redazione il torinese

Scempio al cimitero: rifiuti negli ossari dei defunti

I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) di Torino hanno denunciato il titolare di una cooperativa di servizi cimiteriali e lo hanno multato di 40 mila euro imponendogli di effettuare la bonifica degli ossari dei cimiteri torinesi, dove gli operatori della sua ditta gettavano ogni tipo di rifiuti. I controlli sono partiti nell’ambito dell’indagine sulle presunte truffe nelle esumazioni e sui furti degli oggetti  personali dei defunti nei cimiteri cittadini. Nelle tombe finivano sacchetti di plastica, pezzi di legno e materiale ferroso, il tutto in mezzo  alle ossa e persino a resti umani non ancora decomposti. Gli oggetti di valore dei defunti erano spartiti tra gli operatori.

Pd in cerca d’autore

Matteo Renzi vuole ( desidera ) che l’onorevole Silvia Fregolent diventi segretaria regionale del Pd. Direi per il partito una  ottima scelta. Renziana della primissima ora, arriva da sinistra.  Partita dalla base dei vari partiti di sinistra è stata folgorata sulla via di Damasco dal Toscanaccio.  Capo segreteria dell’assessore all’ambiente Ruggero della giunta Bresso. Molti dei Ds sussurravano che era lei il vero assessore. Malelingue? Forse. Sicuramente è sempre stata attivissima.  Poi il grande balzo a Roma. Vinte le primarie è al secondo giro come parlamentare. Ha bone chances  per farcela. E’ anche amica di Gariglio, che non guasta mai. Matteuccio è tornato quello di una volta.  Incontenibile. Vola a Parigi per un accordo con Macron.  È di casa a Londra per conferenze e consulenze finanziarie. Documentarista e tuttologo su Firenze. Scatenato.  Anni fa chi lo conosce bene mi diceva: il suo più grande pregio e anche il suo più  grosso limite: il carattere. Anche il Pd tutto (o quasi) ha imparato a conoscerlo ed apprezzarlo.  Sul Piemonte solo una domanda suppletiva: ma è arrabbiato con Piero Fassino? In qualche molto gli rompe sempre le uova nel paniere. Gli contesta qualcosa ? Forse a Matteo non è andata giù la candidatura di Raffaele Gallo a segretario regionale, figlio d’arte di Salvatore Gallo. Grande patron di tessere già nel Psi di Bettino Craxi. Ora nel pd passando per la Margherita. Funzionario in pensione del gruppo Sitaf. Per capirci Gruppo Gavio. Incontrastati signori delle autostrade. O forse Matteo ha avuto delle sollecitazioni piemontesi contro questa candidatura. Non tutti sono contenti dell’opa lanciata dai lucani  indiscusso capo Mauro Laus e la comunità calabrese, storicamente intorno a Salvatore Gallo. Al provinciale c’ è Mimmo Caretta, nato in Puglia ma storicamente e saldamente Lucano. Lucani che hanno vissuto la diaspora della sinistra.  Roberto Placido è emigrato in Sel rimanendo poi profondamente contrariato dall’ invadenza di Grimaldi e Fratoianni . Punto di mediazione tra i due opposti schieramenti la famiglia di Prospero Cerabona. Che non si limita nel curarsi il suo gioiellino, la Fondazione Amendola. Prospero che non si dimentica mai di essere stato contadino, pastore ed operaio. “Sono un ” cafone” che ha studiato”. Fondazione diventata un avamposto di civiltà e cultura nella martoriata barriera. Gioacchino Cuntrò continua nelle sue consultazioni e i fassiniani  nel loro proselitismo. Fassiniani? Non si sa precisamente. Qualcosa sta cambiando. Come al solito l’ ” usato sicuro ” di Sergio Chiamparino insiste : compagni del Pd buttiamola in politica. In direzione Pd regionale sostiene che  un partito si sinistra per lottare contro la povertà si deve porre l’obbiettivo della ridistribuzione delle ricchezze. Ma cosa sta succedendo? Compagni? Redistribuzione della ricchezza ?Da Roma gli fa eco Martina. Orgogliosamente, davanti al suo popolo : dobbiamo rifondare la sinistra. Essere un’alternativa. Ammetto che ciò che sento mi stupisce. Ritorno alle origini? Per il passato recente qualcosa per il Pd non ha funzionato. Orgoglio indispensabile ma non sufficiente.  Intanto il nemico politico è individuato, principalmente in Matteo Salvini. Ed il fronte è almeno europeo. Così la sinistra difende l’ Europa come istituzione e la destra resta sovranista e populista. Con il gruppo dei Popolari, Merkel  e Berlusca che non stanno a guardare. Il capolavoro di Salvini è fatto: alle amministrative con Forza Italia e alle europee con la Lepen. In Piemonte Sergio Chiamparino non può più tirarsi indietro, incoronato dalla direzione regionale del Pd.. Fin qui la strategia mi sembra chiara: se si perde si perde con onore. Poi molte altre cose si vedranno. Chi verrà eletto al Parlamento europeo. Chi verrà eletto in consiglio regionale. Chi avrà la maggioranza nei comuni votanti. Chi verrà scelto come segretario regionale. Ed anche ( non di poco conto ) come verrà scelto.
Patrizio Tosetto
(FOTO: IL TORINESE)

Racconti di donne nelle fiabe arabe

A tu per tu con Samia Makholufi, autrice del libro “La figura femminile nella letteratura araba per l’infanzia” 

 

 Samia è una giovane donna nata a El Aiuon in Marocco. Vive dall’età di nove anni a Torino dove ha studiato e si è laureata in Lingue e Letteratura Straniere e Culture Moderne all’Università. Attualmente è iscritta al corso di Laurea Magistrale in Lingue per la Comunicazione Internazionale.  “Un incontro tra culture e generazioni” introduce così la serata Roberto Tricarico, l’eclettico padrone di casa, editorialista del Corriere Torino. “Samia- spiega la professoressa Giusi Tallone, ideatrice della serata- è una finestra sul mondo per la sua età, per la sua intelligenza, la sua apertura mentale e per la sua curiosità. E stasera è una vera opportunità conoscere Samia e il suo libro frutto dello studio universitario sul ruolo della donna raccontato nelle fiabe per i bambini nel mondo arabo”. 

