redazione il torinese

“Cambiamenti climatici in corso”: Greenpeace in piazza a Torino

Per chiedere a Generali di diventare leader contro i cambiamenti climatici

“Acqua alta in arrivo”, “Cambiamenti climatici in corso”. Con questi messaggi i volontari di Greenpeace hanno manifestato quest’oggi a Torino in Piazza Santa Rita, zona dove ha sede un’agenzia di Assicurazioni Generali. La stessa attività è stata replicata in circa altre 15 città italiane.

Il binomio cambiamenti climatici e Assicurazioni Generali è presto spiegato: da circa un anno Greenpeace, in collaborazione con Re:Common e molte associazioni internazionali, chiede al Leone di Trieste di smettere di assicurare e finanziare centrali e miniere a carbone, il più inquinante tra tutti i combustibili fossili.

«Lo scorso febbraio – dichiara Luca Iacoboni, responsabile della Campagna energia e clima di Greenpeace Italia – Generali ha approvato una “strategia sul cambiamento climatico”, un primo passo che però prevede delle pericolosissime “eccezioni” grazie alle quali il più grande gruppo assicurativo italiano potrà continuare a finanziare e assicurare il carbone in Polonia e Repubblica Ceca. Paesi che hanno impianti tra i più inquinanti d’Europa. Chiediamo a Generali – aggiunge Iacoboni – di diventare un vero leader nella lotta ai cambiamenti climatici, abbandonando il carbone senza eccezioni ed impegnandosi così ad assicurare a tutti i cittadini un futuro con meno disastri climatici».

Tra le “eccezioni” nella strategia di Generali ci sono: la centrale di Kozienice, secondo impianto più grande d’Europa; la miniera di Turow, che si calcola inquini l’acqua potabile di 30mila persone; la centrale di Opole, che raddoppierà la produzione nei prossimi anni e che già oggi emette ogni anno oltre 5 milioni di tonnellate di CO2 (tanta CO2 quanta ne emettono in media, nello stesso periodo, circa 2,5 milioni di SUV).

I volontari dell’associazione ambientalista hanno simbolicamente “portato” a Torino e in altre piazze italiane l’innalzamento del livello del mare, che secondo uno studio dell’Enea sarà nel nostro Paese di 90-140cm al 2100. Tra le cause principali di questo fenomeno ci sono proprio i cambiamenti climatici, oltre ad altri fattori come erosione delle coste e cementificazione. L’Enea ha recentemente prodotto anche delle dettagliate mappe che analizzano diverse zone d’Italia particolarmente a rischio.

«Tra le città più in pericolo c’è Venezia ma anche Trieste, sede storica proprio di Generali. Speriamo che questo paradosso spinga il management del Gruppo – conclude Iacoboni – a prendere una posizione davvero ambiziosa sul tema dei cambiamenti climatici, iniziando dall’abbandono immediato del carbone senza nessuna eccezione perché non abbiamo davvero più tempo da perdere e, se non agiamo oggi, domani potrebbe essere già troppo tardi».

A dicembre si terrà in Polonia la annuale Conferenza sul Clima (COP24), proprio vicino ad alcuni degli impianti in cui Generali si trova coinvolta. Gli occhi di tutto il mondo saranno puntati sulla Polonia e soprattutto sugli impianti a carbone. Generali ha la possibilità di giocare un ruolo fondamentale in uno dei momenti storici più importanti nella lotta ai cambiamenti climatici. Speriamo che ne prenda consapevolezza e diventi un leader del settore da imitare in tutto il mondo.

Droga nella casa della maestra che augurò ai poliziotti di morire

Dosi di cocaina e hashish sono state trovate nell’abitazione di Flavia Lavinia Cassaro, la maestra poi licenziata che lo scorso febbraio, durante una manifestazione di protesta contro CasaPound aveva augurato ai poliziotti di morire.”Vigliacchi, mi fate schifo”, aveva gridato alle forze dell’ordine.

