redazione il torinese

Vuole bottiglia di whisky ed entra armato nel ristorante

carabinieri auto

L’uomo è un alcolista di 45 anni che abita ad  ad Alpignano

 

Era in piena crisi d’astinenza ed è entarto in un ristorante cinese armato di pistola, anche se era un’arma giocattolo. Ha poi chiesto ai titolari di dargliuna bottiglia di whisky. L’uomo è un alcolista di 45 anni che abita ad  ad Alpignano, dove è accaduto l’episodio. All’esterno del locale è stato fermato dai passanti e arrestato dai carabinieri. La madre gli aveva proibito di bere alcolici. Oltre alla finta pistola, i militari dell’Arma hanno trovato un taglierino addosso all’uomo.

Il Toro inizia alla grande: 4-1 sul Pescara

toro flag

Rimonta allo Stadio Olimpico

 

Esordio con successo del Torino in Coppa Italia con la vittoria per  4-1 contro il Pescara, ed è superato il terzo turno. Baselli (27′ pt) e Acquah (32′ pt) i nuovi acquisti, hanno segnato gol di rimota sullo svantaggio iniziale dovuto all’autorete del portiere Ichazo, che ha deviato in porta il colpo di testa di Fornasier, dopo aver colpito il palo. Maxi Lopez e Martinez hanno segnato le altre reti. In finale, palo di Quagliarella.

 

(Foto: il Torinese)

Il "Salame Piemonte" conquista l'Europa

SALAME PIEMONTE VINO CIBO

IL PRODOTTO, GRAZIE ALL’iGP, SI POTRA’ TUTELARE DALLE IMITAZIONI

 

Riconoscimento ufficiale, nei giorni scorsi, per il ‘Salame Piemonte’ che ha ottenuto a livello europeo una nuova Indicazione geografica protetta (Igp) per l’Italia: una significativa affermazione che gli consentirà di tutelarsi da imitazioni e falsi. La Commissione europea ha dato l’ok per questo prodotto caratterizzato dalla presenza di vino rosso piemontese doc e prodotto con varietà di Nebbiolo, Barbera e Dolcetto, che rendono il salume del tutto particolare. Una caratteristica del ‘Salame Piemonte è la consistenza morbida, il sapore delicato, dovuti a un breve periodo di maturazione.

Torino è in vacanza ma la cultura no: boom di visitatori nei musei e alla Reggia di Venaria

PALAZZO MADAMA

VALENTINO2La Reggia  è stata meta nei tre giorni del week end di Ferragosto di una folla di circa 10 mila persone

 

Sarà anche serranda selvaggia, ma la Torino culturale – fatta di torinesi rimasti in città e di turisti – è più viva che mai. Grande successo per l’iniziativa promossa dalla Fondazione Torino Musei, con l’entrata di Gam, Mao, Palazzo Madama e Borgo Medievale a soltanto 1 euro. Più di 6.000 persone hanno passato il Ferragosto nelle nove mostre allestite dalla Fondazione nei musei, come  la mostra ‘Tutttovero’, a cura di Francesco Bonami, dedicata al rapporto arte-verità e suddivisa in diverse sedi, tra cui il Castello di Rivoli.

 

Anche la Reggia di Venaria è stata meta nei tre giorni del week end di Ferragosto di una folla di visitatori: circa 10 mila persone, invogliate da un  ricco programma di feste, musiche, cocktail e fuochi d’artificio nella notte del 14 agosto, al prezzo simbolico di 6 euro. Il tutto nonostante la pioggia che è caduta copiosa in questi giorni. Domenica  i visitatori sono stati 3.172, il giorno di ferragosto 2.375, il 14 4.184.

 

(Foto: il Torinese)
   

Tamara de Lempicka intima e segreta al Polo Reale

tamara de

A Palazzo Chiablese l’aristocratica artista che visse in due continenti, fu regina del glamour, star del jet set cosmopolita, donna trasgressiva e libera, icona dell’Art Déco

 

 

E’ una Tamara de Lempicka molto intima e segreta quella in mostra a Palazzo Chiablese, a Torino (19 marzo-30 agosto 2015). Celebra a 360° l’aristocratica artista che visse in due continenti, fu regina del glamour, star del jet set cosmopolita, donna trasgressiva e libera, icona dell’Art Déco. L’allestimento -in seguito sarà all’Hungarian National Gallery di Budapest-  è curato nei minimi dettagli dall’esperta Gioia Mori, che ha dato un taglio inedito, capace di penetrare nei “mondi” più privati della de Lempicka. Un viaggio che, attraverso circa 80 opere, racconta l’arte, le case e i legami con il mondo di  Hollywood e della moda della pittrice: donna perennemente in viaggio, dalla vita piuttosto movimentata, con due mariti, una figlia e molti amanti di entrambi i sessi.

