redazione il torinese

Ettore Cascioli e l’atelier in Monferrato

La bella dimora settecentesca situata a Ponzano nel cuore del Monferrato, a pochi passi dal Sacro Monte di Crea patrimonio dell’Unesco, tipico esempio di casa padronale con adiacenti antiche costruzioni agricole, è stata restaurata con rispetto conservativo e trasformata dall’attuale proprietario in centro culturale denominato “Atelier al Sagittario”


Ettore Cascioli, milanese, professore universitario di metodi quantitativi per i processi decisionali, si è qui trasferito da alcuni decenni soddisfacendo l’esigenza a lungo accarezzata di trovare un luogo ideale, vera casa d’artista, lontano dal frastuono della città e dedicarsi ad un’assidua sperimentazione della foto pittura, forma d’arte contemporanea, di cui è maestro, che, partendo dalla fotografia, realizza con interventi creativi immagini dalla parvenza simile alla pittura. L’artista non si è chiuso però nella cosiddetta torre d’avorio poiché ha accresciuto i propri intenti culturali attuando un interessante progetto di valorizzazione del territorio col dotare i rustici di ogni moderna attrezzatura al fine di rendere attuabili conferenze, seminari, mostre d’arte, incontri musicali e manifestazioni enogastronomiche. E’ stata data anche l’opportunità di avere a disposizione una struttura indipendente, per chi volesse soggiornarvi, dotata di ogni confort, affacciata su un giardinetto privato da cui si accede alla chiesetta dedicata a san Bernardo, consacrata nel 1783 come attesta un documento manoscritto e firmato, nel cui interno, lasciato appositamente disadorno come ai tempi, si respira il sentore della fede umile e sincera della popolazione agreste del passato. Spettacolare e lussureggiante, al contrario, sulla lato est a fianco della casa padronale, lo splendido parco alterna zone d’ombra sotto alberi secolari, dominati dal maestoso cedro del Libano, a distese soleggiate di profumata lavanda, roseti, cespugli di azalee, peonie ed erbe officinali, mentre il geometrico labirinto segnato da fitte siepi di bosso riconsegna l’eleganza dei giardini all’italiana delle antiche dimore signorili.

 

Giuliana Romano Bussola


 

L’altra Appendino: Maddalena, la merciaia di via Morosini

TIPI TORINESI

Incontriamo Maddalena Appendino nel suo negozio di merceria in via Morosini 1 a pochi passi da Corso Vittorio Emanuele II. Una signora energica e spiritosa di 85 anni che legge senza occhiali. Mette subito le mani avanti la signora Appendino: “Non sono parente della sindaca Chiara Appendino”. Gli Appendino  a Carmagnola sono tantissimi, ci sono i ricchi e i poveri: “io faccio parte -dice sorridendo- dei secondi “. 

