redazione il torinese

Alpinisti dispersi, proseguono le ricerche

Sono riprese le ricerche dei tre alpinisti italiani dispersi sul versante francese del Monte Bianco. Si tratta di  un militare del soccorso alpino delle fiamme gialle di Bardonecchia, Alessandro Lombardini,  del fratello Luca e della sua ragazza Elisa Berton. I tre giovani sono stati visti l’ultima volta a Chamonix. La gendarmeria francese, dopo l’allarme lanciato dall’Italia, al momento non li ha trovati.

 

(foto archivio)

La gialla cotogna di Istanbul

Ma voi che ne sapete dell’amore? […] della passione che il mondo consuma?” Con questo incipit il lettore è invitato al racconto di un amore struggente e tumultuoso, nato dall’altra parte dell’Adriatico, in Bosnia, “la terra dei lunghi amori e dei lunghi rancori; una storia di amore e di morte che, affidata alla potenza della narrazione orale, ha attraversato le città e le nazioni sino a giungere a Paolo Rumiz, che ha deciso di metterla per iscritto, scegliendo la forma dell’endecasillabo. “La cotogna di Istanbul. Ballata per tre uomini e una donna” è un bellissimo libro, scritto magistralmente da Rumiz, ottenendo un buon successo.

Il racconto si snoda come un lungo, magico e dolorante poema di paesaggi, donne, passioni, strade, città, morte. Protagonisti di questo romanzo in versi, sono Max – un ingegnere austriaco – e Maša Dizdarević, donna bosniaca  austera e bellissima, con un passato intriso dalla storia del suo Paese. In una notte invernale a Sarajevo, con al neve che turbina nel vento, Maša “viso da tartara, femori lunghi e occhi come grani di uva nera” canta a Max  una sevdalinka, un’antica canzone d’amore di quelle terre:“Žute dunje”, la gialla cotogna di Istanbul. Sulle note di questa malinconica melodia, che narra di due giovani amanti e di un destino a loro avverso, scaturisce un legame profondo e indissolubile. Scrive il giornalista-narratore triestino: “Cantò nella sua lingua la struggente / tristezza dei distacchi che i balcanici / adorano ogni tanto condividere / con chi accetta di bere assieme a loro. / C’era un lamento, spesso ripetuto, / nella canzone, ed era lo stesso / che lui aveva sentito anni prima / sotto le muraglie di Diyarbakir…”. Paolo Rumiz non solo incanta ma riesce a far innamorare il lettore di tutti quei luoghi che fanno da sfondo alla narrazione: i Balcani, terra devastata dagli orrori della guerra; l’austera e asburgica Vienna, il Danubio che scorre entro i confini di dieci paesi e ,infine, Sarajevo , la città che contiene tutte le altre, da Trieste fino a Istanbul. Il suo linguaggio, ricercato ed elegante, descrive sapientemente non solo i luoghi ma anche tradizioni, riti, gli odori e i profumi di quel pezzo di Europa nato dall’incontro tra Oriente e Occidente. Nella bella Dizdarević si racchiude il mistero di quei luoghi (“Disse Maša: ‘Ancora qui si celebra / la vittoria del luogo sulle stirpi.”); con lei arriva il racconto della forza di un amore inamovibile, ampio, tremendamente calato nella cruda realtà, ma allo stesso tempo puro e ancestrale. Tra i luoghi emerge potente l’immagine di Sarajevo, serraglio per carovane, “femmina inerme in mezzo a maschi assetati di stupro”. E’ lì lo zenit in cui si incontrano Masa e Max, alla fine del confitto. Max ne rimane stregato. Basterà una cena, un timballo di carne, l’aroma del caffè. Basterà quell’ “impasto balcanico fatto di sangue e miele” per accendere la fantasia dell’uomo, che con la mente  cominciò a scavalcare secoli e montagne. Il resto lo farà una bottiglia di vodka gelata e  Maša che canta per lui con cuore ardente la canzone della cotogna d’Istanbul, dei due amanti in lotta col destino e contro la malattia della donna, la cui cura viene affidata proprio a quel miracoloso frutto giallo (“nasconde in sé anche il fiore”), che però arriverà tardi, troppo tardi. La scrittura di Rumiz ha una potenza evocativa incredibile, in questo libro, quasi sprigionasse un’energia e una profondità sconosciute: non solo scrittura o lettera, ma soprattutto è voce, parola, narrazione e ascolto. Ed è una fortuna, perché altrimenti dovremmo associarci al rimpianto di Max: “..che povero mondo è questo che ha perso / il gusto delle storie da ascoltare”.

