redazione il torinese

Quale futuro per i parchi piemontesi?

bosco verde 

Il gruppo socialista al Parlamento europeo e il gruppo consiliare del Pd in Regione hanno voluto discutere sul futuro delle aree protette dedicando il convegno all’ideatore della legge, Gigi Rivalta

 

A 40 anni dalla legge regionale che istituì i parchi in Piemonte, il gruppo socialista al Parlamento europeo e il gruppo consiliare del Pd in Regione hanno voluto discutere sul futuro delle aree protette dedicando il convegno all’ideatore della legge, Gigi Rivalta. L’incontro è stato moderato dalla presidente della Commissione regionale Ambiente, Silvana Accossato (PD). “Gigi Rivalta è stato un pioniere, anche oggi dobbiamo avere la stessa lungimirante visione nello scrivere la riforma dei parchi”, lo ha detto Davide Gariglio, capogruppo in consiglio regionale e segretario del PD del Piemonte. “Ogni legge parte da riflessioni di carattere culturale – continua Gariglio – e sul futuro dei parchi dobbiamo avere la forza di introdurre una nuova visione senza limitarci alla contingenza dei tagli dei costi”. All’incontro è intervenuto anche l’Assessore regionali all’ambiente, Alberto Valmaggia, che sulla futura legge in discussione dice: “i parchi non vanno intesi né come musei né come luoghi in cui vige una somma di divieti, dobbiamo – rimarca – individuare percorsi e opportunità nuove”. E’ intervenuta anche Mercedes Bresso, europarlamentare PD, che ha ricordato la grande opportunità dei Fondi europei. “In Europa la superficie occupata da aree protette è pari al 20% – sottolinea Bresso – zone dall’enorme potenziale che non possiamo sterilizzare, il cui futuro deve essere progettato con i territori”. A illustrare un altro aspetto, quella che compete più ai pianificatori del territorio, è intervenuto il presidente dell’Ordine degli architetti, Giorgio Giani. “In Piemonte – ha detto Giani – esiste il primo Parco protetto d’Italia: il Gran Paradiso, proprio perché abbiamo una lunga tradizione ambientale. In questi anni – continua – c’è stata scarsa attenzione alla pianificazione per la paura di trasformare i Parchi in qualcosa di diverso dalla visione di tutela, oggi dobbiamo intenderli come un fattore di sviluppo”. La conclusione dell’incontro è stata affidata al consigliere regionale del Pd, Antonio Ferrentino, membro della Commissione ambiente: “la riforma della legge sui parchi proseguirà con altri approfondimenti, perché quando si parla di parchi prima degli aspetti tecnici serve una visione di sistema. Parallelamente all’approvazione della legge vorremmo approvare un documento politico d’indirizzo che tenga conto delle sollecitazioni dei territori”.

La Juventus piega allo Stadium il Genoa: 1-0

juve stadiumNonostante le fatiche di Champions League i bianconeri battono la squadra di Gasperini, unica ad averli sconfitti dall’inizio del campionato

 

La Juventus, nonostante le fatiche di Champions League profuse in abbondanza contro il Borussia Dortmund, è riuscita con una ennesima prodezza balistica di Carlitos Tevez a sconfiggere il Genoa di Gasperini venuto a Torino con il chiaro intento di portar via un risultato positivo.

 

E’ stata una partita, soprattutto nel primo tempo, condotta su altissimi ritmi, imposti soprattutto dagli uomini del Grifone. I bianconeri sono scesi in campo con la difesa disposta a tre, con Barzagli, Bonucci e Chiellini, riproponendo come modulo il 3-5-2. A centrocampo, Vidal, Marchisio, recuperato dall’attacco influenzale e Pereyra. Sugli esterni, Padoin e Lichsteiner. In attacco, oltre al sempre presente Tevez, la conferma di Llorente che ha sostituito per l’occasione lo squalificato Morata. La prima occasione è per i rossoblu, con Niang che non riesce a sfruttare un buco clamoroso di Bonucci. Il tiro da fuori area sfiora il palo della porta di Buffon. Questa sarà l’unica pecca difensiva dell’intero reparto arretrato bianconero per tutta la durata dell’incontro. Si giunge così al 25° minuto di gioco, allorquando l’Apache, su invito di Pereyra, si libera, insinuandosi all’interno dell’area genoana e, liberandosi di tre difensori rossoblu, ha fatto partire un missile terra-aria di inaudita violenza.

