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redazione il torinese

Rapina 10 mila euro alle Poste e fugge a piedi

poste italianeHa puntato la pistola contro una cassiera

 

Ha fruttato  10 mila euro di bottino la apina a mano armata avvenuta  questa mattina a Torino in un ufficio postale di corso Casale. Il rapinatore è un  uomo che, con una sciarpa che gli copriva il viso e un cappellino è entrato mentre il personale era impegnato nell’ apertura degli sportelli. Ha puntato la pistola contro una cassiera e ha ordinato che gli consegnasse 10mila euro in contanti. Fuggito a piedi è ricercato dai carabinieri.

 

(Foto: il Torinese)
   

Vietato fumare oppio negli ascensori

Il padre per antonomasia della beat generation e inventore della tecnica del “cut-up” ha ispirato questo anti-romanzo

 

caramellaWilliam Burroughs e Fulvio Tramontano. Un amore che nasce da lontano e che ha portato lo scrittore padovano a dedicargli già nel 2012 un testo teatrale dal titolo “Il grande Talwin” e ora un romanzo,  intitolato “Vietato fumare oppio negli ascensori”. Non è casuale che questo romanzo, dedicato proprio allo scrittore statunitense padre riconosciuto della beat generation, si ponga come un “anti-romanzo”, che propone la destrutturazione del linguaggio e della concatenazione dei fatti.  La scena si apre in un salotto intellettuale di casa O’Ryan,  in cui gli invitati sono seduti intorno al grande camino. Si tratta di una sera speciale, data la presenza di ospiti importanti,  quali Andy Warhol, Norman Mailer e Antony Burgess. Star della serata è William Burroughs con i suoi racconti, tra il divertente e il terrificante, capaci di sovrapporsi alle chiacchiere degli altri invitati. Dal Sahara spagnolo un amico ha portato uno specchio capace di formidabili visioni.

 

Rampollo di una ricca famiglia conosciuta in tutto il mondo per la produzione di macchine calcolatrici, Burroughs poté vantare una laurea piuttosto conformistica per uno degli artisti più trasgressivi del Novecento, conseguita a Harvard. La sua intera opera letteraria si basa sulla triplice esperienza di intossicazione,  omosessualità e esilio. La sessualità, in particolare, rappresenta il punto di partenza delle sue esplorazioni, a partire dalle teorie di liberazione sessuale. Fondamentali saranno poi i suoi incontri con Allen Ginsberg,  il celebre poeta per antonomasia della beat generation, e con Kerouac. Entrambi lo andarono a trovare in esilio e lo trovarono circondato da migliaia di fogli scritti, ma del tutto sconnessi tra loro. Dalla riunione di quei frammenti prese corpo il testo intitolato “Il pasto nudo”. La tecnica inventata da Burroughs,  il “cut-up”, una specie di montaggio casuale tra testi, la cui provenienza può essere la più disparata, ha molto affascinato lo scrittore Fulvio Tramontano.

 

Il libro “Vietato fumare oppio negli ascensori”, il cui titolo si ispira a una scritta presente in un locale parigino frequentato dagli artisti della beat generation,  è edito dalla Paola Caramella Editrice.

 

Mara Martellotta

GÜNTHER MANIA O GÜNTHER MAGIA: IL MISTERO DEL GALLO IMMAGINARIO

tiranese23E’ un gallo immaginario, immortalato in un dipinto ad olio di Erina Alushi, che da mesi impressiona e ipnotizza chiunque fissi il quadro dal vivo o anche solo la sua foto. Günther trasmette una magia inspiegabile mescolando il mistero della Torino cupa nascosta in profondità con il sole e i colori di una Tirana post Komunista

 

gunter eriNon si tratta dello scrittore, nemmeno del cantante con lo stesso nome e tanto meno di un essere umano. “Günther” è un gallo immaginario, immortalato in un dipinto ad olio di Erina Alushi, che da mesi impressiona e ipnotizza chiunque fissi il quadro dal vivo o anche solo la sua foto. Günther trasmette una magia inspiegabile mescolando il mistero della Torino cupa nascosta in profondità con il sole e i colori di una Tirana post Komunista che si scatena dalle piume cangianti di un gallo che ormai tutti chiamano “Günther”.

