redazione il torinese

Chiamparino “offre” gli impianti per le Olimpiadi

Resta la  disponibilità  del Piemonte a mettere a disposizione gli impianti che “possano essere necessari a rendere più forte e competitiva la candidatura italiana”. Così l’Ansa riporta la proposta del presidente Sergio Chiamparino, che “anche se la questione candidatura è chiusa”, dichiara la disponibilità della Regione. “Ora guardiamo avanti. Come Regione abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili e adesso  possiamo contribuire a rendere più forte la candidatura italiana mettendo a disposizione le strutture  che si rendessero necessarie”. 

Al Moi opera d’arte dei bimbi del Regina Margherita

Si tratta di un’opera in realtà virtuale, inedita, che verrà presentata giovedì 25 ottobre 2018 alle ore 18

 

Per la prima volta un’opera d’arte creata da un’importante artista internazionale in collaborazione con i piccoli pazienti oncologici dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino viene esposta in una mostra, presso le Arcate dell’Ex-MOI. Si tratta di un’opera in realtà virtuale, inedita, che verrà presentata giovedì 25 ottobre 2018 alle ore 18. Treti Galaxie, in sinergia con Dear Onlus, presenta la prima personale in Italia dell’artista francese Mélodie Mousset (*1981 Abu Dhabi, vive e lavora a Zurigo). A partire dal 2016 l’artista sviluppa HanaHana, una rappresentazione del suo inconscio corporeo come ambiente in realtà virtuale: lo spettatore viene a trovarsi in un mondo-laboratorio, composto prevalentemente da sabbia, acqua colorata e misteriose strutture di pietra, in cui può costruire all’infinito vertiginose architetture composte da mani, il primo e più antico strumento dell’umanità. Il progetto con il Regina Margherita consiste in una nuova versione di HanaHana, sviluppata dall’artista insieme ai ragazzi ospedalizzati nel reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino (diretto dalla professoressa Franca Fagioli), nell’ambito di Robo&Bobo di Dear Onlus, associazione che si occupa di umanizzazione in ambienti ospedalieri. Il team multidisciplinare di DEAR, composto da professionisti attivi nell’ambito dell’arte e del design, della pedagogia, della psicologia e dell’antropologia, ha ideato e condotto una serie di laboratori tramite cui i ragazzi sono entrati in dialogo con il lavoro e la ricerca di Mélodie Mousset, diventando i suoi assistenti per la durata del progetto e contribuendo in maniera attiva alla creazione della nuova opera, esperibile in mostra tramite visori Acer Windows Mixed Reality. Obiettivo del progetto sperimentale è offrire ai ragazzi ospedalizzati un’esperienza formativa unica, contribuendo anche ad abbattere la barriera fisica tra interno ed esterno dell’ospedale. Il lavoro viene presentato nella zona dell’Ex-MOI, che con il suo ipnotico ripetersi di archi catenari e la sua storia fatta di scambi e mutamenti funge da ideale introduzione all’opera e varco per il passaggio tra reale e virtuale. Robo&Bobo è un innovativo percorso didattico-laboratoriale nato per avvicinare alle nuove tecnologie ed alle discipline STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts, Math) i ragazzi adolescenti e preadolescenti (11-18 anni) del reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita. Il progetto è stato realizzato con il supporto di Compagnia di San Paolo (maggior sostenitore), Fondazione Alta Mane Italia e Fondation Alta Mane Genève. E con il supporto tecnico di Acer, DuParc Contemporary Suites, DuParc Oriental Spa, Parcolimpico (disponibilità degli spazi), Sardex, Piemex in Piemonte, Lo Spaccio Alimentare.

