redazione il torinese

Sette bus Gtt distrutti dalle fiamme: interrogato un uomo

Un uomo è stato fermato e interrrogato per il rogo di sette autobus della Gtt che sono andati a fuoco nella notte nel parcheggio della stazione ferroviaria di Ciriè, nell’hinterland del capoluogo. Dopo i primi accertamenti, i carabinieri ritengono l’incendio doloso. Il fuoco è divampato dalla ruota di uno dei  pullman , fino a raggiungere gli mezzi. I carabinieri  stanno esaminando le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona.

 

(foto archivio M. Alesina)

Archivio R: teste, mani, competenza

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Qui aleggia non solo professionalità, cortesia, creatività. Anche il cliente , nell’approcciarsi al panorama della sua identità , diviene libero di esprimersi nella sua essenza più autentica, indossando così capi originali, costituiti da materie prime di eccellenza con tagli moderni, pratici all’uso e altamente personalizzabili

Sartoria contemporanea per Archivio R (5, via Giolitti – Torino – www.archivior.com – 011.533263) è un progetto innovativo che vede collaborare le teste, le mani e la competenza , la più sapiente, di un team di lavoro eccellente all’interno di un atelier ubicato nel cuore di Torino, gestito e rappresentato da Luca Rossi . Luca Rossi , torinese doc, dopo una laurea in ingegneria gestionale, inizia la propria carriera al Gruppo Finanziario Tessile (Gft) , realtà prodigio del territorio torinese , che raggiunge i suoi massimi livelli con marchi d’avanguardia come Armani, Valentino, Ungaro, Montanà e tanti altri….Egli inizia dunque ad affacciarsi al settore del fashion. Un mondo questo per lui molto incentivante , che lo affascina, perché in esso si coniugano creatività, artigianalità , gestione industriale e logistica. Dopo una breve parentesi al di fuori del settore dell’abbigliamento, entra a far parte del Gruppo Armani , dove per 16 anni si costruisce un’esperienza davvero promettente, affinando grande sensibilità nei riguardi della qualità del prodotto e dello stile, oltre a maturare un’ indiscussa esperienza gestionale. Luca Rossi però non si limita più solo a sostare in quel mondo già indubbiamente affermato , ma decide , spinto da quella sua grande passione per la sartoria di alto livello e dalla sua capacità di unire creatività e gestione, di far nascere “Archivio R, una sartoria contemporanea a tutti gli effetti, dove la mente , la creatività, l’esperienza e l’appartenenza al gusto raffinato volto all’innovazione degli stili , sono di casa e al completo servizio della clientela.

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Archivio R costruisce cosi un vero e proprio simposio delle emozioni, dove aleggia non solo professionalità, cortesia, creatività e competenza , ma dove anche il cliente ,nell’approcciare al panorama della sua identità , diviene libero di esprimersi nella sua essenza più autentica, indossando così capi originali, costituiti da materie prime di eccellenza con tagli moderni, pratici all’uso e altamente personalizzabili , al fine di ottenere davvero pezzi “unici”, atti alla soddisfazione di coloro che vogliano creare modelli assolutamente differenti dai soliti . Un’avventura, quella di Luca Rossi, davvero assoluta e molto innovativa. Le idee e i sogni quindi si concretizzano anche tramite il valore dei tessuti prestigiosi come quelli di Zegna, Loro Piana, Reda , Albini e molti altri. Attualmente “Archivio R si rivolge ad un pubblico prettamente maschile, con alcune stimolanti divagazioni però anche volte al mondo femminile, attualmente in fase sperimentale ma assai promettente per lo stato di fatto dei prototipi in essere che stanno già riscontrando notevole successo. La varietà e l’alta qualità dei suoi prodotti, per unicità dei tessuti e loro praticità, permettono all’Archivio R di fornire davvero una gamma di opportunità atta a soddisfare le esigenze di tutti, dal taglio classico, a quello sportivo e non solo. Il progetto Archivio R è stato studiato ed elaborato nei minimi dettagli . dalla scelta ed allestimento dei locali, alla condivisione di intenti con una squadra di professionisti di assoluto valore , capace di soddisfare i suoi clienti, abbracciando davvero le esigenze di ognuno oltre che in termini stilistici anche logistici; Per l’appunto Archivio R non solo opera nel suo showroom, ma è anche in grado di far vivere la stessa esperienza sartoriale presso il domicilio di casa o ufficio dei suoi clienti più fidelizzati , con la possibilità di ordinare nuovi capi, visionare cartelle di tessuti innovativi e originali sul posto e anche “rinfrescare” capi a cui si è particolarmente affezionati.

