redazione il torinese

L'arte del ricamo in mostra a Palazzo Madama

Attraverso una sessantina di esemplari un viaggio nell’arte del ricamo dal Duecento all’alta moda di oggi

 

 

ricami madamaI ricami in tutto il loro sfarzo rivivono nel mezzo dell’estate in una mostra a Palazzo Madama, aperta fino al prossimo 16 novembre. Al visitatore viene offerto un nuovo percorso di conoscenza delle collezioni, con l’esposizione nella sala Atelier di preziosi esemplari, tra cui un abito baiadera realizzato da Gianfranco Ferrè,  totalmente ricamato in cristalli Swarovski e canottiglie.  Disegnare ad ago ( ricamo derivaI, infatti,  dall’arabo “raqm”,  ovvero segno) era una pratica antichissima nel bacino del Mediterraneo e, in particolare in Oriente, capace poi di diffondersi dal Medio Evo in tutta Europa. Si usavano filati di origine naturale, vegetale o animale, anche tinti,  arricchiti da materiali preziosi, quali oro, argento, perle, coralli, o conterie in vetro.

 

In mostra si possono ammirare oltre sessanta esemplari della collezione di Palazzo Madama, con una scelta che spazia dai ricami sacri medievali agli abiti danzanti risalenti agli anni Venti del Novecento. I ricami in oro e seta hanno un esemplare splendido nel prezioso San Cosma in or nue’,  cui si affiancano i ricami in lino bianco dei monasteri svizzero tedeschi e quelli in lana colorata per i tessuti di arredo, provenienti dalla zona di Zurigo e Sciaffusa, prodotti nel Cinque e Seicento. Fiori e rocailles decorano con leggerezza tessuti come accessori tipici dell’abbigliamento settecentesco, quali pettorine, borsette femminili, corpetti a trapunte,  ma anche presenti nell’abbigliamento maschile,  come marsine, gilet e copricapo da uomo. Alla fine del Duecento a Parigi lavoravano ben duecento maestri ricamatori,   metà uomini e metà donne, e , nei secoli successivi,  l’organizzazione corporativa dei mestieri affido’ agli uomini la titolarità delle botteghe, dove lavoravano anche donne.  In mostra si può anche ammirare un oggetto piuttosto raro, un quaderno manoscritto di disegni per ricami e inchiostro e tempera, dedicato alla mirabile matrona Marina Balbo, nel 1538, accanto alla collezione di agorà,  in smalto,  avorio, microintaglio ligneo, che dal Cinque all’Ottocento, costituirono oggetti d’uso raffinatissimo, compagni di lavoro anche di donne agiate.

 

Mentre il ricamo, infatti, inizio’ a essere praticato anche nei monasteri femminili,  per poi diffondersi, a partire dal Seicento, come attività domestica e di intrattenimento presso le nobildonne,  ai giorni nostri sarebbe entrato a fare parte anche della tradizione dell’alta moda. I campioni proposti da Pino Grasso per le creazioni dei grandi stilisti italiani aprono la prospettiva sul futuro di un alto artigianato che vanta radici molto antiche. L’abito dell’atelier di Grasso firmato da Gianfranco Ferrè risale al 2002 ed è costituito da una lunga tunica in georgette di seta ricoperta da miriadi di cristalli Swarovski. In mostra il manufatto più antico è un cappuccio di pivale risalente alla fine del Duecento. Tra gli esemplari più raffinati figura la tovaglia ricamata su entrambi i lati da Caterina Cantoni tra il 1590 e il 1610.

 

La mostra “Lino,  lana, seta, oro. Otto secoli di ricami” è alla Sala Atelier di Palazzo Madama dal 29 luglio. Orario Lun.  10-18, Mart chiuso, merc-sab 10-18, Dom 10. 19. La biglietteria chiude un’ora prima.

