redazione il torinese

La truffa delle ingessature

I Carabinieri dell’aliquota operativa della Compagnia di Tortona, nella conduzione dell’operazione denominata “GESSO”, hanno smascherato un’organizzazione alla quale partecipavano a vario titolo otto membri di una famiglia kosovara radicata in Alessandria

Gli individui, quasi tutti con precedenti penali, avevano escogitato un semplice ma redditizio piano criminale, costituito nel reclutare soggetti socialmente deboli ed estremamente bisognosi, che venivano convinti a stipulare polizze infortuni – anche con più compagnie contemporaneamente – che prevedevano un’elevata diaria per immobilizzazione da gesso, dichiarando di esercitare la professione di sarto. Immancabilmente, dopo brevissimo tempo, l’assicurato denunciava l’avvenuto infortunio, riscuotendo i premi dalle varie assicurazioni, consistenti in diverse migliaia di euro. I Carabinieri riuscivano a dimostrare la falsità di ventuno infortuni, che avevano fruttato oltre un milione di euro, proprio in virtù del fatto che con lo stesso infortunio venivano riscossi più indennizzi. L’operazione permetteva ai vari “Uffici antifrode” di bloccare i pagamenti di premi di pari valore. Le indagini hanno dimostrato come l’ingente flusso di denaro fosse convogliato, transitando su conti correnti cointestati all’assicurato e ai promotori, su altri rapporti bancari intestati al gruppo kosovaro. L’infortunato non poteva effettuare operazioni sul conto cointestato, ricevendo un compenso di qualche centinaio di euro. Nel corso dell’attività investigativa, l’alessandrino A.C. di anni 33, è stato arrestato in flagranza di reato mentre con un documento falso cercava di incassare il premio di un infortunio mai avvenuto e denunciato da altro soggetto che in quel momento si trovava in carcere. Altri due arresti flagranti sono stati effettuati, quando L.P., di Pietra Ligure (SV) si presentava presso la sede di una compagnia assicurativa al fine di sottoporsi a visita medico-legale per incassare il premio di infortunio mai avvenuto. In questo caso è stato arrestato anche il suo accompagnatore, S.B. di anni 35, ritenuto uno dei dominus dell’organizzazione. Singolare come la donna avesse denunciato di avere subito l’infortunio a Trento, probabilmente non ricordandosi che proprio in quei precisi istanti era invece presso i Carabinieri di Loano a denunciare un furto subito in spiaggia. Alcuni “infortunati”, nel corso degli interrogatori, hanno ammesso l’inesistenza del sinistro denunciato e la compiacenza del personale sanitario che ha effettuato la visita e applicato il presidio, indicando le menti delle truffe.Sono quindi al vaglio della procura della Repubblica presso il Tribunale di Alessandria le posizioni di diversi professionisti, tra cui alcuni avvocati, poiché pare che, pur sapendo dell’esistenza della stipula di più polizze, avanzassero multiple richieste di risarcimento per lo stesso evento.

M.Iar.

Avvelenamento di cani

A seguito delle numerose segnalazioni pervenute circa l’avvelenamento di animali d’affezione, i Carabinieri Forestali della provincia di Alessandria, grazie all’indispensabile aiuto dei cani antiveleno, inseriti nel progetto “WOLF ALPS”, hanno perlustrato diverse zone della provincia, in particolare le zone del tortonese e del gaviese. Il cane antiveleno ha rilevato la presenza di carcasse di animali selvatici avvelenati e di alcuni bocconi, in particolare nel gaviese. Le zone dei ritrovamenti sono state bonificate e si è posta in essere la procedura prevista dall’Ordinanza del Ministero della Salute «Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati», coinvolgendo i Comuni che hanno provveduto a perimetrate le aree con apposita cartellonistica al fine di dare dovuta informazione alla popolazione. I bocconi ritrovati sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico per le dovute analisi al fine di individuare principi attivi utilizzati per creare un profilo criminale del soggetto responsabile.Le indagini dei Carabinieri Forestali proseguono a ritmi serrati per assicurare i responsabili alla giustizia e far cessare il fenomeno.