Ci racconta come ha iniziato il suo lavoro?
E’ dal 1969 che sono qui dentro; la storia di via Morosini la conosco tutta! sono mancata dal negozio soltanto per un periodo perchè in passato ho avuto un incidente e così ho dovuto organizzare il lavoro da casa con le commesse. Il negozio allora non era bello. Ma la zona era bella e lo è ancora oggi. Il lavoro non mancava. Oggi sono meno i “signori” rispetto ad una volta. 
E l’attestato di fedeltà al lavoro qui appeso?
E’ stata organizzata una bella festa dai commercianti al Lingotto nella sala Giovanni Agnelli; eravamo più di trecento. Sono stata invitata insieme alla Signora Ghio: le due merciaie più vecchie di Torino. Siamo salite sul palco e ci è stato consegnato l’attestato: il mio è esposto in vetrina. E’ stata una festa meravigliosa che non si può immaginare. A seguire c’è stato un ricevimento con i prodotti delle Langhe:  i salatini, i vini e i formaggi di quelle zone; c’era di tutto! Pensi che io non volevo partecipare perchè sono fatta a modo mio. Quando è arrivato l’invito, ho detto a mia cognata che non sarei andata. Lei invece mi ha incoraggiato ad andare dicendomi: “fatti furba, andiamo!”. Ed aveva ragione Lei! perchè poi sono stata contenta. 
Ha qualche aneddotto da raccontare? 
Non ho ricordi particolari. Sono sempre stata fortunata con i clienti. Prima di iniziare il lavoro da commerciante facevo la sarta in via Vela 42 qui vicino. Le clienti erano signore della Crocetta. In seguito ho trovato questo negozio. Era condotto da due anziani. Non avevo soldi per comprarlo. Mi piaceva e mi piaceva. Mio cognato, che era una brava persona, mi ha detto:” te li presto io i soldi” e così è stato. Io ne avevo un po’ da parte.Il mio padrino, che era benestante, ogni tanto mi regalava qualche soldo in occasioni particolari: la prima comunione, la cresima e cosi via. Mio padre lì portava in banca e così mi sono ritrovata un bel gruzzoletto.
E quindi è iniziata l’avventura in via Morosini…
Dovendo pagare i debiti all’inizio tenevo per me la merce più che economica: per esempio le calze da poche lire. E così risparmiando ho pagato tutto; ho restituito i soldi a mio cognato ed ho fatto una vita normalissima. La clientela è sempre stata una buona clientela; solo che adesso è tutto cambiato, nel senso che prima c’erano le famiglie e ora ci sono gli uffici e la vendita è tutta un’altra cosa. Prima veniva la signora che in autunno o in primavera faceva il cambio della biancheria. Oggi l’impiegata passa di fretta per comprare un paio di calze. Ma la zona è bella! Mio nipote vorrebbe che mi ritirassi…anzi si è persino mosso per disdire il contratto con con la proprietà del negozio, l’Atc di Torino. Un giorno non vedendo arrivare le fatture dell’affitto telefono all’Atc  e scopro che attendevano le chiavi del negozio e che ero in arretrato con i pagamenti. Incarico subito  mio nipote di provvedere e così sono ancora qui! Molte persone vorrebbero il mio negozio ma devo trovare l’acquirente giusto.
E subisce la concorrenza dei centri commerciali? 
Direi di no. Chi sa comprare, per determinate cose, non va nei centri commerciali. E quindi no. E poi  – dice sospirando –  ci sono i cinesi…A volte arriva qualche ragazza per chiedermi la riparazione di alcuni capi di abbigliamento e quando torna per ritirare il capo si lamentano del prezzo. E allora consiglio loro di comprare i vestiti che vadano bene, che siano perfetti altrimenti non conviene la riparazione. Va detto che i cinesi hanno anche dei bei tessuti ma la confezione lascia un pò a desiderare e d’altra parte alle lavoranti non danno una buona retribuzione. Non possono pretendere le clienti di comprare un abito firmato come un “Christian Dior”. Nessuno regala niente.
E se dovesse consigliare il suo mestiere?
 Uhm … Non vedo grande voglia di lavorare in giro. La prima cosa che mi chiedono è se il sabato si lavora e la seconda domanda è quanto è lo stipendio. Allora secondo me la situazione è questa: non c’è molta voglia di imparare un mestiere. Quando sono entrata qui dentro non avevo soldi, venivo da Carmagnola con il treno e spesso, scesa alla stazione di Porta Nuova, venivo a piedi. Il tram era un lusso. Alla sera rientravo a casa perchè avevo mia mamma sola e aveva bisogno delle mie cure. Devo riconoscere che, ascoltando mio cognato, ho fatto bene a prendere in affitto un alloggio perchè in seguito si è rivelato molto utile quando ho avuto l’incidente e così mia madre mi ha poi raggiunto a Torino. Nella vita occorre darsi “un andi”, darsi da fare. La necessità aguzza l’ingegno dice il proverbio. Quando ero giovane io eravamo in tempo di guerra e allora le cose erano complicate e difficili.
Ecco, quali soni i suoi ricordi del tempo di guerra?
Mi ricordo che purtroppo in casa avevamo pochissimo da mangiare e naturalmente  non avevamo lo zucchero e il caffè. Un giorno a Carmagnola entrano i tedeschi nel nostro cortile; noi  nascondevamo due partigiani sotto il letto. I tedeschi decidono di farsi il caffè nel cortile con lo zucchero e noi, non avendo nulla, guardavamo la scena con invidia. Poi hanno dato fuoco al mio borgo e, ad un certo punto, anche il materasso del letto è stato raggiunto dalle fiamme. Mia sorella l’ha preso e gettato in cortile sventando l’incendio in casa. I tedeschi volevamo impiccare sette capifamiglia; il parroco è andato da 
loro e si è offerto di essere ucciso al posto dei padri di famiglia, “piuttosto date fuoco alle case” ha chiesto e cosi hanno deciso e fatto; però non hanno ucciso quelle persone. Ricordo anche mio fratello allora giovane, si era nascosto dal nonno insieme ad un mio cugino per sfuggire alla cattura.  Purtroppo un ragazzo che abitava nella nostra via è stato ucciso per la strada. Brutte storie!Oggi nel borgo c’è una piazza dedicata a Don Bella, il parroco che aveva offerto la propria vita; e ci sono altre vie intitolate alle vittime di quel periodo. In particolare ricordo una via dedicata a Giovanni Rubatto. In quel periodo andavo a scuola, avevo una maestra fascista; al mattino presto d’inverno, con le finestre spalancate, ci faceva cantare: “Vincere”; un giorno dovendo passare Mussolini in treno da Carmagnola ci portarono alla stazione per salutarlo; quella volta ero influenzata ma ero caposquadra delle “Piccole Italiane” e così andai per forza. Quando tornai a casa la madrina mi chiese del Duce ed io le risposi che era una persona normalissima. La maestra ci faceva una testa così con il Duce. Aveva perfino fatto appendere la foto di Mussolini sopra il Crocifisso! Poi il direttore della scuola gliela fece abbassare. Devo dire però che era una buona maestra.Un ultimo episodio voglio ricordare; mi sono salvata da un attacco aereo: mitragliavano dall’alto una tradotta. Ero sul ponte della ferrovia e grazie ad un signore che mi ha spinto per terra ho evitato i colpi. Quando sono arrivata al lavoro, la mamma della signora per cui lavoravo mi ha spiegato del treno e della merce trasportata: erano castagne bianche. Ne ha preso una borsata e cosi alla sera le abbiamo mangiate per cena.Nella vita ci vuole anche fortuna.
Signora, chiudiamo l’intervista con qualcosa di bello
 Maddalena Appendino si alza e mi invita a seguirla nell’alloggio vicino al negozio e dal cortile mi fa ammirare un grande ippocastano che svetta fino al quarto piano delle case intorno.Una parte della sua Carmagnola in città, un verde davvero inaspettato che rallegra la giornata.
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Franco Maria Botta

