redazione il torinese

FERRINO SI PRESENTA IN EXPO 2015

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400 ECCELLENZE ITALIANE SI RACCONTANO ALL’INTERNO DELLO SPAZIO ESPOSITIVO DI INTESA SANPAOLO

 

Ferrino, rinomato brand torinese diventato sinonimo di outdoor, presenta in Expo Milano 2015 la propria produzione di qualità e la propria storia aziendale, lunga 140 anni. L’appuntamento è in calendario oggi, lunedì 12 ottobre, alle 10:30 ed è ospitato all’interno di “The Waterstone”, lo spazio espositivo di Intesa Sanpaolo in Expo 2015. Grazie all’iniziativa “Ecco la mia impresa”, 400 piccole e medie imprese, espressione del made in Italy d’eccellenza, avranno l’opportunità di utilizzare per un giorno gli spazi messi a disposizione dalla Banca per presentarsi ai visitatori con esposizioni di prodotti o proiezione di filmati, oppure per incontrare buyer e investitori internazionali in eventi riservati. Le aziende sono state selezionate da Intesa Sanpaolo con la massima attenzione alla rappresentatività dei territori e nell’ambito dei settori merceologici affini ai temi di Expo: Food, Fashion, Design e Hospitality. “The Waterstone by Intesa Sanpaolo” è una struttura su due piani di 1.000 metri quadri, realizzata con materiali interamente ecologici e riciclabili e animata ogni giorno con allestimenti multimediali, opere d’arte e un palinsesto di oltre 250 eventi per famiglie e imprese. L’appuntamento odierno con le aziende è con Ferrino: partire dalle tele cerate per scalare le vette del mondo.

 

Tutto inizia a Torino, nel lontano 1870. Nel suo negozio di vernici Cesare Ferrino sperimenta il primo procedimento industriale per produrre tele cerate. Un’invenzione che conquista subito molti ammiratori. La Fiat le sceglie per la capote delle proprie auto, l’esercito italiano per le tende militari. L’affidabilità delle tele cerate conquista alpinisti ed esploratori. Così Ferrino diventa sinonimo di outdoor. L’azienda, condotta oggi dalle famiglie Ferrino e Rabajoli, è diventata grande, si è sviluppata, ha allargato gli interessi e il mercato, ma alla base dei prodotti resta sempre un’incessante ricerca tecnologica, di meticolose prove sul campo e di ascolto di chi li usa, rispettando il senso di artigianalità e di stile italiano. Ferrino ha ottenuto la certificazione UNI ISO 9001 che ne attesta una qualità totale. Inoltre l’azienda mantiene un codice di condotta con i fornitori per la tutela dei lavoratori e delle condizioni ambientali di lavoro, escludendo che siano utilizzati per le produzioni minori di 15 anni. 2 I prodotti Ferrino sono distribuiti in 1200 punti vendita in Italia, l’export rappresenta circa la metà della produzione. Negli ultimi anni il nome Ferrino ha partecipato alle più grandi imprese alpinistiche. Nel 1984 avvia la collaborazione con Reinhold Messner nelle due scalate del Gasherbrum e del Lhotse, a 8000 metri. Nel 1994 inizia a operare High-Lab, al Rifugio Quintino Sella sul Monte Rosa, un laboratorio permanente ad alta quota per testare nuovi materiali e prototipi. Ferrino ha poi rilevato lo storico marchio Baldas (racchette da neve) e dal 2009 ha avviato la produzione di una linea di abbigliamento High-Lab. Maggiori informazioni sul sito www.ferrino.it .

 

«Con The Waterstone abbiamo sviluppato uno spazio espositivo aperto e coinvolgente, dedicato ai visitatori e alle aziende, in cui le 400 imprese ospiti possono raccontarsi, incontrare altre realtà imprenditoriali, sviluppare e condividere progetti e idee, nonché studiare nuove opportunità di business internazionali – afferma Cristina Balbo, Direttore Regionale Piemonte Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo – Da maggio ad oggi, The Waterstone ha ospitato decine di imprese differenti per dimensioni e settori merceologici, ma che condividono una produzione di qualità, l’attenzione alla sostenibilità e una storia imprenditoriale di successo. Expo ci ha insegnato che le nostre aziende hanno bisogno di una vetrina internazionale, e che una banca come la nostra ha il dovere di aiutarle a trovarla. Voglio anche ricordare che, oltre agli eventi con le imprese, il nostro spazio offre appuntamenti con la cultura e con lo spettacolo di elevata qualità.»