Fondi del ministero per rinnovare il Teatro Regio

Dal ministero dei Beni Culturali arriveranno 8,5 milioni per il Teatro Regio  da utilizzare per interventi strutturali. La notizia giunge direttamente dal ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli al termine dell’incontro con la sindaca Appendino e i vertici dell’ente lirico. Tra le  opere di ristrutturazione, in particolare la scena teatrale che sarà meccanizzata. “Vogliamo spendere i fondi nel giro di 18 mesi”, ha detto il ministro.

Esercito e Fondazione Cavour insieme per la cultura

L’accordo sottoscritto dal Comandante dell’Istituto Gen.D. Salvatore Cuoci ed il Presidente della Fondazione Nerio Nesi, prevede il consolidamento della collaborazione fra le due storiche realtà culturali subalpine

Firmato a Palazzo Arsenale il rinnovo della convenzione fra il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito e la Fondazione Camillo Cavour di Torino. L’accordo sottoscritto dal Comandante dell’Istituto Gen.D. Salvatore Cuoci ed il Presidente della Fondazione Nerio Nesi, prevede il consolidamento della collaborazione fra le due storiche realtà culturali subalpine. Visite didattiche, scambio di saperi, convegni e seminari sono alcune delle iniziative contemplate nella convenzione. Al centro dell’intesa vi è infatti l’impegno a conservare e divulgare l’eredità culturale e il patrimonio di valori di una delle figure chiave della storia del nostro paese. Il documento è stato firmato nella sala di Palazzo Arsenale dedicata proprio al grande statista piemontese. Forse non tutti sanno che lo stesso Cavour fu anche ufficiale dell’Armata Sarda e ottenne le spalline da luogotenente a soli quindici anni. Nella sala di Palazzo dell’Arsenale a lui dedicata è anche custodito lo spadino da allievo ufficiale dello statista. Nata ufficialmente nel 1957, la Fondazione Cavour ha come scopo la promozione degli “studi cavouriani e le iniziative rivolte ad approfondire la conoscenza dell’opera del Conte Camillo Benso di Cavour” e di mantenere “nella condizione attuale il castello già dei Benso di Cavour, sito in Santena”. L’accordo siglato questa mattina pone l’accento sul proficuo inserimento del Comando nel tessuto sociale torinese e più in generale sullo sforzo compiuto dall’Esercito a beneficio della collettività.  

Esposto di Rosso (FdI) sui Murazzi abbandonati

Il capogruppo di Fratelli d’Italia: “Abbiamo perso gli affitti per anni e gli immobili sono ormai fatiscenti e deprezzati”