 

Mara Martellotta

Investire nel turismo in Albania

tirana

 La comunità albanese a Torino e in Piemonte è molto forte e integrata pienamente da anni. Inizia da oggi – attraverso il nuovo link del Torinese, IL TIRANESE – la pubblicazione di notizie, opinioni e servizi giornalistici incentrati sui rapporti tra il Piemonte e il Paese delle Aquile, nello spirito di amicizia e interscambio culturale e sociale.

 

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L´Ambasciatore Italiano Massimo Gaiani ha affermato che il settore turistico albanese è visto dalle imprese italiane come una macchina per lo sviluppo

 

                           
Il turismo in Albania, grazie al supporto di investitori con esperienza nel settore, come gli italiani, potrà svilupparsi anche al di là di quanto sperato fino ad oggi. Il mondo bancario italiano potrebbe avere nel turismo uno dei principali ambiti di investimento in Albania: Daniele Scavaorte, Direttore Generale di Veneto Bank, ha recentemente parlato dello sviluppo strategico del settore turistico e del ruolo della banca. Veneto Bank è infatti partner ufficiale della Organizzazione per l´Attività Turistica, che ha recentemente organizzato un evento cui ha partecipato il vice Presidente di FederAlberghi Marco Michielli, in occasione della Settimana Italiana, che ha visto la partecipazione di 170 aziende, 130 delle quali erano per la prima volta in Albania.

 

Michielli ha sottolineato come l´Albania non ha bisogno di grandi numeri per quanto riguarda le presenze turistiche, che potrebbero creare una sorta di ingorgo perfino dannoso per lo sviluppo del settore, ma di numeri più contenuti e gestibili. Le coste albanesi devono puntare non sui grandi numeri, magari ricorrendo alla massiccia cementificazione, ma sulla promozione di bellezze naturali ancora incontaminate la cui presenza è lungo tutta la costa  del  “Salento” albanese e all’interno con i suoi laghi e le montagne ove è possibile praticare dal 2010 anche lo sci estremo usufruendo per il trasporto di elicotteri Alluette della protezione civile albanese partendo dal centro di Tirana. L´Ambasciatore Italiano Massimo Gaiani ha affermato che il settore turistico albanese è visto dalle imprese italiane come una macchina per lo sviluppo.

 

Nikoleta Memaj

Old Wild West a Beinasco: nuova steak house

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35 nuovi collaboratori per la catena di ristoranti che punta sul territorio piemontese e avvia il suo locale numero 12 in regione. Alla base del successo di questo marchio famoso per le sue inconfondibili ambientazioni che ricordano il far west, c’è una costante e accurata ricerca della qualità del servizio e dei prodotti

 

 Old Wild West, la più grande catena di steak house d’Italia, nota e amata in tutto il territorio nazionale per le location in perfetto stile western, punta e investe nella provincia di Torino, dove il prossimo 20 agosto avvia il suo nuovo ristorante.

 

Si aprono così nuove e importanti opportunità di crescita per il territorio piemontese e per i suoi abitanti, infatti per l’avviamento del nuovo ristorante, sono stati accuratamente selezionati e formati 35 giovani collaboratori ai quali Cigierre – Compagnia Generale Ristorazione SpA, azienda proprietaria e creatrice del format e punto di riferimento italiano nello sviluppo di ristornati etnici in franchising, ha destinato un percorso formativo di due settimane all’interno della propria Academy.

Un investimento che l’azienda friulana compie per ogni apertura, con l’obiettivo di garantire sempre gli alti standard che caratterizzano gli oltre 120 ristoranti della catena Old Wild West, nei quali un servizio impeccabile e la selezione delle materie prime sono ritenuti fondamentali per la qualità degli hamburger, dei piatti a base di carne italiana e argentina alla griglia e le specialità Tex-Mex, tutto offerto sempre a un prezzo sostenibile.

