redazione il torinese

In arrivo il primo gelo del Generale Inverno

Sono imminenti le prime gelate notturne, a partire  dall’inizio della prossima settimana. Dopo il clima primaverile degli ultimi giorni, passati i giorni dell’estate di San Martino, da venerdì è previsto il ritorno delle nuvole e aria più fredda,con  quota neve a 1.200 metri e precipitazioni piovose sparse su fascia pedemontana alpina e prime pianure adiacenti”. Le temperature dovrebbero essere inferiori alla media del periodo.

 

(foto archivio – il Torinese)

I costi di una badante, che cosa bisogna sapere

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

 

Sono molte le persone interessate a sapere quanto costa mensilmente una badante. Ecco la spesa congrua da sostenere per tale figura professionale. L’Italia è uno dei Paesi con il tasso di anzianità più alto in Europa. Anche per questo motivo, la figura della badante è molto richiesta dalle famiglie che hanno bisogno di un sostegno per i propri cari. Non solo per le persone che non sono autosufficienti, ma anche per quelle che hanno la necessità di avere un piccolo aiuto nell’espletare le faccende domestiche. Senza contare il fatto che, nel caso in cui l’anziano debba sentirsi male, può ricevere soccorsi immediati che non avrebbe se fosse da solo.  Una cosa che le famiglie si chiedono però è: quanto può costare avete una badante in casa? I costi da sostenere sono equiparabili a quelli di un lavoro normale ovviamente. Innanzitutto bisogna distinguere tra convivente e non convivente. Nel primo caso, infatti, alle spese per la professione vanno aggiunte quelle del vitto e dell’alloggio, inesistenti invece nel secondo caso. Se la badante dovesse essere convivente della persona anziana, bisogna calcolare una spesa media di 1310 euro al mese. Lo stipendio si aggira intorno ai 965 euro al mese, a cui vanno aggiunti i contributi Inps e Inail (182 euro), le ferie (80 euro), la tredicesima (80 euro), il trattamento di fine rapporto (900 euro) che si matura per ogni anno di servizio.In generale la retribuzione base è di circa sette euro l’ora: per un part-time, quindi, lo stipendio mensile non potrà essere inferiore ai 750 euro al mese.

Cosa prevede il percorso per adottare un cane?

Vi sarà capitato in quest’ultimo mese di vedere in giro per Torino le locandine del Canile rifugio di strada Cuorgné che, promuovendo le adozioni in modo consapevole, invitano ad andare a conoscere la realtà del canile

Ma cosa prevede il percorso per adottare un cane? Quando si prende questa decisione, la lista delle domande che viene rifilate dalle associazioni o dai canili sembra infinita e anche quasi invadente tanto che spesso mentre effettuavo dei pre-affidi non era difficile sentirmi dire “eh, ma quante domande, sono esagerati!”. Siamo proprio sicuri che lo siano? I canili e le associazioni di volontariato serie, che si occupano di recuperare cucciolate e cani che o sono già in canile da molto, troppo tempo, o che rischiano la vita per la strada, o che vengono tolti da situazioni intollerabili, oltre all’intervento di recupero, spesso si occupano di curare malattie e/o parassiti e, quando possibile, anche di fare un lavoro di recupero comportamentale o dare il più possibile competenze al cane in modo da avvantaggiare i futuri adottanti, mettendoci cuore e tempo, oltre che la competenza. E’ quindi loro legittima intenzione assicurarsi che il cane vada a stare bene. Le risposte vengono valutate attentamente e, quando possibile, seguite da un pre-affido, ovvero da una visita di un educatore/volontario formato per fare due chiacchere con gli aspiranti adottanti per capire dove e con chi andrà a stare quel cane. Il tutto per evitare che quel cane scelto con tanta emotività su internet o davanti alle sbarre, venga restituito al mittente o, peggio ancora, una volta finita l’euforia della novità e del cucciolo, lo stessa venga abbandonato. In questo gioca un’importanza estrema l’importanza della scelta del cane, di cui parleremo nel prossimo articolo, che sia di razza o meticcio. Quando si comincia a pensare di voler prendere un amico a 4 zampe per la tutta la vita, queste sono, secondo me, le 4 domande a cui bisogna rispondere prima di tutto a se stessi:

 

  • 1- Perché voglio prendere un cane?
  • 2- Sono consapevole che questa scelta cambierà radicalmente le mie abitudini?
  • 3- Ho tempo e pazienza di imparare a conoscere questo mondo meraviglioso?
  • 4- Quanto sono disposto a mettermi in gioco?