 

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Mélodie Mousset

HanaHana: Full Bloom – a VR Experience

a cura di Treti Galaxie

Arcate dell’Ex-MOI – via Giordano Bruno 181, Torino

 

Opening: 25 ottobre 2018 – h.18.00

(su invito)

 

dal 26 ottobre al 15 novembre

(su appuntamento: info@tretigalaxie.com)

Scivola in bici e muore in montagna

Sono morti i due escursionisti dispersi da ieri sulle montagne di Pinerolo. Gli uomini del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese li hanno trovati, il primo a monte del rifugio Granero. L’identità è certa per una delle vittime,  il 65enne di Pinerolo Agostino Benedetto appassionato di bici. Forse è  precipitato  per avere slittato su una placca di neve gelata. Non si sa ancora chi sia un secondo escursionista il cui zaino è stato individuato vicino al colle del Sabbione . Il corpo   è stato ritrovato  alle 2 di notte, era precipitato a valle. 

 

(foto archivio)

“Michelangelo Pistoletto / Comunicazione. Le porte di Cittadellarte”

Fino al 26 gennaio 2019

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Nasce da un’idea-intuizione di oltre quarant’anni fa e dello stesso Michelangelo Pistoletto, la mostra dedicata al geniale artista biellese – fra i massimi esponenti dell’Arte Povera – e ospitata, fino al 26 gennaio del prossimo anno, negli spazi espositivi della Galleria “Giorgio Persano” e in quelli (facenti capo da alcuni anni alla stessa Galleria che ne dista un tiro di schioppo) dell’ex-Opificio “Pastiglie Leone”, in corso Regina Margherita 242 a Torino. Sempre quello il luogo, la Galleria di via Principessa Clotilde 45, e sempre lui il “complice” della bizzarra pensata, il gallerista – attento divulgatore sotto la Mole della meglio Pop Art internazionale – Giorgio Persano. Era la fine di settembre del ’76 – ricorda in una nota lo stesso Pistoletto – quando “invitato da Giorgio Persano a tenere una personale nella sua galleria, ho deciso di realizzare una mostra consistente in ‘100 mostre nel mese di ottobre’”. Come? “Pensandole e descrivendole tutte in quel mese, e numerandole da una a cento, per essere subito stampate in un libretto (giallo) di 9 x 9 x 1,5 cm. presentato in galleria come opera compiuta in se’, ma contemporaneamente estesa nel tempo a venire, cioè quando le mostre avrebbero potuto essere eseguite, sia da me stesso sia da altri”. Da allora sono trascorsi 42 anni. E un buon numero delle mostre illustrate in quel curioso “libretto giallo” sono state pur anche realizzate. Da Pistoletto, come da altri artisti che “ne hanno preso lo spunto come da un ricettario”. Una via l’altra. Dietro le piccole e grandi “novità” creative rotolate a precipizio nello scivolo degli anni. Fino alla centesima. Alla mostra numero 100. Che Pistoletto e Persano di buon accordo decidono, per le caratteristiche espresse -frutto di scelte concrete anche della vita professionale dei due – essere quella attuale, sviluppata in un duplice percorso: una grande installazione simbolico-concettuale posizionata sui settecento metri quadri della Galleria-madre di via Principessa Clotilde e un’esposizione di un buon numero di “quadri specchianti” (le celebri serigrafie su lastra d’acciaio inox lucidato a specchio) fondamento artistico e teorico della più nota produzione di Pistoletto, nel vicino ex-Opificio “Pastiglie Leone”. Fil rouge comune, il tema della “Comunicazione”. Centrale e palese nello scorrere e nel complesso intrecciarsi di quelle diciassette “stanze” aperte e interconnesse, ricavate attraverso l’ingegneristica architettura in legno grezzo posizionata in Galleria e rappresentanti il complesso organismo in cui s’ha da articolare, per l’artista, tutto il sistema che mette insieme arte e società. Evidente il richiamo alle porte della sua Cittadellarte, fondata nel ’98 a Biella nei locali dell’ex-manifattura Trombetta: un complesso di archeologia industriale tutelato dal Ministero dei Beni Culturali, diventato oggi un grande laboratorio creativo e fabbrica di idee, “un’istituzione – scrive Pistoletto – che pone l’arte in relazione diretta con i differenti settori che compongono la società”. Spazi aperti, che permettono salutari catartici travasi dall’architettura alla spiritualità, dal lavoro all’ecologia, fino a rendere comunicanti economia e scienza, arte e politica, matematica e filosofia non meno che agricoltura e design o moda e produzione: così all’infinito, mischiando partenze e traguardi per andare e tornare “in una fitta rete di interconnessioni e comunicazioni” in cui trova forma quel Terzo Paradiso teorizzato dall’artista come “il grande mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità nella visione globale”. Quest’è, a comune giudizio, il “comunicare”. Apparentemente l’opposto o cosa assai diversa di quanto espresso nei diciotto “quadri specchianti” (tutti inediti meno uno ed ultimi eredi dei primi esemplari comprati in blocco nel ’63 dalla gallerista parigina Ileana Sonnabend) assemblati negli spazi dell’ex-Opificio “Pastiglie Leone”, luogo storico dell’industria torinese. Opere che raccontano di una comunicazione “altra”, di relazioni umane mediate o interrotte (?) dal “digitale” e dai “social”. Tempi e ritmi dell’oggi. Ed ecco il ragazzo, berretto   in testa borsone a terra e pelle super tatuata, con gli occhi affondati nel cellulare, la “coppia a colazione” che non si sfiora manco di striscio e l’ufficio dove i tablet dettano i ritmi del confronto interpersonale. Siamo nel regno degli smartphone e dei selfie, in cui s’inneggia al potere assoluto e alle incognite del gigabyte. Tutto in scala reale. Sorprendente e abbacinante. Unica opera con qualche annetto in più, un “girotondo” del 2007. Allora s’usava ancora toccarsi e manifestare in coro. Poco oltre, però, l’immagine del bastone di un selfie a tre. E l’incantesimo decade. Ma questi lavori, tiene ben bene a sottolineare l’artista,“non hanno funzione né apologetica né critica, semplicemente documentano lo stato delle cose”. Così oggi é. Pensiamoci sù.

