redazione il torinese

SPERONA AUTO DELLA POLIZIA MUNICIPALE E FUGGE

Quando hanno intimato l’alt al conducente di un’Alfa Romeo 156, per fuggire, ha speronato la vettura degli agenti che è finita fuori strada ribaltandosi

 

polizia municipale1Ieri in via Palestrina, all’altezza del numero civico 33, una pattuglia di agenti della sezione Barriera di Milano/Regio Parco/Falchera della Polizia Municipale di Torino era bordo di un’auto di servizio. Quando hanno intimato l’alt al conducente di un’Alfa Romeo 156, per fuggire, ha speronato la vettura degli agenti che è finita fuori strada ribaltandosi. L’autista è riuscito a scappare ma successivamente è stato fermato nei pressi del distributore IP di corso Vercelli, nei pressidel campo nomadi di via Germagnano. E’ stato accompagnato al Comando della Polizia Municipale per l’identificazione. Un vigile urbano è stato soccorso e trasportato all’ospedale Giovanni Bosco. 

Venti studenti intossicati in classe da spray urticante

L’autore del gesto e il movente sono ancora da scoprire. Vedremo chi farà “la spia”

 

AMBULANZAUno scherzo pericoloso  o un modo stupido per evitare le lezioni? Fatto sta che una ventina di studenti dell’istituto superiore Grandis di Cuneo- informa l’Ansa –  è stata colta da malore dopo che uno spray urticante è stato spruzzato in classe. Il gas ha colpito le vie aree e provocato  capogiri e mal di testa. Tre i ragazzi  trasportati in ospedale per un controllo: nessuno, per fortuna,  è in gravi condizioni. L’episodio è accaduto questa mattina. Accorsi vigili del fuoco, Asl, ambulanze. L’autore del gesto e il movente sono ancora da scoprire. Vedremo chi farà “la spia”.

 

(Foto: archivio)

A Omegna il Festival di letteratura per ragazzi dedicato a Gianni Rodari

La seconda edizione propone un intenso calendario di incontri, laboratori, spettacoli, letture animate

 

rodari fest1Omegna, la città sul lago d’Orta che ha dato i natali a Gianni Rodari,  ospita la seconda edizione del Festival di letteratura per ragazzi. L’evento, dal 23 ottobre all’8 novembre, propone un intenso calendario di incontri, laboratori, spettacoli, letture animate. Sabato 7 novembre,alle 15.00, all’Auditorium del Forum di Omegna  verranno premiati i vincitori del Premio Rodari 2015.

 

Il prestigioso riconoscimento viene assegnato  ad autori e illustratori che,  con le loro opere, proseguono nel segno di Gianni Rodari l’impegno a costruire e proporre storie fantastiche e poetiche. La giuria del Premio, presieduta da Pino Boero e composta da Maria Teresa Ferretti Rodari, Walter Fochesato, Anna Lavatelli erodari fest3 Alessandro Buzio, ha selezionato i vincitori .

 

In questa edizione, per le sezioni albi-illustrati hanno vinto Andrea Bajani e Mara Cerri con “La pantera sotto il letto”  (Orecchio Acerbo editore). Per la sezione fiabe e filastrocche si è imposto “Poesie di Luce” di Sabrina Giarratana e Sonia Maria Luce Possentini (Motta junior). Tre le menzioni speciali, andate a Jean-Claude Floch, in arteFloc’h, uno dei grandi maestri del fumetto e delle illustrazioni francesi, per La vita rodari fest2bella (Emme edizioni), Paolo Di Paolo, con le illustrazioni di Gianni De Conno, per Giacomo il Signor bambino (Rrose Sélavy editore); Giancarlo Ascari e Pia Valentinis con Yum! Il cibo in tutti i sensi, (Franco Cosimo Panini editore).rodari fest4

 

Viceversa, per la sezione teatro, una giuria, composta da ottanta ragazzi delle scuole cittadine, ha assegnato il Premio alla Compagnia Teatrale Il Dottor Bostik di Torino con “Le avventure di Cipollino”.Durante la manifestazione sarà possibile visitare una mostra (  “H2rOdari – i racconti si trovano… nuotando sott’acqua”) con molti  scritti originali  di Rodari, tra cui la poesia che scrisse al suo maestro in terza elementare, primo segno del suo futuro talento. Una curiosità: il festival inizia il 23 ottobre, data nella quale Gianni Rodari ( nato a Omegna nel 1920 ) avrebbe compiuto 95 anni.