 

Se le risposte che vi siete dati in modo onesto e con il cuore, portano tutte ad un esito positivo, siete già a buon punto, e non dovete temere, dunque, le molte altre domande che vi verranno poste. Potrete sfruttare il test pre-adozione e l’eventuale incontro pre-affido rispondendo alle domande in modo onesto: esse saranno una reale prova di quanto siete disposti ad investire in termini di tempo, soldi e impegno per avere nella vostra vita un cane, che è uno dei doni più belli che si possa sperare di vivere.

 

Accettate di buon grado l’eventuale controllo post-affido, non è una visita indagatoria, ma più semplicemente è un modo per appurare che il cane si stia integrando nel nuovo ambiente e nella nuova famiglia nel modo migliore possibile per entrambi. Vi invito ad approfittare anzi, di questi momenti, per porre domande ed eliminare eventuali dubbi sulla gestione del nuovo arrivato.

Se il cane non si trova nelle vicinanze, solitamente viene accompagnato tramite “staffetta” di volontari il più vicino possibile (molto spesso ci sono dei punti d’incontro pre-fissati). E’ probabile che vi venga chiesto un contributo per il trasporto. Anche questo potrebbe essere uno dei primi indizi su quanto davvero volete adottare: siete disposti a muovervi e a mettere mano al portafogli per andare a prendere il vostro nuovo compagno di vita?

 

Purtroppo anche le adozioni, hanno un loro “mercato nero” fatto di persone che lucrano alle spalle di quelle anime innocenti. Come è diritto delle associazioni informarsi sugli aspiranti adottanti, anche questi ultimi hanno e, anzi, DEVONO informarsi su chi ha in carico l’adozione e il trasporto del cane. Non ci sono regole scritte, ci si deve affidare al buon senso e soprattutto essere informati.

 

Ecco alcune indicazioni su come individuare se chi sta dietro quell’adozione è una persona o associazione seria o meno: i cani devono avere tutti i documenti in regola, essere vaccinati e con microchip, il trasporto deve essere effettuato con mezzi adeguatamente attrezzati e idonei, informatevi su chi effettuerà il viaggio e verificate la serietà della persona facendo qualche ricerca su internet o chiedendo ad associazioni o all’Enpa. Informarci (e se il caso denunciare) è l’unico mezzo che abbiamo per non alimentare questo mercato e non renderci complici di truffe, maltrattamenti e trasporti inaccettabili.

 

Un capitolo a parte sono gli acquisti di cuccioli su internet, in cui abbiamo già parlato nell’articolo sui cuccioli come regalo di natale.

 

L’adozione è un gesto di grande responsabilità, una scelta di vita da cui ne dipende totalmente un’altra, non può e non deve essere fatta con leggerezza da nessuna delle parti interessate, per il bene di entrambi!

 

Francesca Mezzapesa

Educatrice cinofila 3° livello Fisc – Istruttrice Rally Obedience

c/o Centro Cinofilo White Apple Dogs fran.mezzapesa@gmail.com

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Il futuro incerto del Medio Oriente. Ma c’è ottimismo

FOCUS INTERNAZIONALE  di Filippo Re

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A Baghdad la situazione è migliorata per tutti gli iracheni, non solo per i cristiani. Ci sono meno attacchi armati e attentati. La sicurezza è aumentata restituendo un po’ di serenità agli iracheni

