redazione il torinese

Legalità, viaggio studio a Palermo

Gli studenti, con i loro insegnanti, hanno vinto l’edizione dello scorso anno del concorso “Cultura della legalità e dell’uso responsabile del denaro” bandito dall’Osservatorio regionale sul fenomeno dell’usura

 

palermo giovaniPer vedere e toccare da vicino che cosa significa la parola legalità, venticinque studenti di quindici scuole superiori di tutto il Piemonte, partecipano dal 22 al 24 settembre, ad un viaggio di studio in Sicilia. Gli studenti, con i loro insegnanti, hanno vinto l’edizione dello scorso anno del concorso “Cultura della legalità e dell’uso responsabile del denaro” bandito dall’Osservatorio regionale sul fenomeno dell’usura in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale del Ministero dell’Istruzione e l’associazione Libera. Il concorso consisteva nella realizzazione di un saggio breve o di un video sul tema “Dietro la proposta della facile vincita, rischi, conseguenze ed effetti rovinosi del gioco d’azzardo sulla vita delle persone, delle famiglie e della società”. 

 

Il viaggio in Sicilia prevede la visita guidata alla città di Palermo e ai luoghi più significativi della lotta alla mafia: dai luoghi degli attentati ai giudici Falcone e Borsellino all’Alto Belice Corleonese dove i terreni confiscati alle mafie oggi sono gestiti dalle cooperative “Libera Terra”. Altra tappa importante è quella con il memoriale della strage del 1947 di Portella della Ginestra. A Corleone il gruppo visita il Centro Internazionale di Documentazione della Mafia e dell’Antimafia, mentre a Cinisi gli studenti  incontrano i volontari della Casa della Memoria intitolata a Peppino e Felicia Impastato (nella foto).

 

 

www.cr.piemonte.it

Tag presenta "Ouverture 2015"

 TAG – Torino Art Galleries propone una iniziativa realizzata grazie al supporto di Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT

arte sera 1Giovedì 24 settembre dalle ore 18 alle ore 23 un opening collettivo delle gallerie associate TAG inaugurerà la stagione artistica ed espositiva 2015 -2016. L’associazione propone, anche quest’anno, l’ormai collaudata formula autunnale dell’apertura simultanea delle gallerie torinesi associate Tag, sottolineando la forte sinergia e coordinamento del sistema dell’arte torinese.

 

Gagliardi E Domke presenta la prima personale in italia dell’artista spagnolo mulo Celdrán. Le opere selezionate per questo progetto espositivo – il primo legato al nuovo corso della galleria, che vede la stretta collaborazione di Pietro Gagliardi e Christian Domke – appartengono a un ciclo pittorico che Celdran ha battezzato Zoom, rivelando un criterio metodologico relativo all’osservazione ravvicinata di un inventario di oggetti che gli appartengono e che l’artista impiega costantemente nel suo quotidiano privato e lavorativo.

 

La galleria Norma Mangione persenta la mostra collettiva, a cura di Gianluigi Ricuperati, con la collaborazione di Elisa Troiano, So Much More than the Sum of its Tropes, un susseguirsi di lavori e immagini di artisti contemporanei ispirati al romanzo Cristalli Sognanti dell’auore di fantascienza Theodore Sturgeon. Il mondo fantastico di Sturgeon coinvolge l’uomo e il suo spazio interiore richiamando il concetto di ruolo e di identità, la percezione distorta e la realtà ( Artisti: Antoniai Carrara, Raphael Danke, Fabian Marti, Nucleo, Elisa Sighicelli, Michel E. Smith. Interventi: Enzo Mari, Patricia Urquiola, Richard Wentworth, Marco Cendron).

 

Paesaggi colorati, montagene di fotografie, un ciclo costellato da sedie volanti attraverso retini fotografici, pittura serigrafia e fotografia accoglieranno i visitatori della galleria In Arco con l’esposizione Low culture in a colorful world: Lichtenstein, Rauschenberg, Wahrol dedicata a tre dei maggiori esponenti della Pop Art e curata da Graziano Menolascina.

 

Presso Luce Gallery il perfetto equilibrio tra assenza e presenza, tra vuoto e invisibilmente pieno emerge dalla serie di nuovi dipinti su legno e sculture in ceramica di Davide Balliano la cui ricerca artistica partita dalla fotografia, e formatasi attraverso interventi pittorici su pagine di libro, performance ed installazioni, consolida la sua organicità stilistica approdando ad una nuova maturità formale. 

 

La galleria Guido Costa Projects presenta la seconda parte della personale dedicata a Nan Goldin: mostra di grande importanza storica e documentaria che suggella un lungo rapporto di collaborazione con l’artista. 

 

La gallería Alberto Peola inaugura la seconda mostra personale di Fatma Bucak, artista turca che lavora nell’ambito di performance, fotografia e video su temi legati a identità politica, mitologia religiosa e paesaggio come storia presentando una serie di fotografie e due video.

L’omaggio a Marguerite Dumas attraverso una fotografia leggera, fatta di toni lievi, un po’ rarefatta, che vive nella trasparenza e nella leggerezza delle sue scatole di carta bianca è l’oggetto della mostra di Sylvie Romieul ospitata dalle galleria Weber&Weber.

