redazione il torinese

AL VIA TORINO STREET, CALCIO DI STRADA CONTRO LA POVERTA’ EDUCATIVA

Organizzato dal Tavolo delle Equipe di Strada di Torino, Ufficio Minori
Stranieri del Comune di Torino, Uisp Comitato di Torino, Gruppo Abele,
San Luigi, Asai, CivicoZero, Stranaidea, UCI, Cooperativa ET, Save the
Children Italia

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Prenderà il via giovedì 14 aprile dalle 15 alle 18 in  piazza Sofia parco Colletta (organizza Gruppo Abele) il primo di 6  appuntamenti di Torino Street, un torneo di calcio a 5 di strada rivolto  ai giovani dai 14 ai 17 e dai 18 ai 22 anni.
Le regole della manifestazione saranno quelle che Uisp applica nei  tornei di strada e si svolgono nelle periferie e nelle aree di disagio
sociale della Città, atte a promuovere lo spirito di squadra, la  cooperazione,  la conoscenza, il confronto corretto e la lealtà.
Ogni partita prevede la pratica del “primo tempo”, un momento di  conoscenza pre-partita tra i giocatori e l’assenza di un arbitro. Il  ruolo viene affidato da parte degli atleti ad un “responsabile del  gioco”, che in caso di comportamenti o azioni scorrette decide insieme
ai capitani delle squadre come risolvere la situazione. “I tutor di  gioco” sono educatori, che fuori dal campo affiancano e sostengono i  responsabili delle squadre nelle loro scelte.
Torino Street aderisce a “7 giorni per il futuro” settimana di eventi ed  iniziative di contrasto alla povertà educativa, nell’ambito della  campagna “Illuminiamo il futuro” promossa da Save the Children.
I successivi appuntamenti si terranno nei luoghi di incontro dei  Progetti di educativa di strada, al parco Dora 21 aprile, in via  Carmagnola 28 aprile, via Artom 12 maggio, via Romita 21 maggio presso la Scuola primaria Gobetti, parco del Valentino 26 maggio con le finali
del torneo. Le magliette e i premi sono stati offerti dalla Scuola Primaria Piero
Gobetti.

Mattarella fa il punto su migranti, digital economy e sicurezza

mattarella 22Con il Presidente della Repubblica Federale di Germania Joachim Gauck

Giornata torinese per il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il Presidente della Repubblica Federale di Germania Joachim Gauck. I due capi di stato partecipano alla seconda edizione dell’Italian-German High Level Dialogue,  al Teatro Regio di Torino. L’iniziativa congiunta è organizzata su iniziativa della Presidenza della Repubblica italiana e della Repubblica Federale di Germania, sotto l’egida dei rispettivi  Ministeri degli Esteri e il coordinamento da parte italiana dell’ISPI, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale. L’Italian-German High Level Dialogue si propone di  rafforzare i rapporti italo-tedeschi e il dialogo fra le personalità dei due Paesi. I temi in discussione sono i flussi migratori,  digital economy e le minacce alla sicurezza causate dal terrorismo e dai  conflitti internazionali. I due presidenti a Palazzo Madama per visitare la mostra sull’Ermitage e per la cena di gala.