 

La sfera, si è infranta prima sulla traversa della porta difesa da Perin per poi terminare la sua corsa in fondo al sacco. Una bomba, sulla falsariga di quella del primo goal di Dortmund, questa volta alla sorprendente velocità di 163 chilometri all’ora. A nulla è valso il tentativo dell’incolpevole Perin che ha dovuto inchinarsi alla precisione millimetrica del tiro dell’argentino più che mai capocannoniere del campionato con 16 centri. Si capisce perché Allegri non rinunci mai al suo campione: sta al tecnico comunque gestirlo nel migliore dei modi perché lui di certo non si risparmia mai. Al 46° la Juventus va vicinissima al raddoppio, ma Chiellinicolpisce la traversa da due passi. Nell’azione i bianconeri reclamano il rigore per un tocco di mano in area di Bertolacci. Si va al riposo con il risultato di 1 a 0. Nella ripresa, il Genoa sostituisce uno spento Niang con Borriello. La sostituzione non dà i frutti sperati.

 

Al 52′ Perin deve lasciare il campo per un problema alla spalla destra accusato già nel finale di primo tempo, al suo posto entra Lamanna. La Juventus comincia ad accusare un po’ di stanchezza e abbassa notevolmente il ritmo ma da un’altra prodezza di Tevez, nasce il rigore, molto dubbio, che può chiudere la partita. Pereyrava giù dopo un contatto con Roncaglia, ma il centrocampista juventino si lascia cadere ingannando l’arbitro. All’inizio del primo tempo per un episodio simile, Di Bello aveva ammonito Perotti per simulazione. Dal dischetto Lamanna para il rigore di Tevez. Col passare dei minuti la Juvecala d’intensità, allora il tecnico bianconero inserisce forze fresche: al 72′ entrano Matrie Pepeal posto di Llorente e Lichtsteiner. Il Genoa resta in partita e cresce nel finale, facendo passare qualche brivido alla Juve ma la partita non si schioda più dal risultato finale: 1 a 0 per i bianconeri che si portano a + 17 sulla Roma.

 

Dario Barattin

 

(Foto: il Torinese)

Ubriaco cerca di ammazzare coinquilino a colpi di mannaia

carabinieri car

L’aggressore, che non ha opposto resistenza, è stato fermato in strada

 

Era ubriaco, ha litigato con il suo coinquilino e ha tentato di ucciderlo a colpi di coltello e di mannaia. L’episodio è accaduto nel quartiere Parella: un peruviano di 57 anni, l’aggressore,  è stato arrestato dai carabinieri. La vittima è un suo connazionale di 37 anni. Lo hanno portato all’ospedale Molinette, presenta ferite al volto e all’addome ed è stato dimesso con una prognosi di 12 giorni. L’aggressore, che non ha opposto resistenza, è stato fermato in strada.

 

 

Anziana soffocata dal fumo, il marito non si fa salvare: "Se è morta morirò con lei"

vigili fuoco 1

‘Se Luigina è morta, morirò con lei’, avrebbe urlato l’anziano prima di morire

 

Ha deciso di morire atrocemente come sua moglie, che era stata uccisa dalle fiamme. Nella notte Antonio Casassa, di 87 anni, è morto nell’incendio della sua abitazione, in via Balestrieri, nella zona nord della città. Alcuni vicini di casa hanno cercato di salvare la coppia, mal’uomo si sarebbe barricato in casa dopo aver capito che per la moglie non c’era più nulla da fare. I carabinieri stanno svolgendo le indagini. Il corpo della moglie Luigina Maria Gai, di 81 anni era ” riverso sul letto in fiamme”, secondo quanto riferito dall’Ansa che ha ascoltato dei testimoni. I vigili del fuoco hanno accertato che il rogo sarebbe stato causato da un cortocircuito, dovuto con probabilità a una lampada nella camera da letto.  ‘Se Luigina è morta, io morirò con lei’, avrebbe urlato l’anziano prima di morire.

