Ci sono luoghi dove la magia e i sogni si danno appuntamento…Cascina La Rubianetta (Parco della Mandria). Foto di Lorenzo Carrus
Sabato 10 novembre alle 11 sarò anch’io in piazza Castello a manifestare per la Tav ,una scelta che ogni italiano di buon senso non può non condividere
Gli unici no Tav di cui si possono comprendere le ragioni, sono rappresentati da quella parte di valsusini che debbono sopportare le conseguenze dei cantieri, ovviamente quella parte che non ricorre alla violenza, ai blocchi stradali e a forme di protesta che alcuni magistrati hanno identificato come manifestazioni che rasentano il terrorismo e che piacciono tanti allo scrittore Erry de Luca. Chi ricorre alla violenza, infatti, ha sempre torto, anche quando sembra o si illude di aver ragione. E’ la lezione che viene dal ’68 di cinquant’anni fa ,quando urlare,
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Fa venire i brividi ricordare Cavour e accostare il suo nome alle passionarie No Tav che si riempiono la bocca di slogan e ricorrono alla violenza in mancanza di argomenti razionali. Sono i nipoti di quelli che negli anni ’60/ ’70 bloccarono la costruzione dell’autostrada Torino Bardonecchia che tolse il traffico pesante dai paesi della valle di Susa. La storia si ripete con la Tav. E queste cose le scrivo io che non ho mai apprezzato l’architetto Mario Virano, un funzionario coriaceo del vecchio PCI ,catapultato al vertice della Tav, un posto occupato da troppi anni, senza grandi risultati tangibili. Anzi, sono pronto anche a riconoscere degli errori nella progettazione iniziale della Tav. Ma , quando si vuole imporre ad una città la paralisi, anzi la decrescita, non bisogna andare tanto per il sottile e si deve scendere in piazza anche a fianco di gente che, di per sè ,non ci piace. Sono stato tra i primi, se non il primo, a denunciare la politica del vicesindaco grillino già nel settembre 2016, volta alla “decrescita felice”, denunciando i pericoli di una scelta politicamente ed economicamente scellerata. L’Appendino ha invece goduto per almeno un anno e forse più della aperta e complice simpatia di certi
ambienti industriali della città, persino di certi poter forti che pensavano la Appendino una espressione del loro mondo in quanto figlia di imprenditori e perché aveva lavorato alla Juventus. Amenità a cui gente intelligente non dovrebbe abboccare.
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Io non ho mai dato fiducia a questa persona che si è subito rivelata inadeguata innanzi tutto nello scegliere i suoi più diretti collaboratori, ambedue inquisiti, che sono stati costretti alle dimissioni. L’unica volta che mi è capitato di scambiare con lei due parole al Salone del Libro 2017 sono rimasto colpito per il modo impacciato di fare, almeno sul piano della cultura. Per altri versi, cacciando Patrizia Asproni che aveva portato in città grandi eventi culturali, aveva già dimostrato di non brillare in quel campo e quindi non mi stupii affatto delle cose che mi disse e non mi disse, pur sapendo con chi stava parlando. Bisogna andare in piazza Castello a protestare: piazza Castello e il 10 novembre sono la nemesi quasi storica di piazza San Carlo e del 3 giugno 2017. Ciò premesso, vanno diffidati i politici affinché non guastino la manifestazione con interferenze e strumentalizzazioni di qualsiasi tipo. Quindi nessun cartello, manifesto,s triscione e, meno che mai, dichiarazioni che sarebbero, in ogni caso, fuori luogo. Certi personaggini politici torinesi hanno già scritto in questi giorni qualche parola di troppo. Chi volesse usarci per fini elettorali in vista delle regionali e delle europee dovrà essere subito condannato ed isolato con fermezza. Anzi ,aggiungo che, se dovessi assistere a qualche tentativo maldestro in questo senso, lascerei subito la piazza. Ma sono fiducioso che ciò non accada perché qui sono in giuoco gli interessi superiori dell’Italia, del Piemonte, di Torino. I grillini non sanno di cosa si parli, gli altri, tutti gli altri, sì.