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Per molti di noi può forse risultare difficile coniugare la tradizione con l’innovazione richiesta dal mercato di oggi , ma Archivio R ci consola dimostrandoci che si può fare. Esiste sicuramente una componente “conservativa” inscindibile dal prodotto che si costruisce , quella che ci connota nel magico mondo della manualità, dai punti dati a mano al taglio con le forbici , allo stiro col ferro. Tutti elementi che determinano la distinzione tra un’abito di sartoria ed uno di serie, seppure di lusso. Persino la deontologia , la più sostanziale, fa da padrona per il raggiungimento di un’innovazione estremamente preziosa. Oggi purtroppo le vetrine sfoderano molto spesso un trionfo di etichette enormi ed abbaglianti su abiti dal dubbio taglio e dai materiali scadenti. Molto spesso ci si riconosce nella qualità forse solo indossando un abito del passato, magari dal sapore un po’ retrò ma eccellentemente a pennello su chi lo indossa , dove il tessuto è di pregio , performante, duraturo e dal filato nobile. La formula poi del “comprare meno” ma “comprare meglio” si è sperduta per una ondata di massa forse ormai troppo perseguitata dal mito dell’apparenza e non della sostanza. Nell’atelier di Luca Rossi – Archivio R, oltre a riscoprire l’alta qualità dei prodotti e della confezione, ci si può davvero ritrovare con se stessi, supportati da eccellenze sorprendenti , sgombre da false etichette di massa ma semplicemente accarezzati dal buon gusto e da un’ innovazione senza precedenti. Una passerella davvero da non perdere!

Monica Di Maria di Alleri

 

 

 

 

 

 

 

A ottant’anni dalle leggi razziali

Al Palazzo del Rettorato Universitario di via Verdi 8 a Torino,nell’ambito del progetto “1938/2018 A ottant’anni dalle leggi razziali”, promosso da Museo Diffuso della Resistenza, Università di Torino, Centro Primo Levi, Polo 900 e Comunità Ebraica, verrà inaugurata la mostra “Scienza e vergogna”. La mostra affronterà il tema della responsabilità e ambiguità dell’Università nei confronti delle politiche razziali del fascismo. Giovedì 22 NOVEMBRE, ore 17,00 , al Polo del ‘900 in via del Carmine 14 a Torino, sempre nell’ambito del progetto “1938/2018 A ottant’anni dalle leggi razziali”, verrà inaugurata l’installazione multimediale “Che razza di storia”. Un quadro d’insieme sulle leggi razziali in Italia. Entrambe le iniziative, sostenute dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale, vedranno la presenza del Presidente del Consiglio regionale piemontese, Nino Boeti.

 

Marco Travaglini

Volpiano, 680mila euro per la sistemazione del rio San Giovanni

Il ministero dell’Ambiente, nell’ambito degli interventi per la riduzione del rischio idrogeologico, ha approvato un finanziamento a fondo perduto a favore del Comune di Volpiano per 680mila euro, per la sistemazione idraulica del rio San Giovanni. Complessivamente, ai Comuni in provincia di Torino sono stati destinati 7 milioni di euro altri e 2,5 milioni alla città di Torino. Commenta il sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne: «Talvolta leggiamo di inaugurazioni di portabici davanti alle scuole, magari con tanto di fascia tricolore. L’amministrazione di Volpiano, invece, non ha l’abitudine di enfatizzare quanto viene fatto, anche in presenza di opere molto significative per il territorio, perché considera questi lavori doverosi nei confronti della popolazione. In questo contesto, è utile sottolineare l’ottenimento di 680mila euro a fondo perduto, erogati dal ministero dell’Ambiente nell’ambito dei progetti per la prevenzione dei rischi idrogeologici, per la sistemazione del rio San Giovanni nella parte extraurbana; Volpiano è tra i Comuni che hanno ricevuto di più in Piemonte, con una cifra pari a 45 euro per cittadino, e sono soddisfatto che il nostro progetto sia stato valutato positivamente dal ministero».

In arrivo il primo gelo del Generale Inverno

Sono imminenti le prime gelate notturne, a partire  dall’inizio della prossima settimana. Dopo il clima primaverile degli ultimi giorni, passati i giorni dell’estate di San Martino, da venerdì è previsto il ritorno delle nuvole e aria più fredda,con  quota neve a 1.200 metri e precipitazioni piovose sparse su fascia pedemontana alpina e prime pianure adiacenti”. Le temperature dovrebbero essere inferiori alla media del periodo.

