redazione il torinese

Ventura gongola per il Toro ritrovato in trasferta: 3-2 a Cesena

VENTURA

Maxi Lopez entra al posto di Martinez e segna la rete decisiva

 

Un sostanzioso 3-2 contro il Cesena e il Toro vince finalmente in trasferta. La soddisfazione di mister Ventura è frutto dell’ ultimo e prezioso acquisto, Maxi Lopez. Il giocatore argentino entra al posto di Martinez e segna la rete del 3-2 che consente ai Granata di giungere a quota 22 punti. Gli altri gol son di Quagliarella e Benassi, autori del 2-0. Il Cesena ha potuto sì pareggiare, ma il ciclone Lopez, con la complicità di Quagliarella, ha segnato il ghiottissimo gol partita.

Il dopo Napolitano per i nostri lettori? Vince Caselli, seconda Bonino, chiude Gianduia

napolitano

“E se il nuovo Presidente della Repubblica fosse torinese? Sono tanti i nomi eccellenti di torinesi o piemontesi nei campi più disparati: cultura, politica, sociale, imprenditoria. Se doveste pensare ad uno di loro nella veste di Presidente della Repubblica, chi proporreste? Scrivetelo qui”. E puntuali sono arrivati i commenti dei lettori

 

La politica non è certo un prodotto di tendenza, di questi tempi. E non stupisce il dover constatare che il nostro post sulla pagina Facebook del Torinese, dedicato al minisondaggio tra i lettori per indicare un potenziale successore piemontese di Napolitano abbia raggiunto “solo” 689 persone. Dato risibile se si raffronta ad uno dei più banali post sempre sulla nostra stessa pagina Fb, quello delle previsioni meteo, che ha invece raggiunto 5631 lettori. La proposta del nostro sondaggio – privo, ovviamente di ogni pretesa di valore statistico – era questa: “E se il nuovo Presidente della Repubblica fosse torinese? Sono tanti i nomi eccellenti di torinesi o piemontesi nei campi più disparati: cultura, politica, sociale, imprenditoria. Se doveste pensare ad uno di loro nella veste di Presidente della Repubblica, chi proporreste? Scrivetelo qui”. E puntuali sono arrivati i commenti dei lettori.

 

Molto colorito quello di Angela Casarella : “Per piacere fuori i comunisti quelli con il portafoglio di destra…che sono i più infami …xche’ torino è la mia città ma odio i comunisti”. Ognuno la pensa come crede, ma tempestiva le è arrivata la replica di Patrizia Benvegnu: ” Complimenti alla Signora Casarella… Che classe…degna della Lega…”. E Paolo Perino: “Complimenti alla signora Casarella che scrive un italiano da extracomunitaria e, dal cognome che riporta, non e’ nemmeno torinese!” Danilo Nonno Anselmo Chauvie, invece, non propone chi eleggere ma chi NON eleggere: “Speriamo non come Scalfaro”. Adriana Finotti: “Violante”.

 

Ancora Patrizia Benvegnu: “Caselli”. Stessa selta di Daniela Pregliasco che pure  indica il magistrato torinese. Anche Romolo Calemme: “Caselli”. Annamaria Leccacorvi:  “Emma Bonino”. Paola Ravazzi: ” Bonino o Zagrabelsky”. Tranchant Franca Spampinato: “Bello schifo! Sempre i soliti ladri”. Non pervenuti i nomi di Fassino e Chiamparino, di cui si parla come possibili papabili al Colle. Ma la proposta più torinese è quella di Mario Viky Morutto: “Gianduia!”.

Bimbo figlio di due mamme, E. Rossi: "Una svolta nel diritto di famiglia"

rossi avv

E’ ancora presto per poter dire che impatto avrà tale provvedimento sul nostro sistema, ma è probabile che anche altri tribunali seguiranno la scia tracciata dai giudici torinesi

 

La sentenza della Corte di Appello di Torino, con la quale è stata autorizzata la trascrizione dell’atto di nascita di un bambino nato in Spagna da una pratica di fecondazione assistita eterologa, è assolutamente rivoluzionaria perché riconosce l’esistenza di due genitori dello stesso sesso, in questo caso due madri.

 

Questa decisione, che ha visto adattare la carente normativa ad un caso che non poteva non trovare una risposta anche nel diritto, apre il varco ad una svolta nel diritto di famiglia italiano, specie sul versante della filiazione, essendo imperniata sulla tutela del principio di identità personale e sociale di ciascuno. La creazione di rapporti parentali viene finalmente vista come una risorsa.

