redazione il torinese

Ecco il catalogo di panoRama

La presentazione presso @ Barbiturici, in Via Santa Giulia 21 a Torino

 

panorama catalogoProsegue panoRama, la mostra diffusa in sei gallerie del quartiere Vanchiglia, che vuole indagare l'”eredità inconsapevole” di Carol Rama attraverso i lavori e le ricerche di giovani artisti di generazioni e nazionalità differenti. Il progetto espositivo, a cura di Olga Gambari, è arricchito da panoRama EXTRA, una serie di eventi  collaterali che prenderanno vita nel quartiere con cadenza settimanale, fino al termine del periodo espositivo. Dopo N_O_D_I, la performance di Francesca Arri che ha avuto luogo presso la Galleria Moitre il 1° ottobre, giovedì 8 ottobre è la volta di panoRama party, un appuntamento per festeggiare e insieme presentare il catalogo della mostra, edito da ArteSera Produzioni e curato per la parte grafica da Leandro Agostini.  Alla presentazione seguirà un dj-set di Beatrice Tarantino.

Liguria e Regno di Sardegna uniti dopo il Congresso di Vienna

Nel bicentenario, il Consiglio regionale del Piemonte e il Centro Studi Piemontesi hanno ideato questo convegno di studi che – riunendo in due sessioni di lavoro numerosi e qualificati esperti – ha avuto tra i propri obiettivi quello di fare un punto storiografico sulle luci, ombre, prospettive e sviluppi dell’unione ligure-piemontese

 

RISORGIMENTOLiguria e Regno di Sardegna uniti dopo il Congresso di Vienna: è stato questo l’argomento centrale del convegno che si è tenuto lunedì 5 ottobre a Torino presso l’Aula del Consiglio regionale del Piemonte. Caduto Napoleone, le potenze europee si riunirono a Vienna (1814-1815) dando inizio all’epoca della Restaurazione. Tornata Casa Savoia sul proprio trono, nel Congresso si decise il rafforzamento del Regno di Sardegna attraverso l’unione con Genova e il “Genovesato”.

 

Nel bicentenario, il Consiglio regionale del Piemonte e il Centro Studi Piemontesi hanno ideato questo convegno di studi che – riunendo in due sessioni di lavoro numerosi e qualificati esperti – ha avuto tra i propri obiettivi quello di fare un punto storiografico sulle luci, ombre, prospettive e sviluppi dell’unione ligure-piemontese. Gli esiti delle trattative del Congresso di Vienna stabilirono, tra l’altro, non solo la legittima restaurazione della dinastia sabauda ma anche il suo rafforzamento, in particolare attraverso l’incorporazione nel Regno di Sardegna dei territori che formavano l’estinta Repubblica genovese. Dai lavori del convegno è emerso chiaramente – come fatto rilevare da Gustavo Mola di Nomaglio del  Centro Studi Piemontesi – che tale rafforzamento ebbe un’influenza decisiva sui futuri assetti italiani che, lucidamente ed esplicitamente, fu subito preconizzata dal marchese genovese Antonio Brignole Sale.

 

La riunione della Liguria, alla quale la dinastia sabauda guardava sin dal medioevo, fu accolta da Liguri con approccio differenziato – ha poi raccontato  lo storico e saggista Luciano Garibaldi – la Liguria di Ponente, parte della quale già si denominava correntemente “Liguria sabauda”, fu nel complesso marcatamente favorevole e fortemente predisposta a un immediata alleanza. Meno disponibile si rivelò una parte dei Genovesi ma, in breve tempo anche Genova si saldò pienamente al nuovo Stato, anche grazie all’immediato coinvolgimento dei ceti dirigenti locali. La stessa Repubblica Ligure tardo settecentesca era stata dapprima una creatura dei francesi che poi la cancellarono radicalmente. Se non si fossero verificate nel 1849 in particolare sanguinose repressioni di moti insurrezionali i Genovesi non avrebbero nulla da recriminare, invece le repressioni alimentano ancora oggi qualche polemica. Certamente si tratta di un tema spinoso,  esistono ampi margini per ampliare l’orizzonte, proseguire il dibattito e, magari per promuovere un’ulteriore approfondimento della ricerca. A tutto questo è servito il convegno, che ha avuto il pregio di fare cenno a diversi aspetti della vicenda: oltre a quelli politici, diplomatici e militari anche quelli artistici e urbanistici. 

