redazione il torinese

Chicercatrova: gli appuntamenti di ottobre

Relazioni tenute da docenti ed esperti

 

benessere saluteIl calendario di ottobre degli incontri del Mercoledì e del Lunedì di Chicercatrova: l’associazioneChicercatrova Onlus, attende tutti gli interessati nella sede di corso Peschiera 192/a. Incontri del Mercoledì ore 21 – Relazioni tenute da docenti ed esperti


28 – La resilienza: come riprendersi dopo i guai che possono capitare
(prof. Ezio Risatti, preside di IUSTO Rebaudengo)

Continuano anche gli appuntamenti del lunedì: I lunedì di Chicercatrova ore 18,30–20 – Incontri-dibattito guidati

(L’incontro non sarà trasmesso in diretta streaming!)
26 – La preghiera fonte di guarigione
(ciclo a cura della prof. Tiziana Chiamberlando)

 

Gli incontri del mercoledì e del lunedì saranno trasmessi in diretta streaming: per assistere collegarsi a www.chicercatrovaonline.it/dirette.php o www.mariatv.it/chicercatrova

 

Sono anche disponibili le repliche su https://www.youtube.com/user/chicercatrovaonline/videos

 

L’associazione ricorda anche che è operativo lo Sportello di ascolto e dialogo “per una vita più serena”: “Qui trovi persone disponibili all’ascolto, al dialogo, all’aiuto morale, psicologico e spirituale”, spiegano gli organizzatori

Tutte le iniziative sono gratuite e aperte a tutti

 

Info:
Associazione di volontariato Chicercatrova Onlus
Corso Peschiera 192/A Torino
Tel: 0115786263 – 3339988827 – 3331874182
info@chicercatrovaonline.it – www.chicercatrovaonline.it

L'ultimo saluto a Nelida Ravina Cantore

CANTORE MAMMA

Originaria delle Langhe, dopo aver aiutato i partigiani nella lotta di Liberazione, ha incontrato a Torino il suo futuro marito Riccardo che era stato anche lui partigiano e primo Sindaco di Chiusa di San Michele dopo la Liberazione e poi di nuovo dal 1970 al 1983 e con lui ha costituito la sua nuova famiglia radicandosi subito in Val Susa, considerata come sua seconda terra di origine

 

È mancata martedì  20 Ottobre nella sua casa a Chiusa di San Michele Nelida Ravina vedova Cantore. Dieci anni è durata la sua lunga malattia che ha condiviso con suo figlio, la moglie e i tre nipoti. Una lunga vita, 93 anni, dedicata non solo alla sua famiglia, anzi alla sua e a quella di suo figlio, ma anche ricca di impegno e attenzione  nei confronti degli altri.

 

Originaria delle Langhe, dopo aver aiutato i partigiani nella lotta di Liberazione, ha incontrato a Torino il suo futuro marito Riccardo che era stato anche lui partigiano e primo Sindaco di Chiusa di San Michele dopo la Liberazione e poi di nuovo dal 1970 al 1983 e con lui ha costituito la sua nuova famiglia radicandosi subito in Val Susa, considerata come sua seconda terra di origine. Ha dato poi alla luce Daniele che respirata questa aria di famiglia si è impegnato anche lui in politica e in amministrazione ricoprendo vari incarichi tra i quali quello di Assessore e Consigliere Regionale, Consigliere Comunale di Chiusa di San Michele e anche di Torino.

 

Dopo gli studi nelle scuole di Don Bosco, si è diplomata al Conservatorio di Torino e per alcuni anni ha insegnato musica con una particolare passione nei confronti del pianoforte, ha coniugato poi l’impegno famigliare con una assidua opera di volontariato nei confronti dei malati, partecipando anche a numerosi pellegrinaggi a Lourdes fino all’arrivo della sua malattia. Si sono svolti ieri i funerali nella Parrocchia di Chiusa di San Michele, con la partecipazione commossa di numerosi chiusini, valsusini, langaroli e torinesi attorno al figlio Daniele, alla moglie Patrizia, ai nipoti Riccardo (oggi Capogruppo di minoranza in Consiglio Comunale a Chiusa) Andrea e Carlo.