 

E’ ancora presto per poter dire che impatto avrà tale provvedimento sul nostro sistema, ma è probabile che anche altri tribunali seguiranno la scia tracciata dai giudici torinesi. Del resto, il principio di fondo alla base di tale sentenza è lo stesso che dovrebbe trovare applicazione in tantissimi altri casi che da molto, troppo tempo chiedono una risposta, come ad esempio le coppie di fatto, le adozioni da parte di single. 

 

La nostra società nel corso degli ultimi decenni è mutata radicalmente, ma di tali cambiamenti il legislatore sembra non essersi accorto, con la conseguenza che ci troviamo dinanzi ad una serie di situazioni prive di una regolamentazione che invece deve esserci. Si può fornire la regolamentazione che meglio si crede, punendo, esaltando, disciplinando in un modo piuttosto che in un altro, ma una regolamentazione si deve dare. Se cosi non fosse, come fino ad oggi non è stato, possiamo dire che il diritto ha tradito la sua principale missione che è quella di dare un senso, una veste giuridica a ciò che esiste.

Dopo Delrio le Province in crisi, così non va

ALESSANDRIA

Una ironica interrogazione rivolta al presidente della Provincia di Alessandria, Rita Rossa: sa di ricoprire questo ruolo oltre che quello di primo cittadino?

 

Che novità ha portato la legge Del Rio, che prende il nome dell’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, per le province e le neonate Città metropolitane, oltre alla soppressione dell’elezione diretta di presidente e consiglio da parte dei cittadini ? Se per la Città Metropolitana di Torino, che dal 1 gennaio ha sostituito in tutto e per tutto (o quasi) la Provincia di Torino ormai passata alla storia, le commissioni ed il consiglio metropolitano stanno lavorando per trovare una forma statutaria ed un assetto ottimali, come dimostra quanto pubblicato in precedenza, pur permanendo il problema dei precari, nelle province piemontesi invece le cose non paiono andare meglio, anzi. Non è un caso che il giovane (anagraficamente, in realtà è al secondo mandato) Federico Riboldi,  esponente dei Fratelli d’Italia, abbia rivolto una ironica interrogazione al presidente della Provincia di Alessandria, Rita Rossa, domandandole se sa di ricoprire questo ruolo oltre che quello di primo cittadino della “Città della Paglia”. Nel documento, l’esponente dell’opposizione evidenzia che il presidente Rossa parrebbe essere presente a Palazzo Ghilini (sede della Provincia di Alessandria) in rarissime occasioni, che oggi non sono ancora state assegnate le deleghe per le  materie di competenza ai consiglieri, che non è mai stata convocata una conferenza dei capigruppo, non sono state costituite le commissioni consiliari. Di qui la domanda “se il presidente Rita Rossa sia cosciente di essere stata eletta presidente della Provincia di Alessandria”.

Massimo Iaretti

Dopo Charlie Hebdo centrodestra e radicali contro il massacro di cristiani e il terrorismo

aglietta

“Per sollecitare un intervento della comunità internazionale e fermare il massacro di civili da parte di Boko Haram”

 

Doppia manifestazione sabato a Torino, per dire no al terrorismo. In piazza Carignano si è tenuto il presidio promosso dalla Lega. I manifestanti, guidati da Roberto Cota hanno protestato silenziosamente “per la difesa della nostra identità”. ” La sinistra – ha detto Cota – sta distruggendo i concetti di solidarietà ed integrazione. Si è solidali soltanto dopo aver ascoltato i bisogni dei propri concittadini. L’integrazione è tale solo nel rispetto delle regole del Paese che ospita”. Erano presenti anche il leader regionale di Forza Italia, Gilberto Pichetto, e il consigliere Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia.

 

L’associazione radicale Adelaide Aglietta, invece, è una delle poche voci che si è fatta sentire sul drammatico problema dele persecuzioni in Nigeria. Ha organizzato un Flash-mob in piazza Castello a Torino, davanti al palazzo della Regione “per sollecitare un intervento della comunità internazionale e fermare il massacro di civili da parte di Boko Haram” . Così come accaduto per la manifestazione di solidarietà a Charlie Hebdo, i  manifestanti avevano  cartelli al collo. La scritta, questa volta, era:  “Je Suis Nigerian”. Si sono sdraiati per terra a simboleggiare le migliaia di morti innocenti. “Le persecuzioni compiute dai fondamentalisti di Boko Haram sono crimini contro l’umanità”.

 

L’APPELLO: CHIEDIAMO L’INTERVENTO DELLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE CONTRO I CRIMINI IN NIGERIA

 

Migliaia di civili trucidati. Assassini e rapimenti di studenti e studentesse.