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 E’ il momento di Samia Makholufi che si racconta così su invito di Roberto Tricarico: “All’Università ho scelto di studiare Lingue e come prima lingua l’arabo e spagnolo come seconda. Da quando ero molto piccola era ricorrente la domanda se conoscessi l’arabo. Ma io non lo sapevo nè leggere nè scrivere; così ho voluto approfondire la mia cultura d’origine e pubblicare la tesi di laurea. Il saggio inizia con la ricerca su che cosa siano la fiaba e i racconti per poi passare all’importanza del linguaggio fino ad analizzare gli ultimi testi pubblicati nei paesi arabi per i bambini dai sei ai dieci anni. Ho voluto esaminare i libri che vengono letti, sfogliati e toccati dai bimbi che saranno la generazione futura. Le fiabe sono sempre state un intrattenimento sia per gli adulti che per i bambini. Esse attraversano la storia, i popoli e le società.. e ciò che da ai racconti la forza di esistenza oggi come nel passato è la loro natura memetica: la capacità di comunicare con un linguaggio universale. Si evidenzia quindi l’importanza della parola che è fonte primaria per la collaborazione e la comunicazione tra gli individui. I racconti accendono la curiosità e la fantasia e fanno sognare ed immaginare un mondo utopico. Grande è il potere evocativo delle fiabe. I bambini vivono emozioni ed esperienze che si ripresenteranno nella vita”. Terminata la presentazione con interventi e domande dal pubblico abbiamo rivolto alcune domande a Samia.

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Perchè una ricerca sul mondo femminile nella letteratura araba per i bambini?

L’idea è stata quella di esaminare il ruolo della donna nei diversi paesi arabi. E capire il cambiamento in atto attraverso le fiabe perchè sono una chiave per leggere i mutamenti. I primi testi per bambini nel contesto arabo sono stati pubblicati in Egitto al Cairo e in Libano a Beirut per poi estendersi ad altri paesi. E’ molto utile capire che cosa leggono oggi i bambini, che cosa viene raccontato a loro quale idea possano farsi della figura femminile.

Quali fiabe hai letto da bambina? 

Le fiabe classiche occidentali “Biancaneve e i sette nani”, “Cappucetto Rosso”… ma quella che ho apprezzato di più è stata “La Bella e la Bestia” perchè va oltre il pregiudizio, questo racconto ci presenta la “Bestia” come essere prepotente e arrogante, anche un po’ cattivo, eppure Bella vede oltre le apparenze e scopre la bellezza interiore di Bestia.. bisogna fare come Bella andare oltre i pregiudizi… Mi sento di consigliare la lettura anche ai bambini di oggi, questa fiaba trasmette valori profondi. 

Kafka sostiene che: “non esistono fiabe non cruente. Tutte le fiabe vengono dalla profondità del sangue e dell’angoscia”. Cosa ne pensi?

Credo si possa leggere anche come il desiderio di riscattarsi dalle disuguaglianze nella società contemporanea sia essa occidentale o araba. E quindi se non tutte le fiabe sono a lieto fine hanno senz’altro un messaggio di positività che è quello di emanciparsi dal male e dalle sofferenze.

Come vedi oggi la donna nel mondo arabo?

Naturalmente non si può generalizzare. Ci sono differenze. Penso però che si lavori molto per i diritti delle donne. Certo non possiamo salutare come una conquista la possibilità per le donne di prendere la patente in Arabia Saudita. Ci sono resistenze culturali ma molto spesso sono il frutto di ignoranza e conoscenze superficiali della religione.

Visto che ne parli, come vivi l’Islam in un paese cattolico come l’Italia?

Lo vivo bene. C’è rispetto per i valori comuni che sono valori universali. 

Come valuti la tua vita da cittadina torinese?

La valuto bene. Sono stata fortunata. Ho incontrato nel mondo scolastico insegnanti bravissimi. Ho un atteggiamento mentale positivo. Ti aiuta a superare le difficoltà della vita.

Vuoi aggiungere altre considerazioni sulla tua vita?

Sento di appartenere alla comunità italiana senza perdere la mia identità araba. Convivono in me queste due anime. Non sono in conflitto tra loro. E anche ascoltando la musica è bellissimo sentire le parole italiane e quelle marocchine. E’ un messaggio di integrazione, di unione felice. 

A proposito di musica cosa chi ti piace ascoltare?

Ascolto l’algerino Chab Khaled perchè rappresenta una rivoluzione musicale importante per l’evoluzione della società moderna araba. Nelle sue canzoni si afferma la libertà, il diritto di parola, i diritti per l’uguaglianza. Valori che ritroviamo in questo genere musicale, il “rai” che significa “opinione” o “punto di vista”, dove gli artisti sono denominati con il solo nome preceduto dall’aggettivo giovane proprio per dare importanza e voce alla figura giovanile.

Con queste note concludiamo l’intervista e salutiamo Samia dal volto bello, radioso e sorridente incorniciato graziosamente dal classico foulard arabo.