È ottimista sul futuro del suo Paese il Patriarca di Baghdad cardinale Mar Louis Sako intervenuto a Torino a un convegno sul Medio Oriente promosso dal Centro Federico Peirone. “È vero, arrivano ancora notizie di assalti e scontri armati nella capitale ma riguardano soprattutto sunniti e sciiti che si scontrano tra loro nei quartieri della capitale. Nel resto dell’Iraq centinaia di famiglie cristiane sono tornate a casa e tante altre stanno per tornare”. La Chiesa caldea ha aiutato queste famiglie a ricostruire le abitazioni. Su 20.000 famiglie più di 9000 hanno fatto ritorno nella Piana di Ninive da cui i cristiani erano fuggiti di corsa all’arrivo dei miliziani dell’Isis nell’agosto 2014. Ora, ha aggiunto il capo della Chiesa cattolica caldea, dobbiamo di cercare di farli rientrare tutti nel loro Paese. In queste terre i cristiani sono le radici del Cristianesimo, senza di noi cosa sarebbe il Medio Oriente…” . Sono pochi i cristiani nella Terra dei due Fiumi ma possono dare una mano concreta alla ricostruzione del Paese. Ne è sicuro il cardinale Sako che insiste da tempo sui principi di unità e cittadinanza necessari per rifondare lo Stato. “I nostri parlamentari (solo 5 su 329 deputati, come prevede la Costituzione) si batteranno per favorire l’approvazione di leggi che difendano i cristiani e le loro terre e ci sarà un Ministro cristiano per le Minoranze. La gente è abbastanza soddisfatta, la vita torna alla normalità, si va al lavoro ogni giorno, è molto diverso da prima. Ma gli iracheni chiedono pace e stabilità, una vita normale, un futuro senza guerre. Oggi comunque si vive meglio”. E l’Isis si è dissolto del tutto o è ancora un incubo per molti? “Come forza militare il Daesh (o Isis) non esiste più tranne alcuni gruppi che resistono ma l’esercito del Califfo è stato sconfitto. Resta invece da sconfiggere, ha osservato il Patriarca, l’ideologia jihadista e violenta.

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Per ricordare il dramma dei cristiani che a causa di guerre e persecuzioni religiose continuano ad abbandonare il Medio Oriente si è svolto a Torino un convegno internazionale organizzato dal Centro Federico Peirone alla presenza, tra gli altri, del Patriarca di Baghdad cardinale Mar Louis Sako e di giornalisti di testate arabe. È ancor vivo il ricordo di quando, nell’estate 2014, centinaia di migliaia di iracheni fuggirono in pochi giorni dalla Mesopotamia all’arrivo dei miliziani neri dell’Isis. In appena due giorni 120 mila cristiani lasciarono le loro case e le loro terre a Mosul e nella Piana di Ninive per scappare nel Kurdistan iracheno. Era l’inizio di un esodo biblico che avrebbe portato milioni di profughi nei Paesi vicini, in Libano, in Turchia e in Giordania. “L’Islam è rimasto indietro, non ha fatto nuove riforme, ha detto il Patriarca, non si è aggiornato, è un Islam del VII secolo, per le fazioni radicali tutto è divino, è invece necessaria una nuova lettura dei testi sacri. Il futuro dell’Islam dipende proprio dalle riforme che verranno fatte”. Continua intanto il lavoro sul campo della Fondazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (Acs) che ha già donato 40 milioni di euro per aiutare i cristiani iracheni a ricostruire i loro villaggi distrutti dall’Isis, in particolare nell’area di Ninive. Alessandro Monteduro, direttore di ACS-Italia, ha ricordato che era sparita ogni traccia del Cristianesimo nei luoghi dove erano arrivati i combattenti islamici e ora finalmente dopo grandi devastazioni si è cominciato a ricostruire. Nel 2017 è iniziata la riedificazione dei villaggi cristiani della Piana di Ninive e l’Acs ha rimesso in piedi migliaia di case in cui la gente è tornata dopo aver cercato riparo in Europa e nei Paesi mediorientali. “Apriamo corridoi umanitari non solo per fare fuggire i profughi, ha chiesto Monteduro, ma anche per farli tornare a casa. Una volta tornati dovranno essere aiutati e difesi anche sul piano della libertà religiosa”. Per iniziativa dell’Acs il prossimo 20 novembre Venezia tingerà di rosso il Canal Grande e i suoi monumenti per ricordare i cristiani perseguitati nel mondo.

