redazione il torinese

MARRONE, FESTA OLIMPIADI: " 350 MILA EURO SPRECATI PER LA CAMPAGNA DI FASSINO"

STADIO OLIMPICO BRACIEREolimpico arcoFESTA DEL DECENNALE OLIMPICO

 

<<La campagna elettorale chi la paga al Sindaco uscente Fassino? Ma noi torinesi ovviamente, con 350.000 euro stanziati dalla Giunta per la festa del decennale delle Olimpiadi invernali di Torino 2006: evidentemente Fassino vuole distrarre i Torinesi dal declino economico e sociale della nostra città evocando i fasti olimpici di dieci anni fa, quando il centrosinistra spendeva i fiumi di denaro pubblico elargito dai governi di centrodestra in nome della “concordia istituzionale” per ingrassare i baracconi clientelari del nascente Sistema Torino! Ma come fa Fassino ad imporre austerità ai torinesi per poi regalarsi una smaccata e grottesca autocelebrazione da fine impero in campagna elettorale già inaugurata, per giunta proprio con i loro soldi?>> attacca Maurizio Marrone, Capogruppo di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale in Comune di Torino, che annuncia

 

<<Abbiamo chiesto le comunicazioni in Consiglio Comunale del Sindaco Fassino per chiedere conto di questo spreco conclamato, sull’altare della sua campagna elettorale, di centinaia di migliaia di euro in una fase di tagli lacrime e sangue al welfare (meno 2 milioni ad anziani e disabili, meno 1,6 milioni sulle risorse destinate ad adulti in difficoltà, senzatetto e famiglie in crisi di reddito) e di maglia nera nazionale per tasse e tariffe salate (più 15% su media nazionale): esigeremo il ritiro della delibera di giunta e lo storno dei 350.000 euro su altre priorità per Torino, come la disoccupazione, l’assistenza ai più deboli o incentivi fiscali alle imprese! Se il centrosinistra impedirà il confronto, sarà ostruzionismo a tappeto senza compromessi>>.

 

(Foto: il Torinese)

A forza di essere vento..Porrajmos, il genocidio dimenticato

ZINGARI LAGERAl pari della Shoah (lo sterminio di sei milioni di ebrei nei campi di concentramento nazisti), durante la seconda guerra mondiale ci fu un altro genocidio. Quello dei rom e sinti, basato su analoghe teorie razziste

 

Fare memoria significa non fare mai della giornata del 27 gennaio un passaggio rituale. Ricordare l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz  equivale a ricordare tutte le deportazioni e non dobbiamo mai smettere di farlo, pensando alla testimonianza di tutti coloro che hanno vissuto la terribile esperienza dei campi di sterminio, i sopravvissuti che non si sono mai stancati di raccontare che “questo è stato”, e i milioni di uomini, donne e bambini che nei campi di sterminio sono stati annientati, annichiliti, uccisi. Il giorno di Auschwitz ci obbliga a ricordare la deportazione degli ebrei e tutte le altre deportazioni. I Rom caddero vittime dello stesso atroce destino. Il nazismo li dichiarò “razza inferiore” e così furono costretti all’internamento, al lavoro forzato, e, infine, allo sterminio. Per raccontare ciò che accadde, usando una parola, si scrive Porrajmos, o Samudaripen, ma in pochi lo leggono o sanno che cosa vuol dire. Al pari della Shoah (lo sterminio di sei milioni di ebrei nei campi di concentramento nazisti), durante la seconda guerra mondiale ci fu un altro genocidio. Quello dei rom e sinti, basato su analoghe teorie razziste. In lingua romanì, quella parlata dai rom, porrajmos vuol dire proprio distruzione: l’annientamento di almeno 500mila persone di etnia rom e sinti nei lager dell’Europa Orientale, ma anche in Italia, come nei campi di Agnone, di Berra e nelle Tremiti. Furono uccisi in Unione Sovietica e in Serbia e deportati nei campi di concentramento di Bergen-Belsen, Sachsenhausen, Buchenwald, Dachau, Mauthausen, Ravensbruck. Una bella canzone di Fabrizio De Andrè  “Khorakhané ( A forza di essere vento)” li ricorda: “..i figli cadevano dal calendario/ Jugoslavia,Polonia,Ungheria/ i soldati prendevano tutti/ e tutti buttavano via..”. I khorakhané (alla lettera: i “lettori del Corano”) sono una tribù rom musulmana di origine serbo-montenegrina. Il viaggio per i rom è necessità e tradizione, ma nella canzone di De Andrè diventa molto di più: è il simbolo stesso della libertà.