Franco Maria Botta

Il Gran Trecking dei Castelli bruciati

Si è conclusa domenica 30 settembre la prima edizione del Gran Trekking del Monferrato dei Castelli Bruciati organizzata da Cammini DiVini di Augusto Cavallo. L’escursione  ha visto la partecipazione di una  ventina di coraggiosi escursionisti che in parte si sono alternati alla partenza delle 4 tappe del percorso che in totale è lungo ben 101 km. e che attraversa 11 Comuni del Basso Monferrato. Il territorio ha accolto gli escursionisti al meglio delle sue potenzialità, tra le bellezze naturali, i panorami, la vegetazione, i monumenti ed anche un clima ottimale, fresco al mattino e non troppo caldo al pomeriggio,  ideale per trascorrere le giornate all’aperto e in mezzo alla natura. Durante le quattro giornate di escursione in molti hanno collaborato e contribuito all’ottima riuscita dell’evento, in primis gli amministratori comunali che hanno accolto, accompagnato e “raccontato” il territorio nelle sue peculiarità. Ma anche le strutture ricettive che hanno ospitato gli escursionisti, provenienti da Torino, Chivasso, Canavese, Alessandria, Vercellese ed anche dalle vicine colline del Monferrato, così come i circoli, i bar e le polisportive che hanno organizzato delle aperture straordinarie per permettere a tutti i partecipanti di trovare delle aree ristoro attrezzate per le soste per il pranzo. I volontari che hanno accompagnato i camminatori nella visita del Monastero di Rocca delle Donne, del Museo Etnografico di Coniolo o lungo buona parte di alcune tappe del percorso. Ottima l’accoglienza anche da parte di alcune strutture incontrate lungo il percorso che hanno aperto le porte ai viandanti consentendo loro di abbeverarsi e di fare brevi visite, così come pure alcuni privati che hanno accolto con offerta e degustazioni di vini locali. Al termina e di queste quattro giornate, all’arrivo del percorso sui volti dei partecipanti c’era un velo di stanchezza ma si leggeva soprattutto una grande soddisfazione per essere riusciti a portare a termine questa “impresa” e per aver scoperto un territorio che non conoscevano ancora ma che li ha piacevolmente sorpresi  per le bellezze offerte e per la cordiale ospitalità ricevuta. E adesso, archiviata questa prima edizione si inizia già a pensare ad un’edizione primaverile da riproporre per l’anno prossimo, il 2019 che sarà l’anno del turismo lento.

Massimo Iaretti

Special Day Cristiana & Friends

Sabato 29 settembre è andata in scena a Torino la 3^ edizione dello Special Day Cristiana & Friends, manifestazione di sport e solidarietà organizzata da Massimo Incandela ora Dirigente della Reale Mutua Jacks Softball Torino e dalla Nazionale Italiana Dell’Amicizia Onlus (N.I.D.A.), quest’ultima da tempo impegnata nell’opera di recupero della Cittadella dello Sport del quartiere Falchera. L’evento che ha avuto lo scopo di ricordare la giocatrice di softball Cristiana Famiani, e di effettuare una raccolta fondi il cui ricavato è stato devoluto proprio al progetto della N.I.D.A. La parte sportiva ha visto allo Sport Club Meisino la disputa di un incontro di calcio a 8 fra la Selezione Giornalisti Torinesi e la squadra della N.I.D.A., mentre la squadra della Reale Jacks Softball Torino ha allestito negli spazi antistanti la Cittadella due campi di baseball a 5, nei quali grazie alla collaborazione dell’Avigliana Rebels sono state disputati diversi match che hanno coinvolto anche i ragazzi e le ragazze della Falchera. In serata l’attenzione si è sposata verso l’area ristoro dove erano in programma oltre al divertente spettacolo dei “Super Eroi e Principesse Marvel e Disney offerto dalla N.I.D.A”, delle esibizioni musicali delle quali sono stati protagonisti i deejay JAHKA e DJ ZYON ed il gruppo musicale Electric Lemon.

158 milioni di euro per gli Enti locali

Domenico Ravetti (Pd): “Importanti investimenti per il Piemonte”

 “La Commissione Bilancio del Consiglio regionale ha dato parere favorevole alla delibera che prevede la realizzazione di nuovi investimenti destinati agli enti locali, a valere sugli spazi finanziari concessi dallo Stato per gli anni 2018-2020. Le linee di intervento individuate sono così ripartite: 3.000.000 di euro per interventi di ripristino ambientale, 64.030.000 per interventi di messa in

sicurezza del territorio, 4.000.000 di euro per interventi di edilizia scolastica, 12.000.000 di euro per interventi in ambito culturale turistico, per un totale di 83.030.000 di euro” ha spiegato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.  “Si tratta di investimenti importanti – ha proseguito il Presidente Ravetti – che denotano l’impegno della Giunta Chiamparino a favore del territorio piemontese. In un momento in cui il Governo gialloverde sta tagliando le risorse agli Enti locali (i fondi per le periferie rappresentano un chiaro esempio) noi investiamo sui Comuni del Piemonte. A questo stanziamento si aggiungono i fondi CIPE di 40 milioni per opere inerenti il dissesto idrogeologico e di 35 milioni per opere inerenti la viabilità”.