Con un totale di circa un milione di ettari, il Piemonte risulta essere la regione italiana con la più ampia superficie forestale arborea. In quindici anni, dal 2000 al 2015, i boschi in Piemonte sono incrementati di oltre 57 mila ettari, occupando il 37% del territorio con circa 1 miliardo di alberi. Le province che hanno registrato un incremento maggiore sono Torino e Alessandria, anche se Cuneo rimane la provincia con più boschi. Questi sono alcuni dei dati emersi nel corso del 4° congresso nazionale di Selvicoltura che si svolge a Torino fino al 10 novembre.Sono sempre più evidenti a tutti le molteplici funzioni dei boschi, che forniscono alla collettività materie prime rinnovabili per usi energetici e durevoli e servizi ecosistemici, quali: protezione degli insediamenti dai pericoli naturali, protezione del suolo, regolazione del ciclo dell’acqua, mitigazione dei fenomeni di dissesto, fissaggio del carbonio con riduzione della CO2 in atmosfera, conservazione della biodiversità, oltre a tutti gli aspetti collegati al turismo e alla fruizione. Emerge con forza la necessità di una gestione attiva e sostenibile del bosco e del riconoscimento del valore delle attività forestali per il presidio e la conservazione dell’identità del territorio e del paesaggio, anche a fronte dei sempre più frequenti eventi meteorici estremi. La gestione è lo strumento per consentire con maggiore facilità ai nostri boschi di affrontare le modificazioni climatiche in atto, conservando il più possibile le loro funzionalità. Rispetto alle questioni legate all’accordo di Parigi sul clima occorre sottolineare che i boschi piemontesi ogni anno fissano nel legno circa 5 milioni di tonnellate di CO2, di questi solo 1 milione di tonnellate viene prelevato dalle utilizzazioni. ” In coda al Congresso, – spiega Igor Boni di Ipla – ove ricercatori e tecnici forestali si confrontano per 5 giorni,il 10 novembre porteremo la filiera del legno in città con un evento pubblico in Piazza Palazzo di Città, in cui dalle 10 alle 17 faremo vedere al grande pubblico l’importanza del Settore forestale della nostra Regione, spiegando come la gestione attiva dei boschi ottimizzi i servizi pubblici che gli stessi possono fornire. Saranno fatti conoscere i prodotti legnosi del bosco tramite video, dimostrazioni, prodotti legnosi, mostrando come sono raccolti, con quali macchine e quali trasformazioni subiscono prima di arrivare nelle nostre case. Verrà inoltre spiegato il concetto di sostenibilità della gestione, garantita dal rispetto delle regole della selvicoltura e dalla professionalità degli operatori”.
Gnocchi di semolino, sani e nutrienti
Ideali per ogni occasione, gli gnocchi di semolino non richiedono particolari abilità, sono nutrienti, sani e realizzati con ingredienti di facile reperibilità.
Un piatto classico con il sapore di “una volta”.
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Ingredienti
1lt. di latte fresco intero
250gr. di semolino
100gr. di parmigiano
120gr. di burro
2 tuorli
Sale q.b
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Versare il latte con un pizzico di sale in una casseruola e portare a ebollizione. Versare a pioggia il semolino, abbassare la fiamma e mescolare fino ad ottenere una polenta. Togliere dal fuoco e sempre mescolando, aggiungere 50gr. di burro, 50gr. di parmigiano e i tuorli uno alla volta. Versare il composto su un vassoio inumidito con acqua fredda e stenderlo con una spatola inumidita fino allo spessore di un centimetro. Lasciar raffreddare poi tagliare a quadri/tondi. Imburrare una pirofila, sistemare gli gnocchi a file sovrapposte, condire con il burro rimasto e il parmigiano. Gratinare in forno per 15 minuti a 200 gradi. Servire subito.
