

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.
La Tessera Sanitaria permette ai cittadini di fruire dei servizi sanitari. Tuttavia, pur riportando i propri dati personali, non può essere considerata valida come documento di identità. È strettamente personale e ha una validità di sei anni: se il termine ultimo si sta avvicinando o se è scaduta, dovrà essere rinnovata.
La procedura per il rinnovo è automatica, in quanto è l’Agenzia delle Entrate che si preoccupa di inviare la nuova Tessera Sanitaria presso il domicilio del cittadino. Si tratta di un documento importante perché consente di prenotare visite mediche e di fruire delle cure termali fornite dall’INPS, senza contare che va esibita – insieme alla prescrizione medica – anche al momento dell’acquisto di un medicinale.
Sarà capitato a molti di essersi trovati nella situazione in cui era necessario esibire un documento che verificasse la propria persona, ma di aver dimenticato la Carta di identità. A quel punto, sarà scattata spontaneamente la domanda: “Può andare bene la Tessera Sanitaria”?
Come da indicazioni di legge, sono documenti equipollenti alla Carta di identità: la patente di guida; il passaporto; la patente nautica; la C.I. elettronica (CIE); il porto d’armi; il libretto di pensione; il patentino di abilitazione alla conduzione di impianti termici; tessere di riconoscimento, a patto che presentino una foto del soggetto e un timbro o un segno equivalente rilasciato da una delle amministrazioni statali.
Nell’elenco non rientrano i tesserini che attestano l’iscrizione a un ordine professionale, in quanto per legge, non sono validi come documento identificativo.
Prosegue, senza quartiere, il contrasto della Polizia di Stato di Torino allo spaccio di stupefacenti. E’ recentissima la notizia di una serie di arresti effettuati nell’ambito di distinte operazioni. L’attività di indagine del personale del Commissariato Dora Vanchiglia con la collaborazione di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine ed unità cinofile, ha portato, nel quartiere Aurora, all’arresto di due persone per detenzione di sostanza Nel corso dell’attività, gli agenti del Commissariato hanno notato due persone armeggiare nei pressi dei contenitori della spazzatura. I due sono stati sottoposti a controllo, nel corso della perquisizione entrambi sono stati trovati in possesso di hashish, una decina di grammi in un caso e una ventina nell’altro. Nei pressi dei contenitori della spazzatura dove i due stavano armeggiando, i poliziotti hanno ritrovato tre panetti di hashish per un peso complessivo superiore ai 450 grammi. I due, entrambi cittadini marocchini irregolari sul territorio nazionale, di 32 e 18 anni sono stati arrestati per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Il diciottenne, inoltre, è stato denunciato per ricettazione poiché trovato in possesso di un bracciale e di una collana aventi i ganci rotti.
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Sempre nel corso dell’attività, che ha portato all’identificazione di 20 persone, un cittadino nigeriano di 23 anni è stato denunciato in stato di libertà per il possesso di sostanza stupefacente. Transitando in Lungo Dora Savona, gli agenti hanno notato un gruppo di persone nei pressi di una panchina. Alla vista degli agenti, il gruppo si è dileguato e il ventitreenne cittadino nigeriano ha tentato la fuga in direzione di via Bologna, non prima di essersi disfatto di un sacchettino risultato poi contenere marijuana. Il tentativo è risultato vano visto che lo straniero è stato raggiunto e fermato dagli agenti.
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Personale della Polizia di Stato della Questura di Torino, a seguito di una mirata attività d’indagine,aveva individuato in uno stabile di Via Pinerolo il centro di stoccaggio e smistamento di stupefacenti. Già alcuni giorni fa in quello stesso palazzo erano stati rintracciati due cittadini che non avevano ottemperato all’ordine del Questore di allontanamento dal territorio nazionale. Uno di questi, proveniente dal Gambia, è stato anche arrestato in quanto colpito da ordine di esecuzione per la carcerazione, essendo stato condannato alla pena di un anno e otto mesi per detenzione e spaccio di stupefacenti.Nel pomeriggio del 20 marzo, gli investigatori della Squadra Mobile, dopo aver individuato i probabili nascondigli degli spacciatori e le loro abitudini, hanno atteso il momento propizio per cogliere i responsabili in flagranza, rinvenendo un chilo di “datteri” di cocaina ed eroina, sostanza da taglio, materiale per il confezionamento, due bilancini elettronici di precisione e la somma in contanti di 7000 euro.La sostanza stupefacente era suddivisa in dosi perfettamente confezionate da circa 15 grammi ognuna, etichettate a seconda del tipo e della qualità con un simbolo raffigurante un occhio, con la scritta “Joy” e con il numero “20”. Il tutto era occultato all’interno di calzini, a loro volta nascosti nelle cantine dello stabile in uso ad un cittadino nigeriano ed uno gabonese, rispettivamente di 33 e 40. Quest’ultimo, inoltre, aveva nella tasca un sacchetto con all’interno 14 dosi pronte per essere spacciate.
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M.Iar.