Il segreto di Goli Otok, l’isola Nuda

goliL’isola prese il nome di Goli Otok (isola nuda) proprio perché è una massa di pietra deserta. I venti che soffiano con insistenza non permettevano ad alcuna pianta di sopravvivere a lungo. Questa isola priva di vita e con il suo aspetto che evocava la morte, era ideale per un carcere dove nessuna legge umana sarebbe più esistita. Nessuno avrebbe potuto avere accesso al carcere, avrebbe potuto fuggire. Nessuno al mondo avrebbe saputo delle atrocità che i detenuti avrebbero dovuto subire!”. Così si legge nel diario-libro dal titolo “Il segreto dell’Isola nuda”, di Claudia Sonia Colussi Corte, pubblicato nella collana Autografie dell’Archivio Diaristico Nazionale di  Pieve Santo Stefano. Un libro che rimanda a una pagina drammatica della storia balcanica: quella dei prigionieri dell’isola Calva (in croato Goli otok), situata a breve distanza dal litorale croato, proprio sul confine con l’arcipelago dalmata. Questa piccola isola rocciosa, battuta dalla bora e quasi priva di vegetazione, è divenuta tristemente famosa nel secondo dopoguerra quale sede di un campo di concentramento della Jugoslavia destinato a ospitare gli oppositori al regime di Tito. In particolare, dopo la rottura tra Stalin e Tito del 1948, sull’isola vennero deportati molti dei comunisti, jugoslavi e non, vicini alle posizioni staliniste. Gli italiani imprigionati a Goli Otok (per lo più immigrati dal monfalconese nel 1946) furono circa trecento. L’isola cessò di essere un campo di “rieducazione politica” nel 1956, ma la colonia penale fu chiusa definitivamente solo nel 1988. Claudia è stata testimone silenziosa di un sogno infranto: quello del padre,Cherubino Colussi,affascinato dal comunismo sovietico, alla ricerca di una terra ideale che accogliesse lui e la famiglia. Così, nel 1946, Claudia e i genitori lasciarono Monfalcone e si trasferirono a Lussimpiccolo, paese d’origine del padre, dove l’uomo credette di poter concretizzare le sue speranze di uguaglianza.

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La Russia era troppo lontana  e “allora perché non andare a vivere al paese natio, Lussimpiccolo, che è il più bel paese del mondo? […]. La Jugoslavia non era lontana. […] Così la grande, incomparabile madre Russia, protettrice di tutti i paesi socialisti, gli sarebbe stata più vicino”. Ma le tante speranze furono presto vanificate: la Jugoslavia ruppe i rapporti con l’Unione Sovietica e perseguitò chi – secondo Tito – era rimasto legato allo stalinismo.  Fu così che il Tribunale Supremo di Spalato arrestò Colussi,  condannandolo a quattro anni di reclusione e a un anno di libertà goli-2condizionata per attività sovversiva: prigioniero politico, deportato a Goli Otok, l’Isola Nuda. Claudia e la madre, sfrattate da casa, senza reddito, terrorizzate da possibili rappresaglie, tornarono in Italia nell’attesa di notizie. Il rientro in Jugoslavia, un anno dopo,  per la bambina di circa 10 anni, coincide con il ricordo indelebile di Goli Otok, l’isola che “divenne la tomba per tanti innocenti, e per tantissimi fu il luogo dove le mostruosità commesse dagli uomini agli uomini arrivarono al loro apice”. Nel gennaio 1954, dopo molte ore di viaggio, le goli1due donne incontrano per quindici minuti un uomo irriconoscibile, provato. Per le feste natalizie, grazie a un’amnistia, ”un bussare quasi timido turba la quiete della casa” e Claudia può riabbraccia il padre “con le guance scarne[…] vestito poco e male […] con la testa rasata”. Dal febbraio 1951 alla fine del 1954 Cherubino Colussi uomo condivise la sorte di almeno altri duemila carcerati, molti dei quali“sono deceduti per estenuazione, torture, malnutrizione e malattie”. Un ricordo ingombrante che accompagnerà Claudia e i suoi genitori per tutta la vita. Claudia è stata testimone, sino all’ultimo, della sorte di suo padre, che è deceduto senza ripudiare i suoi ideali, pensando ad un futuro migliore nel quale ci sarebbe stata giustizia, fratellanza, benessere per tutti i popoli. Nonostante l’orrore vissuto mantenne nel cuore “quell’immagine incancellabile che ebbe della Russia, leggendo i libri dei suoi grandi scrittori”. 

 
Marco Travaglini

Unitre apre ottobre con Cesare Pavese

Martedì 2 ottobre “Pavese il selvaggio”

Giovedì 4 ottobre “Le zone oscure del cervello”

Ore 16 – Auditorium EDP in corso Govone 16/a, Torino

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Pavese il selvaggio” è il titolo del prossimo incontro organizzato dall’Unitre Torino per i suoi soci. Martedì 2 ottobre alle ore 16 all’Auditorium EDP in corso Govone 16/a Torino, il prof. Guido Baldi, docente dell’Unitre Torino, parlerà di “Paesi tuoi”, il primo romanzo pubblicato da Cesare Pavese nel 1941, nel quale già s’intravedono i temi fondamentali dello scrittore. Considerata come un ritorno al Verismo, l’opera in realtà è più riconducibile ad un clima decadente, per il fascino esercitato dal primitivo e dall’irrazionale (seppur vissuto criticamente). Il romanzo “è un viaggio di scoperta del «selvaggio», che nella visione pavesiana sedimenta ancora, con i suoi riti ancestrali, nella civiltà contadina. Al «selvaggio» viene però contrapposta la coscienza razionale del cittadino, l’operaio torinese Berto spostatosi dalla città alle Langhe, che è protagonista e narratore”Seguirà giovedì 4 ottobre, alle ore 16, l’incontro “Curiosando nell’arte contemporanea” con il prof. Gian Piero Nuccio. L’obiettivo dell’appuntamento è sollecitare i partecipanti ad entrare in contatto con il linguaggio dell’arte contemporanea attraverso un approccio personale, superando percorsi di fruizione precostituiti. C’è ancora tempo per iscriversi al nuovo Anno Accademico dell’Unitre Torino, la più grande Università della Terza Età in Italia. La quota di iscrizione è di 90 euro e consente di partecipare a quattro corsi tra i tanti organizzati ogni anno. I corsi sono suddivisi in sette “Collegi”: Artistico, Creativo-Espressivo, Letterario, Linguistico, Medico-Psicologico, Scientifico, Storico-Umanistico.

Per iscrizioni: dal lunedì al venerdì ore 9.30-11.30 e 15.30-17.30 presso Unitre Torino, Corso Trento 13, scala A.