 

“Günther ci ha ispirati, esercitando un potere strano e ha svegliato in noi emozioni positive, tanto da iniziare un corso di pittura”– si esprime Dr. Fernando Espì, psichiatra al Department of Psychiatry al Memorial Sloan Kettering di New York, e capo redattore del “The Journal of Humanistic Psichiatry” di Chicago, dove fu pubblicato proprio un articolo sul fenomeno di “Günther”, la scorsa primavera.

 

Pare proprio che i medici siano collegati alla pittura, così come Erina, che di professione ha scelto quella del medico ma senza accantonare il suo talento innato per la pittura, pur non avendo mai seguito un corso.

 

“Ho sempre voluto rimanere una naïf in questo ambito”– dice Erina.

 

Ma nessuno ha mai avuto dubbi sulla connessione tra medicina e pittura, basta ricordare il grande chirurgo New Yorkese e padre del più celebre atlante di anatomia, Frank Netter i cui disegni anatomici sono utilizzati da generazioni di studenti di medicina.

 

“Medicina è l’arte della vita con cui si inizia a dipingere un quadro partendo dalla cellula, l’unità funzionale e strutturale base della vita, la più semplice, ma allo stesso tempo la più complicata. Nel corso degli anni quell’ immagine si arricchisce di dettagli in cui il fisiologico e patologico viaggiano insieme, intrecciandosi e sfidandosi, dipingendo la vita stessa. I dipinti ricreano attraverso i colori, le interne percezioni e sensazioni umane. Quello che la psicoterapia mira a fare con l’anima è focalizzare la luce verso il lato oscuro della psiche. L’arte della pittura lo fa attraverso le pennellate, penetrando nel lato buio dell’anima ed elevandolo verso la luce tramite i colori” si esprime Erina per “The Journal of Humanistic Psichiatry di Chicago”.

 

È stata condivisa con pochi la vera storia di questo gallo immaginario che parte fra amicizie e culture differenti, in una nuova Europa ormai senza confini che porta dentro storie e vissuti tanto diversi ma altrettanto capaci di esprimere uguaglianza e accettazione, come non potranno mai fare le politiche. Günther racchiude amicizie tra giovani dal Belgio, Albania, Germania, Romania, Spagna, Francia, Messico, in una Torino sempre più aperta, e le trasforma in colori e armonia. In fondo le emozioni sono soggettive, le ispirazioni anche, ma una cosa è certa, “Günther” piace moltissimo, i sui colori, il suo mistero, il magnetismo e il potere ispirante, stanno facendo il giro tra Europa e Stati Uniti facendo sempre rivalutare la potenza dell’arte nell’unire i popoli. Il gallo suggerisce un inizio promettente, che sarà portato avanti con energia. Speriamo che possa trasferire il suo incantesimo al mondo attuale.

 

 Gianluca Teat

 

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La “Buona Scuola” inizia dalla mensa!

IL MONDO DEL BIO / di Ignazio Garau *

 

GARAU2Occorre avviare una riflessione seria sui modelli di ristorazione adottati nel nostro paese, sulle modalità di appalto del servizio, sulla centralizzazione delle cucine, sulla convenienza di scegliere derrate alimentari biologiche, sulla qualificazione complessiva del servizio e sull’importante ruolo nell’educazione e nella formazione dei giovani che riveste l’esperienza del pasto a scuola, oltre che nella prevenzione di importanti patologie

 

Non si può parlare di “Buona Scuola” se si dimentica il ruolo prezioso e indispensabile che l’alimentazione e, quindi, la mensa scolastica possono giocare per la formazione e il benessere dei giovani studenti. Durante ogni giorno di scuola, con il pasto servito a scuola, abbiamo l’opportunità di trasferire ai nostri ragazzi informazioni fondamentali per la loro salute e per la loro cultura. Battersi per esonerare i propri figli dalla refezione scolastica per contrastare i prezzi alti e/o problemi nella qualità del servizio, come sta avvenendo anche a Torino, è fuorviante e non affronta le questioni che sono importanti: educazione, prevenzione, inclusione, convivialità e diritto al piacere, lotta alla povertà, ecc.. Dopo l’Expo di Milano e gli impegni dei Comuni per le Food Policy, occorre agire per garantire il diritto alla piacevolezza del pasto nelle scuole, al cibo buono e biologico, con prezzi accessibili a tutti. E’ un investimento sul futuro della nostra società.