 

Il calendario degli appuntamenti in The Waterstone by Intesa Sanpaolo e i profili delle aziende ospiti sono disponibili sul sito www.expo.intesasanpaolo.com

 

(Foto: il Torinese)

Cassiani: "Torino, dal declino industriale a punto di riferimento culturale"

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di Patrizio Tosetto

 

Ha iniziato l’attività politica con un gruppo di giovani, inizio Anni ’90, nella Rete del comunista Diego Novelli e del democristiano Leoluca Orlando. Il Diavolo e l’acqua santa

 

Incontriamo il presidente della Commissione Cultura del Comune di Torino, avvocato Luca Cassiani, Pd.  Ha iniziato l’attività politica con un gruppo di giovani, inizio Anni ’90, nella Rete del comunista Diego Novelli e del democristiano Leoluca Orlando. Il Diavolo e l’acqua santa. Diventa consigliere di circoscrizione a Lucento – Vallette. Nel 2006, da consigliere comunale in commissione cultura, alla carica di presidente. 

 

Importante la cultura in città? 

Certamente. Per 25 anni c’era solo declino industriale. Declino che incideva negativamente sulle nostre stesse coscienze determinando l’incertezza sulle prospettive. Oggi  diciamo la nostra anche a livello internazionale. Siamo diventati un punto di riferimento. 

 

Condizioni attuali delle politiche comunali in campo culturale? 

Scuserete la pedanteria ma desidererei elencare alcune eccellenze:  Museo Egizio, Museo del Cinema, Palazzo Reale e Palazzo Madama,  GAM. Passando per il Salone del Libro o il giovane Club to Club, fino all’affermato Tff. E poi il nuovo LG Festival dei diritti delle diversità. 

 

Dunque, tutto sotto controllo? 

Tutto è sempre migliorabile. In particolare la ricezione per un turista non tanto danaroso ma attratto dalle nostre iniziative. Il Nostro lavoro non è  semplice anche per le risorse, ora poche.  Ma reggiamo. 

 

Maggiore soddisfazione? 

Avere avuto un ruolo in questi ultimi 9 anni di durissimo lavoro e averne svolto una parte.

 

Maggiore delusione? 

Essere il primo dei non eletti in consiglio Regionale. Ma continuo a lavorare con  passione giovanile. Almeno cerco di farlo.

 

Prospettive? 

Sarò banale e ripetitivo: continuare a lavorare in un settore importante per la città come quello della cultura.

 

Finita l’intervista mi fermo in un bar per il caffè. Leggo le dichiarazioni di Alessandro Baricco che molla scuola Holden. Come quel ciclista che caduto dalla bici si consolava dicendo che voleva scendere. Poi la Fondazione Rosselli dove non tornano i conti e la Fondazione del Libro dove sono tante le tensioni. Già, penso…non tutto è sotto controllo. Ma se il bicchiere è mezzo pieno lo si deve anche al Lavoro di Luca Cassiani. 

 

(Foto: il Torinese)

L'Auditorium Rai inaugura con il dramma lirico "Pelleas et Melisande"

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L’Orchestra Nazionale della Rai affida l’ inaugurazione della nuova stagione a Debussy, un testo innovativo per il teatro musicale contemporaneo

 

A inaugurare la stagione 2015-16 dell’Auditorium Rai di Torino sarà il dramma lirico “Pelleas et Melisande” di Claude Debussy, articolato in cinque atti e dodici quadri, su libretto di Maurice Maeterlinck.  L’opera,  proposta sotto forma di concerto, verrà eseguita giovedì 15 ottobre alle 20.30 all’Auditorium Rai Arturo Toscanini,  con trasmissione in diretta su Rai 5, con la conduzione di Mathieu Mantanus,  e su Radio 3, con replica venerdì 16 ottobre sempre alle 20.30.  Claude Debussy era profondamente convinto dell’innovazione che quest’opera avrebbe rappresentato nel linguaggio musicale dell’epoca, tanto da scrivere “Non pretendo di avere scoperto tutto con Pelleas, ma ho cercato di tracciare una strada che altri potranno seguire”.

