redazione il torinese

È nato il Comitato regionale per i diritti umani

consiglio lascaris

con reg lascaris“Questo Comitato rappresenta il primo segno della forte connotazione educativa, di testimonianza, di conoscenza e di denuncia che intendiamo imprimere all’attività culturale del Consiglio regionale”, ha dichiarato il presidente Laus

 

Si è insediato a Palazzo Lascaris il nuovo Comitato regionale per i diritti umani, grazie al quale il Consiglio intende consolidare e ampliare il proprio impegno in tale ambito. Dopo la proposta dell’Udp approvata dall’Aula, il nuovo organismo è diventato pertanto operativo. È coordinato dal presidente dell’Assemblea regionale Mauro Laus, che si avvarrà dell’opera dei due vice: Enrica Baricco, consigliera regionale in carica, e Giampiero Leo, cessato dal mandato. Il Comitato sarà un organismo di consultazione e partecipazione per promuovere la tutela dei diritti umani ad ampio raggio, con particolare riferimento all’autodeterminazione dei popoli, e assorbirà, traendone ispirazione e allargandola, l’esperienza dell’Associazione per il Tibet.  Il Comitato è composto da due consiglieri regionali (oltre alla Baricco ne fa parte anche Gianna Gancia), da due ex (insieme a Leo anche Eleonora Artesio), da dieci esperti in materia di diritti umani (Younis TawfikMaria Grazia BredaDavide TunizAlessandro BattagliaLuciano ScagliottiSilvja ManziDomenico TrocinoMassimo IntrovigneRoberto Collura e Michele Rosboch) e da due componenti dell’Udp (Daniela Ruffino e Gabriele Molinari). 

 

“Questo Comitato rappresenta il primo segno della forte connotazione educativa, di testimonianza, di conoscenza e di denuncia che intendiamo imprimere all’attività culturale del Consiglio regionale”, ha dichiarato il presidente Laus. “La scuola e le istituzioni come la nostra, che con la scuola è costantemente a contatto, debbono porsi l’obiettivo ostinato, pur se ambizioso, di rimuovere dalla mente delle giovani generazioni ogni possibile convinzione che sia giustificato discriminare e sopraffare l’ ‘altro’, sia esso diverso per sesso, colore della pelle, convinzioni politiche, religiose o di qualsiasi altra natura – ha aggiunto il presidente Laus.  In questo modo vogliamo tradurre in iniziative concrete il richiamo contenuto nel preambolo dello Statuto della Regione Piemonte, che individua la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo quale fonte primaria di ispirazione. Il riconoscimento universale e il rispetto della dignità di tutti gli esseri umani e dei loro diritti inalienabili rappresentano un traguardo importante per una società democratica nei fatti e non solo nelle parole ed è seguendo questo orientamento che intendiamo promuovere l’attività del Comitato in ogni ambito del vivere sociale”. Il Comitato potrà formulare proposte al Consiglio relative al rispetto e alla tutela dei diritti umani e collaborare con le associazioni e organizzazioni non governative nazionali e internazionali che si riconoscono nei principi di solidarietà internazionale e che si occupano della salvaguardia dei diritti umani. Nel corso dell’incontro sono già state proposte diverse iniziative, che saranno oggetto di valutazione già nei prossimi giorni. 

 

(Foto: il Torinese – MB – www.cr.piemonte.it)

Tecniche di soccorso stradale per studenti

ambulanza SOCCORSO

Tecniche di rianimazione e simulazioni di soccorso: venerdì mattina lezioni di primissimo soccorso stradale in piazza Castello per gli studenti delle scuole di Torino. Nell’ambito della kermesse “Piemonte Strade Sicure Expo: la sicurezza in mostra”

 

Lezioni di primissimo soccorso stradale in piazza a 150 studenti delle scuole secondarie di Torino e della sua provincia, con simulazioni dimostrative di intervento con tecniche Only hands reanimation – ovvero la rianimazione cardiopolmonare a mano – ma anche valutazioni dei casi specifici per distinguere un semplice svenimento da un ben più grave arresto cardiaco. È l’iniziativa di Confarca (Confederazione Autoscuole Riunite e Consulenti Automobilistici) in programma per domani, venerdì 8 maggio 2015, a partire dalle ore 10, in piazza Castello a Torino, nell’ambito della kermesse “Piemonte Strade Sicure EXPO: la sicurezza in mostra”, la due giorni interamente dedicata al tema della sicurezza sulle strade in occasione delle Giornate Mondiali della Sicurezza Stradale.