 

(foto archivio il Torinese)

ragazza di 16 anni trovata morta in stazione

DAL FRIULI VENEZIA GIULIA

Forse è un’overdose di eroina  la causa della morte di una ragazza di 16 anni, originaria di Palmanova, che è stata trovata senza vita in un bagno della stazione ferroviaria di Udine dagli agenti della Polfer. I soccorsi hanno tentato invano di rianimare il corpo. La polizia ha ascoltato un amico della ragazza per capire quanto è accaduto.

 

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SFIDA IN PUNTA DI BISTURI SULLA CHIRURGIA ONCOLOGICA DEL PANCREAS

A Torino confronto tra l’approccio italiano e quello tedesco

 

Il 5 ottobre 2018 l’approccio chirurgico al tumore del pancreas sarà protagonista del congresso organizzato dalla Chirurgia dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino all’Hilton Turin Lingotto di via Nizza 230. Il corso mette a confronto due tra i più importati centri mondiali per la chirurgia del pancreas: il Centro di  Heidelberg, il più importante a livello europeo e tra i primi al mondo, e il centro di  Verona, polo di riferimento italiano. Da Heidelberg saranno presenti il Prof. Thilo Hackert, responsabile della Chirurgia del Pancreas e il Prof. Christoph Springfeld, oncologo di fama mondiale e ricercatore presso la stessa università di Heidelberg; ospiti italiani da Verona saranno  il Prof. Claudio Bassi, direttore della Chirurgia del Pancreas e il Prof. Davide Melisi, oncologo e ricercatore, dando vita a una sessione monotematica comparativa su casi clinici afferenti a entrambi i centri. Il trattamento dei tumori “ai limiti dell’operabilità” (borderline resectable) è oggetto di forte dibattito scientifico negli ultimi anni e rappresenta la vera sfida chirurgica in termini di sopravvivenza, alla luce dell’adesione tra il tumore e i grossi vasi dell’addome (vasi mesenterici, epatici, portali, del tripode celiaco…) Gli ospiti si confronteranno sulle rispettive filosofie chirurgiche che hanno intrinseche e consistenti differenze tecniche in termini di resezione vascolare, di modalità di demolizione e di ricostruzione, di indicazioni al trattamento chirurgico. Del simposio è presidente la Dott.ssa Tiziana Viora, direttore di Chirurgia Generale all’Ospedale Maria Vittoria di Torino, responsabile del Pancreas Group dell’ASL Città di Torino, che ha ricevuto il testimone dal Dott. Renzo Leli, past president di cui è stata allieva.I moderatori sono stati selezionati tra i più autorevoli specialisti Piemontesi e Lombardi nel campo chirurgico e oncologico. “L’organizzazione di questo importante evento conferma la posizione leader della ASL Città di Torino nel trattamento del tumore del pancreas – commenta con soddisfazione il Direttore Generale della ASL Città di Torino, Dott. Valerio Fabio Alberti – il Pancreas Group istituito negli ultimi anni al San Giovanni Bosco, con infermieri, chirurghi, endoscopisti, anestesisti, oncologi e radiologi di alto profilo di specializzazione, attesta la crescita della nostra Chirurgia diventata, su indicazione della Rete Oncologica Regionale, uno dei centri accreditati della Regione Piemonte per la chirurgia epatobiliopancreatica, oltre alla Città della Salute e della Scienza e all’Ospedale Umberto I dell’Ordine Mauriziano, e designata dalla  Società Italiana di Chirurgia tra i pochi centri di riferimento nazionali per la chirurgia pancreatica, particolarmente complessa”. Il Pancreas Group vanta ad oggi una casistica di più di 500 interventi chirurgici pancreatici effettuati, collocando l’ospedale San Giovanni Bosco tra i centri ad alto volume in Europa, con un numero di casi/anno trattati in continuo incremento, per una chirurgia riservata ai pochi pazienti che soddisfino precisi criteri. “I casi clinici che verranno presentati vertono su quei pazienti che la maggior parte dei chirurghi avrebbero definito ‘inoperabili’ – spiega la Dott.ssa Tiziana Viora, Presidente del Congresso – ma che invece sono stati trattati dagli illustri colleghi presenti al convegno, dimostrando che la chirurgia può essere intrapresa anche quando sembra impossibile, se la tecnica è di altissimo livello, attraverso l’asportazione di tratti dei grossi vasi infiltrati e la loro ricostruzione con protesi biologiche o sintetiche o con la ricostruzione diretta del tratto di vena o di arteria asportato”. “Le esperienze a confronto mostreranno come la qualità della vita e la sopravvivenza di questi pazienti siano un nuovo traguardo, anche grazie ai nuovi regimi di chemioterapia, applicati sempre più frequentemente prima e dopo l’intervento chirurgico stesso – conclude la Dott.ssa Viora – l’uso di un nuovo regime chemioterapico (FOLFIRINOX), secondo i promettenti risultati preliminari, se intrapreso anche prima, oltre che dopo l’intervento chirurgico, sembra aumentare quasi del doppio la sopravvivenza dei pazienti affetti da questo tumore, spesso rapidamente letale nonostante i trattamenti”. Il trattamento del tumore maligno del pancreas è la più grande sfida della chirurgia moderna e gli ospiti del congresso ne mostreranno la fattibilità, dando a una patologia a prognosi storicamente pessima una speranza concreta di guarigione.

