redazione il torinese

Contro gli illeciti ambientali

Prosegue l’attività di prevenzione e repressione degli illeciti ambientali da
parte del Comando della Polizia Provinciale di Novara
Ultimo in ordine di tempo, giovedì 24 gennaio nel territorio comunale di
Cameri dove, con un intervento congiunto con la Polizia Ferroviaria presso
un impianto dedicato alla gestione di rifiuti speciali è stata individuata e
scoperta un’attività illecita di gestione di rifiuti speciali pericolosi.
Nel corso delle indagini infatti, oltre ad aver riscontrato inadempienze alle
condizioni dettate dal provvedimento autorizzativo rilasciato dalla
provincia di Novara, sono stati trovati anche rifiuti di natura pericolosa.
Oltre alle sanzioni amministrative, il titolare della ditta è stato segnalato
alla competente Autorità Giudiziaria della Procura della Repubblica di
Novara. Le indagini proseguiranno onde accertare ulteriori reati in campo
ambientale. Come si evince, resta alto il livello dell’attenzione, il lavoro di
controllo e prevenzione da parte del Corpo di Polizia finalizzato a tutelare
chi, invece, esercita con il pieno rispetto delle norme.
“L’operazione effettuata – dichiara il consigliere delegato Luca Piantanida, evidenzia, nonostante le incertezze normative sulla riorganizzazione delle Polizie Provinciali, lo spirito di appartenenza, la professionalità, la presenza, la visibilità e l’attività di controllo degli Agenti di Polizia Provinciale di Novara, quale ottimo sistema di prevenzione e repressione per la sicurezza e la tutela dell’ambiente, oltre a dare una rapida risposta alle richieste dei cittadini. I dati infatti danno un riscontro positivo: dal 1 novembre 2018 ad oggi sono state riscontrate tre violazioni di carattere ambientale con sanzioni elevate per €.18.580,00 e altre cinque violazioni il cui importo verrà determinato successivamente al termine dell’iter procedurale. Altre sei sanzioni per il settore caccia per un importo di € 718, mentre sono state ben ventiquattro le violazioni riscontrate del codice della strada (cartelli pubblicitari) per l’importo di €. 8851 e 10 cartelli rimossi.”
Massimo Iaretti

Mostra di San Giuseppe edizione 73

Gira a pieno regime il motore della rassegna. Importanti novità nel settore dell’enogastronomia con la promozione dei prodotti del territorio piemontese e monferrino. E gusti e sapori provenienti da tutta Italia

L’ enogastronomia, con i suoi stand, è per la Mostra Regionale di San Giuseppe, da sempre, uno degli ingredienti di maggiore attrazione. Anche per l’edizione numero settantatre, che si svolgerà al Quartiere Fieristico della Cittadella di Casale Monferrato da venerdì 15 a domenica 24 marzo 2019, la società organizzatrice, D&N Eventi di Casale Monferrato, propone all’insegna della continuità una serie di novità finalizzate a promuovere i prodotti del territorio, monferrino, piemontese e nazionale. A provvedere alla ristorazione sarà una polentoteca di Vigliano Biellese che proporrà piatti a base di polenta e cucina piemontese in sinergia con i produttori vitivinicoli locali, in particolare i vini del Monferrato. E proprio il vino, coltura di pregio della terra di Monferrato, sarà il protagonista della ‘Piazza del Vino’, un’eno-area collocata nel percorso mostra adiacente all’area green (anche questa è una delle novità dell’edizione 2019, ideata e realizzata da Vivai Varallo con la collaborazione di Coniolo Fiori; a dimostrazione del proseguimento della collaborazione con la San Giuseppe che dura ormai da qualche anno. All’interno dell’area sarà presenta anche l’Istituto Luparia, scuola agraria della frazione San Martino di Rosignano Monferrato, anch’esso presenza costante negli anni. Sarà un’anticipazione di ‘Monferrato Green Farm’, la grande mostra-mercato, sempre realizzata da D&N Eventi Srl, interamente dedicata alla cura del verde e all’agricoltura che si svolgerà al PalaFiere nell’aprile 2020). E nell’Eno-area ci sarà unitamente alla presenza del Cobar-Consorzio del Barbesino, un’area di degustazione. L’offerta enogastronomica della San Giuseppe non si limiterà al locale proseguendo con una presenza di gusti e sapori da tutta Italia che, negli anni, ha sempre incontrato un notevole successo. Negli stand saranno anche presenti specialità di Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia in una vera e propria festa che coinvolge praticamente tutta l’Italia, a dimostrazione di espositori che credono fortemente nell’appuntamento casalese. E come sempre sono naturalmente riconfermati gli ingredienti che avevano contribuito al grande successo dell’edizione del marzo 2018, ovvero de ‘La Fiera dei record’, con un afflusso senza precedenti di espositori e di pubblico: si tratta dell’ingresso gratuito e del percorso a giorni alterni.

