redazione il torinese

L'AGNELLO NEL PIATTO? “NO ALLA PASQUA DI SANGUE”

Con l’avvicinarsi della Domenica delle Palme, è stato organizzato un presidio informativo in Piazza CLN

Carne-rossaTra le tradizioni della Pasqua cristiana c’è quella, assurda, di mangiare carne dell’agnello sacrificato. Sono cifre spaventose quelle che documentano l’autentico massacro perpetrato nel nostro Paese, l’Italia, ai danni di questi animali, costretti, nella loro breve vita, a subire sofferenze indicibili e gratuite, in ossequio a un’anacronistica e crudele tradizione. Con l’avvicinarsi della Domenica delle Palme, è stato organizzato un presidio informativo in Piazza CLN per chiedere a coloro che intendono cibarsi delle loro giovani carni, di fermarsi a riflettere e di riconoscere in quel “cibo” degli esseri senzienti, sensibili e sofferenti e quindi di voler risparmiare loro la vita, quale importante primo passo verso un’alimentazione etica. Al tavolo informativo corredato da mostra fotografica, gli attivisti allestiranno una scenografia rappresentante il crudele destino dell’agnello, dalla riproduzione della “scena del crimine” alla tavola imbandita. Si invita la cittadinanza a partecipare. Quest’anno festeggia Pasqua senza agnello nel piatto. Contribuisci ad evitare l’ingiusto e inutile sacrificio di vite innocenti: lascialo vivere.

 
L’evento è stato organizzato dal gruppo “Attivisti per gli Animali – Torino e dintorni” in collaborazione con “U.N.A. – Uomo Natura e Animali” di Asti. www.facebook.com/events/1570060673309090

Marrone (FdI): “Il nuovo sindaco dovrà difendere le periferie abbandonate dal Pd e colpire le municipalizzate”

Il consigliere comunale e regionale Maurizio Marrone spiega a il Torinese cosa dovrebbe fare il prossimo sindaco: “Fassino ha alzato le aliquote fiscali uccidendo il commercio, dobbiamo abbassare le tasse e diminuire gli sprechi

marrone consiglio

Cosa ne pensa della scelta di Osvaldo Napoli come candidato del centrodestra?

È la proposta di Forza Italia agli altri partiti di coalizione, abbiamo sempre obiettato che servisse una candidatura di maggior rottura con il “sistema Torino” e anche generazionale, ma è anche vero che in un momento di tale crisi, l’unità del centrodestra è più importante. Speriamo solo che non sia un’imposizione e che sia ancora aperto il confronto.

 

Sembra essere tuttavia un’imposizione dall’alto…

In realtà lo scorso lunedì secondo me c’è stato un equivoco, perché sembrava che all’inizio Berlusconi avesse smentito la candidatura di Napoli, ma dopo la sua minaccia di abbandonare il campo è stato confermato nuovamente. Pichetto intanto ha confermato che quella è la proposta di Forza Italia. Speriamo che nell’arco di una settimana al massimo si arrivi a una definizione unitaria e definitiva.

palazzo civicoIl consigliere Tronzano, capogruppo azzurro, si è espresso ai nostri microfoni sui candidati in corsa più discussi, Fassino e Appendino. Lei come vede questo duello?

Fassino incarna la continuità del “sistema Torino” ed è il nostro avversario principale, noi come Fratelli d’Italia non accetteremo mai un compromesso con Pd e Fassino a eventuali secondi turni. È anche vero però che la stessa Appendino incarna un’altra sinistra sul fronte “no Tav” e della famiglia, insieme alle numerose ambiguità sull’immigrazione e i campi nomadi. In questa situazione, un appoggio ai 5Stelle in un’eventuale secondo turno andrebbe a mio avviso molto meditato: non si può essere di appoggio a una parte nella guerra di una sinistra contro l’altra. Possiamo arrivare noi al ballottaggio con Fassino, senza lasciarlo fare ad altre forze politiche.