Gianni Milani

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“Michelangelo Pistoletto/Comunicazione. Le porte di Cittadellarte”

Galleria “Giorgio Persano”, via Principessa Clotilde 45, Torino; tel. 011/835527 o www.giorgiopersano.org

Orari: mart. – sab. 10/13 e 15,30/19

Ex-Opificio “Pastiglie Leone”, corso Regina Margherita 242, Torino

Orari: mart. – sab. 15,30/19

Fino al 26 gennaio 2019

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Photo: Nicola Morittu

– “Le porte di Cittadellarte”, legno, 2018
– “Smartphone – Uomo seduto a terra”, serigrafia su acciaio inox supermirror, 2018
– “Smartphone – Coppia a colazione”, serigrafia su acciaio inox supermirror, 2018
– “Tavolo di lavoro”, serigrafia su acciaio inox supermirror, 2018
– “Solidarity”, serigrafia su acciaio inox supermirror, 2018
– “Selfie – Tre ragazze di schiena”, serigrafia su acciaio inox supermirror, 2018

Allegri: “Vincere non era da tutti”

Massimiliano Allegri scrive soddisfatto sui social  dopo la partita contro  il Manchester United: “Non solo la concentrazione, ma anche i ritmi giusti per quasi tutta la partita. Vincere in questo stadio non è da tutti,  complimenti ai ragazzi”. 

(foto Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)