Res publica: il potere dei cittadini

Cosa manca al nostro tempo dell’effimero? Forse un paradigma interpretativo, ancorato alla memoria del passato ma capace di orientare il futuro. Perché la storia non è un fluire incessante: se si trovano adeguati strumenti di lettura, noteremo l’esistenza di avvenimenti che offrono occasioni per riflettere sulla vita collettiva. La cassetta degli attrezzi la mettono a disposizione i classici, libri che  non offrono soluzioni semplificate, ma ripropongono antichi dilemmi, non presentano un’immagine unilaterale ed edulcorata dell’uomo e del mondo, ma danno da pensare. Da questa idea nasce il Festival del Classico, dal 18 al 21 ottobre a Torino, quattro giorni di lezioni, dialoghi, letture, dispute dialettiche, presentazione di libri, spettacoli teatrali, alimentati dalle parole della letteratura e della filosofia, sullo sfondo della storia.

 

Il Festival del Classico affronta alcune grandi questioni del pensiero occidentale come i problemi e gli interrogativi della giustizia nati nelle antinomie tragiche, la ricchezza e gli insegnamenti dei miti, la nascita della visione scientifica del mondo, la crisi della polis, il concetto di colpa e di responsabilità, l’antico dilemma tra morale e politica. È una rassegna sulla classicità, quindi, dedicata ai grandi temi della Res publica per riannodare i fili della memoria e, nel dar voce ai testi fondamentali per renderli di nuovo vivi e vitali in un confronto aperto con la cultura e la società odierna. È un calendario di incontri con grandi voci per far incontrare i temi del passato e i dilemmi attuali, non solo per valorizzare il nostro patrimonio di tradizioni e di idee ma anche per rilanciare la ricerca di buoni modelli e di buone pratiche per il presente.

 

Quattro giorni in cui filologi, latinisti, storici, ma anche giornalisti, scrittori e giuristi, si incontrano al Circolo dei lettori (via Bogino, 9) e in altri luoghi della città, come l’aula magna della Cavallerizza Reale (via Verdi, 9), la Sala Plebisciti del Museo Nazionale del Risorgimento (via Accademia delle Scienze, 5), la Sala dei Mappamondi dell’Accademia delle Scienze (via Accademia delle Scienze, 6), le OGR – Officine Grandi Riparazioni (Corso Castelfidardo, 22), il Teatro Carignano (Piazza Carignano, 6), per aprire la cassetta degli attrezzi che i classici ci donano, «libri che – secondo Italo Calvino – quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti».

Sono coinvolti anche gli studenti e studentesse delle scuole e dell’Università di Torino intornei di disputa classica, realizzati in collaborazione con Rete Nazionale dei Licei Classici e USR Piemonte. Durante i giorni del festival, 18, 19 e 20 ottobre, nella sala dei mappamondi dell’Accademia delle Scienze, prende il via il Torneo di disputa classica. Antiche lezioni per moderni dilemmi, in cui, alla maniera dei paesi anglosassoni, due squadre di studenti delle scuole superiori di Piemonte e Valle d’Aosta si sfidano in una competizione retorica strutturata in termini sportivi, cercando ciascuna di fare trionfare la propria verità. Obiettivo è convincere i giudici della bontà delle loro ragioni su temi del mondo antico suscettibili di ricadute culturali nel mondo moderno. È un progetto a cura di Elisabetta Berardi, Marcella Guglielmo e Massimo Manca, realizzato in collaborazione con Accademia delle Scienze, Dibattito e Cittadinanza – Rete del Piemonte, Rete Nazionale dei Licei Classici e Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte. La prima semifinale è giovedì 18, ore 15.30, introduce Paola Mastrocola, scrittrice, segue venerdì 19, ore 16 la seconda semifinale, introduce Matteo Nucci, scrittore e infine sabato 20, ore 10.30 la finale, introduce Andrea Marcolongo, scrittrice.

Festival del Classico è un progetto della Fondazione Circolo dei lettori, diretta daMaurizia Rebola, presidente onorario del festival Luciano Canfora, curatori Ugo Cardinale e Massimo Arcangeli. La Nike di Samotracia che compare nella cover è un’opera di Ugo Nespolo. Festival del Classico è realizzato con il sostegno diFondazione CRT, con il patrocinio di Città di Torino, Università degli Studi di Torino, in collaborazione con Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, OGR – Officine Grandi Riparazioni, Accademia delle Scienze, Dibattito e Cittadinanza – Rete del Piemonte, Rete Nazionale dei Licei Classici e Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte. Partner QC Terme Torino. Media partner La Stampa e Rai Radio3.

 

GIORNATA INAUGURALE

 

A Gian Luigi Beccaria, linguista e critico letterario, è affidata la prima lezione del festival,giovedì 18, ore 17 al Circolo dei lettori. È Qualcosa è cambiato. Continuità e durata dei classici nel mestiere di scrivere, dedicata a quanto le scritture del passato influenzino quelle di oggi. Infatti, nei libri del presente – che siano romanzi, saggi o poesie – il classico vive e ritorna, come ispirazione e monito. Ma come avviene questo movimento? Qualcosa, adesso, è cambiato. Fino non molto tempo fa, le novità di rilievo si affermavano secondo una continuità con ciò che è stato, ne sono testimoni autori come Leopardi, Carducci, Pascoli e ancora Ungaretti, Pavese, Fenoglio. E adesso? È ancora così?

 

Lo stesso giorno, giovedì 18, ma alle ore 18.30, si entra nel vivo con un dialogo tra due intellettuali d’eccezione. A confrontarsi, all’aula magna della Cavallerizza Reale, sono il giornalista Paolo Mieli e il filologo Luciano Canfora, in Viviamo nel dopo Pericle? Dilemmi della politica, sul difficile rapporto tra la morale e l’arte di governare. Infatti «finché fu Pericle a capo del partito democratico la vita politica fu piuttosto onesta, scomparso lui, andò via via peggiorando»: questa la diagnosi di Aristotele, e già di Tucidide, secondo cui la forza dell’ateniese era proprio l’incorruttibilità. Cosa succede oggi? Pericle è davvero scomparso?