 

(foto archivio – il Torinese)

I costi di una badante, che cosa bisogna sapere

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

 

Sono molte le persone interessate a sapere quanto costa mensilmente una badante. Ecco la spesa congrua da sostenere per tale figura professionale. L’Italia è uno dei Paesi con il tasso di anzianità più alto in Europa. Anche per questo motivo, la figura della badante è molto richiesta dalle famiglie che hanno bisogno di un sostegno per i propri cari. Non solo per le persone che non sono autosufficienti, ma anche per quelle che hanno la necessità di avere un piccolo aiuto nell’espletare le faccende domestiche. Senza contare il fatto che, nel caso in cui l’anziano debba sentirsi male, può ricevere soccorsi immediati che non avrebbe se fosse da solo.  Una cosa che le famiglie si chiedono però è: quanto può costare avete una badante in casa? I costi da sostenere sono equiparabili a quelli di un lavoro normale ovviamente. Innanzitutto bisogna distinguere tra convivente e non convivente. Nel primo caso, infatti, alle spese per la professione vanno aggiunte quelle del vitto e dell’alloggio, inesistenti invece nel secondo caso. Se la badante dovesse essere convivente della persona anziana, bisogna calcolare una spesa media di 1310 euro al mese. Lo stipendio si aggira intorno ai 965 euro al mese, a cui vanno aggiunti i contributi Inps e Inail (182 euro), le ferie (80 euro), la tredicesima (80 euro), il trattamento di fine rapporto (900 euro) che si matura per ogni anno di servizio.In generale la retribuzione base è di circa sette euro l’ora: per un part-time, quindi, lo stipendio mensile non potrà essere inferiore ai 750 euro al mese.

Cosa prevede il percorso per adottare un cane?

Vi sarà capitato in quest’ultimo mese di vedere in giro per Torino le locandine del Canile rifugio di strada Cuorgné che, promuovendo le adozioni in modo consapevole, invitano ad andare a conoscere la realtà del canile

Ma cosa prevede il percorso per adottare un cane? Quando si prende questa decisione, la lista delle domande che viene rifilate dalle associazioni o dai canili sembra infinita e anche quasi invadente tanto che spesso mentre effettuavo dei pre-affidi non era difficile sentirmi dire “eh, ma quante domande, sono esagerati!”. Siamo proprio sicuri che lo siano? I canili e le associazioni di volontariato serie, che si occupano di recuperare cucciolate e cani che o sono già in canile da molto, troppo tempo, o che rischiano la vita per la strada, o che vengono tolti da situazioni intollerabili, oltre all’intervento di recupero, spesso si occupano di curare malattie e/o parassiti e, quando possibile, anche di fare un lavoro di recupero comportamentale o dare il più possibile competenze al cane in modo da avvantaggiare i futuri adottanti, mettendoci cuore e tempo, oltre che la competenza. E’ quindi loro legittima intenzione assicurarsi che il cane vada a stare bene. Le risposte vengono valutate attentamente e, quando possibile, seguite da un pre-affido, ovvero da una visita di un educatore/volontario formato per fare due chiacchere con gli aspiranti adottanti per capire dove e con chi andrà a stare quel cane. Il tutto per evitare che quel cane scelto con tanta emotività su internet o davanti alle sbarre, venga restituito al mittente o, peggio ancora, una volta finita l’euforia della novità e del cucciolo, lo stessa venga abbandonato. In questo gioca un’importanza estrema l’importanza della scelta del cane, di cui parleremo nel prossimo articolo, che sia di razza o meticcio. Quando si comincia a pensare di voler prendere un amico a 4 zampe per la tutta la vita, queste sono, secondo me, le 4 domande a cui bisogna rispondere prima di tutto a se stessi:

 

  • 1- Perché voglio prendere un cane?
  • 2- Sono consapevole che questa scelta cambierà radicalmente le mie abitudini?
  • 3- Ho tempo e pazienza di imparare a conoscere questo mondo meraviglioso?
  • 4- Quanto sono disposto a mettermi in gioco?

 

Se le risposte che vi siete dati in modo onesto e con il cuore, portano tutte ad un esito positivo, siete già a buon punto, e non dovete temere, dunque, le molte altre domande che vi verranno poste. Potrete sfruttare il test pre-adozione e l’eventuale incontro pre-affido rispondendo alle domande in modo onesto: esse saranno una reale prova di quanto siete disposti ad investire in termini di tempo, soldi e impegno per avere nella vostra vita un cane, che è uno dei doni più belli che si possa sperare di vivere.

