redazione il torinese

Nuova TAC portatile

 E’ stata inaugurata la nuova TAC portatile intraoperatoria della Neurochirurgia universitaria  (diretta dal professor Alessandro Ducati), uno strumento estremamente efficace nel trattamento delle patologie neurochirurgiche. Le possibilità fornite dalla presenza di una TAC in sala operatoria sono molteplici e tutte contraddistinte dalla possibilità di migliorare la sicurezza del gesto chirurgico, i risultati post-operatori e, di conseguenza, la riduzione della degenza sia nella patologia cranica sia in quella spinale. L’apparecchiatura è costata circa un milione e duecentomila euro ed è stata acquistata grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo.

 

In generale si tratta di un ausilio che aggiunge agli occhi dei chirurghi quelli complementari dei raggi X, permettendo di ridurre ulteriormente il margine dell’errore e della complicanza, aumentando l’accuratezza e la precisione delle procedure. La Tac intraoperatoria, come in un concerto di musica classica, si comporta come l’accordatore degli strumenti, unendo ed armonizzando le strumentazioni di ultima generazione già in uso nel reparto, quali l’endoscopio 3D per le patologie della base del cranio e dell’ipofisi; l’ecografia intra-operatoria e la fluorescenza per i gliomi cerebrali; il laser, l’aspiratore ad ultrasuoni o i neuromonitoraggi, utili e talvolta necessari, per tutte le altre patologie neurochirurgiche.

Tutte queste tecnologie e strumentazioni, a volte con nomi altisonanti, potevano essere slegate l’una dalle altre senza una perfetta integrazione. Per meglio capire l’importanza di questa integrazione, si può portare ad esempio il neuronavigatore (una sorta di GPS che fornisce in tempo reale al chirurgo la posizione esatta in cui si trova la patologia da trattare), che poteva subire una importante “distorsione” legata al fatto che le immagini radiologiche non erano appena state acquisite e quindi perfettamente “aggiornate”. In questo senso la TAC intra-operatoria ha lo scopo, fondamentale soprattutto nelle patologie oncologiche, di acquisire i dati radiologici in tempo reale, aggiornando ed accordando i vari strumenti.

Inoltre, avere la TAC direttamente a disposizione nella sala operatoria, permette di riconoscere possibili complicanze acute in atto e di verificare in corso d’opera l’entità di resezione di un tumore o di una malformazione vascolare. Nei tumori, in particolare, verificare l’entità della resezione aiuta a migliorare la prognosi massimizzando la rimozione.

 

Nella patologia spinale permette di utilizzare la neuro-navigazione per il posizionamento dei mezzi di sintesi nei casi più ostici e complessi, e di farlo a paziente già in posizione sul lettino operatorio, pertanto annullando l’errore legato all’utilizzo di una precedente TAC effettuata in sala radiologica. Quindi permette di guidare la resezione di neoplasie – ossee in particolare – con il massimo grado di accuratezza e anche qui di monitorare eventuali complicanze a procedura ancora in atto.

 

Una sicurezza in più per i pazienti, in un’era in cui l’avanzamento tecnologico deve andare di pari passo con la formazione del chirurgo.

 

 

Lauree alla Scuola di Applicazione dell’Esercito

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Cento sottotenenti del 197° corso “Tenacia” neo laureati in Scienze Strategiche

Giornata ricca di eventi al Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito.  E’ iniziata con la cerimonia dell’ Alzabandiera presso il Palazzo Arsenale,  che ha visto la partecipazione del Comandante per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino e di 24 ragazzi della scuola secondaria di primo grado “Meucci” di Torino, accompagnati dai propri docenti. Successivamente, il Generale di Corpo d’Armata Serino, accompagnato dal Comandante per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata, Giovanni Fungo,  ha rivolto un indirizzo di saluto agli Ufficiali del 198° Corso “Saldezza”. Infine,  nell’Aula Magna, si è svolta la cerimonia di proclamazione di Laurea Triennale Interateneo in Scienze Strategiche riservata agli Ufficiali

frequentatori del 197° Corso “Tenacia” e ad alcuni studenti civili.  A decretare il successo del corso di laurea in Scienze Strategiche concorre l’unicità del sistema formativo dell’asse Modena – Torino nel quale Esercito ed Istituzioni Accademiche operano in stretta sinergia attraverso la Scuola Universitaria Interfacoltà di Scienze Strategiche  (SUISS) garantendo una proposta didattica moderna, flessibile e di grande interesse anche per numerosi studenti civili, attratti da possibili sbocchi professionali nei settori della sicurezza, difesa e cooperazione internazionale. La Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino dove ogni anno si formano oltre mille studenti militari e civili, italiani e stranieri, rappresenta un polo culturale in grado di coniugare aspetti quali rispetto per le tradizioni, innovazione didattica ed internazionalizzazione degli studi.