Salvatore Caruso, 68 anni, ex marito è indagato di omicidio per la scomparsa di Samira Sbiaa, la donna marocchina sparita 17 anni fa da Settimo Torinese, allora aveva 32 anni. Un fascicolo a carico dell’uomo, ex guardia giurata in pensione, residente a Settimo, è stato aperto dalla procura di Ivrea. I carabinieri della compagnia di Chivasso hanno effettuato stamane la perquisizione dell’abitazione dell’uomo dove nei giorni scorsi avevano sequestrato quattro pistole, due carabine, un fucile e proiettili. Quando Sabira scomparve i due erano sposati da due anni, ma il marito né i famigliari presentarono denuncia. Pochi giorni fa attraverso un’associazione di Asti, la madre della donna ha lanciato un appello per ritrovare la figlia. Ne ha parlato anche la trasmissione”Chi l’ha Visto?”.
C’è una svolta nel caso dell’omicidio di Umberto Prinzi, che venne trovato morto il 14 dicembre in un bosco a Moncalieri. L’uomo, freddato con due colpi di pistola alla nuca, era tornato in libertà da due anni, dopo 22 passati in carcere per l’omicidio della fidanzata, la transessuale Valentina. La uccise nel 1995 e nel 2007 ne fece ritrovare il corpo ammettendo il delitto.I carabinieri del Nucleo Investigativo di Torino hanno fermato due pregiudicati torinesi.
Alle prime luci dell’alba nei giorni scorsi, personale della Squadra Volante di Torino interveniva in strada Maddalena, per la segnalazione di un tentato furto su autovettura. Gli agenti trovavano sul posto non solo il responsabile del fatto ma anche il proprietario dell’autovettura che, allarmato dall’antifurto entrato in azione, si era immediatamente avvicinato, venendo aggredito dal ladro che tentava di assicurarsi la fuga. Gli operatori ponevano fine alla colluttazione, traendo in arresto un ventiduenne di origini marocchine per rapina impropria e furto aggravato su autovettura. L’uomo è stato anche denunciato per tentato furto aggravato in trascorsa flagranza, in merito a dei documenti di identità appena rubati da un’altra autovettura parcheggiata nei pressi.
Nella serata del 19 marzo, una pattuglia della Stazione Carabinieri di Novi Ligure è intervenuta presso l’abitazione di una famiglia a seguito della richiesta di una cittadina rumena di anni 53 che riferiva di un’accesa lite con il compagno, il quale, a suo dire, l’aveva picchiata. Quella che inizialmente sembrava una violenza domestica rivelava qualcosa di più complesso: l’intervento, infatti, particolarmente delicato per lo stato di fortissima alterazione psicofisica da abuso di alcolici e di farmaci della richiedente, oltre che per la presenza di un minore (il figlio 12enne) e per l’atteggiamento aggressivo della donna anche nei confronti dei Carabinieri, ha avuto un risvolto del tutto inatteso. Improvvisamente, la donna, che a un certo punto si era diretta senza spiegazioni nella camera da letto del figlio piccolo, sotto stretta sorveglianza dei Carabinieri, con uno scatto si è diretta verso il bagno, subito inseguita dai militari che ne hanno colto le possibili malsane intenzioni. Nonostante fosse riuscita ad aprire la finestra del bagno, con chiari intenti anticonservativi, e avesse fatto un balzo in avanti per defenestrarsi, i due Carabinieri l’hanno afferrata per le gambe, riportandola con non poca fatica all’interno della stanza. Una volta tratta in salvo, la donna è stata trasportata presso l’ospedale di Novi Ligure, dove è stata ricoverata in regime di TSO
M.Iar
di Pier Franco Quaglieni
L’invito ad esporre la bandiera europea mi ha lasciato perplesso. Sia chiaro, non ho nulla in contrario, anzi, ma vorrei dire che chi oggi propone di mettere alle finestre quella bandiera, non ha mai detto in passato di esporre il tricolore. Le due bandiere non sono incompatibili, anzi si integrano in quella visione europea che fu dei nostri grandi del Risorgimento, da Cavour a Mazzini. L’europeismo che pensa utopisticamente di annullare le patrie nazionali, non è il mio. Io mi richiamo a Federico Chabod che unì l’idea di nazione con quella di Europa e molto meno ad Altiero Spinelli che pure rispetto ed anche ammiro. Questi inviti sotto elezioni non appaiono disinteressati e credo saranno non tantissimi gli italiani che li accoglieranno. Molti anni fa , quando Bossi offese volgarmente il tricolore, io proposi ai torinesi di esporre la nostra bandiera. Lo feci attraverso un comunicato stampa e rilasciai anche una breve intervista a “La stampa”. Poco dopo mi telefono’ il sindaco di Torino Valentino Castellani che mi propose di ritirare la proposta che poteva rivelarsi controproducente, in quanto forse pochi torinesi avrebbero messo fuori la bandiera. Poteva essere una sfida persa proprio nei confronti della Lega, mi disse il Sindaco. Io fui subito convinto dell’esattezza della lucida riflessione di Castellani e telefonai al giornalista, pregandolo di soprassedere. Quando ho letto della proposta mi è tornato alla mente questo episodio. In effetti l’Europa attuale difficilmente suscita entusiasmi perché appare un’Unione algida di interessi finanziari. L’Europa di Manzoni e di Mann e’ lontana anni -luce da Bruxelles .Se poi a fare certe proposte sono alcuni politici, il discorso si complica ulteriormente, con buona pace della madamine che distribuiscono bandiere azzurre in piazza San Carlo. Solo una riflessione critica sull’Europa di oggi può salvare l’idea dell’Europa futura .Le difese acritiche possono andar bene ad Emma Bonino e a Carlo Calenda, ma non a me che negli anni 70 fui vicepresidente del Consiglio italiano del Movimento Europeo e credo disperatamente in un’Europa che abbia innanzi tutto un’anima fatta di cultura e di storia.