Anno scolastico al via con meno studenti

Sono più di  530mila gli scolari che lunedì rientreranno in aula in Piemonte  nelle 552 realtà scolastiche statali e circa 14mila i giovani iscritti ai percorsi di istruzione e formazione professionale presso le 27 agenzie formative della Regione.  Circa 6 mila in meno gli studenti rispetto  allo scorso mentre aumentano gli alunni con disabilità certificata: sono 14.631, il 2,8% del totale, 206 in più del 2017. Aumentano rispetto all’anno scorso i docenti:  59.482 e di questi  11.637 di sostegno. L’assessore regionale all’Istruzione , Gianna Pentenero, e il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Fabrizio Manca, sottolineano la situazione “molto preoccupante dei dirigenti di ruolo, che sono 341 contro 208 reggenti, un dato in aumento”.

Libia: la guerra annunciata e le identiche visioni di Matteo Renzi e Emmanuel Macron

Molto probabilmente quando uno parla, in questo caso Matteo Renzi, non presta attenzione a quello che dice e, a forza di sparare a mitraglia, parole su parole non si rende conto delle gaffe. Così è avvenuto che, in un’intervista televisiva, Renzi abbia detto che la sua visione delle cose (politiche) è come quella di Macron. In effetti i due sono assimilabili, il francese cala, a rotta di collo, nei sondaggi e l’italiano Renzi lo insegue per non arrivare secondo. Eppure gli italiani gli avevano assegnato un’apertura di credito illimitato che lui ha, miseramente, sciupato. Tuttavia, nella sua prosopopea ancora oggi non si rende conto perché glielo abbiano ritirata. Non rendersi conto che “sposare” la linea di Macron ed è altrettanto deleterio ne è una nuova conferma, ma soprattutto gli interessi francesi non sono quelli dell’Italia. Come sia drammatica la visione sulla Libia di Emmanuel Macron per il nostro Paese lo stiamo vedendo e ancor più lo registreremo a breve. Dopo il disastro di Nicolas Sarkozy che aveva creato il disastro facendo cadere il dittatore libico Mohamed Gheddafi, il peggio è arrivato, ma non avrà mai fine perché ci pensa Macron ( ribattezzato in Francia Macroncino, all’italiana) ad aggravarlo. L’attivismo del presidente francese lo ha portato in Lussemburgo per un pranzo con i tre premier del