 

LiZINGARI LAGER2La libertà è come il vento, che può viaggiare continuamente da est a ovest e da nord a sud. Ma nel vento, dopo essere stati cremati nei lager, ci finirono a centinaia di migliaia. Furono, come già ricordato, almeno mezzo milione gli Zigeuner – usando il termine dispregiativo tedesco, cioè gli “zingari”– uccisi nei campi di sterminio nazisti dagli assassini con la croce uncinata. Oltre ventimila nel solo Zigeunerlager, il campo loro riservato dentro al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, tra il febbraio 1943 e l’agosto 1944. A migliaia trovarono la morte Jasenovac, sulla sponda sinistra del fiume Sava, nel campo costruito nel 1941 dal regime ustascia di Ante Pavelic. Un regime nato il 10 aprile di quell’anno con il sostegno della Germania nazista e dell’Italia fascista. A quel tempo la  Repubblica Indipendente di Croazia NDH, si estendeva dall’attuale territorio della Croazia – esclusa l’area occupata dall’esercito di Mussolini – alla Bosnia Erzegovina e parte della attuale Serbia. Dopo il 1945 altre persecuzioni sono seguite, con il mondo rimasto a guardare. Solo venti anni fa si è parlato di pulizia etnica in ex Jugoslavia, dall’altra parte dell’Adriatico, davanti a noi. E le cancellerie hanno lasciato fare, prima di intervenire. Il giorno della memoria, per essere utile, deve servire a scolpire in noi, nella nostra coscienza civile  l’inaudita eredità della storia dietro di noi. Non dobbiamo mai abbassare la guardia sui nostri valori. Il rispetto di tutte le etnie, l’accoglienza, il loro diritto di cittadinanza, non possono essere parole vuote. Sono le nostre azioni concrete a dare senso a ciò in cui diciamo di credere. Sono i valori della nostra Costituzione, un testo bello e attuale che spesso qualcuno vuole peggiorare. Le semplificazioni del quotidiano invece, e spesso, ci allontanano dalla memoria di quel che è stato e ci inducono a sottovalutare i mai sopiti segnali di intolleranza verso le differenze. Ricordare tutte le deportazioni serve a far sì che le nostre città siano luoghi di accoglienza e rispetto di tutti. Ad ognuno di noi, per ciò che può e per ciò che deve, il compito di renderlo possibile.

 

Marco Travaglini

Un velo di stupidità: se Rohani arrivasse a Torino quali statue "osé" copriremmo?

dora palloniIn attesa che si trovi il “colpevole” del giallo sulla copertura delle statue capitoline, in occasione della visita a Roma del presidente iraniano Hassan Rohani (che anche il ministro per i beni culturali, Dario Franceschini ha definito “scelta incomprensibile”) facciamo un gioco

 

In attesa che si trovi il “colpevole” del giallo sulla copertura delle statue capitoline, in occasione della visita a Roma del presidente iraniano Hassan Rohani (che anche il ministro per i beni culturali, Dario Franceschini ha definito “scelta incomprensibile”) facciamo un gioco.Se il leader iraniano fosse giunto in visita a Torino, quali statue avrebbero potuto urtare la sua sensibilità? Quali opere d’arte raffiguranti nudità classiche sarebbero state velate dalla pudicizia censoria della municipalità torinese?matisse torino2

 

quattro stagioni venariaPer esempio, le settecentesche “Quattro Stagioni” di Simone Martinez, nipote di Filippo Juvarra, sculture ora esposte alla Reggia di Venaria, dopo una permanenza ultrasecolare ai Giardini reali.

 

E che dire delle statue celebrative del Ponte Umberto I di corso Vittorio, con il seno prosperoso benpnte umberto I visibile nel gruppo bronzeo della Pietà, oltre alla presenza di numerosi nudi virili?

 

O dei dipinti “licenziosi” esposti alla Mostra di Matisse a palazzo Chiablese, e delle nudità imponenti che rappresentano in stile littorio il Po e la Dora in piazza Cln? Stendiamo anche qui un velo pietoso.

 

Abbiamo citato solo alcune opere d’arte “osé” presenti a Torino, le prime che ci sono venute in mente. Chiediamo ai lettori di indicarcene altre che un velo (di stupidità) potrebbe coprire in caso di visita ufficiale del presidente iraniano sotto la Mole.