 

Situato in via Torino 51, il nuovo ristorante, il numero dodice in regione, si sviluppa su una superficie di oltre 500 metri quadri, di cui 65 all’aperto, per un totale di quasi 250 posti a sedere. Una location curata e spaziosa, concepita per vivere un’esperienza emozionante con la propria famiglia o con gli amici. Le originali selle dei cowboy, le carovane, le botti di legno e i totem degli indiani d’America, tutto è pensato per regalare ai clienti un set cinematografico nel quale immergersi e cenare, oppure dove trascorrere la propria pausa pranzo, un break veloce e all’insegna del divertimento.

 

 

 

 

 

Vuole bottiglia di whisky ed entra armato nel ristorante

carabinieri auto

L’uomo è un alcolista di 45 anni che abita ad  ad Alpignano

 

Era in piena crisi d’astinenza ed è entarto in un ristorante cinese armato di pistola, anche se era un’arma giocattolo. Ha poi chiesto ai titolari di dargliuna bottiglia di whisky. L’uomo è un alcolista di 45 anni che abita ad  ad Alpignano, dove è accaduto l’episodio. All’esterno del locale è stato fermato dai passanti e arrestato dai carabinieri. La madre gli aveva proibito di bere alcolici. Oltre alla finta pistola, i militari dell’Arma hanno trovato un taglierino addosso all’uomo.

Il Toro inizia alla grande: 4-1 sul Pescara

toro flag

Rimonta allo Stadio Olimpico

 

Esordio con successo del Torino in Coppa Italia con la vittoria per  4-1 contro il Pescara, ed è superato il terzo turno. Baselli (27′ pt) e Acquah (32′ pt) i nuovi acquisti, hanno segnato gol di rimota sullo svantaggio iniziale dovuto all’autorete del portiere Ichazo, che ha deviato in porta il colpo di testa di Fornasier, dopo aver colpito il palo. Maxi Lopez e Martinez hanno segnato le altre reti. In finale, palo di Quagliarella.

 

(Foto: il Torinese)

Il "Salame Piemonte" conquista l'Europa

SALAME PIEMONTE VINO CIBO

IL PRODOTTO, GRAZIE ALL’iGP, SI POTRA’ TUTELARE DALLE IMITAZIONI

 

Riconoscimento ufficiale, nei giorni scorsi, per il ‘Salame Piemonte’ che ha ottenuto a livello europeo una nuova Indicazione geografica protetta (Igp) per l’Italia: una significativa affermazione che gli consentirà di tutelarsi da imitazioni e falsi. La Commissione europea ha dato l’ok per questo prodotto caratterizzato dalla presenza di vino rosso piemontese doc e prodotto con varietà di Nebbiolo, Barbera e Dolcetto, che rendono il salume del tutto particolare. Una caratteristica del ‘Salame Piemonte è la consistenza morbida, il sapore delicato, dovuti a un breve periodo di maturazione.

Torino è in vacanza ma la cultura no: boom di visitatori nei musei e alla Reggia di Venaria

PALAZZO MADAMA

VALENTINO2La Reggia  è stata meta nei tre giorni del week end di Ferragosto di una folla di circa 10 mila persone

 

Sarà anche serranda selvaggia, ma la Torino culturale – fatta di torinesi rimasti in città e di turisti – è più viva che mai. Grande successo per l’iniziativa promossa dalla Fondazione Torino Musei, con l’entrata di Gam, Mao, Palazzo Madama e Borgo Medievale a soltanto 1 euro. Più di 6.000 persone hanno passato il Ferragosto nelle nove mostre allestite dalla Fondazione nei musei, come  la mostra ‘Tutttovero’, a cura di Francesco Bonami, dedicata al rapporto arte-verità e suddivisa in diverse sedi, tra cui il Castello di Rivoli.

