redazione il torinese

Gli imprenditori: “Pazienza al limite”

Tremila imprenditori grandi e piccoli oggi alle Ogr per dire sì alla tav e allo sviluppo di Torino e del Paese. “Siamo qui perché la nostra pazienza è quasi limite e per mettere insieme 12 associazioni tra cui alcune concorrenti tra loro: artigiani, commercianti, cooperative, industriali”. Se siamo qui “qualcuno si dovrebbe chiedere perché. La politica è  troppo importante per lasciarla solo ai politici”. Queste le parole del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, rilasciate all’Ansa  prima  della manifestazione. “Noi non siamo il partito del PIL, né vogliamo fare un partito. Siamo i protagonisti dell’economia, con impegni, rischi e mutui. E se siamo qui oggi forse è perché si sta superando il senso del limite e della sostenibilità”, ha aggiunto.

 

(Foto Confindustria)

Un anno di cassa integrazione a Mirafiori

Cassa integrazione straordinaria, a Mirafiori, dal 31 dicembre 2018 fino al 29 dicembre 2019. Fca lo ha comunicato alle organizzazioni sindacali. Saranno coinvolti circa 3mila lavoratori e gli  ammortizzatori sociali serviranno per l’avvio produttivo della 500 Elettrica e la formazione dei lavoratori. A inizio 2019 è previsto il trasferimento di lavoratori dall’Agap di Grugliasco a Mirafiori fino a 800 addetti.

I No-Tav: “Imprenditori poco intraprendenti. Pensano solo a non perdere la ricca commessa”

Il movimento No Tav, a proposito della riunione degli industriali alle Ogr,  commenta: “Davvero poco attivismo imprenditoriale si è visto quando la disoccupazione giovanile ha toccato il 40 per cento e  le infrastrutture da nord a sud sono crollate facendo vittime e feriti”. Secondo gli oppositori della Torino-Lione non si erano mai viste ” tante sigle riunirsi dall’inizio della crisi globale per rilanciare l’economia. L’alzata di scudi  esiste solo quando i ben poco intraprendenti imprenditori rischiano di perdere una ricca commessa di soldi pubblici”.

 

(foto il Torinese – archivio)

La Reale Mutua Jacks Torino al campionato serie A2 di softball

Per la terza stagione consecutiva la formazione della Reale Mutua Jacks Torino parteciperà al campionato serie A2 di softball. L’ufficialità è arrivata alla scadenza dei termini d’iscrizione stabiliti dalla Federazione Italiana Baseball e Softball

L’organico 2019 della seconda serie nazionale sarà composto da sedici squadre, ma attualmente ne comprende solo quindici ossia quelle formazioni che hanno già provveduto a formalizzare la procedura d’iscrizione, di cui una è in sospeso ed è al vaglio amministrativo. Per colmare questo divario la FIBS ha aperto il ripescaggio, procedura che avrà termine alle ore 12 del 15 dicembre. Questo è l’organico provvisorio della serie A2 di softball (previste 16 squadre partecipanti): Castionese, Cali Roma Girls, Crocetta, Dynos Verona, Jacks Torino, La Loggia, Legnano, Liburnia (sub-judice), Macerata, Massa, New Bollate, Nuoro, Rovigo, Sestese, Supramonte. Intanto mentre la squadra serra gli allenamenti fra la palestra dell’Istituto Comprensivo Peyron di via Caduti del Lavoro e il tunnel dello stadio del baseball di via Passo Buole, la società oltre all’intero staff tecnico, è impegnata nella conferma delle atlete.

Oltre duemila ragazzi alla Giornata sulla disabilità

Sono 2100 i ragazzi piemontesi che oggi, 3 dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità, hanno assistito in contemporanea, in alcune sale cinematografice delle otto province della regione, alla proiezione del film Wonder, nell’ambito della rassegna Right on the Movie promossa dal Comitato diritti umani  del Consiglio regionale e da AgisScuola. Una storia su come la disabilità possa diventare punto di forza e di partenza.La proiezione del film è stata anticipata, al cinema Reposi di Torino, per circa 700 ragazzi delle scuole medie e superiori,  dall’intervento di Massimiliano Sechi, il gamer campione del mondo, oggi mental coach, costretto in sedia a rotelle da focomelia, fondatore del movimento #NOEXCUSES.