 

 

 

Per informazioni e prenotazioni stand rivolgersi

D&N Eventi Srl

Corso Valentino 72 – 15033 – Casale Monferrato (AL)

Tel. 335.7404114

Posta elettronica: commerciale@deneventi.it

 

Il martirio di Jan Palach e un insolito Prezzolini

Venerdì 22 febbraio alle ore 18, al Centro “Pannunzio” in via Maria Vittoria 35H, Luisa Cavallo, Paolo Vita e Pier Franco Quaglieni parleranno su:  Il martirio di Jan Palach per la libertà e la primavera di Praga” a cinquant’anni di distanza : una riflessione storica, non una commemorazione.

Lunedì 25 febbraio alle ore 18, al Centro “Pannunzio” in via Maria Vittoria 35H, Elisabetta Cocito dell’Accademia Italiana della Cucina, parlerà su: Un insolito Prezzolini. La cucina tra Italia e Stati Uniti.

ITALIA QUART’ULTIMA IN EUROPA PER L’USO DI INTERNET

I dati Eurosat rilevano che gli italiani si sono piazzati solo quart’ultimi in Europa per l’impiego di internet, con il 74% di connessioni rispetto all’85% degli europei. Il web è utilizzato dagli italiani soprattutto per le email (57%), per vedere video (52%) e per i social network(46%). Gli  europei nel complesso usano internet in particolare per la posta elettronica (73%), poi per cercare informazioni su beni o prodotti (70%), per guardare video (57%) e social (56%).Sono i danesi  i più in rete d’Europa  con il 98% di utenti tra i 16 e i 64 anni) seguiti da lussemburghesi (97%) e olandesi (95%), invece i più disconnessi dei 28 Paesi sono i bulgari (65%).

