“L’ampliamento delle iniziative rivolte ai giovani da parte della Sovrintendenza del Teatro Regio, che permetterà loro di avvicinarsi alla Stagione lirica, è una notizia confortante per chi, come me, è chiamata a ricoprire responsabilità pubbliche in campo culturale, in un’epoca complessa che ci richiede il massimo rigore.– afferma l’assessora alla cultura del Comune di Torino, Francesca Leon –. Ritengo che allargare la platea agli adolescenti, alle ragazze, ai ragazzi e in generale a tutti gli under 25, sia un ottimo investimento. Sono loro gli spettatori che coinvolgeremo oggi perché diventino quelli di domani. Offrire l’opportunità di acquistare un biglietto a 2 euro per assistere all’opera e alle rappresentazioni in cartellone permetterà di avvicinare ulteriormente i giovani alla musica con un’azione concreta già più volte sollecitata dai consiglieri comunali e sostenuta dal Ministro dei Beni e della Attività Culturali Alberto Bonisoli. Sono sicura che per la nostra città sarà un successo”.
MAURIZIO SCANDURRA SCRIVE ALL’ARCIVESCOVO NOSIGLIA
Pubblichiamo la lettera aperta del giornalista cattolico e saggista per sottolineare la differenza tra ‘messe di guarigione’ e ‘preghiere di domanda e intercessione’: “Due cose ben distinte”
Egregio Monsignor Arcivescovo Cesare Nosiglia, in primis i Miei Rispetti.
Quale stimato e autorevole Pastore della Diocesi di Torino, nonché Illustrissimo Presidente della Conferenza Episcopale Piemontese, mi rivolgo rispettosamente a Sua Eccellenza con la fiducia viva di un cristiano in cammino, circa la possibilità di un confronto sincero e argomentato intorno a un tema delicatissimo e di altrettanto fondamentale importanza. Ho letto e analizzato attentamente il documento ultimo (in vigore dal 1° di ottobre corrente mese) approvato all’unanimità dai Vescovi del Piemonte e Valle d’Aosta riuniti in Assemblea a Susa il 18 settembre scorso, intitolato ‘Disposizioni disciplinari circa le cosiddette messe di guarigione’.
Un testo nato sicuramente per via di un benevolo e preventivo intento cautelativo atto a porre un argine a tutti quei fenomeni dubbi originatisi dal moltiplicarsi spontaneo – specialmente negli ultimi anni, dati i tempi di confusione e crisi in atto- di riunioni di preghiera: che possono, talora, esporre i fedeli a rischi di sensazionalismo e teatralità. Il discernimento che mi proviene dallo Spirito Santo – e l’analisi esegetica fedele delle Sacre Scritture, con particolare riferimento al Nuovo Testamento – mi invita umilmente a suggerirLe un doveroso distinguo fra le cosiddette ‘messe di guarigione’: e quelle che invece molti, erroneamente, confondono con le sane ‘preghiere di domanda e intercessione’, che sono invece ben altra cosa. Come Ella mi insegna e ben sa, il Vangelo è una intera proclamazione di guarigione dalla prima all’ultima frase, dall’inizio alla fine: fatto che equipara in maniera oggettivamente incontestabile, quale minimo comune denominatore, tutti e quattro i frutti dell’opera narrativo-biografica a firma Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Proprio Gesù medesimo ha detto cose assolutamente straordinarie sulle preghiere di guarigione: le Sue promesse su questi due aspetti sono grandiose, uniche e così forti, che a un esame non sufficientemente attento e profondo, potrebbero persino apparire esagerate.
