redazione il torinese

Diritti animali e ambiente: "Un errore assorbire il Corpo forestale"

La Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente chiede al governo di non esercitare la delega che autorizza l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato: “Sarebbe una controriforma, contro la cultura e la civiltà del Paese”

 

 

bosco verdeLa delega che consente l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato, contenuta nella riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, non è una riforma, ma una controriforma che fa arretrare la cultura e la civiltà del Paese. Per questo la Federazione Italiana Associazione Diritti Animali e Ambiente – alla quale aderiscono una quarantina di associazioni animaliste, tra cui Enpa, Lav, Oipa, Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, Lega del Cane – chiede al governo di non esercitare la delega nel senso di un assorbimento del Corpo, definito “eventuale” dalla legge stessa, ma di una razionalizzazione e revisione organizzativa che garantisca l’innalzamento degli attuali livelli di prevenzione e repressione dei reati a danno degli animali, di presidio dell’ambiente, del territorio e del mare e della sicurezza agroalimentare con la piena salvaguardia delle professionalità, delle specializzazioni e delle funzioni esistenti.

Dal punto di vista organizzativo, completano lo sfascio del sistema di vigilanza ambientale, e venatoria, le disposizioni del decreto enti locali, approvato nei giorni scorsi, sulla polizia provinciale, destinata ad un probabile “spezzatino” tra Regioni e città metropolitane con “funzioni di polizia municipale”. Chi si occupava di tutelare l’ambiente andrà a dirigere il traffico. Il tutto in un contesto caratterizzato da un’altra riforma in chiaroscuro (più scuro che chiaro): l’introduzione della non punibilità per tenuità del fatto, che indebolisce la tutela penale degli animali.

 

Nonostante gli errori compiuti, il governo ha ancora la possibilità di evitare almeno il paradosso: in un Paese come l’Italia, primo in Europa per biodiversità, dove si consuma un reato ambientale ogni quaranta minuti, dove le frodi alimentari sono all’ordine del giorno, dove i casi di maltrattamento ed uccisione di animali non si contano, sarebbe assurdo sopprimere di diritto o di fatto il Corpo specializzato nella repressione di questi delitti. E’ ipocrita parlare di riduzione dei costi (tra l’altro rimangono in piedi in Corpi forestali di Regioni e Province autonome) e vagheggiare risparmi che non ci saranno, o saranno irrisori, ed ancor più grave è lasciar credere che l’accorpamento non avrà conseguenze pratiche sulla tutela del territorio e della nostra biodiversità. E’ vero esattamente il contrario. Ecco perché ci risulta incomprensibile l’ostinazione del governo, forse preoccupato di assecondare le pressioni dell’Unione europea sull’omologazione delle forze di polizia o, peggio ancora, condizionato dalle tante lobby economiche che sentono come un fastidio le verifiche e i controlli. Ma non è detta ancora l’ultima parola. Noi continueremo la nostra battaglia perché il governo ci ripensi e il Corpo forestale dello Stato resti.

 

Pazza estate in Piemonte, escursione termica di 25 gradi e si passa dall'afa agli allagamenti

cielo nuvole tempo

Lampioni 2sole cielo caldoPiogge torrenziali  a Torino e soprattutto a Collegno, mentre in Valle di Susa i vigili del fuoco hanno effettuato decine di interventi. Nella zona di Venaus, un ponte è stato ostruito dalla piena di un torrente

 

Se si considerano i 38 gradi di qualche giorno fa e i 15 di Ferragosto registrati a Torino, ben si comprende che un’escursione termica di quasi 25 gradi nell’arco di poche ore ha poco o nulla di normale.Come poco o nulla di nornale ha la tromba d’aria violentissima scatenatasi a Vercelli qualche giorno fa.  Eppure ormai siamo abituati a questo clima folle che porta piogge e venti monsonici alternati al caldo afoso e torrido. Violenti temporali in alcune zone del Torinese dove nei giorni scorsi è caduta anche una forte grandinata, Piogge torrenziali  a Torino e soprattutto a Collegno, mentre in Valle di Susa i vigili del fuoco hanno effettuato decine di interventi. Nella zona di Venaus, un ponte è stato ostruito dalla piena di un torrente e dieci persone sono state evacuate. Allagato il supermercato Mercatò a La Loggia, dove una parte del tetto e’ caduta per la pioggia battente. Si sono poi verificati black out a Nichelino e a Moncalieri. Problemi di viabilità a Pino torinese dove molti rami di alberi sono caduti sulle strade, e a Villastellone e Carignano.