 

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Nelle terre dei sogni di don Bosco

Al Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi”, fino al 1 novembre 2015                     

 

montagna museoC’è anche un po’ di Italia al Fin del Mundo. Ed è stato proprio Alberto Maria De Agostini a lasciarne traccia. Missionario salesiano, alpinista, fotografo e documentarista, scrittore, naturalista e cartografo, ha lasciato il Piemonte nel 1910 per intraprendere l’avventura missionaria nelle Terre Magellaniche, quelle che sarebbero diventate per lui una seconda casa, tanto da valergli il soprannome di Padre Patagonia. Un grande che la storia aveva messo ingiustamente in disparte per qualche decennio. Può sembrare assurdo ma, dopo una vita avventurosa, spesa nel quotidiano tra evangelizzazione, lavoro in missione ed esplorazione, solo pochi anni fa l’opera di  De Agostini – meglio conosciuto con il titolo di “padre”, come usa in Sud America – sembrava essersi irrimediabilmente smarrita. Le cose cambiarono in modo inaspettato grazie a un incontro avvenuto a Roma nel 1984 con don Egidio Viganò, Rettor Maggiore dei Salesiani, e all’entusiasmo di don Marco Bongioanni, direttore dell’ANS, l’Agenzia stampa della Congregazione, quando venne accolta la proposta di questo Museo di rilanciare una grande azione di rivalorizzazione del personaggio. Un progetto che si sarebbe sviluppato per i successivi trent’anni, al punto da divenire un solido filo conduttore nella politica culturale del Museo. 

 

A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta del secolo scorso, furono valorizzate le fotografie e i film realizzati in Patagonia e in Terra del Fuoco da De Agostini, appartenenti alle collezioni del Museo, ma soprattutto si fecero conoscere la figura, il lavoro e il pensiero del missionario di don Bosco. Le testimonianze di una vita trascorsa nelle lontane terre del Fin del Mundo sono state proposte al pubblico in quattro importanti esposizioni – a cui oggi si aggiunge la quinta – che hanno visto ben trenta allestimenti in Italia, Argentina e Cile; ma anche in Canada e Svizzera. Sono stati pubblicati tre volumi, oltre a questo, alcuni in più edizioni; e sono stati prodotti, direttamente dal Museo, tre documentari di lungometraggio. Da parte del Museo sono state recuperate le vecchie pellicole cinematografiche di De Agostini che sono tornate a nuova vita, montagna museo 2soprattutto Terre Magellaniche (1933), il grande documentario sulle regioni australi, rimontaggio definitivo del precedente Tierra del Fuego (1928).

Terre Magellaniche, il vero capolavoro del missionario salesiano, è al contempo un progetto e un messaggio, un colpo d’occhio sui profondi cambiamenti che, nel primi decenni del Novecento, stavano scuotendo le terre apparse in sogno a don Bosco: alla naturaleza si sostituiva il progresso, e gli indios stavano inesorabilmente sparendo sostituiti dagli estancieros con i loro allevamenti di ovini.

 

 

Nel corso degli ultimi anni, con la stessa copia della pellicola proiettata da De Agostini al Teatro Chiarella di Torino il 26 maggio 1933, è stato creato un evento musicale altamente emozionale, con un accompagnamento pensato appositamente per l’occasione, essendo andata perduta la partitura originale. La proiezione concerto, ora anche disponibile in DVD, è poi stata ripetuta per ben 27 volte in occasioni diverse, in Italia e all’estero (Argentina, Cile, Canada e Spagna), dando vita a momenti ricchi di emozioni e musica. Oggi in occasione del secondo centenario della nascita di San Giovanni Bosco, vengono presentati una mostra e un volume, che tracciano le fasi salienti dell’attività esplorativa di Alberto De Agostini nelle regioni australi dell’America Latina. Una mostra del  Museo Nazionale della Montagna e dell’Associazione Missioni Don Bosco Valdocco, con la Regione Piemonte, la Compagnia di San Paolo e la collaborazione della Città di Torino e del Club Alpino Italiano e del Comitato organizzatore dell’Ostensione 2015 che vede 64 stampe di medio formato da negativi e originali, appartenenti al Museo, sulla Patagonia, la terra del Fuoco, il Piemonte e la Valle d’Aosta. 