Tuttavia c’è il rischio che la candidata pentastellata raccolga i voti degli elettori confusi del centrodestra, cittadini che magari cercano un volto politico nuovo…

Certo, è possibile che gli elettori scelgano la candidata del M5S anche per il solo fatto che non ne conoscono la politica: l’Appendino è stata scelta perché è molto presentabile, però purtroppo dietro di lei si cela un movimento molto ideologizzato a sinistra, un movimento del “no a tutto”, anche alle grandi opere, allo sviluppo infrastrutturale, un modus operandi che rischierebbe di impantanare la città. Non sono eredi del centrodestra, ma semmai della vecchia sinistra radicale, con la differenza che loro hanno capito che rivendicare quella politica non porta a nulla e allora nascondono quell’identità dietro a messaggi più concilianti per il ceto medio e produttivo.

 

Come valuta, invece, il nuovo tipo di campagna elettorale scelto da Fassino?

 

La campagna di Fassino tradisce tutte le sue paure e le sue incertezze, è consapevole di essere stato a lungo assente dalle periferie e di esser stato troppo a Roma. I torinesi non l’hanno mai amato quindi cerca di colmare questi vuoti con nuove proposte comunicative. Il risultato finora è stato penoso, è incappato in numerose gaffe, partendo da quella del video con il finto cittadino, in realtà staffista Pd, fino al porre il comitato elettorale in un condominio in cui sono tutti contrari: tutto ciò rivela che l’attaccamento territoriale che sta propagandando, in realtà non esiste. I torinesi grazie al cielo non sono stupidi e si rendono conto della differenza che passa tra un “volantinatore”, mi riferisco ai volontari (che credo siano addirittura retribuiti) e un contatto diretto con il sindaco.

Penso sia l’unico, tra i sindaci delle grandi città italiane, che non ha ricevimenti diretti con la cittadinanza: persino il vescovo si rende disponibile a questo, pur essendo molto richiesto.

 

Quali sono, a suo avviso, le priorità cui il nuovo sindaco dovrà dedicarsi?

 

La prima urgenza è la vivibilità e il benessere delle periferie che sono state abbandonate, ci sono fasce intere di popolazione che vivono senza servizi e senza diritti fondamentali alla casa e senza l’assistenza sanitaria. Importante è anche la sicurezza: tutti questi servizi devono tornare in vigore in questi quartieri dimenticati solo perché non sono sotto la lente della vetrina cittadina, perché comunque non hanno dignità inferiore del centro città.

comune palazzo civicoL’omicidio avvenuto qualche giorno fa in Barriera di Milano secondo lei lo testimonia?

Assolutamente. In una riunione dello scorso martedì, Fassino ha rivendicato che sia stato un episodio casuale, ma in realtà è figlio del degrado sociale di quell’area: il fatto che vi siano ubriachi che assassinano le persone nei parchi mi pare una dimostrazione di questo, è capitato ricordo anche due anni fa davanti alla moschea di via Chivasso nella stessa zona. Certe periferie sono ricordate dal centrosinistra giusto ora che ci mette i comitati elettorali, noi invece ci siamo sempre stati: presidi, fiaccolate contro i campi rom, contro lo spaccio.La seconda priorità, come stavo dicendo, è una rivisitazione del fisco: Fassino ha tentato di colmare il debito della città alzando tutte le aliquote fiscali al massimo, con il risultato di deprimere il commercio. Tutto questo non ci rende attrattivi per le imprese, dobbiamo abbassare le tasse e tagliare gli sprechi dei servizi pubblici locali.

Questo proposito è realizzabile in concreto o solo a parole?

Gli sprechi sono parecchi, ma si tratta di andare a colpire i carrozzoni delle municipalizzate.

C’è da dire che su questo fronte, come centrodestra, siete tutti compatti

C’è chi pensa che basti vendere, ma a mio avviso bisogna monitorare il costo e l’efficienza del servizio di aziende come Amiat, Smat e Gtt: ovvio che se Amiat spreca migliaia di euro in sub-appalti alle cooperative sociali, per dirne una, poi quei soldi devono essere coperte dalle tariffe e bollette dei torinesi e allora non funziona. Vogliamo risparmiare da lì, eliminando il clientelismo.

 

In questi giorni agli occhi cittadini appare una Torino inedita: merito del lavoro dell’attuale amministrazione o della campagna elettorale in corso?