 

“Per la prima volta le autoscuole vogliono aumentare la sicurezza per i futuri conducenti, integrando alle normative del codice della strada anche le nozioni basilari di primo soccorso” afferma Fabio Vivian, presidente del Gruppo Giovani di Confarca: “Nei nostri corsi vengono sottratte due ore al modello didattico classico per far spazio al primo intervento in caso di necessità, per poter permettere ai più giovani di intervenire qualora si trovassero in emergenza o davanti ad un sinistro con feriti”.Come effettuare la telefonata, le informazioni da comunicare alla Centrale operativa del 118 e l’attesa dei soccorritori talvolta possono incidere positivamente in una operazione di salvataggio: “La ricerca mette in evidenza che la possibilità di salvare la vita da un arresto cardiaco, se non si interviene immediatamente, è pari al 2%, nei casi dove i presenti sanno intervenire nei primi cinque minuti successivi all’arresto cardiaco può salvare una vita”.

 

Introdurre all’interno del corso teorico due interventi di 60 minuti per offrire agli allievi le conoscenze di base del primo soccorso è una delle mission di Confarca, che segue la già consolidata abitudine dei Paesi d’Oltralpe di far divenire il pronto soccorso civile una prassi nei casi di emergenza: “In Germania lezioni simili vengono impartite sin dalle scuole primarie già dal 1989 – fa notare Vivian – La nostra proposta è di lanciare questo modello anche in Italia, per poter salvare quante più vite possibili e ampliare un senso civico e quindi di responsabilità negli automobilisti sin dalle prime lezioni nelle scuole guida”.

 

Umberto Orsini dopo 15 anni torna a recitare ne "Il giuoco delle parti"

teatri

La destrutturazione del classico triangolo borghese affidata a un grande attore

 

Atteso ritorno di Umberto Orsini al Teatro Carignano da martedì 5 maggio nel capolavoro pirandelliano de “Il giuoco delle parti”, nell’adattamento dello stesso Orsini e del regista Roberto Valerio. Scritto nel 1918, “Il giuoco delle parti” mette in scena il classico triangolo borghese, che viene però destrutturato sin dal principio. In scena un marito già consapevole e in un certo senso pacificato con la sua condizione di uomo tradito dal coniuge. Leone Gala, interpretato da Umberto Orsini,  si è separato amichevolmente dalla moglie Silla (Alvia Reale) e, pur mantenendo le apparenze, vive da solo, dedicandosi ai libri e alle sue specialità gastronomiche. Silla, pur avendo tutta la libertà di frequentare l’amante Guido Venanzi,   si annoia e non tollera lo stato di distacco serafico che il marito sembra aver raggiunto. Così cerca di strappare il coniuge al suo dorato isolamento spingendolo in un duello d’onore,  un tentativo che avrà esiti imprevedibili, appunto nel ” giuoco delle parti”. Orsini riprende la commedia pirandelliana a quindici anni di distanza dalla celebre edizione in cui fu diretto da Gabriele Lavia, ne rimescola le carte, affidandone la regia a  Roberto Valerio e immaginando con lui un protagonista sopravvissuto ai fatti narrati, una specie di Leone invecchiato e alla ricerca del suo passato.

 

Mara Martellotta

 

Orario spettacoli: Martedì- giovedì  ore 19.30, mercoledì,  venerdì,  sabato ore  20.45. Domenica ore 15.30

Arresti per 'Ndrangheta in Piemonte

polizia e carabinieri

Il blitz è scattato all’alba ad Asti e nelle province di Torino, Vercelli e Crotone

 

Una ventina di perquisizioni eseguite e sei persone arrestate dai carabinieri perché ritenute affiliate ad una cosca della ‘ndrangheta. Il blitz è scattato all’alba ad Asti e nelle province di Torino, Vercelli e Crotone. Diversi i reati contestati, oltre al traffico di droga e alla detenzione di armi, anche l’omicidio del 2011 a Villanova d’Asti, di Nicola Moro, negoziante di pesce all’ingrosso di 53 anni.