 

BAMBINILa Legge 107/2015, denominata “la Buona Scuola”, non affronta il tema dell’alimentazione dei ragazzi e della cultura alimentare. Eppure, negli anni passati il nostro paese ha fatto “scuola” in Europa, e non solo, in tema di ristorazione scolastica. Nel 2004 le mense scolastiche romane sono state riconosciute dal Consiglio d’Europa tra le migliori “prove di buone pratiche nella pubblica amministrazione”. Anche l’Agenzia della Nutrizione Scolastica della California ha analizzato i metodi e l’organizzazione dei pasti scolastici degli studenti romani e i ricercatori dell’Università di Cardiff hanno incontrato in Campidoglio le autorità comunali, visitato le scuole, stilando il rapporto “School Meals in Rome – The Quality Revolution”. Non sono mancate le visite di altre capitali europee per studiare le esperienze di altre città italiane: senza fare l’elenco completo, possiamo dire che le esperienze italiane sono state al centro dell’attenzione.

 

Le amministrazioni europee che hanno studiato le esperienze italiane ne hanno fatto tesoro e hanno investito per migliorare i loro modelli di servizio. Oggi i ruoli si sono invertiti e siamo noi che rischiamo di dover imparare da loro: mettere a confronto la situazione italiana con quella di alcune capitali europee significa evidenziare un divario di sensibilità, di scelte e di investimenti. Vuol dire suscitare sorpresa nei diversi nostri interlocutori, che si occupano della gestione della ristorazione collettiva nelle diverse città europee, con cui ci siamo confrontati. “Ma come, voi che siete la patria della dieta mediterranea, che siete paese leader nelle produzioni dell’agricoltura biologica, che vantate una così importante tradizione e cultura alimentare …”  mi sono sentito ripetere più di una volta.

 

I tagli alle risorse a disposizione degli Enti Locali e la necessità di contenimento dei costi hanno provocato, infatti, modifiche al servizio erogato e sicuramente non un miglioramento della sua qualità. Certo non mancano le eccezioni, ma ad esempio il biologico è stato bersaglio di attacchi (“costa troppo”, “ci sono problemi nel reperirlo”, ecc.) e si è creata volutamente molta confusione tra alimenti biologici e prodotti tipici, locali, prodotto stagionale, a KM 0, a lotta integrata, facendo sorgere un antagonismo tra questi vari termini a scapito uno dell’altro, con la conseguenza che sono state abbandonate molte delle buone pratiche che erano state avviate. L’esperienza della Città di Copenaghen, ad esempio, ci dimostra che il tema del prezzo delle derrate biologiche e della loro disponibilità è un falso problema e che si può puntare alla conversione biologica del pasto affrontando correttamente l’aspetto dei costi.

 

La Città di Copenaghen ha promosso la costituzione di una Fondazione che gestisce dal 2007 la conversione al biologico di 900 cucine municipali, impiegando nel team tecnico circa 30 persone con diverse professionalità: cuochi, dietisti, formatori, comunicatori, project managers. Loro compito è quello di ideare buone pratiche per migliorare il processo di produzione dei pasti, con l’obiettivo di arrivare al 100% bio, senza aumentare i costi delle materie prime. I pasti distribuiti giornalmente sono circa 65.000 e già qui appare evidente che il modello di ristorazione adottato non è quello della centralizzazione spinta: le grandi cucine centralizzate hanno lasciato il posto a ben 900 cucine, decentrate e distribuite su tutto il territorio comunale. Anche il numero del personale impiegato nella preparazione dei pasti (circa 1.700 persone) evidenzia che il modello di decentrare la preparazione dei pasti può creare occupazione. Il costo dei pasti, anche se un confronto non è così semplice e immediato, appare inferiore a quello di molti comuni italiani.

 

Occorre, dunque, avviare una riflessione seria sui modelli di ristorazione adottati nel nostro paese, sulle modalità di appalto del servizio, sulla centralizzazione delle cucine, sulla convenienza di scegliere derrate alimentari biologiche, sulla qualificazione complessiva del servizio e sull’importante ruolo nell’educazione e nella formazione dei giovani che riveste l’esperienza del pasto a scuola, oltre che nella prevenzione di importanti patologie. Scelte che non comportano necessariamente un aumento dei costi, come abbiamo visto nell’esperienza concreta della Città di Copenaghen, ma che anzi possono contribuire efficacemente anche a rigenerare i circuiti economici locali, in un rapporto nuovo e diverso con la produzione agricola e a creare opportunità occupazionali.