 

La Galleria Franco Noero presenta Painting (Islands), mostra personale dell’artista canadese Andrew Dadson, i cui lavori esposti rappresentano una continuazione dei propri esperimenti intorno alle possibilità dell’astrazione. La video installazione Sunrise/Sunset e un nuovo lavoro fotografico della serie Cuneiforms saranno affiancati da sei nuovi dipinti di grandi dimensioni intercalati da alcuni dipinti “re-stretch” che compongono un unico corpus.

 

Photo&Contemporary present After  Dark, second personale di Francesco Bosso noto interprete del paesaggio in b/n sul filone della grande tradizione americana di Edward, Brett, Kim Weston, dell’indimenticabile Ansel Adams e dei suoi epigoni John Sexton ed Alan Ross, con i quali l’autore ha collaborato a lungo negli USA. La straordinaria padronanza della tecnica di ripresa in esterni con grande formato e il virtuosismo in camera oscura con l’ormai desueto procedimento analogico, permettono all’autore di ottenere meravigliose stampe su rare e pregiate carte baritate che esaltano la pulizia dei banchi e la profondità dei valori tonali e dei contrasti.

 

La Galleria Riccardo Costantini Contemporary presenta Waves: doppia perosnale con i lavori di Enrico Iuliano e Nicola Ponzio, in cui il tema dell’onda, intesa come perturbazione che nasce da una sorgente e si propaga nello spazio e nel tempo, trasportando energia o quantità di moto, è interpretato con suoni, linguaggio, forme, materia e colori in continuo movimento.

 

(Nell’immagine: Francesco Bosso, Fading, 2015)

Vanelli: "Una generazione di imprenditori e di creativi per aumentare il Pil della cultura"

Vanelli“Dopo una stagione di grandi investimenti c’è il rischio di dormire sugli allori. Occorrono meno enti e più capacità sul mercato internazionale, serve il cambio generazionale ma non funzionano artifici burocratici e cooptazione”

 

A partire dalla metà degli anni ’90 Torino ha iniziato un percorso di riconversione della sua immagine: da città grigia legata esclusivamente all’industria  ad una metropoli dal volto più accogliente , consapevole della sua storia e della sua bellezza .  La città doveva trovare delle opportunità alternative a fronte della ormai prevista crisi dell’industria dell’auto e ciò fu possibile grazie alla straordinaria stagione di concordia istituzionale tra i governi nazionale, regionale e municipale che,  se pur di colore politico differente , hanno collaborato per raggiungere obbiettivi comuni. Nel recupero del patrimonio storico e culturale si sono avviate e realizzate importanti trasformazioni nel territorio , come ad esempio il superlativo recupero della Reggia di Venaria, ed inoltre sono stati promossi con grande successo la Fiera del Libro, il Salone del Gusto, i Giochi Olimpici Invernali 2006, Torino World Design Capital, le celebrazioni dell’Unita’ d’Italia e i grandi rinnovamenti urbanistici come la metropolitana e il passante ferroviario. Con questi mutamenti la percezione della città agli occhi dei torinesi, dell’Italia e del mondo e’ completamente cambiata: non solo una realtà industriale e produttiva, ma anche una metropoli apprezzata per il proprio patrimonio architettonico, artistico, paesaggistico ed

polo reale cavallo enogastronomico di qualità . Tutto ciò ha concorso in qualche modo a rendere meno severi gli effetti della crisi economica e sociale di Torino e del Piemonte nell’ultimo decennio. Su questi temi,  il Torinese intende  avviare un’inchiesta , anche con l’opinione dei nostri lettori, sulla situazione attuale e sulle prospettive di rilancio dell’azione pubblica e privata per la valorizzazione culturale e turistica della nostra città e del nostro territorio . Su questo, abbiamo incontrato  Alberto Vanelli (nella foto in alto), uno dei protagonisti di questa trasformazione della città , già dirigente dei Beni Culturali della Regione Piemonte e direttore della Reggia di Venaria, che alla luce degli importanti e ambiziosi risultati raggiunti ci ha illustrato il suo punto di vista.

 

Dottor Vanelli, non è’ che stiamo riposando sugli allori? Dopo tanti risultati brillanti raggiunti, ora che si fa?

 

