redazione il torinese

QUANDO I DEBITI STRARIPANO, E’ POSSIBILE RICORRERE AL RESTRUCTURING

Una materia utile e preziosa per chiamarsi fuori da voragini economiche difficilmente sanabili. Ne parla l’avvocato e professor Serafino Di Loreto, Fondatore della  ‘Sdl Centrostudi Spa’

La crisi economica ha introdotto un nuovo mercato, che è bene approcciare con attenzione: quello del debito. O meglio, della sua ristrutturazione. Fenomeno che ha visto proliferare, anche e soprattutto sul web, numerosi siti e portali – i più, di dubbia provenienza, – molti dei quali afferiscono a realtà d’impresa contraddistinte per la maggiore dall’avere le sedi in Paesi esteri, spesso e volentieri, anche extra europei, sui quali val la pena di fare chiarezza, prestando la massima attenzione nell’approccio.  Il cosiddetto ‘Restructuring’ è una materia difficile, complessa, decisamente articolata e variegata, che richiede un approccio olistico a 360° nell’esame gestione e attuazione degli opportuni processi economici, fiscali e giuridici necessario al fine di ottenere in maniera armoniosa e integrata il massimo risultato possibile per il sovraindebitato: sia esso, cittadino, consumatore, artigiano o imprenditore. In Italia, tra i Big player del settore, un posto di tutto rispetto spetta alla ‘SDL Centrostudi SPA’, dal 2010 a oggi la prima realtà aziendale italiana ad aver industrializzato con successo l’insieme dei passaggi professionali – in piena ottemperanza alle vigenti disposizioni normative – che è necessario compiere per poter restituire vita, dignità, speranza, lavoro e futuro a tutti quei soggetti di mercato che necessitano di una radicale revisione delle esposizioni bancarie, e delle partite dare/avere nell’ambito delle rispettive economie di scala. Dalla lotta all’usura e all’anatocismo bancari, alias l’insieme degli indebiti interessi e altrettante competenze non dovute (che, il più delle volte, gravano sui conti correnti degli italiani ignari) alla virtuosa e competente applicazione della cosiddetta Legge 3/2012 in materia di sovraindebitamento, attraverso un affiatato e rodato pool di esperti composto da numerosissimi legali, consulenti, esperti e periti di vario ordine e grado in materia economico-giuridica, oggi l’azienda fondata con successo dal già stimato avvocato e imprenditore bresciano Serafino Di Loreto costituisce il punto di riferimento indiscusso per chi necessiti di un approccio nuovo e producente in vista di un corretto riposizionamento della propria attività. “Oltre 156mila italiani in crisi assistiti su più fronti, e ben oltre 250 milioni di euro lor restituiti e prima ingiustamente sottratti da Banche e Fisco ingiusti, costituiscono la prova tangibile dell’esperienza maturata in un settore in cui è sempre più richiesta formazione e aggiornamento costante e altrettanta capacità di analisi“, spiega il Professor Di Loreto. Che aggiunge: “Con in più, fatto unico in Italia, garanzie e tutele efficaci per cittadini e consumatori: pre-analisi gratuite con cui offrire ai clienti una panoramica concreta e assolutamente rispondente al reale sullo stato dell’arte della propria posizione debitoria o di crisi, e una polizza assicurativa che garantisce il totale rimborso delle spese legali sostenuti in caso di soccombenza in Tribunale“, conclude l’esperto.

 

In quattro da Torino per rapinare le Poste. Arrestati

Erano arrivati da Torino nella prima mattinata di lunedì 11 febbraio con l’intento di rapinare le poste centrali di Casale Monferrato in piazza Cesare Battisti. Ma il quartetto di criminali è finito dietro le sbarre grazie ad una fulminea azione degli agenti della Polizia di Stato delle squadre mobili di Torino e di Alessandria e del commissariato di Casale Monferrato che erano sul posto, pronti ad intervenire e a prevenire così un grave crimine. In manette sono finiti una vecchia conoscenza della Giustizia, Vincenzo Pavia, già collaboratore di giustizia, esponente della ndrangheta, residente ad Asti, 63 anni, e una scia di omicidi della spalle, Antonio Defeudis, 59enne di Torino, come pure il 64enne Pier Giuseppe Flamatti. Insieme a loro, tutti con precedenti penali in cella è finita anche la 42enne Alessandra Borgna, residente in Provincia di Biella. Per tutti l’accusa è tentata rapina in concorso, oltre a tutta un’altra serie di reati dei quali dovranno rispondere alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli, a partire dalla presenza in aula davanti al Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Vercelli per la convalida dell’arresto. Il loro obiettivo era, appunto la posta centrale di Casale Monferrato ma tutto è stato vanificato dall’intervento delle forze dell’ordine. Del quartetto solo Pavia era armato di una 38 special caricata con sei colpi. Il che fa pensare che avrebbe anche potuto usarla.