Fassino è ufficialmente in campagna elettorale e non si fa alcuno scrupolo a utilizzare l’amministrazione comunale allo scopo di essere eletto nuovamente, un esempio di ciò è il decennale delle olimpiadi: una spesa immensa di quasi 300.000 euro rispetto a un due giorni di eventi molto sottotono, aldilà della sfortuna del meteo. Si tratta di un’evocazione dei fasti olimpici per suggerire ai cittadini che le cose vadano bene.

Romana Allegra Monti

Antagonisti arrestati per violenze al Campus

L’accusa è di resistenza a pubblico ufficiale

salvario poliziaSono sei gli antagonisti arrestati in mattinata dalla polizia di Torino per due fatti di violenza avvenuti a novembre ai danni di studenti del Fuan al campus universitario Luigi Einaudi. Fanno tutti parte del centro sociale Askatasuna. Un altro antagonista avrà invece l’obbligo di firma. L’accusa è di resistenza a pubblico ufficiale. Ora gli antagonisti ai domiciliari. L’inchiesta è stata condotta dalla Digos, coordinata dal pm Manuela Pedrotta. Lo scorso 25 novembre, gli antagonisti del centro Askatasuna imbrattarono l’aula del Campus riservata al Fuan e intitolata a Paolo Borsellino e poi aggredirono esponenti del Fuan.

Giovanna Cantoni: "L'oro e il platino puro sono l'essenza della perfezione"

Un gioiello GC CANTONI è più di un semplice oggetto prezioso, è un’opera di perfezione estetica in grado di donare un’eleganza senza tempo a chi lo indossa

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“L’oro e il platino puro sono l’essenza della perfezione perché non necessitano di altro, li indossi e ti profumano per sempre: non svaniscono avvolgendoti con un’aura di perfezione totale, completa ed eterna. Tu e una goccia di purezza”. Cosi Giovanna Cantoni ama descrivere la sensazione che un gioiello GC CANTONI dona a chi lo indossa e a chi sceglie il prezioso dei preziosi come regalo. Purezza, perfezione ed essenza si fondono con la bellezza e l’esclusivita’.I gioielli GC  CANTONI infatti, sono i primi preziosi brandizzati in metallo prezioso puro: oro, platino e argento 999,9.

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Gli artigiani li realizzano interamente a mano seguendo il metodo di lavorazione descritto nella domanda di brevetto per invenzione industriale. Le gocce GC CANTONI sono disegni e modelli registrati. Uno stile essenziale che racchiude in sé originalità e tradizione, innovazione e vintage, semplicità e raffinatezza. Un gioiello unico, custode di un segreto di perfezione celato nei metalli preziosi puri, da sempre simboli di eleganza universale. Un gioiello GC CANTONI è più di un semplice oggetto prezioso, è un’opera di perfezione estetica in grado di donare un’eleganza senza tempo a chi lo indossa.

 www.giovannacantoni.it

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INFORMAZIONE COMMERCIALE

Incontro con Alessandro Puato autore del libro "Napoleone a Torino"

Giovedì 17 marzo, ore 18 al Centro Studi Piemontesi, via Ottavio Revel 15 

Le visite del 1797,1800, 1805 e 1807 Mediares Edizioni

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L’opera è frutto di oltre quindici anni di lavoro, ricerche e consultazione di documenti d’archivio.

Sono raccontate le visite che Napoleone fece a Torino e dintorni nel 1797, 1800, 1805 e 1807.Vengono ricostruiti i soggiorni, descritti i luoghi che visitò, le persone che incontrò, le decisioni che prese. In numerosi passaggi il testo è arricchito e completato dalla pubblicazione di documenti d’archivio per fornire al lettore una visione in presa diretta degli avvenimenti narrati. Completa il tutto la presenza di un ricco apparato iconografico di personaggi e luoghi interessati da queste visite. Alessandro Puato, torinese, laureato in storia delle istituzioni militari, ha lavorato come addetto museale presso varie realtà torinesi. Da sempre appassionato di storia napoleonica, è membro del Centro nazionale di studi napoleonici e del Souvenir napoléonien

 
 
Info: tel. 011/537486; info@studipiemontesi.it; www.studipiemontesi.it

Quanto è importante il corso di addestramento?