Facciamo luce sul tumore al pancreas

GIORNATA MONDIALE

“A Torino – spiega la dottoressa Donata Campra – come co-coordinatore del Gruppo di Studio sul tumore al pancreas della Rete Oncologica del Piemonte e Valle d’ Aosta ed a nome della stessa farò illuminare di viola (colore simbolo di questa patologia ) il Palazzo Civico ( non la Mole, in quanto non è agibile, né altri monumenti che si trovano in piazze interessate da alcuni eventi) ed anche il Presidio Molinette della Città della Salute e della Scienza, sede della Rete Oncologica. Sempre 15 novembre verrà inoltre distribuito materiale divulgativo presso il Coes del Molinette. Si stima che Il tumore al pancreas nel 2030 sarà la seconda causa di morte per neoplasia al mondo. Lo scorso anno sono stati ben ottanta i Comuni italiani che hanno aderito all’iniziativa di illuminare i monumenti di viola, evento che ha coinvolto nel mondo città come Sidney, con l’ Opera House, e le cascate del Niagara”. La campagna di sensibilizzazione sul tumore al pancreas nasce con l’obiettivo di far convergere l’opinione pubblica su una patologia che, in Italia, ogni anno colpisce oltre 13 mila persone. La mortalità per questo “killer silenzioso” è stimata ancora del 90 per cento, anche se purtroppo la ricerca riceve soltanto il 2 per cento dei fondi europei. I campanelli di allarme sono costituiti da frequenti disturbi dell’apparato digerente, persistenti dolori addominali che si irradiano alla schiena, urine scure, feci di colore chiaro, nausea, vomito, improvvisa comparsa di diabete, prurito ed ittero. Tra le altre città del Piemonte partecipano alla Giornata Mondiale contro il tumore al pancreas Arona, Cuneo e Novara.

Mara Martellotta

TAV: +EUROPA TORINO CONSEGNA IN COMUNE LE 1000 FIRME PER IL REFERENDUM

Silvio Viale (Radicali Italiani), Daniele De Giorgis (Coordinatore Associazione Radicale Aglietta) e Andrea Maccagno (Direttivo +Europa Torino) – i tre primi firmatari dell’istanza di referendum consultivo comunale – hanno consegnato oggi (martedì 13 novembre) in Comune le 1000 firme raccolte sabato 10 novembre durante la manifestazione in Piazza Castello

Silvio Viale dichiara: “La procedura da oggi avviata prevede dapprima una conferenza stampa organizzata dal Comune e, in seguito, l’audizione da parte dei capigruppo. Sta a loro decidere se proporre in Consiglio Comunale la delibera definitiva per il referendum consultivo. Chiedo a questo punto agli esponenti del Movimento 5 Stelle, che da sempre dicono che nessuno ascolta i cittadini come fanno loro, quale miglior mezzo di questo per consultare effettivamente i torinesi. Se poi i 5 Stelle non dovessero dare seguito a quest’istanza, chiedo allora a tutte le opposizioni di proporre loro la delibera per un referendum consultivo. Credo infatti che su questa posizione oggi la maggioranza di Appendino non rappresenti affatto i torinesi”.

Una vera passione per i cinefili, tra omaggi e le sfide di attori dietro la macchina da presa

Dopo che il presidente del Museo del Cinema Sergio Toffetti ci ha fatto l’elenco dei vari sponsor – pressoché vivace intermezzo con la direttrice Emanuela Martini: “Quando collaboravo con il festival dei Due Mondi, Menotti ideò un’operina di pochi minuti in cui musicò i nomi dei vari sponsor”, “Potremmo farne una noi e poi cantarla”, “Una proposta buona, se ci fosse un musicista a disposizione” (!) -, in primis Ministero, Regione, Città di Torino, Fiat e Intesa San Paolo; dopo che il medesimo ha snocciolato cifre, ricordando come il budget dello scorso anno fosse di 1 milione e 926 mila euro mentre quello attuale raccoglie 20 mila euro in più, dopo che l’assessora Leon con la sua solita stringatezza ha portato il saluto della sindaca Appendino e dopo che Antonella Parigi ha scherzato (?) con Toffetti (“Cosa vuoi aver fatto tu, sei appena arrivato”) e ha tenuto a farci sapere che quest’anno si brinda con Asti Secco (altro sponsor) cancellando il prosecco, “il mio nemico mortale”, si passa, come avrebbe detto Woody Allen, dal culturale al ricreativo: e finalmente usciamo a rivedere le stelle e a parlare di questo TFF numero 36 che s’inaugurerà il 23 novembre prossimo per concludersi il 1° dicembre. Niente red carpet, a Torino non è d’uso, niente madrine o madrini come in laguna, niente sfavillii oltre il dovuto. Si bada al cinema e ai cinefili, magari infilando nel programma anche un film di 14 ore a prova di sfinimento, ad un confronto tra il passato e il presente, ad un’analisi di momenti storici e di società diverse, si approntano “due anime di cinema che si incontrano e si intrecciano”, ovvero il ciclo dedicato a Jean Eustache (scomparso nel 1981 a soli 43 anni, un titolo per tutti La maman et la putain: a Jean-Pierre Léaud, che in più di una storia ha incarnato le logiche e i sentimenti dell’autore, icona della ribellione francese e della Nouvelle Vague, verrà consegnato il Gran Premio Torino) e quello che riproporrà la filmografia del duo Powell&Pressburger (un titolo per tutti Scarpette rosse), si innesca il meccanismo di discussione tra vicini di poltrona, si instaura la legge delle lunghe file e del panino tra una proiezione e l’altra. Le sale sono quelle ormai immancabili di Reposi e Massimo, dentro cui triturare ad incastro 133 lungometraggi, di cui 36 opere prime e seconde, 34 anteprime mondiali, 23 anteprime internazionali, 59 anteprime italiane, risultato di una selezione che ha visto 4000 film iniziali a disposizione.