Marco Travaglini

 

San Lorenzo, ecco come prenotare le stelle cadenti

Venerdì 10 e sabato 11 agosto 2018 Infini.to –  Via Osservatorio 30 – Pino torinese

Venerdì 10 e sabato 11 agosto Infini.to dedica due aperture speciali alle notti delle Perseidi, le “Stelle cadenti” di San Lorenzo. Due serate in cui godersi, immersi nel verde della collina torinese, uno degli spettacoli naturali più attesi dell’anno. Accompagnati dalle dolci note di un’arpa e dai comunicatori scientifici di Infini.to, è possibile trascorrere una serata tra stelle musica. Il programma prevede inoltre la visita libera del Museo interattivo, lo spettacolo del cielo nel Planetario e, su prenotazione, un gustoso apericena. In caso di maltempo l’attività di osservazione a occhio nudo dalla terrazza del Museo è sostituita da uno spettacolo live in planetario con approfondimento sul fenomeno delle “stelle cadenti”. 

BIGLIETTI

Evento serale. Gli orari vengono scelti al momento dell’acquisto del biglietto.

Per poter partecipare all’evento è necessario acquistare anticipatamente i biglietti, secondo le seguenti modalità:

– presso la biglietteria del Planetario, durante gli orari di apertura

– attraverso il circuito Ticketone online o nei punti vendita

I biglietti saranno disponibili fino a esaurimento posti.

PREZZO DEI BIGLIETTI

– Intero 12 €

– ridotto 3-11 anni 6 €

– Gratuito per bambini con meno di 3 anni. Per ottenere la gratuità, fino ad esaurimento dei posti disponibili, è necessario richiedere il biglietto omaggio scrivendo a info@planetarioditorino.it

I biglietti ridotti/omaggio verranno accettati/consegnati dietro presentazione del documento d’identità.
Si segnala che l’acquisto dei biglietti su Ticketone comporta i diritti di prevendita.

INFO e PRENOTAZIONI
Non si effettuano visite guidate.
Non sono presenti barriere architettoniche.
Per poter accedere a Infini.to è necessario percorrere Via Osservatorio seguendo la cartellonistica.

APERICENA (facoltativo e su prenotazione)

Durante la Serata la Caffetteria propone l’Apericena con servizio catering.

L’Apericena è facoltativo e la prenotazione è obbligatoria.
È possibile prenotare l’Apericena solo se già in possesso del biglietto dell’evento.
La prenotazione deve essere effettuata entro giovedì 9 agosto ore 15.00, scrivendo una mail a  infinitostarcoffee@gmail.com, segnalando il Blocco/Gruppo in cui si è stati inseriti dalla biglietteria del Museo. Indicare anche eventuali allergie/intolleranze o esigenze particolari.

Bucatini al pesto trapanese 

Il pesto alla trapanese è un condimento completamente preparato a crudo tipico della tradizione siciliana, più esattamente di quella trapanese. Un primo piatto aromatico, semplice e veloce. Adatto alla stagione estiva è apprezzato da tutti. 

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Ingredienti 
3 pomodori maturi 
80gr. di mandorle tostate 
2 spicchi di aglio 
4 foglie di menta 
Un mazzetto di basilico 
Sale, pepe, olio evo q.b. 
Pane raffermo
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Lavare i pomodori, pelarli, privarli dei semi e tritarli grossolanamente. Nel mortaio (o in alternativa, nel mixer) pestare le mandorle con un pizzico di sale grosso, aggiungere poi le foglie di basilico, la menta, l’aglio e l’olio. Amalgamare il tutto ed unire al pomodoro tritato, aggiustare di sale e pepe. Il pesto è pronto. Condire la pasta e servirla cosparsa di pane raffermo grattugiato precedentemente tostato in padella con un cucchiaio di olio.

Paperita Patty 

Il presidente del Parlamento Europeo in visita al cantiere Tav

È in programma  mercoledì 8 agosto  il  sopralluogo al cantiere Tav del presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani . L’invito è stato fatto dalla  TELT , la società pubblica italo-francese responsabile della realizzazione e gestione dell’opera, per  iniziativa dell’eurodeputato Alberto Cirio. «Come anticipato nei giorno scorsi, il presidente Tajani visiterà il cantiere Tav per ribadire la centralità di quest’opera a livello europeo  – spiega Alberto Cirio, primo firmatario della petizione europea “Sì TAV” che chiede di far rispettare al governo italiano gli impegni presi sulla Torino-Lione –  È impensabile una marcia indietro che, oltre a far perdere ogni credibilità internazionale all’Italia, rischia di esporre il nostro Paese a miliardi di euro di rimborsi e risarcimenti, non solo verso l’UE e la Francia, ma anche verso tutti gli Stati del Corridoio Mediterraneo, che va dalla Penisola iberica all’Est europeo e di cui diventeremmo l’anello mancante. Chiediamo all’Europa di essere tutelati e di aiutarci a far mantenere all’Italia gli impegni presi».