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Di Enrico Coscarelli
 

Sin dal terzo o quarto mese del cucciolo è bene iniziare un corso di addestramento, in maniera da poter ottenere il miglior risultato possibile, e sfruttare ogni momento per costruire una convivenza felice da entrambi i lati; è importante iniziare in questo periodo perché il cucciolo ha ancora tutto da scoprire

 

cani9 2Buongiorno carissimi lettori, è finalmente arrivato il momento di parlare dell’importanza del corso di addestramento. E’ sicuramente un modo nuovo di pensare, che ancora non tutti “accettano”, ma indubbiamente si sta diffondendo, specialmente per chi non è alla prima esperienza di un cane, maggiormente se il precedente è stato immacolato e non ha fatto danni, tende a dare tutte le colpe al cane presente, che invece sta distruggendo casa, è irrequieto e disobbediente. Ebbene si, i cani, come le persone, hanno un carattere e quindi è normale che ogni storia è a sè; sin dal terzo o quarto mese del cucciolo è bene iniziare un corso di addestramento, in maniera da poter ottenere il miglior risultato possibile, e sfruttare ogni momento per costruire una convivenza felice dacani96 entrambi i lati; è importante iniziare in questo periodo perché il cucciolo ha ancora tutto da scoprire, ha una capacità di reazione migliore rispetto ad un suo simile anche solo di un una decina di mesi, è più stimolato a rapportarsi con chiunque e qualsiasi cosa. Mi capita spesso di ricevere clienti con cani di uno, due o cinque anni, e chiedermi: “è tardi per risolvere questo problema?”, che dire, non è mai troppo tardi, chiaro è che se con un cucciolo in due, tre mesi costruisci un bel rapporto, qui ci andrà molto più tempo in rapporto alle problematiche, allora si inizia, con i proprietari molto motivati, ma arriva sempre il giorno in cui mi dicono: “avessi iniziato prima..”, questo è il punto in cui scatta qualcosa, cambi il modo di pensare, ti rendi conto quanto tu puoi dare al cane e quanto più lui può dare a te. Un corso base di addestramento non è semplicemente imparare il seduto, il terra o il resta, bensì vuol dire tirar giù una comunicazione chiara e comprensibile ad entrambi, imparare a sapersi rapportare in maniera corretta, perché è cani9vero che noi vogliamo il meglio per i nostri cuccioli, ma non sempre ciò che per noi è il meglio lo è anche per loro, ricordiamoci che loro pensano in maniera diversa. Diffidate da chi fa corsi di gruppo, quando si lavora col cane, la concentrazione deve essere totale su di lui, per non perdere alcun dettaglio su postura, atteggiamento e reazione dell’interessato. Studiare la quotidianità e trovare il modo migliore di organizzare le giornate, dare i giusti tempi di interazione ed i giusti tempi di riposo, conoscerlo, sapere come far scaricare la sua iperattività e come placare i momenti di affanno, difficoltà. Detta così può sembrar brutto, non è che voglia fare un paragone, ma come noi sin da bambini dobbiamo apprendere come funziona il mondo, a partire dalle scuole e da li a crescere con hobby e ritagliarsi un posto nel mondo del lavoro, anche il cane ha bisogno di imparare per sapere, quindi finire un corso base e vedere che tante altre porte si possono aprire, attività agonistiche e non, agility dog, frisbee dog, obedience, balance fit, ricerca ed ancora altre. “Lavorare” insieme al proprio cane vuol dire diventare il suo parco giochi, fargli brillare gli occhi quando ci vede, fare scampagnate senza paura di distrazioni ed annullare stress, ansie e fobie, che affronteremo al prossimo appuntamento.

Enrico Coscarelli

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349 65 58 270

enrico.coscarelli87@gmail.com

Empowering women: Paola Licciardi, fotografa e videomaker

Sabrina Allegra è una sociologa freelance specializzata in temi riguardanti il genere. Con il fotografo Stefano Di Marco ha realizzato un reportage  (Empowering women through their job and passion) focalizzando l’attenzione sull’empowerment delle donne attraverso la loro professione. Il reportage comprende sei storie di donne, corredate di foto

Di Sabrina Allegra www.womensocialinclusion.org 

Foto  di Stefano Di Marco www.stefanodimarco.com

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3 / PAOLA LICCIARDI, FOTOGRAFA E VIDEOMAKER
 

CHI È PAOLA LICCIARDI?