 

La redazione e il direttore del quotidiano “il Torinese” si uniscono al cordoglio della famiglia Cantore

In comunità maltrattava disabile: arrestato dai carabinieri

carabinieri auto

L’inchiesta relativa alla comunità, che si trova nel Novarese, era scattata dopo le voci che si erano diffuse sui maltrattamenti agli ospiti

 

Un uomo di 47 anni, dipendente di una cooperativa, che si occupava della pulizia dei locali di una struttura per portatori di disabilità è stato arrestato dai carabinieri di Novara. Le telecamere nascoste nella comunità lo hanno infatti  ripreso mentre maltrattava un disabile. L’inchiesta relativa alla comunità, che si trova nel Novarese, era scattata dopo le voci che si erano diffuse sui maltrattamenti agli ospiti. Gli inquirenti mantengono riserbo sulla vicenda e le indagini potrebbero riservare altri sviluppi.
   

“Ripresa sì, ripresa no, questo è il dilemma!"

bandiera piemonte

A Pianezza via Matteotti 5. L’iniziativa è a cura dell’Accademia Omnia Planicense ed  ha il patrocinio, tra gli altri, oltre che del Comune anche dell’associazione Gioventura Piemonteisa

 

Il Piemonte ha davvero superato la crisi, la sta superando, oppure si tratta di un problema che non è congiunturale ma strutturale, pertanto di lungo periodo ? Sono alcuni degli interrogativi che la conferenza “Ripresa si, ripresa no, questo è il dilemma! Cronaca di una economia stagnante” cercherà di dipanare venerdì 23 ottobre, alle ore 21, nella Biblioteca comunale di Pianezza via Matteotti 5. L’iniziativa è a cura dell’Accademia Omnia Planicense ed  ha il patrocinio, tra gli altri, oltre che del Comune anche dell’associazione Gioventura Piemonteisa. Relatore sarà l’economista Gustavo Rinaldi e si articolerà sulla situazione economica italiana, il mercato del lavoro e la pressione fiscale. I lavori saranno introdotti da Antonio Castello, sindaco del Comune di Pianezza, cui seguirà il contributo di Mario Perino, consigliere comunale ed imprenditore. Mentre moderatore sarà il giornalista Pino Scarfò. La conferenza sarà chiusa da Fabrizio Nucera Giampaolo, presidente dell’Accademia.

 

(foto: il Torinese)

Massimo Iaretti

Torino a tutta cultura, la stagione delle grandi mostre: alla Gam è arrivato Claude Monet

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Dopo Raffaello alla Venaria, un altro evento culturale di prestigio:  dalle collezioni del Musée d’Orsay” fino al 31 gennaio 2016, all’ombra della Mole esposti più di 40 capolavori del maestro francese

 

“Seguo la natura senza poterla afferrare: questo fiume scende, risale, un giorno verde, poi giallo, oggi pomeriggio asciutto e domani sarà un torrente”. A dirlo era Claude Monet; ma le sue tele raccontano un’altra storia e lui fu un maestro  nell’ afferrare “l’impossibile” della natura, di scorci di città, scene en plein air, marine, paesaggi campestri, ritratti. Dal 2 ottobre non occorre volare fino a Parigi per constatare di persona la grandezza di uno dei padri dell’Impressionismo, perché la GAM di Torino ospita (fino al 31 gennaio 2016) un’eccezionale rassegna monografica, con capolavori provenienti dalle Collezioni del Musée d’Orsay. Come per le passate mostre subalpine dedicate a Degas (nel 2012) e Renoir (nel 2013) strategica è stata la partnership tra la Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea di Torino ed il Museo parigino: ed ecco un allestimento unico, curato dal Presidente del Musée d’Orsay, Guy Cogeval, dall’esperto Xavier Rey e dalla Conservatrice della GAM, Virginia Bertone.

 

All’ombra della Mole arrivano più di 40 capolavori, alcuni mai presentati prima in Italia; come il frammento centrale del famosissimo “Le déjuner sur l’herbe”, con cui Monet rispose, ma rese anche il suo personalissimo omaggio, a Eduard Manet (che tanto scalpore aveva creato nel 1863 con “Colazione sull’erba”). L’Impressionismo è oggi uno dei movimenti artistici più famosi ed amati dal pubblico; ma agli esordi fece non poca fatica per affermarsi. Era un movimento rivoluzionario per modernità dei temi, linguaggio pittorico, tagli compositivi, impiego di colori “nuovi” chimici (disprezzati dall’Accademia) e l’interpretazione della realtà come soggettiva percezione di un momento. Claude Monet ne incarnò lo spirito.