Benelux, seguito da una «consultazione con i cittadini» alla Filarmonica, a Marsiglia ha accolto la Cancelliera Merkel, preceduta da una visita ufficiale in Danimarca e Finlandia. Vale a dire, sono stati frutto di attenzione già 14 dei 28 Paesi dell’Unione, ma ci si aspetta il completamento del tour. Un super attivismo spiegabile solo con le prossime elezioni europee, a primavera 2019. Votazioni cruciali per l’Europa, ma anche per la carriera politica dell’unico capo di Stato che si è impegnato a fondo per rilanciare l’integrazione del continente. I sondaggi per lui sono invece preoccupanti: a otto mesi dal voto il suo partito è in calo di due punti e si attesta al 20% dei suffragi, davanti al Rassemblement national (ex FN) che lo segue al 17%, con la destra dei Républicains stabile al 15%, seguiti al 14% dalla France Insoumise, protagonista di un balzo in avanti di tre punti. Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon vogliono trasformare le prossime elezioni europee in un referendum contro Macron, se malauguratamente in Libia le cose dovessero peggiorare, i sondaggi subirebbero un ulteriore peggioramento. Lui (il divin Macron) accetta la sfida e come Mattero Renzi si sente invincibile. Appunto!

Tommaso Lo Russo

 

Per rilanciare la montagna

I Giochi olimpici invernali del 2026 potrebbero portare una boccata d’ossigeno alle nostre montagne, sempre più disabitate e vittime della desertificazione commerciale e produttiva. Nel frattempo – sperando che il sogno a cinque cerchi diventi realtà – è  stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Piemonte il bando “Eventi e manifestazioni sul territorio montano”. Con tale intervento il settore regionale Sviluppo della montagna e cooperazione transfrontaliera destina 500 mila euro per il sostegno a iniziative di carattere locale che valorizzano e promuovono il territorio montano in ambito culturale, turistico e sportivo. Un aiutino, ma almeno si tratta di un segnale per le montagne. Il bando ammette al finanziamento le iniziative realizzate nel corso dell’anno 2018 con carattere di manifestazioni, eventi di promozione, convegni, studi, ricerche, rassegne e pubblicazioni, aventi quale filo conduttore la promozione della montagna piemontese. Escluse dalla possibilità di finanziamento le fiere, i mercati, i concerti e i raduni. Possono partecipare al bando gli enti pubblici, le associazioni e altri soggetti senza scopo di lucro. “Con questo bando – commenta l’assessore allo Sviluppo della montagna, Alberto Valmaggia – la Regione intende fornire il proprio contributo per la realizzazione di quelle iniziative ritenute valide per promuovere la bellezza e la cultura delle nostre montagne, riconoscendone l’importanza soprattutto in contrasto allo spopolamento delle terre alte”. La regione spiega che “la richiesta di contributo relativo all’evento non potrà essere superiore al 70% della spesa ammissibile, e comunque non superiore a 15mila euro e non inferiore ai mille. La stessa, redatta sull’apposita modulistica, dovrà essere trasmessa alla Regione Piemonte esclusivamente tramite posta elettronica certificata (PEC) entro e non oltre le ore 24 di venerdì 28 settembre 2018”.

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Il bando e le relativa modulistica sono pubblicati sul Bollettino ufficiale della Regione Piemonte e, a breve, nell’apposita sezione “Bandi e finanziamenti”. Per informazioni è possibile contattare il settore Sviluppo della montagna e cooperazione transfrontaliera (corso Kennedy, 7 bis – 12100 – Cuneo) e-mail: montagna@regione.piemonte.it