SCONTRI TORINO, MONTARULI-MARRONE (FDI): “PERCHÉ NON VENGONO SGOMBERATE OCCUPAZIONI ABUSIVE?”

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL MINISTRO SALVINI
“Il ritrovamento di droga nell’occupazione abusiva di corso Novara dove vive la maestra antagonista, celebre per aver minacciato di morte la polizia ad un corteo violento, segue di un giorno il sequestro di cocaina e hashish all’interno di un’altra occupazione, sempre antagonista e sempre nel quartiere Barriera, l’ex Dazio. Operazione in cui una donna ha aggredito con un coltello la polizia di fronte al figlio minorenne. Perché non vengono sgomberate le occupazioni abusive antagoniste dove le Forze dell’Ordine trovano droga e violenza?” Si domandano Augusta Montaruli, parlamentare torinese di Fratelli d’Italia, e Maurizio Marrone, dirigente nazionale FDI, che annunciano “Presenteremo alla Camera un’interrogazione al Ministro Salvini per capire come viene applicata a Torino la sua circolare sugli sgomberi. I centri sociali che nascondono spaccio di stupefacenti e violenza contro le divise dentro le occupazioni abitative dovrebbero essere in cima alla lista: non vorremmo mai che venissero risparmiati solo per le esplicite simpatie nei loro confronti da parte dei grillini torinesi, che in passato avevano solidarizzato anche con la maestra antagonista nota per minacce, violenza e oggi pure per droga”.

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

 

A cura di Elio Rabbione

 

L’albero dei frutti selvatici – Drammatico. Regia di Nuri Bilge Ceylan, con Dogu Demirkol e Murat Cemcir. Presentato in concorso a Cannes lo scorso maggio, è la storia di Sinan, giovane appena laureato con velleità di scrittore, di ritorno nel suo villaggio natale in Anatolia, ad un passo dalle rovine di Troia. Il ritorno significa rincontrare una ragazza che ha amato un tempo e che sta per sposarsi, e soprattutto riavvicinarsi ad un padre, un passato di insegnante e una grande passione verso la letteratura ed un presente vittima del gioco e delle scommesse, carico di debiti. Attorno a queste principali presenze, la descrizione dei tormenti della Turchia di oggi, attraverso le sue donne, gli uomini di potere, gli intellettuali, i poliziotti che caricano gli studenti, gli imam dinanzi a una realtà che non riescono a controllare, i giovani che non hanno speranze, i vecchi che coltivano forse qualche sogno. Durata 188 minuti. (Romano sala 1)

 

Il bene mio – Drammatico. Regia di Pippo Mezzapesa, con Sergio Rubini. La storia di Elia, unico abitante rimasto a Provvidenza all’indomani di un terremoto, soltanto lui non accetta di abbandonare il paese e di abitare le case della nuova città. Ci riuscirà il sindaco, suo cognato, a convincerlo? Durata 95 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse)