 

Esistenza sui generis che lei per prima propagandò abilmente, manipolandola all’occorrenza. Un esempio è il celebre autoritratto (1929) al volante di una Bugatti verde smeraldo, mentre in realtà guidava una banalissima Renault gialla e nera. O quando, veletta sugli occhi, perle e diamanti come una diva del cinema, compariva sulle principali riviste dispensando agevolmente consigli su moda, bellezza e seduzione.

“La baronessa del pennello” (che fumava 3 pacchetti di sigarette americane al giorno) fu  sempre un’attenta cultrice della sua immagine. A partire dai dati anagrafici: Tamara Gurwik-Gorska diceva di essere nata a Varsavia nel 1902; invece venne al mondo 3 anni prima a Mosca, in una famiglia blasonata. Educata nei migliori collegi, una gioventù dorata nell’aristocrazia cosmopolita mitteleuropea, tra i palazzi di Varsavia e la corte dello Zar a San Pietroburgo.

 

Ha solo 14 quando incontra il conte e avvocato polacco Tadeusz Lempicki, suo futuro marito e padre della figlia unica Kizette. La rivoluzione alle porte li spinge a una rocambolesca fuga per mezza Europa fino a Parigi, (rifugio di molti  russi bianchi). All’inizio deve fare i conti con la fannullaggine del bel consorte ed è costretta a vendere i gioielli di famiglia; poi si iscrive all’Accademie de la Grande Chaumiére, e fa il grande salto che in breve la vedrà  protagonista della vita mondana parigina. Vita e arte si fondono e nasce il personaggio dai contorni leggendari, protagonista “des annes folles” con atteggiamenti studiati per dare scandalo, amori maschili e femminili ostentati ed enfatizzati. Incontra scrittori come D’annunzio (non legano molto) artiste e intellettuali con Colette e la grande danzatrice Isadora Duncan, politici e ricchi collezionisti: nessuno si sottrae al  suo fascino.

 

I “ruggenti anni  20” vedono Tamara de Lempicka ormai artista affermata, ricca e simbolo di stile. Assume sempre atteggiamenti da gran diva del cinema quando  posa per riviste come “Vanity Fair” e la tedesca “Die Dame”; si rivela una vera e propria professionista davanti all’obiettivo, ammantata di mise e gioielli delle principali maison. In seconde nozze sposa il barone Kuffner (con precisi accordi prematrimoniali che garantiscono all’artista la massima libertà sessuale), ricco collezionista che ne accompagna l’ulteriore ascesa : raggiunge così l’apice di fama e ricchezza, anche se è soggetta a crisi depressive che tenta di curare  in una clinica svizzera.

 

Nel 39 inizia l’avventura americana dei Kuffner: sbarcano a New York, poi nella villa del leggendario King Vidor a Beverly Hills e sono al centro del mondo dorato di Hollywood, tra feste alla Grande Gatsby con centinaia di invitati, inclusa Greta Garbo.Poi di nuovo a New York nel magnifico appartamento su due piani  nella 57esima strada o nella casa di campagna di Westport nel Connecticut; lei continua a dipingere, ma con fortuna alterna finché, ferita dall’indifferenza della critica decide di non esporre più. Infine si ritira in Messico, nella splendida tenuta Tres Bambus a Cuernavaca; dove muore nel marzo 1980, disponendo che le sue ceneri vengano disperse sul cratere del vulcano Popocatépetl.

 

 

-La mostra racconta arte e vita dell’artista ed è la 4° che Gioia Mori organizza sulla de Lempicka. E’ la più completa, ricca di sorprese, articolata in 7 tappe e mette a fuoco come la pittrice traesse ispirazione sia dall’antico che dalla modernità. Si parte dai suoi “Mondi”, esplorando la relazione tra le case in cui visse (tra 1916 -1980) e la sua evoluzione artistica: dagli acquerelli del periodo russo ai ritratti anni 20, passando per l’intimità delle varie dimore. Poi una parte sul primo genere a cui si dedicò, la natura morta; e a seguire i dipinti dedicati alla figlia, tra i quali “Kizette al balcone”.La quarta tappa “Sacre visioni” ripercorre la sua pittura “devozionale” con al centro Madonne e santi che svelano un lato spirituale e riflessioni sui misteri dell’esistenza.