VENARIA1Sono personalmente soddisfatto del lavoro di questi anni. Eppure, il rischio che la sua domanda paventa effettivamente c’è , la soddisfazione cioè può facilmente trasformarsi in  compiacimento e in appagamento ,logorando la forza, l’entusiasmo e la capacità di iniziativa e consumando il ruolo acquisito da Torino. In questi anni memorabili, l’enorme patrimonio storico derivante dallo status di Torino di città capitale del Ducato di Savoia prima, e del Regno di Sardegna poi, è’ stato recuperato e riproposto al pubblico, dopo un lungo tempo di abbandono , a seguito di un eccezionale lavoro di restauro, che ha visto un investimento di oltre un miliardo di euro.  E un analogo percorso ha investito le architetture realizzate  dopo l’Unita’ d’Italia fino alla fase dello sviluppo industriale della città e al suo declino. E se si fa l’elenco dei beni è’ imponente il numero dei casi che sono stati salvati e ristrutturati . ( ndr:  monumenti come Palazzo Reale, l’ Armeria Reale, Palazzo Madama, il Castello di Rivoli, il Museo d’Antichita, Villa della Regina , Palazzina di Stupinigi, la Basilica di Superga, il Castello del Valentino, la Reggia di Venaria, il Museo del Risorgimento, Palazzo Carignano , e ancora nelle architetture più recenti la Mole Antonelliana , il Lingotto, le OGR , la Chiesa del Sacro Volto, fino al recente completamento della nuova galleria Sabauda e delcc madama Museo Egizio)- Ciò ha consentito a Torino di riproporre la sua autentica e originaria immagine di capitale regale,  riconciliando così ,i torinesi con la loro storia e facendo della città una meta ambita e attrattiva per il turismo , non solo nazionale , ma anche internazionale ; tutte le ricerche confermano questo scenario. C’e’ da rimarcare che nella nostra città l’architettura barocca raggiunge vertici di qualità assoluta, superando sovente per bellezza , magnificenza ed eleganza l’analogo patrimonio di grandi capitali europee. E la Regione e la Città non sono intervenute in questi anni solo per recuperare il patrimonio, ma hanno elaborato e realizzato soluzioni istituzionali e organizzative fortemente originali per la conduzione dei beni culturali italiani. Oggi Torino e’ universalmente considerata una città bellissima,ricca di storia, arte e saper vivere e  i torinesi ne sono orgogliosi  . I torinesi oggi sono soddisfatti di questo cambiamento, però a mio avviso il ciclo avviato negli anni 90 , rischia nei prossimi anni di veder lentamente esaurire la spinta propulsiva e innovativa che la accompagnava.

 

Quindi la cultura è’ un cantiere ancora aperto?

 

Si certo,le pubbliche amministrazioni, Comune e Regione, stanno affrontando  alcuni lavori da portare a compimento e avviando il recupero di alcune strutture che sono rimaste indietro. Basti pensare al Museo Regionale di Scienze  Naturali,a tutto il quartiere  della Cavallerizza Reale , al Borgo Castello del parco della Mandria e ancora al Castello di Moncalieri e al Museo di Artiglieria.

 

Ma c’è una bella addormentata: Stupinigi. Come risvegliarla?

 

TUTTADRITTA STUPINIGIIo credo che Stupinigi dovrà e potrà’ essere davvero l’evento culturale dei prossimi anni. Il grande lavoro di restauro, sia degli edifici che della componente artistica, ormai in dirittura d’arrivo , è’ stato uno dei più ambiziosi , anche se forse troppo lungo, programma di riqualificazione di un bene culturale ambientale . Con la Fondazione Mauriziana  hanno collaborato il meglio delle aziende private torinesi e dei nostri enti pubblici. Sono convinto che il completamento degli attuali lavori con il recupero del borgo circostante e la realizzazione di moderne strutture di accessibilità e accoglienza, accompagnato da un percorso di visita affascinante e ricco di suggestioni, possa elevare quel sito a una delle grandi mete di turismo internazionale . Preliminare è’ però  il consolidamento istituzionale e finanziario della Fondazione Mauriziana.

 

C’è una balcanizzazione nel mondo degli istituti culturali torinesi , in particolare nel settore quello dell’arte contemporanea .  Non è’ il caso di razionalizzare e accorpare i tanti soggetti che se ne occupano?

 

Torino è’ stata in questi anni all’avanguardia nella creazione del modello istituzionale organizzativo per la gestione dei beni culturali, e questoARTE1 modello che garantisce autonomia e operatività ci è molto invidiato sopratutto in Italia. Pero’ sono state costituite strutture di gestione in un numero che, con il senno di poi, appare oggi decisamente eccessivo, oltretutto con squilibri incomprensibili sia sulla quantità dei dipendenti, sia sul finanziamento e sia sulla capacità di reperire risorse autonome dalla propria attività .  Comune e Regione hanno consapevolezza dell’impossibilità,  alla luce delle SALONE 215disponibilità economiche attuali, di mantenere questo sistema, ma le soluzioni non sono semplici. Se è’ vero che ogni struttura si è dotata di propri uffici per la comunicazione, il marketing , per la gestione amministrativa e così via, moltiplicando in questo modo gli uffici e i dipendenti e conseguentemente le spese, per altro verso, oggi questi enti sono naturalmente gelosi dell’identità acquisita e della propria indipendenza, anche per la sotterranea , forte competitività e concorrenza che esiste tra di loro e che oltretutto rende complicatissimo il governo del sistema. Il processo di accorpamento avviato, in particolare dalla Città e dalla Regione, incontra conseguentemente molte resistenze e non poche complicazioni giuridiche. La cosa poi , raggiunge vertici grotteschi nel caso dell’arte contemporanea , dove sono proliferate cinque strutture che operano in questo campo e la stessa CRT vorrebbe fare delle OGR un ulteriore centro per la cultura e l’arte contemporanea. Qualcosa  di non dissimile, anche se qui il problema patrimoniale e istituzionale è’ ancora più complicato riguarda anche il circuito delle residenze sabaude, vera araba fenice della politica culturale piemontese e , se pur in misura molto più limitata, il settore della promozione del libro.

 

Che obbiettivi a suo avviso, andrebbero perseguiti per raggiungere nuovi traguardi ?