ANAGRAFE: INCREMENTO DEL PERSONALE E AMBIENTI MIGLIORI

L’assessora Paola Pisano ha risposto,  in Consiglio Comunale, ad un’interpellanza generale (primo firmatario Stefano Lo Russo) su problemi relativi alla gestione dei servizi anagrafici, in particolare sull’erogazione delle carte d’identità elettroniche

L’assessora ha esordito ricordando la situazione degli uffici trovata nel 2016, ad inizio di questo mandato: calo dell’organico dell’8% rispetto agli ultimi cinque anni, la carenza di organico nota da tempo non affrontata, l’età media del personale di 56 anni, nel 2016, personale assente perché in possesso dei requisiti per legge 104, pc obsoleti, progetti di modernizzazione iniziati e non portati a termine, non attivati progetti di digitalizzazione. Ha quindi evidenziato come il processo di digitalizzazione si stia portando avanti attraverso 5 punti: la creazione di servizi di software e hardware utili a supportare la digitalizzazione, la formazione del personale, il ridisegno dei processi, nuovi servizi, il miglioramento degli ambienti fisici. Sono state incrementate le risorse economiche per lo straordinario dei dipendenti, è stata avviata la richiesta di personale attraverso bando interno e distacchi. Nel 2017 sono stati attivati 12 corsi e altrettanti nel 2018 per oltre 2000 ore di corso. “La digitalizzazione è l’elemento fondamentale su cui puntare attraverso diffusione delle competenze evoluzione dei modelli operativi organizzativi gestionali anche per la trasformazione sociale di un Paese, ha sottolineato Pisano. “Digitalizzare non è una scelta ma un obbligo che comporta un cambiamento tecnologico ma soprattutto di approccio di mentalità e organizzazione. Chi non supporta o non partecipa a questa trasformazione si sta impegnando a creare un Paese di serie B, non in grado di competere in Europa e nel mondo dove non si parla più on line ma di intelligenza artificiale applicata ai servizi, ha aggiunto. La digitalizzazione, ha concluso, è un grande cambiamento che a Torino parte da un servizio che non è mai stato riorganizzato negli anni, un cambiamento di questa portata ha bisogno di tempo e, come Amministrazione, stiamo supportando questa trasformazione per migliorare la situazione dei dipendenti e dei cittadini. Ma se aspettiamo di avere le migliori risorse umane e le migliori condizioni di risorse economiche per dar vita al cambiamento, il cambiamento non avverrà mai, come successo fino ad oggi”.

Dopo l’intervento dell’assessora, si è svolto il dibattito

 

Stefano Lo Russo (Partito Democratico): C’è un problema drammaticamente banale, vale a dire consegnare le carte d’identità ai cittadini. La carenza di organico esiste in tutti i settori del Comune e, quando c’è la volontà politica, le risorse umane si trovano, come avvenuto nel caso del potenziamento dei servizi di riscossione. Noi crediamo fortemente nell’innovazione ma occorre garantire i servizi essenziali, per questo ci attendiamo concretezza e risposte. Chiediamo che il cittadino non venga vessato con quattro ore di coda, che si riorganizzi meglio il servizio e che si smetta di attribuire il problema all’Amministrazione passata visto che questa Amministrazione governa ormai da anni la città.

Silvio Magliano – Moderati: Affrontai questi stessi temi, i disguidi dell’anagrafe, il 20/6/17 e il 20/9/17, venendo rimproverato per il tempo preso così all’assessora.
L’assessora immagina nonnine digitali. Lei non sembra avere idea di cosa significa dare un servizio ai comuni cittadini. Sindaca, i tecnici vanno scelti perché prima hanno dimostrato qualcosa; l’assessora è inadeguata, salvo nello stringere rapporti con aziende varie, magari pensando al proprio dopo-mandato. Sindaca, prenda in considerazione alternative all’assessora Pisano, se invece è contenta di un’assessora che parla di futuro ignorando il presente continui così.

Eleonora Artesio – Torino in Comune/ La Sinistra: Ogni volta che sento parlare l’assessora vengo trascinata nel favoloso mondo di Amélie o del Mago di Oz e provo simpatia, per questo essere visionari, ma la visione va comunicata, scambiata e resa credibile con atti quotidiani concreti, per quanto lenti e faticosi.
Volevo sapere nell’interpellanza: Ferrari e Rolando hanno incontrato il personale per scongiurare lo stato di agitazione o no? Tale stato perdura o i sindacati e i lavoratori sono stati rassicurati? Come si raccorda la tematica oggi descritta con quello che leggiamo oggi secondo cui a fronte di tanta visione e lungimiranza, la Città si accingerebbe a rivolgersi a un digital manager per superare l’attuale situazione?

