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redazione il torinese

Bimbi maltrattati. arrestate due maestre d'asilo

Due maestre d’asilo sono state arrestate dalla polizia a Torino con l’accusa  di maltrattamenti su bimbi dai 3 mesi ai tre anni. In base alle indagini le due donne,  italiane, avevano creato in una soffitta non riscaldata  un asilo nido privato in centro città, nel quale ospitavano  un numero di bambini superiore a quello previsto. Inoltre li facevano piangere senza cibo, li strattonavano e in alcuni casi li rinchiudevano in una stanza lasciandoli soli. T.S. e M.F., le maestre in questione, sono in carcere per maltrattamenti continuati in concorso, aggravati dalla minore età delle vittime. L’inchiesta è della Procura di Torino Gruppo Fasce Deboli, che ha coordinato le indagini della polizia.

Segnalavano su Whatsapp i posti di blocco

I social sono spesso un’arma a doppio taglio. Se è vero che sovente sono utilissimi per comunicare con il mondo in tempo reale, talvolta un cattivo utilizzo può anche comportare guai con la giustizia.

Ciò è quanto accaduto a 23 persone della provincia di Asti, per lo più giovani, che sono stati denunciati a piede libero dai carabinieri della stazione di Mombercelli alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti per il reato di interruzione di pubblico servizio in concorso. L’imputazione è arrivata, al termine di indagini approfondite, per la loro partecipazione attiva ad una ‘chat’ di whatsapp, chiamata ‘Posti di blocco’, composta da circa 300 membri, residenti in comuni della provincia astigiana. Qui venivano segnalate le posizioni delle pattuglie delle forze di polizia presenti sul territorio per poter eludere i controlli. L’accesso a questa chat avveniva esclusivamente su invito dei promotori o degli altri partecipanti già accreditati, con l’obiettivo di comunicare, in tempo reale, il luogo dove le pattuglie stavano effettuando i controlli di polizia vanificando, in parte, le attività di prevenzione e repressione dei reati. Un membro della chat, comprendendo il danno sociale che provocavano tali illecite comunicazioni, che potenzialmente diminuivano l’efficacia del dispositivo di prevenzione sul territorio delle Forze dell’Ordine, decideva di informare i Carabinieri di Mombercelli di quanto stava avvenendo, fornendo utili indicazioni ai militari per portare a termine l’attività d’indagine.

Massimo Iaretti

Trail, Vertical e Corsa in montagna: 8^ edizione del circuito regionale UISP

Tre modi di interpretare la corsa
con un unico denominatore: le alte quote


Uno sport sostenibile che coniuga perfettamente la scoperta del
territorio con la corsa in natura, proprio dello “spirito trail”.
Un’attività che apre i sensi, l’ascolto del proprio corpo e delle
proprie sensazioni, per sentirsi bene e apprezzare l’ambiente in cui si
corre. Tutte emozioni diverse che  permetteranno di praticarlo in
armonia con il contesto naturale, per provare piacere anche nella
fatica, oltre al piacere di stare all’aria aperta.
Ritorna l’8^ edizione del circuito trail Uisp Piemonte con una nuova
veste: tre circuiti in uno, per dare spazio alle specialità emergenti,
che coinvolgono sempre più praticanti, le vertical e la corsa in
montagna, che avranno entrambi una classifica a parte con relative
premiazioni a fine anno.
Il vertical che fino a pochi anni fa era uno sport per pochi eletti, ha
conosciuto un vero e proprio boom, tanto che il circuito dedicato ne
prevede ben 15.
Si spazierà tra le province di Torino e Cuneo e il battesimo avverrà
venerdì 22 febbraio con la cronoscalata Monte Alpet Roburent (Cn) e si
concluderà domenica 26 maggio  con la Coursa D’Castlus a Torre Pellice
(To).
Solo 4 le corse in montagna concentrate tra aprile e maggio: 25 aprile
Laz@run a Pramollo (To), 28 aprile trofeo della Liberazione a Prarostino
(To), 5 maggio memorial Maurino a Bagnolo (Cn), 26 maggio Coursa
D’Castlus a Torre Pellice (To).
Il circuito dei trail è sicuramente il più corposo, 39 gare, a cui si
sono aggiunte interessanti novità come il VAT Valmastitrail sabato 1
giugno del rifugio Valmanera (AT), il Mola Nen Trail domenica 9 giugno
di Bernezzo (Cn) e il Trail della Castagna a coppie sabato 5 ottobre a
Prarostino (To).
Il circuito trail UISP coinvolge 31 società sportive e 4 province:
Torino, Cuneo, Asti e Alessandria.
Il primo appuntamento è a Pragelato sabato 26 gennaio con la “Pragelato
Snowrun”, corsa nella neve con la speranza che si faccia vedere, per
rendere ancora più suggestiva questa bellissima gara.