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Esse sono riassumibili in alcune, grandi macro aree: pregare con fede, pregare con costanza, chiedere al Padre nel Suo nome, come Gesù stesso insegna. Cito a suffragio e riprova di ciò proprio le parole di Nostro Signore: “Tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete” (Mt. XXI, 22). E ancora: “Ebbene io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Lc. XI,9). La costanza è espressione di fede. Quando siamo costanti nel pregare, quasi sempre è perché Dio ci può esaudire, ma solo se quanto chiediamo è confacente alla Sua Volontà. La costanza è espressione di speranza, sia ben chiaro, e in questo è sinonimo perfetto di preghiera affidata e fiduciosa. Ma il punto più importante è un altro: esso sta nel fatto che Gesù insiste nel far sì che impariamo a chiedere al Padre nel suo nome. Gesù stesso incalza e torna spesso su questo tema più volte, durante l’intero arco della sua vita terrena. “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre mio, nel mio nome ve lo conceda” (Gv. XV,16). E di nuovo: “In verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre mio nel mio nome egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete ed otterrete, perché la vostra gioia sia piena” (Gv. XVI, 23-24). Fino ad arrivare al fulcro del discorso, perfettamente sintetizzato da questa imprescindibile affermazione di Nostro Signore Gesù Cristo: “In verità vi dico: anche chi crede in me compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualcosa nel mio nome io la farò” (Gv, XIV, 12-17). In tre parole quali sono, dunque, le istruzioni che Cristo ha impartito agli apostoli e loro successori? Disposizioni ancora oggi valide anche per la Chiesa da Lui istituita. Eccole: diffondere il Vangelo dandone testimonianza con la fede e le opere sulle orme di Gesù, cacciare i demoni, guarire gli ammalati.
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È parola di Dio, mica mia. Quelle che, con terminologia inappropriata, vengono genericamente chiamate ‘messe di guarigione’, servono invece soltanto a implorare fiduciosamente la Misericordia Divina a ristoro delle nostre umane miserie. Quelle che tutti, come tante nuove croci, portiamo addosso quotidianamente, nel giornaliero itinerario di ritorno a Dio. E che, grazie anche alla preghiera di domanda e intercessione corretta, sincera e semplice di tanti buoni, irreprensibili, operosi sacerdoti confidenti e fiduciosi soltanto nell’Amore del Signore, diventano terreno fertile all’azione della Grazia di Gesù, qualora quanto richiesto in preghiera stessa sia pienamente previsto e afferente alla sola Volontà del Padre. Come cattolico, ho avuto modo di partecipare – il sottoscritto, come anche tante altre migliaia di persone in Italia e anche dall’estero in più di vent’anni, che altrettanto in tal senso possono darne concreta e attendibile testimonianza – alle celebrazioni eucaristiche del ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione Onlus’, comunità di preghiera torinese che nel dicembre 2017 proprio grazie a Lei, Eccellenza Reverendissima, ha conseguito il riconoscimento canonico ufficiale di comunità di preghiera a tutti gli effetti. Celebrazioni seguite tutte da un tempo di adorazione eucaristica con preghiere di domanda e intercessione per malati, bisognosi, poveri e sofferenti (tutt’altro, sia ben chiaro, rispetto alle cosiddette ‘messe di guarigione’ cui invece fa riferimento il documento della Conferenza Episcopale Piemontese), in cui fede sincera, attinenza alle norme liturgiche vigenti e compostezza sono da sempre le ben salde e indiscusse linee guida ricorrenti. E sempre il ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione Onlus’ proprio per primo dieci anni orsono, nel 2008, accolse l’invito diocesano di Monsignor Arcivescovo Cesare Nosiglia a dar vita a una ‘Mensa dei Poveri’ preserale nel cuore di Torino, in Via Belfiore 12, che sfama ogni sera circa 150 indigenti, alimentata solo dall’immancabile aiuto della Divina Provvidenza: che, come ricorda e insegna San Giuseppe Benedetto Cottolengo, non manca mai. Ringrazio vivamente e di tutto cuore Sua Eccellenza per l’attenzione e l’ascolto attento sin qui prestatimi, per questo che vuole essere soltanto uno spunto per una schietta, sana e costruttiva riflessione condivisa tra un Pastore e un semplice credente.