 

PROGRAMMA

 

Il Festival del Classico prosegue alle ore 21 di giovedì 18 con Quando la vita ti viene a trovare. Dialogo tra Lucrezio e Seneca, al Circolo dei lettori, spettacolo a cura diCompagnia Vetrano Randisi con la drammaturgia del latinista Ivano Dionigi. Divergono su tutto: cosmo, lingua, amore, religione, morte, politica, progresso. Ma entrambi tentano, con la sola ragione, l’assalto al cielo: Lucrezio per affrontare ed eliminare Dio, Seneca per avvicinarsi e rendersi simile a lui. Inutile chiedere loro pace, perché sono naturaliterantagonisti.

 

Venerdì 19 ottobre, cinque importanti occasioni di approfondimento, a partire dalle ore 11al Circolo dei lettori con I classici hanno un futuro? Riflessioni sulla strada del tempo, dialogo tra Luciano Canfora, storico del mondo antico e filologo dell’Università di Bari,Ivano Dionigi, latinista, professore ordinario di letteratura latina dell’Università di Bologna, e Lucio Russo, fisico, filologo e storico della scienza dell’Università di Roma Tor Vergata. Il mondo classico, fatto di ragione ed equilibrio, cos’ha in comune con questo mondo che delegittima ogni limite? Atene e Roma cosa dicono all’Europa, meta dell’arrivo di nuovi popoli che ne accelera il tramonto? Le parole dei classici come interessano l’uomo tecnologico che, frastornato dall’immensa rete dello spazio, ha smarrito la strada del tempo? L’incontro è aperto anche alle scuole superiori.

 

Quale forma di governo può assicurare la giustizia nello Stato?  È il confronto traMauro Bonazzi, docente di storia della filosofia antica presso l’Università di Utrecht,Giuseppe Cambiano, storico della filosofia alla Scuola Normale di Pisa e Salvatore Veca, filosofo all’Università di Pavia, alle ore 17.30 nella Sala plebisciti del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano. Si è sempre guardato alle esperienze della politica e della giustizia antica di Greci e Romani, analizzando somiglianze e differenze rispetto alla situazione del proprio tempo, alla ricerca di nozioni riproducibili. Perché i corsi e ricorsi della storia, anche nell’organizzazione e gestione della vita condivisa, siano di insegnamento. ModeraMassimo Mori, filosofo dell’Università di Torino.

 

Segue, alle ore 18 al Circolo dei lettori, la presentazione Perché la cultura classica(Mondadori) con l’autore Lucio Russo, fisico, filologo e storico della scienza dell’Università di Roma e Sandro Graffi, fisico e matematico dell’Università di Bologna. Perché uno storico della scienza, docente di calcolo delle probabilità, promuove la difesa degli studi umanistici? All’idea che la definizione stessa di cultura non possa separare i campi del sapere si accompagna una proposta: la cultura classica, rivisitata, può riavere quel ruolo unificante svolto in passato e per cui non si è mai trovato un valido sostituto. È il primo incontro diClassica: i libri al festival, rassegna che porta al festival le novità editoriali legate al mondo degli antichi.

 

Seneca, un filosofo al governo. Tra otium e negotium è la lezione del latinista Ivano Dionigi, venerdì 19 ottobre, ore 18.30 al Circolo dei lettori (via Bogino, 9), intorno alla figura di un uomo fra i più influenti del suo tempo. Si tratta di Seneca che cerca ostinatamente il potere per tutta la vita, per poi rinnegarlo: quando la collaborazione con Nerone diventa impossibile, non solo chiede di ritirarsi a vita privata ma scrive anche De otio, in cui, dopo aver predicato e praticato l’impegno politico, sceglie ed elogia l’otium, che ritiene scelta obbligata per il filosofo, e per tutti.

 

Conclude la giornata di lavori lo scrittore Alessandro Baricco alle OGR – Officine Grandi Riparazioni, con La giustizia secondo Tucidide alle ore 21, una lettura dal dialogo fra i Melii e gli Ateniesi. Parla di una guerra di 2.500 fa, ma sul tavolo delle trattative ci sono le stesse cose di cui si potrebbe discutere ancora oggi: «Che giustizia c’è se uno dei due è fortissimo? Se c’è uno dei due che tiene l’altro sotto la minaccia di un’arma, è possibile parlare di diritto, doveri e giustizia?». Ingresso libero su prenotazione a org.it/education, i possessori di Carta Plus possono prenotare direttamente al Circolo dei lettori. 

 

Sabato 20 ottobre, ore 10 si apre con Enea e l’Eneide, il laboratorio per bambini dai 5 ai 10 anni a cura di Merende Selvagge. A partire dall’edizione La Frontiera Junior, i dodici libri del poema virgiliano riprendono vita attraverso le parole di Carola Susani e le immagini di Rita Petruccioli, che ci fanno ripercorrere le peregrinazioni di Enea, eroe bello e responsabile. Media partner Giovani Genitori. (Ingresso € 5, prenotazione obbligatoria 011 4326827 | info@circololettori.it, una piccola merenda conclude il laboratorio)

 

Segue, al Circolo dei lettori, ore 11, il secondo incontro di Classica: i libri al festival #2.Nicola Gardini, latinista e docente all’Università di Oxford, presenta Le 10 parole latine che raccontano il nostro mondo (Garzanti). Il latino – dei grandi autori ma anche quello quotidiano spesso usato in maniera inconsapevole – è un tesoro di significati che ci sfida a entrare in dialogo con il passato, e quindi a conoscere meglio noi stessi. Dimostrandoci che il nostro mondo continua a svilupparsi a partire da antichissime radici che sarebbe impossibile, e sbagliato, ostinarsi a ignorare.