Paola è una fotografa e videomaker di Rivoli, prima cintura di Torino, dove gestisce il suo studio fotografico MONOCROMO studio da 5 anni. La sua professione nasce 15 anni fa a contatto con lo studio fotografico di sua zia, dove Paola inizialmente si occupa della post-produzione, la fase cioè che segue lo scatto. Grazie a questa esperienza Paola acquisisce competenze fondamentali che, oltre ad arricchire il suo bagaglio formativo di Grafica Pubblicitaria e Fotografia, le consentono di lavorare finalmente sul campo. Oggi Paola dirige brillantemente la sua attività professionale in MONOCROMO studio di Rivoli (To), specializzato principalmente in servizi wedding, sia per quanto riguarda la parte fotografica che video, avvalendosi della stretta collaborazione di Wedon-Produzioni Video. Ciò che contraddistingue la professionalità di Paola è la capacità di cogliere l’essenza delle coppie che scelgono il suo studio, accompagnandole passo dopo passo sia prima che durante la cerimonia.

 

COME NASCE LA PASSIONE PER LA FOTOGRAFIA?

La fotografia entra nella vita di Paola inaspettatamente: la fotografia non esisteva per lei, non le piaceva e non voleva entrasse a far parte della sua vita. Solo in un secondo momento Paola realizza quanto, in realtà, la fotografia facesse già parte di lei: ogni giorno, seppur non fotografando, le immagini e le foto erano, e sono, parte preponderante della sua professione di post-produzionista.

 

LA SUA FONTE DI ISPIRAZIONE NELLA SUA PROFESSIONE?

La calma. Spesso in eventi complessi e stressanti come il matrimonio mancano gli attimi di pace e tranquillità, indispensabili per prendere fiato e trarre ispirazione per nuovi scatti. La fotografia di Paola è pura creatività e, come tutte le attività creative, ha bisogno di concentrazione che lei ritrova nella musica: i Dire Straits e i Beatles sono i gruppi che preferisce.

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QUANTO É IMPORTANTE AVERE UNA PERSONA DI RIFERIMENTO SU CUI CONTARE?

 

Paola racconta come suo padre abbia contribuito alla valorizzazione del suo potenziale, credendo in lei e spronandola a seguire la strada che più la appassionava. Con l’arrivo della sua prima Reflex, regalatale dai suoi genitori, cresce la consapevolezza di voler diventare una professionista della fotografia.

QUALI SONO LE DIFFICOLTÁ INCONTRATE IN AMBITO PROFESSIONALE?

Tanti gli ostacoli incontrati lungo il percorso professionale di Paola, specie nella fase inziale di post-produzionista. All’epoca Paola lavorava per molti studi fotografici a Torino, Ancona, nel Lazio, in Sicilia e in Campania, ma in ognuno di essi il suo talento trovava barriere invalicabili nell’apportare innovazione, nel far capire ai colleghi che c’era dell’altro rispetto all’impostazione consolidata, ad esempio nello stile del montaggio degli album. La questione remunerativa ha poi rappresentato per Paola la difficoltà maggiore. Se nel mondo del lavoro dipendente è sempre più frequente qualche intoppo nel saldo degli stipendi, nel settore dei liberi professionisti lo è ancora di più. Paola racconta dei numerosi escamotages adoperati dai suoi ex-datori di lavoro per giustificare i ritardi nei pagamenti. Poi, con l’esperienza, ‘‘impari che prima ti pagano e poi fai il lavoro!’’ Paola non si abbatte mai, le difficoltà nel suo lavoro non mancano e capita di dover fronteggiare momenti di insicurezza che lei affronta con tenacia. Dall’intervista di Paola emerge un altro aspetto rilevante che talvolta gioca a suo sfavore, per lo meno a primo impatto: la sua età.Paola è una giovane fotografa che da 5 anni dirige il suo studio fotografico in modo intraprendente, ma negli incontri preliminari la sensazione è quella di non trasmettere la sicurezza di cui hanno bisogno i futuri sposi. Considerando, inoltre, che in media ci si sposa sempre più tardi ecco che la differenza di età si nota maggiormente. Se spesso l’essere giovane si traduce in poca esperienza questo non è affatto il caso di Paola: gli sposi stessi confessano come non si aspettassero tanta professionalità da una fotografa così giovane!