 

La quinta, “Dandy déco” racconta il legame con il mondo della moda, a partire dal 1921 quando era illustratrice per riviste prestigiose. Tra  le opere più iconiche della ricchissima sezione moda “Sciarpa blu” e “Ritratto di madame Perrot con calle”. La curatrice ha identificato gli abiti indossati dalle modelle di queste opere come creazioni realizzate dagli stilisti preferiti dell’artista: da Lucien Lelong a Marcel Rochas, alla Maison Blanche Lebouvier. In mostra, anche le foto realizzate per l’attività parallela della de Lempicka, che negli anni 30 fu indossatrice, immortalata dai massimi fotografi di moda da d’Ora a Joffé e Maywald; ed ecco emergere la sua cultura dell’apparenza e il dandysmo declinato al femminile. L’epoca e l’artista sono poi raccontati da filmati e da una vera e propria vetrina del lusso (anni 30) in cui ammirare cappelli griffati Descat, Schiapparelli, e gioielli di Van  Cleef & Arpels, Cartier e Mauboussin.

 

Nella sesta sezione “Scandalosa Tamara” è affrontato invece il tema della Coppia, da quella eterosessuale a quella lesbica. Infine, la sezione “Le visioni amorose” che, attraverso nudi eccezionali, testimonia l’attenzione della de Lempicka verso gli uomini e le donne che amava. C’è “Nudo maschile”, l’unico che dipinse, poi le donne desiderate, con capolavori come “La sottoveste rosa”,”La bella Rafaëla”, “Nudo con edifici” e “Nudo con vele”. Principale fonte pittorica per queste sue tele è il dipinto “Venere e Amore” di Pontorno, in una versione cinquecentesca di manierista fiorentino, anch’esso in mostra.

 

Laura Goria

 

-Mostra Tamara de Lempicka, Torino, Palazzo Chiablese  (19 marzo-30 agosto 2015)

-Promossa da: Assessorato alla Cultura del Comune di Torino, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggisti del Piemonte, Polo Reale di Torino.

-Prodotta da 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore e Arthemisia Group.

Il bicentenario di don Bosco chiude con un abbraccio di 10mila fedeli al Piemonte

Castelnuovo

Messa solenne celebrata su un palco di 200 metri quadrati, “presidiato” da 400 sacerdoti, un coro di 200 componenti a un’orchestra di cinquanta elementi

Bicentenario di Don Bosco, ultimo atto. Dopo i momenti clou della visita di papa Francesco e dell’Ostensione della Sindone è la volta del Movimento giovanile salesiano che, nel paese che ha dato i natali al santo, Castelnuovo don Bosco, chiude i festeggiamenti. Dal 6 al 16 agosto si sono tenute a Torino alcune importanti manifestazioni salesiane. Fino al 9  il Congresso Internazionale di Maria Ausiliatrice al Pala Ruffini, con momenti di spettacolo, preghiera e riflessione. Dal 10 al 14 si è svolto invece l’incontro mondiale del Movimento Giovanile Salesiano, mentre al Colle Don Bosco il 15 e il 16  la cerimonia conclusiva per le celebrazioni del Bicentenario. Con la santa messa officiata dal Rettore Maggiore dei salesiani, Angel Fernandez Artime, all’ incirca 10.000 persone hanno dato il proprio saluto al santo sociale più amato tra tutti. Una colonna di autobus ha raccolto i circa 5000 giovani che hanno soggiornato a Torino nelle case salesiane dislocate sotto la Mole per raggiungere Castelnuovo don Bosco dove nel pomeriggio a piedi hanno raggiunto colle don Bosco, visitando i luoghi dell’infanzia del fondatore dei salesiani e hanno dormito in tenda sulle colline. Infine la  messa solenne celebrata su un palco di 200 metri quadrati, “presidiato” da 400 sacerdoti, un coro di 200 componenti a un’orchestra di cinquanta elementi. Poi il pranzo e l’addio al Piemonte.