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All’inizio è The Front Runner di Jason Reitman sulla parabola tutta in discesa del senatore democratico Gary Hart, in corsa nel 1988 per Casa Bianca ma incappato in un’avventura con la modella di turno che gli sbarrò la strada (fu sostituito da Dukakis ma la vinse papà Bush), al termine della rassegna Santiago, Italia, un film-documentario (in uscita sugli schermi il 6 dicembre) con cui Nanni Moretti, attraverso le parole dei protagonisti e i materiali d’epoca, mostra i mesi successivi al colpo di stato dell’11 settembre 1973, guardando soprattutto al ruolo che ebbe l’ambasciata italiana nella capitale cilena, pronta a dare rifugio a centinaia di oppositori del regime di Pinochet. In mezzo altre storie, il concorso con 15 film, altrettante le nazionalità, opere prime e seconde, soltanto La disparition des lucioles del canadese Sébastien Pilote è un’opera terza, la storia della giovane Léo, la nostalgia per il padre, il rapporto negativo con la madre e con il patrigno, l’incontro con un chitarrista, pigro e debosciato, più grande di lei. L’Italia allinea Ride, che vede il passaggio dietro la macchina da presa di Valerio Mastandrea, una donna e il figlio di dieci anni che affrontano il lutto per la morte del marito e del padre, un film dove il pluripremiato attore “sorprende dirigendo un dramma stralunato e originale, raccontato come una commedia, risate e commozione, senza trucchi o facili scorciatoie”. Ancora in concorso, ancora un attore dietro la macchina da presa – ma dev’essere l’annata delle sfide, se anche Ralph Fiennes ha voluto con The white crow raccontare la storia di Rudolf Nureyev (compreso il flashback della nascita, in un vagone della Transiberiana, nel ’38, zeppo di giocatori, ubriachi e contadini) e quel momento soprattutto in cui sfuggì nel 1961 al rimpatrio consegnandosi alla polizia parigina; se James Franco dirige Pretenders, due amici al college s’innamorano della stessa ragazza, tra i Settanta e gli Ottanta, trovandosi, perdendosi e ricercandosi, e se Ethan Hawke, giunto qui alla sua terza prova, racconta vita e opere del misconosciuto cantante country Blaze Foley e la sua morte a soli 39 anni -: Paul Dano con Wildlife, ambientato nel Montana degli anni Sessanta, con un adolescente che assiste alla fine del matrimonio tra i genitori (Jake Gyllenhaal e Carey Mulligan).

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 In buona compagnia dell’omaggio di Pupi Avati, quest’anno Guest Director, ai rapporti tra il cinema e quel jazz che da sempre è la sua seconda passione, di quella giornata (28 novembre) che ricorderà Ermanno Olmi – Lunga vita a Ermanno Olmi! -, proponendo film, documentari, materiali rari o inediti, testimonianze di collaboratori, la sua voglia di fare cinema (da rivedere Il mestiere delle armi del 2001) e la spinta fatta non soltanto di consigli che attraverso “Ipotesi Cinema” dette a giovani autori, come Giacomo Campiotti, Mario Brenta e Maurizio Zaccaro che testimonieranno qui con le loro opere prime. Dall’apporto di Film Commission Torino Piemonte derivano Drive me home di Simone Catania, con Marco D’Amore e Vinicio Marchioni, una storia di amicizia tra le strade d’Europa, i drammi e le fughe di due uomini che dalla Sicilia si ritrovano uno cameriere a Londra e l’altro camionista in Germania; e Il mangiatore di pietre di Nicola Bellucci, dal romanzo di Davide Longo, un thriller notturno ambientato nelle valli piemontesi tra vecchi passeur e nuovi trafficanti, con Luigi Lo Cascio cupo e travagliato vedovo che si trova a dover affrontare l’omicidio del figlioccio Fausto. Dalla Cina arriveranno il presidente della giuria Jia Zhangke e il suo ultimo film Ash is purest white, protagonista la musa e moglie Zhao Tao ad impersonare l’avventura di una donna e il cammino che lei compie in 17 anni per stare accanto al suo uomo, mentre il paese continua a cambiare.