 

Marco Travaglini   

Terrorismo, processo No tav rinviato a novembre

Il procuratore generale  Maddalena ha accolto la proposta di rinvio

 

notav bandieraUdienza lampo e rinvio al prossimo 30 novembre per il processo d’appello a quattro anarchici No Tav nei cui confronti la procura generale di Torino intende proporre l’accusa di terrorismo. L’avvocato della difesa,  Claudio Novaro – informa l’Ansa – ha ottenuto di aspettare che prima la Cassazione depositi le motivazioni di una pronuncia, relativa a un processo parallelo, a proposito dell’insussistenza dell’ipotesi di eversione. Il procuratore generale  Maddalena ha accolto la proposta.

#stoptratta. La risposta salesiana all’emergenza migranti

Il progetto, nato in seguito alla visita di papa Francesco a Valdocco, casa madre dei Salesiani, nel giugno scorso prevede un ampio programma di sensibilizzazione e formazione nei cinque paesi dell’Africa subsahariana in cui i Salesiani sono presenti

 

ProfughiAiutiamoli a casa loro, ma facciamolo davvero. Sembra questo il tratto distintivo della campagna #stoptratta, promossa da Missioni Don Bosco e Vis – Volontariato internazionale per lo sviluppo presentata mercoledì 14 ottobre a Palazzo Lascaris, sede dell’Assemblea regionale. All’evento, promosso in collaborazione con la Consulta regionale europea, sono intervenuti la vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino, delegata alla Consulta, il presidente di Missioni Don Bosco Valdocco Giampietro Pettenon, il presidente e il referente del Vis Nico Lotta e Agostino Sella, il responsabile della Pastorale sociale dei migranti della diocesi di Torino Sergio Durando e i missionari salesiani padre Estifanos Gebremeskel e Cesare Bullo, coordinati da Rossana Campa di Missioni Don Bosco. Il progetto, nato in seguito alla visita di papa Francesco a Valdocco, casa madre dei Salesiani, nel giugno scorso prevede un ampio programma di sensibilizzazione e formazione nei cinque paesi dell’Africa subsahariana in cui i Salesiani sono presenti – Ghana, Senegal, Nigeria, Costa d’Avorio ed Etiopia – affinché chi decide di partire sia informato sui gravi rischi che affronterà durante il viaggio e chi vuole restare abbia opportunità concrete, attraverso progetti di sviluppo specifici, per migliorare le condizioni di vita proprie e della propria famiglia L’obiettivo è contrastare il traffico di esseri umani attraverso la sensibilizzazione dei potenziali migranti sui rischi del viaggio verso l’Europa, dalla detenzione alla morte, fornendo informazioni utili attraverso i social network e contenuti nelle lingue locali per favorire una scelta consapevole. La campagna prevede inoltre progetti di sviluppo orientati a gruppi a rischio traffico o migrazione irregolare e concepiti sulla base delle esigenze emerse nei singoli paesi: in Senegal si punterà al rafforzamento della formazione professionale e dell’inserimento occupazionale a Dakar e a Tambacounda; in Ghana saranno sviluppate le attività formative in campo agricolo e per le donne. In Costa d’Avorio si prevede il rafforzamento del centro socio-educativo Villaggio Don Bosco a Koumassi, nella periferia popolare di Abidjan, e in Etiopia i primi interventi si concentreranno su borse di studio e programmi di supporto scolastico e nutrizionale per giovani a rischio.