 

Blakkklansman – Azione. Regia di Spike Lee, con John David Washington e Adam Driver. Gran Premio della Giuria a Cannes lo scorso maggio, una storia vera dal protagonista Ron Stallworth nel libro “Black Klansman”. Come costui, poliziotto afroamericano, all’inizio degli anni Settanta riuscì a stabilire un contatto con il Ku Klux Klan, mantenne i contatti con il gruppo telefonicamente e inviò un agente della narcotici, ebreo, a infiltrarsi tra le file degli incappucciati. Lee compone il film non rifacendosi soltanto alla realtà ma integra con filmati d’epoca veri o ricostruiti, chiama il vecchio Harry Belafonte a raccontare di violenze del passato, traccia parellelismi con il presente terminando con i fatti di Charlottesville dello scorso anno, ad un raduno di suprematisti bianchi, alle parole di Trump. Durata 128 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo Blu, Massimo sala 2 V.O., The Space, Uci)

 

La casa dei libri – Drammatico. Regia di Isabelle Coixet, con Emily Mortimer e Bill Nighy. Nella provincia inglese degli anni Cinquanta, una giovane vedova di guerra, Florence, decide di aprire una libreria (come la Binoche apriva la sua profumatissima pasticceria in “Chocolat”) ma qualcuno è contrario, per nulla desideroso di avere sotto casa chi voglia spingere alla lettura. Dovrà usare ogni mezzo per dare vita alla sua iniziativa. Durata 103 minuti. (Classico, Due Giardini sala Nirvana)

 

Girl – Drammatico. Regia di Lukas Dhont, con Victor Polster. Opera prima premiata a Cannes, ispirato a una storia vera. Il quindicenne Victor sogna di entrare a far parte dell’accademia di danza di Anversa ma il suo desiderio più grande è quello di affermare fisicamente e non soltanto quella ragazza – Lara – che egli sente in se stesso. L’appoggio completo del padre, le cure ormonali, le prove alla sbarra, in sala, davanti allo specchio, che portano ad avanzare sulle altre, le sofferenze e la crescita del corpo che non ama, le ossessioni. Durata 105 minuti. (Nazionale 2)

 

Hotel Transilvania 3 – Animazione. Regia di Genndy Tartakovski. Terzo capitolo, doveroso considerando il successo dei due che lo hanno preceduto, per l’occasione il conte Dracula si regala un periodo di vacanza con i suoi fedelissimi. Durata 97 minuti. (Massaua, Uci)

 

Gli incredibili 2 – Animazione. Regia di Brad Bird. La famiglia di supereroi, accresciuta del piccolo Jack Jack, ha aspettato 14 anni per riapparire sugli schermi ma ha fatto letteralmente il botto se soltanto si pensa agli incassi da capogiro raccolti nei soli States. Sarà il disegno o la storia pronta a dare una bella spolverata agli ideali americani, sarà il mestiere collaudato del medesimo sceneggiatore/regista, la puntata numero 2 ha incrociato un largo pubblico e gli effetti benefici si dovrebbero risentire anche qui da noi. Questa volta è mamma Helen a salire in solitaria agli onori della cronaca, chiamata a imprese piuttosto ardue che dovrebbero rivalutare i veri valori dei supereroi caduti per qualche guaio commesso in disgrazia. Per cui papà Bob è obbligato a restarsene in casa, a badare ai primi batticuori dell’adolescente Violet, ai primi exploit di Jack Jack che subito rivela poteri inaspettati: ma il cattivo di turno ricomporrà la famiglia nuovamente pronta a nuove avventure. Durata 118 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Mamma mia! Ci risiamo – Commedia musicale. Regia di Ol Parker, con Amanda Seyfried, Meryl Streep, Colin Firth, Andy Garcia e Cher. La stessa isola greca, per fortuna ancora le musiche e le canzoni degli Abba, passato e presente si rincorrono intorno alla vita di Donna, Cher chiamata a travestirsi da nonna, qualche vistosa forzatura per ripetere il successo del precedente appuntamento. Durata 114 minuti. (Uci)