 

 

IN QUANTO DONNA?

 

Paola nella sua esperienza di fotografa non ha vissuto esperienze di discriminazione di genere: “l’essere donna in questo campo è un grandissimo vantaggio” afferma. Quando le coppie ingaggiano il suo studio fotografico per il servizio wedding, per la futura sposa è molto appagante e allo stesso tempo rassicurante essere immortalata da una donna. Nella fase che precede l’ingresso in chiesa, l’intesa e la fiducia che Paola costruisce con la sposa si manifestano soprattutto nelle foto scattate a casa: un contesto di intimità dove magari la sposa non è ancora vestita e avere una persona che la rassicuri è una cosa positiva. Nelle esperienze professionali pregresse, Paola ammette però di aver vissuto esplicite avances da parte di un fotografo per cui lavorava: all’inizio con favori e gentilezze subdole, poi via via in modo sempre più palese. Dopo il rifiuto categorico di andare oltre il rapporto professionale, Paola ricevette sempre meno incarichi fotografici fino ad arrivare alla conclusione definitiva del rapporto di lavoro.

COSA SOGNAVA DA PICCOLA PAOLA?

Paola ricorda che da piccola sognava di diventare poliziotta o militare, in un’epoca in cui era ancora raro trovare delle donne in tali professioni.

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SOGNI E PROGETTI FUTURI?

Se deve pensare al futuro Paola vuole continuare a crescere professionalmente: è molto soddisfatta dei traguardi raggiunti e sogna di continuare così, ciò che ha oggi le basta! Un dettaglio che spesso si tralascia quando si guarda al futuro è, infatti, l’importanza del presente.

 

OGGI LE DONNE SONO DAVVERO LIBERE DI SCEGLIERE IL LORO DESTINO?

In ambito professionale Paola vede le donne abbastanza emancipate, specie nel suo settore dove ormai le fotografe donne sono sempre più presenti.

 

PAOLA LICCIARDI IN SINTESI?

Tenace, leale e rispettosa.

COME AVVIARE LA PROPRIA ATTIVITÀ IN ALBANIA

tiranese23IL TIRANESE, IL LINK DEL TORINESE SUI BALCANI
 
Ecco l’iter da seguire per avviare un’attività economica nel Paese delle Aquile
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Con la legge 9901 del 14.4.2008, la legislazione albanese per i commercianti e le imprese riconosce alcune tipologie di società commerciali, aventi personalità giuridica, regolarmente registrate presso il CNR “Centro Nazionale di Registrazione (Q.K.R.)” e iscritte nel registro delle imprese.Le indicazioni obbligatorie per legge da fornire al momento del deposito della domanda di registrazione

sono:

ragione sociale, forma costitutiva ,data di iscrizione,dati dei soci,sede legale,oggetto dell’attività Per tutte le tipologie societarie le aliquote applicabili – imposta valore aggiunto (T.V.SH.), IRPEF e IRES – sono nella misura del 10% del reddito FLAT CORPORATED TAX.La documentazione richiesta dal Registro Nazionale delle Imprese (QKR-CNR):

albania. L’Atto costitutivo e lo statuto autenticati davanti al notaio. Con indicato il nome della società, la sede legale, lo scopo sociale, il capitale iniziale, la durata della società (in Albania può essere illimitato) ed il nome/i del socio/i degli amministratori oppure i direttori2. Il modulo compilato (CNR – QKR) è depositato dal rappresentante legale della società (o da persona autorizzata con procura) In caso di registrazione di una filiale (branch)o di un ufficio di rappresentanza, il Centro Nazionale della Registrazione (CNR-QKR), oltre alla documentazione richiede:

 . modulo compilato e depositato dal rappresentante della filiale/rappresentante dell’ufficio o della società madre o dalla persona autorizzata con procura

. atto costitutivo e statuto della società madre (ed eventuali modifiche)3. attestato rilasciato, non più di 90 giorni prima, dalla Camera di Commercio competente nel Paese d’origine ove la società madre sia registrata

Quest’ultimo documento deve indicare che:

(a) la società madre è registrata regolarmente al RegistroCommerciale(b) la società madre non è soggetta a procedure di scioglimento o fallimento(c) la composizione degli organi di amministrazione e gestione della società madre