 

Per informazioni e adesioni www.stoptratta.org

 

www.cr.piemonte.it

Imprenditore cade dal tetto e muore sul colpo

Dalla ricostruzione dei fatti sembra che l’imprenditore agricolo fosse salito a 10 metri per  lavori sulla copertura

 

carabinieri-caseUn allevatore di 48 anni, Antonino Regaldo,  è morto ieri dopo una caduta dal tetto di un fienile della sua azienda, a San Francesco al Campo. Dalla ricostruzione dei fatti sembra che l’imprenditore agricolo fosse salito a 10 metri per  lavori sulla copertura, quando, per cause ancora da verificare, il tetto non ha tenuto: l’uomo è precipitato a terra morendo sul colpo. Sono intervenuti i carabinieri, un’ambulanza del 118 e il personale dello Spresal dell’Asl To4, ma non c’è stato più nulla da fare.

 

(Foto: archivio)

Pinocchietti in Sala Rossa: quando è in gioco la parità di genere

AVVISTAMENTI / di EffeVi

 

Tra qualche secolo sorrideranno di noi leggendo, tra le altre, della nostra ossessione sulla parità di genere, che ormai si infila in ogni ambito della vita civile, come una spolverata di prezzemolo in cucina. Non intesa come parità di opportunità, che non sarebbe male, ma come sradicamento della distinzione naturale e biologica tra generi: nel vestire, nello stile di vita, persino nel concepimento e nella esperienza della paternità e maternità

 

sala rossa palazzo civicoSe oggi guardiamo ad alcuni concetti, nel passato indiscutibili, ne sorridiamo: la terra è quadrata, hic sunt leones, il cielo è composto da sette sfere, l’indole criminale si rivela nei tratti del volto e del cranio, sulla Luna vivono i Seleniti, eccetera. Tra qualche secolo sorrideranno di noi leggendo, tra le altre, della nostra ossessione sulla parità di genere, che ormai si infila in ogni ambito della vita civile, come una spolverata di prezzemolo in cucina. Non intesa come parità di opportunità, che non sarebbe male, ma come sradicamento della distinzione naturale e biologica tra generi: nel vestire, nello stile di vita, persino nel concepimento e nella esperienza della paternità e maternità. Non scomodiamo Houllebecq: guardiamo, nel piccolo, al cortile di casa. Il Consiglio Comunale di Torino, una città che versa in condizioni di fallimento finanziario tecnico, ha perso mesi in accesi dibattiti  sull’obbligo di vestire una tenuta minimamente decorosa durante le sedute, anche quando il termometro si impenna. Ma perbacco, non è un problema di decoro, ben altro: qui è in gioco la parità di genere. Nientemeno.

 

La questione non è nuova:  da anni, ogni estate – con la puntualità delle ondate di calore, che non sono portatrici di saggio consiglio –  l’aeropago cittadino si divideva tra consiglieri uomini, grondanti sudore sotto completi chiazzati e cravatte madide, e consigliere donne, che sfoggiavano con iattanza sandali – purché firmati – e vezzosi capi estivi, riconducibili più al prendisole che al decoro che si convenga non dico agli augusti legislatori, ma persino ai poveri uscieri del palazzo comunale, costretti nelle loro stazzonate giacche in poliestere blu. Insomma, un focolaio di tensione: in questo caso, infatti, le professioniste del genere – amazzoni che sulla parità di genere hanno costruito infiammati discorsi, regolamenti draconiani, leggi che impongono quote rosa, e vere e proprie carriere – sono state ben contente di fruire della condizione di disparità. Mal ne incolse, infatti, ad alcuni consiglieri, noti tra le altre cose per la loro innata eleganza, quando nel torrido luglio torinese hanno introdotto la tenuta balneare da uomo nelle aule, presentandosi in bermuda e scarpe aperte – nulla, al confronto dei teli da mare agitati dalle signore consigliere.