 

(Foto: il Torinese)

Nell'Italia dei cattivi maestri (elementari) l'iconoclasta Matteo tira diritto

tricolore domenica corrieregobetti teatroAVVISTAMENTI

Si demolisce con allegra inconsapevolezza ciò che resta della nostra memoria. Vedere per esempio in apertura dell’Expo un coro di ragazzi che crede di fare prova di spirito civile, sostituendo nell’Inno Nazionale le parole “siam pronti alla vita” al corretto “siam pronti alla morte”, è semplicemente avvilente. Significa, detto senza retorica, buttare nella spazzatura il Risorgimento, buona parte del nostro Ottocento, senza contare l’oltraggio alla memoria di quanti sono caduti per l’Unità d’Italia

 

Come ricorda la lapide posta sulla facciata del Gobetti di via Rossini (foto in alto), in quel teatro torinese si tenne nel 1847 la prima esecuzione del canto “Fratelli d’Italia”, composto da Goffredo Mameli (1827-1849) e inno della Repubblica Italiana dal 1946.

 

RENZI LAVAGNA

Curioso che finora nessuno dell’entourage di Renzi abbia mai respinto con sdegno i paragoni tra il Premier  e il Cavaliere (quello del 1922, non quello di Arcore), e sì che le occasioni non sono mancate. Non si è mai visto un Governo che si voti a maggioranza, con la fiducia, una legge elettorale su misura: mai, tranne appunto, che nel 1923, quando il governo Mussolini impose il voto di fiducia sulla legge Acerbo (proporzionale, premio dei due terzi dei seggi alla prima lista che superasse il 25% dei voti) che avrebbe consegnato nel ’24 il Parlamento ai fascisti. Anche questa retorica decisionista, che ha sostituito le scritte sui muri con volatili tweet, mantenendosi sulla stessa linea, non può non richiamare ricordi di famiglia: “Andiamo avanti come treni”, “Noi tireremo diritto”, e così via. Quasi impossibile distinguere.

 

tricolore amintricolore duceSenza voler drammatizzare, ché in Italia la rivoluzione è sempre flaianamente rinviata a data da destinarsi causa cattivo tempo, colpisce anche la retorica dei buoni sentimenti e del “lasciate fare a me, che è per il vostro bene”, a livelli che neppure Berlusconi – il quale, da imprenditore, ha pur fatto qualcosina per conto suo più di Matteo – si sarebbe mai permesso. Certo, non possiamo pretendere che la nuova classe dirigente renziana si preoccupi di studiare quel tanto di storia che serve a maneggiare con attenzione i buoni sentimenti e il paternalismo da stato etico: leggersi l’illuminante “Liberal Fascism” di Jonah Goldberg, per verificare quanto Hitler, Stalin e persino Pol Pot e Idi Amin si interessassero di salutismo, difesa dell’ambiente, sviluppo sostenibile, alimentazione a Km0, equità sociale e persino di pace nel mondo.

 

Quello che invece preoccupa è quando questa tendenza iconoclasta, miscelandosi con la crassa e diffusa ignoranza delle nozioni di base che dovrebbero essere impartite entro il compimento del tredicesimo anno di età, demolisce con allegra inconsapevolezza ciò che resta della nostra memoria. Vedere per esempio in apertura dell’Expo un coro di ragazzi che crede di fare prova di spirito civile, sostituendo nell’Inno Nazionale le parole “siam pronti alla vita” al corretto “siam pronti alla morte”, è semplicemente avvilente. Significa, detto senza retorica, buttare nella spazzatura il Risorgimento, buona parte del nostro Ottocento, senza contare l’oltraggio alla memoria di quanti sono caduti per l’Unità d’Italia – ridateci Bossi col suo “Tricolore nel cesso”, almeno lui aveva motivi di spicciola propaganda.

 

Pensare di modificare secondo moda, con incredibile leggerezza, un qualsiasi inno nazionale – compreso quello della Repùblica de las bananas, è indice di assenza di riferimenti e quindi di vuoto identitario. Non si è più nessuno; nomi, famiglie, storie, monumenti, sepolcri, gioie, dolori: tutto dura meno dello spazio di una puntata di X-Factor. Spesso mi sorprendo a chiedermi l’origine di questa peculiare 