 

L’indagine di Save The children

 

In Italia, le impostazioni sono molto differenziate da comune a comune, come rileva anche una recente indagine di Save The children, che ha diffuso, per il terzo anno consecutivo, il rapporto “(Non)tutti a mensa”, analizzando i servizi di ristorazione scolastica nelle scuole primarie. “La presenza del servizio non è garantita in tutti i Comuni in maniera uniforme ma varia in modo significativo sul territorio a seconda della disponibilità di risorse economiche – scrive Save The children – oltre che della volontà politica delle amministrazioni”.

 

La mensa, rileva il rapporto, non è presente in tutte le scuole: il 40% degli istituti principali ne è sprovvisto. Percentuale che sale in alcune regioni del Sud, per esempio in Puglia (53%), Campania (51%), Sicilia (49%) mentre al Nord, la mensa manca in circa un terzo delle istituzioni scolastiche principali (per esempio in Veneto, 32%; Liguria, 29%; Lombardia, 27%; Piemonte, 27%).Ma anche laddove c’è, il servizio di refezione scolastica presenta grandi differenze sia per quanto riguarda i criteri di accesso, che per gli standard qualitativi.

 

Dall’analisi delle mense delle scuole primarie nei 45 Comuni capoluogo di provincia con più di 100.000 abitanti, emerge che nel 90% dei casi il servizio è affidato a ditte esterne di ristorazione e per il 65% dei comuni il servizio viene effettuato esclusivamente con pasti trasportati da cucine esterne. Molti i comuni del Sud Italia (ad eccezione di Cagliari) che usufruiscono esclusivamente di servizi di refezione con pasti trasportati dall’esterno.

 

Inoltre, prosegue il rapporto, anche se tutti i comuni monitorati dichiarano di aver recepito le direttive delle Linee Guida del Ministero della Salute per quanto riguarda la predisposizione dei menù sulla base dei LARN (Livelli di Assunzione giornalieri Raccomandati di Nutrienti) e la previsione di controlli esterni, non tutti hanno attivato la Commissione Mensa in tutte le scuole, fondamentale per coinvolgere anche le famiglie sul tema dell’educazione alimentare.

 

La mensa non è uguale per tutti, evidenzia ancora Save The children, poiché esaminando nel dettaglio le tariffe applicate nei 45 comuni capoluogo monitorati, queste variano notevolmente, con rette minime che vanno dagli 0,35 euro al giorno di Salerno ai 5,5 di Bergamo e tariffe massime che vanno dai 2,3 euro di Catania ai 7,7 euro di Ferrara.Anche per quanto attiene il diritto o meno all’esonero dal pagamento della retta, ci sono molte differenze, fino a arrivare al “paradosso che una famiglia in condizione di povertà a Bergamo si trova a pagare di più di una famiglia con un reddito medio – alto a Trento” e Save the Children evidenzia ancora che il 57% dei comuni intervistati prevede misure di riduzione e esenzione solo per i residenti, mentre il 43% non prevede nessuna forma di restrizione legata alla residenza.

 

Di fronte a una situazione così differenziata, con difficoltà nell’accesso, problemi di costo e/o di gradimento del servizio, stanno nascendo forme di resistenza, collettiva o individuale, per ottenere il riconoscimento del diritto di non utilizzare il servizio di refezione scolastica, optando per l’alternativa del pasto da casa. Ci sono le petizioni collettive, ma c’è anche la ricerca di soluzioni individuali, magari chiedendo un certificato medico per ottenere l’esonero dalla mensa.L’aspetto economico riveste un importanza considerevole, con la difficoltà per molte famiglie di sostenere i costi del servizio, soprattutto quando in casa c’è più di un bambino da mandare in mensa.

 

“Sono anni che Save the Children denuncia il gravissimo aumento della povertà minorile in Italia. Diamo atto al Governo di aver inserito finalmente, nella nuova legge di stabilità, l’avvio di una misura organica di contrasto alla povertà minorile e, in particolare, un fondo sperimentale triennale dedicato a contrastare proprio la “povertà educativa”, la dimensione a nostro avviso più grave e meno considerata della povertà dei bambini, che blocca sul nascere le loro aspirazioni e le prospettive di crescita per il futuro. Ci auguriamo che questi interventi segnino un effettivo punto di svolta nelle politiche di welfare sull’infanzia in Italia e che, in questo quadro, si intervenga anche sulle mense scolastiche, sottraendo questo servizio dalla discrezionalità dei singoli comuni e considerandolo invece come servizio essenziale, con gratuità di accesso per tutti i minori in povertà”, afferma Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia – Europa di Save the Children. “Auspichiamo che si definisca un piano per l’estensione del servizio a tutte le scuole, a partire da quelle che si trovano nelle aree più deprivate, anche al fine di tenerle aperte tutto il giorno, con il supporto di tutte le realtà sociali ed educative territoriali. Va inoltre posta particolare attenzione alla qualità del servizio, per l’educazione alimentare e la promozione della salute, garantendo la possibilità ai genitori e agli stessi bambini di partecipare attivamente e di monitorare il servizio.”