 

Il pierino Viale, che proprio non ce la fa a tenersele, si è inserito con l’ennesima mozione volta a alleviare i consiglieri dall’obbligo di cravatta: un piccolo passo nella direzione della parità di genere con le consigliere. Chiaro che il vero punto di incontro sarà raggiunto quando il regolamento comunale consentirà pantaloncini a pinocchietto, sandali e bandana per gli uomini, purché accompagnati dall’immancabile marsupio. Mozione respinta in blocco, con voto decisivo delle professioniste della parità di genere, che evidentemente restano bene aggrappate ai pochi lacerti di femminilità che la cultura contemporanea consente. Quando risulta comodo. 

 

(Foto: www.comune.torino.it)

La Torino che non va (vista con gli occhi di uno "straniero")

Un lettore di Torino che oggi vive all’estero commenta l’articolo di Patrizio Tosetto “Dalle zebre pedonali ai prelievi bancari: quando le regole sono un optional”, apparso sul “Torinese”

 

Caro Tosetto,

pedoni1ho letto il suo articolo “Dalle zebre pedonali ai prelievi bancari: quando le regole sono un optional” su “Il Torinese” ed ho pensato: meno male che c’è ancora qualcuno a Torino che ragiona come una persona civile! Mi è venuta quindi voglia di scriverle per darle qualche spunto per  qualche suo prossimo articolo (non sia mai che grazie all’informazione si riesca anche a cambiare qualcosa).Premetto che io sono di Torino, ma vivo all’estero da molti anni e torno in genere solo pochi giorni all’anno. Quest’anno però mi sono riuscito ad organizzare per lavorare 3 mesi a Moncalieri e quindi ho potuto vivere la mia città come non facevo da tempo. Ho potuto vedere Torino con gli occhi di uno straniero (nel senso che ormai sono abituato a vivere altrove) ed ho scoperto che la città che io avevo in testa è il frutto della mia idealizzazione o forse il ricordo di una città civile che non esiste più (quando scrivo mi sembra di essere un novantenne, ma di anni ne ho 36!).

 

Ho sempre pensato che Tolosa, Alicante e Barcellona (le città dove ho vissuto gli ultimi 13 anni) fossero sporche e la gente fosse poco educata, chiassosa ed irrispettosa delle norme di comportamento basiche. Ho scoperto una Torino zozza, piena di escrementi di cane, cartacce e bottiglie per terra (soprattutto, ma non solo nei parchi e sui lungo fiumi), graffiti e soprattutto tag (firme) e scritte idiote sui muri (almeno i graffiti sono disegni più o meno gradevoli, ma una firma o qualche insulto…). Ma quello che più ho notato è il comportamento dei pedoni in strada (la gente urla, non parla) e delle auto (dal clacson selvaggio, a chi crea ingorghi per girare dal viale invece di usare il controviale, tutti i “furbi” che per tagliare una coda e risparmiare 1 minuto, ne fanno perdere 15 a tutti gli altri…) e soprattutto dai
parcheggi.

 

E qui viene lo spunto, nel caso voglia coglierlo, per il prossimo articolo (magari potrebbe anche procurarsi foto e mandarne una copia ai vigili).pedoni via roma Vicino a dove vivo, la seconda fila ed il parcheggio sul marciapiede sono una costante, ma in genere almeno il parcheggiatore ha  la decenza di lasciare la macchina in posizioni che non disturbano.Invece ogni mattina osservo una cosa che, per quanto relativamente innocua, ritengo incredibile. In bici o in macchina, faccio tutto corso Moncalieri. Arrivato al ponte di C.so Fiume, sul lato Po c’è una scuola (Saint Denis School, Cso Moncalieri 52) che sicuramente si vanterà di essere una ottima scuola da cui dovrebbero uscire dei cittadini di prima classe. Quando passo in bici, devo fare la gimcana tra i genitori che, dopo aver lasciato i figli, scambiano la pista ciclabile per un salotto, e rimangono a conversare. Quando invece passo in macchina, noto l’ingorgo che si crea, dovuto al fatto che quegli stessi genitori chiacchieroni bloccano una corsia del corso, per lasciare la macchina parcheggiata mentre conversano.