Osvaldo Napoli – Forza Italia: Come sindaco fui fortunato: il mio ero uno dei 50 comuni scelti per erogare le carte d’identità gratis. Ai miei tempi gli assessori facevano la coda per sposare e firmare la carta d’identità, chè dopo portava voti, a testimonianza dell’importanza che ad essa assegnano i cittadini. Ho letto i giornali: non c’è bisogno di nessun manager, c’è bisogno che l’assessora prenda a cuore la carta d’identità o dia una delega ad un consigliere. Basta questo.

Deborah Montalbano (Uscita di Sicurezza): L’ho ascoltata attentamente, assessora, e devo di nuovo chiederle di chiudere il libro dei sogni e di darci qualche risposta! Come intende migliorare la tempistica del rilascio CIE? Come affronterà i carichi di lavoro delle pratiche online? Mancano risorse e formazione del personale! Prima di entrare nell’Anagrafe nazionale bisognava avviare una riflessione su risorse economiche, macchinari e organizzazione. Ora deve dirci come intende intervenire! Abbiamo depositato un esposto alla procura per i disservizi alle anagrafi e chiediamo le sue dimissioni.

Mimmo Carretta (PD): Vivo in una città divisa in due: quella delle code davanti a anagrafe e GTT e quelle delle code sparite per chi vuole investire nelle nostre città. Torino non ha più visione! Avrei voluto sentire un intervento dell’assessora in cui chiedeva scusa e si impegnava a ridurre le code entro due mesi. Abolirete la povertà, ma riuscirete ad abolire le code all’anagrafe?

Alberto Morano (Lista Civica Morano): Sembra che lei, assessora, viva in un mondo virtuale e non le importi dei problemi dei cittadini. Le code dei cittadini sono un problema reale! Non sorrida e affronti seriamente i problemi: il sorriso abbonda…

Fabrizio Ricca – Lega Nord: Risolviamo questa sera stessa il problema e se chi ha gestito fino ad oggi non ha le competenze ne tragga le doverose conclusioni, immediatamente.

Aldo Curatella – Movimento 5 stelle: Innovazione e digitalizzazione sono temi da portare avanti, ma i cittadini in strada non ci parlano di cose come il 5G. In questo momento i cittadini ci segnalano un enorme problema sulle CIE. Questa carta d’identità non l’abbiamo voluta noi ma nasce da una circolare del Governo. Oggi la media nazionale per produrle è di 25 – 30 minuti. A Torino la prima data utile per il primo appuntamento è a gennaio. Qualche mese fa ho fatto un ‘accesso agli atti per capire come lavora l’anagrafe, avevo ipotizzato l’emissione di una carta ogni 25 minuti (con le 47 postazioni di allora, che oggi sono 51) e calcolavo 3600 CIE a settimana. Da quella ricerca emerse però che alcune postazioni non erano usate a sportello per i cittadini ma in backoffice per eventuali urgenze. Si suggerì di usarle pienamente. Oggi apprendiamo dell’arrivo di un digital manager che servirebbe non solo per l’anagrafe ma per una completa digitalizzazione della pubblica amministrazione, per esempio con la creazione di un fascicolo del cittadino. Ritengo come chi ha firmato questa interpellanza, che la soluzione delle problematiche in oggetto deva essere una priorità politica dell’amministrazione per dare una soluzione in tempi rapidi a tutti i cittadini che da mesi chiedono una soluzione.

Al termine del dibattito le repliche dell’assessora Paola Pisano e della sindaca Chiara Appendino.

L’assessora ha evidenziato come le code non siano di 4 ore e come le carte d’identità elettroniche vengano consegnate in due mesi, in linea con i tempi di altre grandi città italiane. Ha evidenziato come ci si accorga del disagio dei cittadini ma ha sottolineato come il numero di carte d’identità erogate in un mese (10 mila) sia lo stesso del 2014. La sindaca ha definito la discussione “surreale”, evidenziando come il problema dell’anagrafe sia evidente a tutti e si stia cercando, in trattativa con i sindacati, di attuare una procedura per incrementare l’organico così come era stato fatto per Soris, un anno prima. Oltre all’incremento dell’organico, ha sottolineato, “occorre migliorare l’ambiente e avviare la formazione”. E’ di basso livello, ha continuato, attaccare l’assessora per quanto sta facendo sul piano dell’innovazione, adducendo questioni di interessi personali, per le quali eventualmente invito ad inviare le segnalazioni alla Procura. Né da maggioranza né dalle opposizioni ho sentito proposte.Mi auguro che la Commissione consiliare competente, accanto al lavoro che l’Amministrazione svolgerà con i sindacati, possa essere di supporto al lavoro dell’assessora”.