Arriva Junker, la nuova App per la differenziata

La Città di Torino, insieme ad Amiat, società del Gruppo Iren, ha adottato e messo a disposizione dei cittadini, Junker, un servizio fruibile tramite app (per smartphone android o apple) che riconosce con un solo clic quello che il cittadino sta gettando, e tramite geolocalizzazione, informa l’utente sulla normativa del territorio di riferimento. Tanto semplice da essere rivoluzionaria. Mai più dubbi, mai più errori, dunque, grazie a questa app, nata per facilitare la vita ai cittadini, integralmente tradotta in 10 lingue, tra cui russo, cinese, rumeno, ucraino, a favore dei turisti, ma anche delle comunità straniere che vivono e lavorano in Italia. Inoltre la app è stata resa totalmente accessibile per ipo e non vedenti, sia nella versione iOs che Android. Ecco come funziona: scansionando il codice a barre del prodotto o dell’imballaggio, Junker riconosce il rifiuto grazie ad un database interno di oltre 1 Milione e mezzo di prodotti e ne indica la scomposizione nelle materie prime e i bidoni a cui sono destinate le varie parti. Un database ‘in progress’ che viene aggiornato quotidianamente anche grazie al contributo degli utenti: se il prodotto scansionato non viene riconosciuto, l’utente può trasmettere alla app la foto del prodotto e ricevere la risposta in tempo reale, mentre la referenza viene aggiunta a quelle esistenti e da quel momento presente nel database. Uno strumento innovativo perfettamente in linea con la filosofia delle smart cities. JUNKER è a disposizione gratuitamente per tutti, e offre la possibilità alla città di comunicare molte altre informazioni: ubicazione dei punti di raccolta, percorsi, calendari del porta a porta, indicazioni per i rifiuti speciali. Saranno attivi sin da subito funzioni che permettono anche ai cittadini di diventare protagonisti dell’economia circolare. Da un lato gli utenti potranno segnalare criticità relative alla gestione dei rifiuti allegando una foto scattabile con il proprio smartphone. D’altro canto gli utenti potranno indicare punti per favorire la riduzione del rifiuto, per esempio negozi di seconda mano o di prodotti sfusi, centri di riuso, raccolta delle eccedenze alimentari, e così via. “Eccellenti risultati in termini di raccolta differenziata e igiene ambientale dichiara il Presidente di Amiat Gruppo Iren Christian Aimaro – si raggiungono anche grazie all’adozione di strumenti di informazione innovativi, che consentono di avviare un dialogo diretto fra la città e gli utenti, ampliando sempre più i canali di comunicazione rivolti al pubblico. La partecipazione diretta dei cittadini, grazie all’utilizzo di questa applicazione, costituisce una nuova opportunità per migliorare ulteriormente il servizio erogato e la qualità di vita dei cittadini. Questo strumento tecnologico consente ai cittadini di poter fruire di un aiuto immediato e sempre disponibile per poter correttamente conferire tutti gli imballaggi, con un conseguente miglioramento in termini qualitativi della raccolta differenziata” “JUNKER nasce per ridurre la quantità di rifiuti a favore del riciclo delle materie prime di cui sono composti”– afferma Benedetta De Santis, ideatrice della APP- ma risultati significativi possono essere ottenuti solo grazie al coinvolgimento attivo dei cittadini, che, nell’era delle applicazioni in mobilità, desiderano anche per la gestione dei rifiuti una informazione veloce, puntuale e smart. Da qui l’idea di un servizio semplice che identifichi i prodotti e riconosca i materiali di imballaggio con un semplice clic sul codice a barre realizzato con la fotocamera dello smartphone“. L’Assessore all’Ambiente, Alberto Unia, conferma che gli obiettivi della Città di Torino sono di raggiungere entro il 2020 i target dell’UE, cioè il 65% di raccolta differenziata su tutta la città entro il 2023. “Per raggiungere questo obiettivo spiega lassessore – la Città sta mettendo in campo una serie di politiche volte a facilitare la corretta differenziazione dei rifiuti, in primis l’estensione della raccolta porta a porta su tutto il territorio cittadino. L’implementazione di Junker sarà un importante accompagnamento ai cittadini in questo passaggio in quanto aiuterà ad eliminare qualsiasi dubbio sulla corretta differenziazione e allo stesso tempo permetterà di mettere in atto pratiche di riduzione dei rifiuti tramite la diffusione di punti di economia circolare“.