 

Da notare che c.so Moncalieri all’ora in cui si entra a scuola è già di per se un caos, ed avere una corsia bloccata è particolarmente fastidioso (anche perché l’unica altra corsia ogni tanto è bloccata da chi, giustamente, può voler svoltare a sinistra!). La cosa più imbarazzante è che a 300 metri (c.so Moncalieri 80) c’è la polizia municipale e proprio di fronte alla scuola, oltre ad un parcheggio in cui i genitori potrebbero sostare senza disturbare, ci sono i carabinieri (via della brocca 9). È possibile che né gli uni né gli altri si siano resi conto del problema? O forse è troppo faticoso, al mattino presto, rinunciare alla prima pausa caffè e scendere in strada non dico per distribuire delle sonore multe (che sarebbe troppo bello per essere realistico) ma perlomeno per fare da deterrente in modo che la gente parcheggi altrove?

 

Sicuramente si potrebbe fare una raccolta di situazioni analoghe o peggiori di condotta illegale recidiva. Capisco che sia difficile controllare alcuni comportamenti sporadici (come chi imbratta un edificio) visto che è difficile passare di lì al momento adatto, ma la legalità ed il senso civico nascono anche da queste piccole cose, e credo che se si cominciasse a non chiudere un occhio e a colpire almeno le prede più facili (chi infrange la legge ogni giorno nello stesso posto alla stessa ora), si potrebbe

 

torino 2015 231) rimpolpare le casse dello stato, a scapito dei cafoni
2) far notare la presenza dello stato sul territorio
3) far riflettere la gente, e far capire che “dura lex, sed lex”.

 

Spero, un giorno, di leggere un articolo sul Torinese, non necessariamente su C.so Moncalieri, ma sul degrado di una città che, secondo me, ha il potenziale per essere bellissima, e che i torinesi come me considerano come un esempio di eleganza, senza rendersi conto che sta diventando un esempio di decadenza. Magari la sua penna (sicuramente più capace della mia) riuscirà a scuotere qualche lettore, e magari qualche vigile, questore o politico!

 

Amedeo Piolatto

 

(Foto:  il Torinese)

"Una giornata FAI d'autunno alla scoperta di un'Italia diversa": torna la FAIMARATHON

Come partecipare? Dalle ore 10 alle ore 17 si potrà raggiungere uno qualsiasi dei luoghi indicati per poi proseguire il tour in piena libertà. Una maratona per tutti, da vedere e ascoltare

 

fai tapparelli palazzoDomenica 18 ottobre a sostegno della campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia” approda in 130 città italiane la FAImarathon, un’iniziativa nata nel 2012 e realizzata in collaborazione con il Gioco del Lotto.”Indovina chi viene a Torino?” è il tema scelto quest’anno dal Gruppo FAI Giovani della città: un percorso libero di circa 2 km si snoda nelle vie del centro, accompagnando il visitatore in luoghi non sempre accessibili o ben noti, da cui affiorano le storie di illustri personaggi che vi hanno lasciato un segno. Si parlerà, fra gli altri, di Giorgio De Chirico, Maria Callas, Friedrich Nietzsche e Guido Gozzano. Spazi e personaggi si intrecceranno così in un’insolita passeggiata fra passato e presente, al fine di cogliere con maggior consapevolezza angoli preziosi del patrimonio culturale torinese.