FIAT Torino basket: supercoppa e i suoi “simili”. Come è bello abituarsi bene

Parliamoci chiaro subito: purtroppo la supercoppa l’ha vinta Milano, e la FIAT Torino si è mossa molto bene ed a tratti in modo autorevole. Ma, almeno ad oggi, Milano sembra più forte e più strutturata. Milano non ha cambi o riserve, ha solo giocatori diversi che giocano titolari a turno

L’Auxilium Torino ha invece già una forte anima combattente che è emersa prepotentemente nell’ultimo quarto, dove forse, con un briciolo in più di fortuna (anche se nello sport la fortuna non può essere una scusa) forse avrebbe potuto completare la rimonta. A dire il vero, è anche incredibile che gli arbitri non abbiano annullato un canestro all’Olimpia Milano dopo che la palla era entrata da sotto il canestro e poi riuscita nuovamente da sotto; sarebbe stata rimessa per la FIAT e non canestro subito, ma tant’è, si dice che lamentarsi è dei deboli ma dire la verità non può diventare un qualcosa di negativo. Comunque, lasciando da parte i sofismi dialettici su giustizia o fortuna del basket, mi piace soffermarmi su qualcosa di particolare che sta succedendo a Torino: è arrivato l’alto livello del basket, e ce ne stiamo accorgendo. L’effetto calcio non può che essere positivo per quel che riguarda l’immaginario collettivo, in cui ogni vittoria viene salutata come normale, però, a dire il vero, nel basket non era così fino a pochi anni fa. La FIAT Torino basket ha vinto una Coppa Italia, è riuscita a qualificarsi per una finale di Super Coppa (dopo aver battuto molto nettamente una Trento che è sempre stata considerata esempio virtuoso del basket nazionale) persa contro un’Armani Milano costruita per vincere sì, ma anche in Eurolega, e il pubblico sta sperando una stagione nuova piena di entusiasmo, come dai social emerge a grandi passi. E’ splendida la presenza di Larry Brown in panchina, ma non solo, anche nel palazzo stesso; il pubblico lo attende come un giocatore e il rispetto di tutti, avversari e tv locali e internazionali comprese, è assoluto. E la squadra gioca in maniera nuova, a volte ancora inconsapevole dell’enorme possibilità che ha di creare una moda che potrebbe tornare a far giocare a basket e non al tiro a bersaglio come unica arma. Qui si tratta di “gusti cestofili”, ma credo che il basket fosse nato per creare la spettacolarità degli 1 contro 1 i blocchi e le sfide ravvicinate a canestro. Ora, ma è solo il mio pensiero, esiste molto il tiro da 3 esasperato e chissà, magari arriverà il tiro da 4 punti… , ma è un basket diverso, un tiro al bersaglio (difficile, ma sempre un tiro al bersaglio resta…) che amalgamato al resto sarebbe il massimo, ma come risorsa primaria allontana il concetto di basket storico. La FIAT Torino sembra giocare con l’uno contro uno, l’attaccare il canestro, il gioco a due e la circolazione veloce della palla per creare le condizioni ottimali per giocare e, ultimo ma non ultimo, una difesa atletica e tattica ancora da definire ma che promette bene. Per quanto riguarda i singoli, pur se ancora tutti da rivedere quando avranno più di quattro allenamenti insieme… si può pensare che Mc Adoo sia e sarà un centro atipico dominante, Rudd potrà essere fondamentale come supporto energico e fisico in difesa quanto in attacco, Tyshawn Taylor un play d’attacco notevole, Wilson sembra quello “di una volta” e con qualità atletiche migliorate, Carr quando in “coraggio” sembra infermabile se non da solo…, Cotton ha addosso più energia e carica agonistica di una montagna di pile elettriche, Poeta e Cusin potranno sempre dare il loro contributo e in futuro saranno ancora più importanti, mentre Delfino è atteso al recupero fisico e di Anumba si attende il debutto reale ad alti livelli, ma il precampionato ha dato buone speranze. In attesa di David Okeke si dovrà porre rimedio alla panchina forse un po’ corta rispetto agli standard di alto livello internazionale, ma bisogna dire che meglio pochi ma ottimi che tanti “così così”. Sarà fondamentale la tenuta atletica e il rispetto dei tempi di recupero, perché tra viaggi e partite ad alta intensità non sarà un compito facile da adempiere. Comunque, come diceva il titolo, è bello abituarsi al bello ed è bello potersi preoccupare di come vincere di più. E’ la preoccupazione dei forti. E la FIAT Torino basket sta muovendosi in questa direzione. La mentalità di tutti dovrebbe condurre a questo: essere pronti a fare il salto verso l’alto. Ma questo si fa ricordandosi sempre di chi ha i veri meriti di tutto questo miracolo a Torino, che senza chi ha investito tanto e anche tanta salute in questo miraggio ora realtà, lo scorso weekend non avrebbe visto la sua Auxilium giocare contro l’Olimpia, ma forse alla sera avrebbe letto il risultato sul televideo del vincitore.Torino è protagonista del basket nazionale: è una realtà che i Torinesi sapranno apprezzare, e i veri tifosi della FIAT Torino saranno felici di vederla giocare dal vivo nella nuova casa del Palavela!