 

(Foto: il Torinese)

Un anno di Sanità in Regione

molinette 

Rete ospedaliera, assistenza territoriale, strutture private. Il piano prevenzione.Sblocco del turnover del personale. I nuovi direttori generali

 

Con l’approvazione delle linee guida che i Direttori delle aziende sanitarie regionali devono osservare nella stesura degli atti aziendali, si completa l’intenso lavoro iniziato un anno fa con l’insediamento della Giunta Chiamparino. Un lavoro che l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, riassume così.

 

  • La revisione della rete ospedaliera pubblica e privata

A novembre 2014, la Giunta ha approvato la delibera di revisione della rete ospedaliera pubblica e privata del Piemonte, con l’obiettivo di riqualificare la spesa sanitaria e tornare ad investire sul territorio, sulle tecnologie più avanzate e sulla prevenzione.La sanità del Piemonte negli ultimi anni è molto cambiata: la produzione è calata del 3%- senza una contestuale riduzione dei costi- ed è aumentata la mobilità passiva verso altre Regioni, il cui saldo è diventato negativo di 30 milioni nel 2013. La delibera prevede un aumento di posti letto di continuità assistenziale sull’intero territorio:1330 in più, una prima risposta alla richiesta di tante famiglie che, dopo il ricovero ospedaliero chiedono soluzioni per gli ammalati, spesso anziani, prima del rientro in famiglia.

 

  • Piano regionale della prevenzione

Il 3 giugno è stato approvato il Piano regionale della prevenzione 2015-2018: un documento complesso, frutto dell’impegno di gruppi di studio che hanno lavorato su dieci programmi per integrare funzioni e competenze presenti nei Dipartimenti di prevenzione delle ASL e nel servizio sanitario regionale. Il documento è preceduto dall’aggiornamento del profilo di salute della popolazione piemontese ed è accompagnato da strumenti di monitoraggio e di indicatori di risultato. Il Piano ed il rispetto dei contenuti certificati rappresentano un Livello essenziale di assistenza (LEA) per la Regione ed un obiettivo di mandato per i direttori generali delle ASL

 

  • La rete di assistenza territoriale

Un atto di programmazione che procederà di pari passo con la revisione della rete ospedaliera, a partire dal 2016: un tassello indispensabile a garantire l’offerta sanitaria adatta ai nuovi bisogni di salute della popolazione del Piemonte. La delibera è del 29 giugno.Il Piemonte, dove vivono il 7 % degli italiani, è una delle regioni più vecchie: nel 2011 gli over 65 erano 1.023.195 e l’indice di invecchiamento (che rapporta gli ultra 65enni al totale della popolazione) era del 23.4%, mentre alla stessa data, in Italia gli over 65 anni erano 12.301.537 pari al 20.3 % del totale della popolazione. Una popolazione che invecchia in condizioni di salute migliori, perché negli ultimi decenni è profondamente mutato lo scenario epidemiologico caratterizzato da un aumento della prevalenza di patologie croniche, di cui in Italia (dati Istat 2011) soffre almeno il 38.6% della popolazione.La cura dei pazienti cronici richiede non tanto un aumento di risorse, quanto piuttosto un’inversione di tendenza culturale perché i pazienti cronici necessitano di risposte integrate e multidisciplinari.Le strutture ospedaliere restano la sede più adatta per la diagnosi e la cura degli episodi acuti, ma le altre prestazioni (visite ed esami specialistici, consumo di farmaci, riabilitazione) hanno sul territorio il luogo più appropriato di erogazione, spesso anche al domicilio stesso dei pazienti: per la diffusione di patologie croniche a rilevante impatto sociale, vogliamo conciliare esigenze di equità e di solidarietà con il quadro delle risorse disponibili. L’assistenza socio sanitaria territoriale rappresenta uno dei tre macro livelli di assistenza in cui si vuole declinare l’offerta del servizio sanitario in Piemonte – insieme alla prevenzione e all’assistenza ospedaliera – attraverso assistenza primaria (medicina generale, pediatria di libera scelta e continuità assistenziale); assistenza specialistica territoriale; attività erogate dalle strutture distrettuali delle Asl (assistenza domiciliare e residenziale socio-sanitaria ad anziani non autosufficienti, disabili, minori, salute mentale). La delibera individua, tra le linee di azione, la valorizzazione del ruolo dei Distretto come articolazione operativa fondamentale delle ASL per il governo della rete territoriale.