TAV, RADICALI ITALIANI: “TROPPO DEBOLE IL SOSTEGNO A SERGIO CHIAMPARINO”

Boni: “Una grande manifestazione a settembre a Torino per far vedere che C’E’ CHI DICE SI!”
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Sono quasi 20 anni che discutiamo di TAV e ogni volta si ricomincia dall’inizio, anche quando si sta già scavando. Sembra incredibile ma sta accadendo. Dopo che l’Osservatorio  in questi lunghi anni ha promosso uno dei più grandi processi garantisti per la costruzione di una infrastruttura in Italia, coinvolgendo tutti i soggetti che hanno accettato di dare un contributo; dopo le modifiche del tracciato per andare incontro alle esigenze dei territori, dopo 7 (sette!) analisi costi-benefici realizzati da organismi indipendenti, oggi un Ministro della Repubblica ci riporta alla casella di partenza come in un tragico gioco dell’oca, strumentale e ridicolo. Sergio Chiamparino si è messo alla guida di chi, con ragionevolezza e tenacia, ripete cosa dovrebbe essere evidente a tutti ma non a chi ci governa. La TAV rappresenta uno strumento per il Piemonte, per il Nord-Ovest di rimanere agganciato all’Europa ed è chiaro che rinunciare al progetto va incontro a chi continua nella politica di chiudersi su se stessi, dentro i propri confini, dentro le proprie illusioni. La TAV era un’occasione da non perdere, oggi con il 10% delle gallerie scavate abbandonare il progetto è politicamente criminale. La TAV significa sviluppare il trasporto su ferro e ridurre finalmente il trasposto su gomma, uno dei principali responsabili dell’inquinamento. Oggi la TAV ha lo stesso significato che nel 1871 ebbe la costruzione del Fréjus, un’opera che ha un orizzonte di un secolo, non di qualche anno.Sarebbe bello, opportuno, necessario, che il PD e le altre forze politiche che si oppongono a questo governo diano man forte al presidente Chiamparino, perché mi pare invece che vi sia troppa titubanza, troppa attesa, troppi dubbi. Credo che a settembre, a Torino, sia necessario manifestare in massa per far vedere che C’è chi dice SI!
 Igor Boni (Direzione nazionale Radicali Italiani)

I temporali portano via il grande caldo?

Allerta gialla sul Piemonte, da ieri per i forti temporali. Nel pomeriggio pioggia e grandine sul centro storico di Torino. Il livello di attenzione è stato diramato dall”Arpa, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. E’ calata l’alta pressione sull’Europa centro-occidentale per la progressiva avanzata di una saccatura atlantica sulla Francia. E’ in arrivo aria instabile e fresca proveniente da Ovest, causa di  temporali tra le Alpi e le pianure a nord del fiume Po. Tempo instabile  tutta la settimana, con piogge sui rilievi alpini e sulle pianure nelle ore serali.

Cambiamenti climatici: nuove soluzioni “made in Piemonte”

Tra i progetti “green” coordinati dal Polo di Innovazione Clever, “Sispe” e “Lasmon” puntano a prevenire disastri ambientali attraverso radar e “intelligenze” innovative

 