 

 

NELLE TERRE DEI SOGNI DI DON BOSCO

ALBERTO MARIA DE AGOSTINI DAL PIEMONTE ALL’AMERICA AUSTRALE

Torino, Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi”, 25 aprile – 1 novembre 2015

De Benedetti, Passera, Colaninno e altri 14 a processo per l'amianto all'Olivetti

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de benedettiPronunciati invece 11 proscioglimenti per  posizioni marginali, tra questi anche i figli di De Benedetti, Marco e Rodolfo

 

La notizia era nell’aria: sono stati rinviati a giudizio 17 imputati nel processo per le morti da amianto avvenute nel corso degli anni tra gli ex lavoratori dell’ Olivetti di Ivrea. Andranno a processo  anche nomi importanti come l’imprenditore Carlo De Benedetti, l’ex ministro Corrado Passera e l’industriale Roberto Colaninno. Pronunciati   invece 11 proscioglimenti per  posizioni marginali, tra questi anche i figli di De Benedetti, Marco e Rodolfo. “Considerata l’inconsistenza della tesi accusatoria, l’Ingegner Carlo De Benedetti è amareggiato per il rinvio a giudizio deciso dal gup del Tribunale di Ivrea ma resta convinto che il processo stabilirà la sua totale estraneità ai reati che gli vengono contestati”. Così l’agenzia Ansa riporta le parole del portavoce di Carlo De Benedetti. “La corposa indagine dei pubblici ministeri  si basa infatti su semplici ipotesi, che non si fondano nè sulla realtà processuale nè sulla realtà storica dell’azienda. L’Ingegner De Benedetti ricorda ancora una volta che per quanto di sua competenza, nel periodo di permanenza in azienda, l’Olivetti ha sempre prestato la massima attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, con strutture organizzative articolate e con misure adeguate alle normative e alle conoscenze scientifiche dell’epoca”.

 

“Quello che viene da Ivrea è un segnale forte, di speranza, per le vittime in attesa di giustizia per le terribili conseguenze che provoca l’esposizione all’amianto”. Bruno Pesce, coordinatore di Afeva, la storica Associazione familari delle vittime amianto, così commenta a caldo la decisione della magistratura eporediese di rinviare a giudizio (il dibattimento incomincerà l’11 gennaio del 2016) i vertici dell’Olivetti. Afeva, che ha portato il peso del triplice giudizio nel processo Eternit contro il multimiliardario svizzero Stephan Schmidheiny per le morti negli stabilimenti Etrnit di Cavagnolo, Casale Monferrato, Rubiera e Bagnoli, e che ha dato impulso all’Eternit bis, adesso fermo in attesa di pronuncia davanti alla Corte Costituzionale, è anche costituira parte civile nel procedimento Olivetti. “La giustizia in Italia ha dei pregi – dice ancora Bruno Pesce, sindacalista che ha dedicato gran parte della sua vita alla lotta all’amianto – e uno di questi è l’autonomia delle procure. Così la Procura di Ivrea ha fatto il proprio lavoro andando a verificare l’esposizione dei lavoratori al rischio amianto che si è protratta per anni ed anni, e non solo nel talco, ma anche in alcuni reparti che erano stati coibentati con questo manufatto e dove c’era appunto amianto friabile”. Per quanto riguarda Eternit bis, il fascicolo, pur trasmesso da Torino a Roma, non è ancora stato preso in carico dalla magistratura costituzionale (lo sarà probabilmente a giorni) e gli avvocati di Afeva e delle altre parti civili attendono di averne notizia per poi depositare una loro memoria contenente osservazioni nel merito di quello che i giudici costituzionali dovranno andare a verificare.

 

Massimo Iaretti

 

Semplice torsione ma amputano gamba a ragazzo: 68 medici indagati

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Il torinese di 22 anni vittima di questo drammatico episodio è stato dimesso da pochi giorni dal Cto

 

Si era presentato in ospedale per una semplice distorsione e ha dovuto subire l’amputazione della gamba destra al di sotto del ginocchio. Il ragazzo torinese di 22 anni vittima di questo drammatico episodio è stato dimesso da pochi giorni dal Cto, ma ora sono indagati 68 medici. La cronaca torinese di Repubblica ha anticipato la notizia informando che sono accusati di concorso in lesioni colpose gravissime. Lo studio legale Ambrosio & Commodo intenterà una causa civile contro alcuni di loro.