 

  • Strutture private, programmazione dei fabbisogni di prestazioni ospedaliere

A luglio, la Giunta ha approvato la delibera di programmazione dei fabbisogni di prestazioni ospedaliere che la Regione pagherà alle strutture sanitarie accreditate private per il prossimo triennio: un quadro che si completa a partire dal Patto della Salute e dal Regolamento attuativo nazionale. Siamo partiti dal budget 2014 di fabbisogni ospedalieri che fornivano i privati, pari a 570 milioni di euro, ed abbiamo operato una contrazione, ma senza mai applicare tagli lineari. Abbiamo recuperato circa 40 milioni, 20 dei quali li abbiamo già destinati a prestazioni di letti di continuità assistenziale ed assistenza domiciliare, la vera grande esigenza che abbiamo registrato.

 

  • Le assunzioni di personale: 772 persone entro fine 2015

Il 23 luglio i dirigenti dell’assessorato, incontrando i sindacati di categoria, hanno consegnato la previsione di ingressi a tempo indeterminato di 772 unità di personale, entro il prossimo 31 dicembre. 213 medici, 360 infermieri ostetrici, 129 operatori socio sanitari e 21 medici per il servizio del 118 sono solo alcuni dei numeri del quadro generale che si sta attivando nelle varie aziende sanitarie.

 

  • I nuovi direttori generali

La Giunta regionale ha nominato, a fine aprile 2015, i nuovi direttori generali della sanità piemontese. Sedici nomi, fra cui tre donne: quattro i direttori confermati, ma in sedi diverse da quelle attuali, secondo il principio della turnazione. Scelti in base alla professionalità e alla capacità manageriale, sono chiamati, con i direttori sanitari ed amministrativi, a dare concreta attuazione agli indirizzi che la Regione formula in materia sanitaria. L’ultima delibera approvata a fine luglio, le linee guida per gli atti aziendali, stabilisce che, per quanto riguarda le strutture organizzative aziendali, il loro numero deve essere conforme ai parametri fissati dal Patto per la Salute (17,5 posti letto per struttura complessa, 1,31 strutture semplici per struttura complessa). In questo modo in Piemonte i primariati si ridurranno di circa il 30%, il che consentirà non solo nel lungo periodo di risparmiare, ma soprattutto di superare l’eccesso di frammentazione del nostro sistema garantendo ai cittadini reparti più forti e più sicuri.

 

(Foto: il Torinese)

www.regione.piemionte.it

Il Cammino dei diritti incomincia da Torino

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Alla partenza erano presenti Angelo Pezzana, fondatore del Fuori, e Paola Bragantini

 

E’ partita da Torino la marcia ‘Cammino dei Diritti’, iniziativa promossa da Piero Spina con l’obiettivo di rivendicare i diritti delle coppie di fatto. La marcia è sostenuta dai Radicali e l’arrivo è previsto a Roma, a Porta Pia, il 20 agosto. Alla partenza erano presenti Angelo Pezzana, fondatore del Fuori, e Paola Bragantini, parlamentare Pd. Hanno mandato il loro saluto anche il sindaco Piero Fassino e l’assessore Ilda Curti.

 

(Foto: archivio il Torinese)

CANZONI DELL'EROE QUOTIDIANO

fenestrelle spettacolo

Sabato 22 agosto, ore 21, Chiesa della fortezza al Forte di Fenestrelle

 