Paolo Michieletto

 

Un festival per Gipo, canzoni e monologhi tra vecchie storie di barriera

Inserito nella sezione “Piemonte in scena” che fa da apripista alla stagione di Torino Spettacoli, Gian Mesturino ha inventato, con la complicità di molti, un altro godibilissimo tassello teatrale. Dove al centro suona netto quel termine, sumà, ormai sconosciuto ai più, alle nuove generazioni, a quelli ben lontani da quel profumo di “torinesità” che una volta invadeva le vecchie trattorie con la topia e le partite a carte, il quartino sempre sul tavolo e una chitarra pronta a essere abbracciata, i tetti del borgo e le case a ringhiera a fare da panorama, forse grigio e un po’ tetro, certo povero, con qualche piccolo cesare che cercava di farsi largo con qualche sbandata di troppo ma un panorama certo sempre pieno di dignità, di coraggio di vivere, di orgoglio di quella nascita appartata, di amicizie prolungate nel tempo. Un quadro ormai antico, la palestra e la vita del “cantore” Farassino – scoprendo un talento, Giuseppe Erba l’aveva ingaggiato all’Erba, intermezzo musicale tra una proiezione e l’altra -, con i suoi Sangon Blues o il cortile dl 6 ‘d via Coni con i suoi panni stesi, con i suoi personaggi strampalati che come Matilde Pelissero racchiudevano dentro un mondo.

Ricordi, suggestioni, sentimenti forse troppo presto buttati via, vecchie memorie che si sono sentite venir su con le risate, chissà da quale angolo del tempo, un po’ di giorni fa, quando Mesturino, nel foyer del Gioiello, ha dato il via alla presentazione del 1° Festival Gipo, che proprio nel teatro avrà i suoi quattro giorni di svolgimento, dal 18 al 21 ottobre prossimi. Punto di partenza sarà il film di Alessandro Castelletto, Gipo, zingaro di barriera, ovvero un viaggio intrapreso con Luca Morino, un autentico successo che ha visto il proprio inizio con il Torino Film Festival, vera testimonianza dell’interesse che ancora oggi circonda la vita come il percorso artistico dello chansonnier torinese. Parte dell’incasso della serata sarà devoluto a favore della Fondazione Caterina Farassino. Venerdì 19 sarà la volta di Mi e Gipo, con il sottotitolo assai significativo di “storie, emozioni e canzoni per 50 anni d’amicizia”, ideato dall’allegria e dallo spirito più che giovanile dell’ottantatreenne Tipo Zerbini, cabaret e canzoni che vedranno l’apporto di Andrea Stefanell al pianoforte, Stefano Milanesio alla fisamornica e Stefano Costantino alla chitarra. Ancora Ciao Sumà, ancora comicità e canzoni con Sergin e la sua Sangon Blues Band (il 20), mentre il tutto si concluderà domenica 21 con Na seira ’n piola (alle 16) con – “imprescindibile”, lo ha definito Mesturino – Giovanni Mussotto, spettacolo di poesie, canzoni e monologhi in lingua piemontese su musiche e testi di Gipo e Carlo Artuffo, un viaggio attraverso la lingua e la letteratura piemontesi e quelle tradizioni che non andrebbero perdute; e alle 21 A son peui mach canson con la voce di Luigi Ferroglio e gli strumenti dei sei musicisti che compongono il gruppo musicale “Terzo Turno”, anch’essi in scena per far rivivere la barriera di un tempo, le avventure e i sentimenti di una voce non facilmente dimenticabile.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini, Gipo Farassino, Tino Zerbini (“Mi e Gipo”) e Giovanni Mussotto (“Na seira ’n piola”)

 

Scempio al cimitero: rifiuti negli ossari dei defunti

I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) di Torino hanno denunciato il titolare di una cooperativa di servizi cimiteriali e lo hanno multato di 40 mila euro imponendogli di effettuare la bonifica degli ossari dei cimiteri torinesi, dove gli operatori della sua ditta gettavano ogni tipo di rifiuti. I controlli sono partiti nell’ambito dell’indagine sulle presunte truffe nelle esumazioni e sui furti degli oggetti  personali dei defunti nei cimiteri cittadini. Nelle tombe finivano sacchetti di plastica, pezzi di legno e materiale ferroso, il tutto in mezzo  alle ossa e persino a resti umani non ancora decomposti. Gli oggetti di valore dei defunti erano spartiti tra gli operatori.

