redazione il torinese

Migranti, Cerutti : “Fare accoglienza significa rendere più sicura la città”

L’assessora all’Immigrazione, Monica Cerutti, risponde al presidente della provincia di Asti, Marco Gabusi, che chiama in causa la Regione dopo l’individuazione, da parte delle forze dell’ordine, di 170 stagionali provenienti dall’Africa sub-sahariana, in prevalenza richiedenti asilo, ospiti dei centri di accoglienza straordinaria (cas) di Piemonte e Liguria, trovati al lavoro nelle vigne della zona di Canelli. “Secondo Gabusi, – afferma Cerutti –  la Regione finanzia i centri di accoglienza mentre dovrebbe finanziare la sicurezza. Il presidente dimentica che intervenire sull’accoglienza, in Comuni come Saluzzo, significa di fatto intervenire anche sulla sicurezza. Dimentica, ancora, che questi lavoratori sono impiegati in aziende agricole italiane. E dimentica che è il ministro dell’Interno Matteo Salvini ad essere a capo delle forze dell’ordine e che la sicurezza è una sua competenza e non delle Regioni. Così come la gestione dei centri di accoglienza cas, in capo alle prefetture.

Gli acquerelli di Silvana Alasia, certi pennuti tra bellezza e ironia

Altre storie possono essere quelle disseminate in un bosco di betulle con le sue  macchie aranciate che sarebbe piaciuto ad Aime, o in qualche angolo invernale   ovattato di neve; forse negli occhi di un gatto che si blocca guardingo quando s’accorge del più piccolo rumore al di là della sua coda. Spruzzi e gocce di arte giocati  dai pennelli di Silvana Alasia, che espone i propri acquerelli sino al 30 settembre (apertura sabato e domenica dalle 15 alle 19) presso le sale della galleria “Arte per  voi” in piazza Conte Rosso ad Avigliana, mostra riposta nelle mani esperte e affettuose di Luigi Castagna e Giuliana Cusino. Questa, una piccola parte. A prendersi maggiore spazio sono per l’occasione certi pennuti – Piume leggere…  recita l’incipit della mostra -, quelli cui l’autrice dedica con la sua sensibilità  l’immediatezza, il vociare sotto le più differenti forme, una natura arruffata, la  prepotente sovranità, per alcuni l’arroganza, la voglia predatrice, l’eleganza che può  trasparire da un colpo d’ala, da un prendere terra improvviso e repentino, da un afferrare la preda che pare l’attimo di una danza. Le armi sono proprie dell’Alasia (“carta da acquerello, di quella di buona qualità; pennelli di varie misure; colori, tanti colori, amalgamati con sapienza; mani esperte e instancabili”, sottolinea Cusino nella presentazione), come l’efficace quanto poetica bravura che ci rende appieno la bellezza e il selvatico dei suoi personaggi. Un palcoscenico di civette e falchi – si guardino con piacevolissima attenzione i tocchi dei pennelli in Falco predatore o  Civetta basita o ancora l’esattezza nel rappresentare il piumaggio del rapace che sta  per ghermire il piccolo topo -, un confrontarsi di fremiti sonori cui Cusino dà un nome  (“il trillare, il bubolare, lo starnazzare, il fischiare, il cinguettare, lo stridere, il pigolare, il gorgheggiare…”), un’incredibile unione di voci che ti par quasi di stare ad ascoltare.  Molte occasioni non disgiunte da una vena d’ironia che tocca il piccolo zoo che  immagini possa riempire questa o quell’aia, un carosello di anitre oche galline e  faraone – impeccabili queste ultime nel loro incedere e nel mantello bluastro, uscite  pochi attimi fa da un capolavoro Disney -, che ci diverte e che fa sembrare ancor più  reali gli acquerelli di Silvana Alasia.
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Elio Rabbione
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Le immagini
“Confidenze a tre”, acquerello cm. 31 x 31, 2018
“Faraone a passeggio”, acquerello cm. 28 x 28, 2017
“Si salvi chi può”, acquerello cm. 27 x 39, 2017
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(informazione commerciale)

Circolazione in tilt a Porta Nuova

Fino  70 minuti di ritardo e disagi alla circolazione ferroviaria sul nodo di Torino per otto treni ad alta velocità e per quindici convogli regionali. Alla fine quattro treni regionali sono stati cancellati e  sette sono hanno subìto riduzioni nel percorso.  Questo il bilancio di una mattinata “nera” dovuta ad un guasto alla linea elettrica di alimentazione della stazione di  Porta Nuova. sono state interessate le linee in uscita ed entrata da Torino Porta Nuova per Modane, Cuneo, Milano, e Liguria. Le ferrovie stanno facendo gli accertamenti del caso per capire le ragioni del guasto.