“Lasciare in stato di abbandono decine di immobili pubblici, rinunciare all’incasso dei canoni di locazione, permettere il degrado fisico dei locali stessi con un inevitabile deprezzamento del loro valore, rappresenta con ogni probabilità un grave danno erariale”. Così Roberto Rosso, capogruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio comunale torinese, ha introdotto oggi la conferenza stampa nella quale ha illustrato l’esposto alla Corte dei Conti che ha preparato per il deposito urgente. “Mi riferisco – ha continuato – proprio ai tanti locali chiusi al Parco del Valentino, ma anche agli otto lotti già assegnati ai Murazzi, che restano lettera morta e non vengono assegnati per le lungaggini cervellotiche, per i bandi mal scritti e che di conseguenza stanno provocando la morte di due aree importantissime della città”. Da un punto di vista politico, spiega Rosso, “non posso che constatare come questo stato di cose, le cui responsabilità sembrano essere di entrambe le ultime Giunte comunali, abbiano di fatto lasciato agli spacciatori campo libero sia al Valentino, sia ai Murazzi. Da un punto di vista amministrativo e contabile, però, è chiaro che ci siano sia il danno emergente, sia il lucro cessante”. Difficile stimare con precisione quanto il Comune stia perdendo. Si tenga conto che soltanto la Rotonda del Valentino aveva un canone annuo di 120mila euro ed è chiusa da 5 anni: in tutto sarebbero 600mila gli euro non incassati da Palazzo di Città. Ma anche ai Murazzi, si stanno perdendo circa 200mila euro l’anno di affitti non pagati, secondo quanto risulta dai bandi per l’assegnazione degli immobili. Si legge nell’esposto: “il Cacao, il Bunker, il Cap10100 e praticamente tutti gli spazi dei Murazzi, per non parlare della Rotonda del Valentino o del Fluido, tutti locali di proprietà in senso lato della cittadinanza che l’Amministrazione dovrebbe per l’appunto amministrare e far rendere, sono invece in stato di abbandono”. Il documento prosegue sottolineando che “la stessa Rotonda, in totale disarmo e nell’incuria dell’Amministrazione, è ormai utilizzata dai tossicodipendenti come ‘stanza del buco’, dopo essere stata vandalizzata e spogliata di tutti gli arredi e di ogni parte mobile al suo interno, con un grave pregiudizio per il valore dell’immobile stesso”. Per questi e altri motivi, con l’esposto si chiede alla Corte che vigila sul buon utilizzo del denaro e dei beni pubblici, “se una quantità tale di immobili pubblici in stato di abbandono, quindi senza più la possibilità per il Municipio di ottenere canoni, con il degrado causato dall’assenza di qualsiasi vigilanza dei locali stessi e di qualsivoglia cautela finalizzata alla loro conservazione, non abbia causato un grave danno erariale per le casse comunali”. Roberto Rosso chiarisce che “la situazione è davvero paradossale. Perché tante delle vertenze che hanno portato alla chiusura e all’abbandono di decine di locali, partivano proprio dall’assunto che i canoni non fossero adeguati e che in fondo il Comune ci stesse perdendo. Però le lungaggini burocratiche, l’incapacità amministrativa e forse anche un po’ di noncuranza, hanno portato a una chiusura che ormai sta diventando permanente, per cui dal poco che si incassava si è passati al niente”. Senza contare che “l’incuria e la mancanza di controlli degli immobili chiusi hanno anche causato le devastazioni dei vandali e dei ladri, che come detto hanno deprezzato ulteriormente il valore della cosa pubblica in questione”.

Liberi Liberi

Racconti, curiosità ed eventi…la musica al servizio della gente

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Smettila di parlare….

Guardando il muro!!!

E….. se qualcosa mi devi dire….

Dimmelo “duro”! “

Siamo nel 1989 e la penna è quella di un certo Vasco Rossi. L’album è Liberi Liberi e la canzone in questione, traccia numero 7, è un vero urlo contro il destino. Mai in un brano fu descritta cosi bene la rabbia verso un sistema, addirittura contro Dio, mai come in questo brano, l’autore parla del male di vivere che lo affligge. Bonolis un giorno gli chiese: ”come sta oggi Vasco Rossi?” ed il ragazzo di Zocca rispose: ”non mi posso lamentare anche perchè…se mi potessi lamentare…” Pochi hanno capito questa risposta, nemmeno il “paolo” nazionale, ma col genio dei grandi poeti, c’è dentro tutto il nuovo Vasco, quello del post 50. Faccio la parafrasi: non mi posso lamentare, perché “sulla carta” sono una persona davvero fortunata, soldi, successo… eppure soffro lo stesso. Soffro di un male interiore che non si può spiegare, se non con le canzoni. Ma non ho il diritto di piangere, perchè, ripeto, sono consapevole di essere fortunato, malgrado tutto. Altre persone stanno molto peggio di me. Torniamo al brano, è evidente che Rossi si stia, fin dall’inizio, rivolgendo ad una donna che non ha il coraggio di dirgli in faccia qualcosa di veramente brutto. “guardami quando mi parli…” Quattro parole a dipingere un quadro dai colori più che nitidi. Questo è il Vasco nazionale, che piaccia o meno, un vero genio. una brutta cosa da dire, un forte imbarazzo, un ipocrisia di circostanza da parte di lei e il carattere forte di lui che vuole sapere, che vuole affrontare di petto la realtà. Ed ecco che la rabbia esce con forza, ma, per una volta, è una rabbia serena. La rabbia di chi non può fare nulla, ma che non si sente in colpa. Emblematica la frase: “la chiamerò sfortuna, maledetta sfortuna!!!” Non credo alla fortuna o alla sfortuna io, Chiara De Carlo, credo che ognuno sia l’artefice della propria vita, credo che se qualcosa può andare storto, beh., lo farà, indipendentemente da tutto e da tutti. Ma vi lascio con una frase che mi fa sorridere ogni volta! “La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo – e spesso prende anche la mira.” (Roberto “Freak” Antoni) Vi invito ad ascoltare la versione di una sfortunata per antonomasia, la grande Mia, vi farà impazzire, spero! Con me ha funzionato

https://www.youtube.com/watch?v=F72Y9Hsx4QA

 Chiara De Carlo

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Chiara vi segnala i prossimi eventi… mancare sarebbe un sacrilegio!
 