 

La pagina, sintesi perfetta del simbolismo musicale di Debussy e di quello teatrale di Maeterlinck,  verrà interpretata dal direttore principale dell’orchestra Nazionale della Rai, Juraj Vulcuha. La compagine Rai ripropone questo splendido dramma musicale a ventun anni dalla sua ultima esecuzione,  avvenuta nel lontano ’94, proprio poco dopo la nascita dell’Orchestra Sinfonica della Rai con sede a Torino. Accanto al Direttore Vulcuha,  un  cast artistico quasi tutto francese, con il soprano Sandrine Piau e il baritono Guillaume Andrieux nei ruoli dei protagonisti,  il baritono Paul Gay in quello di Golaud,  il soprano Chloe’ Briot nei panni del piccolo Yniold,  il contralto  Karan Armstrong in quello di Genevieve. Il baritono Mauro Borgioni comparirà nel doppio ruolo del dottore e del pastore, mentre il basso Robert Lloyd in quello di Arkel.

 

Da tempo Debussy attendeva un soggetto per comporre un’opera. Riuscì a trovarlo solo nel 1892 nel testo di Maeterlinck,  rimanendo ulteriormente folgorato dalla rappresentazione di questo dramma teatrale, avvenuta a Parigi nel 1893. Il compositore francese completò il Pelleas soltanto nel 1902, a causa di numerosi ripensamenti, e l’opera andò in scena al Theatre National de l’Opera-Comique a Parigi, il 30 aprile di quell’anno, creando sconcerto tra il pubblico e divisioni nella critica. La lunga gestazione dell’opera ebbe, tra le altre cause, anche un rovello costante per Debussy, il suo sforzo di evitare, il più possibile, di cadere nella tentazione wagneriana di fare della sua opera una copia francese del Tristano e Isotta. Se Pelleas si allontana dal dramma musicale wagneriano per la scelta di un testo in prosa e la conseguente rigenerazione del canto sul tono tipico della conversazione,  Debussy si approprio’ dei motivi conduttori, spostando il luogo deputato di raccordo psicologico e architettonico alla sola orchestra. Le voci di Pelleas, infatti,  non fanno mai propri nessuno dei temi di cui è intessuta la partitura.  Gli accordi incompleti e fluttuanti dell’anarchia armonica di Debussy rappresentano la cifra più personale di questo innovativo compositore del Novecento. L’orchestra,  su questa base armonica, si fa carico di unire le brevi scene di un testo che rinuncia all’unità di tempo e distribuisce l’azione in una regione del sogno e dell’indeterminato. In Pelleas, infatti, è molto evidente l’intrinseca complementarietà di simbolo e inconscio,  capace di rendere questo testo antioperistico e antirealistico una pietra miliare nella complessa evoluzione del teatro musicale contemporaneo.

 

Il concerto di giovedì 15 ottobre sarà preceduto, alle 18.45, sempre all’Auditorium Rai, dalla prima conversazione del ciclo intitolato “Saper ascoltare”, una serie di incontri organizzati in collaborazione con la Banca di Asti, tenuti dal professor Paolo Gallarati,  che vogliono introdurre il pubblico ai classici della musica moderna.

 

Mara Martellotta

Guida sotto effetto di alcol e droga, 12 persone denunciate

Controlli preventivi sulle stragi del sabato sera, in particolare nella zona di Rivoli

 

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Sono dodici le persone denunciate per guida in stato di ebbrezza, sotto l’effetto di droga o senza patente nell’ultimo fine settimana dai Carabinieri. I militari dell’Arma hanno attivato controlli preventivi sulle stragi del sabato sera, in particolare nella zona di Rivoli. Durante l’operazione sono stati controllati 46 veicoli e 73 persone.

Inno al degrado: il Suk di corso Novara, uno spettacolo indegno per una città civile

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SUK DEGRADO“Dopo la scorsa domenica anche questa un disastro preannunciato….ha solo cambiato locazione di pochi metri. Da un lato di Corso Novara, visto il presidio della polizia, si è posizionato dall’altro lato della strada invadendo giardini e vie ” affermano Patrizia Alessi consigliere della Circoscrizione 7 e il capogruppo in Comune Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia

 

Un gruppo di cittadini di corso Novara è sceso in strada l’altra mattina per evitare che gli abusivi allestissero i loro banchi del “suk” nelle vie adiacenti. La polizia municipale, per evitare tensioni, ha fatto spostare i “commercianti” in via Perugia. Ma è uno spettacolo davvero indecente. “Dopo la scorsa domenica anche questa un disastro preannunciato….ha solo cambiato locazione di pochi metri. Da un lato di Corso Novara, visto il presidio della polizia, si è posizionato dall’altro lato della strada invadendo giardini e vie ” affermano Patrizia Alessi consigliere della Circoscrizione 7 e il capogruppo in Comune Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia, che da tempo seguono la vicenda del degrado della zona. “Gli Assessori Curti , Tedesco e Mangone insieme al Sindaco continuano a brancolare nel buio senza aver la più pallida idea di come controllare il Suk che rimane destinato a portare con se’ degrado, ricettazione e abusivismo – proseguono i due consiglieri – finché sarà gestito con il consueto buonismo del centrosinistra”.