Massimo Iaretti

C’è (anche) il vino nel futuro del Piemonte

Il Piemonte intende promuovere le sue eccellenze e per questo l’ Assessorato all’Agricoltura della Regione  ha approvato le graduatorie dei progetti di promozione del vino sui mercati dei paesi terzi, nell’ambito della misura dell’OCM vino annualità 2018/2019. Sono finanziati 20 progetti regionali, 6 progetti multiregionali in capo al Piemonte e 5 progetti multiregionali in capo alle altre Regioni, per un contributo complessivo di 11 milioni di euro. Il valore dell’export di vino del Piemonte nel 2018 è stato di circa 1 miliardo di euro, il 18% dell’export di vini nazionali. Inoltre le 19 docg e 42 doc piemontesi rappresentano il più alto numero tra le regioni italiane e coprono l’85% della produzione regionale.

“Prosegue l’impegno della Regione Piemonte a sostegno della promozione dei vini piemontesi di qualità, DO e Igp affinché siano competitivi e a lungo termine sui mercati extraeuropei – dichiara l’assessore all’Agricoltura, Giorgio Ferrero – Nel periodo di programmazione 2014/2020 la Regione ha approvato contributi nell’ambito della misura OCM vino per un importo complessivo di oltre 48 milioni di euro finanziando investimenti per oltre 107 milioni di euro in 5 anni”.

I beneficiari della misura dell’OCM vino sono i consorzi di tutela, le associazioni e i consorzi di produttori, i produttori singoli. I progetti ammessi a contributo prevedono nello specifico: azioni che mettono in rilievo gli elevati standard dei prodotti, in particolare in termini di qualità, sicurezza alimentare o ambiente; partecipazione a manifestazioni e fiere di importanza internazionale; campagne di informazione sui sistemi delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche e della produzione biologica vigenti nell’Unione europea.

www.regione.piemonte.it

C'è (anche) il vino nel futuro del Piemonte

Il Piemonte intende promuovere le sue eccellenze e per questo l’ Assessorato all’Agricoltura della Regione  ha approvato le graduatorie dei progetti di promozione del vino sui mercati dei paesi terzi, nell’ambito della misura dell’OCM vino annualità 2018/2019. Sono finanziati 20 progetti regionali, 6 progetti multiregionali in capo al Piemonte e 5 progetti multiregionali in capo alle altre Regioni, per un contributo complessivo di 11 milioni di euro. Il valore dell’export di vino del Piemonte nel 2018 è stato di circa 1 miliardo di euro, il 18% dell’export di vini nazionali. Inoltre le 19 docg e 42 doc piemontesi rappresentano il più alto numero tra le regioni italiane e coprono l’85% della produzione regionale.
“Prosegue l’impegno della Regione Piemonte a sostegno della promozione dei vini piemontesi di qualità, DO e Igp affinché siano competitivi e a lungo termine sui mercati extraeuropei – dichiara l’assessore all’Agricoltura, Giorgio Ferrero – Nel periodo di programmazione 2014/2020 la Regione ha approvato contributi nell’ambito della misura OCM vino per un importo complessivo di oltre 48 milioni di euro finanziando investimenti per oltre 107 milioni di euro in 5 anni”.
I beneficiari della misura dell’OCM vino sono i consorzi di tutela, le associazioni e i consorzi di produttori, i produttori singoli. I progetti ammessi a contributo prevedono nello specifico: azioni che mettono in rilievo gli elevati standard dei prodotti, in particolare in termini di qualità, sicurezza alimentare o ambiente; partecipazione a manifestazioni e fiere di importanza internazionale; campagne di informazione sui sistemi delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche e della produzione biologica vigenti nell’Unione europea.