tricolore maestramaledizione italiana. In fin dei conti, i progressisti e multiculturali Francesi continuano a cantare un inno vecchio di 220 anni, che reclama il “sangue impuro” dei nemici per irrigare i campi; gli Inglesi si tengono stretto un inno risalente al 1740, che canta le glorie di un impero defunto da tempo e di un generale massacratore di Scozzesi.  L’allegro e maestoso inno americano celebra il sangue dei nemici “che lava la sozzura delle loro stesse impronte” sul sacro suolo patrio. Non parliamo degli Spagnoli, che ancora suonano la Marcia reale reintrodotta dai Generalissimo Franco, non potendolo cantare perchè ancora invita i figli del Popolo Spagnolo ad “alzare il braccio” sotto il nuovo regime che assicura pace e lavoro. Insomma, non c’è niente di cui vergognarsi nell’Inno di Mameli: molti erano pronti alla morte per l’Italia unita e molti si sono sacrificati. Che non lo sappiano gli studenti, è triste. E’ drammatico che non lo insegnino più i loro maestri – maestri elementari, s’intende.

 

fv

"Caro Piero, sburocratizza l'anticorruzione"

fassino piero“Un anno fa è stato emanato un provvedimento legislativo che prevedeva l’istituzione di appositi uffici negli enti locali, per la trasparenza e la lotta alla corruzione. Istituito prontamente anche nel comune di Torino. Attualmente costituito da tre persone. Un alto funzionario e due impiegati. Un po’ pochini.  ma ora viene il “bello”: quest’ufficio non si può muovere autonomamente”

 

 

Sono notizie “strane”. Notizie talmente” strane” che prima di pubblicarle le abbiamo debitamente verificate. Un anno fa è stato emanato un provvedimento legislativo che prevedeva l’istituzione di appositi uffici negli enti locali, per la trasparenza e la lotta alla corruzione. Istituito prontamente anche nel comune di Torino. Attualmente costituito da tre persone. Un alto funzionario e due impiegati. Un po’ pochini.  ma ora viene il “bello”: quest’ufficio non si può muovere autonomamente. Deve essere essere “interessato” dai capi ripartizione su cui eventualmente indagare. La relativa documentazione può essere visionata solo dopo le opportune autorizzazioni dei relativi capi ripartizione. Come al solito lasciamo giudizi e valutazioni a chi legge. Noi ci limitiamo a fare queste considerazioni. Sono più di 40 anni che conosco personalmente Piero Fassino. Carattere spigoloso, sicuramente coriaceo. Grande lavoratore. Personalmente ho massima stima, in particolare sulle sue capacità di risolvere i problemi pratici da Sindaco, da segretario di Partito, da Ministro. Ripeto, ha sempre abbinato ad una robusta “impostazione filosofica – politica la volontà di risolvere problemi pratici. in altre parole non è un parolaio e demagogo. E in questo caso non ci sembra un problema di carattere economico. Solo un problema di attribuzioni di competenze, di ruoli e di potere nell’esercitare la funzione data. Burocrazia?  Arbitraria interpretazione delle norme?Sicuramente qualcosa non funziona. E, caro Piero spero che tu la possa risolvere. Con affetto, Patrio

Patrizio Tosetto

Torino – Empoli, ecco le nostre pagelle

I granata entrano in campo poco convinti e perdono per 0-1. Decisivo per il risultato un errore che ha dell’incredibile del portiere granata Padelli che si fa autogoal 

 

 

toro bandieraIl Toro affronta i Toscani guidati da Sarri due giorni dopo la commemorazione dei caduti di Superga. Nonostante questo i granata entrano in campo poco convinti e perdono per 0-1. Decisivo per il risultato un errore che ha dell’incredibile del portiere granata Padelli che si fa autogoal complicando, e non di poco, la corsa all’Europa che ora il Toro si dovrà giocare a Marassi contro il Genoa nel posticipo di domenica sera.

 

 

Padelli 4: il suo errore costa la partita al Toro. Per il resto fa delle buone parate, ma un errore del genere non può essere commesso in una fase così delicata della stagione;

 

Maksimovic 6,5: sempre attento e preciso, dalle sue parti Pucciarelli e Saponara vengono annullati, buone anche le sue incursioni offensive. Da sottolineare anche la sua prontezza nel rincuorare Padelli dopo l’autogoal, gran bel gesto;

 

Glik 6: comanda bene la difesa anche se nel primo tempo è vittima di un tunnel di uno scatenato Saponara che sfiora poi il raaddoppio;

Moretti 6: solita partita attenta e responsabile, gestisce bene il suo settore;

 