Gli eroi esistono ancora? Il termine eroe riporta alla mente personaggi mitici e storici, avventurieri, uomini di coraggio per i quali il rischio è una sfida da vincere ad occhi aperti, oppure i protagonisti dei film e dei racconti frutto della fantasia di autori e sceneggiatori, eppure questa figura è più reale di quanto non si possa immaginare. L’eroe esiste ancora nel vivere quotidiano, nascosto tra le pieghe dei giorni senza nome, spesso inconsapevole del suo potere. La voce di Giovanni Battaglino, e la sua chitarra, ci raccontano la sua storia in un recital insolito, ricco di suggestioni letterarie, musicali e cinematografiche che lega con un filo una canzone all’altra e, con lo stesso filo, l’artista a chi ascolta. Un modo diverso di intendere un evento musicale che rende protagonista ogni persona presente. Un viaggio colorato di immagini oniriche e scorci di realtà che tutti, almeno una volta, abbiamo vissuto in prima persona o attraverso le parole di altri: l’amore, il cammino verso una meta importante, la guerra, l’amicizia, le tentazioni, il destino, il coraggio, la speranza. Dietro lo steccato, al di là di una porta chiusa, oltre l’angolo della strada: le canzoni di Giovanni Battaglino ci porteranno, un passo dopo l’altro, là dove ci aspetta l’eroe quotidiano. Il recital di Giovanni Battaglino è inserito all’interno della manifestazione “Parole, suoni e immagini nell’incanto della fortezza”. A questo appuntamento sarà presente un ospite speciale: il chitarrista Alessandro Chiappetta.

“Canzoni dell’eroe quotidiano” è un evento promosso dall’Associazione culturale
YOWRAS Young Writers & Storytellers – www.yowras.it

Rugantino, che bontà!

rugantino1rugantino5Vi presentiamo una pasticceria di qualità in zona Santa Rita

 

Si trova in Corso Sebastopoli 211/B “Il Rugantino”, nel cuore del quartiere Santa Rita che dal 2003 propone pasticceria di alta qualità riconosciuta dalla Eccellenza Artigiana e dalla folta clientela che ogni giorno siede ai tavolini del dehor sorseggiando un caffè e gustando una delle molte delizie, punto di forza del pasticcere e titolare Davide.

 

Famoso per le strepitose zeppole al forno, il Rugantino propone una pasticceria ricercata ed attenta nel selezionare materie prime di stagione di ottima qualità per creare dolci irresistibili come il Mont Blanc, i marron glacés del Mugello o i semifreddi al bicchiere alle mandorle e moscato.

 

Come in ogni “vero” buon locale che si rispetti, punto di forza del Rugantino è la cortesia e la disponibilità del personale che ci lavora, da Agata a Valentina a tutte le altre ragazze che si alternano tutti i giorni della settimana, da lunedì a domenica.

 

Per chi vive a Santa Rita, il Rugantino rimane un punto di riferimento importante per prendersi una pausa caffè o per iniziare bene la giornata con una colazione sprint e golosa.

 

Angela Barresi

Festa e tradizione per San Rocco a Sciolze

SCIOLZE

Chiusura lunedì con la tradizionale fiera

 

L’Associazione Sapori di Sciolze, con il patrocinio del Comune, organizza i festeggiamenti per la patronale di San Rocco. Nella giornata del 15, ferragosto, alle ore 11.15 viene celebrata la Santa Messa al colle del Fagnour. Nel pomeriggio ci sono alle 15.30 una gara di bocce, alle 16 giochi in piazza a cura della Pro loco Sciolzese, cena al padiglione gastronomico e, alla sera si balla con Renato e ManuJ di Radio Veronica One. Domenica 16, alle ore 8.30 al polo educativo l’associazione Trifole e Trifolè di Rivalba organizza una gara di ricerca del tartufo. Alle ore 11.15 verrà celebata la Santa Messa in onore del patrono San Rocco, mentre nel pomeriggio la scaletta degli impegni prevede la gara di bocce e, alle 16.30 una mostra canina per cani di razza e meticci. In serata seguono la cena ed il liscio con l’orchestra Mary Mancini. Infine lunedì 17 alle ore 9 apre la tradizionale Fiera di San Rocco, poi alle 10 inizia il percorso in mountain bike proposto a Bike Bussolino Sport. Alle ore 13 ci sarà il pranzo della fiera presso i ristoranti locali. Nel pomeriggio alle 17 tutti in campo con la partita di calcio “semiseria”. Alle 19 gran cena di chiusura, poi orchestra di liscio Alex Cabrio ed elezione di Miss San Rocco e damigelle con la presenza di Bastian Contrario e della Bella Lidia.