 

regio orchestraSicuramente il lavoro già avviato dalle pubbliche amministrazioni di completamento dei cantieri e di ricomposizione organizzativa del sistema con la razionalizzazione dei suoi costi è’ un compito ineludibile, ma io credo che il solo lavoro di riordino non basti. Ho l’impressione che questo settore stia cambiando radicalmente e che i vecchi strumenti della pubblicamadama reale amministrazione stiano diventando sempre meno efficaci, anche perché in fin dei conti, la grande leva per sostenere la cultura era investirvi denaro pubblico e quei soldi non ci sono più . Mi pare che due siano i processi in corso che vanno accompagnati e favoriti. Prima di tutto va avviato e sperimentato un processo di liberalizzazione della gestione del patrimonio culturale e dei suoi servizi favorendo e incentivando l’emergere di una autonoma e non assistita capacità imprenditoriale ,sia pubblica che privata. È’ necessario che si rafforzino e nascano soggetti capaci di progettare e organizzare in economia, con moderato o nullo finanziamento pubblico la gestione di un bene o di un avvenimento culturale,  dalle visite alle mostre, spettacoli , eventi, e servizi nonché la loro promozione e comunicazione. Per altro verso va incentivata e sostenuta la capacità creativa nelle tante diverse espressioni della cultura contemporanea. Sono convinto che siano presenti nel nostro territorio , una molteplicità di soggetti con straordinarie capacità creative lontane dalla frequentazione dei luoghi del potere, un po’ smarriti, disorientati, abituati a fare da se, senza tutele e supporti dalle amministrazioni : una sorta di cultura sommersa spesso conosciuta e apprezzataegizio 22 chissà per quali vie in altri luoghi, non di rado anche internazionali. Ricucire un contatto , virtuoso e non malato , tra le strutture del governo e le strutture della produzione creativa è’ un compito oggi non rinviabile. Va individuato uno strumento di crescita e di inserimento di questi soggetti  nel mercato della cultura ,e ciò non solo nell’arte contemporanea , ma anche nei campi della fotografia e della tecnologia digitale ,  nella produzione musicale e audiovisiva , nel design ,nella moda, nell’artigianato metropolitano, nell’ architettura e  così via . L’altro ponte mole vittorioobbiettivo è’ far diventare sempre di più la nostra città un polo di una rete internazionale ,non solo europea , in cui i nostri operatori sia imprenditoriali ,sia creativi , si misurino con un mercato più ampio , accettando alleanze , sfide e confronti  con gli altri soggetti che ormai in questo campo sono presenti e attivi. Faccio solo degli esempi, si pensi al potenziale che ha il Museo Egizio in un’ iniziativa di scambio e solidarietà per la tutela e la valorizzazione delle collezioni e delle aree archeologiche tra quelle europee e quelle del Medioriente , queste ultime oggi violentate dall’iconoclastia islamica. Si pensi al potenziale di produzione e valorizzazione culturale  che può emergere dal lavoro già imbastito dalla Venaria Reale, tramite il suo Centro Studi, con le altre residenze reali europee per un programma comune di ricerca e di mostre ,per far conoscere la storia e i rapporti tra le città e le corti d’Europa anche in una prospettiva di rafforzamento dell’integrazione europea . Si pensi infine alle opportunità di reinserimento di Torino nel mercato internazionale della produzione culturale contemporanea.  Insomma , l’attrattivita’ turistica e la produzione di cultura devono diventare nei prossimi anni, a partire dal patrimonio culturale recuperato, un pezzo, sicuramente non maggioritario , ma non irrilevante del PIL della nostra città e della nostra regione.

 

Ma chi saranno i protagonisti di questa nuova stagione ?

 

giovani banca

La mia generazione, su questo punto non ha lavorato bene: e’ rimasta abbarbicata al comando non occupandosi di favorire la formazione di un ricambio generazionale. Così , adesso che siamo invecchiati non è facile trovare nella generazione dei cinquantenni la naturale sostituzione . Per accelerare questo passaggio di testimone si è avviato un  processo di “rottamazione ” un po’ brusco e ciò’ e’ avvenuto in modo burocratico, fissando tetti di età e attuando una selezione un po’ improvvisata  con l’effetto di disperdere competenze e esperienze consolidate, anche se ovviamente invecchiate, mandando un po’ allo sbaraglio persone , sia pur capaci e ambiziose , talora non sufficientemente sicure e strutturate. Credo  che sarebbe necessario ammorbidire in qualche modo il processo di rinnovamento in corso;  una campagna di formazione di quadri e dirigenti potrebbe essere molto utile, programmando un affiancamento per il trasferimento di know how tra una generazione e l’altra. La formazione di una classe dirigente non si fa  con un percorso  burocratico e con un semplice processo di cooptazione, ma attraverso la proposta di nuovi orizzonti e di nuovi obbiettivi, facendo partecipare a questo processo, non solo pochi capaci e qualche abile cortigiano,   ma una generazione disposta a studiare, lottare e sgomitare in un’esperienza collettiva.

Chieste 11 condanne per i no Tav dell'assalto a Chiomonte

notav ovunque

Le accuse sono di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e di danneggiamento aggravato

 

Sono undici le condanne a pene comprese tra due e tre anni, chieste dal pm Manuela Pedrotta per antagonisti del movimento No Tav, nel processo per gli scontri al cantiere della Torino-Lione, avvenuti a Chiomonte l’8 dicembre 2011. Le accuse sono di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e di danneggiamento aggravato. Per Andrea Bonadonna e Giorgio Rossetto, esponenti del centro sociale Askatasuna di Torino, sono state chieste le pene più alte.