Darmian 5,5: troppo prudente rispetto ai suoi standard quando c’è da spingere, sembra stanco e si limita a chiudere gli spazi in difesa;

 

Gonzales 6,5: a centrocampo è il migliore, nonostante il lungo stop per infortunio dimostra una una buona forma e al 19′ del primo tempo mette una grande palla in mezzo per El Kaddouri che sfiora il goal, ma Sepe devia in calcio d’angolo;

 

Gazzi 5,5: chiude molto bene gli spazi, ma perde tanti palloni ed è troppo prudente quando si tratta di impostare;

 

El Kaddouri 6,5: sfiora il goal al 19′ ed è uno dei migliori. Corre, combatte e inventa, ma molte volte la squadra non lo segue ( dal 33′ s.t. Farnerud n.g.);

 

Molinaro 6: dalla sua fascia arrivano i pericoli maggiori per la difesa di Sarri, ma quando arriva sotto porta è impresciso ( dall’ 11 s.t. Bruno Peres 6:  grazie al brasiliano i granata trovano più sprint offensivo, ma tante volte è tanto fumo e poco arrosto);

 

Quagliarella 6,5: nel primo tempo corre molto e si fa vedere solo per un tiro da fuori area poco a lato. Nel secondo tempo al 29′ tira una bellissima punizione e al 42′ sfiora il goal del pareggio da dentro l’area, ma in eentrambe le situazioni Sepe è attento;

 

Martinez 5: corre molto, ma a dirla tutta è inesistente ed è l’ultima delle preoccupazioni per la difesa dei Toscani ( dal 14 s.t. Maxi Lopez 5: si vede troppo poco);

 

All. Ventura 6: prova in tutti modi a cambiare la partita, ma come sottolinea nel post-partita le quindici partite in più giocate durante la stagione a volte condizionano la forma fisica dei giocatori.

 

Filippo Burdese

Weekend al "Mercato della terra e della biodiversità"

Il 9 e 10 maggio a San Giorgio Canavese: lo spirito delle antiche manifestazioni mercatali, ma con un occhio puntato anche verso il futuro

 

 

AGRICOL SAN GIORGIOBiodiversità -sinonimo di ricchezza, varietà e coesistenza di svariate forme di vita-  è la parola chiave della manifestazione che per due giorni (9-10 maggio) animerà il centro storico di San Giorgio Canavese con il “Mercato della terra e della biodiversità”: appuntamento che valorizza la tradizione dell’antica fiera agricola e riunisce prodotti e produttori dei presidi Slow Food di tutta Italia.Una kermesse di due giorni con un fitto programma di eventi, convegni, attività, mostre, cene e pranzi; tutto condito da musica e rappresentazioni che riportano in auge lo spirito delle antiche manifestazioni mercatali, ma con un occhio puntato anche verso il futuro.Mai come quest’anno, in clima di Expo, il legame con la terra e il cibo è attuale e coinvolgente; ed è importante che se ne parli non solo negli avveniristici padiglioni di Milano.Il meeting è alle porte di Torino, nel piccolo ma importante borgo, le cui radici storiche risalgono ai tempi di Carlo Magno, passano per i romani che fondarono la cittadina vicino al torrente Orco, e nell’800  l’ammantano del soprannome  “l’Atene del Canavese”.

 

Ora, nell’anno del Signore 2015, a San Giorgio, il week-end è da trascorrere con i produttori  canavesani e le loro eccellenze a km 0; ma è anche l’occasione (da non mancare) per conoscerne altre che arriveranno da ogni  parte dell’italico stivale. Tanti imprenditori, testimonial dei loro prodotti, ma anche protagonisti di incontri e scambi diretti con i consumatori ai quali potranno raccontare di persona le loro storie, intrise di fatica…e di successo.Allora via alla scoperta dei presidi dello Zafferano di Sardegna, della toma di pecora brigasca della Liguria o dell’aceto balsamico di Modena e del fagiolo rosso di Lucca (per citare almeno alcune presenze).