 

La mensa scolastica è un’opportunità per costruire delle Food Policy capaci di rispondere a più esigenze nel segno della sostenibilità: sociale, economica, culturale, promuovendo un progetto di miglioramento della qualità della vita. Occorre difendere il diritto di accesso alla mensa, il diritto alla gradevolezza del pasto, con l’utilizzo di alimenti biologici, perché la ristorazione è un diritto per i ragazzi, un investimento sul futuro, perché ci consente di intervenire per la prevenzione delle patologie conseguenza di una errata alimentazione, ovvero di errati modelli alimentari e di cibi non adeguati.

 

Scegliere i prodotti dell’agricoltura biologica, inoltre, non significa solo sostituire i prodotti “convenzionali” con i prodotti “bio”, perché è la scelta di chi vuole prendersi cura della propria salute e di quella dell’ecosistema in cui viviamo, adottando un nuovo stile di vita. L’agricoltura biologica è, infatti, un insieme di principi e di valori che costituiscono una visione originale del modo in cui l’uomo si deve occupare della terra, dell’acqua, delle piante e degli animali per produrre, preparare e distribuire il cibo e altri beni. L’agricoltura biologica afferisce al modo in cui le persone interagiscono con paesaggi vivi, si rapportano luno con l’altro, contribuiscono a formare e custodire l’eredità per le generazioni future. Scegliere alimenti biologici per le mense scolastiche significa proporre ai giovani, ai futuri cittadini questi valori.

 

Dopo l’Expo di Milano, con i tanti buoni propositi annunciati, e condivisi, dopo la “Carta di Milano”, il “Milan Urban Food Policy Pact” sottoscritto a Milano il 15 ottobre scorso, il “Patto dei Sindaci per il cibo, l’alimentazione e l’agricoltura sostenibili” presentato dal Sindaco Fassino nel corso del III Forum Mondiale sullo Sviluppo Economico Locale svoltosi a Torino dal 13 al 16 ottobre scorsi, il tema delle “mense scolastiche” può rappresentare un’opportunità per avviare efficaci “Politiche Alimentari” nelle Città, oltre a un efficiente nuovo rapporto tra aree urbane e  territori rurali. Occorre puntare a un migliore servizio di mensa scolastica, anziché battersi per ottenere l’esonero dal servizio!

 

* Ignazio Garau

Presidente Italiabio

Il Dioscuro sotto l'albero

majiorano albero nataleUno dei Dioscuri che “monta la guardia” a palazzo Reale, sembra osservare l’albero di Natale allestito in piazza Castello. La foto è di Vincenzo Maiorano Album.

Acquista “Forza Vecchio Cuore Granata vol. 2”

toro bandieraCon soli 10 euro sarà possibile ascoltare tutte le più famose canzoni dedicate alla squadra granata ed eseguite dal vivo durante la festa all’Hiroshima Mon Amour

 

“Forza Vecchio Cuore Granata vol. 2” è il CD che martedì 8 dicembre è stato distribuito durante la serata “Grande Toro” organizzata da Stefano Venneri a favore di una raccolta di beneficenza per la Fondazione Filadelfia.

 

Per coloro che non sono stati presenti all’evento, c’è comunque la possibilità di acquistare il CD rivolgendosi direttamente alla Fondazione, cui gli organizzatori hanno donato le restanti copie.

 

Con soli 10 euro sarà pertanto possibile ascoltare tutte le più famose canzoni dedicate alla squadra granata ed eseguite dal vivo durante la festa all’Hiroshima Mon Amour.