Ossequioso, Maurizio Scandurra
Nuova stagione all’Anatra zoppa
Sabato 6 ottobre, dalle ore 21:30 Via Courmayeur 5, Torino
La nuova stagione del circolo arci Anatra Zoppa, da oltre 30 anni attivo sul territorio di Barriera di Milano, si apre all’insegna della rinascita. Sempre fedele alla sua missione di condivisione della cultura, l’Anatra Zoppa 2.0 è caratterizzata da un restyling dei locali, dalla forza motrice di un nuovo direttivo e dalla rinnovata formula delle cene di tesseramento. Sabato 6 ottobre, dalle ore 21:30, in occasione della serata di apertura della stagione artistica 2018/2019, il palco del circolo torinese sarà calcato dai ragazzi di Torino Blues Society, in una ricerca delle atmosfere dell’America operaia, lavoratrice e della sua anima più umile; un viaggio “on the road” nell’America delle mille canzoni, delle sale da ballo, delle strade di New Orleans, e delle infinite sfumature. L’ingresso come sempre è libero con tessera Arci. È possibile rinnovare la propria tessera in loco, al costo di 10 euro, o con la rinnovata formula delle nostre cene di tesseramento a 20€ (antipasti + primo + dolce + Tessera ARCI 2018/19)
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Per ulteriori informazioni:
tel: +39 346 678 9706 (Liviu Patrunjel)
e-mail: info@anatrazoppa.it
facebook: fb.com/anatrazoppa
Nessuna offerta d’acquisto per Comital e Lamalu
Si è svolto ieri negli uffici della Regione Piemonte, con la presenza dell’assessora regionale al Lavoro Gianna Pentenero e del sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne, l’incontro delle rappresentanze sindacali con i curatori fallimentari di Comital e Lamalu. I curatori hanno confermato che, pur in presenza di accessi alla data room, al 2 ottobre (scadenza dei termini per la presentazione delle offerte di acquisto per le due aziende) non è pervenuta alcuna richiesta e hanno ipotizzato l’apertura di un nuovo bando.In tale contesto i lavoratori sono senza stipendio dal 13 giugno; martedì 9 ottobre è previsto un incontro a Roma al ministero dello Sviluppo economico per esaminare, nell’ambito del «Decreto Genova», la possibilità di consentire l’utilizzo della cassa integrazione anche in presenza di lavoratori con contratto sospeso (la situazione di Comital e Lamalu), mentre mercoledì 10 ottobre è convocata una riunione in Regione Piemonte. Commenta il sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne: «Ci siamo riaggiornati a mercoledì prossimo per conoscere l’esito dell’incontro di Roma. La questione sociale è sostenere le persone che in questo momento sono prive di reddito; il Comune di Volpiano ha modificato il proprio regolamento per consentire l’accesso ai servizi comunali a condizioni agevolate ai lavoratori con contratto sospeso e ha finanziato, insieme alla parrocchia, il fondo di garanzia per il microcredito sviluppato su iniziativa della Diocesi di Torino».
Gianni Colonna in mostra a Moncalvo
Dal 6 ottobre al 16 dicembre sarà aperta al pubblico la mostra dedicata a Gianni Colonna artista torinese, che ora vive in Monferrato, organizzata da Aleramo Onlus nel Museo Civico di Moncalvo con la presentazione di Giuliana Romano Bussola e Maria Rita Mottola. Gianni Colonna è singolare interprete del paesaggio monferrino trattato attraverso il tema giorno notte in senso metafisico e di realismo magico. La collina, fissata in immagini di essenziale purezza spaziale, è silente, immobile e incontaminata nell’eterno ripetersi dei cicli e ricicli della natura dove gli opposti si riuniscono di continuo nel
tempo; non compare figura umana a cui allude solamente la luce che esce dalla porta di casa. Ogni opera, qualunque sia il tema o il soggetto , ha il titolo giorno notte riportando alla memoria il Giorno e La Notte di Michelangelo artista da lui amato. Legato al figurativo, cultore della Bellezza di immagini durature nel tempo, sovrappone sue creazioni su precedenti dipinti dei grandi del passato
come “Il riposo nella fuga in Egitto” di Caravaggio, La “Flagellazione di Cristo” di Piero della Francesca ed altre di Rembrandt, Velasquez, Gentileschi ma anche di artisti più vicini a noi quali Morbelli, De Chirico, Balthus, Max Ernst. Per la prima volta in assoluto, è esposto nel Museo di Moncalvo un suo dipinto giovanile col tema del circo del periodo Blu e Rosa di Pablo Picasso.