Paperita Patty
NUOTO UISP PIEMONTE, LA NUOVA STAGIONE
AL MIRAFIORI MOTOR VILLAGE SI INAUGURA LA NUOVA STAGIONE
Domenica 11 novembre il settore Nuoto UISP Piemonte inaugura la nuova stagione sportiva al Mirafiori Motor Village di piazza Cattaneo 9 a Torino. Sarà l’occasione per presentare il nuovo calendario agonistico regionale che prenderà il via sabato 8 dicembre 2018 con il XIII Memorial Davide Cagnotto a Fossano e si concluderà a luglio nella piscina di Borgaro con la II Endurance Cup. Un programma ricco di appuntamenti sempre molto partecipati come i Campionati regionali open che si terranno il 17 marzo nella piscina Usmiani Sisport Fiat, il VII trofeo regionale master del 19 maggio alla piscina Galileo Ferraris e il fiore all’occhiello del 29/30 giugno nel lago di Avigliana con nuoto di fondo, pallanuoto e sincro, aperto anche ai disabili. Tante le giornate dedicate ai vari campionati: 20 per la pallanuoto settore in grande crescita con le categorie under 13/15/18 master, altrettante nel nuoto e una decina per il sincro. Saranno premiati i 76 atleti che si sono distinti nelle prestazioni a livello nazionale. Nell’incontro che sarà moderato dal giornalista della Stampa, Alberto Dolfin. saranno presenti e premiati i nuotatori paralimpici Marco Dolfin e Carlotta Gilli ed Elena Grosso, referente nazionale del nuoto paralimpico. Sono state invitate numerose autorità e hanno confermato al momento la loro presenza il Sindaco e l’Assessore allo sport del Comune di Avigliana e il Sindaco di Pinerolo.
Alla call potranno partecipare le organizzazioni non profit di Piemonte e Valle d’Aosta con progetti innovativi nel campo della cultura e del welfare Al raggiungimento del 50% dell’obiettivo fissato, le donazioni saranno raddoppiate fino al tetto massimo complessivo di 130 mila euro
Fondazione Sviluppo e Crescita CRT dopo il primo bando lanciato a giugno 2018 che ha visto la selezione di sette progetti legati al territorio di Piemonte e Valle d’Aosta, lancia la seconda call del bando +Risorse, online fino al 17 dicembre su Eppela, la principale piattaforma italiana di crowdfunding reward based (basato sul sistema delle ricompense). La call, che tiene insieme formazione sul campo ed erogazione di contributi, permetterà agli enti non profit culturali e sociali di Piemonte e Valle d’Aosta di approcciare con successo il mercato italiano della raccolta fondi online, che nel 2017 è cresciuto di oltre il 45% rispetto all’anno precedente. L’iniziativa, finanziata interamente dalla Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e ideata con lo staff di Eppela, prevede un percorso di accompagnamento nella realizzazione di campagne di crowdfunding e il cofinanziamento delle donazioni raccolte secondo il meccanismo del matching grant: al raggiungimento del 50% dell’obiettivo fissato, le donazioni saranno raddoppiate da Fondazione Sviluppo e Crescita CRT fino al tetto massimo complessivo di 130 mila euro.L’edizione sperimentale di +Risorse, lanciata nel 2017 dalla Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, si è rivelata uno strumento efficace per gli obiettivi di raccolta: l’85% delle campagne di crowdfunding, infatti, ha raggiunto il traguardo, coinvolgendo oltre 830 sostenitori e generando un effetto moltiplicatore delle risorse che, grazie al cofinanziamento della Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, hanno toccato quota 140 mila euro.
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Per maggiori informazioni sul bando
eppela.com/sviluppoecrescitacrt
http://www.sviluppoecrescitacrt.it
DALLA LOMBARDIA Una coppia di genitori 40enni italiani, che lavoravano fuori casa tutto il giorno lasciavano solo nell’abitazione a Livigno il proprio bimbo di 5 anni, insieme con dieci cani di grossa taglia. L’abitazione era invasa dagli escrementi degli animali. Il piccolo, che non frequentava l’asilo, è stato affidato ai servizi sociali, e ora i genitori rischiano di perdere la patria potestà.