 

Michelangelo – Infinito – Documentario. Regia di Emanuele Imbucci, Con Enrico Lo Verso e Ivano Marescotti. Un ritratto avvincente e di forte impatto emotivo e visivo dell’uomo e dell’artista, da un lato schivo e inquieto, capace di forti contrasti e passioni, ma anche di grande coraggio nel sostenere le proprie convinzioni e ideologie, di pari passo con il racconto cinematografico della sua vasta produzione artistica, tra scultura, pittura e disegni, con spettacolari riprese in ultra definizione e da punti vista indediti ed esclusivi, cui si aggiungono ricostruzioni sorprendenti attraverso evoluti e sofisticati effetti digitali. Durata 144 minuti. (GreenwichVillage sala 3, Uci)

 

Opera senza autore – Drammatico. Regia di Florian Henckel von Donnersmarck, con Tom Schilling, Paula Beer e Sebastian Kock. L’autore del mai troppo lodato La vita degli altri, premio Oscar, come del capitomboloso The tourist girato in Italia, tra i canali di Venezia, complici dell’insuccesso Depp e Jolie, guarda oggi al Novecento tedesco, a tre diverse epoche della storia della Germania, raccontate attraverso gli occhi e la vita di un artista (l’ispirazione è la biografia di Gerhard Richter), della sua crescita prima sotto il nazismo e sotto il comunismo poi, della scoperta delle avanguardie, del suo amore appassionato per Elisabeth, del suo rapporto con il suocero, l’ambiguo professor Seeband che, disapprovando la scelta della figlia, cerca di porre fine alla relazione tra Kurt e la ragazza. Quello che nessuno sa è che le loro vite sono già legate da un terribile crimine commesso da Seeband decenni prima. Durata 188 minuti. (Eliseo Rosso,Massimo sala 1, The Space, Uci)

 

Papa Francesco – Un uomo di parola – Biografico. Regia di Wim Wenders. Un percorso personale con il pontefice, le sue idee e il suo messaggio sono centrali grazie al materiale d’archivio ma soprattutto a quattro lunghe interviste condotte nell’arco di due anni dall’autore del Cielo sopra Berlino e Paris, Texas. Avvicinato dal Vaticano già nel 2013, Wenders dichiara di aver avuto una completa libertà nell’elaborazione del progetto, ivi compresa quella del montaggio finale e dell’accesso all’archivio foto e video del Vaticano. Durata 96 minuti. (Ambrosio sala 2, GreenwichVillage sala 2, Ideal, Uci)    

                                                                                                                                                                                                                                                                                                       

La profezia dell’armadillo – Drammatico. Regia di Emanuele Scaringi, con Simone Liberati, Valerio Aprea, Pietro Castellitto e Laura Morante. Zero è un disegnatore ma non avendo un lavoro fisso si arrabatta con ripetizioni di francese, cronometrando le file dei check-in all’aeroporto e creando illustrazioni per gruppi musicali punk indipendenti. La sua vita scorre sempre eguale, tra giornate spese a bordo dei mezzi pubblici attraversando mezza Roma per raggiungere i vari posti di lavoro: quando torna a casa, lo aspetta la sua coscienza critica, un Armadillo in carne e ossa, o meglio in placche tessuti molli, che con conversazioni al limite del paradossale lo aggiorna su cosa succede nel mondo. Alla notizia della morte di Camille, una compagnadi scuola e suo amore di adolescente mai dichiarato, lo costringe a fare i conti con la vita e ad affrontare, con il suo spirito dissacrante, l’incomunicabilità, i dubbi e la mancanza di certezze della sua generazione di “tagliati fuori”. Durata 99 minuti. (Massimo sala 2)

 