La "Bella stagione" in piazza Carlo Felice

AL GIARDINO FORBITO SAMBUY
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 “Bella stagione”, la primavera forbita dei Giardini Sambuy presenta l’inaugurazione della rassegna musicale proposta dal Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino fino alla fine di maggio, tutti i sabati.  Fedele alla sua vocazione, il gazebo dei giardini torna a vibrare e ospita alle ore 18 il primo concerto del variegato programma con “ffforttissimo Guitar Quartet” eseguito da Arturo Mariotti, Daniele Ligios, Paolo Bianchi, Cristiano Arata – chitarra. Scuola: Dora Filippone. Alle ore 17.30 con Giardino forbito presenterà il calendario del Conservatorio il direttore Marco Zuccarini con il presidente Valentino Castellani, in un confronto costruttivo sul futuro e sulle possibili felici e rinnovate sorti di uno dei giardini più storici della città con una rappresentanza di residenti e il comandante Polizia municipale sezione Centro Maurizio Berini, il presidente della Circoscrizione 1 Massimo Guerrini, l’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta, un rappresentante di Consulta per la valorizzazione dei beni culturali e artistici di Torino e il sindaco Piero Fassino, che assisterà a seguire il concerto.  Nell’ambito del programma “sostenibilità e cultura” di Giardino forbito già dalle ore 15, i Giardini Sambuy saranno animati dal progetto #TorinoaLED che inizia qui una serie di appuntamenti, sparsi per la città, per far conoscere da vicino il nuovo sistema di illuminazione a LED, e alle ore 15.30 dall’incontro “Donne forbite, appuntamenti in giardino” tra Enrica Tesio e Vittoria Baruffaldi. Presentando Esercizi di meraviglia – fare la mamma con filosofia (Einuadi) e La verità, vi spiego, sull’amore (Mondadori), Vittoria e Enrica dialogano sull’esperienza di essere donne madri amiche e scrittrici nei tempi moderni. Da ottobre 2015 l’associazione culturale Giardino Forbito, patrocinata e sostenuta dalla Circoscrizione 1 e dall’assessorato all’Ambiente, dalla Fondazione Torino Smart City e dalla Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Torino, prova a dare una risposta alla necessità di riqualifica degli storici Giardini davanti alla Stazione Porta Nuova di Torino, sala d’attesa e salotto prestigioso della città. Lo fa con un concept innovativo, inclusivo e etico, nato per promuovere stili di vita e consumi consapevoli, invitando contemporaneamente alla sostenibilità e alla cultura con una proposta trasversale e partecipata da tutte quelle realtà cittadine e del territorio in filosofia e già attive.

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PROGETTO TORINO A LED – Il Progetto Torino a Led consiste nella sostituzione di 55mila lampade, pari al 55% dei lampioni dell’illuminazione pubblica attualmente in funzione su tutto il territorio cittadino. Le luci a led, con metà della potenza impiegata rispetto a una lampada tradizionale, consumano un terzo di energia in meno e offrono una maggior resa, abbattendo l’inquinamento luminoso. Questa nuova tecnologia non è soltanto un cambiamento strutturale importante, grazie al quale il risparmio energetico sarà evidente già dalle prime accensioni, ma è anche un salto culturale, un cambiamento nelle abitudini che riveste ogni aspetto della nostra esistenza. In aggiunta si sta investendo molto sull’analisi dei consumi di numerosi edifici, uffici, scuole e luoghi di aggregazione della città, affinché altrettanti numerosi siano gli interventi di efficientamento energetico”. A oggi sono state sostituite oltre 40mila lampade, con un risparmio nei costi energetici di 3,3 milioni di euro. Entro pochi mesi il programma sarà portato a termine.

 

BIOGRAFIE DELLE SCRITTRICI:
Vittoria Baruffaldi, nata a Torino nel 1977, è professoressa di filosofia e storia al liceo. È autrice del blog La filosofia secondo babyP, nato come riflessione filosofica sulla maternità. Ha pubblicato qualche racconto su riviste, tra cui «Inutile» e «Nazione Indiana».
Enrica Tesio, blogger e scrittrice torinese, ha due figli e due gatti, e ha un mutuo.
Laureata in Lettere con indirizzo cinematografico, fa la copy da quando aveva vent’anni. Nel 2015 è uscito per Mondadori La verità, vi spiego, sull’amore.
 