 

Alle ore 11.30, sempre al Circolo dei lettori, continua Classica: i libri al festival #3 conFederico Condello, docente di Filologia greco-latina e Letteratura e tradizione classica all’Università Alma Mater di Bologna e il nuovo saggio La scuola giusta (Mondadori), eGiuseppina Magnaldi, latinista dell’Università di Torino. Il liceo classico è stato, per tradizione, la scuola della classe dirigente italiana e, anche per questo, oggetto di dileggio. In realtà questi studi – di storia, filosofia, logica, matematica, traduzione, sono un esercizio mentale completo in grado di mobilitare contemporaneamente capacità analitica e intuizione.

 

A partire da Giustizia e mito (il Mulino) saggio di Marta Cartabia, giudice costituzionale eLuciano Violante, il dialogo di Classica: i libri al festival #4 modera Gustavo Zagrebelsky, alle ore 12, Circolo dei lettori. Nella società di oggi riaffiorano dilemmi del diritto già raccontati nei miti: coscienza individuale vs ragion di stato (Antigone), verità storica vs verità soggettiva (Edipo), legge vs sua opposizione (Creonte). Per quanto emancipata dal primitivo nucleo vendicativo e amministrata con molte garanzie, la giustizia infatti non risana mai del tutto i conti, né per le vittime né per i carnefici. 

 

Classica: i libri al festival #5 continua alle ore 15 al Circolo dei lettori con Ulisse. L’ultimo degli eroi (Einaudi) incontro con l’autore Giulio Guidorizzi, grecista e filologo dell’Università di Torino. Ha espugnato Troia, affrontato tempeste, Ciclopi, Sirene e maghe, vagato per mare anni prima di tornare finalmente a casa. Ma il mito, come la storia, ha sempre un altro lato: l’Odissea è il romanzo originario della letteratura occidentale e Ulisse il primo vero personaggio moderno.

 

L’ora dei miti. Prometeo contro il potere degli dei arriva alle ore 16. Il laboratorio a cura di Progetto Odeon è per i bambini dai 5 agli 10 anni al Circolo dei lettori. Il mito di «colui che riflette prima» è lo spunto per affrontare temi come l’amicizia, lo scontro con un potere superiore, la libertà. A partire da una narrazione teatralizzata, i bambini si immergono, attraverso il gioco, nelle affascinanti vicende del primo Robin Hood ante litteram. (Ingresso € 5, prenotazione obbligatoria 011 4326827 | info@circololettori.it, una piccola merenda conclude il laboratorio)

 

Classica: i libri al festival #6 è con Arcipelago (Einaudi), nuovo saggio di Giorgio Ieranò, docente di Letteratura greca all’Università di Trento, e Olimpia Imperio, docente di italianistica all’Università di Bari, ore 16 al Circolo dei lettori. Il diario di viaggio nel tempo e nello spazio racconta l’intreccio di mito e realtà, storia e leggenda, che da sempre caratterizza l’Egeo. Mare mitologico di prodigi, paesaggio di labirinti e di colossi, di vulcani e di palazzi, ospita terre sacre, accoglie luoghi arcani e da millenni è anche scenario della grande storia europea.

 

La lezione di Piero Boitani, filologo, critico letterario della Sapienza di Roma, è alle ore 16.30 al Circolo dei lettori, si intitola Usare clemenza ai sottomessi, schiacciare i superbi. Roma, l’impero e l’anti-impero. La frase con cui Anchise indica a Enea il compito fondamentale della futura Roma è una costante della politica romana per circa mille anni: da una parte, la strategia di inclusione e assimilazione (e di tolleranza), dall’altra, la conquista, o la repressione, nei confronti di coloro che non si sottomettono. Ma cosa pensano di tutto questo i “superbi”, i ribelli?

 

Sabato 20 ottobre, ore 17, protagonista è Eva Cantarella con il nuovo saggio, presentato in anteprima, Gli amori degli altri (La nave di Teseo), inserito nella rassegna interna al festival, Classica: i libri al festival #7, all’Aula Magna, Cavallerizza Reale. Storica dell’antichità e del diritto antico presso l’Università di Milano è stata global professor alla New York University Law School. Tra le sue opere ricordiamo L’amore è un dio. Il sesso e la polis e L’ambiguo malanno. Condizione e immagine della donna nell’antichità greca e romana, entrambi per Feltrinelli. In libreria dal 31 ottobre, il saggio in discussione racconta trenta storie d’amore diversissime tra loro, da Zeus, il primo molestatore seriale della storia Occidentale a Cesare, il marito di tutte le moglie e la moglie di tutti i mariti.

 

Segue alle ore 18.30 al Circolo dei lettori (via Bogino 9) Parole antiche nella Costituzione italiana. Etimologia e significati, lezione di Gianmaria Ajani, rettore Università di Torino,Luciano Canfora, filologo e Giovanni Maria Flick, giurista, modera Giuseppe Laterza, editore. Le leggi sono incastri di parole così potenti da organizzare la vita dei popoli. Responsabili della convivenza degli uomini, accolgono e sfidano il tempo: conseguenza delle esperienze di ieri, devono saper gestire il presente con un occhio sempre attento ai cambiamenti. Quelle fondanti sono antiche, ma non passate.

 

Conclude la serata la lezione del grande Roberto Vecchioni, sabato 20, ore 21 all’Aula Magna, Cavallerizza Reale (via Verdi 9), che prima di dedicarsi alla musica, è stato assistente di storia delle religioni all’Università Cattolica di Milano dove si è laureato nel 1968, proseguendo poi per trent’anni la sua attività di insegnante di greco, latino, italiano e storia nei licei classici.