(foto: il Torinese)

 

Una metropolitana di cultura

A Torino si possono scegliere itinerari a tema attraverso virtuali linee di Metropolitana, quelli della Metropolitana culturale

 

Esiste una metropolitana reale nelle principali città del mondo, Torino sta aspettando la sua seconda linea, ma proprio nel capoluogo sabaudo esiste anche una metropolitana virtuale, culturale che, attraverso le sue diverse linee, consente a turista ed utente del web di scoprire itinerari a Torino di interesse nel campo dell’architettura, dell’arte moderna e contemporanea e del design. Si tratta sl sito “www.metropolitanaculturale.it”.”Volevamo dare degli strumenti che fossero facilmente fruibili anche da chi non conoscesse Torino – spiega l’ideatore di “Metropolitana culturale”, Filippo Zanoni, giornalista specializzato nel settore automotive – ed abbiamo ideato un sito capace, attraverso diverse linee virtuali di metropolitana, di condurre il fruitore lungo itinerari a tema. Nel campo del design, per esempio, il percorso che abbiamo costruito comprende diverse tappe, tra cui quella della Cittadella del Design e della Mobilità Sostenibile, presso il Politecnico di Torino, in via Settembrini, proseguendo poi allo IED, istituto Europeo del Design, allo IADD, Istituto d’arte applicata e Design, ed al Circolo del Design. Di ogni tappa è possibile trovare una descrizione accattivante ed approfondita. Si scoprirà   così che il Circolo del Design vuole diventare un polo culturale e di riferimento per i giovani talenti e per lo scambio delle esperienze più innovative, attraverso incontri, dibattiti, workshop, ma anche essere un luogo informale di incontro e di confronti, di mostre e manifestazioni basate sulla creatività e sull’innovazione. Torino, d’altronde, è stata nominata nel 2014 City of Design dell’Unesco e nell’ ottobre dello scorso anno proprio qui è stata organizzata l’assemblea della World Design Organization, ritornata in Italia dopo 34 anni”.”L’itinerario dell’arte moderna e contemporanea – prosegue Filippo Zanoni – non comprende soltanto importanti realtà museali cittadine, quali la Fondazione Merz e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo o la Gam, ma anche le manifestazioni correlate a questo campo artistico, come Artissima e The Others”. Le linee di Metropolitana Culturale sono quelle “moTore” (dedicata al Mauto, al Mirafiori Motor Village, al Centro Storico Fiat ed alla manifestazione di Automomotoretro’), Arte, quella della Architettura e la linea Design.

Mara Martellotta

 

www.metropolitanaculturale.it

 

Mense universitarie, Grimaldi (LeU): “Egregio Rettore, venga con me a pranzo”

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“Decida Lei il giorno, io propongo il luogo. Se ci diamo appuntamento alle 13, credo che per le 13,50 potremo essere dentro”

In aula l’Assessora Cerutti ha risposto all’interrogazione urgente del Capogruppo di LeU Marco Grimaldi sulla chiusura della mensa universitaria Borsellino. Il 31 luglio del 2018 sono infatti giunti a scadenza il contratto di affitto tra il gestore della mensa e la società proprietaria – che ha in concessione tutta la residenza Borsellino – e la convenzione con EDISU. Benché la scadenza fosse nota da tempo, ciò ha determinato la chiusura della mensa, come paventato dagli studenti.