La ringhiera

Una volta erano le case di ringhiera. Case, quelle con un gabinetto in comune situato sul balcone , appunto, con la ringhiera , che hanno segnato un periodo importante del secolo scorso, il ‘900, prima come risposta all’emergenza abitativa, insieme alle soffitte, delle masse che dalle campagne del Piemonte, del Veneto e del Sud Italia , accorrevano verso la grande città , Torino e Milano. Erano attratte e rispondevano alla fame di manodopera dell’industria in un paese, l’Italia, che usciva definitivamente dalla tragedia e dalle distruzioni della seconda guerra mondiale dando così vita ad uno sviluppo industriale economico e sociale tumultuoso. Quelle case di ringhiera e quelle soffitte vennero gradualmente, abbandonate per più moderne e più confortevoli appartamenti in quegli anonimi casermoni che hanno popolato le periferie urbane. Per molti di noi e nell’immaginario collettivo le case di ringhiera erano un tutt’uno con le ” Barriere” ( i quartieri periferici ) operaie. Ora quelle rimaste , le case di ringhiera, vengono recuperate e ristrutturate in appartamenti di pregio e alla moda.  Ai nostri giorni una ” ringhiera ” di un giardino di uno di quei quartieri operai, quello di Madonna di Campagna a Torino e più precisamente in Piazza Mattirolo, vittima della distrazione di una giovane, presumo, mamma , per essere sostituita deve aspettare quasi due anni. In una grigia giornata dell’autunno del 2016 accompagnando tre ragazzini a scuola abbordò male la curva della Piazza travolgendo la ringhiera del giardino fermandosi letteralmente sopra una delle panchine che ebbe così la sorte peggiore, completamente schiacciata dalla Panda. Quasi due anni, è avvenuta qualche mese fa, per sostituire pochi metri di recinzione , la nostra “ringhiera” , mentre lo spazio della panchina è ancora vuoto , orfano, ed attende ancora la sostituzione. I pensionati di Piazza Mattirolo, frequentatissima anche da mamme e bambini, ne reclamano la sostituzione e segnalano che il danno è stato risarcito dall’assicurazione dell’auto.  Nota positiva, i tre ragazzini usciti incolumi dall’auto e raccattati gli zainetti andarono velocemente , a piedi, a scuola.

Goodbye Summer Fest

Nella splendida cornice del Parco Culturale le Serre di Grugliasco, si svolge per il terzo anno consecutivo il Goodbye Summer Fest, evento ideato per colmare la mancanza di offerta culturale del periodo e per salutare l’estate con un colorato e divertente arrivederci all’interno di una dei parchi più belli della provincia di Torino

Questa terza edizione si svolge in un’unica giornata, il 22 settembre a partire dalle ore 16, con un programma che propone attività culturali, ricreative e sportive per tutte le età e un’ampia area ristoro per tutti i gusti. Una grande festa di fine estate con visite gratuite al Museo Gianduja, curato dall’Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare, e al RIMU – Rifugio Antiaereo e Museo della Città, la Cooperativa Sociale La Bottega Onlus con mostra fotografica “Immagini che lasciano il segno” e stand con prodotti solidali realizzati dai loro ragazzi, laboratori ludici su lingue straniere per bambini a cura della scuola Babel Labs,  laboratori di disegno e pittura per bambini a cura del progetto “La stanza della meraviglie” di Silvia Gariglio, lezioni di yoga sul prato con Nicoletta Napoli del progetto YOU, calcio balilla e sport con campi da pallavolo, pallacanestro e ping pongesibizioni di danza e lezioni di prova gratuite a cura della Turin Dance Academy, la casa editrice Autori Riuniti con i suoi libri e i suoi quiz culturali, inaugurazione del progetto di bookcrossing “ScambiaLibro” promosso dall’associazione Cojtà Gruliascheisa, stand informativo del C.A.N.C – Centro Animali Non Convenzionali  e tanta musica con i concerti dei gruppi Smash All, special band composta da 3 educatori e 5 ragazzi diversamente abili, I Vitelloni e i Surfoniani. Una bella occasione per passare una giornata tra arte, divertimento, gusto e natura all’interno del bellissimo Parco Culturale Le Serre, luogo d’incontro e fruizione dell’arte nel centro storico della città con 35 mila metri quadri immersi nel verde ed edifici storici, tra i quali spicca la magnifica settecentesca Villa Boriglione Moriondo.

Il parco è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, gode di un adiacente ampio parcheggio libero la manifestazione si svolgerà anche in caso di maltempo presso la struttura La Nave.