“Si impegna il Presidente Chiamparino a perseguire tutte le soluzioni utili per affermare la candidatura dei Comuni olimpici, disponibili a condividere l’organizzazione, per ospitare in Piemonte le Olimpiadi delle Alpi”, questa la richiesta dell’ordine del giorno presentato dal presidente del Movimento Nazionale per la Sovranità, Gian Luca Vignale e che oggi ha ottenuto il parere favorevole della giunta e dell’intera maggioranza consiliare. “Dopo che il Sindaco Appendino ha preferito rinunciare alle Olimpiadi del 2016 piuttosto che perdere la propria maggioranza – sbotta Vignale – diventa indispensabile il ruolo della Regione e dei sindaci dell’arco alpino olimpico piemontese”. “Nulla è ancora perduto – dichiara il presidente del gruppo consiliare MNS – e ora non bisogna perdere tempo prezioso in polemiche o giudizi. Le responsabilità sono evidenti, ma ora bisogna agire uniti per provare a dare al Piemonte un’occasione unica come i giochi olimpici. Per questo serve che Chiamparino, anziché stare alla finestra, tiri fuori la voce e assuma il ruolo di governatore che gli è stato affidato. Esattamente come Zaia è riuscito ad inserire Cortina, così il presidente della regione Piemonte oggi può ancora lavorare per sostenere la candidatura delle Valli Olimpiche”. “Nonostante in molte occasioni non
ho mancato di attaccare lui e la sua Giunta –continua Vignale – se sarà necessario sarò al fianco suo e dei sindaci dei comuni olimpici”. “Il Coni può ancora modificare il documento – conclude -. Né Milano né Cortina hanno gli impianti oggi perfettamente operativi delle vallate olimpici. Perdere questo patrimonio e doverne costruire di nuovo sarebbe una scelta scellerata e dispendiosa. Ma serve una voce ferma e determinata che riesca a far capire al Coni per quale motivo il Piemonte può essere l’elemento più importante della candidatura italiana”.
L’ordine del giorno, infine, invita la città di Torino – senza alcun onere per le casse comunali – a mettere a disposizione gli impianti ex-olimpici per poter ospitare le discipline del ghiaccio.
Il testo sarà approvato nella prossima seduta consiliare.
FINO AL 21 GENNAIO 2019
Una piazza Castello affollata all’inverosimile. Membri del clero, militari, borghesi, nobiluomini e nobildonne con abiti ampi e lussuosi, cappelli e cappellini, popolani e popolane, gente d’ogni età ed estrazione sociale
Tutta la città sembra esser lì. In tanti sono ammassati ai balconi e sui tetti delle case. In piazza, in primo piano, ci sono perfino cagnolini che s’aggirano spaesati o s’accucciano inquieti in attesa che cessi il gran clamore. Sullo sfondo il Palazzo Reale, allora Palazzo Ducale. L’occasione è di festa e di solenne richiamo. 1684: siamo a Torino, nel cuore (già allora) della città e l’occasione è l’Ostensione della Sindone per il matrimonio di Vittorio Amedeo II con Anna d’Orléans. Si apre con questo grandioso dipinto di Pieter Bolckmann (pittore di origini olandesi, operante a Torino dal 1679) la mostra “La Sindone e la sua immagine. Storia, arte e devozione”, inaugurata il 28 settembre scorso nel Museo Civico di Arte Antica di Palazzo Madama a Torino, per celebrare la riapertura (dopo quasi trent’anni di lavori seguiti al devastante incendio dell’11 aprile 1997) della restaurata Cappella della Sindone, opera di Guarino Guarini. Curata da Clelia Arnaldi di Balme, conservatore del Museo, con la consulenza scientifica di Gian Maria Zaccone, direttore del Centro Internazionale di Sindonologia, e allestita sotto la saggia regia di Loredana Iacopino nella Corte Medievale del Palazzo, dove sulla parete di fondo era già ben visibile un affresco raffigurante l’Ostensione del 1642 (che doveva celebrare la fine delle ostilità fra Cristina di Francia, la Madama Reale, e i cognati Principe Tommaso e Cardinale Maurizio), la rassegna mette insieme un’ottantina di pezzi, in cui si riflette la storia della Sindone e le diverse funzioni delle immagini che l’hanno riprodotta, nel corso di cinque secoli, dal 1578, quando il Sacro Lino per volere di Emanuele Filiberto di Savoia fu