 

Anche la Reggia di Venaria è stata meta nei tre giorni del week end di Ferragosto di una folla di visitatori: circa 10 mila persone, invogliate da un  ricco programma di feste, musiche, cocktail e fuochi d’artificio nella notte del 14 agosto, al prezzo simbolico di 6 euro. Il tutto nonostante la pioggia che è caduta copiosa in questi giorni. Domenica  i visitatori sono stati 3.172, il giorno di ferragosto 2.375, il 14 4.184.

 

(Foto: il Torinese)
   

Tamara de Lempicka intima e segreta al Polo Reale

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A Palazzo Chiablese l’aristocratica artista che visse in due continenti, fu regina del glamour, star del jet set cosmopolita, donna trasgressiva e libera, icona dell’Art Déco

 

 

E’ una Tamara de Lempicka molto intima e segreta quella in mostra a Palazzo Chiablese, a Torino (19 marzo-30 agosto 2015). Celebra a 360° l’aristocratica artista che visse in due continenti, fu regina del glamour, star del jet set cosmopolita, donna trasgressiva e libera, icona dell’Art Déco. L’allestimento -in seguito sarà all’Hungarian National Gallery di Budapest-  è curato nei minimi dettagli dall’esperta Gioia Mori, che ha dato un taglio inedito, capace di penetrare nei “mondi” più privati della de Lempicka. Un viaggio che, attraverso circa 80 opere, racconta l’arte, le case e i legami con il mondo di  Hollywood e della moda della pittrice: donna perennemente in viaggio, dalla vita piuttosto movimentata, con due mariti, una figlia e molti amanti di entrambi i sessi.

 

Esistenza sui generis che lei per prima propagandò abilmente, manipolandola all’occorrenza. Un esempio è il celebre autoritratto (1929) al volante di una Bugatti verde smeraldo, mentre in realtà guidava una banalissima Renault gialla e nera. O quando, veletta sugli occhi, perle e diamanti come una diva del cinema, compariva sulle principali riviste dispensando agevolmente consigli su moda, bellezza e seduzione.

“La baronessa del pennello” (che fumava 3 pacchetti di sigarette americane al giorno) fu  sempre un’attenta cultrice della sua immagine. A partire dai dati anagrafici: Tamara Gurwik-Gorska diceva di essere nata a Varsavia nel 1902; invece venne al mondo 3 anni prima a Mosca, in una famiglia blasonata. Educata nei migliori collegi, una gioventù dorata nell’aristocrazia cosmopolita mitteleuropea, tra i palazzi di Varsavia e la corte dello Zar a San Pietroburgo.

 

Ha solo 14 quando incontra il conte e avvocato polacco Tadeusz Lempicki, suo futuro marito e padre della figlia unica Kizette. La rivoluzione alle porte li spinge a una rocambolesca fuga per mezza Europa fino a Parigi, (rifugio di molti  russi bianchi). All’inizio deve fare i conti con la fannullaggine del bel consorte ed è costretta a vendere i gioielli di famiglia; poi si iscrive all’Accademie de la Grande Chaumiére, e fa il grande salto che in breve la vedrà  protagonista della vita mondana parigina. Vita e arte si fondono e nasce il personaggio dai contorni leggendari, protagonista “des annes folles” con atteggiamenti studiati per dare scandalo, amori maschili e femminili ostentati ed enfatizzati. Incontra scrittori come D’annunzio (non legano molto) artiste e intellettuali con Colette e la grande danzatrice Isadora Duncan, politici e ricchi collezionisti: nessuno si sottrae al  suo fascino.

 

I “ruggenti anni  20” vedono Tamara de Lempicka ormai artista affermata, ricca e simbolo di stile. Assume sempre atteggiamenti da gran diva del cinema quando  posa per riviste come “Vanity Fair” e la tedesca “Die Dame”; si rivela una vera e propria professionista davanti all’obiettivo, ammantata di mise e gioielli delle principali maison. In seconde nozze sposa il barone Kuffner (con precisi accordi prematrimoniali che garantiscono all’artista la massima libertà sessuale), ricco collezionista che ne accompagna l’ulteriore ascesa : raggiunge così l’apice di fama e ricchezza, anche se è soggetta a crisi depressive che tenta di curare  in una clinica svizzera.