 

Elio Rabbione

 

 

Le foto: (nell’ordine) Il manifesto del 36mo TFF; Una scena di “Ride”, opera prima di Valerio Mastandrea; “Ash is purest white” di Jia Zhangke (presidente della Giuria del TFF); Luigi Lo Cascio in “Il mangiatore di pietre” di Nicola Bellucci dal romanzo di Davide Longo e “Wildlife” opera prima di Paul Dano.

DA SANPAOLO E CONFINDUSTRIA 8 MILIARDI PER LE IMPRESE

PROGETTARE IL FUTURO:“PROMUOVERE UNA NUOVA CULTURA D’IMPRESA  PER UNA CRESCITA SOSTENIBILE”

 

 

  • Focus su formazione, passaggio generazionale, filiere e sostenibilità
  • A regime il sistema qualitativo del rating di credito
  • Competitività e trasformazione digitale delle imprese

 

È stato presentato oggi a Lauriano (Torino), presso il Caseificio Pugliese F.lli Radicci, l’addendum all’accordo 2016-2019 tra Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo “Progettare il futuro”, dedicato alla competitività e alla trasformazione delle imprese per cogliere le opportunità offerte dalla ‘quarta rivoluzione industriale’. L’addendum “Promuovere una nuova cultura di impresa per una crescita sostenibile” valorizza gli aspetti già previsti dall’accordo in vigore e, dando ulteriore impulso alla collaborazione, promuove una nuova cultura d’impresa intesa come capacità degli imprenditori di attivarsi per utilizzare le soluzioni e gli strumenti disponibili per il rafforzamento aziendale. La partnership, che mette a disposizione un plafond nazionale di 90 miliardi di euro nell’arco dei tre anni, dei quali 8 miliardi di euro destinati alle imprese del Piemonte, viene presentata all’interno dei luoghi deputati ad accogliere e fare proprie le finalità dell’accordo: le imprese. In Piemonte presso il Caseificio Pugliese F.lli Radicci, dove ha introdotto i lavori il presidente della Piccola Industria dell’Unione Industriale di Torino Giovanni Fracasso. Il responsabile Industry & Banking Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo Fabrizio Guelpa ha illustrato lo scenario macroeconomico, con focus in particolare sulla provincia di Torino. Sono seguiti gli interventi di Cristina Balbo, direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo e di Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria Confindustria. Alla tavola rotonda di chiusura, dedicata al rafforzamento del sistema produttivo locale, hanno partecipato Giuseppe Locati, direttore generale Lanzi, Paolo Musso, direttore commerciale regionale di Intesa Sanpaolo, Carlo Radicci, amministratore delegato del Caseificio Pugliese e Dante Valua, amministratore delegato Propagroup.

Per l’industria italiana – composta soprattutto da Pmi – diventa sempre più strategico rafforzarsi e adottare nuovi modelli di business. Per questo è determinante puntare con decisione sulla sostenibilità – economica, sociale ed ambientale – favorendo l’adozione di processi di sviluppo qualitativo che rendano le imprese capaci di adattarsi ai cambiamenti e di saperli governare.

 

Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria Confindustria: “Le leve per aumentare la competitività delle imprese, sopratutto se parliamo di pmi, sono la cultura d’impresa, la contaminazione, la formazione e la sostenibilità intesa in ogni ambito. Mai come oggi le imprese, specie se piccole, devono cambiare pelle lavorando su questi temi. L’imprenditore che sceglie di contaminarsi con altre idee, che si informa e investe in formazione rende la propria azienda resiliente e più forte nel rispondere ai cambiamenti in atto. Proprio per questo nella collaborazione in corso con Intesa Sanpaolo, che abbiamo presentato oggi, abbiamo scelto di dedicare un’attenzione particolare a questi argomenti. La vera sfida è creare un capitale umano competente e specializzato, migliorare la governance affinché i passaggi generazionali siano efficaci e garantiscano la continuità aziendale, informare e formare le imprese rendendole capaci di aprirsi al mercato, di comunicare al meglio il proprio valore e di trovare soluzioni e opportunità di crescita attraverso la finanza innovativa”.