 

Accettate di buon grado l’eventuale controllo post-affido, non è una visita indagatoria, ma più semplicemente è un modo per appurare che il cane si stia integrando nel nuovo ambiente e nella nuova famiglia nel modo migliore possibile per entrambi. Vi invito ad approfittare anzi, di questi momenti, per porre domande ed eliminare eventuali dubbi sulla gestione del nuovo arrivato.

Se il cane non si trova nelle vicinanze, solitamente viene accompagnato tramite “staffetta” di volontari il più vicino possibile (molto spesso ci sono dei punti d’incontro pre-fissati). E’ probabile che vi venga chiesto un contributo per il trasporto. Anche questo potrebbe essere uno dei primi indizi su quanto davvero volete adottare: siete disposti a muovervi e a mettere mano al portafogli per andare a prendere il vostro nuovo compagno di vita?

 

Purtroppo anche le adozioni, hanno un loro “mercato nero” fatto di persone che lucrano alle spalle di quelle anime innocenti. Come è diritto delle associazioni informarsi sugli aspiranti adottanti, anche questi ultimi hanno e, anzi, DEVONO informarsi su chi ha in carico l’adozione e il trasporto del cane. Non ci sono regole scritte, ci si deve affidare al buon senso e soprattutto essere informati.

 

Ecco alcune indicazioni su come individuare se chi sta dietro quell’adozione è una persona o associazione seria o meno: i cani devono avere tutti i documenti in regola, essere vaccinati e con microchip, il trasporto deve essere effettuato con mezzi adeguatamente attrezzati e idonei, informatevi su chi effettuerà il viaggio e verificate la serietà della persona facendo qualche ricerca su internet o chiedendo ad associazioni o all’Enpa. Informarci (e se il caso denunciare) è l’unico mezzo che abbiamo per non alimentare questo mercato e non renderci complici di truffe, maltrattamenti e trasporti inaccettabili.

 

Un capitolo a parte sono gli acquisti di cuccioli su internet, in cui abbiamo già parlato nell’articolo sui cuccioli come regalo di natale.

 

L’adozione è un gesto di grande responsabilità, una scelta di vita da cui ne dipende totalmente un’altra, non può e non deve essere fatta con leggerezza da nessuna delle parti interessate, per il bene di entrambi!

 

Francesca Mezzapesa

Educatrice cinofila 3° livello Fisc – Istruttrice Rally Obedience

c/o Centro Cinofilo White Apple Dogs fran.mezzapesa@gmail.com

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Il futuro incerto del Medio Oriente. Ma c’è ottimismo

FOCUS INTERNAZIONALE  di Filippo Re

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A Baghdad la situazione è migliorata per tutti gli iracheni, non solo per i cristiani. Ci sono meno attacchi armati e attentati. La sicurezza è aumentata restituendo un po’ di serenità agli iracheni

È ottimista sul futuro del suo Paese il Patriarca di Baghdad cardinale Mar Louis Sako intervenuto a Torino a un convegno sul Medio Oriente promosso dal Centro Federico Peirone. “È vero, arrivano ancora notizie di assalti e scontri armati nella capitale ma riguardano soprattutto sunniti e sciiti che si scontrano tra loro nei quartieri della capitale. Nel resto dell’Iraq centinaia di famiglie cristiane sono tornate a casa e tante altre stanno per tornare”. La Chiesa caldea ha aiutato queste famiglie a ricostruire le abitazioni. Su 20.000 famiglie più di 9000 hanno fatto ritorno nella Piana di Ninive da cui i cristiani erano fuggiti di corsa all’arrivo dei miliziani dell’Isis nell’agosto 2014. Ora, ha aggiunto il capo della Chiesa cattolica caldea, dobbiamo di cercare di farli rientrare tutti nel loro Paese. In queste terre i cristiani sono le radici del Cristianesimo, senza di noi cosa sarebbe il Medio Oriente…” . Sono pochi i cristiani nella Terra dei due Fiumi ma possono dare una mano concreta alla ricostruzione del Paese. Ne è sicuro il cardinale Sako che insiste da tempo sui principi di unità e cittadinanza necessari per rifondare lo Stato. “I nostri parlamentari (solo 5 su 329 deputati, come prevede la Costituzione) si batteranno per favorire l’approvazione di leggi che difendano i cristiani e le loro terre e ci sarà un Ministro cristiano per le Minoranze. La gente è abbastanza soddisfatta, la vita torna alla normalità, si va al lavoro ogni giorno, è molto diverso da prima. Ma gli iracheni chiedono pace e stabilità, una vita normale, un futuro senza guerre. Oggi comunque si vive meglio”. E l’Isis si è dissolto del tutto o è ancora un incubo per molti? “Come forza militare il Daesh (o Isis) non esiste più tranne alcuni gruppi che resistono ma l’esercito del Califfo è stato sconfitto. Resta invece da sconfiggere, ha osservato il Patriarca, l’ideologia jihadista e violenta.