Monitorare in modo sistematico, attraverso tecnologie innovative e “intelligenti”, eventi naturali potenzialmente pericolosi per valutare in anticipo i livelli di rischio e aiutare a prevenire possibili emergenze nei confronti di ambiente, infrastrutture e popolazioni. E’ questo l’obiettivo principale di “Sispe” “Lasmon”, due dei 23 progetti “green” selezionati attraverso i bandi della Regione Piemonte per progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nell’ambito dei Poli di Innovazione, sostenuti e sviluppati con la supervisione di Clever, il Polo di innovazione piemontese dedicato a Energy e Clean Technologies, gestito e coordinato da Environment Park di Torino e dal Consorzio Un.I.Ver di Vercelli. Tra le aree di ricerca e innovazione promosse da Regione Piemonte attraverso il Polo CLEVER, oltre alla mobilità sostenibile, all’uso efficiente dell’energia e dell’acqua, alle soluzioni clean per la manifattura e all’economia circolare, negli ultimi due anni è stato infatti inserito l’attualissimo tema della mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Di fronte a un comportamento sempre più improvviso, concentrato e violento delle precipitazioni e il conseguente aumento delle probabilità di inondazioni, il progetto SISPE punta alla creazione di un sistema di monitoraggio integrato, capace nel breve termine (tra i 20 e i 30 minuti) di allertare la protezione civile in caso di superamento dei livelli di pericolosità prestabiliti e nel lungo periodo di studiare strategie preventive su determinate zone particolarmente colpite. Il sistema ideato da SISPE si avvale innanzitutto di una rete di mini radar in banda X distribuiti sul territorio con il compito di monitorare costantemente le precipitazioni per un determinato periodo di tempo (circa sei mesi) in modo da ottenere dati significativi. A questo primo database se ne unisce un secondo, di tipo idrogeologico, utile per individuare le aree più facilmente a rischio in base alle caratteristiche strutturali del terreno. L’incrocio tra queste mappature, a cui si aggiungono i dati forniti dalla sensoristica già presente in zona, come per esempio quella destinata al controllo di potenziali frane, offre un quadro esaustivo per la gestione e la prevenzione di emergenze alluvionali. Il progetto SISPE, che punta ad affiancare e successivamente sostituire i sistemi di previsione attualmente presenti come i semplici pluviometri, è stato ideato da tre aziende piemontesi, EnvisensCpk e Optimad. Studiato per i bacini montani, potrà essere utilizzato in un secondo momento anche a basse quote, per fornire un rilevamento delle precipitazioni in luoghi pianeggianti e all’interno delle vallate e offrire dati utili anche per altri settori come la viabilità e l’agricoltura.

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Nei prossimi mesi sarà testato nell’Alta Val Tanaro in Piemonte e la sua ottimizzazione è prevista intorno a giugno 2019. Dal controllo delle alluvioni a quello delle frane con il progetto LASMON (LAndslide Smart MOnitoring Network) che punta alla creazione di una rete di sensori supervisionati e coordinati da un dispositivo “intelligente” per il monitoraggio dei dissesti geo – idreologici. Un vero e proprio sistema di controllo geotecnico e ambientale strutturato a basso impatto energetico, utile sia per gestire emergenze che come elemento di analisi permanente su aree e strutture ritenute critiche. La vera novità del progetto LASMON, rispetto ai sistemi di monitoraggio disponibili sul mercato, risiede proprio nella presenza fisica di un controllore di campo (PLC) “intelligente”: il suo compito è quello di ricevere, attraverso una rete di comunicazione wireless, gli input provenienti dai diversi sensori installati in uno specifico territorio (dai classici pluviometri per l’analisi delle precipitazioni agli estensimetri a filo per il controllo della stabilità dei grandi blocchi, dai vibrometri agli accelerometri per il monitoraggio degli urti sulle barriere paramassi, fino alle telecamere per la sorveglianza dell’area monitorata ) e trasformarli autonomamente in dati aggregati, utili per offrire un quadro verosimile del contesto, diramare eventuali “allarmi”, modificare i settaggi dei sensori stessi e studiare possibili azioni da portare avanti in futuro. Operando singolarmente, infatti, i sensori non sono sempre in grado di distinguere le allerte proprie dei sistemi franosi e spesso le anomalie da loro riscontrate possono dipendere da interferenze legate all’ambiente circostante (come ad esempio il passaggio di un animale selvatico o un ramo che cade). In un’ottica di “lavoro di gruppo”, invece, i dati forniti e assemblati permettono una visione più chiara e rappresentativa della situazione reale. Accanto gli aspetti puramente legati alla sicurezza, questo nuovo sistema di controllo “intelligente” favorisce anche un’ottimizzazione delle risorse, sia dal punto di vista economico che energetico. Il progetto Lasmon sta vivendo in questo periodo la propria fase di test sul campo prove identificato in Val Pelline (AO): un contesto volutamente complesso in modo da sperimentare le potenzialità di questo sistema a fronte degli innumerevoli disagi presenti nel sito. Le verifiche si concentreranno sul monitoraggio delle barriere paramassi attraverso due diverse tipologie di sensori governati dal dispositivo “intelligente”. Nell’ottica di lungo periodo questo modello potrà poi adattarsi ad aree più vaste, coinvolgendo un numero più ampio di sensori. Il sistema di monitoraggio prevede anche lo sviluppo di una piattaforma Web-GIS con specifici moduli ideati per la gestione e la trasmissione dei dati, anche attraverso l’utilizzo di immagini e modelli in 3D. Ideato da tre aziende piemontesi, GD Test, Capetti Elettronica e C-Labs con il supporto scientifico dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica CNR-IRPI di Torino, Lasmon concluderà il suo periodo di sviluppo progettuale e test intorno alla fine del 2019.