In Piemonte i 7 ITS fanno squadra con i 7 Poli di Innovazione

Formazione tecnica per supportare la crescita e l’innovazione delle imprese

Colmare il gap di innovazione delle PMI e al tempo stesso individuare soluzioni di qualità e di lungo periodo alla disoccupazione giovanile è una delle priorità del nostro Paese. Gli Istituti Tecnici Superiori sono, dunque, una risorsa sempre più strategica, sia per soddisfare il fabbisogno professionale e formativo delle imprese, sia per creare opportunità di lavoro per i nostri giovani. Il 30 gennaio alle 15:30 al Centro Congressi Torino Incontra, le Fondazioni ITS e i Poli di innovazione piemontesi incontrano le imprese che puntano su ricerca e innovazione; un pomeriggio dedicato alla presentazione delle opportunità legate all’alta formazione tecnica e all’Istituto dell’Apprendistato, anche attraverso il racconto di esperienze di imprese e neo-assunti. «Abbiamo attivato la nostra collaborazione su questo evento, condividendo con tutti i partner la sfida di accrescere le eccellenze tecnologiche locali, soprattutto in ambito formativo – dichiara Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino – Dal nostro sistema Excelsior sappiamo che a gennaio le imprese torinesi hanno cercato di assumere 21mila persone, ma il 28,5% è risultato di difficile reperimento e il 31% riguardava professioni ad elevata specializzazione. L’istruzione tecnologica è ormai fondamentale, in particolare nel post-diploma con gli ITS, e sicuramente stiamo andando verso professioni che non esistono ancora. Per questo come Camera di commercio sosteniamo gli ITS soprattutto nel loro sforzo di essere sempre più vicini alle imprese del territorio». L’evento nasce dalla collaborazione tra i 7 Istituti Tecnici Superiori e i 7 Poli di Innovazione regionali, in collaborazione con Regione Piemonte e Camera di commercio di Torino ed è una tappa importante per far incrociare domanda e offerta di competenze, per l’occupazione dei nostri giovani e la crescita della competitività del tessuto produttivo regionale. In Piemonte gli ITS sono sette e vanno da sempre a braccetto con i Poli di Innovazione; coprono gli stessi settori produttivi (ICT, Energia, Mobilità Aerospazio Meccatronica, Biotecnologie, Agroalimentare, Tessile Abbigliamento Moda, Turismo e Attività Culturali) ed entrambi sono sostenuti dalla Regione Piemonte grazie ai fondi europei e alla sinergia tra gli assessorati competenti. «Tale modello è già stato seguito da oltre 150 imprese piemontesi attraverso le varie misure regionali per ricerca e sviluppo, grazie alle quali sono state attivate oltre 500 assunzioni in alto apprendistato. –  spiega Giuseppina De Santis, assessora alla Ricerca e Attività Produttive – Questa policy è stata riconosciuta dall’OECD e dalla Commissione Europea come best practice a livello comunitario, un riconoscimento che spinge quindi a continuare a lavorare in questa direzione» Per Gianna Pentenero, assessora al Lavoro e formazione professionale, «la Regione Piemonte ha deciso di scommettere sulla formazione terziaria come strumento per contrastare la disoccupazione giovanile e ridurre la dispersione scolastica, integrando politiche formative e occupazionali e politiche di sviluppo. In un contesto in cui le imprese faticano a trovare le figure professionali di cui hanno bisogno e i giovani a inserirsi nel mondo del lavoro, gli ITS rappresentano un’opportunità importante, come testimoniano le percentuali occupazionali superiori all’80%. L’integrazione tra fondi europei, inoltre, permette, grazie all’alto apprendistato, di formare giovani altamente qualificati che possono di essere assunti dalle imprese del territorio». Il 30 gennaio è, dunque, l’occasione giusta per le imprese che vogliono attivare il percorso di collaborazione con gli Istituti Tecnici Superiori; inoltre c’è una ragione in più: il recente bando regionale PRISM-E per progetti di ricerca industriale che mette a disposizione 58 milioni di Euro e che prevede una quota da investire per l’assunzione di apprendisti in alta formazione che potranno essere reperiti facilmente, oltre che nella formazione terziaria accademica, nel vivaio degli ITS, fruendo anche della possibilità di ospitare i giovani talenti negli stage curricolari di prossimo avvio.