(foto: il Torinese)

Larry Brown, la leggenda del basket è con noi!

 Si vive in un’epoca in cui tutto passa e ci si dimentica presto e troppo in fretta di ciò che capita nel bene e nel male. Ci si dimentica, ad esempio e con ridondanza, troppo in fretta dei propri maestri o di coloro che hanno creato qualcosa di grande, bello o semplicemente utile solo perché chi lo utilizza o lo segue pretende che sia di propria proprietà”. E così, anche nel mondo del basket, passa quasi inosservato, nella grande ignoranza, la qualità della persona che sta guidando e guiderà la FIAT Torino basket il prossimo anno. Ai più giovani, potrà sembrare poca cosa, ma per chi come il sottoscritto ha vissuto l’epopea di Allan Iverson che da solo lottava per vincere il campionato o per chi come me, addirittura tifava contro quei “Blue Brothers” dei Detroit Pistons che vincevano il titolo NBA (perché Blue Brothers? Perché lasciavano lividi blu sulla pelle degli avversari…ndr!), il filo rosso conduttore era sempre chi li guidava in panchina. Era una presenza, con il suo sguardo e con la sua filosofia di gioco, unica ogni volta, in quanto ogni volta si gioca in maniera diversa, a seconda di chi hai in squadra e di chi avrai davanti: “Play the right way”, è il titolo di un suo libro, ma quale sia la via giusta è comprensione e patrimonio solo di pochi. E lui è uno di questi “pochi”. Nelle interviste di inizio anno, mai troppo poco epiche, se ben riascoltate e ben tradotte, lasceranno il segno nei vostri cuori. Larry Brown è ironico, intelligente e preparato alla gestione della platea. Sa gestire tensione e stanchezza come pochi altri, ed ha occhi attenti a ciò  che succede intorno. 

Ma, ed è importante ribadirlo, il basket nasce e si sviluppa anche intorno a Larry Brown, e per leggere il suo curriculum rimandiamo alle varie “…pedia” di turno. Qui, vorrei rimarcare il rispetto e l’ammirazione di chi lo conosce davvero, dei giocatori che si sottopongono da soli alla cura del coach mito USA, che sono venuti a Torino solo per la sua presenza, per il fatto che la stampa internazionale e i media sono pronti a venire a vedere cosa farà la sua squadra da lui allenata in questo anno di avventura. Ci si concentra sui giocatori nello sport ma solo il calcio da noi valuta “a vario modo” gli allenatori fondamentali nell’alchimia di gioco. Il basket talvolta dà credito all’allenatore e talvolta gli dà “del fortunato” perché allena giocatori fortissimi che vincerebbero anche senza nessuno in panchina. Ma non è così. La gestione di una squadra non è solo la partita: è complessa, è diversa ed è difficile. Un allenatore “Mito” può essere uno sprone per le persone intelligenti e un fastidio per le persone invidiose e di scarso livello intellettuale, e talvolta potrebbero condividere lo stesso habitat sportivo. Un grande coach deve guidare la nave in calme acque e in momenti tempestosi: la FIAT Torino ha un coach che è oltre l’essere grande.E’ venuto per raccontarci la sua vita sportiva nel basket; a 78 anni non ha bisogno né di soldi né di notorietà: se è venuto a Torino togliendosi dal suo mito e dalla sua tranquillità d’oltreoceano non è per vanità o per fare un tour in Europa: è qui per narrare il basket e lo spettacolo sarà anche solo seguire “la sua via” di allenare. Sarà splendido poter seguire quando si potrà gli allenamenti della squadra e seguire il suo modo di seguire (il verbo ripetuto non è mancanza di vocaboli, ma è dovuto alla volontà di “seguire” una guida…) e condurre il gruppo. Vincere o perdere non è cosa che dipenda solo dalla tua squadra, ma da una combinazione di situazioni che prevedono anche gli avversari… . E non sarà facile vincere, ma sarà fondamentale studiare la via chepossa condurre al traguardo della vittoria con i mezzi e le capacità che si hanno a disposizione.Larry Brown ha vinto tutto nella sua carriera, non c’è nulla da dimostrare. Con gli strumenti adatti si può conquistare quasi ogni cosa; ma se al ponte di comando siede uno dei migliori al mondo nella storia e del presente, la strada non è né in salita né in discesa, ma è sicuramente aperta! Go on Larry Brown: grazie per essere con noi, l’avventura è cominciata.