Limitazioni dei diritti umani fondamentali.

Fino alle più recenti stragi, compiute sacrificando i corpi di bambine e bambini….

Boko Haram sta gradualmente destabilizzando uno degli Stati più popolosi e ricchi dell’Africa,

aprendo un temibile fronte di contagio fondamentalista nel cuore del Continente

e compiendo un arretramento spaventoso sul fronte dei diritti umani.

 

Giovane di 20 anni muore in incidente stradale nella notte

INCIDENTE

Il ragazzo, che viaggiava solo, probabilmente ha perso il controllo dell’auto

 

Si è trattato del terzo incidente mortale nei pressi di Asti in due settimane. Un giovane di 20 anni, Paolo Bonaldo, residente a San Paolo Solbrito, è morto durante la notte in un incidente stradale sulla statale Torino-Asti, nei pressi di Dusino San Michele. Il ragazzo, che viaggiava solo, probabilmente ha perso il controllo dell’auto, e si è schiantato. Il manto stradale era scivoloso per la pioggia. Per estrarlo dalle lamiere sono intervenuti i vigili del fuoco.

 

(Foto: archivio)
   

Alfano a Tirana contro i terroristi

alfano

Il titolare del Viminale ha incontrato il Presidente della Repubblica albanese Bujar Nishani, il Primo Ministro Edi Rama, e il suo omologo Saimir Tahiri

 

Visita del ministro dell’Interno  mercoledi 14 Gennaio a Tirana per il coordinamento dell’intelligence sul terrorismo, ed in particolare per la questione dei foreign fighters, su immigrazione e lotta alla criminalità organizzata. Sono i temi principali affrontati dal ministro Angelino Alfano, nel corso di una serie di incontri istituzionali. Il titolare del Viminale ha incontrato il Presidente della Repubblica albanese Bujar Nishani, il Primo Ministro Edi Rama, e il suo omologo Saimir Tahiri.

 

Il rischio di diffusione dell’estremismo islamico in un’ area sensibile a possibili passaggi di esponenti legati all’Isis o Al Qaeda è stato discusso ad alto livello istituzionale di entrambe le parti. Si rafforzerà la lotta comune contro il traffico illegale. I ministri Alfano e  Tahiri hanno firmato diversi protocolli di cooperazione e discusso in relazione alle operazioni congiunte per la lotta alla criminalita’ organizzata , a partire dalla confisca dei beni delle persone incriminate. Strategie comuni da mettere in atto contro il trafico di droga , riciclaggio di denaro, in quanto entrambe le parti hanno sequestrato carichi di hashish spesso avviati verso il paese vicino, così come altri tipi di droghe come la cocaina o l’eroina.

 

Tema centrale dell’incontro e’ stato il fenomeno della diffusione di estremisti islamici nei territori albanesi, vista la vicinanza dell’Italia all’Albania ,i jihadisti rappresentano una grave minaccia. Qualche settimana fa, Alfano ha tenuto diversi incontri in Italia con i vertici della polizia, procura, intelligence, e si e’ approvato il piano “Colombo”, per la risposta prevista in caso di un attacco da parte di estremisti. L’arrivo in Italia di alcuni elementi provenienti dal Medio Oriente ha aumentato i sospetti, Porti ed aeroporti in Albania sono in massima allerta per individuare soggetti che intendano usare le frontiere albanesi per giungere in Europa.

 

P. Petromilli

La Primavera di Praga sboccia a Torino

praga palach

Jan Palach si immolò e  al suo funerale – che fu quello della libertà nel tormentato Paese del Centro Europa – furono in 600mila a dargli l’ultimo saluto. Torino venerdì 16 gennaio  ha voluto ricordarlo intitolandogli un  giardino

 

Aveva ventun anni il giovane Jan Palach quando decise di immolarsi per la libertà del suo Paese, la Cecoslovacchia, occupata dall’agosto precedente dalle truppe sovietiche e del Patto di Varsavia (ad eccezione di quelle rumene ed ungheresi) dandosi fuoco in piazza San Venceslao a Praga. Era il 16 gennaio del 1969, e la Primavera di Praga del leader riformista Alexander Dubcek era da poco stata fatta terminare con la forza. Jan morì il 19, tre giorni dopo, ma al suo funerale – che fu quello della libertà nel tormentato Paese del Centro Europa – furono in 600mila a dargli l’ultimo saluto. Torino venerdì 16 gennaio 2015 ha voluto ricordarlo intitolandogli il giardino del Centro San Liborio – Fablab Pavone in via Bellezia 19.