 

-Nasce il 14 novembre 1840 a Parigi (secondogenito di un droghiere); ma è a Le Havre (dove la famiglia si trasferisce) che, appena15enne, inizia a disegnare ritratti e caricature a matita o a carboncino. Ancora non sa che il destino sta per fargli incrociare uno dei precursori (meno noti, ma di sorprendente attualità) dell’Impressionismo. E’ il paesaggista Eugène Boudin: dipinge scorci di mondo ed ama soprattutto le marine. In un negozio di cornici nota una serie di caricature, si informa sull’autore e scopre il giovane Claude. Gli insegna a dipingere vedute en plein air, lo incita a sviluppare il suo talento e lo spinge verso Parigi; dove nel 1859, Monet trova tutti gli stimoli di cui ha bisogno. Studia, frequenta altri artisti (della levatura di Pissarro, Sisley e Renoir) e lega soprattutto con Bazille con cui apre il suo primo atelier.

 

-Nel 1874 è tra i promotori della prima esposizione collettiva della “Société anonyme des artistes”, e proprio dal titolo del suo “Impression: soleil levant” nasce il termine Impressionista.

 

Il pubblico (più che altro) è incuriosito dall’incomprensibile novità delle opere; mentre la critica ufficiale commenta con ferocia e marca la distanza siderale tra il nuovo gruppo e gli ambienti accademici. Nonostante stroncature ed insuccesso, di fatto, inizia così la storia “ufficiale” del movimento di cui Monet porterà sempre avanti le istanze: con coerenza e a dispetto delle difficoltà (economiche) e dei lutti (due volte vedovo) che la vita gli metterà davanti. C’è una pagina delle sue alterne vicende proprio dietro “Le déjuner sur l’herbe”, in cui ritrae un gruppo di figure all’ombra di un grande albero; concentrandosi su effetti di luce, giochi dei raggi di sole che si infiltrano tra i rami per depositarsi sulla tovaglia, gli abiti e il prato. Tela di dimensioni monumentali (600x400cm), iniziata tra1865-66 e mai finita. Monet la lasciò in pegno al suo affittacamere, che l’abbandonò in cantina. Anni dopo riuscì a recuperarla, conservandone 3 frammenti; di cui 2 al Musée d’Orsay, il 3° andato perduto.

 

-Negli anni seguenti riprende il motivo del celebre quadro dedicato alla moglie Camille “Donne in giardino”. Solo che questa volta vuole dipingere interamente en plein air; date le dimensioni dell’opera (255 x205 cm) sembra un’impresa impossibile. Ma lui scava un fosso in cui far scorrere la tela, per dipingere all’aperto anche la parte superiore. E il quadro segna un punto di non ritorno nella sua carriera. Da allora le sue opere parlano sempre più di ciò che ama e della sua visione dell’arte.  Raccontano la sua attrazione per l’acqua; tanto che, per catturarne l’essenza e la sfuggente mutevolezza, si farà costruire una barca-atelier, con cui scivolare lungo la Senna, sempre dipingendo. Nascono così le vedute e gli studi dei riflessi della luce sull’acqua ad Argenteuil. Poi c’è la ricerca di punti di vista inusuali; come quando per le vedute cittadine sale sui balconi e guarda Parigi dall’alto (un po’ come il fotografo Nadar dalla sua mongolfiera) e cattura il brulichio della gente in capolavori come “La rue Montorgueil a Paris: fête du 30 juin 1878”.

 

-Dopo una crisi personale nel 1879 (anno di dubbi, segnato dalla morte della moglie), riprende quella che definì la sua ricerca“dell’impossibile”. Si risposa con Alice Hoschedé e ne ritrae la figlia Suzanne in tele di luce e colore come “Donna con l’ombrello verso destra” (1886); inaugura un periodo di viaggi (alla costante ricerca di suggestioni pittoriche, in giro per l’Europa) e finisce per eleggere sua casa e punto di riferimento, Giverny, in Normandia. E’ lì che realizza il sogno del “giardino acquatico”: uno stagno costellato di ninfee e fonte d’ispirazione. Anche se quasi completamente cieco, dipingerà fino all’anno della sua morte, il 6 dicembre 1926, ucciso da un tumore al polmone.