trasferito da Chambéry a Torino (nella chiesa di Santa Maria del Presepe, dove oggi sorge la chiesa di San Lorenzo), fino ad oggi. Un suggestivo “racconto storico attraverso le arti decorative”: questo vuole essere, per i curatori, la mostra organizzata in collaborazione con il Polo Museale del Piemonte e che s’avvale di opere provenienti dal Castello di Racconigi, dalla Fondazione Umberto II e Maria José di Savoia che ha sede a Ginevra, oltreché dal Museo della Sindone di Torino e dalle stesse collezioni di Palazzo Madama. Fra i quadri esposti, molti erano già presenti nel 1931 a Palazzo Madama, in occasione del matrimonio di Umberto di Savoia con la principessa Maria del Belgio. Incisioni, disegni e dipinti su carta, su seta o pergamena, ricami, ghirlande fiorite e insegne processionali: davvero varie le tecniche asservite, nel corso dei secoli, a raffigurazioni realizzate con altrettanto varie finalità. Si va infatti da immagini celebrative dinastiche (che legano a stretto filo la Sindone e i Savoia per i quali il Sacro Lino diventa e si mantiene nel tempo strumento di legittimazione del potere) a lavori – alcuni di alto livello esecutivo, altri più modesti e improvvisati
– dagli evidenti scopi devozionali. Dalle opere di pregevole manifattura (vedasi:“La Vergine, il beato Amedeo di Savoia e San Giovanni Battista sorreggono la Sindone” affresco del 1650 attribuito all’astigiano, pittore di corte, Giovanni Grattapaglia o la tempera su pergamena “Sindone presentata da angeli, la Veronica e i simboli della Passione” del bresciano Antonio Parentani, attivo in Piemonte dal 1599 al 1622) ai toccanti e popolari ex-voto. Come la placca d’argento, messa a disposizione dai Musei Reali, rappresentante la Città e realizzata in ringraziamento alla Sindone per aver limitato i danni della peste del 1632, quella di manzoniana memoria, e per un caso salvatasi dall’incendio della cappella del Guarini, dov’era stata “incassata” fino alla metà degli anni Novanta nell’altare del Bertola. Autentico capolavoro, il “Crocifisso” in legno e avorio di Pietro Piffetti, accanto alle raffigurazioni della “Veronica”, personaggio femminile ricordato nei Vangeli Apocrifi (prima guarita da Gesù e poi identificata con la donna che durante l’ascesa al Calvario asciugò il sudore dal volto del Cristo, la cui immagine rimase impressa sul velo così impiegato) e l’incisione di Giovanni Francesco Testa, per la “Prima ostensione della
Sindone a Torino alla presenza di Carlo Borromeo” (1578). E poi ancora chicche e documenti storici di notevole rilievo. Fra tutti, provenienti entrambi dal Museo della Sindone: il Cofanetto in legno del XV secolo con decoro in madreperla (che servì a trasportare la reliquia a Torino il 5 settembre del 1578 e in cui il Sacro Lino restò racchiuso fino al 1606) e la macchina fotografica da campo utilizzata dall’avvocato-fotografo astigiano Secondo Pia, il primo a documentare fotograficamente la Sindone nel 1898, con immagini straordinarie che rivelarono per la prima volta la natura di negativo fotografico del Sacro Lino, aprendo di fatto la strada – lunga e ancora oggi incompiuta – alla “storia scientifica” del Sudario.
Gianni Milani
“La Sindone e la sua immagine. Storia, arte e devozione”
Palazzo Madama – Corte Medievale, piazza Castello, Torino; tel. 011/4433501 – www.palazzomadamatorino.it
Fino al 21 gennaio 2019 – Orari: lun. – dom. 10/18, chiuso il martedì.