 

Le  foto dimostrano che gli abusivi vendevano anche alimenti (pane, latte, menta) in vicinanza di un’auto della Polizia Municipale: “chiederemo nei Consigli di Circoscrizione e Comune se vi sono stati sequestri di questi alimenti – aggiungono Alessi e Marrone –  e visto che dal 25 ottobre il suk dovrebbe essere gestito dall’Associazione Vivibalon in Via Monteverdi,  ci aspettavamo che almeno fossero identificati i venditori abusivi per evitare che gli stessi potessero poi partecipare al “Suk legalizzato dalla Città”, invece nulla. Presenteremo un Esposto alla Procura della Repubblica su questa costante e intollerabile disapplicazione di Leggi e Regolamenti da parte dell’Amministrazione comunale, e faremo presentare dai nostri parlamentari un’Interrogazione al Ministro degli Interni su questo inaccettabile suk>>

Medicina d'emergenza, congresso al Lingotto

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Al centro del dibattito l’emergenza sanitaria, la gestione della presenza dei profughi nei vari Paesi, l’organizzazione dei soccorsi nelle zone di guerra

 

Fino a mercoledì oltre 2.000 medici e infermieri d’emergenza si danno appuntamento a Torino, al Centro Congressi del Lingotto, in occasione del 9° congresso Eusem, European society for emergency medicine. Al centro del dibattito l’emergenza sanitaria, la gestione della presenza dei profughi nei vari Paesi, l’organizzazione dei soccorsi nelle zone di guerra, il sovraffollamento nei pronto soccorso di tutta Europa. L’iniziativa è promossa da Eusem, in collaborazione con Simeu, Società italiana medicina di emergenza-urgenza.
   

Migliaia di presenze in centro città per Torino Flor 2015

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Promossa dalla Nuova Società Orticola del Piemonte

 

Flor, la manifestazione florovivaistica della città di Torino, ha animato nuovamente le vie del centro città il 10 e 11 ottobre  per la sua edizione autunnale, presenti migliaia di visitatori. Promossa dalla Nuova Società Orticola del Piemonte, Flor quest’anno è stata inserita nel calendario di “Nutrire le città”, cartellone promosso dalla città di Torino che raccoglie eventi e manifestazioni sul tema dell’alimentazione e della sostenibilità in stretta sinergia con Expo 2015. Manifestazione ad ingresso gratuito, nel pieno centro della città di Torino, Flor offre il meglio del florovivaismo italiano e dell’artigianato del mondo del verde, invitando vivai e professionisti del Piemonte e di tante regioni d’Italia: dagli arbusti ornamentali alle erbacee perenni, dalle piante alpine alle piante succulente.In collaborazione con la Libreria Bodoni / Spazio B, allo stand di Maurizio Feletig Simonetta Chiarugi ha presentato il suo libro “Buon Gardening” e insieme a Edoardo Santoro dell’associazione “Sguardo nel Verde”, un laboratorio . Laboratori infine non solo per bambini a Flor 15, con “Lo Scacciapensieri dell’autunno”, attività per tutta la famiglia .

La tavola italiana è sempre più green

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CAMPAGNA2Un’analisi della Coldiretti è stata presentata a Torino

 

Le denominazioni di origine unite al biologico e alla filosofia del chilometro zero hanno dato alla tavola degli italiani  una “svolta green”. Lo sostiene un’analisi della Coldiretti, che è stata presentata a Torino a margine della mostra mercato “Italia del Bio”. Quest’anno la spesa supera i 20 miliardi di fatturato, per effetto di un orientamento consapevole nel  fare scelte guidate, oltre che dal prezzo, da concetti di salubrità e naturalità dei prodotti alimentari.