Ricchi di fantasia – Commedia. Regia di Francesco Miccichè, con Sergio Castellitto e Sabrina Ferilli. Sergio è un carpentiere romano, Sabrina una cantante dal passato glorioso, una coppia di amanti che non ce la fa a lasciare i rispettivi compagni. Lui è sempre stato prodigo di scherzi ai compagni di lavoro e quelli decidono un giorno di rendergli il favore: facendogli credere con l’inganno di aver vinto con un biglietto della lotteria un premio da 3 milioni di euro. Convinto della vincita, l’uomo decide di cambiare vita, portandosi pure dietro mamma, figli e parentela varia: fino a che non scopre dello scherzo. Si dirigeranno tutti verso i trulli della Puglia. Durata 102 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, Reposi, The Space, Uci)

 

Sulla mia pelle – Drammatico. Regia di Alessio Cremonini, con Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora e Milvia Marigliano. Una tragedia dell’Italia recente, la tragedia della morte di Stefano Cucchi a soli 31 anni in un carcere italiano. L’arresto, il susseguirsi dei giorni di prigionia, il passato e il presente, il grande coinvolgimento della famiglia, soprattutto della sorella Ilaria. La prova di Borghi che si è ricreato appieno nel fisico (perdendo 18 chili) e nel calvario del ragazzo, come nella sua psicologia, la stagione dei premi cinematografici dovrà guardarlo con un occhio di riguardo. Da vedere per discutere. Durata 100 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

The Nun – Horror. Regia di Corin Hardy, con Demian Bichir e Taissa Farmiga. Altro successo inaspettato negli Stati Uniti questo film girato completamente in Romania, dove è ambientata la vicenda di un gruppo di suore, alla ricerca all’interno di un convento di una reliquia che dovrebbe portare serenità in un luogo dove sembrano al contrario governare forze malefiche. Dopo il suicidio di una monaca, il Vaticano invia là padre Burke e la novizia Irene. Dovranno combattere il Male con ogni loro forza. Durata 93 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Tutti in piedi – Commedia. Regia di Franck Dubosc, con Alexandra Lamy e Franck Dubosc. Jocelyn, uomo d’affari successo ma bugiardo e seduttore che vive sulle bugie, per un equivoco è creduto disabile dalla bionda Julie. Perché, per una immediata conquista, non procedere proprio in quell’equivoco? Le cose peggiorano quando Julie presenta a Jocelyn la sorella, costretta su di una sedia a rotelle in seguito a un incidente stradale. Durata 107 minuti. (F.lli Marx sala Harpo, GreenwichVillage sala 3, Reposi, Uci)

 

The wife – Vivere nell’ombra – Regia di Björn Runge, con Glenn Close e Jonathan Price. La storia di una donna e di una moglie, quarant’anni trascorsi a sacrificare il proprio talento e i propri sogni, lasciando che suo marito, l’affascinante e carismatico Joe, si impadronisca della paternità delle sue opere. Joan assiste, per amore alla sfavillante e glOriosa carriera dell’uomo, sopportando menzogne e tradimenti. Ma alla notizia dell’assegnazione del più grande riconoscimento per uno scrittore – il premio Nobel per la letteratura – la donna decide finalmente di dire basta e di riprendersi tutto quello che le spetta. Durata 100 minuti. (Eliseo Grande, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

Un affare di famiglia – Drammatico. Regia di Kore’eda Hirokazu. Palma d’oro a Cannes lo scorso maggio. Nella Tokio di oggi, una famiglia (ma la considereremo così fino alla fine?) sbarca il lunario facendo quotidiane visite ai supermercati: per rubare. Ruba il padre che si porta appresso il figlio (?), torna a casa da una moglie che ha accanto una ragazza che potrebbe essere la sorella minore e una vecchia dolcissima che tutti chiamano nonna. Sentimenti, aiuti reciproci, l’arte di arrangiarsi, il coraggio di tentare a vivere insieme. Finché un giorno il capofamiglia porta a casa togliendola al freddo e alla solitudine una ragazzina, abbandonata da una madre forse violenta che non si cura di lei. Il mattino si dovrebbe riconsegnarla, ma nessuno è d’accordo: la nuova presenza farà scattare nuovi meccanismi mentre un incidente imprevisto porta definitivamente alla luce segreti nascosti che mettono alla prova i legami che uniscono i vari componenti. Durata 121 minuti. (F.lli Marx sala Chico, Nazionale sala 1)