 

Casa del Pingone in Via della Basilica 13 e Palazzo Tapparelli d’Azeglio in Via Principe Amedeo 34 aprono le porte al pubblico e sarà possibile visitarne gli interni. Concessa anche la visita al Convento di San Domenico situato nell’omonima via, ma solo agli aderenti FAI. Per chi non lo fosse, nei beni appena citati vi sarà la possibilità di iscriversi in loco con quote agevolate. Non è previsto invece l’ingresso alle restanti tappe: il Teatro Gianduja e Palazzo D’Angennes in Via Principe Amedeo 24/26, Casa Beccaria in Via Po 1, la Porta Palatina in Piazza Cesare Augusto, il Teatro Regio in Piazza Castello 215 e la Biblioteca Nazionale in Piazza Carlo Alberto 3. Ciò nonostante le guide, presenti lungo tutto il percorso, vi accoglieranno all’esterno con avvincenti storie e curiosità, allietando il vostro itinerario. Come partecipare? Dalle ore 10 alle ore 17 si potrà raggiungere uno qualsiasi dei luoghi indicati per poi proseguire il tour in piena libertà. Una maratona per tutti, da vedere e ascoltare.  

 

Lara Garibaldi

 

http://www.faimarathon.it

http://www.faimarathon.it/marathon?id=239 (link diretto all’itinerario di Torino)

E disponibile l’App del FAI, geolocalizzata e gratuita, per conoscere meglio il FAI – Fondo Ambiente Italiano e le bellezze del nostro paese.

 

Filosofia quotidiana in palestra

tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

 

Si capiscono gli umori della gente, e non tira un buona aria per i politici italiani e locali. Pessimo giudizio. Vero, è un italico vizio dire piove governo ladro. Ma prima era il governo nell’occhio del ciclone ora lo sono tutti

 

palestraVado in palestra per il fisico e lo spirito, da 20 anni. Per me che ho 58 anni è più di un terzo della vita. Ci sono stati dei momenti che mi ha aiutato. Momenti di difficoltà sul lavoro. Momenti in cui non avevo il lavoro. Momenti di difficoltà. Momenti che ora ritornano. Prima la sala pesi. Direi, quando non bisogna correre per altri impegni, un oretta. Poi sauna bagno turco e piscina. Prima e dopo spogliatoi .Chiacchierata d’obbligo, dopo 20 anni conosco tutti. È cambiata la gestione, ma non lo zoccolo duro dei soci. I piu longevi sono soci a vita. Ho azzeccato gli ultimi risultati elettorali nella nostra città. Si capiscono gli umori della gente, e non tira un buona aria per i politici italiani e locali. Pessimo giudizio. Vero, è un italico vizio dire piove governo ladro. Ma prima era il governo nell’occhio del ciclone ora lo sono tutti. 

 

Intervenendo, contraddicendo anche per amore della discussione, “chiedo la parola “cercando comprensione per non essere interrotto. Racconto di una banale prima mattinata in via Po, in una giornata piovosa. Cammino sotto I portici. A metà l’immancabile fuori strada ostruisce il passaggio: tram e auto bloccate. Dopo alcuni minuti esce da una farmacia una signora che sposta il mezzo sul parcheggio per disabili. Rientra in farmacia. Non resisto, attraverso la strada  e con un pretesto interloquisco con la signora scoprendo che abita a 200 metri. Sconsolante! Cento  metri dopo una ciclista sfreccia sul marciapiede. Le urla contro il libraio. Ti spacco la faccia. Ok Corral inevitabile. Quasi una rissa, ma evitata. Dunque? Ad una società politica traballante corrisponde una società civile traballante. Mi si obietta: ma sono i politici che debbono dare l’esempio. Vero. Ma senza regole, senza strumenti per applicare le regole diventa difficile la convivenza. Già, è un gatto che si morde la coda. Rimane la piacevolezza della discussione. Anche in palestra. Piccole cose sicuramente, accenni di resistenza. Resistenza per questa nostra traballante democrazia. Ma non mi pare che ci siano alternative. Il nostro compito rimane quello di testimoniare. Cerchiamo di farlo in modo puntuale.