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“Esodo / Esodi”, la tragedia giuliano dalmata nel Giorno del Ricordo

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Mercoledì 13 febbraio, alle 17.00, nell’ambito delle iniziative del Giorno del Ricordo, il Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale, l’Istoreto e l’Ufficio scolastico regionale del Piemonte promuovono l’incontro “Esodo / Esodi. Ricerca, letteratura, comunicazione”. L’evento si terrà nella Sala Conferenze del Polo del 900, in Corso Valdocco 4 a Torino, in collaborazione con l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e il Polo del ‘900. Nell’occasione saranno presentati tre lavori che rappresentano altrettante chiavi d’entrata nel tema delle profuganze e, più in particolare, nella conoscenza dell’esodo giuliano dalmata, i cui primi contingenti giunsero a Torino settantadue anni fa. Si tratta di uno studio storiografico a più voci, di un volume di racconti della scrittrice polense Nelida Milani e di un graphic novel sull’esodo da Pola. Dopo gli interventi introduttivi di Nino Boeti, Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte e Antonio Vatta, dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, i volumi verranno presentati,rispettivamente, da Patrizia Audenino (Università degli Studi di Milano)Enrico Miletto (Istoreto)Manfredi Toraldo (scuola di Comics). Coordinerà l’incontro Luciano Boccalatte, direttore dell’Istoreto. Il primo volume, “Una narrazione a lungo mancata”, affronta il tema della diaspora giuliano-dalmata e degli altri esodi del Novecento alla luce del tempo presente, è stato curato da Riccardo Marchis ed è edito dalla torinese Seb 27. A motivare questo studio a più voci la convinzione che l’esodo giuliano-dalmata non costituisca solo una proposta per restituire alla distratta storia italiana le motivazioni degli esuli, a lungo dimenticati ed emarginati, ma anche per affrontare temi che attraversano l’intero secolo passato e mostrano con rinnovato vigore la loro persistenza nel nuovo millennio. Il volume si conclude con una comparazione degli esodi di allora e di oggi alla ricerca di assonanze, somiglianze e differenze, condotta con rigoroso metodo storico e con passione civile.Nei racconti della raccolta “Lo spiraglio” ( Besa Editrice), Nelida Milani torna a narrare l’Istria dei “superstiti”, delle serrande chiuse e delle finestre abbassate per sempre, l’Istria della confusione e dello smarrimento, ma anche della convivenza e della molteplicità di lingue. Dopo il successo diBora, la scrittrice delinea con il tratto fine e delicato che le è proprio un mondo spesso dimenticato e rinnegato, attraversando gli anni e i decenni, traghettando lungo gli esiti della storia le vite di quanti hanno abitato, con fiducia e abbandono, una terra contesa all’incrocio di due mondi. Infine il graphic novel “Anime in transito”, ispirato alle vicende dell’esodo da Pola, è prodotto dall’Anonima fumetti, dall’Accademia di progettazione sociale Maggiora e dal Rotary Torino Sud est. Soggetto e sceneggiatura Nico Vassallo, disegni Marcello Restaldi, consulenza storica Enrico Miletto. Una storia d’amore sullo sfondo dell’esodo giuliano dalmata nella Torino del dopoguerra. Una vicenda di solidarietà e accoglienza da parte di un’intera città. La pubblicazione è gratuita e on line.

M.Tr.

Gariglio: “Il blocco Tav costa 75 milioni al mese”

Il deputato del Pd Davide Gariglio annuncia di avere “consegnato alla Corte dei Conti Ue la lettera di Telt, la società italofrancese incaricata della realizzazione della Tav, in cui sono quantificati in oltre 75 milioni di euro al mese i danni provocati dal blocco dei lavori e delle gare di appalto”. Il parlamentare dem dice che tale documento non era  ancora stato inviato all’organismo di controllo comunitario, il quale  “potrà quindi appurare ufficialmente che l’immobilismo del governo italiano sta creando spese oltre a quelle già stanziate e programmate che ricadranno purtroppo molto probabilmente sui cittadini italiani”. 

Gariglio: "Il blocco Tav costa 75 milioni al mese"

Il deputato del Pd Davide Gariglio annuncia di avere “consegnato alla Corte dei Conti Ue la lettera di Telt, la società italofrancese incaricata della realizzazione della Tav, in cui sono quantificati in oltre 75 milioni di euro al mese i danni provocati dal blocco dei lavori e delle gare di appalto”. Il parlamentare dem dice che tale documento non era  ancora stato inviato all’organismo di controllo comunitario, il quale  “potrà quindi appurare ufficialmente che l’immobilismo del governo italiano sta creando spese oltre a quelle già stanziate e programmate che ricadranno purtroppo molto probabilmente sui cittadini italiani”. 