 

Un nemico che ti vuole bene – Drammatico. Regia di Denis Rabaglia, con Diego Abatantuono e Antonio Folletto. In una notte di pioggia, il professor Enzo Stefanelli salva la vita a un giovane ferito da un’arma da fuoco. In cambio questi, un killer di professione, gli promette di trovare e uccidere un suo nemico, chiunque egli sia. Anche se il professore insiste nell’affermare di non avere un nemico, il giovane si mette a cercarne uno, creando il caos nella vita di Stefanelli. Dapprima scettico, è l’occasione per l’uomo di aprire gli occhi sulla sua vita e sulle persone che lo circondano. Durata 97 minuti. (GreenwichVillage sala 1, The Space, Uci)

 

L’uomo che uccise Don Chisciotte – Commedia. Regia di Terry Gilliam, con Jonathan Price e Adam Driver. C’era una volta un film… Gilliam ha lavorato per più di trent’anni sul progetto, Jean Rochefort e Johnny Depp come protagonisti, più scritture, intoppi, enormi guai con la produzione. Poi più nulla, mentre sempre qualcosa bolliva in pentola. Dalla lunga storia, è uscito fuori “questo” Don Chisciotte, dove Driver è un regista che ha strada nella pubblicità e si ritrova nei luoghi dove ha girato un vecchio film sul personaggio di Cervantes: scoprendo che chi un tempo ha ricoperto quel ruolo oggi si identifica con il personaggio. Durata 137 minuti. (F.lli Marx sala Groucho anche V.O., Romano sala 3, Uci)

 

Una storia senza nome – Drammatico. Regia di Roberto Andò, con Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassmann, Renato Carpentieri e Laura Morante. Valeria, giovane segretaria di un produttore cinematografico, scrive in incognito per uno sceneggiatore di successo. Un giorno la ragazza riceve da uno sconosciuto, un poliziotto in pensione, la storia di un probabile film. Ma quel plot è pericoloso, la “storia senza nome” racconta infatti il misterioso furto, avvenuto a Palermo nell’ottobre del 1969, di un celebre quadro di Caravaggio, “La natività”. Da quel momento, la sceneggiatrice si ritroverà immersa in un meccanismo implacabile e rocambolesco. Una storia che avesse al centro quel furto avrebbe dovuto avere un’impalcatura più legata all’inchiesta: al contrario ne è stata ricostruita una sceneggiatura che sa troppo “di cinema”, di volutamente aggrovigliata, di un inverosimile che a tratti, tanto per alleggerire, scivola tranquilla sul lato della commedia se non del ridicolo (certi momenti dovuti a Gassmann, certi dialoghi tra Morante e Ramazzotti), sino ai momenti finali che addirittura coinvolgono il film nel film. La macchia maggiore dell’impianto è la prova opaca della protagonista femminile, altre volte lodatissima, la non credibilità del viso e del corpo, la sua unica espressione con o senza rossetto, la sua paura che risulta fredda e non sinceramente dovuta alla spirale di inganni e di violenza che si chiude intorno a lei. Durata 110 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

Venom – Fantasy. Regia di Ruben Fleischer, con Tom Hardy, Riz Ahmed e Michelle Williams. Ancora un prodotto ricavato dai fumetti targati Marvel. Un fior di giornalista, dedito a investigazioni e articoli, mentre indaga sulle malefatte di uno scienziato pazzo, tutto sprazzi e illegalità, viene contaminato da un alieno che si introduce nel suo corpo e ne diventa il doppio. Se ne ricava simpaticamente un misto di bene e di male, di dottor Jeckill e Mr Hyde, con due personaggi che intimamente chiacchierano e discutono tra loro, con l’unica e insomma definitiva aspirazione verso quella giustizia che protegga tutti. Tenersi già pronti per un sequel. Durata 103 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci anche V.O.)