Tutto esaurito per Ute Lemper a Torino

La presenza a Torino dell’artista internazionale Ute Lemper ha riscosso un fortissimo interesse fin dall’annuncio.

Per il presidente del Consiglio regionale Nino Boeti, “La risposta dei cittadini con il tutto esaurito al Conservatorio in brevissimo tempo è la conferma che l’arte e la musica sono straordinari strumenti per trasmettere valori e ideali. Come Comitato Resistenza e Costituzione siamo orgogliosi di ospitare a Torino Ute Lemper, nei cui spettacoli dimostra come si possa fare memoria arrivando al cuore delle persone. Rimane il rammarico per i cittadini che non riusciremo ad accogliere al Conservatorio, ma ricordo che l’artista sarà presente il giorno seguente al Polo del ‘900”. Venerdì 1 febbraio, alle ore 11.30, presso il Polo del ‘900, in via del Carmine 14, Ute Lemper incontrerà il pubblico intervistata dal giornalista e critico musicale de La Stampa Sandro Cappelletto.

***

“Come tedesca, nata dopo la Guerra, sposata ad un uomo ebreo, a New York da 20 anni, sono da sempre legata alla storia, terribile, dell’Olocausto. E’ mia responsabilità e dovere etico onorare la cultura del popolo ebreo e stimolare il dialogo su questo orribile passato.” : così la grande cantante ed artista tedesca Ute Lemper spiega le motivazioni che sono alla base di “Songs for Eternity”, spettacolo costruito sulle canzoni scritte nei ghetti e nei campi di concentramento da musicisti ebrei deportati, molti dei quali morirono nelle camere a gas. Nel mese di gennaio Ute Lemper porterà “Songs for Eternity” a Torino e a Cuneo, nell’ambito delle iniziative del Giorno della Memoria 2019. Giovedì 31 gennaio, “Songs for Eternity” andrà in scena al Conservatorio Statale “Giuseppe Verdi”, in piazza Bodoni, a Torino, alle 20.30. Ute Lemper presenterà questo affascinante repertorio, accompagnata da quattro straordinari musicisti: Vana Gierig pianoforte, Daniel Hoffman violino, Gilad Harel clarinetto, Romain Lecuyer contrabbasso. L’evento è organizzato dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte e dal Polo del ‘900, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRT, in collaborazione con il Goethe-Institut Turin e con il patrocinio della Città di Torino e della Comunità Ebraica di Torino. L’ingresso al concerto è gratuito, fino ad esaurimento dei posti. Ute Lemper incontrerà il pubblico intervistata dal giornalista e critico musicale de La Stampa Sandro Cappelletto. Sempre venerdì 1 febbraio, “Songs for Eternity” andrà in scena al Teatro Toselli di Cuneo, alle 21 (via Teatro Giovanni Toselli, 9). Il concerto, ad ingresso gratuito, è organizzato dall’Anpi di Cuneo, con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, della Città di Cuneo, della Fondazione CRC, dell’Associazione partigiana Ignazio Vian e il patrocinio dell’Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo. Ritiro biglietto presso: URP, via Santa Maria 1, Cuneo, tel. 0171444229, urp@comune.cuneo.it “Il 27 gennaio 2015, a 70 anni dalla liberazione di Auschwitz, sono stata invitata a cantare canzoni del ghetto ebraico e dei campi di concentramento per commemorare l’Olocausto di Roma – racconta Ute Lemper – ed è in quell’occasione che ho conosciuto Francesco Lotoro, musicista che ha dedicato la sua vita alla ricerca delle canzoni e delle musiche scritte nei campi di concentramento: ne esiste una collezione enorme ed è importante che sia ricordata per l’eternità. È un impegno che ho assunto già nel 1987 quando sono stata protagonista di una grande serie Decca dal titolo “Entartete Musik”, che presentava i compositori ebrei e la loro musica bandita dai nazisti. Con “Songs for Eternity”continuo questa missione. Sono stata catturata da queste canzoni e dalle storie che si celano dietro a ognuna di esse. Ho studiato così un libro unico nel suo genere, una raccolta di canzoni di Vevel Pasternak del 1948, che raccoglie canzone dei Ghetti e dei campi di concentramento così come il canzoniere di Ilse Weber, pubblicato in Israele negli anni ‘90, dal marito sopravvissuto ad Auschwitz. Entrambe le raccolte mi sono state donate dalla mia amica Orly Beigel che è per metà messicana, metà israeliana ed è figlia di un sopravvissuto all’Olocausto.” Dichiara Nino Boeti, presidente del Consiglio regionale del Piemonte e consigliere delegato al Comitato Resistenza e Costituzione: “La Shoah costituisce la tragedia più grande del XX secolo, i campi di sterminio sono il pozzo più nero della storia umana. Anche in quei campi è stata composta musica, anche lì sono state cantate canzoni. Classica, canti, canzonette, musica sacra, cabaret, come forma di resistenza, per non arrendersi, per continuare a vivere e sperare. Come ha detto Francesco Lotoro “se questa musica non viene fatta conoscere al mondo, è come se non fosse mai uscita dal lager. E suonarla anche solo una volta significa riscattarla e ottenere quella giustizia che non è stata concessa al compositore”. Abbiamo fortemente voluto commemorare il Giorno della Memoria proponendo il progetto di Ute Lemper, “Songs for Eternity”, quasi a suggello ideale del lavoro svolto dal Comitato Resistenza in questi 5 anni a fianco del Polo del ’900, degli istituti storici della Resistenza, della Comunità ebraica, dell’Anpi, delle associazioni dei deportati. Nella convinzione che attraverso la musica si possa far comprendere ai più giovani cosa è stato lo sterminio nazi-fascista e perché la libertà deve sempre essere difesa”. Dichiara Sergio Soave, presidente della Fondazione Polo del ‘900: “Ancora una volta abbiamo il piacere di aver contribuito ad un momento importante per la cittadinanza. La prestigiosa presenza di Ute Lemper si inserisce in un ventaglio di eventi dal grande spessore culturale, tessuti fra Enti ed associazioni diverse, con l’obiettivo comune e il dovere civile di ricordare quel che è stato in passato, per evitare che preziose testimonianze vadano perdute”. Commenta Alessandro Bollo, direttore della Fondazione Polo del ‘900: “Siamo orgogliosi di poter accogliere al Polo del ‘900 Ute Lemper che con “Songs for Eternity” si aggiunge al coro di eventi realizzati per dar voce alle vittime dell’olocausto. Ventotto sono gli eventi realizzati grazie allo straordinario lavoro di tutti gli Enti del Polo. Ventotto momenti diversi di narrazione dei fatti e di riflessione comune fra dibattiti, proiezioni, mostre e letture per bambini, che rispecchiano la varietà di pubblico cui sono rivolti, con particolare attenzione alle scuole e ai giovani”.