La mensa, situata nella Cittadella Politecnica (dove, secondo i dati più recenti, viene consumata più della metà dei pasti delle mense EDISU di tutto il Piemonte) e operante come esercizio convenzionato al fianco delle mense universitarie date in appalto da EDISU, garantiva quasi 500 pasti ogni giorno e circa 100mila in un anno (seconda in Piemonte per numero di pasti erogati). Si tratta di un numero importante, che negli ultimi due anni è cresciuto significativamente (41,5%) in risposta alle nuove tariffe approvate dalla Regione Piemonte con l’esplicito obiettivo di incentivare l’utilizzo delle mense stesse, aumentato infatti complessivamente del 46% rispetto al 2015/16. Tale politica ha prodotto pertanto numerosi vantaggi per gli studenti e ha ricondotto verso un cammino di crescita il servizio di ristorazione EDISU. La chiusura della mensa ha dunque lasciato circa 500 studenti senza pasto e 10 dipendenti senza lavoro. Inoltre, proprio come temevano i rappresentanti di Alter.Polis, ha fatto sì che tutti gli studenti del Politecnico e gli ospiti delle residenze Borsellino e Mollino fossero costretti a riversarsi su un’unica struttura di ristorazione, la mensa Castelfidardo, già pesantemente congestionata, compromettendo la tenuta del servizio di ristorazione nell’area della Cittadella Politecnica. La situazione sta infatti creando da giorni code lunghissime all’ora di pranzo di fronte alla mensa Castelfidardo, unica convenzionata con EDISU nell’area del Politecnico e sola struttura in cui sia possibile mangiare a prezzi calmierati. L’Assessora al diritto allo studio universitario ha annunciato che la convocazione di un tavolo di confronto con l’EDISU, il Politecnico di Torino, le organizzazioni sindacali e le associazioni studentesche avrà luogo non prima di un approfondimento sull’affluenza della mensa Castelfidardo, su un bando per la Borsellino andato a vuoto e su altri aspetti critici. Già a giugno avevamo sollevato il problema con un’interrogazione. Gli studenti hanno ripetuto per mesi che non ci sarebbe stato bisogno di un monitoraggio per capire che la Castelfidardo sarebbe arrivata a saturazione. Così è stato, l’emergenza è già qui e ora. Per i ragazzi, ingolfati in code da 40/50 minuti, e per i lavoratori” – dichiara Grimaldi. – “La popolazione universitaria torinese è in continua crescita, gli iscritti a Torino residenti fuori regione sono quasi 34mila, con una crescita del 9% rispetto allo scorso anno. Sappiamo benissimo che per uno studente, tanto più se fuori sede, la mensa è un elemento discriminante. Magnifico Rettore, venga con me a pranzo. Decida Lei il giorno, io propongo il luogo. Se ci diamo appuntamento alle 13, credo che per le 13,50 potremo essere dentro”.