 

(Foto: archivio il Torinese)

Festival dell'Oriente, spettacoli e sapori dall'altra parte del mondo

ORIENTE2

E’ anche possibile assaporare i piatti tipici delle diverse cucine a prezzi abbordabili immergendosi nelle atmosfere da mille e una notte, farsi tatuare ghirigori con l’hennè ed acquistare complementi d’arredo

 

Grande successo del Festival dell’Oriente che si è tenuto all’Oval nei giorni 20, 21 e 22 marzo e che proseguirà ancora dal 27 al 29. Tra bancarelle di spezie e artigianato tipico si viene trasportati in luoghi lontani e affascinanti. Belli e interessanti i vari spettacoli dei  paesi rappresentati tra cui i Masadaiko, i suonatori di tamburo, l’hikebana, la Cerimonia del tè, la Danza del Leone e tanti altri ancora,  durante alcuni dei quali il pubblico viene coinvolto attivamente.

 

E’ anche possibile assaporare i piatti tipici delle diverse cucine a prezzi abbordabili immergendosi nelle atmosfere da mille e una notte, farsi tatuare ghirigori con l’hennè ed acquistare complementi d’arredo e decorazioni per la propria abitazione. Non mancano stand di abbigliamento tipico, dai kimono ai saari, di bigiotteria e di armi orientali, come le katane, le tipiche spade dei samurai.

 

Interessante a questo proposito anche la sezione dedicata alle arti marziali,  con le esibizioni delle diverse scuole. Non perdete quindi l’occasione di vivere almeno per un giorno le atmosfere del lontano Oriente, pur rimanendo a due passi da casa.

 

Chiara Mandich

Maria Ferreri

Baby calciatori israeliani e palestinesi ambasciatori di Pace

calcio pace1calcio pace 3calcio pace 4calcio pace2La delegazione è stata formata dal sindaco della città ebraica di Afula e dal sindaco della città Araba di Iksal, con il sostegno del Ministero della Pubblica Istruzione Israeliano.Mercoledì 25 Marzo si gioca a Torino il Derby della Pace

 

 

Dal 20 al 25 Marzo Torino è protagonista di un grande evento internazionale per la pace e la riconciliazione: UN CALCIO PER LA PACE. Un evento storico, anche per chi non è appassionato di sport. 7 bambini arabo-israeliani e 7 bambini ebreo-israeliani di 11 anni, provenienti da piccoli villaggi del nord, non lontani dai Territori Occupati, tutti appassionati di calcio, saranno i piccoli ambasciatori di questo progetto, organizzato da UPF (Universal Peace Federation) e WFWP-Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo Italia. La delegazione è stata formata dal sindaco della città ebraica di Afula e dal sindaco della città Araba di Iksal, con il sostegno del Ministero della Pubblica Istruzione Israeliano.

 

Il 21 Marzo ricorre la Giornata Internazionale per l’Eliminazione delle Discriminazioni Razziali indetta dalle Nazioni Unite.  UN CALCIO PER LA PACE, attraverso i Peace Dreamers, si inserisce nel progetto congiunto di Juventus FC e Centro UNESCO di Torino “Un Calcio al Razzismo: Gioca con me” e sarà l’occasione per dimostrare come valori sani, educativi e universali come la pace, la fratellanza ed il rispetto reciproco possano essere testimoniati in modo semplice, anche grazie ad una partita di calcio.

 

Shahar, Sahar, Din, Minoy, Menachem, El Roei, Eyal, Ward, Abed Elmagid, Ahmad, Mahdi, Moemen, Mohammad, Abdallah. Si conosceranno in aereo e impareranno a stare insieme in armonia, visiteranno la città, incontreranno i giocatori e il Mister del Torino F.C. e ne ascolteranno i consigli “tattici”, si alleneranno con i bambini della Soccer School Juventus F.C. a Vinovo e saranno in tribuna per la partita Juventus – Genoa. Formeranno una squadra – “Peace Dreamers” – sfidando i loro coetanei, portando a tutti un forte messaggio: Pace è anche un calcio al pallone.

 

Saranno 5 giorni a Torino (ma anche a Moncalieri e in Val di Susa) densi di incontri e di appuntamenti sportivi e culturali – v. programma allegato – che si concluderanno, grazie alla collaborazione di Angelo Frau, Presidente del Cit Turin, con un grande evento presso il suo stadio (Cit Turin. Torino, Corso Ferrucci 63) il 25 Marzo. Un torneo a 6 squadre – IL PRIMO DERBY DELLA PACE – durante il quale i Peace Dreamers si confronteranno con i coetanei di Torino, all’insegna dell’amicizia e della fratellanza.