I CONCERTI E LE BAND
Sono tre i gruppi che suoneranno nell’arco della serata: gli Smash All, I Vitelloni Orchestra e i Surfoniani.
Alle ore 19:30 aprono gli Smash All, una special band composta da 3 educatori e 5 ragazzi diversamente abili, nata dopo un lungo lavoro svolto all’interno di un laboratorio musicale curato dalla Cooperativa L’Arcobaleno di Torino che ha permesso a diversi ragazzi disabili di esprimersi emotivamente. Con le chitarre ed il basso dei tre educatori e i diversi strumenti a percussione (batteria, jembè, congas, rototom, maracas, tamburo, tamburello e sonagli vari) e a fiato (flauto traverso e clarino) suonati dai ragazzi, la band esegue propri brani e cover pop e rock riarrangiate con originalità. L’esperienza live di oltre 50 concerti ha donato a questi ragazzi preziose occasioni di socializzazione e inclusione sociale con ottime ricadute positive sulla loro autostima.
Alle ore 21:00 sarà la volta de I Vitelloni Orchestra, una band che fa incontrare il rock’n’roll con la musica da balera, dando vita a uno spettacolo d’altri tempi e trasposrtando il pubblico in un viaggio nella storia della canzone italiana, attraverso tutti gli stili che ne hanno caratterizzato l’evoluzione e a ironici e originali arrangiamenti. Dallo swing del Quartetto Cetra, fino al rock raffinato di Lucio Battisti, passando per il jazz da night club, il rock’n’roll, il beat e il sound caraibico. Il progetto I Vitelloni è curato da Simone Costrino – cantante, polistrumentista e arrangiatore, diplomato al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano – insieme a Francesco Vigna (chitarra e voce), Luca Zennaro (sax), Corrado Calcagno (tromba9, Federico Griso (batteria) e Ignazio Ciofalo (percussioni e voce)
Dalle ore 22:30 la chiusura è affidata a i Surfoniani, un trio di surf music, devoti alle sonorità più riverberate dei primi anni Sessanta. Sono di Torino, sono attivi dal 2005 e sono costituiti da Giamba alla chitarra, Fra al contrabbasso e Tony alla batteria. La struttura musicale dei loro pezzi è spesso caratterizzata da una potente sezione ritmica di contrabbasso e batteria, sulla quale si scaglia la selvaggia chitarra di Giamba. Oltre alle partecipazioni ad alcuni importanti festival, i Surfoniani hanno all’attivo un centinaio di concerti tra Piemonte, Lombardia e Liguria e un disco uscito nell’estate del 2016 con 11 tracce originali.

L’AREA RISTORO
All’interno del Parco viene allestita un’area ristoro con cibo di qualità per tutti i gusti.
Ci saranno i food truck “Che ti frulla” con centrifugati e frullati, “Vanilla” con granite ed altri prodotti siciliani, “Cucinando su due ruote” che propone cucina vegana con uso della canapa, “Agribiscotto” con pizza e prodotti da forno, “Tripel B” con birre belghe ed altri ancora con pasta e panini.

POLLIOTTO (UNC): “COME RECLAMARE I CONTI DORMIENTI”

Scade a Novembre 2018 il termine per richiedere somme mai movimentate negli ultimi 20 anni

Dal prossimo novembre cadranno irrimediabilmente in prescrizione. Sono i cosiddetti ‘Conti dormienti’, per i quali si avvia alla scadenza il termine per richiederne le somme: in particolar modo, quelle relative ai primi di essi, affluiti al Fondo Rapporto Dormienti nel novembre 2008. Dopodiché l’esigibilità non sarà più consentita, come ricorda il Ministero dell’Economia e delle Finanze.“Al via, dunque, la prima scadenza per reclamare il denaro ‘dimenticati’ o ereditato su libretti di risparmio bancari e postali, conti correnti bancari e postali, azioni, obbligazioni, certificati di deposito e fondi d’investimento nonché assegni circolari, ma mai movimentato negli ultimi vent’anni”, ricorda l’Avvocato Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 a oggi la prima più antica e autorevole associazione consumeristica italiana.