 

(Foto: il Torinese)

Verso l'uscita dal tunnel della crisi, vola l'export piemontese: crescita del 20% nel 2015

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E’ stata persino sfiorata la cifra record di 2 miliardi nelle esportazioni, ovvero 327 milioni in più rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente

 

Francia, Svizzera e Stati Uniti, ma anche Cina e Regno Unito sono i mercati esteri in cui i distretti produttivi  piemontesi sono cresciuti di più nel 2015. Nel secondo trimestre dell’anno l’export dei distretti piemontesi ha dimostrato una notevole accelerazione, con un progresso del 20,1%. E’ stata persino sfiorata la cifra record di 2 miliardi nelle esportazioni, ovvero 327 milioni in più rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. In crescita anche l’export dei poli tecnologici, grazie al balzo in avanti  delle vendite dell’ICT di Torino e alle indicazioni positive dal polo aeronautico. I dati sono della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

 

L’oreficeria di Valenza è stata ancora  trainante nella nostra regione e si conferma come miglior distretto italiano per quanto riguarda la crescita sui mercati esteri, tanto che per la prima volta nella storia le esportazionisono state superiori a quelle di Arezzo e di Vicenza, le altre città dell’oro italiane. Bene il tessile di Biella che segna +9% per l’export nel secondo trimestre dell’anno e il settore dolciario  di Alba e Cuneo (+13,1%),Positivi riscontri per il riso di Vercelli (+7,5%), i vini di Langhe e Monferrato (+5,2%), il caffè e il cioccolato made in Torino (3,3%).

 

 (foto: il Torinese)

 

 

Cani e gatti potranno entrare al cimitero con i loro padroni

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E’ stato modificato il regolamento per il servizio mortuario

 

Gli amici a quattro zampe potranno finalmente accompagnare i loro padroncini nelle visite ai cimiteri torinesi e partecipare anche all’ultimo saluto. La delibera di iniziativa consiliare è stata presentata da Angelo D’Amico (FI) e Silvio Viale (Pd). E’ stato così modificato il regolamento per il servizio mortuario e dei cimiteri. D’ora in poi cani e gatti potranno seguire i loro padroni, passeggiare al guinzaglio come in qualunque giardino e partecipare ai funerali.

GERALDINE CHAPLIN A TORINO NEL TEMPIO DEL PADRE

La straordinaria ospite della nostra città si fermerà due giorni per girare, all’interno del Museo del Cinema di fronte al Moloch e sul terrazzo della Mole , alcune scene del film di Louis Nero

 

geraldine chaplin2Lunedì 5 ottobre Torino ha vissuto un’ emozionante, unica esperienza: Geraldine Chaplin è la straordinaria ospite della nostra città, dove si fermerà due giorni per girare, all’interno del Museo del Cinema di fronte al Moloch e sul terrazzo della Mole , alcune scene del film di Louis Nero “The broken Key”.La conferenza stampa si è svolta presso il Museo Nazionale del Cinema, presenti Paolo Tenna, A.D. di FIP, Paolo Manera, Direttore di Film Commission Torino Piemonte, Paolo Damilano, Presidente di Film Commission e del Museo Nazionale del Cinema, Alberto Barbera, Direttore del Museo e alcuni dei protagonisti del film. Fra questi ultimi Andrea Cocco,il protagonista principale,Diana Dell’Erba, Walter Lippa, Marco Deambrogio. Ma la vera,unica grande e attesa protagonista era lei, Geraldine Chaplin.