 

Il progetto, patrocinato da Comune di Torino, Torino Capitale dello Sport 2015, Comune di Bruzolo, Regione Piemonte, Consiglio Regionale, Centro UNESCO di Torino, SIOI, Partita del Cuore, realizzato in collaborazione con Juventus FC, Torino FC, Union Valle di Susa Calcio, Palio dei Quartieri e Cit Turin, ha l’obiettivo di promuovere i principi di fratellanza e condivisione attraverso il potenziale comunicativo dello sport e del calcio in particolare.

 

Così il Sindaco di Torino, Piero Fassino, che ha appoggiato e sostenuto il progetto sin dalla sua nascita: “Semi di pace: chi meglio dei bambini può rappresentare la speranza che possa esserci un futuro senza conflitti? Quale strumento meglio del gioco di squadra può rappresentare  la capacità di superare le fratture, le divisioni? E’ questa l’immagine che crediamo debba accompagnare l’iniziativa “Un calcio per la pace”, con la quale Torino Capitale Europea dello Sport guarda fuori dai propri confini e getta- appunto- un seme di amicizia. Lo sport può e sa essere dialogo, accoglienza, coscienza civica e solidarietà. Una partita che veda insieme bambini israeliani e palestinesi rappresenta un motivo di fiducia. Quella stessa fiducia che guida l’impegno di molti di noi per raggiungere la pace in quella terra”.

 

Coinvolto attivamente nel progetto, l’Assessore allo Sport della Regione Piemonte Giovanni Maria Ferraris dichiara: “Esprimo il mio apprezzamento ed i miei complimenti agli organizzatori, che dimostrano come anche lo sport possa essere fucina di dialogo e di conoscenza e veicolo di valori sani tra comunità appartenenti a differenti religioni od etnie. La manifestazione “Un Calcio per la Pace” è infatti l’esempio di come lo sport assolva egregiamente la propria funzione sociale di aggregazione, di inclusione e di condivisione, imprescindibile per la formazione psico-fisica dei giovani”.

 

 “Il Centro UNESCO di Torino – prosegue la Presidente Azzario – sin dalla sua fondazione, opera contro qualsiasi forma di razzismo e discriminazione. In particolare, dal 2009, insieme alla Juventus F.C., ha sviluppato un’iniziativa, denominata “Un Calcio al Razzismo”, rivolta a scuole e giovani della Regione Piemonte e non solo. Il Programma ha anche attirato, per la sua originalità ed efficacia, l’attenzione dell’UNESCO che, nel marzo 2014, l‘ha premiato definendolo il migliore d’Europa. Quest’anno il Centro UNESCO celebrerà, il 21 marzo, la Giornata Internazionale contro le Discriminazioni Razziali con la squadra di ragazzi palestinesi ed israeliani che saranno a Torino per giocare “Un Calcio per la Pace” (progetto cui il Centro UNESCO ha concesso il Patrocinio) per consolidare quindi il proprio impegno”.

 

“Juventus  – dichiara il Presidente della Juventus Andrea Agnelli – ha accolto con grande piacere l’invito del Sindaco di Torino, Piero Fassino, a collaborare per questa importante iniziativa, che ci è sembrata fin da subito molto coerente con il progetto Gioca con me. L’integrazione attraverso il gioco ed il divertimento sui più giovani, rappresenta una chiave fondamentale per aprire alle nuove generazioni la porta di un futuro con maggiore tolleranza e senza alcuna discriminazione”.

 

Il calcio è e deve essere strumento di pace. E a questo proposito il Presidente del Torino Urbano Cairo dichiara: “La nostra adesione al progetto “UN CALCIO PER LA PACE” è fortemente motivata dal desiderio di contribuire in maniera concreta al processo di riconciliazione tra i popoli, convinti come siamo che ciò possa e debba avvenire anche attraverso lo sport. La storia e i valori del Toro spingono tutti noi ad impegnarci affinché il calcio sia un elemento di unione indissolubile, nel segno della solidarietà e della pace”.