No Zoo, megastriscione in piazza Castello

zoo 2RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

 

Il Coordinamento No Zoo  invita a partecipare alla manifestazione che si svolgerà

 

Sabato 30 gennaio 2016 dalle ore 15,30 alle 18
in Piazza Castello a Torino

 

per dire NO alla privatizzazione del Parco Michelotti e

NO all’introduzione di alcun animale.

 

In piazza i manifestanti esporranno uno spettacolare megastriscione.

 

 

 

 

 

Evento facebook
https://www.facebook.com/events/466523950221675/

 

Sicurezza: il controllo del vicinato arriva nel Pinerolese

vicinato iarNormali cittadini hanno deciso di attivarsi e, con la loro discreta attenzione unita a semplici smartphone, sono in grado di avvisare carabinieri e forze pubbliche 

 

Nel mese di dicembre il coordinatore del gruppo del Controllo del Vicinato di Riva di Pinerolo (che si è costituito nell’estate scorsa) insieme ad uno dei 4 capigruppo ha incontrato il sindaco di Pinerolo Eugenio Buttiero per presentare il progetto avviato già dal maggio precedente e già portato a conoscenza del Comando di Compagnia dei Carabinieri e per richiedere, con il contributo dell’Amministrazione, il posizionamento in alcuni punti della frazione dei caratteristici cartelli dell’Associazione nazionali a cui si sono legati. La loro presenza, sono già quasi in 70 ad essersi collegati, avviserà che normali cittadini hanno deciso di attivarsi e, con la loro discreta attenzione unita a semplici smartphone, sono in grado di avvisare carabinieri e forze pubbliche per prevenire e contrastare, furti e altri tipi di reato sul loro territorio. Ad oggi i cittadini attendono di incontrare il comandante dei vigili urbani per concordare i luoghi dove posizionare i cartelli.

 

Massimo Iaretti

“Il Talento del Taleggio, i talenti di Alma”, Damosso in gara

damosso artusiLe semifinali svoltesi all’Accademia Alma di Gualtiero Marchesi, alla Reggia di Colorno

 

Lorenzo Damosso, allievo al quinto anno dell’Istituto alberghiero Artusi di Casale Monferrato disputa il 29 gennaio la finale del concorso “Il Talento del Taleggio, i talenti di Alma” per la sezione sala. La prova finale si svolgerà all’Istituto Giolitti di Torino e lo vedrà opposto ad una studentessa dell’alberghiero di Seregno. I due hanno superato una selezione che tra i rappresentanti di sessanta istituti alberghieri di tutta Italia e si erano imposti, a novembre, nelle semifinali svoltesi all’Accademia Alma di Gualtiero Marchesi, alla Reggia di Colorno. Lo scorso anno la vittoria era andata, invece, all’istituto alberghiero torinese.

 

Massimo Iaretti

ERCULES, spettacolo per famiglie il 31 gennaio

CONCORDIA LOGOTORINESE XX

 

INFORMAZIONE COMMERCIALE

 

Coupon valido per 2 biglietti (1 adulto + 1 bambino) al costo di €.10,00

per Domenica 31 Gennaio 2016, ore 16 al Teatro Concordia di Venaria.

 

TITOLO: ERCULES

 

Per INFO sullo spettacolo

 

www.teatrodellaconcordia.it

 

PER I PRIMI 30 CHE PRESENTERANNO QUESTO COUPON

 

Stampare e presentare questo coupon alla cassa del Teatro Concordia

 

Juventus-Inter 3-0. I NEROAZZURRI TRAVOLTI DA MORATA E DYBALA

INTER JUVEjuve stadiumRETI: Morata (J) su rigore al 36′ p.t.; Morata al 18′, Dybala al 38′ s.t.

 

JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini; Cuadrado (45’ st Padoin), Pogba, Marchisio, Asamoah, Evra (dal 38’ st Alex Sandro); Morata, Mandzukic ( 32’ st Dybala). A disp. Buffon, Rubinho, Barzagli, Rugani, Lichtsteiner, Hernanes. All. Allegri

 

INTER (4-1-4-1): Handanovic; D’Ambrosio, Miranda, Murillo, Nagatomo; Melo (19’st Brozovic); Biabiany (32’ st Icardi), Medel, Kondogbia, Ljajic (35’ st Juan Jesus); Jovetic. A disp. Carrizo, Berni, Ranocchia, Telles, Montoya, Santon, Gnoukouri, Palacio, Manaj). All. Mancini

 

ARBITRO: Tagliavento.