Il futuro del Regina Margherita infuoca la politica

Articolato dibattito durante il Consiglio di martedì 29 gennaio sul nuovo Parco della Salute di Torino e l’ipotesi di chiusura del Regina Margherita e possibile taglio dei posti letto, come denunciato dalle opposizioni

Ipotesi smentita dall’assessore alla Sanità, Antonio Saitta: “Abbiamo assistito in questi giorni a interpretazioni faziose e non vere. Voglio quindi chiarire che non ci saranno assolutamente riduzioni di posti letto o di servizi. Al momento i posti letto realmente utilizzati nella Città della Salute sono 1900. Come dice lo stesso studio di fattibilità, il futuro Parco della Salute avrà 1490 posti letto, 1040 nel nuovo progetto più 450 nel Cto che sarà potenziato. Gli altri posti letto saranno tutti destinati agli altri ospedali dell’area torinese, che saranno così rafforzati: separare l’alta dalla media-bassa complessità significa valorizzarle entrambe e offrire servizi migliori. Per quanto riguarda il Regina Margherita, attualmente ci sono 286 posti, quelli realmente utilizzati sono 190. Nello studio di fattibilità del Parco della Salute i posti letto sono 140. I 50 posti letto in meno verranno recuperati metà al CTO e metà all’ospedale Martini, che entro due anni avrà 50 posti letto in più”.

Dura presa di posizione da parte del M5S con i consiglieri Giorgio BertolaGianpaolo Andrissi e Davide Bono: “Sabato 2 febbraio alle 15 saremo in piazza Castello davanti alla Regione Piemonte per difendere il polo ospedaliero materno infantile di Torino. Noi non siamo contro la scienza, ma forse qualcuno di voi è contro la matematica. Oggi la Città della Salute ha 2.200 posti letto e il progetto di Parco della Salute ne prevede invece solo 1.490. I posti letto del pediatrico certificati dal ministero sono 280. Come mai in un mese siamo passati da 280 a 190? Su questa vicenda abbiamo ricevuto centinaia di messaggi allarmati di cittadini e dei sindacati dei medici e degli infermieri, che non sono esattamente vicini ai Cinquestelle. Chiediamo che i posti letto vengano rivisti arrivando almeno a 1821, cioè quanto sancito dalla programmazione regionale nel 2014, spendendo 80 milioni di euro in più da reperire attraverso il Fondo Nazionale per l’edilizia sanitaria incrementato da questo Governo”.