PAOLO MICHIELETTO

Buoni Pasto: fallita “Qui! Group”

Il tribunale di Genova ha dichiarato, il fallimento di Qui! Group la nota società di fornitura di buoni pasto. Sono ipotizzati debiti per “non meno di 325 milioni di euro”. Intanto l’Epat di Torino, che  esprime “estrema preoccupazione, ben cosciente dell’entità della sofferenza economica dei suoi associati verso la società”. A Qui! Group  a luglio era stata revocata da Consip la convenzione relativa al bando di gara sui buoni pasto 2016. Anche a Torino centinaia di bar e ristoranti vantano crediti per migliaia e migliaia di euro per i buoni pasti dei loro clienti (in particolare dipendenti del Consiglio regionale e di altri enti pubblici) che non sono stati rimborsati.

Ettore Cascioli e l’atelier in Monferrato

La bella dimora settecentesca situata a Ponzano nel cuore del Monferrato, a pochi passi dal Sacro Monte di Crea patrimonio dell’Unesco, tipico esempio di casa padronale con adiacenti antiche costruzioni agricole, è stata restaurata con rispetto conservativo e trasformata dall’attuale proprietario in centro culturale denominato “Atelier al Sagittario”


Ettore Cascioli, milanese, professore universitario di metodi quantitativi per i processi decisionali, si è qui trasferito da alcuni decenni soddisfacendo l’esigenza a lungo accarezzata di trovare un luogo ideale, vera casa d’artista, lontano dal frastuono della città e dedicarsi ad un’assidua sperimentazione della foto pittura, forma d’arte contemporanea, di cui è maestro, che, partendo dalla fotografia, realizza con interventi creativi immagini dalla parvenza simile alla pittura. L’artista non si è chiuso però nella cosiddetta torre d’avorio poiché ha accresciuto i propri intenti culturali attuando un interessante progetto di valorizzazione del territorio col dotare i rustici di ogni moderna attrezzatura al fine di rendere attuabili conferenze, seminari, mostre d’arte, incontri musicali e manifestazioni enogastronomiche. E’ stata data anche l’opportunità di avere a disposizione una struttura indipendente, per chi volesse soggiornarvi, dotata di ogni confort, affacciata su un giardinetto privato da cui si accede alla chiesetta dedicata a san Bernardo, consacrata nel 1783 come attesta un documento manoscritto e firmato, nel cui interno, lasciato appositamente disadorno come ai tempi, si respira il sentore della fede umile e sincera della popolazione agreste del passato. Spettacolare e lussureggiante, al contrario, sulla lato est a fianco della casa padronale, lo splendido parco alterna zone d’ombra sotto alberi secolari, dominati dal maestoso cedro del Libano, a distese soleggiate di profumata lavanda, roseti, cespugli di azalee, peonie ed erbe officinali, mentre il geometrico labirinto segnato da fitte siepi di bosso riconsegna l’eleganza dei giardini all’italiana delle antiche dimore signorili.

 

Giuliana Romano Bussola


 

L’altra Appendino: Maddalena, la merciaia di via Morosini

TIPI TORINESI

Incontriamo Maddalena Appendino nel suo negozio di merceria in via Morosini 1 a pochi passi da Corso Vittorio Emanuele II. Una signora energica e spiritosa di 85 anni che legge senza occhiali. Mette subito le mani avanti la signora Appendino: “Non sono parente della sindaca Chiara Appendino”. Gli Appendino  a Carmagnola sono tantissimi, ci sono i ricchi e i poveri: “io faccio parte -dice sorridendo- dei secondi “. 