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Per ricordare il dramma dei cristiani che a causa di guerre e persecuzioni religiose continuano ad abbandonare il Medio Oriente si è svolto a Torino un convegno internazionale organizzato dal Centro Federico Peirone alla presenza, tra gli altri, del Patriarca di Baghdad cardinale Mar Louis Sako e di giornalisti di testate arabe. È ancor vivo il ricordo di quando, nell’estate 2014, centinaia di migliaia di iracheni fuggirono in pochi giorni dalla Mesopotamia all’arrivo dei miliziani neri dell’Isis. In appena due giorni 120 mila cristiani lasciarono le loro case e le loro terre a Mosul e nella Piana di Ninive per scappare nel Kurdistan iracheno. Era l’inizio di un esodo biblico che avrebbe portato milioni di profughi nei Paesi vicini, in Libano, in Turchia e in Giordania. “L’Islam è rimasto indietro, non ha fatto nuove riforme, ha detto il Patriarca, non si è aggiornato, è un Islam del VII secolo, per le fazioni radicali tutto è divino, è invece necessaria una nuova lettura dei testi sacri. Il futuro dell’Islam dipende proprio dalle riforme che verranno fatte”. Continua intanto il lavoro sul campo della Fondazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (Acs) che ha già donato 40 milioni di euro per aiutare i cristiani iracheni a ricostruire i loro villaggi distrutti dall’Isis, in particolare nell’area di Ninive. Alessandro Monteduro, direttore di ACS-Italia, ha ricordato che era sparita ogni traccia del Cristianesimo nei luoghi dove erano arrivati i combattenti islamici e ora finalmente dopo grandi devastazioni si è cominciato a ricostruire. Nel 2017 è iniziata la riedificazione dei villaggi cristiani della Piana di Ninive e l’Acs ha rimesso in piedi migliaia di case in cui la gente è tornata dopo aver cercato riparo in Europa e nei Paesi mediorientali. “Apriamo corridoi umanitari non solo per fare fuggire i profughi, ha chiesto Monteduro, ma anche per farli tornare a casa. Una volta tornati dovranno essere aiutati e difesi anche sul piano della libertà religiosa”. Per iniziativa dell’Acs il prossimo 20 novembre Venezia tingerà di rosso il Canal Grande e i suoi monumenti per ricordare i cristiani perseguitati nel mondo.

Facciamo luce sul tumore al pancreas

GIORNATA MONDIALE

“A Torino – spiega la dottoressa Donata Campra – come co-coordinatore del Gruppo di Studio sul tumore al pancreas della Rete Oncologica del Piemonte e Valle d’ Aosta ed a nome della stessa farò illuminare di viola (colore simbolo di questa patologia ) il Palazzo Civico ( non la Mole, in quanto non è agibile, né altri monumenti che si trovano in piazze interessate da alcuni eventi) ed anche il Presidio Molinette della Città della Salute e della Scienza, sede della Rete Oncologica. Sempre 15 novembre verrà inoltre distribuito materiale divulgativo presso il Coes del Molinette. Si stima che Il tumore al pancreas nel 2030 sarà la seconda causa di morte per neoplasia al mondo. Lo scorso anno sono stati ben ottanta i Comuni italiani che hanno aderito all’iniziativa di illuminare i monumenti di viola, evento che ha coinvolto nel mondo città come Sidney, con l’ Opera House, e le cascate del Niagara”. La campagna di sensibilizzazione sul tumore al pancreas nasce con l’obiettivo di far convergere l’opinione pubblica su una patologia che, in Italia, ogni anno colpisce oltre 13 mila persone. La mortalità per questo “killer silenzioso” è stimata ancora del 90 per cento, anche se purtroppo la ricerca riceve soltanto il 2 per cento dei fondi europei. I campanelli di allarme sono costituiti da frequenti disturbi dell’apparato digerente, persistenti dolori addominali che si irradiano alla schiena, urine scure, feci di colore chiaro, nausea, vomito, improvvisa comparsa di diabete, prurito ed ittero. Tra le altre città del Piemonte partecipano alla Giornata Mondiale contro il tumore al pancreas Arona, Cuneo e Novara.

Mara Martellotta