Gli architetti ripensano la Neonatologia del Sant’Anna

L’umanizzazione degli ospedali passa anche dalla progettazione degli interni. Questa è la sfida del workshop Spazi neonati. Progettazione partecipata per il co-living nel reparto di Neonatologia, di cui sono stati presentati pubblicamente gli esiti  all’ospedale Sant’Anna di Torino: gli architetti torinesi hanno proposto 4 concept per il reparto di Neonatologia universitaria dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Enrico Bertino); tra questi, è stata selezionata la proposta del gruppo composto da Silvia Battistini, Gianni Cagnazzo, Anali Cantoral Ripas, Grazia Giulia Cocina, Monica Taverniti e Irene Vignati che sarà utilizzata come base per ridisegnare gli spazi. Questa la motivazione della giuria composta da Roberto Albano (Fondazione per l’architettura / Torino), Enrico Bertino (Reparto di Neonatologia Universitaria Ospedale Sant’Anna di Torino), Anita Donna Bianco (DEAR – Design Around Onlus), Sabra Miroglio (architetto) e Catterina Seia (Fondazione Medicina a Misura di Donna): Il gruppo ha sviluppato una perfetta analisi rispetto alle esigenze in quanto emerge un profondo ascolto, una buona filosofia di progetto e un’ottima metodologia di approccio. Appare la soluzione in grado di fornire i migliori spunti e la migliore definizione di concept complessivo, presupposti per un successivo sviluppo progettuale che tenga conto delle esigenze e dei vincoli imposti. Il progetto Spazi neonati, che vede i genitori dei neonati prematuri, i medici e gli infermieri della Terapia Intensiva Neonatale lavorare insieme agli esperti di architettura e design, nasce dalla volontà di riflettere sull’importante contributo che il disegno degli interni riveste per la vivibilità degli spazi di cura. Illuminazione, colori e comfort acustico sono alcuni dei tasselli che possono costituire un valore aggiunto all’impiego delle più avanzate tecnologie assistenziali e agli sforzi dei medici e infermieri impegnati nella cura di questi fragili bambini e nel sostegno delle loro famiglie. Il reparto di Neonatologia universitaria del Sant’Anna di Torino, al centro del workshop, è un reparto al terzo piano del complesso ospedaliero di via Ventimiglia, le cui attività si integrano con quelle dei vicini reparti universitari di ostetricia. Negli spazi della Terapia Intensiva si trovano a convivere anche per periodi di tempo prolungati genitori, infermieri e personale medico come in una seconda casa in cui l’accesso è aperto 24 ore. È emerso sempre di più negli ultimi anni l’effetto dell’ambiente sulla maturazione cerebrale soprattutto in questi neonati che sono in una fase molto critica del loro sviluppo neuroevolutivo. 24 progettisti, tra architetti, studenti e laureati in architettura, hanno lavorato all’umanizzazione degli ambienti ospedalieri a partire dall’analisi delle necessità di chi abita gli ospedali: pazienti e loro famiglie, medici e infermieri. Tra le esigenze, solo per fare qualche esempio, c’è la richiesta di spazi che consentano di poter trascorrere più tempo possibile vicino al bambino, che siano accoglienti, che facilitino l’orientamento, il supporto reciproco tra i genitori e che agevolino l’integrazione tra le attività di cura medica con le pratiche di umanizzazione. Ma c’è anche il bisogno di ambienti che facilitino il rilassamento e la rigenerazione fisiologica ed emotiva dei genitori in questo percorso molto difficile.Il gruppo vincitore è partito da un’attenta analisi della situazione attuale, mettendo in luce e valorizzando il fatto che all’interno del TIN (reparto di Terapia Intensiva Neonatale) convivano istanze contraddittorie e che aspetti solitamente negativi in questo ambito assumano invece una valenza positiva: il buio che protegge il bambino imitando l’utero materno, l’artificialità rappresentata dalle macchine che tengono in vita i neonati, la separazione che aiuta i genitori a distaccarsi e ad allontanarsi dalle difficoltà del momento. La vision del concept è sintetizzata nell’immagine di un bozzolo sospeso dalle tensioni tra polarità contrastanti. Il lavoro di riprogettazione ha privilegiato le istanze e gli spazi dei genitori: la sala a loro riservata, che attualmente è laterale, viene ricollocata in posizione centrale; attraverso l’eliminazione di alcuni setti murari infatti viene creato un unico ambiente che unisce diverse funzioni (relax, socializzazione, confronto con i medici, tiralatte,…) che sono differenziate attraverso pareti curve e arredi che consentono utilizzi flessibili e che garantiscono la privacy o la vicinanza delle altre persone a seconda delle necessità.L’iniziativa è promossa da Fondazione per l’architettura / Torino, DEAR – Design Around Onlus, Associazione che si occupa di umanizzazione degli ospedali intrecciando design, architettura e tecnologia, il reparto di Neonatologia universitaria ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino, NextAtlas, piattaforma innovativa di data intelligence esperta nello studio di trend di mercato e non solo, Fondazione Medicina a Misura di Donna, che da anni si occupa di progetti di umanizzazione della cura e dei suoi luoghi partendo dal Sant’Anna e Piccoli Passi Onlus, Associazione di genitori che sostiene il reparto di terapia intensiva della clinica universitaria ospedale Sant’Anna di Torino.

(foto archivio)

 

 

Torna (per poco) l’estate. Caldo fino a quasi 30 gradi

Tra mercoledì e giovedì, per il vento foehn che soffierà con  nella pianura piemontese e le temperature massime potranno sfiorare i 30 gradi, in particolare al confine tra il Piemonte e la Lombardia. Ma sono previste perturbazioni già  nel prossimo fine settimana. La Società Meteorologica Italiana segnala per mercoledì massime tra i 21 e i 25 gradi in pianura e bassa collina e 20-23 gradi in montagna nella quota tra i 1.000 e i 1.200 metri, con innalzamento dello zero termico a 4.200 metri. A Torino e in Piemonte permane la pressione atlantica insieme  con l’anticiclone nord-africano e il vento foehn sarà attivato dalle correnti secche da nord.

 

(foto: il Torinese)