Auto, Chiamparino propone un tavolo permanente

Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino,  in Consiglio regionale nel corso delle comunicazioni sulla situazione di Fca chieste da Marco Grimaldi (Leu), lancia una proposta:

“Penso che sarebbe estremamente utile se si riuscisse a costituire una sorta di tavolo regionale permanente di coordinamento, sul tema dell’automobile, in cui Fca già Fiat sia e si senta coinvolta pienamente

L’automobile è un sistema complesso – ha proseguito il presidente – fatto di fornitori e subfornitori, con una diffusione molto capillare, che nel corso degli anni ha saputo emanciparsi dalla sola Fiat. A livello internazionale il nostro distretto ha competenze e qualifiche che ne fanno uno dei punti di riferimento sulla scena europea”. “Credo che avere la possibilità di avere un luogo in cui istituzionalmente sia possibile uno scambio di informazioni sulle azioni reciproche e di coordinamento, senza interferire nei rispettivi ambiti, sarebbe molto utile. Lancio quindi questa proposta, che avrei lanciato con il Consiglio aperto”, ha detto Chiamparino, che ha anche ricordato come Michael Manley abbia prospettato qualche novità importante nel piano per l’Italia: il trasferimento di modelli che prima erano previsti all’estero, nel mezzogiorno d’Italia, fatto che rappresenta già un’importante inversione di tendenza. “È anche significativo, ma non sufficiente, la scelta di investire sulla 500 elettrica a Mirafiori”, ha precisato Chiamparino. “Ora, per essere chiaro, che il baricentro strategico della Fiat si sia spostato nel corso degli anni, a cominciare dall’accordo Marchionne-Obama, è abbastanza evidente – ha proseguito -. Ma è anche un fatto che nel continente europeo, dove la competizione è più complessa e difficile, sia necessario un grande centro di progettazione, innovazione, ma anche di produzione: Torino ha tutte le carte in regola per essere un centro europeo di direzionalità ingegneristica nel campo dell’automotive”. Il presidente della Giunta ha anche rammentato che gli investimenti fatti nel campo dell’innovazione automotive negli ultimi anni, arrivano a circa 83 milioni di euro pubblici, di cui 31 direttamente finanziati dalla Regione, che porteranno a una mobilitazione di circa 500 milioni d’investimenti.

 
(foto: il Torinese)

In duecento a Settimo per non dimenticare la vittima del “Barattolo”

”Giustizia”, “Non c’è pace senza Giustizia”, “Giustizia non è mai vendetta. Con striscioni eloquenti come questi lunedì sera, 18 marzo, oltre duecento persone sono scese in strada, a Settimo Torinese, per ricordare il loro concittadino Maurizio Gugliotta e per invocare, appunto, Giustizia, con la “G” maiuscola, alla vigilia dell’udienza decisiva del processo per il suo omicidio: domani, mercoledì 20 marzo, in Tribunale a Torino, è infatti attesa la sentenza nei confronti di Khalid De Greata, il giovane profugo nigeriano che il 15 ottobre 2017al mercato del libero scambio di Torino, ha accoltellato a morte senza un apparente motivo il cinquantunenne operaio e padre di famiglia, ferendo anche l’amico che si trovava con lui.Un corteo di fiaccole silenzioso partito dall’abitazione della vittimain via Verdi, che ha attraversato la città per poi raggiungere la piazza del municipio. In testa, la moglie, Carmela Caruso, e i tre figli, sostenuti da vicino anche dal dott. Ermes Trovò e dal dott. Giancarlo Bertolone, rispettivamente presidente e consulente personale di Studio 3A-Valore S.p.a., la società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini che assiste i familiari della vittima.