(foto archivio)
PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione
Un’altra occasione per lavorare insieme per Damien Chazelle (classe 1985) e Ryan Gosling (classe 1980), un’occasione per uscire – ma noi avremmo voluto che quel film non terminasse mai, sequenza dopo sequenza, brano dopo brano, sentimento dopo sentimento, sconfitta dopo sconfitta – dal successo di La La Land e intraprendere un’altra strada. Del tutto diversa. Lasciare una storia “facile” per addentrarsi dentro l’animo batostato dalla vita del primo uomo che pose piede sul suolo lunare. Ed è una scommessa vinta. A Chazelle (finalmente un grande regista dietro la macchina da presa) non interessa dar fiato alle trombe e peccare, fregandosene, di patriottismo, non interessa allunare per piantare la bandiera a stelle e strisce mentre su tutta la terra la sera del 20 luglio del ’69 seicento milioni di persone sono incollate ai televisori e guardano te, gente che sulla terra si sbraccia e gioisce e urla e festeggia: first man è salito sulla luna per ritrovare se stesso, per liberarsi della catastrofe della propria vita, per seppellire, (forse) in maniera definitiva, una figlia, una bambina che non c’è più, che è morta di cancro anni prima, per lasciar cadere in un buco nero di quel terreno un piccolo braccialetto, dove è scritto un nome, per cancellare un dolore che ha guidato e rovesciato un’intera esistenza.
Sulla sceneggiatura di Josh Singer (The Spotlight e The Post) basata sull’autobiografia raccolta da James R. Hansen, First man di Chazelle racconta nove anni della vita di Neil Armstrong, il dolore e le grandi e tristi prove, gli esperimenti, le cigolanti strutture (qualcosa viene riparato all’ultimo momento anche con un piccolo coltellino svizzero: e tutto appare maledettamente claustrofobico, con i respiri, con i primi piani; come pure quella cucina di casa Armstrong, fotografata da Linus Sandgren come una scatola luminosa circondata dal buio appare come un atomo staccato dal mondo, chiuso in sé) e la morte dei compagni, le esplosioni e la sfida – Chazelle ha cambiato orizzonte, un musicista nel precedente film, oggi un cosmonauta – da superare e gli ordini dei superiori cui sempre obbedire per compiere alla fine quel “piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità” che avrebbe cambiato la storia. Seguire le opere non facili come voleva Kennedy, ascoltare la voce astiosa dell’uomo di colore che racconta dell’uomo bianco che va sulla luna, costeggiando il Vietnam, tacendo dell’assassinio del presidente, cercare giorno dopo giorno di raggiungere lo scopo: mentre Janet Armstrong vede il suo uomo, scendere sempre di più nei suoi inferi, pronto a scappare di casa per raggiungere la notte che invade il giardino e guardare lassù in alto le stelle, chiuso nelle sue frasi rotte, nel vuoto dei sentimenti, mentre lo obbliga a parlare ai figli prima della partenza, tornerà? non tornerà? (pare di essere ad una conferenza stampa, con il padre che chiede agli increduli marmocchi: “Ci sono altre domande?”) e ai suoi occhi quel viaggio continua ad apparire come quello di una banda di ragazzini che giocano a scalare una montagna. Per gioco. Per fare un gestaccio a quei sovietici pure loro alla ricerca della stessa sfida.
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Sulle note della musica di Justin Hurwitz e dei valzer che ci riportano indietro a Kubrick, la sensibilità e lo sguardo antieroico dell’autore approdano ad un finale rappacificato, con se stessi, con la famiglia, con il mondo: chiuso in un laboratorio dalla quarantena che segue al ritorno a terra, la mano di Neil ora “tocca” attraverso il vetro che ancora li separa quella di Janet, un riavvicinarsi, una carezza contenuta. Un domani.