Cristina Balbo, direttore regionale Intesa Sanpaolo: “L’Addendum all’accordo che presentiamo oggi nasce con l’intento di aiutare le aziende a migliorare la loro capitalizzazione e a proseguire il cammino verso la quarta rivoluzione industriale. Intesa Sanpaolo ha scelto di agevolare le imprese che investono, semplificandone l’accesso al credito. In concreto, nella determinazione del rating, valorizziamo gli aspetti qualitativi come l’investimento in capitale umano e l’innovazione, l’appartenenza alle filiere e la sostenibilità. I numeri, per quanto riguarda la nascita di nuove filiere, sono incoraggianti: in Piemonte sono stati firmati 66 accordi, per un giro di affari di oltre 6 miliardi di euro e 2.300 aziende coinvolte che danno impiego a 9.500 dipendenti. Continuiamo a presidiare il territorio con la forza di una grande banca attenta ai bisogni e alle esigenze delle realtà produttive locali”.

Giovanni Fracasso, presidente Piccola Industria Unione Industriale Torino: “L’incontro di oggi dimostra come le sinergie tra gli attori del tessuto economico siano vantaggiose per tutti e le ricadute portino benessere alla collettività. Se un’azienda ha una visione di sviluppo concreta per il futuro e viene supportata da validi partner con proposte concrete, i risultati saranno la crescita dell’impresa. Una crescita che però non sarà solo quantitativa ma anche qualitativa con incremento occupazionale, sviluppo della presenza sui mercati esteri e creazione di nuovi prodotti e servizi frutto di R&D innovativo. I casi della tavola rotonda di oggi lo hanno dimostrato. Le nostre PMI devono intraprendere questi percorsi virtuosi e il nostro ruolo è di supportarle nel migliore dei modi”.

 

L’impegno di Intesa Sanpaolo per lo sviluppo delle Pmi italiane è testimoniato anche dalla recente creazione della Direzione Sales & Marketing dedicata unicamente alle imprese. La nuova struttura contribuisce ad arricchire le iniziative previste dall’addendum tra Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo, focalizzato alla valorizzazione del capitale delle imprese attraverso:

  • 1) Ecosistemi di imprese e integrazione di business

Mettere a disposizione un insieme di soluzioni che permettano alle imprese di migliorare i processi produttivi ricorrendo a nuove tecnologie e a nuove metodologie, tra cui i percorsi “Lean 4.0” che abilitano le imprese alle tecnologie digitali. Le filiere possono rappresentare a tal fine un veicolo strategico per facilitare la trasmissione di informazioni, tecnologie, competenze e propensione al cambiamento tra le imprese che ne fanno parte.

 

  • 2) Finanza per la crescita e nuova imprenditorialità

Finanziare la crescita del business valorizzando il patrimonio intangibile delle imprese. Vengono quindi identificati fattori qualitativi legati al credito, come capacità innovativa, formazione e strategicità della catena fornitore-champion.

 

  • 3) Formazione

Gli imprenditori e i loro collaboratori potranno accedere a un insieme di iniziative informative e formative tra cui “Skills4Capital”, una linea dedicata a far comprendere le strategie e le soluzioni più adatte per l’apertura del capitale al mercato, il miglioramento della governance, della comunicazione e la valorizzazione dei talenti e delle competenze aziendali.

 

  • 4) Passaggio generazionale

Previste iniziative ad hoc per accompagnare le imprese in questo cambiamento diffondendo best practice, nuove tecniche di gestione aziendale e soluzioni idonee a cogliere le opportunità legate al cambiamento.