. copia dell’ atto decisionale del consiglio di amministrazione della società madre in merito alla costituzione dellabranch o dell’ufficio di rappresentanza in Albania, e che nomini un rappresentante legale della filiale o dell’ufficio5. bilancio annuale e relative dichiarazioni finanziarie dell’ultimo anno della società madre

Braco Dimitrijević: “Il Louvre è il mio studio, la strada è il mio museo”

gam goria4L’arte -tra ironia e genialità- usata come sciabola per combattere il potere, l’eccessivo culto della personalità e la becera comunicazione di massa. Non è un caso che l’allestimento inizi con la scritta murale “Non ci sono errori nella storia. L’intera storia è un errore”

“Il Louvre è il mio studio, la strada è il mio museo”. E’ una delle affermazioni di Braco Dimitijević, pioniere dell’Arte Concettuale e uno dei massimi artisti a livello internazionale. La personale che la GAM di Torino gli dedica, dal 16 marzo al 24 luglio, a cura di Danilo Heccher, racconta questo ed altro, ripercorrendo le fasi principali della sua carriera, attraverso un’ottantina di opere: grandi installazioni, disegni, acquerelli e fotografie. L’artista bosniaco -che da anni vive e lavora a Parigi ed ha esposto nelle gallerie e nei musei più prestigiosi del mondo (7 volte alla Biennale di Venezia)- in questi giorni è a Torino per l’inaugurazione della mostra, appuntamento prestigiosissimo messo a segno dalla GAM.

L’arte -tra ironia e genialità- usata come sciabola per combattere il potere, l’eccessivo cultodella personalità e la becera comunicazione di massa. Non è un caso che l’allestimento inizi con la scritta murale “Non ci sono errori nella storia. L’intera storia è un errore”. C’è questo alla base dell’opera di Braco Dimitijević, nato a Sarajevo nel 1948, terza generazione di una famiglia di artisti. Suo padre era il pittore Vojo, famoso negli anni 30 e le cui opere furono bruciate dai nazisti: autodafé che segnò Braco, indicandogli il lato effimero della notorietà.gam goria 3

Cresciuto in una famiglia intellettuale e liberale, nella Jugoslavia postbellica (in cui Tito, con il suo no a Stalin, aprì la prima breccia nel blocco comunista), a soli 10 anni allestisce la sua prima mostra, presentando 40 oli su tela. Sono i primi passi dell’enfant prodige che spicca il volo: laurea a Zagabria, poi alla Saint Martin’s   School of Art di Londra. Sempre più sospettoso verso l’autorità e scettico nei confronti delle apparenze. Avverte che la pittura non riesce ad esprimere a fondo la complessità del suo pensiero, così negli anni 60 inizia gli interventi nello spazio urbano. E’ l’arte fuori dal museo, colpo di genio e sua precisa cifra stilistica.

Nel 63 “Flag of the world” è la prima opera all’aperto, in cui sostituisce la bandiera nazionale della sua barca con uno straccio per spazzoloni: presa di posizione politica e gesto simbolico con cui priva un vessillo ufficiale della sua funzione e lo rimpiazza con un oggetto di uso privato.

Nel 69, mette un cartone di latte sulla strada, aspetta che una macchina lo investa, poi ferma il conducente e gli chiede di firmare la macchia spiaccicata sull’asfalto che -solo allora- diventa un’opera d’arte. E’ la performance “Painting of Kresimir Kikla”(dal nome del guidatore). Ne seguiranno altre, in cui trasforma un gesto involontario in testimonianza artistica; mettendo a fuoco il rapporto tra casualità e creatività , e dissacrando l’idea stessa di artista.

gam goriaTra fine anni 60 e inizio 70 è la volta dei “Casual Passers-by” (Passanti casuali): gigantografie e sculture di persone sconosciute che l’artista colloca in sedi prestigiose, facciate di palazzi o al centro delle piazze, stravolgendo così l’idea dei cartelloni pubblicitari come strumenti di informazione pubblica. Di più. Dimitijević pensa ai tanti geni (El Greco, Kafka ed altri) incompresi dai loro contemporanei ed ipotizza che anche ai giorni nostri possano esserci persone di talentuosa creatività, ma non in sintonia con il tempo in cui vivono. Allora dà più visibilità alla gente comune, inserendola nelle sue installazioni: perché il presupposto è che chiunque potrebbe essere un genio nell’ombra.