Nel quartier generale dei re di Gerusalemme

Lasciati i templari di Athlit raggiungiamo le mura che circondano la leggendaria San Giovanni d’Acri, affacciata sul Mediterraneo, a nord di Haifa, la città dominata dal monte Carmelo che si vede bene anche da Akko, come gli israeliani chiamano Acri, che dopo la caduta di Gerusalemme in mano araba, divenne la capitale del Regno latino crociato, e tale restò per un secolo esatto, dal 1191 al 1291. Accanto alla città moderna rivive la cittadella crociata, Acri cristiana, interamente sotterranea, risultato di uno straordinario lavoro di recupero durato diversi anni e completato di recente. Scavo dopo scavo gli archeologi israeliani hanno fatto riemergere la città dei Crociati nascosta sotto quella settecentesca fatta costruire del pascià ottomano al-Jazzar, oggi totalmente restaurata e aperta al pubblico. Era il quartier generale dei Re di Gerusalemme, di Guido di Lusignano, di Riccardo Cuor di Leone, di Filippo Augusto, re di Francia, del marchese Corrado del Monferrato e dello stesso Saladino che passavano da ampie sale coperte da volte a crociera sostenute da possenti colonne a gallerie e passaggi sotterranei, da cripte e prigioni a torri e tunnel che collegavano la cittadella al porto. Un intervento eccezionale grazie al quale possiamo farci un’idea di come vivevano i crociati a quel tempo tra queste mura, come si  difendevano dagli assalti dal mare e dalla terraferma e come riuscivano a mettersi in salvo, in caso di necessità, attraverso il “tunnel del templari”, un passaggio segreto (si può percorrere facilmente) che conduceva rapidamente i Cavalieri dall’interno della città alle galee ormeggiate nel grande porto. È scomparso anche il Palazzo dei Templari, sommerso dall’acqua da cui affiorano però misteriosi resti. É questo il fascino di Acri crociata, riemersa sotto la parte antica dell’attuale Akko, altrettanto bella, affascinante, tutta da scoprire all’interno delle sue mura, tra chiese e palazzi medioevali costruiti dagli ordini militari e cavallereschi, suq arabi e moschee, sinagoghe e bagni turchi e venditori di succhi di pompelmo, quasi ad ogni angolo. Ad Acri erano presenti le repubbliche marinare di Genova, Venezia e Pisa che avevano i loro quartieri che ancora oggi si possono ritrovare insieme ai nomi delle città scritti su vecchie targhette appese sui muri di vie e piazze. L’imponente cinta muraria racconta la storia di memorabili assedi e sanguinosi combattimenti. Quando Acri era musulmana sembrava imprendibile, poi giunsero folle di crociati da tutto il mondo cristiano guidati da sovrani, re e principi, per riconquistare la città. Ci riuscirono quando le mura cominciarono a crollare sotto i proiettili lanciati dalle catapulte di Riccardo d’Inghilterra. Il 12 luglio 1191 i musulmani di Saladino abbandonarono Acri che rimase l’ultima roccaforte cristiana in Terrasanta per altri cent’anni. Poi, nel maggio del 1291 le truppe del sultano mamelucco al-Ashraf conquistarono la ricca città ponendo fine, dopo quasi due secoli, alla presenza dei crociati nel Vicino Oriente. A nord-est di Akko, a una trentina di chilometri dalla costa, vicino al confine con il Libano, su uno sperone montuoso, spuntano le rovine della fortezza crociata di Montfort. Siamo a casa dei Teutonici, i cavalieri dal mantello bianco, ma per arrivarci bisogna percorrere a piedi uno stretto sentiero, impervio ma comunque praticabile, per oltre mezz’ora. Il castello appartenne all’Ordine dei cavalieri teutonici che da qui controllavano un vasto territorio compreso tra il mare e l’entroterra e riforniva Acri di generi alimentari. Anche per i Teutonici l’arrivo delle macchine d’assedio dei Mamelucchi del sultano Baibars fu fatale e nel 1271 l’Ordine germanico fu costretto a lasciare la fortezza, chiamata anche Starkenberg, dopo un assedio durato due settimane. Da quel momento Montfort cadde in rovina e fu danneggiato da diversi terremoti. Ci avviciniamo a Tiberiade ma prima di arrivarci, a nord-ovest del lago omonimo e non lontano dalla città santa ebraica del Talmud e della Cabala, emerge maestosa, in mezzo alla pineta, la splendida fortezza di Safed, eretta dai Templari, che proteggevano i pellegrini in marcia verso i luoghi santi cristiani. Dotato di mura difensive circondate da ampi fossati la roccaforte poteva contare su torri molti alte, anche fino a 50 metri di altezza, e poteva ospitare oltre 2000 uomini tra templari e truppe orientali alleate. Era ritenuto uno dei castelli più belli dell’Oriente crociato. Fu occupato dai mamelucchi nel 1266. I templari finirono in catene e molti di loro furono uccisi e decapitati.

Filippo Re