Ferma anche la reazione di Gianluca Vignale (Mns): “Se parliamo di qualità di servizi, vi invito ad andare un giorno a caso in un pronto soccorso, vi renderete conto di quale grande enfasi ed empatia avete trasmesso. Abbiamo recentemente audito i medici del Regina Margherita e uno di loro ha detto chiaramente che il piano prevede la sparizione di questo ospedale, salvo il trasferimento di qualche modulo, facendoci tornare indietro di parecchi anni. Avete scritto esplicitamente nel piano che ci sarà un padiglione di 90 posti letto, più altri 50 al Sant’Anna e così si arriva a 140. Il nuovo ospedale riduce i posti letto senza modificare la Dgr 1-600 sul dimensionamento sanitario che prevede 1821 posti letto. Avete ragionato sulla scatola e non su quello che sarebbe avvenuto. Per noi gli ospedali monospecialistici devono essere mantenuti, come spiegheremo ai cittadini piemontesi che non possono portare i figli al Regina Margherita se non per gravi patologie?”.

In difesa del progetto si è schierato il capogruppo Pd, Domenico Ravetti, con i colleghi Paolo AllemanoDomenico Rossi e Valentina Caputo: “Ho sentito parlare solo di posti letto. Ci viene detto che questi sono uno dei tantissimi indicatori rispetto al futuro degli ospedali. Il 52% degli italiani preferisce un ospedale in cui trovare tutte le specializzazioni. Il nostro obiettivo è costruire un nuovo ospedale per le alte complessità, cioè gli interventi e le malattie più complicate, con al centro l’innovazione, l’alta tecnologia e la formazione di grande qualità del personale. Si tratta della sfida più grande, che vuole realizzare un Parco della Salute alla pari delle migliori strutture internazionali che si occupano di cura, ricerca e innovazione sulla salute. La politica è bene quando discute e dibatte ma restiamo nel merito, senza utilizzare in modo distorto parti dello studio di fattibilità per resistenze di sapore tutto elettorale”.

A nome del gruppo Forza Italia è intervenuto Andrea Tronzano, che ha recentemente promosso una petizione online: ”Le parole del presidente Chiamparino confermano che il Regina Margherita, così come lo intendiamo oggi, scomparirà ed insieme a esso la specificità pediatrica. Tutto passerà sotto gli adulti e non ci sarà più una struttura interamente e esclusivamente dedicata ai bambini. Atti progettuali e deliberativi e le conseguenti affermazioni parlano chiaro. Per noi invece il polo materno infantile è un’altra cosa, per noi i bambini non sono adulti in miniatura. Vogliamo che il Regina e il Sant’Anna continuino a esistere e le oltre 120mila firme ci danno forza per continuare a sostenerlo

Per Marco Grimaldi (Leu): “L’importanza di mantenere un policlinico multispecialistico dedicato alla pediatria rimane la modalità migliore per gestire patologie complesse in pazienti particolari, che richiedono personale formato e specializzato in tal senso. Mantenere le molteplici eccellenze attualmente presenti richiede un numero adeguato di posti letto, forse al momento sottostimato. Ridurre i posti per acuti senza prima intervenire sulla riorganizzazione della rete della post-acuzie rischia di vanificare un’operazione di per sé meritoria e creare tensioni sociali. Allo stesso modo non è percorribile l’ipotesi, avanzata dalle destre e dai 5 stelle, di mantenere il Materno-Infantile che farebbe saltare l’intero progetto, per l’ennesima volta. È invece il momento di aprire un grande dibattito pubblico. Eccellenza non significa solo alta complessità. Solo aumentando i pediatri di base e i posti letto di pediatria e neonatologia in tutti gli ospedali hub come il Giovanni Bosco, si può sostenere una rivoluzione che dal Parco della Salute coinvolgerà tutto il territorio”.

“Tenere il progetto della Città della Salute fuori dalla campagna elettorale” è l’invito del presidente della Giunta Sergio Chiamparino, intervenuto durante il dibattito. “Sarebbe un segno di rispetto per la nostra comunità medica quello di fare in modo che si sapesse che, chiunque vinca la campagna elettorale, il progetto della Città della Salute viene portato avanti. Temo però che così non sia. È cinico chi usa la fake news che si chiude il Regina Margherita per spaventare le mamme. Se su questo progetto si sono persi quasi vent’anni è perché hanno sempre vinto i particolarismi, che non sono utili per guardare al futuro. Troppo tempo è stato perso per un progetto che è strategico per migliorare le cure e anche per creare un polo importante sotto il profilo economico”.