Ryan Gosling si chiude sempre più a riccio nei propri silenzi, nelle parole dette a fatica, nel suo sguardo spento, necessariamente sottrae spazio e voce al proprio Neil, ma così lo rende vivo, disperato e umano (“Non ti sentirai solo lassù?”, gli chiede il figlio prima di tornare a giocare), ce lo rende “nostro” nel chiuso dell’abitacolo, seguito quanto mai da vicino dalla macchina da presa, spiato in ogni emozione. Accanto, una splendida Claire Foy, percorsa dall’affetto di una moglie, ma anche dalla rabbia e da un’ansia che la incolla al divano di casa mentre una minuscola radio gracida il resoconto dell’avventura per interrompersi all’improvviso, oscurandole in una assai sbiadita tecnologia quell’uomo che ha tentato di salire tanto in alto. Ma Chazelle non si blocca sui contrastanti sentimenti di marito e moglie, segue in ogni commovente sfumatura i compagni di viaggio e d’avventura (Jason Clarke, Corey Stoll, Kyle Chandler, Collins ha le orecchie a sventola di Lucas Haas di Witness, con le paure, con le vomitate dopo le prove di volo, con la morte sempre ad un passo) e le mogli, colte mute di spalle ad aspettare a terra qualcuno che forse non ritornerà più.
La scarpa più cara del mondo è “made in Torino”
Entro il 2018 sarà prodotta a Torino la scarpa più costosa al mondo, roba da Guinness dei primati, del valore di 19,9 milioni di dollari. E’ frutto della creatività dell’artigiano Antonio Vietri, il “Calzolaio d’Oro”, si autodefinisce nel proprio biglietto da visita. Vietri è campano di origine e torinese d’adozione, ha 45 anni e annuncia l’evento in occasione della prima edizione del Mide, la rassegna di fashion design che lega Torino con gli Emirati Arabi. Il prototipo è quasi pronto e verrà presentato contemporaneamente a Torino e Dubai.
“Sulla Torino – Lione non si tratta”
DALLA CONFERENZA STAMPA DEI SI’-TAV
“Sulla Tav non si tratta, sabato alle 11 saremo in piazza Castello per dire un sì chiaro e tondo. Sarà una svolta nella politica nazionale questa mobilitazione non contro qualcosa ma a favore dello sviluppo”. Ne sono convinti gli organizzatori – l’ex sottosegretario Mino Giachino e le donne promotrici del movimento “Torino si muove”- della manifestazione di Torino che hanno presentato la manifestazione in una affollata conferenza stampa: i due appelli hanno raccolto sul web quasi 100 mila adesioni dopo il voto della maggioranza 5 Stelle del Consiglio Comunale contro la Tav. Si può dire che questo voto è stato come la fatidica goccia che a fatto traboccare un vaso di insoddisfazioni e frustrazioni di una città che , ha detto Giachino ” ha fatto troppi passi indietro dalla crisi del 2008 ed è il fanalino di coda fra le grandi città del nord Italia”. In questo Sì ci stanno altri sì, hanno detto Giovanna Giordano e Patrizia Ghiazza, del comitato “Sì , Torino va avanti “: sì agli investimenti per i grandi eventi per promuovere cultura e turismo , per la ricerca e l’innovazione che dia a noi e ai nostri figli opportunità di lavoro e non ci costringa ad andare a Milano o emigrare all’estero.” Tutte difficoltà che sono alimentate dalle scelte della giunta pentastellata . “Senza la Tav non c’è futuro per questa città e per questa regione”, ha ribadito Giachino,” che sarebbe isolata dall’Europa e dal grade corridoio che collegherà Budapest con la “via della seta” ferroviaria in arrivo dall’Estremo Oriente. I no Tav dicono che non c’è domanda di trasporto: “ma se l’unico settore che è tornato ai livelli pre-crisi è quello dei trasporti”, replicano gli altri. Non è vero che la Tav è un progetto vecchio, sostengono gli organizzatori della protesta, “la Tav è più importante oggi di 20 anni fa”. La manifestazione si annuncia imponente, ma non sono state fatte previsioni di cifre, anche se le migliaia di adesioni raccolte in poche ore fanno capire quanto torinesi e piemontesi, compresi i valsusini che saranno presenti ritengano giunto il momento di scuotere le forze politiche che sono favorevoli allo sviluppo. “Non ci saranno bandiere di partito” hanno detto gli organizzatori, né un vero e proprio palco, ma un pullman scoperto dal quale parleranno i relatori. Torino ancora una volta sarà laboratorio di una protesta che rischia di tavolgere proprio chi sulla protesta ha basato il suo successo elettorale.