E’ stato presentato alle Commissioni Viabilità, Commercio e Servizi pubblici locali di Palazzo Civico uno studio di fattibilità per un nuovo modello di ZTL per integrare accesso e sosta. I tecnici del Consorzio 5T. Si punta ad estendere il diritto di accesso alla ZTL a tutti i cittadini che lo regolarizzeranno ad un costo equivalente a non più di due ore di sosta a raso, ovvero circa cinque euro. “Il modello dovrebbe puntare all’integrazione della gestione di accessi e sosta in ZTL, – spiega una nota del Comune – in base ad analisi su fattibilità tecnica, effetti sul traffico e sostenibilità economica. Le variabili legate alla regolarizzazione di accesso/sosta e all’orario della ZTL, per lo studio, sono state fissate convenzionalmente in da 0 a 5 euro al giorno (in base al potenziale inquinante del veicolo) e nella fascia oraria 7.30-19.30. Il perimetro attuale della ZTL – oggi interessata da circa 95.000 transiti al giorno dei quali 12.500 nell’orario di attivazione delle telecamere- è stato considerato come non soggetto a variazioni”. L’integrazione accesso/sosta dovrà avvenire, secondo lo studio presentato, sulla base della targa, con adeguamento di parcometri e app, con il controllo degli accessi in ZTL da parte delle
telecamere. Niente più voucher cartaceo, ma diversi strumenti per regolarizzare la propria posizione, centralizzati per gestire sia il rilascio dei permessi, sia gli accessi occasionali. Secondo lo studio si otterrebbero ricavi aggiuntivi (da regolarizzazioni di accesso/sosta occasionali ed abbonamenti) per 6.3 milioni di euro con una diminuzione dei costi stimata intorno a 1.3 miliardi, cifre valutate intorno ad uno scenario intermedio. Il documento prodotto da 5T illustra inoltre come la modifica delle politiche di accesso introduca una variazione delle abitudini degli utenti, sino a un numero di ingressi netti in ZTL, in un giorno feriale medio e in fascia oraria 11-20, pari a 30.800 circa (18.000 attraversamenti diretti), senza variazioni significative del traffico nelle zone limitrofe. Le modifiche all’organizzazione della ZTL saranno definite nel corso del 2019.
100% Italia. Cent’anni di capolavori
E’ stato definito “un evento unico nel suo genere”. E mai definizione fu così veritiera, per l’imponenza quantitativa e la qualità del progetto. Che certamente avrà richiesto una montagna di coraggio oltreché impegno da vendere e una profonda competenza storico-scientifica da parte dell’intera organizzazione. Ideata e coordinata da Andrea Busto, direttore del MEF – Museo Ettore Fico di Torino e curata da un team di sette storici e critici dell’arte di comprovata levatura ( da Luca Beatrice a Lorenzo Canova a Claudio Cerritelli e a Marco Meneguzzo in buona compagnia con Elena Pontiggia, Luigi Sansone e Giorgio Verzotti), la rassegna “100% Italia. Cent’anni di capolavori” vuole raccontare – fino al 10 febbraio del prossimo anno – un secolo d’arte in Italia, il made in Italy assolutamente doc dell’arte novecentesca, dagli anni immediatamente precedenti al 1915, anno d’avvio per il nostro Paese della Grande Guerra fin quasi ai giorni nostri: in sostanza, da quando i Futuristi proclamavano a gran voce di voler “bruciare i musei e le biblioteche” per dare un calcio alla storia passata, fino a quel 25 febbraio 2015 quando i jiadisti tradussero tragicamente in fatti le altisonanti buriane di “Marinetti & co.”, bombardando Ninive e distruggendo i reperti archeologici del Museo di Mosul. Il viaggio, sia pur compiuto a volo d’arte, è imponente e quasi spaventa per la complessità e l’ampiezza del percorso. A voler “evidenziare il ruolo preminente dell’arte italiana, che ha saputo segnare profondamente – sottolineano gli organizzatori – la creatività europea e quella mondiale” lungo il corso del “secolo breve”, le opere esposte sono ben 630 (a firma di oltre 400 artisti, autentiche icone della storia dell’arte del secolo scorso), tre le città coinvolte – Torino, Vercelli e Biella – e sette le sedi espositive. In mostra, un patrimonio inestimabile, in molti casi inedito e che difficilmente potrà essere rivisto in un unico “blocco” dal momento che tutte le opere provengono da collezioni private, dagli archivi di musei e fondazioni, oltreché dall’Associazione Nazionale delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, dall’Associazione Fondazioni e Casse di Risparmio, nonché dalle Gallerie d’Italia di Intesa San Paolo.