 

(Foto: il Torinese)
   

Oltre le barriere: Torinodanza festival

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torinodanza 12Attraversare le barriere è una delle dimensioni caratteristiche del nostro tempo, di volta in volta accompagnata dal senso della scoperta e dell’opportunità, oppure della fuga e del dramma. Siamo impegnati in un continuo superamento dei limiti, uno sbilanciamento che ci porta alternativamente in alto o in basso, ci condanna al disequilibrio o ci regala un nuovo orizzonte

 

Torinodanza è rivolto verso chi ama scoprire universi curiosi e originali, anche al di là dei confini disciplinari della danza. Attraversare le barriere è una delle dimensioni caratteristiche del nostro tempo, di volta in volta accompagnata dal senso della scoperta e dell’opportunità, oppure della fuga e del dramma. Siamo impegnati in un continuo superamento dei limiti, uno sbilanciamento che ci porta alternativamente in alto o in basso, ci condanna al disequilibrio o ci regala un nuovo orizzonte.

 

Di questa condizione della contemporaneità troviamo oggi tracce evidenti nel lavoro degli artisti più sensibili, che ci narrano il loro percorso salvifico o il precipitare verso un buio che pare privo di speranze. E se quest’ultima è la faccia della realtà che più ci investe nel quotidiano, all’arte compete fortunatamente il simulare, se non realizzare, anche la ricostruzione di un senso di umanità e speranza, di bellezza. Inseguendo il gusto dell’ibridazione, caratteristico di Torinodanza, potremo scoprire una favola moderna, a metà tra cinema e danza, come Kiss & Cry, un capolavoro al quale dedichiamo le cinque sere inaugurali; ma anche il suo speculare e diversissimo gemello Kamp, che illumina invece il lato oscuro e doloroso dell’uomo, con una commozione che sale alta insieme alle invenzioni visive stupefacenti.

 

Se poi parliamo di quell’instancabile desiderio di trasfigurare chi appare sconfitto dal destino o dai propri fantasmi, ridandogli una nuova, inconsueta bellezza e serenità, allora pensiamo subito ad Alain Platel, che ci presenta un’altra straordinaria tappa della sua avventura umana e artistica, stavolta sostenuta da una quarantina di musicisti di una banda. Ed è proprio la banda la miglior metafora di una comunità normale, legata da passioni e amicizie speciali. L’edizione 2015 ci riporta anche al Teatro Regio, per offrire un palcoscenico adeguato all’impetuosa e poetica ispirazione di Sasha Waltz, qui con una delle sue più riuscite coreografie, delicata e potente. Un festival da scoprire, che ci offre la danza dinamica e pura di Foniadakis e Di Stefano con Aterballetto. O la danza ibridata con l’acrobazia, nella virtuosistica e misteriosa apparizione dei 22 interpreti di XY: lo spettacolo nel quale la metafora del rischio più si avvicina alla realtà.

 

Anche quest’anno non mancano sorprese e giochi visivi, come nell’incontro di hip hop e proiezioni in 3D dei Käfig, uno dei momenti più spettacolari del festival; o nel piccolo e prezioso Chut di Fanny de Chaillé, creazione dedicata a inquietudini o solitudini del nostro tempo, stavolta tratteggiati con una stupefatta ironia che ci rimanda a Buster Keaton o Charlie Chaplin. Maestra nel mescolare impianto visivo, musica e gesto è anche la giovane Louise Vanneste, a Torino per la prima volta. Ci dedichiamo ovviamente alla coreografia italiana in prospettiva storica, grazie al progetto RIC.CI, che presenta Valeria Magli e riscopre danze futuriste grazie a Silvana Barbarini, oltre che con una nuova produzione del giovane Daniele Ninarello.

 

Ancora in Italia, ed ecco una partita di pallamano giocata nel buio del deficit visivo da Alessandro Sciarroni, con un altro scarto rispetto ai canoni della danza contemporanea, come accade anche per l’immersione nel tango che ci regala Leonardo Cuello. Per concludere, Torinodanza compie il cerchio e torna verso quella danza più riconosciuta (e celebrata come tale) per una serata che accomuna Benjamin Millepied – oggi star del firmamento coreografico, grazie anche alla sua innovativa direzione del ballo all’Opéra di Parigi – e William Forsythe. Il nitido, struggente e bellissimo ciclo di caduta e rinascita di Quintett, uno dei suoi capolavori, è forse l’omaggio definitivo, esteticamente perfetto quanto commovente, al nostro essere perennemente divisi tra felicità e paura.

 

GIGI CRISTOFORETTI | Direttore Artistico Torinodanza festival.
www.torinodanzafestival.it

 

 

 

 

 

 

 

 

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