 

(Foto: il Torinese)

Prestiti a tasso di usura, società nei guai

guardia_finanza_

L’indagine della guardia di finanza di Torino

 

La «Finanza & factoring, nota società finanziaria, è oggetto di tre denunce e del sequestro di denaro e beni per quasi 700 mila euro. L’indagine della guardia di finanza di Torino ha fatto emergere che i tassi applicati erano molto superiori rispetto a quanto riportato nella documentazione riservata ai clienti. Gli inquirenti ritengono che siano decine le persone truffate.

 

Il ragazzo del risciò, tra belcanto e musicalità tradizionale cinese

toro regio teatro

Al teatro Regio in scena il 23 e 24 settembre un grande affresco della Cina dei primi del Novecento

 

Pechino a Torino, due realtà apparentemente così lontane, ma ora così vicine, nell’ambito della rassegna di Mito Settembre Musica,  grazie alla messinscena,  mercoledì 23 e giovedì 24 settembre prossimi, prossimi alle 20, dell’opera in due atti “Il Ragazzo del risciò”, al teatro Regio di Torino, in prima europea. L’opera, commissionata dal National Centre for The Performance Arts di Pechino al compositore Guo Wenjing,  e eseguita in prima mondiale a Pechino il 25 giugno 2014, approda ora al teatro Regio, grazie all’accordo firmato dal sovrintendente dell’ente lirico torinese, Valter Vergnano, con il Presidente del Ncpa, Cheng Ping.

 

Articolata in due atti, su libretto di Xu Yin,  l’opera è tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore Lao She (1899-1966), uno dei massimi rappresentanti della letteratura cinese del Novecento.  Il ragazzo del risciò è un adolescente di campagnaadolescente, giunto a Pechino all’inizio del Novecento in cerca di fortuna, di nome Xiangzi.  L’obiettivo che si prefigge è di avere un risciò tutto suo; tuttavia, nonostante la buona volontà e il lavoro duro, i suoi progetti verranno vanificati dalla guerra, dai rovesci della fortuna e da una società dominata dal dio denaro. Pechino emerge in una luce sinistra, quale una città sporca e decadente, ma, al tempo stesso, vivace e caotica, che fa da sfondo, assolutamente non casuale, alla storia, vibrante di vita, e partecipe delle sfortuna dei più deboli. Il punto nodale della drammaturgia dell’opera è rappresentato dal rapporto tra il ragazzo e il suo risciò,  con il quale intrattiene un legame quasi viscerale. I due si muovono all’interno di un gigantesco affresco, in cui il veicolo è la metafora della libertà,  ma, al contempo, anche un giogo crudele. Il servo vuole affrancarsi dal suo padrone, ma rimane, insieme, vinto dall’oggetto che aveva sempre sognato.

 

Il compositore dell’opera, Guo Wenjing,  nato a Sichuan nel 1956, si è formato presso il Conservatorio di Pechino, decidendo, a differenza di altri suoi illustri colleghi, come Tan Dun e Chen Yi, di vivere e lavorare in Cina. In quest’opera mescola abilmente il belcanto con la vocalità cinese, tecniche di composizione occidentale a sonorità tipiche della musica tradizionale, dando vita a un ensemble molto originale nel panorama operistico contemporaneo.

 

Nella recita del 23 settembre, il cast vantera’ la presenza di Han Peng come tenore, nel ruolo del protagonista,  di Sun Xiuwei (soprano) nel ruolo di Hu Niu, e, tra gli altri, come soprano,  nel ruolo di Xiao Fuzi, di Song Yuangming.

 

 (Foto: il Torinese)

Mara Martellotta

Epilessia e Sla, da oggi meno misteri: scoperto un nuovo percorso

medico sanita

La scoperta permette di avvicinarsi sempre più alla medicina personalizzata

 

La Sla da oggi presenta meno misteri. E’ stato infatti stato scoperto un meccanismo regolatorio di neuro-ossidazione (NOX) che si inserisce nel processo di malattie come SLA, epilessia, sclerosi multipla. La scoperta permette di avvicinarsi sempre più alla medicina personalizzata, cioè alla cura ad personam. A Torino viene presentata nel Simposio internazionale  sul Progetto europeo Neurinox, che è durato 5 anni, coinvolgendo 130 pazienti affetti da SLA, e altri 70 pazienti da malattie extrapiramidali e polineuropatie.
   

La vita è un pianeta, parola di Manuela

caselli manuela

pianeta vitaL’associazione nasce nell’aprile 2014 e inizia ad accogliere, con un sorriso e magari anche una soluzione ai problemi, le prime persone in cerca d’aiuto. Oggi è iscritta a pieno titolo nel Registro delle Associazioni del Comune di Torino, con cui dialoga e coopera. Apre le porte e porge la mano a chi soffre una disabilità fisica od emotiva, supporta intere famiglie, lavora per prevenire il disagio

 