“Per me la disabilità non è un problema – ha esordito rivolgendosi ai ragazzi Massimiliano Sechi –  ma un punto di partenza dal quale iniziare a migliorarmi. Se oggi vivo una vita normale, anzi straordinaria, dipende solo dal fatto che un giorno, guardandomi le braccia, ho deciso che l’importante non era ciò che mi mancava, ma ciò che avevo. Oggi è partito un  messaggio di responsabilità e consapevolezza. Ognuno ha un dono e un talento unico. Ciò che viviamo e facciamo è la conseguenza delle nostre convinzioni. Ognuno ha una missione da portare avanti e prima capiamo quale sia prima capiremo  come far brillare il nostro talento”. “Si può essere o diventare disabili in qualunque momento della vita, per una malattia genetica, per un parto nato male, per infortunio sul lavoro o per un incidente stradale. Non è questione che riguarda solo gli altri ma può  e deve riguardare anche noi  in qualunque momento – ha dichiarato il presidente del consiglio regionale del Piemonte e del Comitato diritti Umani, Nino Boeti –  Giornate come quella del 3 dicembre servono a fare il punto su quanto è stato fatto e su quanto resta ancora da fare per combattere le discriminazioni e creare una società sempre più inclusiva. Un’occasione per accendere i riflettori sulle condizioni di vita, le opportunità e i diritti, ma anche sulle discriminazioni, ancora troppo spesso relegate all’invisibilità. La sfida che il nostro sistema di welfare deve affrontare – conclude Boeti –  è quella di riuscire ad assicurare a queste persone l’assistenza sanitaria e sociale, il diritto a vivere una vita indipendente e, più in generale, di essere inclusi nella società con tutte le opportunità di cui godono gli altri cittadini. Molto resta da fare e la politica e le istituzioni sono chiamate ad impegnarsi senza scuse”.All’incontro hanno partecipato anche Barbara De Toma della Divisione Anticrimine della Questura di Torino  e Franco Lepore, presidente della UIC (Unione Italiana Ciechi) di Torino.

FIAIP PIEMONTE E ANCI PIEMONTE INSIEME PER LE POLITICHE TERRITORIALI

I Comuni piemontesi e agenti immobiliari collaboreranno in tema di riqualificazione urbana e turismo

I Comuni piemontesi potranno fruire delle informazioni aggiornate sul mercato immobiliare e dei dati dell’Osservatorio Fiaip Piemonte (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) per indirizzare e supportare le proprie politiche territoriali e abitative. La Federazione italiana agenti immobiliari, infatti ha avviato una collaborazione con Anci Piemonte (Associazione nazionale comuni italiani) che sarà utile anche in tema di turismo e riqualificazione urbana.

Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro a Palazzo di Città tra le due associazioni per approntare un’intesa in materia di valorizzazione e tutela del territorio e del patrimonio immobiliare. L’associazione dei Comuni ha manifestato un forte interesse per le attività della Federazione in particolare per l’Osservatorio immobiliare, considerato come un interessante strumento di analisi del territorio. Non solo: l’Anci ha considerato di interesse pubblico anche gli studi e i convegni organizzati da Fiaip nelle province su questioni come la rigenerazione urbana e l’efficientamento energetico. Al termine dell’incontro si è concordato di redigere un protocollo di collaborazione che ha come temi centrali la nuova informativa sul turismo, in particolare l’impatto sui comuni, e la riqualificazione dei centri urbani.