Sono quattro, nel capoluogo piemontese, i punti espostivi dedicati ad alcune fra le correnti artistiche più significati del nostro Novecento. Al MEF (via Cigna, 114 – tel. 011/853065) vanno di scena Novecento, Corrente, Astrazione e Informale, con un lungo elenco di artisti in parete che vanno, solo per citarne alcuni, da Felice Casorati ad Arturo Martini (con un bellissimo “Ritratto di ragazzo” in terracotta del ’21), passando per Sironi e Dudreville (suoi gli iperrealistici “Occhiali” datati ’25). E poi ancora i Sei di Torino, le “nature morte” di Carena e Guttuso, e i pittori dell’astrazione, da Spazzapan a Carol Rama a Giò Pomodoro, fino all’informale gestualità di Vedova o al “Sacco” di Burri e al “Concetto spaziale” di Fontana. A seguire (e consapevolmente tralasciandone altri), Pinot Gallizio, Fico, Cherchi con le sue sculture e Garelli e Cordero. Nelle sale del MEF Outside (via Juvarra, 13 – tel. 011/0343229) è invece la Pop Art a raccontarsi attraverso le opere dei nostri “grandi”, da Schifano ad Angeli a Gribaudo a Nespolo, mentre al Mastio della Cittadella (via Cernaia, 1- tel. 011/01134494) troviamo gli esponenti dell’Arte Povera (da Celant all’ “Illuminazione Zen” di Rotella) e alcuni fra i più emblematici rappresentanti dell’Optical, del Minimalismo e del Concettuale, fra i quali Pistoletto, Salvo, Paolini, Boetti, Mario e Marisa Merz con Gilardi, Penone e Anselmo. A chiudere a Torino, sono la Transavanguardia, Nuova Figurazione e International con opere esposte a Palazzo Barolo ( via Corte d’Appello 20/c – tel. 011/2636111) a firma di Nicola De Maria, Paladino, Chia, Mondino insieme a Cattelan, Mainolfi, Stoisa e altri.
Nella Città del Riso, la mostra trova ospitalità con tutte le suggestioni della Metafisica, del Realismo Magico e della Neometafisica, negli spazi del Polo Espositivo “L’Arca” (piazza San Marco, 1 – tel. 0161/596363). Siamo ovviamente nel regno incontrastato di Giorgio De Chirico (fra le opere esposte l’epica “Battaglia sul ponte”, realizzata dal “Pictor Optimus” nel ’69), ma anche di Morandi e di Savinio e dei “Fiori” di De Pisis, così come dell’incanto sospeso de “La famiglia. Dopo il temporale” firmata nel ’34 da Antonio Calderara.
In Palazzo Gromo Losa (corso del Piazzo, 22-24 tel. 015/2520432 ), il Novecento dell’arte italiana ha le forme, i colori forti e l’irrequieto dinamismo del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti e di Umberto Boccioni ma anche di Soffici e Sant’Elia e Carrà su tutti; mentre al Museo del Territorio ( via Quintino Sella, 54/b – tel. 015/2529345) spiccano in parete i dipinti di Diulgheroff, Depero, Farfa e Mino Rosso. Sono le avanguardie del Secondo Futurismo: quello seguito alla morte di Boccioni nel 1916 e al contemporaneo avvicinamento di Severini e Carrà alla sintassi cubista.
Gianni Milani
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E’ bruciato durante la notte , per cause da accertare, il gattile di Rho, nel Milanese. Quasi tutti i gatti ospitati, più di 100 sono morti tra le fiamme. Sembra che le cause siano accidentali ma sono in corso accertamenti. La struttura ospitava anche alcuni cani, che sono riusciti a salvarsi.