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Diritto dell’immigrazione, del lavoro e diritto societario, dal 4 al 6 ottobre i migliori specialisti in questo settore si incontrano a Torino per il convegno annuale organizzato dall’AIJA
Supportato da RSM Studio Palea Lauri Gerla, il convegno andrà ad affrontare, insieme a professionisti legali e specialisti di business, le tendenze attuali e le sfide future legate al rapporto fra il mondo del lavoro e delle migrazioni
Con oltre 160 avvocati provenienti da 29 Paesi si apre domani, giovedì 4 ottobre, a Torino presso l’NH Hotel Santo Stefano, l’annuale convegno “Labour and Immigration Law Annual Conference – M&A seminar” organizzato dall’AIJA – International Association of Young Lawyers -, l’Associazione, che unisce dal 1962 oltre quattro mila giovani avvocati e giuristi di impresa da tutto il mondo.
Supportato da RSM Studio Palea Lauri Gerla – studio di professionisti che riunisce in un unico progetto primarie associazioni professionali di Dottori Commercialisti e Avvocati storicamente presenti e radicate a Torino, Milano e Roma – il convegno, che si sviluppa in tre giornate, andrà ad affrontare, discutere e analizzare temi di grande attualità come il diritto al lavoro e l’immigrazione, nonché di diritto societario con un focus particolare sulle joint venture.
“È per noi motivo di grande soddisfazione essere riusciti a portare questo evento a Torino – Dichiara il dott. Gian Piero Balducci, socio di RSM Studio Palea Lauri Gerla – Giovani avvocati, appartenenti a Studi operanti in tutto il mondo, avranno l’opportunità di confrontarsi su temi di grande attualità ma anche di conoscere la nostra città. Parteciperanno al Convegno in qualità di relatori il dott. Maurizio Ferrero ed il dott. Federico Vai, di RSM Studio Palea Lauri Gerla, particolarmente coinvolto in attività di consulenza su problematiche di carattere internazionale”.
Questi incontri, a cui partecipano avvocati giuslavoristi, di corporate e M&A, oltre che professionisti del settore, sono tesi a migliorare le competenze, creare nuove reti e nuovi scenari al fine di dare soluzioni concrete alle esigenze dei propri clienti.
Microonde e immagini in medicina
Al via il progetto EMERALD, coordinato dal Politecnico di Torino insieme a 27 partner europei tra università, ospedali e aziende private; l’iniziativa è stata finanziata con 3 milioni e 300 mila euro sul programma UE “Marie Sklodowska Curie actions”
Torino, 2 ottobre 2018 – Tredici nuovi studenti di dottorato hanno iniziato il proprio percorso di ricerca nell’area delle immagini a microonde grazie al progetto EMERALD – ElectroMagnetic imaging for a novel genERation of medicAL Devices, finanziato dal programma europeo Horizon 2020 “Marie Sklodowska Curie actions” con 3 milioni e 300 mila euro e coordinato dal Politecnico di Torino (con la professoressa Francesca Vipiana – Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni).
EMERALD nasce dalla collaborazione tra un network di ingegneri che si occupano delle possibili applicazioni delle onde elettromagnetiche alla frequenza delle microonde nel campo delle immagini di diagnostica medica e un team di medici impegnati a trasferire questa tecnologia dalla fase di test in laboratorio all’utilizzo sui pazienti. Com’è proprio dei progetti “Marie Sklodowska Curie actions”, il progetto prevede in particolare di formare una nuova generazione di giovani ricercatori che, grazie a un percorso di dottorato di ricerca con scambi internazionali e progetti di ricerca singoli correlati tra loro all’interno di EMERALD, siano consapevoli dei differenti aspetti tecnici e applicativi di queste tecnologie e sappiano parlare una sorta di “linguaggio comune” tra ingegneri e medici.
I dispositivi allo studio nel progetto, oltre a basarsi su una tecnologia già conosciuta e quindi a basso costo, hanno la particolarità di essere mobili e di consentire un utilizzo prolungato, adatto a monitorare in tempo reale l’efficacia di una terapia o l’evoluzione della patologia, due aspetti che rappresentano la vera innovazione di queste apparecchiature rispetto quelle tradizionalmente impiegate nella diagnostica per immagini, come la risonanza magnetica o la tomografia computerizzata (CT), molto affidabili, ma anche costose, ingombranti e, nel caso della CT, con possibili effetti collaterali per i pazienti a causa dell’utilizzo di radiazioni ionizzanti (raggi X).