 

“Gigi Meroni” di Filippo Andreani
“Torino” di Apek
“Grande Toro” di Fabrizio Voghera
“Cuore Toro”, “Facci un Goal” e “Il Capitano” degli Statuto
“Filadelfia” di Ermanno Eandi
“Quel giorno di Pioggia” e “La Maratona” dei Sensounico
“Per Noi” dei Rimozionekoatta
“Ancora Toro” di Valerio Liboni
“Con il Toro nel Cuore” ed “Essere Granata” di Valerio Liboni e Silvano Borgatta
“Grazie Toro” di Silvano Borgatta
“Se ti senti del Toro” di Massimo Zaccheddu
“Grande Torino” dei GranTorino
“Forza Forza Toro” di Enzo Rimedio & Friends
“Forza Toro Forza Toro Forza Toro” e “In Maratona” di Gianluca Domenici

 

Per l’acquisto rivolgersi alla Fondazione Stadio Filadelfia telefonando al numero 011/2630725, scrivendo all’e-mail segreteria@filadelfia.it oppure andando direttamente alla Casa Fila in Via Filadelfia 36 (orari 9:00-12:00 / 14:45-17:15)

 

Un buon acquisto, per un Buon Natale… FVCG2 

Tiziana Inversi, la sensibilità del medico artista

inversiinversi 2Alcune sue opere saranno esposte nell’ambito della rassegna “Pericentrica” a San Donato, al caffè De Rita. Socia della Promotrice di Belle Arti, con all’attivo mostre internazionali come quella a Barcellona, l’artista indaga con rara sensibilità l’umanità e i  suoi rapporti

 

La medicina è un’arte e l’arte una straordinaria medicina per l’anima. In tante opere artistiche spesso compaiono, infatti, soggetti tratti dalla materia medica, come il mistero del parto. D’altronde la medicina è, per sua stessa natura, una disciplina intimamente legata all’uomo,  alla sua natura corporea, ma, al tempo stesso, divina. E quindi non deve stupire che diversi medici siano stati artisti, come Alberto Burri,  e che dipingano opere che rispecchino la loro sensibilità. È questo il caso di Tiziana Inversi, medico anestesista attiva all’ospedale Molinette di Torino, una donna di rara sensibilità,  che la riversa nei suoi quadri. La passione pittorica per lei è stata precoce, nata già negli anni dell’adolescenza e coltivata anche durante gli studi di medicina. Ha anche frequentato lo studio d’arte del pittore Marco Seveso, a Torino, e ha potuto conoscere importanti artisti dell’ambiente culturale torinese, quali Carena e Mainolfi. Da quest’anno è diventata socia della Promotrice delle Belle Arti e ha partecipato alla 173 esima Esposizione di Arti Figurative, mostra collettiva di pittura alla Promotrice, con l’opera,  un olio su tela, dal titolo “Liberi al galoppo”, che ha ricevuto anche menzione su riviste quali Piemonte Arte.

 

Sabato 19 dicembre alcune sue opere saranno esposte nell’ambito della rassegna “Pericentrica” a San Donato, al caffè De Rita, dove alle 19 su esibirà il Duo Papoff.

 

Tiziana Inversi ha ottenuto l’ultimo riconoscimento in ordine di tempo con il Premio Centenario, preceduto dalla partecipazione alla Galleria Pinta di Genova nel giugno 2015 nell’ambito della rassegna intitolata ” Linguistici corpi”. Alla rassegna pittorica dal titolo “Preludio aurorale”, ospitata sempre alla Galleria genovese Pinta nel febbraio 2015, l’artista ha partecipato con l’opera intitolata “Alba sinfonica”, olio su tela dipinto nel febbraio 2015, opera che descrive l’apparire delle luci dell’alba in un’atmosfera “surreale”, in cui paiono prendere vita sulla tela elementi floreali immaginari. Il ponte musicale e il pentagramma rappresentano il passaggio dalla dimensione onirica alla realtà, il tutto immerso nell’elemento rappresentante la sorgente della vita sulla terra, l’acqua. Nel 2014, a Barcellona, Tiziana Inversi ha partecipato a una collettiva internazionale per la Casa Batlo’ di Gaudi’ con l’opera intitolata “Il doppio sogno”, con una critica curata da Maria Grazia Todaro.

