strade e controllando le taverne? A quel tempo chi violava queste leggi rischiava perfino la condanna a morte. Con Erdogan non si scherza ma certamente non si arriverà a tanto. Comunque sia, i nuovi divieti anti fumo, che in questi anni hanno già colpito numerosi lavoratori, rischiano ora di far sparire anche i caratteristici locali con i narghilè. E soprattutto non si potrà più dire…fumi come un turco..

 

Piero Chiara, il “mago del lago”

Ho assistito alla vita qualche volta da seduto, qualche volta in piedi, partecipando al banchetto o rimanendo a bocca asciutta, ma sempre con grande piacere“.In questa nota autobiografica è racchiusa l’essenza dello spirito di Piero Chiara. Attento osservatore e straordinario narratore, lo scrittore luinese denuncia così la sua vera e grande passione: quella di raccontare i  “fatti”. Dai primi anni della sua scatenata infanzia narrati nelle “Avventure di Pierino” tra le bancarelle del mercato a rubare angurie, al porto a salvare un capretto destinato al pranzo di Pasqua o in pasticceria a combinare guai, questa passione venne trasferita nei tanti romanzi  e racconti che gli diedero fama e successo. I luoghi di Chiara sono quelli della “sponda magra” del Verbano, con i borghi stretti tra le acque del lago Maggiore e i boschi delle vallate del varesotto. E’ in quella terra che s’intrecciano le vicende personali dei protagonisti. Come scrive l’associazione degli Amici di Piero Chiara, frequentando quei luoghi sembra quasi che “dietro un’insenatura del lago, da un angolo di strada di paese, da una valle a specchio dell’acqua o da un battello che cuce l’uno all’altro i pontili delle opposte sponde, debba comparire uno dei suoi personaggi: una delle sorelle Tettamanzi, magari sottobraccio a Emerenziano Paronzini, oppure l’Orimbelli con la Tinca, o il pretore di Cuvio Augusto Vanghetta”.Piero Chiara a Luino c’era nato il 23 marzo del 1913. Suo padre Eugenio, siciliano, vi si era stabilito nel 1908, come impiegato delle Regie Dogane. La madre, Virginia Maffei, era nata a Comnago, sopra Lesa, sempre sul lago Maggiore ma sulla sponda piemontese. L’infanzia irrequieta e lo spirito ribelle gli fecero passare anni tormentati alle elementari di Luino e al  collegio Salesiano San Luigi di Intra. Nel 1925 venne ammesso nel Collegio De Filippi di Arona dove frequentò, senza infamia e senza lode, la prima e la seconda ginnasio. Nuovamente bocciato, costretto a fare il garzone da un fotografo, si iscrisse poi all’istituto Omar di Novara  dove conseguì il diploma di perito meccanico. Tornato a Luino si preparò da privatista gli esami per la licenza complementare, superandoli nel 1929. Tra tanti insuccessi scolastici, come ha scritto Giovanni Tesio in “Piero Chiara” (La Nuova Italia, 1983) “l’unico successo pieno…fu un tema su Luino,che gli valse un bel dieci e che sancisce a posteriori una vocazione e un legame”. Era evidente che, istruzione scolastica a parte, Piero Chiara coltivava già la passione per la letteratura. La sua vita è nota e ricca di avventure ma conta moltissimi il legame con la sua terra, con la provincia a nord-ovest della Lombardia dove Piero Chiara ambienta le sue storie, con il  “grande lago” che fa da palcoscenico ai racconti di vite di frontiera e di provincia, dei difetti dei personaggi quotidiani e della piccola borghesia. Narra le sue storie con stile colorito, venato di arguzia e ironia, senza tralasciare un sottile e malinconico umorismo di chi sa cogliere nel quotidiano l’essenza della vita. “Mago del lago”, lo ribattezzò Cesare Zavattini. Quel lago che amava e sul quale poteva affacciarsi ogni volta che si sedeva ai tavolini del Caffè Clerici, la sua “seconda casa” all’imbarcadero di Luino. Piero Chiara ci ha lasciato il 31 dicembre 1986, ma il suo è stato – come hanno sottolineato i suoi amici e le persone che l’hanno conosciuto direttamente o attraverso le sue opere – solo “un trapasso fisico” perché la sua creatività e l’enorme eredità letteraria ci accompagnano e ci allietano ogni giorno.

 

Marco Travaglini