Iren Energia, società del Gruppo Iren, in collaborazione con Performance In Lighting e con la consulenza di GMS Studio Associato di Milano, ha studiato e realizzato il progetto di illuminazione interna ed esterna della Cappella della Sindone del Guarini
Il progetto prevede che le fonti di luce artificiale rimangano completamente nascoste alla vista del visitatore, rendendo la luce e l’architettura le uniche protagoniste, dando vita ad un effetto luminoso che ricerca quella elevazione verso l’Altissimo, a cui tendeva lo stesso Guarini, quale principio fondativo e connotativo dell’intervento. L’illuminazione artificiale, come quella naturale, assume una funzione caratterizzante lo spazio e soprattutto contribuisce all’esaltazione dell’architettura guariniana. Per quanto riguarda gli spazi interni, si è provveduto all’installazione degli apparecchi in quattro distinte fasce e postazioni:
- esterno degli “occhi”, a quota +20m;
- piano di calpestio del loggiato, a quota +28m;
- cornici di imposta delle arcate del loggiato, a quota +35m;
- estradosso della “stella”, a quota +45m.
Per quanto riguarda gli esterni, sono state individuate le seguenti postazioni:
- manto di copertura alla base della cupola, a quota +40m circa;
- base della punta della lanterna, a quota +50m circa.
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Ogni postazione è connotata dalla presenza di apparecchi con caratteristiche fotometriche peculiari alla specifica funzione. In generale, salendo dal basso verso l’alto, i valori di illuminamento sulle superfici aumentano, evidenziando la percezione del percorso ascensionale dalle tenebre alla luce. L’illuminazione dagli “occhi” è funzionale per mettere in evidenza l’intradosso degli occhi e il bacino tronco. L’illuminazione artificiale “diffusa” proveniente dall’esterno vuole porsi in continuità con il linguaggio architettonico della cappella del Guarini. Sul piano di calpestio del loggiato, in corrispondenza dei finestroni del tamburo, sono installate due tipologie differenti di apparecchi di illuminazione, in base alle specifiche funzioni a cui sono destinati. La luce che proviene da questi apparecchi (completamente nascosti alla vista) si irradia sull’imbotte degli archi del loggiato e sulle superfici del tamburo cercando di proporre una continuità di linguaggio rispetto ai concetti espressi dai volumi architettonici Al di sopra delle cornici alla base delle arcate del loggiato sono stati installati gli apparecchi lineari che hanno la specifica funzione di illuminare a proiezione l’interno della cupola con l’intento di proporre la lettura dei giochi di volumi pensati dal Guarini. Sull’estradosso della “stella” sono installati gli apparecchi destinati a illuminare la parte sommitale interna della lanterna. In quest’area si hanno i valori di illuminamento più elevati, rendendola, di fatto, l’area più illuminata della cupola. Parallelamente, si è previsto l’uso di sorgenti luminose a LED con temperature di colore calde, pari a 3.000 K che differisce volutamente dalle sorgenti LED a 4.000 K utilizzate per tutti gli altri apparecchi. Anche questa differenza di temperatura di colore contribuisce alla percezione della parte sommitale interna della lanterna quale elemento generatore dell’illuminazione “divina”. Alla base della cupola, sopra il manto di copertura, sono stati installati gli apparecchi dedicati all’illuminazione della cupola stessa. Si prevedono due proiettori per ogni “spicchio” della cupola, di cui uno caratterizzato da fascio luminoso bianco caldo a 3.000 K mentre l’altro è dotato di tecnologia LED RGBW (Red Green Blue White) in grado di riprodurre una vastissima gamma di colori. La miscellanea degli apparecchi di illuminazione garantisce un sapiente gioco di luci e ombre in grado di rendere evidente la struttura ad archi che compone la cupola. L’illuminazione scenografica colorata potrà inoltre essere utilizzata per sottolineare eventi e/o ricorrenze particolari. Completano la proposta gli apparecchi posti a quota +50m circa. Tali apparecchi sono funzionali all’illuminazione della lanterna di cui ne evidenziano la struttura e gli elementi decorativi. Tutti gli apparecchi di illuminazione sono equipaggiati con alimentatori comandati da protocolli digitali specifici. Grazie all’uso di questi sistemi di controllo digitali, si determina l’estrema flessibilità dell’impianto di illuminazione nel ricreare diversificati aspetti luminosi scenografici e suggestivi. Tale soluzione diventa indispensabile per l’illuminazione della cappella, che di volta in volta potrà valorizzare i caratteri connotativi della propria immagine in relazione agli eventi che in essa si svolgeranno. In totale è prevista l’installazione di 66 corpi illuminanti, per un totale di 2,89 KW di potenza a pieno regime.