Alda Besso. Un percorso d’arte nel Novecento

Fino al 23 febbraio

Pittrice di singolare talento. Ma anche grafica, brillante illustratrice di libri per importanti case editrici e, ancora, abilissima e raffinata decoratrice di stoffe e tappeti, nonché fortemente attratta dal design, dalle progettazioni d’arredo e , in generale, dal vasto universo delle arti applicate. Negli anni della prima gioventù amava firmarsi “Balda” (ironica crasi di nome e cognome, ma anche esplicito manifesto di come voler acchiappare a modo suo e a tutti i costi la vita); dagli anni ’40 in poi lo pseudonimo diventò “Giò”, come “Gioia” e “Giovinezza” , su esplicito desiderio e intuizione del grande Eugenio Colmo “Golia”, fra i più famosi illustratori e caricaturisti del Novecento, che “Balda” conobbe alla redazione della “Gazzetta del Popolo” ( dove lei lavorava come grafica e dove lui era tornato come direttore dell’Ufficio Vetrine nel ’44, profondamente segnato da drammatiche vicende esistenziali e famigliari) e con cui nacque un sodalizio d’amore e di arte che si manterrà per tutta la vita. Nata “per caso” nel 1906 a Genova (dove il padre Lodovico aveva trasferito per breve tempo la famiglia per lavoro) e scomparsa a Torre Pellice nel 1992, ad Alda Besso il Collegio San Giuseppe di via San Francesco da Paola a Torino dedica un’importante e ricca retrospettiva – una settantina i pezzi esposti fra dipinti, disegni, tecniche miste e curiosi piacevolissimi manufatti a panno lenci – curata da Alfredo Centra, Francesco De Caria e Donatella Taverna. In rassegna può dirsi rappresentato tutto il “percorso d’arte”, non meno che esistenziale (e mai, come nel suo caso, arte e vita hanno macinato insieme il tempo), compiuto in oltre sessant’anni di attività dall’artista: l’iter accademico in primis sotto la guida di Giulio Casanova e di Giacomo Grosso, la sottile fascinazione per le sospese silenti atmosfere casoratiane, i primi compositi e lineari paesaggi della periferia torinese, seguiti alla “buriana” emotiva che in lei produsse l’Esposizione di Torino del ’28 e la dirompente frenesia di quel secondo Futurismo che ritroviamo sintetizzato nell’aggressiva “Natura morta futurista” del ’31, così come nel “Sentiero”, fusain su carta del ‘39 esposto in mostra. E poi i ritratti. Grosso docet. Perfetto nei tratti di elegante compostezza – il naso marcato sormontato da spesse lenti da vista – e nelle combinazioni cromatiche ( con il pacato marrone del papillon sul bianco increspato della camicia) quello degli anni ’60 raffigurante il suo “Golia”. Con lui, molto più anziano (Colmo era nato a Torino nel 1885), Giò fondò, nella casa di corso Regina Margherita 101 a Torino – dove passò gran parte dell’intellighenzia artistica e culturale torinese – lo Studio “GoBes”, dove i due tennero prolifici corsi di pittura, grafica, design e scenografia per una nutrita corte di allievi, alcuni diventati nel tempo anche illustri. Uno per tutti, Giorgetto Giugiaro, rimasto particolarmente affezionato a “Giò”, anche dopo l’ esperienza di corso Regina. Furono quelli anni di intenso lavoro e grandi soddisfazioni. Seguiti da giorni e mesi carichi di amari presagi, diventati ben presto dolorose realtà. “Golia” (pare che il soprannome, riferito alla notevole statura, gli fosse stato appioppato da Guido Gozzano, suo compagno di scuola nei lontani anni del Liceo “Cavour”) morì nel settembre del 1967. Per “Giò” è quello l’inizio di una vita in ombra, segnata dal dolore, dalla memoria e dalla solitudine interiore. Nonostante tutto, incontra amici, partecipa a mostre e si sforza di mantenere viva la figura del marito attraverso interviste, pubblicazioni varie e il riordino delle sue carte e delle sue opere che sfociano nel ’68 nella pubblicazione de “Il mondo di Golia”, edito da “GoBes” e da lei curato. Di questo periodo, e fino agli anni ’80, sono ancora numerosi i ritratti. Di amici, famigliari, della sorella Bianca e della giovane amica Donatella Taverna con il bimbo di quest’ultima che in testa porta un cappello da moschettiere, dalla stessa “Giò” realizzato in panno e piume. Ma soprattutto, l’“Autoritratto” del ’76, che vediamo in mostra: i capelli ingrigiti, dietro l’armonia del volto le tracce dello scivolare degli anni, con un lieve e malinconico sorriso che cerca di annientare irremovibili malinconie. Piano piano “Giò” arriva alle ultime opere collettivamente definite “Sensazioni”: specchio di un’anima dolce indifesa e impaurita. Ecco allora i “Tronchi al vento”, dove il bosco partecipa e soggiace al vortice impetuoso delle emozioni, con una nera impercettibile presenza umana al riparo, in primo piano, di un albero. Figure nascoste e mani nascoste che s’intrecciano: le troviamo anche in alcune grandi composizioni floreali, su cui spesso vanno a posarsi variopinte farfalle e insetti. Apparenti scampoli di serenità. Anche in “Abbraccio” c’è sì il fondersi di affetti, ma le figure hanno perso volti e carne; sono oniriche sinuose e serpentine presenze – il gigante “Golia” e lo scricciolo “Giò”? – che abitano ormai mondi lontani. Separati. Diversi. A unirli, solo la drammaticità dei ricordi e dell’attesa.