 

Nel 39 inizia l’avventura americana dei Kuffner: sbarcano a New York, poi nella villa del leggendario King Vidor a Beverly Hills e sono al centro del mondo dorato di Hollywood, tra feste alla Grande Gatsby con centinaia di invitati, inclusa Greta Garbo.Poi di nuovo a New York nel magnifico appartamento su due piani  nella 57esima strada o nella casa di campagna di Westport nel Connecticut; lei continua a dipingere, ma con fortuna alterna finché, ferita dall’indifferenza della critica decide di non esporre più. Infine si ritira in Messico, nella splendida tenuta Tres Bambus a Cuernavaca; dove muore nel marzo 1980, disponendo che le sue ceneri vengano disperse sul cratere del vulcano Popocatépetl.

 

 

-La mostra racconta arte e vita dell’artista ed è la 4° che Gioia Mori organizza sulla de Lempicka. E’ la più completa, ricca di sorprese, articolata in 7 tappe e mette a fuoco come la pittrice traesse ispirazione sia dall’antico che dalla modernità. Si parte dai suoi “Mondi”, esplorando la relazione tra le case in cui visse (tra 1916 -1980) e la sua evoluzione artistica: dagli acquerelli del periodo russo ai ritratti anni 20, passando per l’intimità delle varie dimore. Poi una parte sul primo genere a cui si dedicò, la natura morta; e a seguire i dipinti dedicati alla figlia, tra i quali “Kizette al balcone”.La quarta tappa “Sacre visioni” ripercorre la sua pittura “devozionale” con al centro Madonne e santi che svelano un lato spirituale e riflessioni sui misteri dell’esistenza.

 

La quinta, “Dandy déco” racconta il legame con il mondo della moda, a partire dal 1921 quando era illustratrice per riviste prestigiose. Tra  le opere più iconiche della ricchissima sezione moda “Sciarpa blu” e “Ritratto di madame Perrot con calle”. La curatrice ha identificato gli abiti indossati dalle modelle di queste opere come creazioni realizzate dagli stilisti preferiti dell’artista: da Lucien Lelong a Marcel Rochas, alla Maison Blanche Lebouvier. In mostra, anche le foto realizzate per l’attività parallela della de Lempicka, che negli anni 30 fu indossatrice, immortalata dai massimi fotografi di moda da d’Ora a Joffé e Maywald; ed ecco emergere la sua cultura dell’apparenza e il dandysmo declinato al femminile. L’epoca e l’artista sono poi raccontati da filmati e da una vera e propria vetrina del lusso (anni 30) in cui ammirare cappelli griffati Descat, Schiapparelli, e gioielli di Van  Cleef & Arpels, Cartier e Mauboussin.

 

Nella sesta sezione “Scandalosa Tamara” è affrontato invece il tema della Coppia, da quella eterosessuale a quella lesbica. Infine, la sezione “Le visioni amorose” che, attraverso nudi eccezionali, testimonia l’attenzione della de Lempicka verso gli uomini e le donne che amava. C’è “Nudo maschile”, l’unico che dipinse, poi le donne desiderate, con capolavori come “La sottoveste rosa”,”La bella Rafaëla”, “Nudo con edifici” e “Nudo con vele”. Principale fonte pittorica per queste sue tele è il dipinto “Venere e Amore” di Pontorno, in una versione cinquecentesca di manierista fiorentino, anch’esso in mostra.

 

Laura Goria

 

-Mostra Tamara de Lempicka, Torino, Palazzo Chiablese  (19 marzo-30 agosto 2015)

-Promossa da: Assessorato alla Cultura del Comune di Torino, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggisti del Piemonte, Polo Reale di Torino.

-Prodotta da 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore e Arthemisia Group.