 

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Si tratta in pratica di somme mai movimentate per 20 anni, per le quali il Mef ritiene corretto invitare a effettuare una verifica puntuale se ne esistano di intestate a proprio nome o a nome di familiari di cui si possa essere eredi: al fine di inoltrare per tempo idonea domanda di rimborso”, spiega il noto legale. A tal fine, è possibile usufruire del sito della Consap per l’inoltro telematico delle domande tramite Portale Unico all’indirizzo http://portale.consap.it/), oppure a mezzo Raccomandata a/r o Raccomandata a mano presso la sede della società. Precisa l’Avvocato Polliotto: “Si tratta di un fatto importante, che riguarda depositi in denaro per un importo complessivo di circa 1 miliardo e mezzo di euro. Per ‘svegliare’ un ‘conto dormiente’, è possibile attuare alcune importanti operazioni, tra cui in primis fare comunicazione alla banca con cui si conferma la volontà di continuare il rapporto. Oppure trasmettere la comunicazione di cambio di residenza, effettuare la richiesta di un saldo aggiornato del conto corrente, di copia dei documenti bancari, di un nuovo libretto degli assegni. Ma anche un prelievo, un versamento, un pagamento con carta di credito o bancomat. E’ bene sapere Se il titolare di un conto dormiente è deceduto, gli eredi sono obbligati a comunicare all’istituto di credito il proprio diritto di subentro quali nuovi titolari del conto, esibendo un certificato di morte e tutti i documenti necessari per il corretto e puntuale avvio delle azioni successorie”, conclude la Presidente di Unione Nazionale Consumatori del Piemonte.

“Donne, denunciate le violenze”

L’assessora ai Diritti e alle Pari opportunità, Monica Cerutti, ritiene che le donne vittime di violenza non debbano aver a paura a denunciare queste situazioni. “Non mi stanco di dire, a tutte le donne, che dal 2016 la Regione Piemonte ha una nuova legge a tutela delle vittime di maltrattamenti. Non aspettate che sia troppo tardi! Denunciate! Chiamate il 1522 – sostiene Cerutti – I nostri Centri antiviolenza vi possono assistere e, se necessario, abbiamo posti nelle case rifugio, oltre a un fondo che vi aiuterà a sostenere le spese legali. Il nostro ente sta inoltre sostenendo finanziariamente la rete contro la violenza della Città metropolitana e auspica che possa consolidarsi ed essere sempre più efficace”.

GG – www.regione.piemonte.it

Il 15 settembre torna la Festa dei vicini

Qualche città l’ha già festeggiata. Altre hanno dato il via alle iscrizioni. L’edizione 2018 della Festa dei Vicini a Torino dà appuntamento per sabato 15 e domenica 16 settembre e si prepara a replicare il grande successo di quelle precedenti.  La manifestazione, promossa dall’associazione European Neighbour’s Day e in Italia da Anci e Federcasa, si pone l’obiettivo di contrastare l’isolamento e l’individualismo tipici dei quartieri cittadini e promuovere il valore comune della cittadinanza europea. Nata nel 17° Arrondissement di Parigi nel 1999, ha ottenuto un successo immediato e crescente diventando un appuntamento irrinunciabile per quasi dieci milioni di cittadini di una trentina di Paesi diversi (dal Canada al Giappone) e più di 720 Città.  La Città di Torino ha aderito per la prima volta nel 2006, insieme all’Atc, e da allora oltre 5mila cittadini hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa, con adesioni sempre più numerose anno dopo anno: piazze, strade, giardini e cortili sono stati luogo di incontro fra privati cittadini, supportati dalle associazioni che hanno promosso e favorito la partecipazione. Interi caseggiati hanno chiuso la strada davanti al portone per ampliare l’accoglienza ai palazzi vicini, ai passanti, in un’occasione di riconquista degli spazi sociali. Iscriversi è semplice: basta scaricare il modulo che si trova sul sito della Città di Torino e su quello di Atc (www.comune.torino.it/festadeivicini), compilarlo e inviarlo all’indirizzo festadeivicini@comune.torino.it. Coloro che intendono utilizzare spazi pubblici dovranno compilare e inviare anche il verbale di presa in consegna dell’area. Tutti gli eventi saranno così inseriti nel programma ufficiale della Festa.  L’assessorato all’Ambiente, in collaborazione col tavolo di Progettazione civica, invita tutti coloro che parteciperanno alla Festa dei Vicini a realizzare un evento Plastic free, seguendo le indicazioni del ministero per l’Ambiente (#iosonoambiente) che invita a non utilizzare la plastica ma materiali riciclabili o biodegradabili, così che anche i momenti di aggregazione promossi dalle città diventino festa anche per l ambiente. Gli eventi promossi dai cittadini saranno inseriti nel programma generale dell’iniziativa che sarà pubblicato sul sito della Città di Torino e su quello dell’Atc.
(mm) – www.comune.torino.it