Giovani, anziani, disabili, adulti e minori in difficoltà: c’è spazio per tutti nel “Pianeta Vita”; l’Onlus torinese creata da Manuela Caselli che, dopo aver voltato una brutta pagina della sua vita, ha saputo dare un senso alla sofferenza e trovato il modo per aiutare gli altri. L’associazione nasce nell’aprile 2014 e inizia ad accogliere, con un sorriso e magari anche una soluzione ai problemi, le prime persone in cerca d’aiuto. Oggi è iscritta a pieno titolo nel Registro delle Associazioni del Comune di Torino, con cui dialoga e coopera. Apre le porte e porge la mano a chi soffre una disabilità fisica od emotiva, supporta intere famiglie, lavora per prevenire il disagio, ha istituito un doposcuola, un’estate “ragazzi in orbita”, lo sportello “Dike” che offre ascolto, aiuto e orientamento alle vittime di violenza, ed in cantiere ha altri progetti. L’Onlus fornisce informazioni di natura legale, assistenza sanitaria, supporto socio assistenziale e si avvale di una rete di educatori, psicologi, coach, logopedisti e volontari che mettono parte delle loro vite e le loro professionalità al servizio del prossimo.  «Il target fondamentale di Pianeta vita è la famiglia, a 360°: è lì che può esserci qualcuno in difficoltà» spiega Manuela Caselli «Può rivolgersi a noi e raccontarsi; cerchiamo una soluzione ai suoi problemi e, se non bastano le nostre risorse interne, facciamo rete sul territorio».

 

-Le vostre linee guida?

«Ascoltiamo senza giudicare. Poi studiamo interventi su misura per la persona, mettendo in campo una creatività al di là di quei protocolli che, invece, spesso ingessano i servizi sociali».

 

-In che modo agite con i minori?

«Con progetti specifici, come i laboratori di prevenzione al disagio e il doposcuola; perché siamo convinti che sui giovani si costruisce il futuro. Se li aiutiamo con le giuste risorse, in base al nostro motto “non occorre essere perfetti per essere straordinari”, dalle vite imperfette di ognuno possiamo creare vite straordinarie».

 

– In che senso il vostro doposcuola prende in carico tutta la famiglia?

«Partendo dai ragazzi cerchiamo di individuare anche eventuali difficoltà familiari. Accogliamo i genitori non solo affiancandoli alla crescita dei ragazzi, ma anche nella risoluzione dei problemi del nucleo parentale. Si può dire che includiamo tutta la famiglia».

 

-I laboratori  di rimotivazione allo studio come funzionano?

«Si chiamano “Studiare bene, senza averne voglia”, intervengono sulla dispersione scolastica e sono aperti agli adolescenti dalla 3° media alla 5° superiore. Prima di tutto cerchiamo di capire il blocco di chi ha perso la motivazione a studiare; poi, per farlo ripartire, riattiviamo le sue risorse interiori; quelle che ha già utilizzato in altre circostanze della sua vita per superare un’empasse».

 

-State pensando di aiutare anche i bambini profughi rimasti orfani, come?

«E’ un progetto in divenire. Al momento, insieme all’ATC, stiamo tentando di individuare una sede adeguata ed accogliente per i ragazzi in attesa di adozione, che arrivano sempre più numerosi. Siamo fermamente convinti che, al di là di come e dove nasci, in un mondo più giusto, ognuno dovrebbe avere le stesse risorse per ricominciare»

 

-Quanto è difficile il vostro lavoro?

«Abbiamo il sogno di costruire un microcosmo fatto di amore ed accoglienza; ma non è  facile. Soprattutto all’esterno, poiché viviamo in una società che diffida tantissimo del bene. Per questo invito tutti a venire a vedere quello che facciamo».

 

Manuela Caselli oggi è psicologa, counselor e lavora sulla riattivazione delle motivazioni delle persone; ma la sua è stata una perigliosa strada in salita. A soli 16 si innamora di un arabo molto più grande di lei che ben presto diventa il suo persecutore; le violenze fisiche e psicologiche si  acuiscono quando resta incinta e lui vuole farla abortire.  Manuela lotta con tutte le forze e riesce a mettere in salvo se stessa e la sua piccola Celeste.   Anni dopo incontra l’uomo giusto, si sposano, lui adotta la prima figlia e insieme ne hanno altri 3.  La sua storia merita di essere raccontata perché sia di aiuto ed esempio per le donne che subiscono violenza, annaspano nella disperazione, vedono la strada sbarrata e non sanno come sfuggire all’incubo. «La mia esperienza mi ha insegnato che si può uscire dalla sofferenza, imparare a diventare più forti attivando le risorse che abbiamo dentro» ci dice «l’importante è non continuare a sentirsi vittime, ma evolversi».

 

-Come si può perdonare chi ti ha usato violenza?

«Accettandolo e accogliendolo con le sue problematiche; lasciare andare quello che ti ha fatto e non continuare a recriminare. Bisogna pensare che ha fatto così perché anche lui aveva le sue difficoltà  e la sua sofferenza».

 

-Come ci si rifà una vita?

«Alzandosi, decidendo di vivere, con coraggio, non avendo paura di soffrire di nuovo. Piano piano  e credendo nei propri sogni si può fare».

 

-Cosa puoi dire alle donne vittime di violenza?

«Devono capire che hanno un valore e dire no alla violenza che le fa stare male. Spesso chi subisce prova vergogna, si sente in colpa, pensa di meritarsela e di non poter vivere in un altro modo. Invece, non ci si deve sentire sbagliate e si può avere una vita diversa».

 

-Tu quando hai fatto lo scatto?