Ci racconta come ha iniziato il suo lavoro?
E’ dal 1969 che sono qui dentro; la storia di via Morosini la conosco tutta! sono mancata dal negozio soltanto per un periodo perchè in passato ho avuto un incidente e così ho dovuto organizzare il lavoro da casa con le commesse. Il negozio allora non era bello. Ma la zona era bella e lo è ancora oggi. Il lavoro non mancava. Oggi sono meno i “signori” rispetto ad una volta. 
E l’attestato di fedeltà al lavoro qui appeso?
E’ stata organizzata una bella festa dai commercianti al Lingotto nella sala Giovanni Agnelli; eravamo più di trecento. Sono stata invitata insieme alla Signora Ghio: le due merciaie più vecchie di Torino. Siamo salite sul palco e ci è stato consegnato l’attestato: il mio è esposto in vetrina. E’ stata una festa meravigliosa che non si può immaginare. A seguire c’è stato un ricevimento con i prodotti delle Langhe:  i salatini, i vini e i formaggi di quelle zone; c’era di tutto! Pensi che io non volevo partecipare perchè sono fatta a modo mio. Quando è arrivato l’invito, ho detto a mia cognata che non sarei andata. Lei invece mi ha incoraggiato ad andare dicendomi: “fatti furba, andiamo!”. Ed aveva ragione Lei! perchè poi sono stata contenta. 
Ha qualche aneddotto da raccontare? 
Non ho ricordi particolari. Sono sempre stata fortunata con i clienti. Prima di iniziare il lavoro da commerciante facevo la sarta in via Vela 42 qui vicino. Le clienti erano signore della Crocetta. In seguito ho trovato questo negozio. Era condotto da due anziani. Non avevo soldi per comprarlo. Mi piaceva e mi piaceva. Mio cognato, che era una brava persona, mi ha detto:” te li presto io i soldi” e così è stato. Io ne avevo un po’ da parte.Il mio padrino, che era benestante, ogni tanto mi regalava qualche soldo in occasioni particolari: la prima comunione, la cresima e cosi via. Mio padre lì portava in banca e così mi sono ritrovata un bel gruzzoletto.
E quindi è iniziata l’avventura in via Morosini…
Dovendo pagare i debiti all’inizio tenevo per me la merce più che economica: per esempio le calze da poche lire. E così risparmiando ho pagato tutto; ho restituito i soldi a mio cognato ed ho fatto una vita normalissima. La clientela è sempre stata una buona clientela; solo che adesso è tutto cambiato, nel senso che prima c’erano le famiglie e ora ci sono gli uffici e la vendita è tutta un’altra cosa. Prima veniva la signora che in autunno o in primavera faceva il cambio della biancheria. Oggi l’impiegata passa di fretta per comprare un paio di calze. Ma la zona è bella! Mio nipote vorrebbe che mi ritirassi…anzi si è persino mosso per disdire il contratto con con la proprietà del negozio, l’Atc di Torino. Un giorno non vedendo arrivare le fatture dell’affitto telefono all’Atc  e scopro che attendevano le chiavi del negozio e che ero in arretrato con i pagamenti. Incarico subito  mio nipote di provvedere e così sono ancora qui! Molte persone vorrebbero il mio negozio ma devo trovare l’acquirente giusto.
E subisce la concorrenza dei centri commerciali? 
Direi di no. Chi sa comprare, per determinate cose, non va nei centri commerciali. E quindi no. E poi  – dice sospirando –  ci sono i cinesi…A volte arriva qualche ragazza per chiedermi la riparazione di alcuni capi di abbigliamento e quando torna per ritirare il capo si lamentano del prezzo. E allora consiglio loro di comprare i vestiti che vadano bene, che siano perfetti altrimenti non conviene la riparazione. Va detto che i cinesi hanno anche dei bei tessuti ma la confezione lascia un pò a desiderare e d’altra parte alle lavoranti non danno una buona retribuzione. Non possono pretendere le clienti di comprare un abito firmato come un “Christian Dior”. Nessuno regala niente.