Un’altra opera particolarmente significativa risulta la “Bestia”, dipinta nel 2007, che, come molti altri quadri dell’artista, è stata da lei affiancata a una poesia composta in un momento successivo alla stesura del quadro. Tiziana Inversi indaga, quindi, l’umanità a tutto tondo, cogliendo le figure in uno spazio che prevalica la vastità suggerita dalle semplici pareti. Nei suoi dipinti vi è una ricerca del colore che nasce da una profonda tensione emotiva, capace di rendere ogni sua opera il risultato di uno stato d’animo, mai passeggero, ma sentito e fissato in una dimensione di umanità, in cui vita e opera si fondono in un connubio perfetto.

 

Tiziana Inversi indaga in profondità il rapporto tra gli esseri umani e, in particolare, tra il maschile e il femminile.  Ne è una dimostrazione il trittico delle Tre teste, di cui l’opera conclusiva si intitola “Telepatia”. Il primo dipinto raffigura una testa femminile, che anatomicamente contiene al suo interno simboli maschili; viceversa il quadro raffigurante la testa maschile, all’interno di questa, presenta simboli femminili.  L’opera conclusiva del trittico, Telepatia,   rappresenta la condensazione del messaggio comunicativo. L’artista considera la comunicazione tra gli esseri umani fondamentale è indispensabile,  tanto più in una società dove gli esseri umani si stanno ammalano per mancanza di comunicazione, ricorrendo ai surrogati rappresentati dai media e dai rapporti virtuali via Internet o Facebook, sempre più frequenti di quelli reali. I corpi umani possono intrecciarsi in un rappresentano d’amore che, per l’artista,  rappresenta un altro aspetto fondamentale dell’esistenza.  Lo dimostra l’opera intitolata ” Estasi”, metafora della sintonia tra gli esseri umani.

 

Mara Martellotta

Leopolda, dopo 7 edizioni niente rivoluzione

chiampa renziL’immagine e la comunicazione s’addicono alla vendita di un prodotto, non all’agire della politica e della capacità di governare il Paese

 

Caro Giusi,  mi sembra che il Presidente del Consiglio nonché  Segretario del Pd Matteo Renzi sia in questi ultimi tempi molto ma molto nervoso. Dipenderà dalle attuali complicanze che l’azione di governo sta producendo. Sicuramente le “cose” non vanno come Lui desidera. La realtà, il più delle volte è più forte dell’immagine che vorresti dare della realtà stessa.

 

L’immagine e la comunicazione s’addicono alla vendita di un prodotto, non all’agire della politica e della capacità di governare il Paese. Importante  saper comunicare anche in politica, a condizione che si facciano delle cose. Viceversa se si dice che è stato fatto qualcosa che non è stato fatto, semplicemente si mente.

 

Caro Giusi, (questa mia familiarità in questo mio tentativo di risposta dipende dalla stima che ho nei tuoi confronti ) non posso che confutare ciò che dici e l’analisi che fai sulla Leopolda. Anche perché nell’esserci è riconosciuta la tua arguzia d’analisi politica. Fatto sta, però, che dopo 7 edizioni della Leopolda, quella rivoluzione copernicana della classe dirigente del Pd non sia avvenuta.

Mi stupisco quando, stupendoti e rammaricandoti, non hai trovato riscontri sul rapporto con il socialismo europeo. Mi stupisco supponendo che non era l’obiettivo dell’appuntamento. Ci si può chiedere quale era l’obiettivo? Non mi sembra che il “renzismo” si colleghi a “linee di pensiero”. Ancorchè diventato segretario abbia fatto aderire il PD al gruppo Socialdemocratico europeo. Insomma, per Renzi ciò è un trascurabile, forse anche fastidioso, dettaglio.

 

Mi pare d’aver “letto” un imbarazzato intervento del Ministro Mario Del Rio. Del Ministro Elena Boschi…..lasciamo perdere. Non essendoci, comunque, posso essere indotto in errore. Così l’avevo capita: Il segretario del Partito Democratico chiamava a raccolta i suoi “fedelissimi”, della prima e seconda ora, per il rilancio del Partito,forse elettoralmente ancora in pole position , ma sicuramente asfittico dal punto di vista organizzativo e di rappresentanza del territorio. 

 

Vediamo il contorno. Negli  stessi giorni si riuniva a Roma la corrente Bersani – Cuperlo, con una “orgiastica” presenza di bandiere del PD. Sostenendo: siamo noi il vero Pd. Con i Giovani Turchi, Rifare l’Italia, alla finestra nel vedere cosa sta succedendo. Sullo sfondo la chiusura di un terzo dei circoli in Emilia Romagna ed il passaggio da 11000 a 25OO iscritti nella federazione di Torino.