Per il progetto, che durerà quattro anni, verranno selezionati 13 dottorandi ospitati dai vari partner: 8 di loro si occuperanno della parte del progetto dedicata allo sviluppo delle tecnologie e 5 alla parte dedicata alla realizzazione dei dispositivi. Verrà chiesto loro di interfacciarsi con i partner del consorzio, ovvero istituzioni, industrie private, ospedali e cliniche universitarie per arrivare fino alla fase pre-clinica, quando i dispositivi saranno disponibili per i test sui pazienti.Molto ampio il raggio di applicazione di queste tecnologie, che consentiranno più tempestività ad esempio nell’individuazione di patologie cardiovascolari (ictus, ischemie), meno invasività (analisi dei linfonodi senza asportazione) e interventi più mirati (ablazione delle masse tumorali).
In particolare, il Politecnico svilupperà l’applicazione di questa tecnologia alle tecniche di diagnostica per immagini per le patologie cerebrali, quali ischemie, ictus o emorragie ed ematomi cerebrali da trauma. Il dispositivo che sarà reso disponibile avrà la caratteristica di essere portatile (una sorta di casco), consentendo, ad esempio, un monitoraggio già sul luogo di un incidente. Utilizzando le microonde, e non radiazioni ionizzanti, sarà possibile ripetere il test con una frequenza molto superiore rispetto ai metodi diagnostici tradizionali, come la tomografia computerizzata, e sarà quindi molto utile per monitorare l’evoluzione della patologia. Il progetto EMERALD finanzierà due borse di Dottorato di ricerca al Politecnico: un dottorando svilupperà l’hardware per l’accelerazione dell’algoritmo di elaborazione, con la supervisione del professor Mario Casu, e l’altro si occuperà dell’implementazione del dispositivo per la diagnostica delle malattie cerebrovascolari, sotto il coordinamento della professoressa Francesca Vipiana.
L’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche(IREA-CNR), con sede a Napoli, ospiterà due dottorandi, entrambi sotto la supervisione del dott. Lorenzo Crocco. Il primo studente, in collaborazione con l’Università di Trento (co-tutor: professor Paolo Rocca), svilupperà algoritmi di imaging a microonde affidabili ed efficaci per elaborare i dati forniti dai dispositivi sviluppati nell’ambito della rete EMERALD. Il secondo dottorando, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma (co-tutore: professoressa Marta Cavagnaro), svilupperà un dispositivo innovativo per trattamenti di ablazione termica guidati mediante imaging a microonde.
Ipercolesterolemia, nuovo approccio metodologico
Sabato 6 ottobre prossimo, alle 8.30, si terrà un incontro dal titolo “Ipercoletesterolemia: nuovo approccio dietologico”, tenuto dal dottor Eugenio Franzero presso il suo studio torinese in corso Galileo Ferraris 51. Il dottore, medico specializzato in Nutrizione umana, è alla ricerca di trenta pazienti di età compresa tra I 25 ed i 45/55 anni con presunta/accertata ipercolesterolemia, vale a dire colesterolo totale superiore a 300, LDL superiore a 190. I candidati saranno sottoposti per tre mesi ad uno studio clinico basato su di una dieta non pesata, totalmente priva di farmaci, atta a dimostrare la possibilità di ridurre i livelli di colesterolo solo con modifiche qualitative e quantitative alimentari. Il dottor Eugenio Franzero, che ha aperto il suo studio medico nel 1998, dal 2005 ha incentrato il suo lavoro in particolare sulla formulazione di protocolli personalizzati basati sulle intolleranze alimentari ed in seguito sullo studio di profili nutriceutici basati sul DNA del paziente. A partire dal settembre 2009 il dottor Franzero ha aperto uno studio anche a Milano e dal 2011, viste le notevoli richieste, ha abbandonato la pratica di medicina estetica in prima persona, avvalendosi della collaborazione di un collega chirurgo plastico, il dottor Massimo Dolcet, che si occupa dei pazienti dello studio. (Studio dottor Franzero. Corso Galileo Ferraris 51 Tel 01119713977 – 01119713474 cytotest@gmail.com)
Mara Martellotta