Allegri esulta per le 7 vittorie e guarda avanti
Massimiliano Allegri esulta dopo la settima vittoria, avvenuta contro il Bologna, tra campionato e Champions: “Il valore di queste 7 vittorie è importante, ma le partite dei prossimi 10 giorni di più” Così su Twitter il ct bianconero che si congratula con i giocatori della Juve: “complimenti ai ragazzi e continuiamo cosí”. Prossima sfida sabato con il Napoli all’Allianz Stadium.
Cuore salvo a bordo campo
Per la prima volta a livello mondiale durante un evento sportivo, sarà presente a “bordo campo” delle Final Six del Mondiale di Volley di Torino l’ECMO (sistema di supporto cardiocircolatorio extracorporeo)
Per la prima volta a livello mondiale durante un evento sportivo, sarà presente a “bordo campo” delle Final Six del Mondiale di Volley di Torino l’ECMO, il sistema di supporto cardiocircolatorio extracorporeo, già utilizzato, in ambito ospedaliero, per il supporto cardiorespiratorio di pazienti non responsivi alle comuni pratiche terapeutiche ed un’équipe super specialistica costituita da cardiochirurghi, cardioanestesisti, perfusionsiti ed infermieri pronti ad istituire tale metodica per ottimizzare la perfusione durante il trasporto presso le strutture ospedaliere deputate al trattamento definitivo. Una perfusione ottimale in corso di arresto cardiocircolatorio è la chiave per il recupero di una funzione cardiocircolatoria e neurologica efficace. Le indicazioni all’uso dell’Ecmo sono rappresentate da tutte quelle situazioni nelle quali risulti altamente compromesso ed insufficiente il sistema cardio-respiratorio, arresto cardiaco refrattario, embolia polmonare massiva con quadro di shock e/o controindicazione alla terapia riperfusiva mediante agente trombolitico, quadri di shock cardiogeno conseguenti ad estesi infarti miocardici, aritmie ventricolari refrattarie. Ulteriore indicazione è la presenza di severa ipotermia. In questa occasione, il fiore all’occhiello del servizio sanitario sarà la collaborazione con il Servizio di Anestesia e Rianimazione e di Cardiochirurgia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, diretti dai professori Luca Brazzi e Mauro Rinaldi, e dell’ospedale Mauriziano di Torino, diretti dai dottori Gabriella Buono e Paolo Centofanti. I diretti interessati saranno a bordo campo, in caso di necessità. Anche in questa occasione l’organizzazione sanitaria dell’evento è stata affidata all’Istituto di Medicina dello Sport di Torino (diretta dal dottor Piero Asteggiano), coordinata dal dottor Marcello Martore, con la ormai collaudata collaborazione con il servizio di Anestesiologia di Maria Pia Hospital Torino e la CRI (in particolare del comitato CRI di Chieri). A completare l’assistenza poi ci sono anche gli specialisti della Naemt Italia specializzata dell’assistenza di tipo traumatologico.
Domani, venerdì 28 settembre 2018, dalle ore 9 alle ore 13, presso la sala Viglione di Palazzo Lascaris, si terrà il convegno “Madre per scelta”, sulla tutela dei diritti e della salute delle donne nella rete dei consultori
L’iniziativa, promossa da “Se non ora quando”, in collaborazione con il Consiglio regionale del Piemonte e l’Ordine provinciale dei medici, intende fare punto delle politiche di promozione della salute delle donne e della maternità consapevole all’interno delle strutture pubbliche. In apertura, i saluti istituzionali di Laura ONOFRI, per il Comitato torinese di Se Non Ora Quando, Nino BOETI per il Consiglio regionale, dell’Assessora Monica CERUTTI e del Presidente dell’Ordine dei Medici Guido GIUSTETTO. Si partirà dal confronto tra la le legislazioni europee, con Enrica GUGLIEMOTTI, SNOQ, e regionali con Anna POMPILI, Ospedale San Giovanni di Roma, per focalizzare, poi, l’attenzione sui Consultori Piemontesi, con la responsabile regionale, Maria Rosa GIOLITO. Seguirà il focus sulle due recenti delibere regionali di Emilia Romagna Piemonte sui percorsi di promozione della salute sessuale degli adolescenti e dei giovani, con le consigliere Roberta MORI e Nadia CONTICELLI. Conclusioni dell’Assessore alla Sanità Antonio SAITTA
La Guardia di Finanza di Torino ha sgominato una banda dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di cinesi . Sono 37 gli indagati , tra loro una cittadina cinese residente a Milano e un avvocato di Genova. Con annunci su chat in Cina venivano individuati cittadini interessati a emigrare in Italia con il permesso di soggiorno legato alla frequenza di falsi tirocini di lavoro, per i quali pagavano una cifra dai mille ai tremila euro. Aziende e società in difficoltà economica ottenevano un corrispettivo variabile dai 700 a mille euro per pratica, e presentavano finte domande di tirocinio presso il Centro per l’impiego. Gli ingressi illegali scoperti dalle fiamme gialle sono nove.