“Questa mattina – ha dichiarato Roberto Ravello (Fdi) – è emerso in modo inequivocabile che non c’è stata alcuna notizia fasulla, le fake news lamentate dal presidente Chiamparino non esistono. Esiste un taglio di circa 1.000 posti letto a livello regionale, si cui 821 sul solo bacino torinese. All’interno di questi numeri su cui abbiamo già lanciato un grido d’allarme oltre un anno fa, troviamo il taglio dei 2/3 dei posti letto della pediatria del Regina Margherita. Siamo assolutamente a favore del nuovo Parco della Salute, ma riteniamo che un taglio così elevato del numero dei posti letto sia immotivato e vada ben oltre l’ammodernamento e lo sviluppo delle tecniche medico-ospedaliere. La realtà è ben diversa e oggi certifichiamo ufficialmente il fallimento della politica sanitaria di Chiamparino e Saitta: questa Giunta verrà ricordata per aver chiuso l’Oftalmico, aver annunciato un piano da 1,5 miliardi senza che questi vi siano, aver tagliato i posti letto ed aver chiuso il Regina Margherita”.

Per la consigliera Stefania Batzella, da poco approdata al gruppo Moderati, “visto che la struttura del Regina Margherita non sarà demolita, non sarà venduta e non sarà trasformata in appartamenti, ho proposto al presidente della Regione e all’assessore Saitta di lasciare all’interno di questa struttura i posti letto che non saranno inseriti nel Parco della Salute. In questo modo si eviterebbe una loro redistribuzione ‘a pezzi’ per tutta la città. Credo fermamente che sia giusto e doveroso valorizzare le competenze professionali, migliorare la qualità dell’assistenza e salvaguardare le eccellenze, ma non è giusto ridurre i posti letto, che devono essere garantiti”.

“Le polemiche dei giorni scorsi richiedevano una risposta accurata – ha spiegato Alfredo Monaco (Scelta di Rete Civica) – mi piace ricordare le eccellenze dalla nostra regione perché quotidianamente salvano delle vite. Dobbiamo mantenere uno standard qualitativo elevato. Chi conosce la sanità sa che non si può operare se non c’è una condivisione con altri colleghi delle varie specializzazioni. Gli ospedali specialistici sono un’esperienza che non va dimenticata e trascurata, il sistema sanitario pubblico deve essere messo nella condizione di operare bene anche con misure di intensità maggiore. Le nostre liste d’attesa sono lunghe: educhiamo i medici a gestire bene questa situazione. Sull’indirizzo generale, sono incoraggiato dal fatto di avere un traguardo chiaro e mi auguro si abbia la forza di arrivarci”.

Benito Sinatora (Lega), intervenendo per ultimo, ha sostenuto che “ è facile bollare come faziosi coloro che non condividono le scelte effettuate dalla Giunta. I dati provenienti dall’assessorato alla sanità dicono che ci sarà una palese riduzione dei posti letto pediatrici. Non possiamo non sostenere, quindi, la petizione per salvare il Regina Margherita, sottoscritta finora da più di 120 mila persone”

Nella replica finale l’assessore Saitta ha spiegato “che abbiamo l’obiettivo di avere eccellenze diffuse, anche su media e bassa complessità. Con la Dgr 1-600 sul dimensionamento abbiamo applicato una legge dello Stato, non c’era margine di trattativa, ma la Dgr non è il vangelo, la modificheremo sulla base delle decisioni che stiamo prendendo. Spero che la politica abbia la capacità di non lasciarsi condizionare da questioni di tipo realizzative e talvolta legate a interessi particolari. Abbiamo deciso di ricorrere al dialogo competitivo con i privati perchè per una struttura così avanzata è necessario il massimo della capacità di progettazione e realizzazione, sulla base delle indicazioni date dalla stazione appaltante. Nelle prossime settimane si parte con l’avviso di gara, alla fine di marzo inaugureremo l’ospedale di Verduno e riprenderemo i lavori dell’ospedale della valle Belbo. Togliamoci la sudditanza nei confronti di Lombardia ed Emilia, il ministero certifica che siamo eccellenza italiana sui costi standard e sui livelli di assistenza”.

A margine della discussione l’Aula ha bocciato un odg e una mozione presentati da Ravello e Bono.