Gianni Milani

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“Alda Besso. Un percorso d’arte nel Novecento”

Collegio San Giuseppe, via San Francesco da Paola 23, Torino; tel. 011/8123250 o www.collegiosangiuseppe.it

Fino al 23 febbraio

Orari: lun. – ven. 10,30/12,30 – 16/18; sab. 10,30/12,30

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Nelle foto

– “Autoritratto”, olio su tela, 1976
– “Sentiero”, fusain su carta, 1939
– “Golia”, olio su tavola, anni ’60
– “Tronchi  al vento”, fusain e china su carta, 1970
– “Euforbia e farfalla. Incontro n. 5”, tempera su carta, fine anni ’70
– “Abbraccio”, tempera olio e china su carta, anni ’70-’80

 

Torta delizia campagnola dal cuore morbido

torta cibo 2Perfetta in ogni occasione. Un vero peccato di gola

 

 

E’ una crostata davvero speciale, un guscio di friabile pasta frolla burrosa dal cuore morbido morbido, ripieno di frutta di stagione, cioccolato e crema pasticcera, un mix di sapori e profumi che la rendono un’ irresistibile delizia. Perfetta in ogni occasione. Un vero peccato di gola.

 

 

Ingredienti:

Per la frolla

300gr. di farina

150gr. di burro

80gr. di zucchero

2 tuorli

Un pizzico di sale

 

 

 

Per la farcia:

3 tuorli

80gr. di zucchero

250ml. di latte

25gr. di farina

1 mela – 1 pera

100gr.di cioccolato fondente 70%

Buccia di limone grattugiata

Zucchero a velo per decorare

 

 

 

 

Preparare la frolla impastando velocemente nel mixer tutti gli ingredienti. Lasciar riposare l’impasto in frigo avvolto in pellicola da cucina per almeno 30 minuti. Preparare la crema pasticcera. Bollire il latte con la buccia di limone, filtrare. In una ciotola sbattere i tuorli con lo zucchero, aggiungere la farina setacciata e il latte caldo a filo. Cuocere per 8 minuti circa sempre mescolando. Lasciar raffreddare. Dividere la frolla in due parti, stenderla con il mattarello, con una parte rivestire una teglia da crostata precedentemente infarinata, bucherellarla e stendere sopra la crema pasticcera. Pelare e affettare la mela e la pera, disporle sulla crema. Far fondere il cioccolato con poco latte e distribuirlo sulla frutta. Coprire il tutto con la frolla rimasta. Infornare a 180 gradi per circa 50 minuti. Lasciar raffreddare e cospargere con zucchero a velo. Deliziosa consumata il giorno dopo.

 

Paperita Patty

 

 

Orfani di femminicidio. Una legge incompiuta

Un incontro per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla legge nazionale che tutela gli orfani per crimini domestici ma che, in mancanza dei regolamenti attuativi, non può ancora produrre pienamente i suoi effetti

 

 È stato questo l’obiettivo del convegno “Orfani di femminicidio. Una legge incompiuta”, che si è svolto a Palazzo Lascaris lunedì 18 febbraio, organizzato dal Comitato associazioni femminili torinesi (Caft) con il patrocinio della Consulta femminile regionale. “La legge nazionale 4/2018 è un provvedimento importante, che colma un vuoto normativo creatosi a fronte del fenomeno diffuso delle violenze domestiche che possono sfociare fino all’omicidio e ha fra i suoi obiettivi quello di semplificare le attività processuali e successorie per gli orfani di femminicidio”, ha spiegato l’avvocata Assunta Confente. “Tuttavia, mancano ancora i regolamenti attuativi riferiti alla parte economica, per disciplinare il fondo per il diritto allo studio e alla formazione di questi orfani “speciali”. È fondamentale quindi che gli organi competenti si attivino affinché la norma possa avere compiuta applicazione”. All’incontro, aperto dalla presidente della Consulta femminile Cinzia Pecchio e moderato da Cristina Vernizzi, rappresentante del Caft, è intervenuta anche l’assessora regionale alle Pari opportunità e alle Politiche giovanili, Monica Cerutti, che ha ricordato anche l’esistenza di una legge regionale, la 4/2016  “Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli” che sta costruendo un importante sistema attraverso la rete dei centri antiviolenza e le altre realtà di supporto alle vittime. Hanno inoltre partecipato all’incontro la garante regionale per l’infanzia e per l’adolescenza Rita Turino, la psicologa e psicoterapeuta Claudia Cuminetti e il giudice onorario presso il Tribunale dei minori Ermelinda Bertini.