Alla fine i commossi ringraziamenti della vedova agli amici che hanno organizzato l’iniziativa, a tutti i partecipanti e a tutti coloro che le sono stati e le sono vicini in questo momento. “Erano davvero in tanti, ho visto molti amici e conoscenti di mio marito ma anche persone che non lo conoscevano, cittadini comuni: grazie a tutti – ha commentato Carmela Caruso – Il messaggio forte lanciato da questa fiaccolata è che la gente c’è e vuole giustizia, come la vogliamo noi, e vuole anche che le cose cambino, che le leggi cambino, che i cittadini siano tutelati, che le pene per i crimini commessi siano giuste e certe. La rabbia è tanta. Anche se non sono molto ottimista per la sentenza”.

Il Pm della Procura di Torino titolare del procedimento penale, il dott. Gianfranco Colace, ha chiesto l‘ergastolo per l’assassino, contestandoglil’omicidio aggravato dai futili motivi di Gugliotta e il tentato omicidio dell’amico, richiesta cui si sono associate le parti civili che rappresentano la signora Caruso e i tre figli. Sul verdetto che dovrà pronunciare il giudice, dott. Stefano Vitelli, però, com’è noto, incombecome un macigno l’incognita della seminfermità mentalericonosciuta da due perizie psichiatriche all’imputato, che beneficerà anche dello sconto di pena previsto per il rito abbreviato. Il timore della famiglia è che possa cavarsela con pochi anni di carcere e sarebbe un ulteriore schiaffo per i Gugliotta, che già hanno perduto all’improvviso e tragicamente il proprio caro e il loro sostegno economico, e che non potranno neppure essere risarciti dal killer, nullatenente. Oltre che dalla Giustizia, si aspettano un segnale anche dallo Stato, sin qui non pervenuto. 

Fca, Forza Italia: “Ampliare parco Its per la mobilità del futuro”

“Spiace constatare che durante le sue comunicazioni in Aula su FCA il Presidente Chiamparino si sia limitato ad una scolastica disamina incentrata sulle scelte di politica industriale della multinazionale automobilistica. Ancora una volta ha dimostrato la sua stanchezza e il passo lento del centrosinistra in Piemonte che non è un caso vede la nostra Regione in affanno, con una economia che rallenta più di tutte le altre nel Nord Italia”. Ad affermarlo Claudia Porchietto e Andrea Tronzano, rispettivamente deputato di Forza Italia e responsabile regionale del Dipartimento Attività Produttive in piemonte e vicecapogruppo in Regione Piemonte.
“Sinceramente ci saremmo aspettati che il Governatore ci comunicasse un piano strategico di misure da proporre a FCA: perché é inutile invocare l’etica dell’impresa se non si ha la minima idea di che cosa chiedere per il proprio territorio. Inutile l’ennesimo tavolo, se non hai da metterci sopra un progetto sul quale discutere. Il tempo delle questue è finita vista la dimensione globale nella quale opera oggi FCA. C’è chi come il centrosinistra e il M5S continua a pensare che si possa avere equità sociale solo senza avere imprenditori. Per noi invece è vero il contrario non c’è equità sociale senza impresa, e non c’è lavoro senza imprenditori”.
Il vicecapogruppo Andrea Tronzano
“Lanciamo una proposta: la Regione costruisca insieme al Governo un progetto per ampliare il “parco” ITS presente in Piemonte e che deve diventare la fucina delle nuove competenze per la mobilità del futuro. Questo ITS potrebbe sì coinvolgere direttamente FCA in modo da formare le figure indispensabili per un mondo del lavoro sempre più specializzato. Non bisogna dimenticare che in Piemonte esiste un mismatch di 150mila posti di lavoro dove l’offerta non incontra domanda”. Concludono i due esponenti di Forza Italia Porchietto e Tronzano.
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Quale sicurezza nell’anestesia cardiochirurgica?