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(foto: il Torinese)

Ricami di carta. Un’antica arte cinese

31 gennaio – 17 marzo 2019
MAO – Museo d’Arte Orientale – via San Domenico 11, Torino –Mercoledì 30 gennaio 2019, alle 18.00
INAUGURAZIONE
Con la conferenza del prof. Tian Zhaoyuan, East China Normal University
La simbologia del Capodanno Cinese nelle opere di carta intagliata. Ingresso libero fino esaurimento posti disponibili
In occasione del Chunjie, la Festa di Primavera meglio nota in Occidente come Capodanno Cinese, il MAO Museo d’Arte Orientale inaugura mercoledì 30 gennaio la mostra RICAMI DI CARTA curata dall’ Istituto Confucio dell’Università di Torino in collaborazione con East China Normal University di Shanghai. Si saluterà il nuovo anno, l’Anno del Maiale, con l’esposizione delle “carte”, elementi essenziali della tradizione decorativa che accompagna questa festa, che racchiudono un numero infinito di implicazioni e di funzioni beneauguranti e apotropaiche. La Mostra aiuterà a scoprirne i significati. Questi manufatti dall’aspetto apparentemente ingenuo e naïf testimoniano una pratica artigianale antichissima, talvolta di straordinaria raffinatezza, tanto che il 20 maggio 2006 è stata inclusa tra le forme di arte popolare diventate patrimonio immateriale dell’umanità. Al MAO saranno esposti i lavori di due figure significative della attuale tradizione delle carte ritagliate, le “maestre di intaglio su carta” Xi Xiaoqin e Chu Chunzhi. I visitatori saranno accompagnati in un percorso ideale tra le regioni diverse della Cina, che posseggono tecniche e stili dell’intaglio della carta assai differenti tra di loro, come bene evidenziano anche i lavori di Xi Xiaoqin – proveniente da Shanghai – in contrapposizione con quelli di Chu Chunzhi, che opera invece nelle fredde regioni del nord-est, a Shenyang. Sarà quindi possibile apprezzare da vicino una tradizione assai più stratificata e complessa di quanto in apparenza potrebbe sembrare. La testimonianza più antica di un lavoro di questo tipo è stata rinvenuta a Turfan, nell’attuale provincia del Xinjiang e data al periodo delle cosiddette Dinastie del Nord e del Sud (IV – VI secolo). Probabilmente però già nel periodo dei Regni Combattenti, intorno al IV sec. a.C., questa forma d’arte popolare era praticata dagli artigiani che, non essendo ancora stata inventata la carta, facevano uso delle foglie degli alberi. Le due artiste saranno presenti a Torino con il prof. Tian Zhaoyuan, che ha curato l’organizzazione del progetto per la East China Normal University, insieme alla dott. Hu Ying e alla direttrice di parte cinese dell’Istituto Confucio di Torino, Liu Yunqiu. La cura scientifica e l’apparato didattico della Mostra sono invece affidate a Stefania Stafutti, professore di Lingua e Letteratura Cinese dell’Università di Torino e direttore di parte italiana dell’Istituto Confucio dell’Ateneo. Sabato 2 febbraio alle ore 11 l’Istituto Confucio dell’Università di Torino organizza presso il MAO un laboratorio sull’arte delle carte ritagliate cinesi. Nel corso del Workshop RICAMI DI CARTA le artiste Chu Chunzhi e Xi Xiaoqin, i cui lavori sono esposti al MAO, illustreranno peculiarità e modalità di realizzazione di questi manufatti. Guidati dalle esperte maestre, i partecipanti avranno la possibilità di cimentarsi nella creazione della propria opera di carta intagliata.

La “mezzaluna” del croissant e il “kapuziner” viennese

Correva l’anno 1683 quando Vienna – capitale dell’Impero d’Asburgo – venne circondata dalle truppe ottomane che, partite da Istanbul, serravano l’Europa in una morsa dalla  Spagna fino ai Balcani. La battaglia che ne conseguì  divenne il punto di svolta, a favore degli europei, nelle guerre austro-turche, segnando l’arresto della spinta espansionistica ottomana nel continente.