Il bicentenario di don Bosco chiude con un abbraccio di 10mila fedeli al Piemonte

Castelnuovo

Messa solenne celebrata su un palco di 200 metri quadrati, “presidiato” da 400 sacerdoti, un coro di 200 componenti a un’orchestra di cinquanta elementi

Bicentenario di Don Bosco, ultimo atto. Dopo i momenti clou della visita di papa Francesco e dell’Ostensione della Sindone è la volta del Movimento giovanile salesiano che, nel paese che ha dato i natali al santo, Castelnuovo don Bosco, chiude i festeggiamenti. Dal 6 al 16 agosto si sono tenute a Torino alcune importanti manifestazioni salesiane. Fino al 9  il Congresso Internazionale di Maria Ausiliatrice al Pala Ruffini, con momenti di spettacolo, preghiera e riflessione. Dal 10 al 14 si è svolto invece l’incontro mondiale del Movimento Giovanile Salesiano, mentre al Colle Don Bosco il 15 e il 16  la cerimonia conclusiva per le celebrazioni del Bicentenario. Con la santa messa officiata dal Rettore Maggiore dei salesiani, Angel Fernandez Artime, all’ incirca 10.000 persone hanno dato il proprio saluto al santo sociale più amato tra tutti. Una colonna di autobus ha raccolto i circa 5000 giovani che hanno soggiornato a Torino nelle case salesiane dislocate sotto la Mole per raggiungere Castelnuovo don Bosco dove nel pomeriggio a piedi hanno raggiunto colle don Bosco, visitando i luoghi dell’infanzia del fondatore dei salesiani e hanno dormito in tenda sulle colline. Infine la  messa solenne celebrata su un palco di 200 metri quadrati, “presidiato” da 400 sacerdoti, un coro di 200 componenti a un’orchestra di cinquanta elementi. Poi il pranzo e l’addio al Piemonte.

 

 

 

Ti odio Mr. Big

E dire che Carrie l’ha avuta la possibilità di riscattarsi, ha incontrato Aiden:  sensibile, dolce, bello, presente, con la passione per i lavori di falegnameria  e una casa in campagna lontana dai rumori e dallo stress newyorkese

 

Carrie_BradshawCarrie Bradshaw questa frase l’avrà ripetuta mille volte, mentre vagava con i sandali in mano per le vie di New York. Scalza, svogliata, stanca, non più lucida nè brillante come appena uscita di casa, a fine serata Carrie sperava solo di andare a morire nel suo letto, come una balena arenata dal trucco sfatto. E dire che era uscita di casa davvero brillante, nella sua giacca rosa e il rossetto lucido, con i capelli così voluminosi da svolazzare in aria come uno stendardo.

 

Poi due chiacchiere, un locale trendy, un Martini con la ciliegia, qualche vecchia conoscenza: il copione di Carrie sembrava ancorato a un trapassato remoto. E in quei rari momenti di libertà che ritagliava per se stessa, lontana dai ricordi, o dalla presenza intermittente di Mr Big, provava piccole gemme di felicità intensa, di amore per se stessa e per il mondo, distillate allo stato puro. E dire che Carrie l’ha avuta la possibilità di riscattarsi, ha incontrato Aiden:  sensibile, dolce, bello, presente, con la passione per i lavori di falegnameria  e una casa in campagna lontana dai rumori e dallo stress newyorkese.

 

Una meraviglia anche solo a pensarci. Ma lei niente, ha accampato scuse di ogni sorta, gli insetti, il fango, e vattelapesca, pur di perdere Aiden e continuare a penare sull’assenza presente ( o sulla presenza assente? ) di Mr. Big. Improvvisamente ripiombai nel mio vecchio schema: mangiare untissimo cibo cinese, dormire fino a mezzogiorno e sentirmi.. inquieta. Alla fine Carrie ha sposato il maledetto Big, ma questa è un’altra storia.

 

 Federica Billone

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