Quanto poi alla risposta al non aver le bandiere di Partito alla Leopolda, è: noi l’abbiamo nel cuore. Risposta guasconesca e teatrale. Capisco la debolezza intrinseca di questa renziana proposta politica, per il semplice fatto che non si vuole avere una proposta politica. Governabilità? Forse. Ma dopo 31 votazioni andate a vuoto per i 3 componenti della Consulta, si sblocca con l’accordo con i tanti “famigerati” e demoniaci 5 Stelle, facendo sottolineare dai commentatori che hanno vinto appunto i grillini.

 

Insomma, scusa, insisto, la confusione è totale. Che fare? Francamente non so! Ammetto, è limitante. Non mi accontento della diffusa affermazione : purtroppo non c’è di meglio.Non mi accontento per due motivi.Primo non si sceglie, o non si dovrebbe scegliere per il meno peggio. Secondo. perché lo sostiene un “pubblico politicamente competente”, ma l’elettore medio è stanco di promesse non mantenute.

 

La mia stima nei confronti di Giuseppe La Ganga è immutata. Ho diversi amici nel PD ( che è rimasto). Ma non ho stima né fiducia, né amicizia con molti dirigenti del PD. Argomentando, s’intende. E come si diceva una volta: politicamente parlando.

 

 (Foto: il Torinese)

Patrizio Tosetto

WONDERFULL FASHION SHOW AL TURET

TURETA mezzanotte  lo spettacolo di Danza Onyrica, un passo a due interpretato dalle ballerine Vittoria Morino e Melissa Marangon su coreografia di Donatella Poggio dell’accademia Arte e Danza di Bra

 

Sabato 19 dicembre alle 22 ha inizio il WONDERFULL FASHION SHOW. Dodici ragazze griffate Wonderfull, brand del fashion style,  intratterranno gli ospiti con fotografie e taglio della torta in attesa della mezzanotte per lo spettacolo di Danza Onyrica, un passo a due interpretato dalle ballerine Vittoria Morino e Melissa Marangon su coreografia di Donatella Poggio dell’accademia Arte e Danza di Bra. Il balletto siglerà l’inizio della serata con tutto lo staff Wonderfull ed i clienti. L’evento si tiene nel nuovo locale “Turet” in piazza Solferino con il quale Wonderfull ha avviato un’ importante partnership che prevede molti progetti.

 

La Regione per i malati di Alzheimer

asl sanitaC’è l’impegno a predisporre entro il mese di gennaio i provvedimenti attuativi del Piano nazionale e ad istituire un tavolo specifico sulle demenze

 

Dare rapidamente attuazione al Piano nazionale demenze e istituire uno specifico tavolo di confronto: questi gli impegni assunti dall’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta che ieri sera, insieme al dottor Vittorio Demicheli, responsabile del settore Assistenza sanitaria e Socio sanitaria territoriale, ha incontrato i rappresentanti del Coordinamento delle Associazioni Alzheimer Piemontesi (AFA VCO – AIMA Biella Cuneo Vercelli – AMA Chieri Novara Rivoli – Alzheimer Asti, Borgomanero, Vercelli, Vergante – Alzheimer Piemonte).

 

“Quello delle demenze e dei malati di Alzheimer è una problematica che ha tutta la mia attenzione. Sono consapevole della necessità di recuperare un certo ritardo relativo all’applicazione del Piano nazionale delle demenze, ritardo dovuto alle urgenze che l’assessorato ha dovuto affrontare in questi ultimi mesi per completare gli atti necessari a consentire al Piemonte di uscire dal piano di rientro dal debito sanitario. Ho assunto l’impegno a predisporre entro il mese di gennaio gli attesi provvedimenti attuativi del Piano nazionale e ad istituire un tavolo specifico sulle demenze allo scopo di confrontarci sui contenuti degli atti di attuazione, di monitorarne l’applicazione, dando così vita a un continuo confronto con il mondo associativo che si occupa delle problematiche dei malati e delle loro famiglie”.

 

“Ho grande stima per il lavoro svolto dalle associazioni – ha aggiunto l’assessore Saitta – non solo perché puntuali nel segnalarci le criticità che si possono verificare sui diversi territori, ma perché possono fornire alla sanità piemontese conoscenze e competenze preziose in un momento storico in cui i livelli di assistenza assicurati ai malati non possono essere considerati del tutto soddisfacenti”.