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E questa, come s’usa dire, è la storia.  L’evento fu accompagnato da tante leggende e alcune di queste sono davvero curiose. Le due parti in lotta basarono le sorti dello scontro anche sulla disponibilità delle scorte alimentari. L’assediato cercava di demoralizzare gli assedianti sfoggiando le provviste come se ne disponesse in abbondanza mentre gli assedianti,  a loro volta, per sfiancare l’avversario, cercavano di  tagliare  le vie di rifornimento ai generi alimentari di prima necessità. Si narra che i viennesi, per intaccare il morale dei turchi, s’ingozzavano platealmente con paste a base di burro e farina.  Erano i kipferl , gli antenati dei croissant, modellati a mezzaluna, molto simili al simbolo delle insegne arabe. Una scelta, quella della forma, voluta dai fornai viennesi per sbeffeggiare le insegne ottomane e festeggiare lo scampato pericolo e la croissant-2vittoria. Un’idea tanto semplice quanto straordinaria fino al punto di  condizionare abitudini e gusti culinari di mezza Europa. La ricetta e il nome del croissant ( “crescente”, come la luna)  per come è giunta a noi  trae origine dalla Francia dove, nel 1736,  un ufficiale austriaco –  August de Zong –  importò l’arte della pasticceria viennese, compresa la preparazione dei famosi kipferl, aprendo una Boulangerie Viennoiseal numero 92 della parigina rue de Richelieu. Un vero successo va comunque sudato e il croissant dovette attendere un bel po’ ( fino al 1891)  prima di essere menzionato in un libro di ricette e ancor oltre (nel 1938 ) per fare la sua comparsa ufficiale sul testo fondamentale della cucina francese: la croissant3Larousse gastronomique. Così, con tenacia e perseveranza, sbocconcellato o divorato in quattro e quattr’otto,  il croissant si è  fatto largo nella parte più dolce dell’arte culinaria. Le leggende legate alla battaglia di Vienna non si esauriscono nei panetti a mezzaluna ma ci raccontano anche di come i turchi , ormai in fuga, si lasciarono alle spalle le loro scorte di caffè. Un ufficiale polacco di origini ungheresi – Jerzy Franciszek Kulczycki –  apprezzando l’aroma dei chicchi che bruciavano negli incendi della  battaglia, decise di utilizzare  i sacchi di caffè abbandonati dall’esercito ottomano per aprire la prima caffetteria viennese, una rarità nell’Europa del tempo. Altra storia è quella che indica lo scontro consumatosi sul Monte Calvo come un’occasione in qualche modocroissant1 decisiva anche per l’invenzione del “cappuccino”, intestandola a Marco da Aviano, frate dell’ordine dei cappuccini, inviato dal Papa a Vienna con l’obiettivo di convincere le potenze europee ad una coalizione contro i Turchi che stavano assediando la città. Pare che durante il soggiorno viennese il religioso entrò nella già citata caffetteria e, gustando un caffè dall’aroma piuttosto deciso, chiese un po’ di latte per addolcirlo . Chi lo servì esclamò “Kapuziner!” , guardando lo strano intruglio bevuto dal frate. Vero o falso, storia o leggenda che sia, resta un fatto: prendere al mattino un cappuccino – o anche un caffè – con un croissant , equivale ad un ottimo avvio di giornata.

Marco Travaglini

MOLINARI (PD): “UNA SEPOLTURA PER IL RAGAZZO NIGERIANO BUTTATOSI DAL TRENO”

Tre mesi fa, la notizia fece il giro del Paese: un ragazzo nigeriano di 33 anni con permesso di soggiorno   si era gettato dal treno Chivasso-Novara per sfuggire a un controllo della Polfer. Di lui qualcuno disse “Meglio quello che un altro”: il caso fece discutere. 

La sua salma è ancora nell’obitorio dell’ospedale di Vercelli e non è stato possibile procedere ai funerali di carità. Per questo, il consigliere regionale Gabriele Molinari (Pd) ha annunciato oggi di volersi occuparsi direttamente della vicenda, “per quello che sarà possibile – scrive – anche economicamente”. E ha lanciato un appello a tutti coloro che, anche con un gesto minimo, vogliono partecipare a una causa che ha definito di civiltà ed umanità. ‘’Una situazione indegna, ai confini della realtà: non m’interessa trovare il responsabile, chiunque sia ne risponde alla propria coscienza – dice Molinari – Per quel che mi riguarda, ho deciso di fare la mia parte e occuparmene. Non posso accettare di vivere in una comunità che rifiuta le più elementari forme di solidarietà, ma soprattutto non voglio accettarlo’’.  Molinari non commenta il rifiuto del comune del luogo del decesso, che adduce motivi formali, attendendo la decisione di un tribunale. ‘’Parliamo di somme non esorbitanti, ma soprattutto parliamo di un uomo in una cella frigorifera, nell’attesa di un atto di pietà: manca in morte, come è mancata in vita’’.   Aggiunge: ‘’Non so quale sia la storia di questo ragazzo e perché sia finita così, ma so che ha diritto a un funerale, a un saluto, a non rimanere dimenticato in un obitorio per mesi’’.