«Avevo tantissima paura per me e mia figlia e in un giorno di disperazione, nel 2001, scrissi al Maurizio Costanzo Show. Mi chiamarono e mi chiesero se in trasmissione preferivo il volto coperto; risposi di no, perché non avevo nulla di cui vergognarmi. Avevo solo sbagliato a scegliere una certa persona».

 

-Quando hai avuto l’idea di creare Pianeta vita?

«Dopo la nascita del mio quarto figlio ho deciso che avevo ancora spazio nel mio cuore per fare altro. Guardando i miei ragazzi ho capito quanto ero riuscita a costruire ed ho pensato di aiutare chi soffre. Volevo anche fare un dono ai miei figli creando un microcosmo di amore incondizionato ed accoglienza».

 

-Ora per voi quali sono le cose più urgenti?

«Trovare una sede più adeguata ed altri volontari. Avere persone che credano in noi, con piccole donazioni per aiutarci a sostenere le tante realtà di cui ci occupiamo. Anche perché chi si rivolge a Pianeta Vita non paga nulla; il contributo c’è solo in caso di una certa disponibilità economica. Oppure aiutandoci a farci conoscere e partecipando agli eventi che organizziamo».

 

-Il prossimo?

«Un concerto rock in teatro, con la musica al servizio di un progetto educativo. E’ il “Pink Project-Rock no Profit”, a Torino il 17 ottobre, alle ore 21 al Teatro ATC in Corso Dante 14. Un progetto benefico in collaborazione con i gruppi “Eleven Floyd” e “Stereotomy Tribute Band” per sostenere il progetto Doposcuola Pianeta Vita: una casa dove i ragazzi  si sentono liberi di esistere con le loro imperfezioni, che lì sono accolte ed utilizzate come forze positive. 15 biglietti garantiscono un mese di attività per un bambino, con laboratori, sedute di counseling, studio assistito ed altro».

 

Per  info e prenotazioni (senza prenotazione non è garantito l’accesso all’evento):

rocknoprofit@gmail.com / facebook.com/pianetavitaonlus /  www.pianetavita.it

Telefono: 011 0193542 – chiamare dalle 13.00 alle 15.00

 

Laura Goria

 

 

 

Ragazzo di 14 anni manca da casa da dieci giorni

carabinieri auto

La famiglia e i suoi insegnanti hanno dato l’allarme e hanno lanciato anche un appello su Facebook

 

E’ un ragazzo marocchino di 14 anni che abita a Torino ed è scomparso da casa da una decina di giorni. La famiglia e i suoi insegnanti hanno dato l’allarme e hanno lanciato anche un appello su Facebook. Nella sua abitazione, nel quartiere di barriera di Milano, il giovane ha lasciato un biglietto in cui dice di essere incompatibile con i genitori. Lo stanno cecando i carabinieri, che hanno diramato le sue foto a tutte le stazioni del Piemonte e delle regioni vicine.

"Fatti di terra, guardiamo le stelle”, cinque giorni per riflettere con la "fiera" dello spirito

Cinque giorni in cui il capoluogo subalpino ospita dialoghi, incontri, lezioni, spettacoli, meditazioni ed esperienze che hanno come filo conduttore il complesso impasto di materia e trascendenza che costituisce noi umani e rimanda alla biblica argilla plasmata da mani divine

 

TO SPIRITUALITA 2015Fermarsi, riflettere e cercare il significato dell’esistenza con la guida di ospiti illustri, partendo da “L’impasto umano. Fatti di terra, guardiamo le stelle”.  Ecco il tema dell’11°  edizione di “Torino  spiritualità” organizzata dal Circolo dei lettori dal 23 al 27 settembre. Cinque giorni in cui il capoluogo subalpino ospita dialoghi, incontri, lezioni, spettacoli, meditazioni ed esperienze che hanno come filo conduttore il complesso impasto di materia e trascendenza che costituisce noi umani e rimanda alla biblica argilla plasmata da mani divine. Tema infinito al centro degli oltre 120 appuntamenti, con 150 voci di tutte le religioni e credenze che dal mondo, compresi intellettuali laici e scienziati, che convergono non solo nelle varie location torinesi (Palazzo Graneri della Roccia, sede del  Circolo Lettori, teatri, musei, chiese, tempio Valdese,ecc), ma anche nel più ampio territorio regionale, con tappe al Parco Astronomico di Pino Torinese e, più in là, a Novara ed Alba.

 

E poiché parlare di impasto umano vuol dire riflettere anche sulle relazioni che ci legano gli uni agli altri, la serata inaugurale (mercoledì 23 settembre, ore 18, Chiesa di San Filippo Neri) è per capire “Cosa muove gli uomini”. I giornalisti Mario Calabresi, Niccolò Zancan, Domenico Quirico e il fotografo Giulio Piscitelli lo metteranno a fuoco partendo dalla tragedia dei migranti e da come l’Europa (non) li accoglie. Più tardi (ore 21) nella Chiesa riecheggeranno invece le voci della scrittrice Michela Murgia, dell’attore Bob Marchese e del Coro del Teatro Regio di Torino che esplorano sacro e sublime del Requiem di Mozart nella lezione-concerto “L’imperfetta armonia”.