Pd in cerca d’autore

Matteo Renzi vuole ( desidera ) che l’onorevole Silvia Fregolent diventi segretaria regionale del Pd. Direi per il partito una  ottima scelta. Renziana della primissima ora, arriva da sinistra.  Partita dalla base dei vari partiti di sinistra è stata folgorata sulla via di Damasco dal Toscanaccio.  Capo segreteria dell’assessore all’ambiente Ruggero della giunta Bresso. Molti dei Ds sussurravano che era lei il vero assessore. Malelingue? Forse. Sicuramente è sempre stata attivissima.  Poi il grande balzo a Roma. Vinte le primarie è al secondo giro come parlamentare. Ha bone chances  per farcela. E’ anche amica di Gariglio, che non guasta mai. Matteuccio è tornato quello di una volta.  Incontenibile. Vola a Parigi per un accordo con Macron.  È di casa a Londra per conferenze e consulenze finanziarie. Documentarista e tuttologo su Firenze. Scatenato.  Anni fa chi lo conosce bene mi diceva: il suo più grande pregio e anche il suo più  grosso limite: il carattere. Anche il Pd tutto (o quasi) ha imparato a conoscerlo ed apprezzarlo.  Sul Piemonte solo una domanda suppletiva: ma è arrabbiato con Piero Fassino? In qualche molto gli rompe sempre le uova nel paniere. Gli contesta qualcosa ? Forse a Matteo non è andata giù la candidatura di Raffaele Gallo a segretario regionale, figlio d’arte di Salvatore Gallo. Grande patron di tessere già nel Psi di Bettino Craxi. Ora nel pd passando per la Margherita. Funzionario in pensione del gruppo Sitaf. Per capirci Gruppo Gavio. Incontrastati signori delle autostrade. O forse Matteo ha avuto delle sollecitazioni piemontesi contro questa candidatura. Non tutti sono contenti dell’opa lanciata dai lucani  indiscusso capo Mauro Laus e la comunità calabrese, storicamente intorno a Salvatore Gallo. Al provinciale c’ è Mimmo Caretta, nato in Puglia ma storicamente e saldamente Lucano. Lucani che hanno vissuto la diaspora della sinistra.  Roberto Placido è emigrato in Sel rimanendo poi profondamente contrariato dall’ invadenza di Grimaldi e Fratoianni . Punto di mediazione tra i due opposti schieramenti la famiglia di Prospero Cerabona. Che non si limita nel curarsi il suo gioiellino, la Fondazione Amendola. Prospero che non si dimentica mai di essere stato contadino, pastore ed operaio. “Sono un ” cafone” che ha studiato”. Fondazione diventata un avamposto di civiltà e cultura nella martoriata barriera. Gioacchino Cuntrò continua nelle sue consultazioni e i fassiniani  nel loro proselitismo. Fassiniani? Non si sa precisamente. Qualcosa sta cambiando. Come al solito l’ ” usato sicuro ” di Sergio Chiamparino insiste : compagni del Pd buttiamola in politica. In direzione Pd regionale sostiene che  un partito si sinistra per lottare contro la povertà si deve porre l’obbiettivo della ridistribuzione delle ricchezze. Ma cosa sta succedendo? Compagni? Redistribuzione della ricchezza ?Da Roma gli fa eco Martina. Orgogliosamente, davanti al suo popolo : dobbiamo rifondare la sinistra. Essere un’alternativa. Ammetto che ciò che sento mi stupisce. Ritorno alle origini? Per il passato recente qualcosa per il Pd non ha funzionato. Orgoglio indispensabile ma non sufficiente.  Intanto il nemico politico è individuato, principalmente in Matteo Salvini. Ed il fronte è almeno europeo. Così la sinistra difende l’ Europa come istituzione e la destra resta sovranista e populista. Con il gruppo dei Popolari, Merkel  e Berlusca che non stanno a guardare. Il capolavoro di Salvini è fatto: alle amministrative con Forza Italia e alle europee con la Lepen. In Piemonte Sergio Chiamparino non può più tirarsi indietro, incoronato dalla direzione regionale del Pd.. Fin qui la strategia mi sembra chiara: se si perde si perde con onore. Poi molte altre cose si vedranno. Chi verrà eletto al Parlamento europeo. Chi verrà eletto in consiglio regionale. Chi avrà la maggioranza nei comuni votanti. Chi verrà scelto come segretario regionale. Ed anche ( non di poco conto ) come verrà scelto.
Patrizio Tosetto
(FOTO: IL TORINESE)

Racconti di donne nelle fiabe arabe

A tu per tu con Samia Makholufi, autrice del libro “La figura femminile nella letteratura araba per l’infanzia” 

 

 Samia è una giovane donna nata a El Aiuon in Marocco. Vive dall’età di nove anni a Torino dove ha studiato e si è laureata in Lingue e Letteratura Straniere e Culture Moderne all’Università. Attualmente è iscritta al corso di Laurea Magistrale in Lingue per la Comunicazione Internazionale.  “Un incontro tra culture e generazioni” introduce così la serata Roberto Tricarico, l’eclettico padrone di casa, editorialista del Corriere Torino. “Samia- spiega la professoressa Giusi Tallone, ideatrice della serata- è una finestra sul mondo per la sua età, per la sua intelligenza, la sua apertura mentale e per la sua curiosità. E stasera è una vera opportunità conoscere Samia e il suo libro frutto dello studio universitario sul ruolo della donna raccontato nelle fiabe per i bambini nel mondo arabo”. 