 

 

 

Ti odio Mr. Big

E dire che Carrie l’ha avuta la possibilità di riscattarsi, ha incontrato Aiden:  sensibile, dolce, bello, presente, con la passione per i lavori di falegnameria  e una casa in campagna lontana dai rumori e dallo stress newyorkese

 

Carrie_BradshawCarrie Bradshaw questa frase l’avrà ripetuta mille volte, mentre vagava con i sandali in mano per le vie di New York. Scalza, svogliata, stanca, non più lucida nè brillante come appena uscita di casa, a fine serata Carrie sperava solo di andare a morire nel suo letto, come una balena arenata dal trucco sfatto. E dire che era uscita di casa davvero brillante, nella sua giacca rosa e il rossetto lucido, con i capelli così voluminosi da svolazzare in aria come uno stendardo.

 

Poi due chiacchiere, un locale trendy, un Martini con la ciliegia, qualche vecchia conoscenza: il copione di Carrie sembrava ancorato a un trapassato remoto. E in quei rari momenti di libertà che ritagliava per se stessa, lontana dai ricordi, o dalla presenza intermittente di Mr Big, provava piccole gemme di felicità intensa, di amore per se stessa e per il mondo, distillate allo stato puro. E dire che Carrie l’ha avuta la possibilità di riscattarsi, ha incontrato Aiden:  sensibile, dolce, bello, presente, con la passione per i lavori di falegnameria  e una casa in campagna lontana dai rumori e dallo stress newyorkese.

 

Una meraviglia anche solo a pensarci. Ma lei niente, ha accampato scuse di ogni sorta, gli insetti, il fango, e vattelapesca, pur di perdere Aiden e continuare a penare sull’assenza presente ( o sulla presenza assente? ) di Mr. Big. Improvvisamente ripiombai nel mio vecchio schema: mangiare untissimo cibo cinese, dormire fino a mezzogiorno e sentirmi.. inquieta. Alla fine Carrie ha sposato il maledetto Big, ma questa è un’altra storia.

 

 Federica Billone

www.tuttigliuominidilola.it

Diritti animali e ambiente: "Un errore assorbire il Corpo forestale"

La Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente chiede al governo di non esercitare la delega che autorizza l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato: “Sarebbe una controriforma, contro la cultura e la civiltà del Paese”

 

 

bosco verdeLa delega che consente l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato, contenuta nella riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, non è una riforma, ma una controriforma che fa arretrare la cultura e la civiltà del Paese. Per questo la Federazione Italiana Associazione Diritti Animali e Ambiente – alla quale aderiscono una quarantina di associazioni animaliste, tra cui Enpa, Lav, Oipa, Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, Lega del Cane – chiede al governo di non esercitare la delega nel senso di un assorbimento del Corpo, definito “eventuale” dalla legge stessa, ma di una razionalizzazione e revisione organizzativa che garantisca l’innalzamento degli attuali livelli di prevenzione e repressione dei reati a danno degli animali, di presidio dell’ambiente, del territorio e del mare e della sicurezza agroalimentare con la piena salvaguardia delle professionalità, delle specializzazioni e delle funzioni esistenti.

Dal punto di vista organizzativo, completano lo sfascio del sistema di vigilanza ambientale, e venatoria, le disposizioni del decreto enti locali, approvato nei giorni scorsi, sulla polizia provinciale, destinata ad un probabile “spezzatino” tra Regioni e città metropolitane con “funzioni di polizia municipale”. Chi si occupava di tutelare l’ambiente andrà a dirigere il traffico. Il tutto in un contesto caratterizzato da un’altra riforma in chiaroscuro (più scuro che chiaro): l’introduzione della non punibilità per tenuità del fatto, che indebolisce la tutela penale degli animali.

 

Nonostante gli errori compiuti, il governo ha ancora la possibilità di evitare almeno il paradosso: in un Paese come l’Italia, primo in Europa per biodiversità, dove si consuma un reato ambientale ogni quaranta minuti, dove le frodi alimentari sono all’ordine del giorno, dove i casi di maltrattamento ed uccisione di animali non si contano, sarebbe assurdo sopprimere di diritto o di fatto il Corpo specializzato nella repressione di questi delitti. E’ ipocrita parlare di riduzione dei costi (tra l’altro rimangono in piedi in Corpi forestali di Regioni e Province autonome) e vagheggiare risparmi che non ci saranno, o saranno irrisori, ed ancor più grave è lasciar credere che l’accorpamento non avrà conseguenze pratiche sulla tutela del territorio e della nostra biodiversità. E’ vero esattamente il contrario. Ecco perché ci risulta incomprensibile l’ostinazione del governo, forse preoccupato di assecondare le pressioni dell’Unione europea sull’omologazione delle forze di polizia o, peggio ancora, condizionato dalle tante lobby economiche che sentono come un fastidio le verifiche e i controlli. Ma non è detta ancora l’ultima parola. Noi continueremo la nostra battaglia perché il governo ci ripensi e il Corpo forestale dello Stato resti.