E se dovesse consigliare il suo mestiere?
 Uhm … Non vedo grande voglia di lavorare in giro. La prima cosa che mi chiedono è se il sabato si lavora e la seconda domanda è quanto è lo stipendio. Allora secondo me la situazione è questa: non c’è molta voglia di imparare un mestiere. Quando sono entrata qui dentro non avevo soldi, venivo da Carmagnola con il treno e spesso, scesa alla stazione di Porta Nuova, venivo a piedi. Il tram era un lusso. Alla sera rientravo a casa perchè avevo mia mamma sola e aveva bisogno delle mie cure. Devo riconoscere che, ascoltando mio cognato, ho fatto bene a prendere in affitto un alloggio perchè in seguito si è rivelato molto utile quando ho avuto l’incidente e così mia madre mi ha poi raggiunto a Torino. Nella vita occorre darsi “un andi”, darsi da fare. La necessità aguzza l’ingegno dice il proverbio. Quando ero giovane io eravamo in tempo di guerra e allora le cose erano complicate e difficili.
Ecco, quali soni i suoi ricordi del tempo di guerra?
Mi ricordo che purtroppo in casa avevamo pochissimo da mangiare e naturalmente  non avevamo lo zucchero e il caffè. Un giorno a Carmagnola entrano i tedeschi nel nostro cortile; noi  nascondevamo due partigiani sotto il letto. I tedeschi decidono di farsi il caffè nel cortile con lo zucchero e noi, non avendo nulla, guardavamo la scena con invidia. Poi hanno dato fuoco al mio borgo e, ad un certo punto, anche il materasso del letto è stato raggiunto dalle fiamme. Mia sorella l’ha preso e gettato in cortile sventando l’incendio in casa. I tedeschi volevamo impiccare sette capifamiglia; il parroco è andato da 
loro e si è offerto di essere ucciso al posto dei padri di famiglia, “piuttosto date fuoco alle case” ha chiesto e cosi hanno deciso e fatto; però non hanno ucciso quelle persone. Ricordo anche mio fratello allora giovane, si era nascosto dal nonno insieme ad un mio cugino per sfuggire alla cattura.  Purtroppo un ragazzo che abitava nella nostra via è stato ucciso per la strada. Brutte storie!Oggi nel borgo c’è una piazza dedicata a Don Bella, il parroco che aveva offerto la propria vita; e ci sono altre vie intitolate alle vittime di quel periodo. In particolare ricordo una via dedicata a Giovanni Rubatto. In quel periodo andavo a scuola, avevo una maestra fascista; al mattino presto d’inverno, con le finestre spalancate, ci faceva cantare: “Vincere”; un giorno dovendo passare Mussolini in treno da Carmagnola ci portarono alla stazione per salutarlo; quella volta ero influenzata ma ero caposquadra delle “Piccole Italiane” e così andai per forza. Quando tornai a casa la madrina mi chiese del Duce ed io le risposi che era una persona normalissima. La maestra ci faceva una testa così con il Duce. Aveva perfino fatto appendere la foto di Mussolini sopra il Crocifisso! Poi il direttore della scuola gliela fece abbassare. Devo dire però che era una buona maestra.Un ultimo episodio voglio ricordare; mi sono salvata da un attacco aereo: mitragliavano dall’alto una tradotta. Ero sul ponte della ferrovia e grazie ad un signore che mi ha spinto per terra ho evitato i colpi. Quando sono arrivata al lavoro, la mamma della signora per cui lavoravo mi ha spiegato del treno e della merce trasportata: erano castagne bianche. Ne ha preso una borsata e cosi alla sera le abbiamo mangiate per cena.Nella vita ci vuole anche fortuna.
Signora, chiudiamo l’intervista con qualcosa di bello
 Maddalena Appendino si alza e mi invita a seguirla nell’alloggio vicino al negozio e dal cortile mi fa ammirare un grande ippocastano che svetta fino al quarto piano delle case intorno.Una parte della sua Carmagnola in città, un verde davvero inaspettato che rallegra la giornata.
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Franco Maria Botta