Operaio schiacciato da un muletto. E’ grave al Cto

In una ditta di imballaggi di Beinasco un operaio di 46 anni è rimasto schiacciato da un muletto. Le cause dell’incidente sul lavoro sono ancora  in corso di accertamento. L’uomo – informa l’Ansa –  è stato intubato e portato al Cto: ha riportato un grave trauma al bacino e al volto. Dovrà essere operato.

Bimbi e autismo: che fare?

Scrivo qui forse un po’ presa dalla disperazione, un po’ dal bisogno di essere ascoltata…sono una madre sola, di un bimbo di quasi quattro anni a cui da alcuni mesi è stata diagnosticata, in seguito ad un test, una alterazione lieve dello spettro autistico. Soffro in silenzio, come ho sempre fatto per i piccoli e grandi drammi della mia vita. Nulla e mai stato così forte del dolore e dello sconforto che provo per le,difficoltà che ha mio figlio. Provo ad agire, ad essere una madre attenta e presente, questo mi ha portato a prendere la decisione di essere seguita dall’Asl di competenza. E quasi un anno che ci barcameniamo tra logopedisti, educatrici e Psicomotricità…i risultati che tanto speravo di vedere non sono costanti…miglioramenti e regressioni che ho notato nel corso dell’anno senza ben capire quale fosse la causa dell’una o dell’altra cosa…le difficoltà più lampanti sono a livello del linguaggio, difficoltà ad esprimere un pensiero, difficoltà a parlare di se stesso in prima persona.certo sa come esprimere le sue esigenze, ma nel suo mondo non c è spazio per interagire con gli altri bimbi se non in modo marginale senza creare un momento di gioco condiviso. E poi c’è l aspetto del “tutto e subito”: un vero e proprio ricatto che mette in atto quando non si fa ciò che lui vuole. Ha molte paure e si spaventa quando ascolto la radio o quando accendo la tv. Spesso non tiene lo sguardo su chi gli sta parlando come fosse in atteggiamento di chiusura. Io non so cosa fare per aiutarlo concretamente se non credere che il percorso dell’Asl possa essere di reale aiuto e permetta a mio figlio di avere un futuro “normale”. Nessun altro familiare crede che il bimbo abbia problemi, anzi, alcuni di loro credono che siano i medici a voler a tutti i costi vedere un caso patologico. Io credo in ciò che vedo nel quotidiano, e le difficoltà che riscontro nel mio bimbo non sono mie fantasie. Vorrei essere aiutata, vorrei che mio figlio guarisse, vorrei essere sostenuta come mamma che sta crescendo da sola un bimbo e che dopo quasi quattro anni si sente stanca e disorientata davanti ad una di quelle patologie subdole che si nascondono dietro agli apparenti capricci di un bambino. Vorrei sentire le esperienze di altre mamme e di medici che hanno realmente visto dei miglioramenti in bambini con alterazione dello spettro autistico. Grazie

Sparito da 9 giorni ritrovato vivo nel bosco con una gamba rotta

DALLA LIGURIA

Vittorio Grieco, dipendente dell’ Amiu di Genova, di 59 anni era scomparso da 9 giorni ed era stata aperta  un’inchiesta anche per una indagine parallela per circonvenzione di incapace riguardante cinque persone – amici e conoscenti dell’uomo – ai quali  lui aveva prestato 250 mila euro  senza ottenerne la restituzione.  Grieco aveva venduto ad alcune persone che lo minacciavano un appartamento a Sturla per una cifra minima. Poi, ieri,  l’uomo è stato ritrovato vivo in un bosco sulle alture di San Desiderio dai i vigili del fuoco allertati da urla e richieste di aiuto. Grieco ha una gamba rotta ed è molto debilitato. Ora si cerca di capire cosa sia accaduto in questi 9 giorni.

Portici di Carta, il ritorno

Una suggestiva immagine di Portici di Carta, la rassegna che anche quest’anno animerà il centro di Torino nei prossimi giorni . La foto è di Silvia Lucchini.