(foto: il Torinese)

La "lezione" di Cavallero e la rivoluzione sbagliata

tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Uscito il film di Lizzani “Banditi a Milano” corsi a vedere uno straordinario Gian Maria Volontè che lo rappresentava, “rubando” dai vecchi compagni di Barriera notizie ed aneddoti sul personaggio. Tutti arrabbiati con lui. Da “rivoluzionario” a rapinatore ed assassino

ll 26 settembre 1967 cenato con i miei, il telegiornale diede la notizia dell’ arresto di Pietro Cavallero. Mio padre scuotendo la testa disse lapidario : doveva finire così, non mi è mai piaciuto. Non capii, non conoscendolo, Uscito il film di Lizzani “Banditi a Milano” corsi a vedere uno straordinario Gian Maria Volontè che lo rappresentava, “rubando” dai vecchi compagni di Barriera notizie ed aneddoti sul personaggio. Tutti arrabbiati con lui. Da “rivoluzionario” a rapinatore ed assassino. Non c’entrava nulla la politica, il PCI,  lui era un ambizioso che aveva tragicamente sbagliato.  Potremmo dire senza ma e senza se. Per questo appena ho saputo che all’ Anatra zoppa si presentava il libro di Claudio Bolognini  “I ragazzi della Barriera” mi sono subito  fiondato. Leggendo prima il libro. Scorrevole amore per il dettaglio e pregevole l’idea dell’io narrante. cavallero barriera

Frugale cena con l’autore dove mi ha colpito la battuta di un insegnante organizzatrice della presentazione : leggendo il libro si parteggia quasi per La Banda Cavallero…non avessero ammazzato…L’autore ha sostenuto la sua equidistanza,  ed io ho apprezzato molto il suo ricercare sul posto i luoghi di Barriera,  dalla Motori alla Stura. Ma Pietro Cavallero non mi è mai stato simpatico e continua ad essermi antipatico.  In particolare un episodio raccontatomi e parzialmente presente  nel libro. La polizia non capiva come questa banda si procurava le armi, intuendo si trattasse di una banda non tradizionale.  Infatti Pietro Cavallero chiedeva un contributo economico per comprare armi da mandare a patrioti algerini. Ma teneva per sé una parte per le rapine. Più che un azione politica era una presa in giro. Dopo hanno voluto e saputo dare motivazione politica ad atti di sola violenza ed uccisione. Leggendo ho capito fino in fondo il disappunto di mio padre che per contrastare il padrone scioperava , il più delle volte da solo,  non concedendo la rivolta sociale con le rapine. Un libro da leggere.

Migliori servizi e rigore della spesa per il rilancio di Torino

palazzo civicoPaolo Greco: “La nostra città ha perso la propria identità. La crisi di questi anni ha toccato tutti quanti e per risollevarci non basta puntare solo sul Turismo e Cultura. Non dobbiamo e non possiamo dimenticare l’impronta industriale e manifatturiera”

Le sue idee sono chiare e precise, la sua politica è riassumibile in tre punti principali: rigore nella spesa, aumento del numero di asili, abbattimento del caro mensa e una maggiore sicurezza in città. Con questi obiettivi, Paolo Greco, Udc,si ripropone al Consiglio Comunale. Già membro della Commissione Bilancio, vicepresidente della Commissione Commercio e membro della Commissione Controllo di Gestione,  che è l’unica commissione guidata dal centro-destra.

Proviamo a fare un bilancio della città, quali sono i cambiamenti più significativi?
La nostra città ha perso la propria identità. La crisi di questi anni ha toccato tutti quanti e per risollevarci non basta puntare solo sul Turismo e Cultura. Non dobbiamo e non possiamo dimenticare l’impronta industriale e manifatturiera, la Fiat ha dato un posti di lavoro e stipendi. Adesso è necessario ridare valore anche al Politecnico, un tempo, ancor prima di laurearsi, i giovani trovavano un posto di lavoro nelle nostre industrie.  Un altro grave problema sono i costi delle mense negli asili, a Torino il prezzo medio é di circa 120€ al mese, somma tra quelle più alte d’Italia se si  pensa che in città come Roma o Napoli il costo varia di 50-60 euro.greco

Cosa si può fare per risolvere queste problematiche?
Bisogna insistere con la riduzione del debito, è necessaria una riqualificazione cittadina e dei centri urbani, fornendo ai cittadini migliori servizi a partire dai trasporti. Primo fra tutti un miglior collegamento da Caselle con altre città europee, senza doversi spostare fino a Milano. Incentivare i giovani allo studio, molti abbandonano gli studi già dalla terza media. É necessario inoltre garantire maggior sicurezza ai cittadini, istituendo magari la figura del poliziotto di quartiere. Io non nascondo che questa città stia attraversando un periodo difficile, ma io credo molto nel mio lavoro, io stesso sacrifico la maggior parte del mio tempo per dedicarmi alla politica e per cercare di capire quali siano le difficoltà e ciò che posso fare per impegnarmi a risolvere, dove possibile, i problemi. Il consigliere comunale deve essere un punto di riferimento per i cittadini.