“Per la prima volta in Italia ci si rende conto che chi conosce il territorio e il mercato degli immobili in maniera particolareggiata, anche nei suoi aspetti più anomali, sono le persone che ci lavorano quotidianamente come gli agenti immobiliari”, commenta Paolo Papi, presidente Fiaip Piemonte. “Le organizzazioni provinciali e regionali Fiaip – aggiunge – potranno quindi fornire informazioni utili sulle condizioni attuali e di previsione del mercato grazie alle conoscenze  acquisite dalla rete di mediatori associati che opera nella maggior parte dei comuni piemontesi”.

“Conoscere i punti di forza e le criticità di un luogo sono premesse indispensabili per orientare azioni di valorizzazione e di stimolo alla crescita – prosegue Claudia Gallipoli responsabile comunicazione del collegio regionale Fiaip -. Siamo fieri che Anci Piemonte abbia deciso di aprire con noi un tavolo di lavoro e di confronto per la promozione del territorio e del patrimonio immobiliare”.

“Anci e Fiaip possono fare molto anche per potenziare il turismo, anche estero, in Piemonte grazie a un reciproco scambio di know how e di competenze, necessario per individuare soluzioni normative utili e rispettose dell’ambiente”, spiega Andrea Monti, delegato al settore estero Fiaip Piemonte e vice presidente Fiaip Alessandria.

“Una delle prime azioni da compiere nei singoli comuni è capire quanto territorio è stato consumato e quali quartieri possono invece essere recuperati”, spiega Papi. “Costruire un nuovo palazzo – aggiunge – significa consumare nuovo territorio rispetto ad aggiornarne uno esistente. Sensibilizzare al recupero urbano è sicuramente un primo passo. Ma ne devono seguire altri per arrivare a risultati concreti come le agevolazioni fiscali. Anci e Fiaip insieme possono creare un tavolo di concertazione coinvolgendo anche con altri organi professionali deputati all’edilizia con cui fare una mappatura dei territori recuperabili e soprattutto presentare proposte per incentivi fiscali che stimolino davvero questo tipo di iniziative. Perché recupero urbano ed efficientamento energetico sono attività strettamente connesse ai costi”.

“E’ un accordo che da tempo pensavamo di fare, perché i Comuni avevano bisogno di riferimenti nel settore immobiliare. Non solo per gli immobili, ma anche per le funzioni di efficientamento energetico  che ricadono su questo mercato”, commenta Mauro Barisone, vice presidente vicario Anci Piemonte.

“Nella nostra Regione ci sono 867 piccoli comuni, tolti i capoluoghi di provincia, il più piccolo è Moncenisio con 37 abitanti – spiega -. Vivono perlopiù di turismo, per le villeggiature estive e le stagioni invernali: Sestriere triplica la popolazione residente, il Lago D’Orta durante il periodo estivo fa sette volte la popolazione residente. In questo contesto, il progetto immobiliare inteso come riqualificazione e riuso degli immobili diventa prioritario. Non solo per il patrimonio pubblico ma anche per quello privato. E’ indispensabile creare le condizioni affinché anche l’imprenditoria edile privata, di chi vive lì, dei residenti, possa muoversi in tal senso. La riqualificazione dell’esistente non può valere solo per gli immobili del Comune. Perché il vero turismo lo fa l’utenza privata”.

“Gli incentivi – prosegue Barisone – possono andare dallo smaltimento del demolito, alla cubatura per costruire, in modo da far rinascere vecchi immobili. Così, per esempio, da una stalla smobilitata possono sorgere nuove case che potranno diventare seconde, terze abitazioni, usate per i turisti, ma al contempo rappresentano nuovi introiti per i comuni.

L’accordo con Fiaip, grazie alla sua rete di agenzie – conclude il vice presidente vicario Anci Piemonte – può rappresentare un volano in questo progetto ma anche per trasmettere informazioni su norme ambientali ed energetiche ai cittadini. Quindi ci auguriamo che l’attuale protocollo possa risolvere parte delle criticità che incontrano cittadini e amministratori”.