Anno scolastico al via con meno studenti

Sono più di  530mila gli scolari che lunedì rientreranno in aula in Piemonte  nelle 552 realtà scolastiche statali e circa 14mila i giovani iscritti ai percorsi di istruzione e formazione professionale presso le 27 agenzie formative della Regione.  Circa 6 mila in meno gli studenti rispetto  allo scorso mentre aumentano gli alunni con disabilità certificata: sono 14.631, il 2,8% del totale, 206 in più del 2017. Aumentano rispetto all’anno scorso i docenti:  59.482 e di questi  11.637 di sostegno. L’assessore regionale all’Istruzione , Gianna Pentenero, e il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Fabrizio Manca, sottolineano la situazione “molto preoccupante dei dirigenti di ruolo, che sono 341 contro 208 reggenti, un dato in aumento”.

Libia: la guerra annunciata e le identiche visioni di Matteo Renzi e Emmanuel Macron

Molto probabilmente quando uno parla, in questo caso Matteo Renzi, non presta attenzione a quello che dice e, a forza di sparare a mitraglia, parole su parole non si rende conto delle gaffe. Così è avvenuto che, in un’intervista televisiva, Renzi abbia detto che la sua visione delle cose (politiche) è come quella di Macron. In effetti i due sono assimilabili, il francese cala, a rotta di collo, nei sondaggi e l’italiano Renzi lo insegue per non arrivare secondo. Eppure gli italiani gli avevano assegnato un’apertura di credito illimitato che lui ha, miseramente, sciupato. Tuttavia, nella sua prosopopea ancora oggi non si rende conto perché glielo abbiano ritirata. Non rendersi conto che “sposare” la linea di Macron ed è altrettanto deleterio ne è una nuova conferma, ma soprattutto gli interessi francesi non sono quelli dell’Italia. Come sia drammatica la visione sulla Libia di Emmanuel Macron per il nostro Paese lo stiamo vedendo e ancor più lo registreremo a breve. Dopo il disastro di Nicolas Sarkozy che aveva creato il disastro facendo cadere il dittatore libico Mohamed Gheddafi, il peggio è arrivato, ma non avrà mai fine perché ci pensa Macron ( ribattezzato in Francia Macroncino, all’italiana) ad aggravarlo. L’attivismo del presidente francese lo ha portato in Lussemburgo per un pranzo con i tre premier del

Benelux, seguito da una «consultazione con i cittadini» alla Filarmonica, a Marsiglia ha accolto la Cancelliera Merkel, preceduta da una visita ufficiale in Danimarca e Finlandia. Vale a dire, sono stati frutto di attenzione già 14 dei 28 Paesi dell’Unione, ma ci si aspetta il completamento del tour. Un super attivismo spiegabile solo con le prossime elezioni europee, a primavera 2019. Votazioni cruciali per l’Europa, ma anche per la carriera politica dell’unico capo di Stato che si è impegnato a fondo per rilanciare l’integrazione del continente. I sondaggi per lui sono invece preoccupanti: a otto mesi dal voto il suo partito è in calo di due punti e si attesta al 20% dei suffragi, davanti al Rassemblement national (ex FN) che lo segue al 17%, con la destra dei Républicains stabile al 15%, seguiti al 14% dalla France Insoumise, protagonista di un balzo in avanti di tre punti. Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon vogliono trasformare le prossime elezioni europee in un referendum contro Macron, se malauguratamente in Libia le cose dovessero peggiorare, i sondaggi subirebbero un ulteriore peggioramento. Lui (il divin Macron) accetta la sfida e come Mattero Renzi si sente invincibile. Appunto!

Tommaso Lo Russo

 

Per rilanciare la montagna

I Giochi olimpici invernali del 2026 potrebbero portare una boccata d’ossigeno alle nostre montagne, sempre più disabitate e vittime della desertificazione commerciale e produttiva. Nel frattempo – sperando che il sogno a cinque cerchi diventi realtà – è  stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Piemonte il bando “Eventi e manifestazioni sul territorio montano”. Con tale intervento il settore regionale Sviluppo della montagna e cooperazione transfrontaliera destina 500 mila euro per il sostegno a iniziative di carattere locale che valorizzano e promuovono il territorio montano in ambito culturale, turistico e sportivo. Un aiutino, ma almeno si tratta di un segnale per le montagne. Il bando ammette al finanziamento le iniziative realizzate nel corso dell’anno 2018 con carattere di manifestazioni, eventi di promozione, convegni, studi, ricerche, rassegne e pubblicazioni, aventi quale filo conduttore la promozione della montagna piemontese. Escluse dalla possibilità di finanziamento le fiere, i mercati, i concerti e i raduni. Possono partecipare al bando gli enti pubblici, le associazioni e altri soggetti senza scopo di lucro. “Con questo bando – commenta l’assessore allo Sviluppo della montagna, Alberto Valmaggia – la Regione intende fornire il proprio contributo per la realizzazione di quelle iniziative ritenute valide per promuovere la bellezza e la cultura delle nostre montagne, riconoscendone l’importanza soprattutto in contrasto allo spopolamento delle terre alte”. La regione spiega che “la richiesta di contributo relativo all’evento non potrà essere superiore al 70% della spesa ammissibile, e comunque non superiore a 15mila euro e non inferiore ai mille. La stessa, redatta sull’apposita modulistica, dovrà essere trasmessa alla Regione Piemonte esclusivamente tramite posta elettronica certificata (PEC) entro e non oltre le ore 24 di venerdì 28 settembre 2018”.

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Il bando e le relativa modulistica sono pubblicati sul Bollettino ufficiale della Regione Piemonte e, a breve, nell’apposita sezione “Bandi e finanziamenti”. Per informazioni è possibile contattare il settore Sviluppo della montagna e cooperazione transfrontaliera (corso Kennedy, 7 bis – 12100 – Cuneo) e-mail: montagna@regione.piemonte.it