 

Roberta Perna

Dopo il Salone del Risparmio 2016

moneyL’angolo del Private Banker/
di Fabio Ferrarese
“Risparmio al centro, demografia, liquidità, sviluppo”. Demografia, liquidità e sviluppo sono state quindi le tre parole chiave su cui si sono articolate le riflessioni di quest’anno

ferrareseSi è da poco conclusa la VII edizione del Salone del Risparmio la cui tre giorni, svoltasi quest’anno a Milano, aveva il seguente tema: “Risparmio al centro, demografia, liquidità, sviluppo”. Demografia, liquidità e sviluppo sono state quindi le tre parole chiave su cui si sono articolate le riflessioni di quest’anno. Sono stati proposti sette percorsi tematici per affrontare alcuni dei grandi temi di attualità, aprendo così una meditazione sull’effettiva validità dei tradizionali paradigmi della finanza: le scelte di investimento delle famiglie; lungo termine, previdenza e sostegno all’economia reale; educazione finanziaria e formazione; finanza sostenibile e impact investing; consulenza finanziaria e distribuzione; portafogli su misura, mercati e servizi finanziari; fintech; I diversi relatori, che si sono succeduti nell’affrontarne il tema proposto, hanno voluto dedicare tempo e spazio a due argomenti che fino a qualche anno fa entravano nei dibattiti in maniera troppo filosofica ed accademica, ma che in realtà sono fondamentali per il futuro del risparmio e probabilmente anche per il domani del nostro Paese: il ruolo delle SGR nell’economia reale e la previdenza complementare. Il Ministero dell’Economia, in particolare,  attraverso tre importanti suoi esponenti (Padoan, Pagano e Zanetti) ha voluto mandare un segnale sulla possibile attuazione futura di provvedimenti volti a indirizzare il risparmio verso le imprese. Le SGR possono contribuire fattivamente alla crescita (non solo economica) del tessuto industriale italiano se idoneamente supportate, ma al tempo stesso le nostre Autorità devono quanto prima concentrarsi sullo sviluppo di un serio terzo pilastro previdenziale.

money

La sensazione che rimane alla chiusura dei lavori è quella che finalmente l’industria del risparmio gestito ha definitivamente catturato l’attenzione delle autorità di vigilanza e della politica in maniera molto concreta. La speranza che tutta questa attenzione si riversi nelle aule delle varie commissioni parlamentari e che tutto ciò avvenga non come ulteriore fonte di liquidità da spremere per sanare i conti pubblici, ma come veicolo in grado di rilanciare l’economia nazionale. Un punto fondamentale rimane però ancora irrisolto: il discorso intorno all’annosa questione dell’educazione finanziaria. Da un lato, sentiamo Banca d’Italia e la Consob condividere gli stessi pensieri sull’argomento (“serve un approccio sistemico al tema”, hanno affermato Magda Bianco e Giuseppe D’Agostino), ma dall’altro l’Italia sembra non essersi ancora mossa a livello di cultura finanziaria risultando la peggiore dei G7 con un livello di cultura finanziaria molto simile ai Paesi Emergenti. Su un numero di circa centoventi conferenze tenutesi nella Kermesse milanese, oltre trenta avevano dei risvolti legati alla formazione e all’educazione finanziaria. È stato bello vedere più di milleseicento giovani studenti delle superiori partecipare con entusiasmo ad una conferenza dedicata al risparmio gestito. Ma a parte questi interventi sporadici ed isolati che cosa si sta effettivamente facendo per questa questione irrisolta nel nostro Paese?