La collaborazione tra le strutture di Anci Piemonte e le rappresentanza territoriali di Fiaip Piemonte sarà scandita da almeno due incontri periodici all’anno. E’ stato inoltre istituito un comitato formato da tre membri Anci Piemonte e tre Fiaip Piemonte:

 

Mauro Barisone, vice presidente vicario Anci Piemonte

Marco Orlando, direttore Anci Piemonte

Ignazio Stefano Zanetta, vicepresidente Anci Piemonte

Paolo Papi, presidente Fiaip Piemonte

Claudia Gallipoli, delegata alla comunicazione Fiaip Piemonte

Andrea Monti, delegato al settore estero Fiaip Piemonte

 

(foto:  il Torinese)

Smog, da martedì stop ai veicoli Euro 4

Martedì 4 dicembre dalle 8 alle 19, si fermano a Torino i veicoli diesel euro 4, a causa del superamento dei limiti di polveri sottili. Il Comune ha attivato il primo livello di allerta previsto dalle misure di contenimento , quello “arancio”. Scatta così il primo blocco dell’autunno. Il provvedimento resta in vigore fino al successivo controllo dell’inquinamento, in programma giovedì 6 dicembre.

Susanna Di Martino: “I sussurri segreti del vento”

Una storia d’amore. Di libera scelta. Di risveglio al proprio essere

Un incontro casuale. O forse no.

Con una donna donna misteriosa, che porta in sé il sussurro segreto del Vento.

Che riconduce a verità profonde.

Sepolte da strati di maschere, apparentemente necessarie.

Una storia d’amore. Di libera scelta. Di risveglio al proprio essere.

Di fuoriuscita, dalle paure potenti, che ci chiudono alla vita.

La vita vera col suo carico di straordinaria possibilità.

Un uomo. Una donna. Il mistero di ciò che non si vede, ma.

La storia di ciascuno di noi.

Se decidiamo di ascoltarli certi sussurri.

E di abbandonarci. Alla forza impetuosa del vento.

All’energia misteriosa e profonda che certi soffi interni sanno risvegliare in noi.

Se lasciamo che ritrovino la via del Cuore. L’unica possibile.

Un giorno ti capita un libro fra le mani. Ti sembra di sceglierlo, o forse è lui che sceglie te, chissà.

È qualcosa nel titolo, che tocca corde profonde. O nell’immagine di copertina. L’odore della carta.

O più semplicemente l’energia che emana. Non te lo sai spiegare, ma sai che è lui. Che donerà alla tua anima una piccola chiave preziosa. Che avrai la possibilità di utilizzare o meno. Per compiere un minuscolo passo. O per trasformare completamente te stesso in qualcos’altro. Non è questo, forse, l’importante. Ciò che conta è che arriva il momento in cui il misterioso richiamo, quel vento interiore che ha sempre abitato certe regioni profonde del tuo essere, emana un refolo di riconoscimento. Generato da una storia. E niente sarà più come prima.

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Susanna Di Martino : Nata sotto il segno dei pesci, in una terra di giganti ed antichissima energia. Un isola di mare, straordinariamente e sfacciatamente bello, e di vento, perennemente intenso e libero. Vive, lavora, fotografa e scrive, a stretto contatto con questi elementi, fra i quali, in particolare, la forza e l’energia del mare sono compagne di viaggio amorevolmente indispensabili. Psicoterapeuta, formatrice e ricercatrice spirituale, si occupa da tempo di psicologia alchemica, di come cioè l’incontro tra la psicologia, la spiritualità, e la fisica quantistica, possa condurre, concretamente, alla creazione della realtà che desideriamo, finalmente svincolata da retaggi esterni, credenze limitanti e cortocircuiti mentali.