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 E’ il momento di Samia Makholufi che si racconta così su invito di Roberto Tricarico: “All’Università ho scelto di studiare Lingue e come prima lingua l’arabo e spagnolo come seconda. Da quando ero molto piccola era ricorrente la domanda se conoscessi l’arabo. Ma io non lo sapevo nè leggere nè scrivere; così ho voluto approfondire la mia cultura d’origine e pubblicare la tesi di laurea. Il saggio inizia con la ricerca su che cosa siano la fiaba e i racconti per poi passare all’importanza del linguaggio fino ad analizzare gli ultimi testi pubblicati nei paesi arabi per i bambini dai sei ai dieci anni. Ho voluto esaminare i libri che vengono letti, sfogliati e toccati dai bimbi che saranno la generazione futura. Le fiabe sono sempre state un intrattenimento sia per gli adulti che per i bambini. Esse attraversano la storia, i popoli e le società.. e ciò che da ai racconti la forza di esistenza oggi come nel passato è la loro natura memetica: la capacità di comunicare con un linguaggio universale. Si evidenzia quindi l’importanza della parola che è fonte primaria per la collaborazione e la comunicazione tra gli individui. I racconti accendono la curiosità e la fantasia e fanno sognare ed immaginare un mondo utopico. Grande è il potere evocativo delle fiabe. I bambini vivono emozioni ed esperienze che si ripresenteranno nella vita”. Terminata la presentazione con interventi e domande dal pubblico abbiamo rivolto alcune domande a Samia.

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Perchè una ricerca sul mondo femminile nella letteratura araba per i bambini?

L’idea è stata quella di esaminare il ruolo della donna nei diversi paesi arabi. E capire il cambiamento in atto attraverso le fiabe perchè sono una chiave per leggere i mutamenti. I primi testi per bambini nel contesto arabo sono stati pubblicati in Egitto al Cairo e in Libano a Beirut per poi estendersi ad altri paesi. E’ molto utile capire che cosa leggono oggi i bambini, che cosa viene raccontato a loro quale idea possano farsi della figura femminile.

Quali fiabe hai letto da bambina? 

Le fiabe classiche occidentali “Biancaneve e i sette nani”, “Cappucetto Rosso”… ma quella che ho apprezzato di più è stata “La Bella e la Bestia” perchè va oltre il pregiudizio, questo racconto ci presenta la “Bestia” come essere prepotente e arrogante, anche un po’ cattivo, eppure Bella vede oltre le apparenze e scopre la bellezza interiore di Bestia.. bisogna fare come Bella andare oltre i pregiudizi… Mi sento di consigliare la lettura anche ai bambini di oggi, questa fiaba trasmette valori profondi. 

Kafka sostiene che: “non esistono fiabe non cruente. Tutte le fiabe vengono dalla profondità del sangue e dell’angoscia”. Cosa ne pensi?

Credo si possa leggere anche come il desiderio di riscattarsi dalle disuguaglianze nella società contemporanea sia essa occidentale o araba. E quindi se non tutte le fiabe sono a lieto fine hanno senz’altro un messaggio di positività che è quello di emanciparsi dal male e dalle sofferenze.

Come vedi oggi la donna nel mondo arabo?

Naturalmente non si può generalizzare. Ci sono differenze. Penso però che si lavori molto per i diritti delle donne. Certo non possiamo salutare come una conquista la possibilità per le donne di prendere la patente in Arabia Saudita. Ci sono resistenze culturali ma molto spesso sono il frutto di ignoranza e conoscenze superficiali della religione.

Visto che ne parli, come vivi l’Islam in un paese cattolico come l’Italia?

Lo vivo bene. C’è rispetto per i valori comuni che sono valori universali. 

Come valuti la tua vita da cittadina torinese?

La valuto bene. Sono stata fortunata. Ho incontrato nel mondo scolastico insegnanti bravissimi. Ho un atteggiamento mentale positivo. Ti aiuta a superare le difficoltà della vita.

Vuoi aggiungere altre considerazioni sulla tua vita?

Sento di appartenere alla comunità italiana senza perdere la mia identità araba. Convivono in me queste due anime. Non sono in conflitto tra loro. E anche ascoltando la musica è bellissimo sentire le parole italiane e quelle marocchine. E’ un messaggio di integrazione, di unione felice. 