 

 

Per gli alti contenuti sportivi e solidali UN CALCIO PER LA PACE ha sensibilizzato anche la Nazionale Italiana Cantanti nella persona di Gianluca Pecchini, da anni impegnato nell’organizzazione di eventi sportivi con finalità benefiche; uno tra tutti la PARTITA DEL CUORE che verrà disputata a Torino il prossimo 2 giugno. Intervenendo sul progetto Alberto Sinigaglia, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte dichiara: “Lo sport fa bene a farci ritrovare parole come pace, che terrorismo, assassinii di gruppo e di massa, Ucraina, Siria, Libia e altri conflitti in Africa e in Asia rischiano di farci dimenticare”.

 

Ringraziando gli intervenuti, Maria Gabriella Mieli, anima e coordinatrice del progetto, conclude: “La Women’s Federation for World Peace e la Universal Peace Federation sono 2 ONG presso la Commissione economica e Sociale delle Nazioni Unite, presenti in molte nazioni nel mondo. Da circa 20 anni sono impegnate anche nel Medio Oriente con svariate iniziative di pace. Come Presidente della sezione di Torino di WFWP sono onorata che il nostro progetto, partito da una iniziativa femminile, si sia potuto realizzare e grata a tutti quelli che nei prossimi giorni ci aiuteranno a costruire la pace.  Il nostro progetto vuole essere un piccolo passo avanti per permettere all’umanità di vivere in un mondo migliore, promuovendo e costruendo una pace duratura, in un contesto internazionale e soprattutto intergenerazionale”.

 

Perché Torino

Torino vanta una grande tradizione sportiva in generale e una gloriosa tradizione calcistica, riconosciuta a livello internazionale. I valori che i giovani della città imparano partecipando alle molteplici attività delle tante associazioni sportive sul territorio sono un patrimonio importantissimo per affrontare le sfide sociali del nostro tempo. Ed è per questo motivo che oltre alle due società di Juventus e Torino, sono state coinvolte realtà come il Palio dei Quartieri, l’Union Val di Susa e il Cit Turin. Vogliamo parlare di sport per la pace evidenziando l’importanza dello sport, e del calcio in particolare, nel processo di abbattimento delle barriere culturali, religiose e nazionali. In questo senso nasce il nostro progetto verso il Medio Oriente, unico a livello mondiale nel suo genere. La partecipazione della Città di Torino nell’anno in cui è Capitale Europea dello Sport, costituisce un’occasione unica per lasciare un segno importante.

 

Dopo Torino

Il progetto nasce a Torino ma ha l’ambizione di proseguire dopo la partenza dei Peace Dreamers dall’Italia. L’obiettivo a medio termine è la realizzazione di una Accademia di Calcio per la Pace in Israele.  Il primo appuntamento al quale si sta lavorando è la visita di alcuni allenatori italiani in Israele per incontrare i loro colleghi israeliani e cominciare insieme un’attività congiunta per allenare le realtà giovanili locali.

 

 

 

 

 

L'arcivescovo ai funerali di Orazio e Antonella: "Insieme possiamo vincere la follia disumana"

tunisi carrotunisi cons2

tunisi cons3tunisi cons4tunisi corteotunisi consolata1“Non è giusto morire così”, c’era scritto su uno striscione posto sulla cancellata della basilica. Presenti alla cerimonia, officiata da mons. Cesare Nosiglia e dal card. Severino Poletto, il sindaco Piero Fassino, il governatore, Sergio Chiamparino

 

Una grande folla di torinesi ha accompagnato e poi accolto in basilica il corteo dei due carri funebri di Antonella Sesino e Orazio Conte, le due vittime dell’Isis i cui funerali si sono svolti ieri alle 14 alla Consolata. Nel corteo partito dal municipio e giunto in chiesa da via Corte d’Appello e piazza Savoia, i parenti e gli amici, tra cui molti colleghi di lavoro dei due torinesi uccisi a Tunisi.

 

“Non è giusto morire così”, c’era scritto su uno striscione posto sulla cancellata della basilica. Presenti alla cerimonia, officiata da mons. Cesare Nosiglia e dal card. Severino Poletto, il sindaco Piero Fassino, il governatore, Sergio Chiamparino, e il presidente dell’Assemblea regionale, Mauro Laus, con il viceministro alla Giustizia, Enrico Costa. Alla cerimonia ha assistito anche Carolina Bottari, la dipendente comunale ferita nell’assalto al museo del Bardo in cui ha perso la vita il marito Orazio.