 

Pazza estate in Piemonte, escursione termica di 25 gradi e si passa dall'afa agli allagamenti

cielo nuvole tempo

Lampioni 2sole cielo caldoPiogge torrenziali  a Torino e soprattutto a Collegno, mentre in Valle di Susa i vigili del fuoco hanno effettuato decine di interventi. Nella zona di Venaus, un ponte è stato ostruito dalla piena di un torrente

 

Se si considerano i 38 gradi di qualche giorno fa e i 15 di Ferragosto registrati a Torino, ben si comprende che un’escursione termica di quasi 25 gradi nell’arco di poche ore ha poco o nulla di normale.Come poco o nulla di nornale ha la tromba d’aria violentissima scatenatasi a Vercelli qualche giorno fa.  Eppure ormai siamo abituati a questo clima folle che porta piogge e venti monsonici alternati al caldo afoso e torrido. Violenti temporali in alcune zone del Torinese dove nei giorni scorsi è caduta anche una forte grandinata, Piogge torrenziali  a Torino e soprattutto a Collegno, mentre in Valle di Susa i vigili del fuoco hanno effettuato decine di interventi. Nella zona di Venaus, un ponte è stato ostruito dalla piena di un torrente e dieci persone sono state evacuate. Allagato il supermercato Mercatò a La Loggia, dove una parte del tetto e’ caduta per la pioggia battente. Si sono poi verificati black out a Nichelino e a Moncalieri. Problemi di viabilità a Pino torinese dove molti rami di alberi sono caduti sulle strade, e a Villastellone e Carignano.

 

(Foto: il Torinese)

Un anno di Sanità in Regione

molinette 

Rete ospedaliera, assistenza territoriale, strutture private. Il piano prevenzione.Sblocco del turnover del personale. I nuovi direttori generali

 

Con l’approvazione delle linee guida che i Direttori delle aziende sanitarie regionali devono osservare nella stesura degli atti aziendali, si completa l’intenso lavoro iniziato un anno fa con l’insediamento della Giunta Chiamparino. Un lavoro che l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, riassume così.

 

  • La revisione della rete ospedaliera pubblica e privata

A novembre 2014, la Giunta ha approvato la delibera di revisione della rete ospedaliera pubblica e privata del Piemonte, con l’obiettivo di riqualificare la spesa sanitaria e tornare ad investire sul territorio, sulle tecnologie più avanzate e sulla prevenzione.La sanità del Piemonte negli ultimi anni è molto cambiata: la produzione è calata del 3%- senza una contestuale riduzione dei costi- ed è aumentata la mobilità passiva verso altre Regioni, il cui saldo è diventato negativo di 30 milioni nel 2013. La delibera prevede un aumento di posti letto di continuità assistenziale sull’intero territorio:1330 in più, una prima risposta alla richiesta di tante famiglie che, dopo il ricovero ospedaliero chiedono soluzioni per gli ammalati, spesso anziani, prima del rientro in famiglia.

 

  • Piano regionale della prevenzione

Il 3 giugno è stato approvato il Piano regionale della prevenzione 2015-2018: un documento complesso, frutto dell’impegno di gruppi di studio che hanno lavorato su dieci programmi per integrare funzioni e competenze presenti nei Dipartimenti di prevenzione delle ASL e nel servizio sanitario regionale. Il documento è preceduto dall’aggiornamento del profilo di salute della popolazione piemontese ed è accompagnato da strumenti di monitoraggio e di indicatori di risultato. Il Piano ed il rispetto dei contenuti certificati rappresentano un Livello essenziale di assistenza (LEA) per la Regione ed un obiettivo di mandato per i direttori generali delle ASL

 