 

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“La porta socchiusa” di Valentina Morpurgo

Un invito ad imparare a guardare tutto ciò che ci capita da più prospettive
Il libro di Valentina Morpurgo racconta una storia di annullamento, un percorso doloroso incentrato soprattutto sulla riflessione, sulla crescita personale e sul libero arbitrio. Un racconto forte che parla di violenza subdola, verbale prima, protratta per lunghi anni da cui la protagonista non riesce a sottrarsi e fisica poi, quando tutto precipita e ciò che appare come triste tragedia annunciata, si rivela invece la strada giusta. Un romanzo che fa entrare dentro l’io più profondo. Un invito ad imparare a guardare tutto ciò che ci capita da più prospettive. Il titolo del romanzo non è a caso. La porta socchiusa non è altro che la convinzione di non avere una via d’uscita, la certezza che quella stanza, la stanza della nostra vita, sia chiusa a chiave.
Il libro è presente su Amazon, IBS e Feltrinelli per l’acquisto online e si può ordinare in ogni libreria. L’autrice ha una pagina dedicata al romanzo su Facebook e un profilo Instagram Valentina_Morpurgo
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L’Iran mostra i muscoli ma rischia il collasso

FOCUS INTERNAZIONALE  di Filippo Re

Gli Hezbollah sulle rive del lago di Tiberiade pronti a sferrare un attacco letale allo Stato ebraico. Milizie iraniane installate sul Golan sul punto di piombare sulla Galilea. Missili persiani puntati contro l’Arabia Saudita e contro le basi americane in Medio Oriente. Scenari catastrofici e inimmaginabili ma forse neanche tanto lontani dalla realtà. Lo scontro finale tra Israele e la Persia si avvicina? I generali iraniani soffiano sul fuoco delle tensioni con l’America e avvertono che le basi militari statunitensi situate nella regione sono facilmente raggiungibili dai missili persiani.