Dalla metà degli anni 70 sviluppa “Tryptychos Post Historicus”: 500 installazioni nei vari musei del pianeta (dalla Tate Gallery al Guggenheim di New York, dal Louvre al Centre Pompidou), che incorporano al loro interno altre opere avute in prestito dalle collezioni museali. Lui le racconta così «Sono dei trittici che rappresentano il Cosmo in piccolo e la diversa trinità dei valori coesistenti: la prima parte è rappresentata da un quadro storico, la seconda da un oggetto del quotidiano, la terza dalla frutta, che esiste senza convenzioni culturali perché appartiene alla natura ed ègam goria2 indipendente dall’uomo». La consacrazione di Dimitijević è negli anni 80-90, quando si afferma al grande pubblico realizzando installazioni con ritratti di personaggi e intellettuali famosi, animali vivi ed elementi organici (come frutta e verdura). Emblematica la mostra allo zoo di Parigi, nel 1998, in cui installò opere d’arte nelle gabbie di leoni, coccodrilli, gorilla, pantere,ecc. per dimostrare la relazione cosmica tra l’essere vivente (in generale) e l’arte. E mentre gli uomini spesso distruggono; gli animali, invece, rispettarono tele e sculture. Un confronto tra 2 modelli culturali: quello occidentale e quello animale, che vive   in armonia con la natura. E   Braco Dimitrijević commentò: «Dopotutto, se qualcuno guarda la terra dalla luna, non vi è alcuna distanza tra il Louvre e lo zoo».

Alla GAM – tra le tante opere significative dell’artista- si possono ammirare anche le installazioni “Heralds of Post History”, grandi fotografie in bianco e nero su mucchi di noci di cocco, da cui spuntano dei tromboni (1997); “Balkan Walzer”, stampe ai sali d’argento, picconi e peperoncini rossi (2004); le immagini del 2007 intitolate “Crossed” (Sbarrato); e le incredibili barche di legno piene zeppe di scarpe su cui troneggiano le gigantesche stampe bifronte di “Veleggiando verso la post storia” (2009).

Laura Goria

How to: “Braco   Dimitrijević” dal 16 marzo al 24 luglio   2016.

GAM (Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino). Via Magenta 31, Torino.

Tel. 011 4429518 gamtorino.it

Sicurezza, il Controllo del vicinato conquista il Piemonte

vicinato iarMostra di San Giuseppe, un anno dopo: “Dal Monferrato Sicuro alla Sezione Piemonte”
 

Quando nel marzo dello scorso anno venne presentato il sistema di Controllo del Vicinato, in occasione di un convegno alla Mostra di San Giuseppe tre erano i comuni dove stava incominciando ad organizzarsi: Casorzo, il primo in assoluto, Ponzano Monferrato e San Mauro Torinese. A dodici mesi esatti la situazione è profondamente cambiata e tocca ora diversi centri della Provincia di Alessandria, Asti, Cuneo (soprattutto nel Roero) ma anche nella Città Metropolitana di Torino e di Vercelli. E tra questi c’è anche un capoluogo di provincia come Asti, dove l’amministrazione ha creduto di appoggiarlo e di contribuire a diffonderlo nell’ambito di un sistema di sicurezza urbana partecipata, che – naturalmente – non prescinde dalla forze dell’ordine anzi, e che nulla ha a che vedere con iniziative come le cosiddette ronde. “Dal Monferrato Sicuro alla Sezione Piemonte” è il titolo del convegno che si terrà mercoledì 16 marzo, alle ore 20.30, nella Sala Convegni della Mostra regionale di San Giuseppe a Casale Monferrato, al quale sono stati invitati oltre ai cittadini e gli amministratori del Casalese, anche gruppi di volontari ed amministrazioni che ne condividono le finalità di tutto il Piemonte. Nella serata verrà formalizzata la richiesta di costituire una Sezione per il Piemonte (la terza in Italia, dopo quelle di Veneto ed Alto Milanese). Interverrà il vice presidente dell’Associazione Controllo del Vicinato, Leonardo Campanale.