  • La rete di assistenza territoriale

Un atto di programmazione che procederà di pari passo con la revisione della rete ospedaliera, a partire dal 2016: un tassello indispensabile a garantire l’offerta sanitaria adatta ai nuovi bisogni di salute della popolazione del Piemonte. La delibera è del 29 giugno.Il Piemonte, dove vivono il 7 % degli italiani, è una delle regioni più vecchie: nel 2011 gli over 65 erano 1.023.195 e l’indice di invecchiamento (che rapporta gli ultra 65enni al totale della popolazione) era del 23.4%, mentre alla stessa data, in Italia gli over 65 anni erano 12.301.537 pari al 20.3 % del totale della popolazione. Una popolazione che invecchia in condizioni di salute migliori, perché negli ultimi decenni è profondamente mutato lo scenario epidemiologico caratterizzato da un aumento della prevalenza di patologie croniche, di cui in Italia (dati Istat 2011) soffre almeno il 38.6% della popolazione.La cura dei pazienti cronici richiede non tanto un aumento di risorse, quanto piuttosto un’inversione di tendenza culturale perché i pazienti cronici necessitano di risposte integrate e multidisciplinari.Le strutture ospedaliere restano la sede più adatta per la diagnosi e la cura degli episodi acuti, ma le altre prestazioni (visite ed esami specialistici, consumo di farmaci, riabilitazione) hanno sul territorio il luogo più appropriato di erogazione, spesso anche al domicilio stesso dei pazienti: per la diffusione di patologie croniche a rilevante impatto sociale, vogliamo conciliare esigenze di equità e di solidarietà con il quadro delle risorse disponibili. L’assistenza socio sanitaria territoriale rappresenta uno dei tre macro livelli di assistenza in cui si vuole declinare l’offerta del servizio sanitario in Piemonte – insieme alla prevenzione e all’assistenza ospedaliera – attraverso assistenza primaria (medicina generale, pediatria di libera scelta e continuità assistenziale); assistenza specialistica territoriale; attività erogate dalle strutture distrettuali delle Asl (assistenza domiciliare e residenziale socio-sanitaria ad anziani non autosufficienti, disabili, minori, salute mentale). La delibera individua, tra le linee di azione, la valorizzazione del ruolo dei Distretto come articolazione operativa fondamentale delle ASL per il governo della rete territoriale.

 

  • Strutture private, programmazione dei fabbisogni di prestazioni ospedaliere

A luglio, la Giunta ha approvato la delibera di programmazione dei fabbisogni di prestazioni ospedaliere che la Regione pagherà alle strutture sanitarie accreditate private per il prossimo triennio: un quadro che si completa a partire dal Patto della Salute e dal Regolamento attuativo nazionale. Siamo partiti dal budget 2014 di fabbisogni ospedalieri che fornivano i privati, pari a 570 milioni di euro, ed abbiamo operato una contrazione, ma senza mai applicare tagli lineari. Abbiamo recuperato circa 40 milioni, 20 dei quali li abbiamo già destinati a prestazioni di letti di continuità assistenziale ed assistenza domiciliare, la vera grande esigenza che abbiamo registrato.

 

  • Le assunzioni di personale: 772 persone entro fine 2015

Il 23 luglio i dirigenti dell’assessorato, incontrando i sindacati di categoria, hanno consegnato la previsione di ingressi a tempo indeterminato di 772 unità di personale, entro il prossimo 31 dicembre. 213 medici, 360 infermieri ostetrici, 129 operatori socio sanitari e 21 medici per il servizio del 118 sono solo alcuni dei numeri del quadro generale che si sta attivando nelle varie aziende sanitarie.

 

  • I nuovi direttori generali

La Giunta regionale ha nominato, a fine aprile 2015, i nuovi direttori generali della sanità piemontese. Sedici nomi, fra cui tre donne: quattro i direttori confermati, ma in sedi diverse da quelle attuali, secondo il principio della turnazione. Scelti in base alla professionalità e alla capacità manageriale, sono chiamati, con i direttori sanitari ed amministrativi, a dare concreta attuazione agli indirizzi che la Regione formula in materia sanitaria. L’ultima delibera approvata a fine luglio, le linee guida per gli atti aziendali, stabilisce che, per quanto riguarda le strutture organizzative aziendali, il loro numero deve essere conforme ai parametri fissati dal Patto per la Salute (17,5 posti letto per struttura complessa, 1,31 strutture semplici per struttura complessa). In questo modo in Piemonte i primariati si ridurranno di circa il 30%, il che consentirà non solo nel lungo periodo di risparmiare, ma soprattutto di superare l’eccesso di frammentazione del nostro sistema garantendo ai cittadini reparti più forti e più sicuri.

 

(Foto: il Torinese)

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