Campionato Italiano Invernale Lifesaving, piemontesi a caccia di medaglie

www.federnuoto.piemonte.it

Dodici mesi fa gli atleti piemontesi tornarono dal Campionato Italiano lnvernale di categoria di nuoto per salvamento con oltre cinquanta medaglie, una ventina titoli italiani e tre record nazionali di categoria

Un risultato ovviamente ottimo, che i nuotatori del nostro comitato regionale proveranno a ripetere e migliorare tra domani e domenica nell’analoga manifestazione 2019 in programma allo Stadio del Nuoto di Riccione. Cinque giornate e nove turni gara; circa 1400 atleti delle categorie Esordienti A, Ragazzi, Junior, Cadetti e Senior in rappresentanza di quasi cento società di tutta Italia. Tredici di queste sono piemontesi – Filgud, Centro Nuoto Nichelino, Sa-Fa 2000 Torino, Nuotatori Canavesani, Polisportiva UISP River Borgaro, GS Vigili del Fuoco Salza, Libertas Nuoto Rivoli, NC RN Cairo M. Acqui Terme, Aquatica Torino, CS Roero, Libertas Nuoto Chivasso, Swimming Club Alessandria, Rari Nantes Torino – per un totale di circa 900 presenze gara, comprese le staffette.

NELLA STESSA TOMBA CON L’AMICO A QUATTRO ZAMPE

Il via libera del consiglio regionale della Lombardia alla sepoltura degli animali d’affezione, cani e gatti, nello stesso loculo dell’amico umano è “un’ottima notizia che spero apra la strada all’approvazione della proposta di legge nazionale che ho depositato l’estate scorsa e che prevede anche la sepoltura dei resti degli animali d’affezione nella tomba del proprietario

Il testo disciplina, in generale, la materia dei cimiteri, dei servizi di cremazione e di sepoltura dei nostri amici a quattro zampe”. Così l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente commenta il voto di oggi al Pirellone su una proposta presentata da FI. “Milioni di italiani – spiega – considerano gli animali d’affezione come membri della famiglia. Di qui l’esigenza di individuare luoghi dove ricordarli o di dare la possibilità di condividere con loro, dopo la vita, l’eterno riposo. Sono certa che questa soluzione, già prevista in alcuni paesi, sarebbe assai gradita ai tantissimi che convivono con amici a quattrozampe. L’amore e la fedeltà superano anche il limite della morte”. “Attualmente – aggiunge l’ex ministro – non esiste una legge nazionale, esistono solo delle linee guida del ministero della Salute, diffuse nel 2013, per l’applicazione di un regolamento europeo del 2009 che disciplina lo smaltimento dei sottoprodotti di origine animale. Le linee guida consentono il sotterramento degli animali da compagnia in terreni privati o in cimiteri per animali secondo i criteri fissati con provvedimento di ciascuna Regione o Provincia autonoma. Non tutte le Regioni hanno provveduto ad emanare una regolamentazione ad hoc. Di fatto quella che propongo è una modifica alla legge-quadro sugli animali d’affezione (281/91) per dare regole uniformi sulla sepoltura degli animali, sulla realizzazione di cimiteri per animali, sui servizi di cremazione. Oltre a disciplinare la sepoltura degli amici a quattrozampe, per esempio, nei giardini privati – sottolinea – la proposta prevede, come in Lombardia, anche la possibilità di seppellire, previa cremazione e in urna separata, i resti degli animali d’affezione nella tomba del proprietario, nel loculo, nella sepoltura di famiglia, per volontà del defunto o su richiesta degli eredi: un modo per perpetuare il ricordo di un profondo legame affettivo”.