 

Molti gli intervenuti Loredana Polito, presidente dell’associazione Sicurezza e Lavoro (che edita l’omonima rivista diretta da Massimiliano Quirico e gestisce lo spazio), i consiglieri comunali Maurizio Marrone, Silvio Magliano, il consigliere regionale Giovanni Ferraris, il console della Repubblica Ceca, Franco Aprile e quello della Repubblica Slovacca, Giuseppe Pellegrino (dal 1 gennaio 1993, grazie ad una “separazione consensuale” la Cecoslovacchia non esiste più ed al suo posto sono nate le due repubbliche), Massimo Guerrini presidente della Circoscrizione I dei Torino e Marta Levi, presidente di Edisu Piemonte.

 

“Prima di darsi fuoco – ha dichiarato Massimo Guerrini, presidente della Circoscrizione Centro Crocetta di Torino – Jan Palach, solo 21 enne, allontana il suo inseparabile quaderno, dove si leggerà: «È mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l’abolizione della censura… altrimenti ci saranno altre torce umane».


Questo ragazzo si è ucciso in nome del più alto principio che sta alla base della nostra società: la Libertà. Un principio, che come ci raccontano le cronache francesi, è minacciato da sempre nella storia dell’umanità: l’unico ideale per cui vale la pena anche perdere la vita, affinché altri ne possano beneficiare”.

Massimo Iaretti

Caselle declassato non può decollare, gli industriali si appellano al governo

caselle

Un rilancio dello scalo rappresenterebbe una condizione imprescindibile per l’export piemontese. Forza Italia all’attacco. Anche il sindaco Piero Fassino e il governatore Sergio Chiamparino avevano assicurato il loro interessamento

 

Anche se da Roma non ci sono segnali di particolare attenzione nei confronti dell’aeroporto torinese, dalla Sagat (la società di gestione dello scalo) fanno sapere i dati lusinghieri relativi all’anno appena trascorso. 8,6% di passeggeri in più – pari al doppio della media nazionale – per un totale di oltre 3 milioni e 300 mila passaggi su Torino. I passeggeri stranieri sono invece aumentati del 18%, con 28 destinazioni servite di cui 18 all’estero. E, nei prossimi giorni, saranno annunciati nuovi collegamenti, dopo l’abbandono di Alitalia.

 

Eppure il governo ha declassato il “Sandro Pertini” togliendogli il fregio della A, la prima categoria aeroportuale. Qualcosa forse si sta muovendo, ad incominciare dagli industriali torinesi. La presidente dell’Unione, Licia Mattioli, ha rivolto un appello al ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, spiegando che un rilancio di Caselle rappresenterebbe una condizione imprescindibile per l’export piemontese, in fase di ripresa (rappresenta l’11% della quota nazionale). Anche il sindaco Piero Fassino e il governatore Sergio Chiamparino avevano assicurato il loro interessamento nella Capitale.

 

Per ora si fa sentire l’opposizione di centrodestra in Comune e Regione. La nostra economia ha bisogno di  un aeroporto che dia un contributo forte ai collegamenti commerciali e turistici di Torino e del Piemonte, capace di diventare ‘Hub di sviluppo’ per le nostre migliori aziende. Cosa che ad oggi Caselle non riesce  ad essere come dimostrano i dati degli ultimi anni”. A dichiaralo Gilberto Pichetto, il coordinatore regionale e capogruppo in Regione Piemonte per Forza Italia, e il responsabile nazionale Trasporti, Mino Giachino durante una conferenza stampa , alla quale ha anche partecipato un osservatore dell’Unione Industriali.

 

 Forza Italia in particolare ha ricordato come Torino nel 2002 era 9a nella classifica degli aeroporti nazionali per passeggeri. Nel 2014 è al 14mo posto. Le varie gestioni in questi anni hanno magnificato le piccole crescite percentuali perdendo di vista il dato complessivo. Nei primi 10 anni del terzo millennio il sito sabaudo è cresciuto del 26% mentre gli aeroporti italiani hanno fatto registrare mediamente un +60%.  Dagli  aeroporti italiani ogni anno partono 144 milioni di passeggeri (2,5 volte gli abitanti) da Torino partono 3,5 milioni di passeggeri , il 70% dei piemontesi. Ecco le proposte del partito per il rilancio:

1)      ottenere dal Governo l’inserimento di Torino tra i 12 aeroporti strategici del Paese;

2)      definire un piano regionale dei trasporti dove il ruolo del nostro Aeroporto sia ben diverso da quanto previsto dall’ultimo Piano dei trasporti della Regione (Giunta Bresso);

3)     concordare con i privati una gestione coordinata Torino-Malpensa-Napoli- Bologna che inserisca il nostro aeroporto in rotte nazionali e internazionali di maggiore interesse in modo da trarne importanti sinergie e ricadute.