 

Finale di Coppa ipotecata. La Juve non si ferma e fa cadere anche l’Inter, protagonista Morata che risolve il problema al 36’ su rigore e, successivamente, firma una bella doppietta nel secondo tempo. Nella ripresa le speranze dell’Inter, rimasto in dieci, svaniscono definitivamente con Allegri che decide di giocarsi anche Dybala giusto in tempo per chiudere la partita con un bel 3-0

 

La Juventus non perde tempo, già al 2’ inizia a dettare le regole del gioco, Morata serve in area Asamoah e il numero 22 bianconero colpisce male e il pallone termina sul fondo. L’Inter prova a dare una risposta, attacca Medel ma manca lo specchio della porta. Al 14’ i bianconeri richiedono un rigore per un fallo di mano di Medel su una punizione battuta da Cuadrado: il direttore di gara concede solo il tiro dalla bandierina. Le cose cambiano al 34’, Cudrado viene steso in area da Murillo, questa volta non ci sono dubbi e Tagliavento concede il tiro dal dischetto. Dagli 11 metri Morata sblocca l’incontro piazzando il pallone sotto l’incrocio dei pali, inarrivabile per Handanovic. La difesa bianconera è invalicabile e i neroazzurri non trovano gli spazi per poter colpire. Al 43’ contropiede della Juventus, ma Marchisio deposita a lato della porta. La ripresa è a senso unico e Morata porta la vecchia signora sul 2-0 dagli sviluppi del tiro di Mandzukic. L’unica reazione dell’Inter arriva due minuti dopo, Jovetic stacca di testa ma Neto si tuffa e blocca il colpo. Al 70’ arriva la doccia fredda per l’Inter, Murillo, già ammonito, abbatte Cuadrado , ed è inevitabile che i neroazzurri restino in dieci. Nonostante la grande sofferenze per l’Inter,  Jovetic prova ancora a dare qualche brivido ma non aggancia il pallone sul cross di D’ambrosio. Dall’altro lato anche Morata si mangia la sua occasione per il 3-0, sprecando uno splendido cross di Pogba. Ci pensa Dybala sul finale a regalare il tris ai bianconeri. Preso il posto di Mandzukic, l’argentino coglie l’assist rasoterra di Asamoah e trafigge Handanovic chiudendo definitivamente i giochi. 

 

Roberta Perna

Le ‘Panchine rosse’ per dire NO alla violenza

panchine donne violenzaDiventano così l’emblema del “posto occupato” da una donna vittima di femminicidio

 

Camminando per la città potrebbe capitarvi di sentirvi osservati da due grandi occhi che vi guardano insistentemente. È la nuova iniziativa della Città di Torino per ribadire con forza un secco no alla violenza sulle donne, attraverso l’installazione permanente di alcune panchine rosse sparse nei parchi della città. Le ‘Panchine rosse’ diventano così l’emblema universale del “posto occupato” da una donna vittima di femminicidio, simbolo e segno tangibile open-air di un vuoto causato dalla violenza. 

Per scoprire dove sono le panchine: http://goo.gl/fTfDMV

 

www.comune.torino.it

Torre del Lingotto, tarallucci e vino tra il Chiampa e il Fuksas

lingotto grattacielograttacielo r2fuksas grattacielo regioneSuperati gli scazzi iniziali l’architetto si era concesso per progettare gratuitamente alcuni elementi interni del nuovo Palazzo Unico: la zona di accesso, il giardino d’inverno, l’allestimento dei bar e delle aree esterne

 

 

Il Chiampa e il Fuksas si sono guardati negli occhi. Dopo gli screzi dei mesi scorsi sui costi delle parcelle dell’archistar fatti lievitare un po’ troppo, l’incontro di oggi a Torino si è svolto – dicono le veline –  in un clima di “viva cordialità”. I due si sono incontrati nel palazzo della Regione Piemonte in piazza Castello (non essendo ancora agibile il grattacielo regionale del Lingotto progettato proprio da Fuksas per ospitare tutti gli uffici dell’ente, oggi sparsi per Torino). Superati gli scazzi iniziali e le carte bollate l’architetto Fuksas si era già concesso per progettare gratuitamente alcuni elementi interni del nuovo Palazzo Unico: la zona di accesso, il giardino d’inverno, l’allestimento dei bar e delle aree esterne. Si calcola che entro un anno i dipendenti regionali di Giunta e Consiglio si potranno trasferire nel nuovo grattacielo.

 

(Foto: il Torinese- Rendering: Regione Piemonte)