 

L’allestimento alla GAM racconta magnificamente l’iperbole dell’artista, compresa l’ultima parte della sua produzione. Lo fa con capolavori assoluti come “Les villas à Bordighera” (1884) in  cui Monet racconta il suo soggiorno nella Riviera Ligure con un’esplosione di colori, o con le tele che rimandano a quello a Vétheuil; il ritratto a figura intera di “Madame Louis Joachim Gaudibert”; la resa della neve su cui spicca “La gazza”; le straordinarie versioni della cattedrale di Rouen.  Giusto per citare almeno alcune delle tante tele esposte, che avvolgono il visitatore in un turbinio di pennellate, luminosità e gamme cromatiche modernissime. Raccontano la grandezza di Monet, la sua capacità di catturare sulla tela gli effetti mutevoli di cielo, terra, acqua, e persino atmosfera; come quando dipinge il medesimo porto all’alba e poi al tramonto.

 

E ci riportano alle righe dello scrittore Guy de Maupassant che, ad Etretat, raccontava così il prodigio:“Ho osservato Claude Monet in cerca di impressioni: non era più un pittore, ma un cacciatore… Seguiva ogni mutamento del cielo e aspettava, spiava il sole e le ombre, catturava con qualche colpo di pennello il raggio o la nube vagante e rapidamente li trasferiva sulla tela. L’ho visto cogliere una cascata scintillante di luce sulla scogliera bianca e fissarla con un profluvio di toni gialli che rendevano il sorprendente effetto di quell’impalpabile, abbagliante fulgore. Un’altra volta prese a piene mani un temporale abbattutosi sul mare e lo gettò sulla tela. Ed era pioggia vera quella che dipingeva in quel modo, null’altro che pioggia”.

 

Laura Goria

 

Credits:

 

  • Régates à Argenteuil (1872) olio su tela; 48×75,3 cm; inv. RF 2778 2.(id 8) Monet 2. Paris, Musée d’Orsay © RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) / Patrice Schmidt

 

  • Madame Louis Joachim Gaudibert (1868) olio su tela; 216,5×138,5 cm; inv. RF 1951 20 10. Paris, Musée d’Orsay © RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski

 

  •  Le déjeuner sur l’herbe (entre 1865 et 1866) olio su tela; 248,7×218 cm; inv. RF 1987 12 9. Paris, Musée d’Orsay © RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) / Benoît Touchard

 

 

Allarme disfunzioni sessuali: in aumento del 30% tra gli over 60

Lo comunica la Città della Salute di Torino, sede del primo e unico Centro in Italia per la diagnosi e la cura 

 

molinette2Negli ultimi anni sono aumentati del 30% i casi di disfunzione sessuale negli Over 60, problema che riduce del 20% la qualità della vita. Fortunatamente, però, grazie alla farmacoterapia l’80% delle disfunzioni, individuali e di coppia, si può combattere. Lo comunica la Città della Salute di Torino, sede del primo e unico Centro in Italia per la diagnosi e la cura delle disfunzioni sessuali. Il centro organizza sabato il convegno ‘La coppia over 60’.

 

(Foto: il Torinese)
    

Su Whatsapp sequestri dei nomadi: tutto falso, denunciata

Una donna di 34 anni, residente a Trofarello, è stata denunciata 

 

TELEFONINIAveva scritto su Whatsapp a proposito di tentativi di sequestro da parte di un gruppo nomadi, e molti suoi amici hanno postato la notizia su Facebook, ma era tutto falso. Una donna di 34 anni, residente a Trofarello, è stata  così denunciata per procurato allarme dai carabinieri. Aveva scritto che i nomadi avevano tentato di caricarla su un furgone e di rapire un bambino, aspetti in realtà rivelatisi infondati dalle indagini.