 

 

Il tempo è galantuomo e (dopo quasi vent'anni) la giustizia riconosce la buona fede di "Cip & Ciop"

CIP CIOP

IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Perché si torna a parlare di Cip e Ciop? Perché stanno diventando un caso internazionale, in quanto Unione Europea, Francia e Svizzera intimano all’Italia di fermarne la proliferazione, prima che loro facciano scomparire l’autoctono rosso. E gli esperti osservano sconsolati che la battaglia è ormai perduta… perché diciotto anni fa qualche spirito di patata non trovò di meglio che fare dell’ironia e schierarsi a difesa degli “innocenti” animaletti, pur di dare in testa ai berlusconiani

 

“Fermate lo scoiattolo grigio” è il titolo di un articolo di alcuni giorni fa su La Stampa nazionale, un titolo che ha risvegliato nella memoria di Ghinotto antichi ricordi. Correva infatti l’anno 1997, e l’allora Giunta Ghigo si districava, con non poca fatica, tra i problemi del Piemonte e i lacci e i laccioli di un’opposizione arrabbiata per la inedita vittoria dei berluscones a metà 1995. L’assessore alla Caccia, Matteo Viglietta, aderendo a un progetto presentato dall’Università di Torino e sostenuto, perfino con veemenza, dalla buonanima del prof. Currado – che aveva fatto di questa battaglia quasi una ragione di vita – decise di far acquistare delle gabbie per la cattura sperimentale degli scoiattoli americani.

 

Questi graziosi animaletti, infatti, si stavano diffondendo come la peste nel parco della Mandria e a Racconigi, essendo stati inopinatamente introdotti da qualche sconsiderato, e minacciavano l’esistenza dell’indigeno scoiattolo rosso, più piccolo e meno prolifico del grigio. Quale fu il torto di Viglietta, affermato imprenditore di ferramenta? Di essere l’unico importatore in Italia di tali gabbie, costruite in Francia, e da lui vendute sul territorio nazionale. Ci pensò il puntuto consigliere dei Verdi, Pasquale Cavaliere – anni dopo tragicamente scomparso in Argentina – a far scoppiare il caso. In realtà l’assessore aveva solamente commesso l’ingenuità di non assentarsi dalla Giunta durante la decisione, ma tanto bastò per impalcare uno “scandalo” in cui inzupparono il pane gli indignati a senso unico.

 

Specie ai redattori di quei giornali che hanno per contratto l’astio antiberlusconiamo non parve vero di cavalcare l’onda del “caso Cip e Ciop”, come fu ribattezzato con arguzia degna di miglior causa. In breve, l’assessore fu travolto e costretto a dare le dimissioni per quelli che in gergo giudiziario sono chiamati “fatti bagatellari”, ma il suo scalpo era utile alla propaganda anti Giunta Ghigo, che poi visse in effetti altri casi gonfiati ad arte e a scopo politico.

 

Ma perché ora si torna a parlare di Cip e Ciop? Perché stanno diventando un caso internazionale, in quanto Unione Europea, Francia e Svizzera intimano all’Italia di fermarne la proliferazione, insomma di sterminarli prima che loro facciano scomparire l’autoctono rosso. E gli esperti osservano sconsolati che la battaglia è ormai perduta… perché diciotto anni fa qualche spirito di patata non trovò di meglio che fare dell’ironia e schierarsi a difesa degli “innocenti” animaletti, pur di dare in testa ai berlusconiani.

 

Meno male che questo è un paese che impara le lezioni, che oggi abbiamo una magistratura e un sistema dell’informazione molto, ma molto più avanzato, che non scambia lucciole per lanterne. Avete dei dubbi? Guardate com’è finita la questione Rimborsopoli, in cui una decina di esponenti del centrosinistra (e un paio del centrodestra) sono stati prosciolti dalle accuse perché si è giustamente dimostrata la loro buona fede e non consapevolezza di commettere un reato. La stessa buona fede che non fu mai riconosciuta a Viglietta, oggi diventa una panacea per gli ingiustamente accusati, che escono dal processo pienamente riabilitati. E pazienza che solo qualche mese fa non si è visto lo stesso trattamento nei confronti di casi analoghi (prevalentemente di centrodestra). Si vede che la maturazione verso una nuova civiltà giuridica non era ancora completa, ma in pochissime settimane sono stati fatti passi avanti da gigante.

 

Ghinotto