 

“La strage degli innocenti scuota la coscienza di ogni uomo di buona volontà – ha detto nell’omelia l’arcivescovo – e di fronte alla follia omicida brutale, irrazionale e disumana che ci lascia attoniti e sconvolti, per cui non riusciamo e non possiamo comprenderla bisogna risvegliare la coscienza collettiva, perché non sia rassegnata a ciò che appare a volte ineluttabile ma che invece può essere vinto dalla volontà di bene che alberga nel cuore di ogni uomo e dall’impegno di tutti”. 

 

(Fotoservizio: il Torinese)

 

 

Progetto #COLturadigitale, dai campi al web

WEB AGRI
Tavola rotonda a Nichelino sulle opportunità offerte agli imprenditori agricoli dal web e dai nuovi media

 

Torino – «#Colturadigitale: questo il progetto, avviato due anni fa, da Coldiretti Torino e da UeCoop, e rivolto alle imprese e alle cooperative agricole per aiutarle e incentivarle a utilizzare e cogliere tutte le opportunità offerte dai social network per presentare le imprese, le attività, le produzioni, i servizi offerti e la capacità di accoglienza – spiega Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino –. Per il settore primario si tratta di un progetto davvero innovativo che ha l’obiettivo di portare le imprese agricole a essere presenti nella rete internet e sul web. Un invito agli imprenditori agricoli a utilizzare quali strumenti di comunicazione siti internet, blog e i social network più comuni – Facebook, Twitter, Instagram, YouTube, Google+ – per presentare le aziende, i prodotti agricoli aziendali, i volti e le persone che vi si dedicano, i territori, i metodi di coltivazione seguiti. Una comunicazione aziendale rivolta all’ampio pubblico di internet, a creare un contatto diretto con i consumatori e con le persone che ogni giorno acquistano presso i Mercati Campagna Amica e frequentano i punti del circuito: negozi, botteghe, agriturismi, ecc. Una sorta di nuova narrazione, relativa a tutti i molteplici aspetti delle imprese agricole».

 

  Il presidente di Coldiretti Torino Fabrizio Galliati prosegue: «Il progetto #Colturadigitale è stato avviato nel 2013 con l’intento di stimolare e invogliare gli imprenditori agricoli – spesso molto distanti dalla realtà del web – a utilizzare le potenzialità oggi offerte da internet. L’intento è che l’imprenditore agricolo così come i coadiuvanti e i lavoratori prendano confidenza con questi nuovi media e arrivino a inserirli nella quotidiana della vita delle imprese agricole. Si tratta di un progetto che sinora è riuscito a contaminare imprenditori e imprenditrici: a fine aprile partirà un primo corso di formazione sull’utilizzo dei nuovi media con 15 iscritte. Il senso principale del progetto è aiutare le imprenditrici e gli imprenditori a interiorizzare questi strumenti e a utilizzarli quotidianamente per comunicare le loro imprese».

 

“Nel corso di questo primo anno abbiamo cercato di coinvolgere i produttori in attività pratiche, di far toccare loro con mano le opportuna offerte dai media digitali per farsi conoscere e per far conoscere meglio i prodotti, frutto del loro lavoro. Abbiamo organizzato piccoli incontri di cultura del cibo e degustazioni “a tema” nei mercati domenicali, come ad esempio nel caso del miele e dei prodotti dell’apicoltura, facendo raccontare i prodotti direttamente dai coltivatori”, racconta Monica Pisciella, giornalista e professionista in marketing e comunicazione digitale, collaboratrice del progetto. “Abbiamo inoltre partecipato alla prima fase del Piemonte Visual Contest, un progetto innovativo organizzato da Consiglio Regionale, CSI e TOP-IX, declinato nelle due parti di Mappathon e Storython, di cui la prima volta alla realizzazione di un progetto di mappatura basato su OpenStreetMap per esplorare temi di interesse pubblico riferiti al territorio piemontese, utilizzando dataset aperti. Abbiamo coinvolto i mappers nella mappatura delle eccellenze agroalimentari e dell’ospitalità della Provincia di Torino, istituendo un Premio speciale #COLturadigitale per premiare la creatività in grado di rappresentare e valorizzare i punti aderenti al circuito Campagna Amica; la seconda fase di Storython, dedicata allo storytelling, il racconto digitale del viaggio attraverso il buono del Piemonte, invece è appena iniziata”. 