Estorsione con pistola a commerciante: due arresti

Al momento di consegnare il denaro c’erano anche gli agenti del Commissariato San Paolo

 

polizia volanteSono stati arrestati dalla polizia per un tentativo di estorsione ai danni di un commerciante di Torino. In due hanno cercato di  farsi consegnare 2.600 euro e  hanno aggredito il commerciante, puntandogli la pistola alla testa. Al momento di consegnare il denaro c’erano anche gli agenti del Commissariato San Paolo, che hanno bloccato i malviventi e sequestrato una pistola semiautomatica illegale, con i relativi proiettili, oltre a un coltello e un passamontagna.

 

(Foto: il Torinese)

Mahler inaugura la stagione dei Concerti del Teatro Regio

Trasformazione e  catarsi, morte e resurrezione nella Sinfonia eseguita da Orchestra e Coro del Teatro Regio diretti dal maestro Noseda

nosedaLa monumentale Sinfonia n. 2 “Risurrezione”  di Gustav Mahler inaugurerà la stagione 2015-16 dei Concerti del Teatro Regio di Torino. A dirigere Orchestra e Coro, magistralmente istruito da Claudio Fenoglio, sarà sul podio il maestro Gianandrea Noseda.La Sinfonia n. 2 di Mahler, la prima a introdurre la voce e a fare esplicitamente riferimento ai Lieder ispirati dai Knaben Wunderhorn (Il corno magico del fanciullo), comprendente poesie e canti popolari, costituisce in un certo senso la prima parte di una trilogia.

 

Il compositore vi lavoro’, non senza interruzioni, dal 1888 al 1894 e diresse la sua prima esecuzione a Berlino il 13 dicembre 1895, dopo aver eseguito i primi tre movimenti nella stessa città il 4 marzo. A Cassel, nel Nord della Francia, negli anni di composizione della Prima Sinfonia, Mahler portò a termine un grande movimento in do minore, una marcia funebre grandiosa, dal titolo “Celebrazione della morte”, che sarebbe divenuta il primo movimento della Seconda Sinfonia. Solo nel 1891 Mahler riprese in mano la Sinfonia ad Amburgo e suonò questo movimento al pianoforte. Riguardo al finale,  il compositore austriaco lo volle per solisti vocali, coro e orchestra, probabilmente temendo un confronto con la Nona di Beethoven. 

 

Caducità terrena e sublimazione divina. Morte e resurrezione. La sintesi artistica di queste dicotomie trova il suo perfetto completamento in questa sinfonia, significativamente battezzata “Resurrezione”, capace di sviluppare questo tema epico-salvifico, destinato poi a diventare la chiave di volta di tutte le successive sinfonie mahleriane. Insieme all’orchestra in pieno organico agiscono soprano, contralto e coro. Rispetto alla prima Sinfonia “Titano”,  qui Mahler dimostra di essere già padrone di un linguaggio maturo e complesso, tale da risultare sprezzante agli occhi dei critici coevi. Ma non così dovette risultare per il pubblico, che fu conquistato, il 13 dicembre 1895, nella magnifica lettura di Bruno Walter, dalla forza espressiva e dalla integrità granitica della composizione. 

 

La sua grandezza si palesa già dal primo movimento. La tonalità della sinfonia, il do minore,  è quella beethoveniana per eccellenza. L’Allegro maestoso percorre le tenebre oscure della marcia funebre per il titano. L’Andante Moderato in la bemolle maggiore è strutturato come una danza, incorpora e alterna il tema melodicamente popolare di un Landler,  con due sezioni in trio. Su tutto domina, imperante e  opprimente, il tema della morte. La vittoria della vita sulla morte si celebra nell’ultimo imponente movimento, con cui Mahler dipinge il suo mastodontico Giudizio universale, facendo irrompere un coro a cappella nel momento della ricapitolazione finale, accompagnando il soprano nell’esecuzione del messaggio salvifico della Resurrezione.

 

Il maestro Noseda ha già dato grandi prove nell’esecuzione di questa maestosa Sinfonia della durata di circa un’ora e mezza. La potenza della sua interpretazione verrà catturata dai microfoni della casa discografica fone’, gli stessi usati dai Beatles negli studi di Abbey Rod,  nella realizzazione del secondo progetto di Musica Liquida.

 

Mara Martellotta