 

Tiro con l’arco: le medaglie piemontesi al Lago Laceno

Al Lago Laceno (Avellino) si è concluso  il fine settimana dei Campionati Italiani 3D, 13esima edizione dell’evento tricolore che dodici mesi fa si tenne a Cantalupa. Tante le medaglie raccolte dagli atleti piemontesi – 2 ori, 6 argenti e 2 bronzi – e in particolare dagli Arcieri delle Alpi, società che ha trionfato nelle gare a squadre sia in campo femminile sia in campo maschile. Giuliana Comino, Irene Franchini e Marina Tesio hanno battuto 98-84 in finale gli Arcieri Tigullio (Finessi, Forni, Noziglia), mentre Danilo Fornasier, Enzo Lazzaroni e Giuseppe Seimandi hanno superato 111-107 gli Arcieri Fivizzano (Bellotti, Gallo, Pontremolesi). Terze tra le donne gli Arcieri della Rupe (Bassi, Cionna, Marcaccini), bronzo uomini per gli Arcieri Lodigiani (Marescalchi, Perucchi, Salvoni). 



Tre arcieri piemontesi si sono ritrovati nelle semifinali del compound over 20, ma a conquistare il titolo italiano è stato Paolo Dalla Santa (Archery Club Montebelluna), che in finale ha sconfitto 40-38 Silvio Schiari (Arcieri delle Alpi). Nella sfida per il terzo posto – riedizione della finale dello scorso anno – Giuseppe Seimandi (Fiamme Azzurre/Arcieri delle Alpi) ha sconfitto allo shoot off 39-39 (10-8) il campione italiano in carica Giuseppe Abagnale (Vercelli Archery Team). 

Nell’istintivo Senior medaglia di bronzo per Alessandro Di Nardo (Arcieri delle Alpi), a segno alla freccia di spareggio 26-26 (11-5) contro Fabio Pittaluga (AGA). Il titolo tricolore è andato a Mario Taufer (ANB Fiamme Cremisi), che ha superato 37-31 Federico Perucchi (Arcieri Lodigiani). 

Giuliano Faletti (Arcieri delle Alpi) è argento nel longbow Senior. Bronzo mondiale nello scorso settembre, Faletti ha perso 36-31 in finale contro Alfredo Dondi (Arcieri Tigullio). Argento piemontese anche nel longbow femminile, dove la campionessa italiana in carica Giulia Barbaro (Arcieri I Gatti) ha perso 23-19 la finalissima contro Paola Sacchetti (Arcieri Città di Pescia). 

Altre tre medaglie d’argento per il Piemonte sono arrivate tra gli Junior (under 20). Giada Baron (Arcieri delle Alpi) si è fermata nella finale del compound contro Paola Natale. Stesso discorso per Gianlorenzo Soldi (Arcieri Varian), superato da Samuele Tironi (Arcieri dell’Airone) nella finale dell’arco nudo. Marta Vacchetti (Arcieri Langhe e Roero) si è arresa all’ultimo atto del longbow contro Martina Peserini (Tibur Archery Team). Quarto, infine, Michea Godano (Arclub I Falchi Bra) nel compound Junior. 

Risultati completi a questo link 

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European Grand Prix, Alex Boggiatto oro a squadre nel compound

Medaglia d’oro a squadre per Alex Boggiatto e l’Italia del compound all’European Grand Prix di Sofia. Il giovane arciere dell’Ar.Co. Arcieri Collegno, insieme a Alessandro Lodetti e Viviano Mior ha conquistato l’oro battendo 226-225 in finale la Turchia (Cagiran, Elmaagacli, Yakali). Azzurri avanti nella prima volée 58-57 e sconfitti 58-54 nella seconda tornata di frecce, subito ribaltata dal 57-53 a favore nel set successivo. Pareggio nell’ultima volée (57-57), sufficiente agli azzurri per rimanere davanti. Il cammino di Boggiatto, Lodetti e Mior nel Grand Prix era iniziato con il secondo posto in qualifica alle spalle della stessa Turchia ed era proseguito con la vittoria ai quarti contro la Grecia (230-225) e in semifinale contro la Romania (230-223). Nel torneo individuale Alex Boggiatto è uscito di scena agli ottavi, eliminato alla freccia di spareggio dallo slovacco Jozef Bosansky (146-146, 9-X). Alex aveva chiuso la qualifica 11esimo con 694 punti e nei primi due turni del tabellone aveva sconfitto 144-131 il bulgaro Vasil Genov e 149-139 il lussemburghese Timo Bega.
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Luca Bianco