Il 21 marzo, San Benedetto patrono d’Europa
Le 7 promotrici del movimento Sì Torino va avanti, sono scese di nuovo in piazza, domenica scorsa. Ma questa volta non per una manifestazione di massa. E’ stata tuttavia una iniziativa altrettanto e altrettanto significativa: la distribuzione di centinaia di bandiere azzurre europee da esporre giovedì 21 marzo, giorno di San Benedetto patrono dell’Europa. “Siamo soddisfatte e grate ai tanti volontari che ci hanno aiutato o , dimostrando che abbiamo interpretato un sentire molto diffuso a Torino: la città si sente europea e vuole essere collegata sempre meglio con Parigi, Bruxelles, Londra, Barcellona, Madrid anche attraverso il Tav”, questo dice a nome di tutte Simonetta Carbone. “Abbiamo ricevuto anche molti messaggi e email” dei volontari che affiancano le 7 “madamine” e che hanno le più varie estrazioni . Simonetta Carbone ne cita alcuni fra tanti. Chantal Balbo, imprenditrice, che si dice da sempre sostenitrice dell’Europa e dei suoi valori di pace, sviluppo e solidarietà tra i popoli. Tema, sostiene, strettamente legato con il progetto TAV. Guido Imanon, impegnato nel volontariato., che scrive “Ieri ero in piazza San Carlo (come lo sono sempre stato a tutte le manifestazioni di “Si Torino va avanti”) perché è un dovere lottare contro l’immobilismo e il dilettantismo di questo governo sia della Nazione, sia della Città , capace solo di dire no , ni non lo a so a tutte le iniziative che possono creare sviluppo e lavoro”. Luisa Bellerio convita europeista. Maria Benazzo. Massimo Condolo, giornalista professionista che dice “Sono sceso in piazza perché sono contrario a qualsiasi forma di localismo e sovranismo e non voglio vedere svanire tutto quello che le generazioni dei miei nonni e dei miei genitori hanno costruito per dare all’Europa pace, benessere e democrazia”. Gabriella D’Alonzo, medico, che ha abbracciato la caisa di “S’ Torino va anto”. Giulia Frezzato, universitaria, sostenitrice dell’Europa e della TAV. Enrica Gloria, pubblicitaria che sostiene da sempre il COMITATO . Guido Imanon, impegnato da sempre nel volontariato che era ” in piazza San Carlo (come lo sono sempre stato, a tutte le manifestazioni di “Si Torino va avanti”) perché è un dovere lottare contro ,l’mmobilismo e il dilettantismo di questo governo sia della Nazione, sia della Città , capace sol di dire no ,ni e non lo so a tutte le iniziative che possono creare sviluppo e lavoro”. Giorgio Luparia, ex dirigente tecnico in pensione, che dice ” ero lì con voi semplicemente perché credo profondamente nell’ Europa ed altrettanto convintamente credo che la realizzazione della TAV”. E ancora Gianluca Novero , Insegnante di scuola superiore e ingegnere libero professionista, in piazza perché “Ho riscontrato nel Comitato ideali che mi rispecchiamo, che riguardano lo sviluppo inteso in senso buono, la volontà di fare politica partendo dalle esigenze delle persone senza essere legati alle ideologie di partito”. E aggiunge “Le signore hanno già fatto tanto da sole, mi sembra giusto dar loro una mano, anzichè semplicemente giudicare, e criticare o applaudire, seduti dietro una tastiera oppure al tavolo di un bar”. Enrico Pompili, Elisabetta Riccomagno ,architetto : “Ero in piazza ieri perché credo che sia necessario dare un segnale forte anzi fortissimo. Torino è viva, è italiana, è europea. Dobbiamo farci sentire, dobbiamo esserci. Si torino va avanti!”. Francesco Rossi e Ioselito Zucchini. Questi alcuni dei nomi e dei volti di chi ha scoperto l’impegno civile e politico e vuole dare un contributo alla rinascita di una città da troppi anni poco e male rappresentata a livello nazionale. L’appello è a esporre le bandiere europee giovedì 21 marzo, un segnale alla giunta comunale e al governo: Torino c’è e vuole contare, sembrano voler dire, e non vuole rinnegare la sua vocazione di città europea.
Ibis