 

Massimo Iaretti

 

Attenti ai laudatori

DUOMO SINDONE

papa 333papa reale3Effetti perversi degli innesti peronisti sull’enciclica: perchè la “Laudato si” è stata (prevedibilmente) strumentalizzata da Stranamore ecologisti, abortisti e teologi della liberazione

 

Curioso: pare che nelle Sacre Stanze ci si lamenti che la Laudato si sia stata “superficialmente male interpretata”, secondo quanto riferiscono, concordi, vaticanisti autorevoli: per dire, Repubblica titolava trionfante: “Il Papa: decrescita o catastrofe”. Ma non era proprio la cifra del pontificato di Francesco, questo rapporto stretto e spericolato con l’universo di quei media, che fino all’abdicazione di Benedetto XVI formavano il comitato di salute pubblica impegnato a perseguire l’intera Chiesa cattolica come associazione a delinquere? Non aveva forse questo Papa trasformato i media laicisti ostili in curiosi e benevoli interlocutori, attenti a captare ed enfatizzare ogni segnale di rinnovamento?

 

E allora, c’è da stupirsi dello stupore, perché dal punto di vista della comunicazione – non della dottrina – la Laudato si rappresenta un passo ulteriore in questo processo. Intendiamoci: l’enciclica non contiene, in sé, nessun messaggio particolarmente rivoluzionario; è una riaffermazione della dottrina della Chiesa, radicata nelle Scritture, sulla responsabilità dell’Uomo verso il Creato. Smentisce il falso mito del sovrappopolamento, difende il valore della vita umana e la famiglia di diritto naturale, contesta il pensiero ecologista che vuole difendere ogni forma di vita salvo quella umana. Ma proprio perché Francesco conosce e utilizza le dinamiche dei media contemporanei, è difficile credere che non abbia calcolato questi effetti, a maggior ragione chiamando a lavorare al documento una galleria di personaggi improbabili, e intervenendo  su temi specifici e controversi, come il riscaldamento globale, le emissioni, persino il ciclo dei rifiuti.  I primi a mettersi in allarme sono stati i vescovi e i Cattolici americani, che presidiano uno dei fronti più caldi nella battaglia contro un secolarismo particolarmente truce e intollerante. La fondazione Acton Institute, ad esempio, insieme a 90 studiosi firmatari di una lettere al Pontefice, chiede al Papa di non farsi fuorviare da letture parziali e tendenziose.

 

Sono stati delicati, perché a lavorare sull’enciclica “verde”, Francesco ha ripescato Leonardo Boff, ex-francescano, esponente di quella teologia della liberazione duramente combattuta da Ratzinger e Wojtyla (che ne dispose l’allontanamento dall’Ordine), il quale Boff si è preso una bella rivincita morale sugli ultimi due Papi, facendo sapere a mezzo mondo dei ringraziamenti dal Vaticano per il suo contributo; è stato chiamato Jeffrey Sachs, guru mondiale neomalthusiano e promotore dell’aborto come misura strutturale di sostenibilità ambientale (vedasi il suo: Common Wealth: Economics for a Crowded Planet).  Ma la scelta più clamorosa è quella di John Schellnhuber, nominato membro della Pontificia Accademia delle Scienze con tempi e metodi che ricordano da vicino quelli con cui Napolitano nominò Mario Monti senatore a vita: alla conferenza sul clima di Copenhaghen del 2009, si intestò una affermazione curiosa, almeno per uno scienziato che si dica cattolico: “il riscaldamento globale (…) è un trionfo per la scienza, perché almeno abbiamo potuto stabilire qualcosa, ovvero che le stime affinché il pianeta si possa mantenere in equilibrio richiedono una popolazione inferiore al miliardo di persone”. E gli altri cinque virgola qualcosa? Insomma, ora anche il Vaticano ha il suo dottor Stranamore.

 

Ma possiamo davvero accettare con onestà intellettuale la tesi secondo cui Papa Francesco sia semplicemente “mal consigliato”, un debole e influenzabile Re Travicello? È così difficile accettare la spiegazione più semplice, ovvero che il dogma dell’infallibilità del Papa riguarda sì “l’intero deposito della rivelazione divina” (Catechismo della Chiesa cattolica, 891), ma che l’uomo Jorge Bergoglio resta – grazie a Dio – libero di sbagliare in materia di teorie economiche e persino di indulgere a illiberali suggestioni di equità sociale imposta dall’alto, tra le quali è nato e si è formato?