 

Maurizio Bettini è la prima voce di domenica 21, ore 11, al Teatro Carignano (piazza Carignano 6), con Narrare il mondo classico. Il racconto dei miti tra Atene e Roma, lezione del classicista e scrittore, docente di filologia classica Università di Berkeley e all’Università di Siena dove ha fondato il Centro Antropologia e Mondo antico. Da oltre duemila anni i miti continuano a porre interrogativi. Sono solo narrazioni affascinanti, talora bizzarre, oppure celano verità profonde e inaudite rivelazioni? Vanno conosciuti perché innanzitutto tramandano regole e significati di una cultura, e mettono a nudo le passioni, i dilemmi e le inquietudini della modernità.

 

Segue, sempre al Teatro Carignano, la lectio conclusiva del filologo Luciano Canfora,Antica e moderna res publica, percorso fra leggi e norme, visioni della collettività e dell’uomo, a partire dalla Costituzione degli Ateniesi dello Pseudo-Senofonte, dall’Epitafio di Pericle e da Le Supplici di Euripide, utili da (ri)leggere perché molto più contemporanee di quanto erroneamente si possa pensare.

 

Festival del Classico è anche un viaggio ad Atene, Il fascino dell’eternità, dall’11 al 14 aprile 2019 con lo scrittore Matteo Nucci, che al mondo antico ha dedicato i suoi studi e incentrato reportage, saggi e romanzi (come Le lacrime degli eroi, Einaudi). In programma anche gli incontri con lo scrittore Petros Markaris e l’artista Mary Zygouri (info circololettori.it).

 

Informazioni

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero.

I possessori della Carta Plus del Circolo dei lettori possono prenotare il posto in sala (011 4326827 | info@circololettori.it).

 

 

circololettori.it

Lavoro: digitalizzazione nel settore elettrico

Presentata a Roma  la  ricerca del Politecnico di Torino che evidenzia come il processo di digitalizzazione modifica e modificherà lo scenario lavorativo futuro

Meno attività manuali, un maggior sforzo cognitivo, attività di programmazione, controllo e capacità di lettura e di interpretazione dei software sono alcune delle conseguenze e dei cambiamenti che i nuovi ruoli come i “data scientist” e i responsabili della “cyber security” stanno apportando all’ambiente lavorativo, modificando anche i profili professionali e i percorsi di formazione continua e professionale. In particolare nel settore elettrico l’evoluzione digitale dell’organizzazione si sta manifestando con anticipo rispetto ad altri comparti industriali. Ed è proprio in questo contesto che si sviluppa la ricerca del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Torino presentata oggi a Roma nel corso dell’incontro “Dagli elettroni ai bit”; condotto dal professorPaolo Neirotti, lo studio indaga la Quarta Rivoluzione Industriale e gli effetti delle tecnologie digitali sulla struttura del settore elettrico, sui profili occupazionali e sulle necessità di aggiornare i sistemi di gestione del personale.

La ricerca ha infatti evidenziato alcuni elementi di quelle che potranno essere le configurazioni organizzative del futuro, delineando cinque caratteristiche dello scenario, che influiranno – e già ora influiscono – su come cambierà il lavoro, ponendo una serie di implicazioni di intervento sui sistemi di gestione del personale. In primo luogo,  grazie all’Internet of Things, centrali termo elettriche, impianti eolici e fotovoltaici, reti di trasmissione e distribuzione dove l’energia elettrica viene consumata possono essere monitorati e controllati con maggior precisione e tempestività: questa maggiore intelligenza nelle “macchine” coinvolte nel ciclo di generazione, trasmissione, distribuzione e consumo dell’energia elettrica fa sì che i dati sul funzionamento di impianti elettrici possano essere gestiti e controllati da soggetti distinti da quelli che posseggono e utilizzano gli impianti. Sempre legata all’intelligenza delle macchine, in seconda battuta, si sottolinea l’integrazione sempre più stretta tra lavoratore e sistema digitale; al contrario di quello che a volte si teme, la risorsa umana non viene marginalizzata, ma il ruolo dell’operatore diventa più importante dovendo controllare l’esattezza e la precisione dell’algoritmo: si diminuisce così l’attività manuale e si richiede un maggior  sforzo cognitivo da applicare ad attività di programmazione e controllo, evitando mansioni che possono essere rischiose per salute e sicurezza. La terza caratteristica riguarda la prospettiva “data driven” del lavoro: avendo a disposizione dati, statistiche e informazioni passate gli errori e i comportamenti sbagliati vengono bloccati sul nascere a favore della sicurezza del lavoratore. Quarta, la creazione di nuove élite professionali, come data scientist e responsabili di cyber security, a cui più che una specializzazione industriale ne è richiesta una molto elevata su algoritmi e nuove tecnologie. Infine,  contrariamente alla posizione per cui l’innovazione favorisce la distruzione dei posti di lavoro aumentando il divario nelle retribuzioni dei lavoratori tra alta e bassa qualificazione, le imprese in grado di applicare i nuovi paradigmi tecnologici registrano esattamente la tendenza opposta: c’è coesistenza tra specialisti tecnici e lavoratori dove la maggior complessità del lavoro, grazie alla centralità del riconoscimento di merito e competenze,favorisce retribuzioni elevatePresentando questi risultati Paolo Neirotti ha dichiarato che “la ricerca evidenzia chiaramente che l’equazione “più robot uguale a meno lavoro” sia riduttiva – spiega Paolo Neirotti –  L’equazione non riconosce la necessità valida per molte imprese di rivedere i sistemi di gestione del personale. La maggior partecipazione di operai all’innovazione e la loro maggiore integrazione con professioni tecniche richiede che i sistemi di retribuzione riconoscano, dandone più peso, merito e crescita delle competenze. Inoltre, servono approcci per fare di formazione continua e professionale processi sistematici e ripetitivi in grado di creare e far evolvere le competenze necessarie per applicare le tecnologie digitali a lavori operativi tradizionali”.

 

(foto: il Torinese)