 

Nell’ambito del progetto, il 31 marzo a Nichelino, dalle ore 16 alle 19,30, nella sala conferenze della cascina dell’Ordine Mauriziano è prevista una tavola rotonda sul tema “#Colturadigitale per Expo 2015”. Michele Mellano, direttore Coldiretti Torino. Informa: «L’occasione offerta da Expo 2015 ci stimola a pensare a modi nuovi per far conoscere a un pubblico internazionale le specificità e la bellezza dei nostri territori e di tutti gli operatori che li rendono unici, a partire dalle nostre aziende e cooperative agricole e agrituristiche che producono il cibo per nutrire il pianeta. Da qualche tempo Coldiretti e Uecoop Torino stanno stimolando le aziende e le cooperative agricole a comunicare le loro storie, il lavoro quotidiano, le relazioni umane che le animano, ovvero quegli  ingredienti, spesso segreti, che rendono uniche le produzioni locali. In questo contesto  il diffondersi delle nuove tecnologie e di nuovi strumenti di comunicazione e condivisione delle informazioni possono offrire un’importante motore di crescita delle economie dei territori rurali. La tavola rotonda #Colturadigitale per Expo 2015 è una nuova occasione per fare il punto su dove siamo e intraprendere percorsi per Expo 2015 e per il futuro dei territori, delle persone e delle imprese che li rendono unici».

Gli italiani “con la divisa sbagliata”

rumiz

 

“Come cavalli che dormono in piedi” di Paolo Rumiz si conferma come il racconto più anticonformista oggi presente in libreria tra i tanti titoli che rammentano la Grande guerra

 

Il 24 maggio del ’15 la cavalleria italiana passa il confine austriaco dalle parti di Cervignano e chiede a un vecchio seduto sulla porta di casa: ‘Scusi, buon uomo, dov’è il nemico?’. E il buon uomo, tranquillo,risponde: ‘Veramente, signor ufficiale, il nemico siete voi’ “. Già da questa frase s’intuisce che “Come cavalli che dormono in piedi”, di Paolo Rumiz, (Feltrinelli, pp. 272, 18 euro) si confermi come il racconto più anticonformista oggi presente in libreria tra i tanti titoli che rammentano la Grande guerra di cent’anni fa. Nel turbine delle commemorazioni sull’inizio della Prima guerra mondiale è il primo libro che affronta il tema andando controcorrente. Il tema-cardine del libro è la storia di quelli che entrano in guerra nel 1914 e poi nel 1915. Triestini, come il nonno di Rumiz, ma anche trentini che vanno in Galizia a combattere,  nel fango dell’Europa centrale, italofoni che non sono italiani, che portano le divise dell’impero austroungarico e combattono sotto le insegne di “Cecco Beppe” contro i russi. Nell’agosto del 1914, sono più di centomila i trentini e giuliani che vanno a combattere per l’Impero, di cui sono ancora sudditi. Muovono verso il fronte russo quando ancora ci si illude che “prima che le foglie cadano” il conflitto sarà finito. Invece non finisce. E quando come un’epidemia si propaga in tutta Europa, il fronte orientale scivola nell’oblio, schiacciato dall’epopea di Verdun e del Piave. Quello di Rumiz è un racconto straordinario, avvincente,  sui luoghi dove scorse il primo sangue della grande guerra. L’esito del conflitto, la dissoluzione dell’Impero, costringerà quei soldati scampati alla morte a definirsi nazionalisticamente come italiani, ma senza ritrovarsi a casa propria. Dai cimiteri galiziani coperti di mirtilli al silenzio di Redipuglia, Paolo Rumiz sembra suggerire che l’Europa è lì, in quella riconciliazione con i morti che sono i veri vivi, gli unici depositari di senso di un’unione che già allora poteva nascere e oggi forse non è ancora cominciata.

Marco Travaglini

Parola di Capello: "Bravo Allegri e brava Juventus"

juve stadium

”In Italia è difficile battere la Juve”

 

Nella trasmissione  Radio Anch’io Fabio  Capello si complimenta con Allegri: ”In Italia è difficile battere la Juve, ha preso coscienza della propria forza e ha raggiunto una maturità che non aveva, Allegri gli è riuscito a dare qualcosa in più. in Champions potrebbe andare avanti, anche se mancherà Pogba che è un giocatore che fa differenza”.