Al Udeid nel Qatar, la più grande base americana in Medio Oriente, Al Dhafra negli Emirati Arabi e Kandahar in Afghanistan si trovano a poche centinaia di chilometri di distanza dalle rampe di lancio iraniane. Nel Golfo e nel Mare dell’Oman le navi da guerra a stelle e strisce con decine di aerei da combattimento e migliaia di militari possono finire nel mirino dei Pasdaran. “Le strutture militari americane che spiano il nostro Paese sono ora sotto la copertura dei nostri missili, proprio come la carne sotto i nostri denti”. Le parole del comandante delle forze aeree delle Guardie della rivoluzione, il generale Amirali Hajizadeh, risuonano minacciose nei cieli del Levante. “Non saremo noi ad iniziare uno scontro ma ci difenderemo se attaccati”. Replica così il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif alle accuse dell’Occidente di alimentare il caos e l’instabilità nella regione e di sostenere il terrorismo. Resta però il fatto che dal Mediterraneo al Golfo Persico, da Beirut alla Mesopotamia, le ambizioni imperiali degli ayatollah non conoscono confini. Dalle basi iraniane in Siria si lanciano avvertimenti a Gerusalemme e da Teheran si minaccia l’Arabia Saudita rafforzando l’alleanza con il Qatar e sostenendo militarmente i ribelli yemeniti sciiti contro Riad. Teheran starebbe inoltre sviluppando nuovi missili balistici intercontinentali. Nel nord dell’Iran esisterebbe, secondo gli analisti militari, una struttura, forse nascosta all’interno di una montagna, in cui gli iraniani starebbero lavorando con sofisticate tecnologie belliche. Sul Golan, dalle torri di avvistamento con la stella di David si controllano i movimenti del nemico in uno stato di allerta continua come non accadeva da tempo. “Non vogliamo svegliarci al mattino e vedere gli Hezbollah sulle sponde del lago di Tiberiade. Non possiamo permettere alle milizie iraniane di mettere radici sul Golan che deve restare sotto la nostra sovranità. Continueremo a colpire le basi iraniane sul territorio siriano finchè ne rimarrà una in piedi”. È la risposta del premier israeliano alla strategia del nuovo impero persiano che mostra i muscoli in Medio Oriente ma così facendo rischia di incendiare l’intera regione. È infatti Teheran la principale minaccia alla sicurezza di Israele, non per i suoi piani atomici ma per la presenza degli iraniani a poche decine di chilometri dai suoi confini con milizie sciite, basi militari e depositi di missili, temendo che replichi in Siria quanto fatto con Hezbollah in Libano che sostiene e arma da decenni. Getta acqua sul braciere mediorientale il capo della diplomazia degli ayatollah: “non vogliamo ricostruire il nostro millenario impero ma non riconosciamo nessun altro impero e crediamo che la supremazia di una potenza non durerà”. L’odio reciproco tra gli Stati Uniti e l’Iran dura da 40 anni e Zarif non ha dubbi sul fatto che l’America, Israele e l’Arabia Saudita vogliano la caduta della Repubblica islamica: “è quello che hanno sempre voluto e non hanno mai abbandonato questa illusione“. Fragile all’interno, impoverito dalle sanzioni americane, nel mirino di separatisti arabi e curdi e colpito da gruppi jihadisti, il regime degli ayatollah minaccia tuoni e fulmini all’esterno. Ma fino a quando riuscirà a intimidire i suoi avversari? Sul fronte delle alleanze, mai molto durature in Medio Oriente, qualcosa scricchiola. Per Mosca la presenza militare iraniana in Siria comincia a essere piuttosto ingombrante. Fino a quando gli interessi strategici russi, turchi e siriani convergeranno? Nel recente vertice russo-turco sulla crisi siriana a Istanbul, con la Merkel e Macron, mancava proprio l’Iran, un attore fondamentale nel teatro siriano, oltre agli Stati Uniti. Teheran si sente sotto attacco e deve rispondere alle pressioni economiche che giungono da Washington impegnata a contenere l’influenza iraniana nel Siraq e nello Yemen. L’intesa sul nucleare si salverà senza gli Stati Uniti? I Paesi europei hanno assicurato più volte di voler conservare l’accordo sul nucleare e continuare i rapporti economici con la Repubblica Islamica ma il governo iraniano ha ribadito che non rispetterà l’intesa se non vedrà benefici economici per sé. Fa notare inoltre che i Paesi europei non hanno ancora istituito un meccanismo finanziario che consenta loro di continuare le transazioni con Teheran nonostante le sanzioni bancarie imposte dall’America. Se l’intesa del 2015 sul nucleare iraniano salterà del tutto, dopo l’uscita di Trump nel maggio scorso, la potenza persiana potrà riprendere ad arricchire l’uranio. Se da una parte l’Iran mostra fermezza nel duello con gli Stati Uniti e i Paesi della regione, dall’altra si prepara a difendersi dall’assalto americano che ha imposto a Teheran sanzioni molto dure per isolare il regime e impedirgli di ampliare la propria influenza fino al Mediterraneo. Le sanzioni introdotte dalla Casa Bianca ai primi di novembre sono le più dure della storia contro l’Iran perchè puntano ad azzerare le esportazioni di petrolio iraniano. Provocheranno un calo rilevante dell’economia iraniana come sostiene il Fondo monetario internazionale (Fmi) e soprattutto un netto calo nelle vendite di petrolio. Per il Fmi l’economia è destinata a calare dell’1,5% quest’anno e del 3,6% nel 2019. L’inflazione salirà a livelli molto alti superando il 30% il prossimo anno e la disoccupazione lascerà a casa molta gente, soprattutto giovani. L’Iran rischia il collasso anche se, come deciso dall’amministrazione americana, potrà continuare a vendere il greggio a otto Stati ancora per qualche mese ma nel frattempo le esportazioni sono già scese da 2,8 a 1,8 milioni di barili al giorno. Per non finire schiacciata dalle sanzioni la Repubblica islamica cerca alleati negli europei e nei Paesi della regione. Con l’Iraq vuole consolidare il commercio bilaterale con l’obiettivo di far passare il volume di affari complessivo con Baghdad dagli attuali 12 a 20 miliardi di dollari. L’Iraq è il secondo mercato più importante dopo quello cinese per i prodotti iraniani.

 

Dal settimanale “La Voce e il Tempo”