 

  • 5) Sostenibilità

Garantire una crescita sostenibile e duratura valorizzando strategie e investimenti in innovazione, digitalizzazione, progetti di integrazione, in aggiunta alle opportunità del Piano nazionale Impresa 4.0. La sostenibilità ambientale sarà promossa attraverso attività nell’ambito dell’economia circolare e della cultura della resilienza, intesa come strategia di prevenzione dei rischi ambientali e di messa in sicurezza delle strutture industriali anche attraverso soluzioni finanziarie e assicurative ad hoc. Incentivati inoltre i benefici del welfare aziendale per le imprese, con effetti in termini di produttività, di benessere e qualità della vita dei collaboratori. Intesa Sanpaolo ha creato la piattaforma Welfare Hub e intende “dare valore” creditizio ad un nuovo modo di fare impresa responsabile e sostenibile.

 

 

 

Commercialisti, quando il mestiere diventa passione

L’incontro è fissato per giovedì 15 novembre, ore 17.30, alle OGR, in corso Castelfidardo 22

“Quando il mestiere diventa passione, non si contano più ore di lavoro: negli anni che passano è disegnata la nostra storia”. Con questo slogan l’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino e Provincia chiama a raccolta i propri iscritti per l’evento annuale della categoria, in cui saranno premiati i colleghi con maggiore anzianità. L’incontro è fissato per giovedì 15 novembre, ore 17.30, alle OGR, in corso Castelfidardo 22, a Torino. All’ incontro interverranno esponenti del mondo accademico e della società civile tra cui la Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Allegra Agnelli, per sancire l’accordo che affida all’ Ordine dei Commercialisti la redazione del Bilancio Sociale della Fondazione che ha realizzato l’Istituto per la Ricerca e Cura del Cancro di Candiolo. Il Presidente dell’Ordine, Luca Asvisio, premierà 80 Commercialisti, a cominciare dal decano del Piemonte, il centenario Maurizio Daniele, che ha raggiunto il traguardo dei 70 anni di professione. Sul palco saliranno poi Commercialisti con 60, 50 e 30 anni di professione sulle spalle. “L’Ordine – dice Asvisio – si fa portavoce, promuove, registra e tramanda le azioni di tutti quei Professionisti che, con il loro impegno costante, difendono la legalità, la crescita del Paese e il futuro di una categoria che ‘conta’ “. Durante l’evento si ricorderà che l’Ordine ha redatto il suo primo Bilancio sociale e che è il ventennale di attività dei suoi Gruppi di Lavoro.

Gatto Panceri torna in radio

L’artista milanese di ‘Pelle d’oca e lividi’ propone in airplay i due momenti più intensi del nuovo album

Il 16 novembre 2018 è un radio date molto particolare per il cantautore Gatto Panceri che estrapola dal suo ultimo, apprezzato album ‘Pelle d’ oca e lividi’ contemporaneamente ben due nuovi singoli in promozione, con cui regalare a volontà emozioni e calore a chi da sempre ama la musica italiana di qualità. La stampa specializzata, nel corso di questi primi sei mesi trascorsi dall’uscita dell’album a oggi, ha decretato per l’appunto ‘Ero Polvere’ e ‘Tu mai’ come i brani più intensi e interessanti del nuovo lavoro del cantautore lombardo, che consta appunto di ben 19 brani pubblicati dall’etichetta ‘Hit Rainbow’ di Athos Poma e Roby Facchinetti, storico leader dei Pooh. Così Gatto Panceri sul binomio di canzoni scelte a proseguire la promozione del cd: “TU MAI è la più ritmata e veloce. Miscela l’intimità del testo a un clima rock metropolitano intriso di suoni elettronici, con un effetto-ascolto immediato e dal sound impattante e contemporaneo. ERO POLVERE è la ballata che non può mancare in qualsiasi grande disco: parte pianoforte e voce, ma poi cresce fino a esplodere e di nuovo implodere sul toccante finale”. I testi sono davvero al top del livello delle miglior cose che ha scritto e sa scrivere questo autore. Abbracciano temi attuali e primari, propri dell’umanità dispersa e distratta dei nostri tempi. “La solitudine, l’alienazione, l’indifferenza intorno a noi e il domandarsi se gli altri provano le stesse nostre emozioni sono il tema di TU MAI. La rinascita e il riscatto dopo un momento negativo sono invece gli ingredienti di ERO POLVERE”, aggiunge l’artista. Quest’ultima, in particolar modo, si configura all’istante per chi vorrà farla sua come una canzone davvero terapeutica: “Nel senso che farà un gran bene all’anima di chi almeno una volta nella vita ha provato a sentirsi a terra come la più misera polvere, ma si è però risollevato”, conclude Gatto Panceri.