 

CIBO AGRICOLLa manifestazione è  articolata in varie aree: da quella dedicata alla comunità Slow Beans, per esaltare la biodiversità (unica) della “Piattella Canavesana di Cortereggio” (il fagiolo rampicante, bianco e piatto, tipico di questa zona) a quella riservata al bestiame, in cui gli allevatori potranno illustrare il loro lavoro; da quella che si presenterà come una vera e  propria enoteca, con i produttori a spiegare le caratteristiche dei loro vini ed esperti sommelier per il giro conviviale di degustazioni ad alto tasso di divertimento.E poiché l’amore per  la terra va anche insegnato, è previsto uno spazio dedicato ai bambini con  attività che coinvolgano tutta la famiglia e riportino dritte al contatto con la terra e le cose semplici della vita.

 

Tra le tante iniziative, anche un importante convegno sul tema della nutrizione ed altri eventi  collaterali, workshop e  tavole rotonde, organizzati in collaborazione con la comunità locale e le diverse realtà associative del paese. Come la Filarmonica Carlo Botta che sabato 9 maggio (ore 19)

ospiterà il concerto della gemellata Banda di Montiano e la Corale Quattro Stagioni di San Giorgio Canavese che animerà il mercato con recite erranti (da mattino a sera) coinvolgendo i produttori che vorranno esibirsi. Last but not least: la fiera oltre ad essere un omaggio alla tradizione, avrà anche una veste innovativa e tecnologica, grazie alla presenza dei sistemi di monitoraggio fissi che garantiranno la massima sicurezza dei partecipanti e registreranno passaggi e presenze a fini statistici.

 

 Laura Goria

 

Orari: dalle ore 9 alle ore 18. Ingresso libero.

Per  informazioni: tel. 3386443203

Ufficio Stampa: Spaini & Partners.  www.spaini.it

L'edilizia dimezza l'occupazione dal 2006 ad oggi

Ma sono raddoppiate le partite iva: “ex operai licenziati costretti a questa scelta per poter fare qualche lavoro” dicono i sindacati

 

lavoro2I segretari di Cgil,Cisl,Ui del settore dell’edilizia hanno presentato la piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo provinciale di lavoro. La crisi è sempre più nera. I dati forniti indicano che dal 2006 sono andati perduti oltre 13.000 posti di lavoro regolari in Cassa Edile, il doppio nell’indotto delle costruzioni. Dallo stesso anno si è dimezzata l’occupazione edile passando da 22.800 occupati a meno di 11.000 operai ma sono raddoppiate le partite iva: “ex operai licenziati costretti a questa scelta per poter fare qualche lavoro” dicono i sindacati.

 

(Foto: il Torinese)

In Francia scavati 128 metri di tunnel ma il primo tav si vedrà nel 2028

Per il filosofo europarlamentare torna in ballo al palagiustizia il caso della visita al carcere delle Vallette a un No Tav detenuto, nel Ferragosto 2013 

 

notav striscione

In Francia lo scavo del tunnel di base della Torino-Lione è già a 128 metri di lunghezza. La galleria geognostica è stata visitata dalle delegazioni del Piemonte e della regione Rhone-Alpes. E’ realizzata nell’asse e del diametro della futura maxi galleria. Il cantiere venne iniziato lo scorso gennaio e saranno 9 i chilometri da scavare verso Torino. Al momento la fresa che scava i 7,5 km del tunnel geognostico di Chiomonte  è giunta a 3.076 metri. Se tutto procederà regolarmente i primi treni ad alta velocità si vedranno nel 2028.

 

 

Dopo aver rassicurato il governatore del Piemonte sull’imminente arrivo dei 15 milioni di euro per sistemare il Passante, il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, con Sergio Chiamparino, nel corso di un incontro sotto la Mole ha parlato anche della Torino-Lione: “Gli impegni internazionali onorati da contratti non si discutono. Le opere finanziate e le grandi opere europee non si fermano. Con il documento di programmazione pluriennale ci impegniamo a fare tutte le opere utili al Paese. Ci saranno quindi anche le grandi opere, ma non solo”.

 

tav 222Si riapre, intanto, al palagiustizia di Torino il caso della visita al carcere delle Vallette dell’europarlamentare Gianni Vattimo a un No Tav detenuto, nel Ferragosto 2013. Sono stati citati al cospetto di un gup, Nicoletta Dosio e Luca Abbà, i due attivisti  che erano stati presentati in veste di “consulenti” e che avevano accompagnato Vattimo. Erano stati prosciolti, ma la Cassazione ha annullato la sentenza e ha ordinato alla procura di formulare una nuova imputazione con una diversa ipotesi di falso. Anche Vattimo è ancora indagato.

 

(Foto: il Torinese)