 

Incontri e lezioni sono occasioni da non perdere, con ospiti di notevole caratura, come: Sogyal Rinpoche, autore de “Il libro tibetano del vivere e del morire” ed uno dei maggiori maestri buddhisti contemporanei; il teologo statunitense Matthew Fox; i rabbini Rav Haim Cipriani e Rav Giuseppe Laras; lo psicolgo Giacomo Dacquino; il coreografo belga Alain Platel ed il giornalista – scrittore Corrado Augias. Un Gesù inedito lo racconta padre Alberto Maggi (biblista e divulgatore delle Sacre Scritture) ne “I pranzi di Gesù”; mentre di tutt’altro tono sarà l’incontro con lo studioso statunitense Jonathan Gottschall, accademico, combattente di arti marziali ed autore di “Il professore sul  ring”, intervistato dal critico d’arte Luca Beatrice sul fascino della violenza. E come la tensione spinga l’uomo a superare se stesso, quasi staccandosi dalla dimensione terrestre, ce lo spiega uno che lo sa bene, il free climber e pioniere dell’arrampicata libera Manolo.

 

Dialoghi per riflettere a più voci, iniziano giovedì 24/9 con due incontri. Gli scrittori Philippe Forest, Mauro Covacich e Giorgio Vasta dipanano laTORINO SPIRITUALITA CIRCOLO LETTORI matassa della capacità di convivere con l’assenza delle cose che ci vengono a mancare o che aspettiamo invano; mentre Mario Zaninelli e Antonio Montanari si soffermano sulla figura del monaco viaggiatore Thomas Merton e la sua vita alla ricerca della verità. Nel fitto programma spiccano il filosofo spagnolo Fernando Savater e il giornalista Michele Serra che in “Osservate più spesso le stelle” si interrogano su cosa valga davvero la pena insegnare ed imparare; gli storici Alessandro Barbero e Alessandro Vanoli dialogano sul “bisogno delle barbarie”; l’anglista Nadia Fusini e il critico teatrale Nicola Fano vanno alla ricerca della definizione dell’uomo nelle pagine di Shakespeare. Il MAO (Museo d’Arte Orientale) è poi la cornice giusta per sondare il concetto buddhista di impermanenza  del corpo con gli studiosi Carla Gianotti e Aldo Tollini.

 

Spettacoli con musiche e danze che arrivano da lontano con il loro carico di spiritualità; il Teatro Carignano è la location perfetta per due appuntamenti. I monaci tibetani del monastero di Tashi Lhunpo portano canti ancestrali, preghiere e invocazioni di antica e suggestiva tradizione. Invece le Deba Mayotte -13 donne dai 16 ai 62 anni, vestite di bianco e viola, con le mani decorate dall’henné, tutte provenienti dalle omonime isole dell’Oceano Indiano- con i loro canti sufi e sull’onda dei tamburi conducono a una dolce ipnosi e ad una serata  indimenticabile. Sempre in teatro, il reading dell’attore Fabrizio  Bentivoglio si ispira al capolavoro di Milan Kundera “L’insostenibile leggerezza dell’essere” per rispondere alla domanda “davvero la pesantezza è  terribile, mentre la leggerezza è meravigliosa?” e svelare come quest’ultima abbia un volto enigmatico e un contraltare di dubbio, tradimento e sensualità.

 

Anche gli scrittori Francesco Piccolo, Sandro Veronesi e  Sergio Claudio Perroni portano in scena altri reading per sondare misteri e riflettere sul senso della vita. Novità di questa edizione sono gli appuntamenti al Cimitero Monumentale e al Planetario in un viaggio tra terra e cielo. Paolo Nori legge stralci  di “La morte di Ivan Il’ič” di Tolstoj tra le tombe che ci ricordano la nostra mortalità; mentre vola alto nelle galassie, tra stelle, buchi neri ed infinito, lo spettacolo “Viaggio astrale per voce, musica e pianeti” al Parco Astronomico  di Pino Torinese.

 

Scuola di Otium riserva luoghi e tempi privilegiati in cui potersi interrogare sulla propria capacità di “essere umani”, nelle lezioni condotte da storici, filosofi, teologi, artisti e  religiosi. Rapporto tra corpo e spirito, fisica del Tao, regole monastiche, yoga, meditazione indiana ed altro ancora negli appuntamenti in programma. Progetti speciali, tra creature terrene ed entità divina, nelle riflessioni ispirate a testi sacri. In programma 6 lezioni in teatro (Carignano e Gobetti) tenute dall’attore Alessandro Bergonzoni, il teologo Vito Mancuso, il giornalista Pietrangelo Buttafuoco, il priore di Bose Enzo Bianchi, il magistrato Gherardo Colombo e il filosofo Fernando Savater.

 

Questo e molto altro ancora vi attende nel mix di spiritualità dell’impasto sapiente messo a punto  dal Circolo dei Lettori. Intanto, nel fine settimana (19-20 settembre) che precede la manifestazione potete  rodare muscoli e pensieri, riscoprendo il filo che lega uomini e natura, nelle 8 camminate spirituali alla volta di rifugi e vette alpine, laghi e santuari, guidati da scrittori, musicisti e teologi.

 

Laura Goria

 

Programma completo su:

www.torinospiritualità.org

info@torinospiritualità.org

Segreteria di Torino Spiritualità: Circolo dei Lettori, Via Bogino 9, Torino.

Informazioni: + 39 349 6285606