A proposito di musica cosa chi ti piace ascoltare?

Ascolto l’algerino Chab Khaled perchè rappresenta una rivoluzione musicale importante per l’evoluzione della società moderna araba. Nelle sue canzoni si afferma la libertà, il diritto di parola, i diritti per l’uguaglianza. Valori che ritroviamo in questo genere musicale, il “rai” che significa “opinione” o “punto di vista”, dove gli artisti sono denominati con il solo nome preceduto dall’aggettivo giovane proprio per dare importanza e voce alla figura giovanile.

Con queste note concludiamo l’intervista e salutiamo Samia dal volto bello, radioso e sorridente incorniciato graziosamente dal classico foulard arabo.

Franco Maria Botta

Il Gran Trecking dei Castelli bruciati

Si è conclusa domenica 30 settembre la prima edizione del Gran Trekking del Monferrato dei Castelli Bruciati organizzata da Cammini DiVini di Augusto Cavallo. L’escursione  ha visto la partecipazione di una  ventina di coraggiosi escursionisti che in parte si sono alternati alla partenza delle 4 tappe del percorso che in totale è lungo ben 101 km. e che attraversa 11 Comuni del Basso Monferrato. Il territorio ha accolto gli escursionisti al meglio delle sue potenzialità, tra le bellezze naturali, i panorami, la vegetazione, i monumenti ed anche un clima ottimale, fresco al mattino e non troppo caldo al pomeriggio,  ideale per trascorrere le giornate all’aperto e in mezzo alla natura. Durante le quattro giornate di escursione in molti hanno collaborato e contribuito all’ottima riuscita dell’evento, in primis gli amministratori comunali che hanno accolto, accompagnato e “raccontato” il territorio nelle sue peculiarità. Ma anche le strutture ricettive che hanno ospitato gli escursionisti, provenienti da Torino, Chivasso, Canavese, Alessandria, Vercellese ed anche dalle vicine colline del Monferrato, così come i circoli, i bar e le polisportive che hanno organizzato delle aperture straordinarie per permettere a tutti i partecipanti di trovare delle aree ristoro attrezzate per le soste per il pranzo. I volontari che hanno accompagnato i camminatori nella visita del Monastero di Rocca delle Donne, del Museo Etnografico di Coniolo o lungo buona parte di alcune tappe del percorso. Ottima l’accoglienza anche da parte di alcune strutture incontrate lungo il percorso che hanno aperto le porte ai viandanti consentendo loro di abbeverarsi e di fare brevi visite, così come pure alcuni privati che hanno accolto con offerta e degustazioni di vini locali. Al termina e di queste quattro giornate, all’arrivo del percorso sui volti dei partecipanti c’era un velo di stanchezza ma si leggeva soprattutto una grande soddisfazione per essere riusciti a portare a termine questa “impresa” e per aver scoperto un territorio che non conoscevano ancora ma che li ha piacevolmente sorpresi  per le bellezze offerte e per la cordiale ospitalità ricevuta. E adesso, archiviata questa prima edizione si inizia già a pensare ad un’edizione primaverile da riproporre per l’anno prossimo, il 2019 che sarà l’anno del turismo lento.

Massimo Iaretti

Special Day Cristiana & Friends

Sabato 29 settembre è andata in scena a Torino la 3^ edizione dello Special Day Cristiana & Friends, manifestazione di sport e solidarietà organizzata da Massimo Incandela ora Dirigente della Reale Mutua Jacks Softball Torino e dalla Nazionale Italiana Dell’Amicizia Onlus (N.I.D.A.), quest’ultima da tempo impegnata nell’opera di recupero della Cittadella dello Sport del quartiere Falchera. L’evento che ha avuto lo scopo di ricordare la giocatrice di softball Cristiana Famiani, e di effettuare una raccolta fondi il cui ricavato è stato devoluto proprio al progetto della N.I.D.A. La parte sportiva ha visto allo Sport Club Meisino la disputa di un incontro di calcio a 8 fra la Selezione Giornalisti Torinesi e la squadra della N.I.D.A., mentre la squadra della Reale Jacks Softball Torino ha allestito negli spazi antistanti la Cittadella due campi di baseball a 5, nei quali grazie alla collaborazione dell’Avigliana Rebels sono state disputati diversi match che hanno coinvolto anche i ragazzi e le ragazze della Falchera. In serata l’attenzione si è sposata verso l’area ristoro dove erano in programma oltre al divertente spettacolo dei “Super Eroi e Principesse Marvel e Disney offerto dalla N.I.D.A”, delle esibizioni musicali delle quali sono stati protagonisti i deejay JAHKA e DJ ZYON ed il gruppo musicale Electric Lemon.