 

È sufficiente una modesta familiarità con la storia dell’Argentina per distinguere nell’enciclica la voce non del capo della Chiesa universale di Cristo, quanto quella del vescovo di Buenos Aires e del pastore delle villas miserias: c’è tutta la sofferenza di un sacerdote che si è formato in un Paese tormentato e in un’epoca di violenza e guerra civile, di impoverimento generalizzato, epoca in cui settori del basso clero esprimevano il loro apostolato fondando movimenti di “Sacerdoti per il Terzo Mondo” (e alcuni sostenendo i terroristi Montoneros, come se in Italia certi parroci fossero finiti a fare i cappellani delle BR. Insomma, è difficile scartare la lettura, ormai ampiamente circolante in ambienti cattolici sulle due sponde dell’Atlantico, che Francesco viva con la testa in Argentina e con il cuore saldamente impiantato in Sudamerica, dove effettivamente il capitalismo predatorio, l’industria che sfrutta irresponsabilmente le risorse naturali, l’impermeabilità del clero ai cambiamenti sociali (ovvero, la propensione a cedere a suggestioni marxiste-bolivariane) sono stati responsabili di degrado ambientale, materiale e morale. Che ha colpito innanzitutto quella classe media, unico potente agente di sviluppo equilibrato, ma che agli occhi di certo clero porta comunque la colpa collettiva di essere”borghesia”, perdipiù storicamente influenzata dalla Massoneria.

 

Lungo le 180 pagine, il pastore delle villas miserias risalta nella demonizzazione del sistema di libero mercato individuato come responsabile dei problemi ambientali, nel modo di trattare i temi dello sfruttamento delle risorse e dell’uomo, nell’adesione incondizionata alla tesi antropogenica del cambiamento climatico anche oltre le posizioni del panel dell’Onu;  nell’invettiva contro le banche, contro le città inondate di acciaio, vetro e cemento, contro il “consumismo” e “la cultura usa-e-getta”. Ma si sente soprattutto nell’avversione alle dinamiche sociali del libero mercato, quando siano sottratte a una occhiuta regía superiore, sia essa una futuribile tecnocrazia ecologista con sovranità globale, o l’antico regime social-nazionalista di Perón, uno spettro di cui gli Argentini sono tuttora prigionieri. In effetti, alcuni passaggi dell’enciclica potrebbero essere letteralmente trasposti dai messaggi video che Juan Domingo Perón diffondeva dal suo esilio di Madrid ( oggi tutti disponibili su web), teorizzando una Terza Via, opposta al marxismo e al capitalismo, che avrebbe garantito “più equità sociale a prezzo di un modesto rallentamento del progresso scientifico e tecnologico dei sistemi produttivi”, un “equilibrio nella gestione delle risorse, che sono finite” e uno sviluppo dell’essere umano “in linea con la natura che lo circonda”.

 

La Terza Via, cosmologia del peronismo, non è mai stata calata nella realtà in modo duraturo: nel nostro mondo sublunare, i Paesi in cui certe suggestioni vengono messe in pratica, come il Venezuela di Chávez e Maduro – punto di riferimento di un vasto movimento globale che comprende tanto gli Spagnoli di Podemos quanto la presidente peronista argentina Cristina Fernández  de Kirchner – finiscono per aumentare la povertà, diffondere la dipendenza e il clientelismo, comprimere le libertà individuali, civili, religiose ed economiche.  Un’occasione sprecata: un’enciclica di taglio più prudente e rispettoso delle discussioni, già mature, in ambito internazionale, avrebbe forse aiutato a raggiungere prima soluzioni condivise a problemi che nessuno nega:  gli effetti disumanizzanti della finanziarizzazione dell’economia globale, l’aggancio dell’economia ai fondamentali della produzione, la necessità di sostenere una popolazione in crescita e in graduale uscita dalla povertà con gli strumenti dell’economia sociale di mercato e del controllo sociale esercitato dai consumatori in una moderna società capitalista. Altro che decrescita.

 

Col tempo, le polemiche sulla Laudato si si sedimenteranno, e con esse si calmerà il trionfalismo gongolante dei media imbevuti di superficiale ecologismo, megafoni della teoria irriducibilmente anticristiana secondo cui l’uomo è soltanto una forma di vita tra le altre, irrimediabilmente incline al tradimento della legge di armonia con la natura che presiede il regno animale. Ma il danno sarà in profondità e a lungo termine, soprattutto per quel mondo cattolico-liberale che si sforza di promuovere un modello di pensiero fondato sullo sviluppo sostenibile, in sintonia col principio di custodia del Creato, come via storicamente più efficace per combattere povertà e degrado.