“Ciò che resta” è il titolo del racconto breve con il quale Gianluca Alfonsi, infermiere di Dialisi presso la Nefrologia e Dialisi 3 dell’Ospedale Martini, ha vinto un premio nella sezione Narrativa del Concorso Nazionale “Quirino Maggiore” di Narrativa, Poesia e Fotografia in Nefrologia, Dialisi e Trapianto. Il premio è stato consegnato a Firenze domenica 23 settembre, nel corso di una suggestiva cerimonia che si è tenuta nei saloni di Palazzo Vecchio. Il concorso è dedicato alla memoria di un illustre nefrologo italiano ed è un esempio dell’interesse e dell’importanza della cosiddetta Medicina Narrativa applicata alla Nefrologia. Il concorso ha raccolto la partecipazione di molti pazienti, famigliari e operatori che con varie modalità espressive – prosa, fotografia e poesia – hanno raccontato di sé e in questo modo hanno rivissuto e trasmesso questa esperienza magica e dolorosa allo stesso tempo. “Ciò che resta” racconta le emozioni e le ansie di Luca, un infermiere alle sue prime esperienze in sala dialisi; Nicola, un collega esperto, gli insegna la tecnica ma lo ammonisce: “la gestione della macchina è solo una parte del nostro lavoro: ciò che resta è molto più impegnativo e non lo trovi in nessun manuale”. Congratulazioni a Gianluca che ha saputo riportare in questo racconto la parte più impegnativa del rapporto con i pazienti: curare l’anima. Tutte le dieci opere premiate al Concorso Nazionale “Quirino Maggiore” sono pubblicate in un libro edito da Tassinari, Firenze 2018. Intanto le esperienze di Medicina Narrativa continuano presso la S.C. Nefrologia e Dialisi 3, diretta dal Dr. Roberto Boero: attraverso le loro “Lettere al Direttore” i partecipanti al 1° Corso di Fitwalking per pazienti nefropatici hanno narrato una parte preziosa e nascosta della loro esperienza di camminatori sportivi in gruppo, fornendo agli Operatori Sanitari un utile strumento di conoscenza e valutazione dell’adattamento dei pazienti alla patologia e dei benefici correlati alla pratica di attività sportiva.
Come previsto dal cronoprogramma, sono in fase conclusiva i lavori di posa del cavo dell’interconnessione Italia – Francia avviati da Terna lo scorso 25 giugno nel comune di Avigliana. Da oggi viene ripristinata la regolare viabilità nell’area compresa tra le gallerie Antica di Francia e Monte Cuneo, la rotatoria di corso Europa e il viadotto di raccordo con la A32, l’autostrada Torino-Bardonecchia. Escavatori e operai saranno ancora all’opera, per qualche giorno, sulla rotatoria di corso Europa, per completare le ultime attività. Ma l’area tornerà da domani ad essere percorribile in tutti i sensi di marcia. Nel corso di questi tre mesi Terna, in sinergia con l’amministrazione comunale e il comando della Polizia Municipale, ha
adottato tutte le misure necessarie per ridurre l’impatto dei lavori. Non sempre è stato possibile evitare qualche inevitabile disagio e per questo l’Azienda rinnova il suo ringraziamento a tutta la popolazione. I lavori proseguiranno in direzione del Frejus per completare i 95 chilometri del tratto italiano dell’elettrodotto Italia-Francia, il più lungo al mondo in corrente continua via cavo, quindi invisibile e senza alcun impatto sul paesaggio. Un progetto senza precedenti per soluzioni ingegneristiche, tecnologiche e ambientali, che porterà benefici al sistema elettrico, ai cittadini e alle imprese.