 

“Quando ho ricevuto la sceneggiatura – ha confessato la Chaplin – devo dire di non averci capito molto; poi, una volta riletta, non solo l’ho capita,ma l’ho proprio sentita; alla terza lettura, “bombardata” da così tante immagini , mi sono detta: deve assolutamente uscirne un film. Questo è un film davvero particolare, molto diverso rispetto a quelli che ho fatto finora. Devo ringraziare Louis Nero, che è un grande artista, per me è un onore lavorare per lui.” “ Vedere ed entrare nel Museo – ha proseguito l’attrice – per me è stato “sopraffacente”. Al pensiero che, quando girai tempo fa a Torino il film “Imago mortis”, non fui portata dal regista in questo posto davvero unico,magico, mi verrebbe voglia di manifestargli il mio grande disappunto,anche se in ritardo”.geraldine chaplin

Nel film Geraldine Chaplin è la custode del Genio Alato ossia della Conoscenza.” Il mio personaggio – ha detto la Chaplin – lo si incontrerà nella fase finale di un viaggio simbolico di purificazione,alla maniera dantesca, verso l’Illuminazione, la Luce. Il viaggio avrà il suo compimento,appunto, all’interno della Mole Antonelliana.” Paolo Damilano e Alberto Barbera hanno dichiarato concordemente che “ è davvero un grande onore ricevere questa grande artista nella nostra città, si tratta di un evento davvero straordinario.” Barbera ha poi aggiunto: “Torino è stata resa internazionale grazie a Louis Nero. Il regista ci ha portato attori del calibro di Rutger Hauer, di Franco Nero e, adesso, nientemeno che di Geraldine Chaplin. Lui riesce a fare quello che a nessun altro riesce.” The broken Key ,ambientato nel futuro, è un film concepito sulla linea orizzontale delle Sette Arti Liberali, dall’Antico Egitto alla Torino di domani. Un viaggio simbolico, disseminato da insidie e repentini colpi di scena, verso la conoscenza di noi stessi. Ovvero la via del ritorno alla sapienza e alla nostra vera casa, nel cielo.

Helen Alterio

 

(Foto: Sabrina Conti)

Studenti cittadini europei a Strasburgo

Previsto un incontro con i deputati italiani e il passaggio in tribuna per vedere le operazioni di voto

 

ConsultaUEDal 6 all’8 ottobre sei studenti piemontesi, già vincitori  della 31^ edizione del Concorso “Diventiamo cittadini europei” promosso dalla Consulta Europea del Consiglio regionale, parteciperanno al viaggio a Strasburgo organizzato dall’Ufficio d’Informazione del Parlamento europeo di Milano. Gli studenti sono stati selezionati a seguito della loro partecipazione  il 9 maggio scorso alla Festa dell’Europa 2015, svoltasi presso l’Expo Milano.

 

Ecco i loro nomi:

Giulia Benedetto dell’Istituto Cena di Ivrea,

Pietro Colombo del Liceo Plana di Alessandria

Francesca Doria del Liceo Einstein di Torino

Sara Milanoli del Liceo Antonelli di Novara

Valeria Nanotti del Liceo Cattaneo di Torino

Matteo Pagliero dell’Istituto Superiore  Baldessano Roccati di Carmagnola.

 

 

Il programma del viaggio prevede il 7 ottobre  dalle ore 10.00 alle ore 12.00 presso la Sala PFL, 03-101 un incontro con i deputati italiani e dalle 12.00 alle 13.00 il passaggio in tribuna per vedere le operazioni di voto.

“Rights on the movie – Diritti al cinema”

Rassegna realizzata dal Comitato regionale per i diritti umani

 

diritti_umani gabriellePrende il via martedì 6 ottobre alle 20 al Cinema Romano di Galleria Subalpina la rassegna “Rights on the movie – Diritti al cinema”, realizzata dal Comitato regionale per i diritti umani, presieduto dal presidente dell’Assemblea regionale Mauro Laus, in collaborazione con Aiace. Le pellicole in programma sono otto. Si parte il 6 ottobre con Gabrielle, un amore fuori dal coro di Louise Archambault, in cui la protagonista, affetta da una malattia genetica, fa di tutto per vivere un’esistenza autonoma e indipendente e si prosegue il 13 ottobre con Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, il 20 con il documentario Io sto con la sposa di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Al Nassiry e il 27 con Timbuktu di Abderrahmane Sissako. Il 3 novembre è previsto Selma di Ava Duvernay, seguito il 10 da Non accettare sogni dagli sconosciuti di Roberto Cuzzillo, il 17 da Mateo di Maria Gamboa e il 24 da Difret. Il coraggio di cambiare. Tutte le proiezioni sono gratuite e gli inviti sono in distribuzione presso la sede torinese di Aiace, in Galleria Subalpina 30, a partire dalla settimana precedente il giorno dell’evento.

 

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