 

(Foto: il Torinese)

EffeVi

Negozi aperti e turismo? Macché: per il popolo di Fb Torino in agosto è un deserto

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turisti 2Anche il “Torinese” ha pubblicato un articolo in cui si parla degli eventi culturali di Ferragosto – che sono reali, come l’ingresso ad un euro nei musei, va detto – e dei negozianti torinesi che, in molti,  terrebbero aperti i negozi evitando la “serranda selvaggia”

 

Non fosse per le dichiarazioni di ieri l’altro degli albergatori, che dimostrano come l’effetto Expo a Torino non si è fatto sentire (le stanze degli hotel sono vuote per metà), i giornali torinesi avevano decantato un’estate “aperta per ferie”. Anche il “Torinese” ha pubblicato un articolo in cui si parla degli eventi culturali di Ferragosto – che sono reali, come l’ingresso ad un euro nei musei va detto – e dei commercianti torinesi che, in molti,  terrebbero aperti i negozi evitando la “serranda selvaggia”. Ebbene, questo articolo, passato al vaglio dei nostri lettori su Facebook, ci ha dato un riscontro diverso. Stando almeno all’esperienza vissuta in prima persona da loro stessi, di cui certo non dubitiamo, la città risulta molto più “deserta” di quanto si potesse immaginare. Ecco, di seguito, alcuni commenti postati sulla nostra pagina Fb.

 

(Foto: il Torinese)

 

Luca Taffarello Peccato che i cittadini non vivono di turisti ma di lavoro legato all’auto che non c’è più 

Niky Cover Tutte balle…. Torino nelle due settimane centrali di agosto diventa un deserto. Serrande abbassate, strade vuote. Niente di molto diverso da 30 o 20 anni fa….
Parodi Franco Fiat o non Fiat è la mentalità che non è cambiata! le ferie sono sacrosante salvo poi lamentarsi sulla crisi
 
Lina Piazzolla c’e’ solo una cosa di buono in agosto,per le due settimane centrali,non si paga il parcheggio!!!
 
Edoardo Nicolino Lavoro in pieno centro e in questi giorni faccio fatica a trovare un posto aperto dove mangiare. Per me non è un grande problema, ma vedere i turisti spaesati fa capire che non riusciremo mai a tirarci fuori da questa crisi, siamo troppo egoisti o stiamo ancora troppo bene.
Armando Tavano Altro che gelati o proposte culturali…la città è morta senza lavoro e prospettive serie. Basta cazzate sparate dai media e politucoli stampo Fassino Chiamparino.
Rita Barberis Era meglio la città della Fiat almeno c era lavoro per molte persone
Rosanna Capobianco Insomma. ..è il deserto dei Tartari! !
 
GiuseppeFabio Pasquariello Mica tanto… Non so in centro se i negozi sono aperti (probabilmente i grossi franchising lo sono). Nella zona dove abito son chiusi anche i bar

Nuovo comandante e più agenti per il Ferrante Aporti

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Lo ha annunciato  il viceministro alla Giustizia Enrico Costa, che ha visitato la struttura con il garante regionale per i detenuti Bruno Mellano

 

Entro la fine di settembre l’Istituto per minori Ferrante Aporti di Torino avrà un nuovo comandante di polizia penitenziaria e la disponibilità di un numero maggiore di agenti. Lo ha annunciato  il viceministro alla Giustizia Enrico Costa, che ha visitato la struttura con il garante regionale per i detenuti Bruno Mellano. Accolti dal dirigente del Centro Giustizia minorile di Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Massa Carrara Antonio Pappalardo, il viceministro Costa e il garante Mellano hanno visitato con il direttore dell’Istituto Gabriella Picco e il vicecomandante della Polizia penitenziaria Giovanni Camillo i laboratori d’informatica e di ceramica, la cioccolateria, le aule scolastiche e la chiesa.

 

Al momento l’Istituto – che ha una capienza di 48 posti – ospita 35 detenuti, di cui 4 italiani: 13 sono minorenni e 22 di età compresa tra 18 e 25 anni.“Per i minori – ha dichiarato Mellano – il carcere resta l’ultima alternativa possibile quando i servizi sociali e territoriali non riescono nell’intento di formulare proposte alternative di rieducazione e di recupero. È necessario che l’attuale modello di giustizia minorile si estenda sempre più a quello degli adulti affinché, con le risorse e gli investimenti necessari, il carcere possa rappresentare una scelta sempre più residuale per l’esecuzione della pena”.

 

www.cr.piemonte.it