Le linee guida in tutto il mondo sottolineano come l’anestesia volatile (o inalatoria) sia preferibile rispetto a quella di tipo intravenoso per i suoi effetti cardioprotettivi nelle operazioni cardiochirurgiche, come il bypass aortocoronarico

 

Uno studio multicentrico, pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale The New England Journal of Medicine, dimostra, invece, che non c’è alcuna differenza tra i due tipi di anestesia dal punto di vista della sicurezza. La ricerca, condotta in 36 Centri e 13 Paesi con un coinvolgimento di 5.400 pazienti, è stata coordinata da medici e ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele coadiuvati dalla Città della Salute di Torino, in particolare dal professor Giovanni Landoni, referente Ricerca Clinica in Anestesia e Rianimazione Chirurgica del San Raffaele, e dal professor Alberto Zangrillo, primario di Anestesia e Rianimazione Cardiochirurgica, referente Aree Cliniche del San Raffaele, e dal professor Luca Brazzi, Direttore Anestesia e Rianimazione universitaria ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Per numero di Centri e pazienti coinvolti, la ricerca è uno dei più grandi studi anestesiologici mai condottiOggi l’anestesia è indispensabile per qualsiasi tipo di intervento chirurgico, in quanto permette ai pazienti di essere sottoposti ad operazioni ed altre procedure più o meno invasive senza provare dolore, oltre a proteggere l’organismo dall’intervento stesso. Molti progressi della chirurgia dipendono dagli sviluppi della moderna anestesia, senza la quale, per esempio, non sarebbe possibile effettuare interventi cardiochirurgici maggiori, le cosiddette “operazioni a cuore aperto”. Ricerche pre-cliniche e meta-analisi negli anni hanno suggerito di preferire, negli interventi al cuore, l’anestesia inalatoria rispetto a quella intravenosa per le sue conseguenze farmacologiche positive, come la riduzione di infarto miocardico o gli effetti cardioprotettivi sulle cellule stesse. Tuttavia, fino ad oggi non esistevano studi consistenti che dimostrassero delle reali differenze nelle conseguenze cliniche tra anestesia intravenosa e volatile nei pazienti sottoposti a questo tipo di operazioni.La ricerca condotta dai medici e ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e della Città della Salute di Torino, in collaborazione con ospedali di tutto il mondo – dal Brasile alla Malesia, dall’Arabia Saudita all’Australia – ha voluto verificare l’effettiva differenza tra i due tipi di anestesia generale nelle operazioni di bypass aortocoronarico, monitorando la mortalità ad un anno dei pazienti ed eventuali reazioni avverse all’anestesia. “Abbiamo scelto di focalizzarci sull’intervento di bypass aortocoronarico perché si è dimostrato essere un ottimo modello per vedere gli effetti dell’anestesia, oltre che uno degli interventi maggiori più frequenti – conta infatti circa un milione di interventi l’anno”, affermano Giovanni Landoni, primo nome dello studio, e Luca Brazzi. Dal 2014 al 2017 sono stati reclutati 5.400 pazienti – un numero particolarmente ampio per ricerche di questo tipo – successivamente divisi in due gruppi in modo randomizzato: un gruppo è stato trattato con anestesia volatile e l’altro con anestesia intravenosa. Monitoraggi successivi non hanno mostrato alcuna differenza significativa nelle conseguenze cliniche post-operazione. Anestesia volatile e intravenosa sono, quindi, ugualmente sicure. “Siamo molto orgogliosi del risultato ottenuto perché, oltre a rassicurare medici e pazienti, ciò significa che già nell’immediato sarà possibile ridurre i costi dell’anestesia in ogni Paese: dal momento che i risultati sono del tutto comparabili, saranno i Paesi stessi a decidere se preferire un’anestesia rispetto all’altra a seconda dei costi che questa comporta nei singoli paesi”, affermano Landoni e Brazzi. Lo studio, oltre ad essere uno dei più grandi studi anestesiologici mai condotti, è un esempio di ricerca clinica indipendente e collaborativa, promossa e realizzata grazie a finanziamenti ricevuti dal Ministero della Salute.

I risultati dello studio verranno presentati a Brussels il 19-22 marzo durante la 39esima edizione del congresso ISICEM (International Symposium on Intensive Care and Emergency Medicine), il più importante in questo campo, con oltre 11.000 partecipanti.