L’ OCSE ci dice che l’Italia rimane nelle ultime posizioni mondiali su molte classiche di questa tematica risultando così più colti, finanziariamente parlando, solo della Colombia. Forse questo potrebbe essere materia sulla quale concentrarsi nel Salone del prossimo anno e viste le ultime vicende di risparmio tradito, la formazione, l’educazione e l’informazione dei risparmiatori dovrebbero coinvolgere non solo le future generazioni, ma anche e soprattutto gli adulti attuali.

Per curiosità ed approfondimenti potete scrivere a fabio.ferrarese@yahoo.it

Quaranta artisti a ritmo di Swing

swing2Una mostra collettiva di pittura, grafica, fotografia e qualche installazione ci riporterà indietro nel tempo per rivivere un periodo storico che, con la sua musica, ha caratterizzato il costume non solo d’oltre oceano ma anche in Europa

Allestita in concomitanza del Royal Swing Festival che si terrà alla Lavanderia a Vapore nel week end del 25 Aprile, “Gli Anni del Swing” è una mostra collettiva che coinvolgerà circa quaranta artisti, presso la Sala Espositiva del Museo della Città di Collegno, pittura, grafica, fotografia e qualche installazione ci riporteranno indietro nel tempo per rivivere un periodo storico che, con la sua musica, ha caratterizzato il costume non solo d’oltre oceano ma anche in Europa. Un’epoca di grandi avanguardie artistiche, cambiamenti radicali ed uno spiccato gusto per la musica  trumentale ed i balli sfrenati. Erano gli anni di Josephine Baker, Al Capone, Duke Ellington, Tamara De Lempicka e Gabriele D’Annunzio, del proibizionismo e dei club clandestini, delle grandi invenzioni, ma anche gli anni a cavallo dei due più grandi conflitti bellici della storia moderna e di una grande crisi economica, nulla più attuale di tutto questo.
Swing, qualche notizia
“Alla fine degli anni venti, in piena crisi economica ed in pieno proibizionismo, si sentì il bisogno
di novità anche nel campo musicale: le orchestrine New Orleans e Dixieland non soddisfacevano
più il pubblico. I locali di Kansas City e New York (Cotton Club in testa) decisero di affidarsi a musicisti giovani con nuove idee. Kansas City divenne quindi il regno di Count Basie ed il Cottonswing quadro
Club di NY quello di Duke Ellington: le loro orchestre, con le loro assolute diversità, scandiranno e
influenzeranno gli sviluppi futuri del Jazz fino al 1940. Dopo i primi successi neri, lo swing divenne fonte di guadagno per i musicisti bianchi i quali riuscirono a farlo divenire genere di successo radiofonico e a portare il jazz ad Hollywood. Tra gli anni 1935 e 1946 lo swing delle big band divenne il genere più popolare degli Stati Uniti: oltre ad Ellington e Basie altri musicisti e bandleader come Loius Prima, Fletcher Handerson, Benny Goodman, Jimmy Dorsey, Tommy Dorsey, Glenn Miller, Woody Herman, Harry James e Artie Shaw furono i protagonisti di questo periodo. Il declino della cosiddetta “era delle big band” ebbe molti motivi, ma il principale fu la chiusura (durante la guerra) delle immense sale da ballo che costituivano i datori di lavoro più affidabili per le orchestre, e anche gli unici locali che potevano permettersi di pagare alcune decine di musicisti ogni sera. Dopo la guerra molte sale non riaprirono, e quelle che lo fecero si dedicarono ad altri tipi di musica da ballo: stava per cominciare l’era del rock. Il locale di elezione per la musica jazz divenne allora il club di ridotte dimensioni, per il quale la formazione tipo era il piccolo combo, dal trio al sestetto.
E l’Italia?
La paternità dello swing italiano, nato su emulazione del filone americano, è da attribuire ad Alberto Rabagliati ed al Trio Lescano delle sorelle Lescan; seguirono i pionieri Natalino Otto e i
direttori d’orchestra della EIAR. In seguito anche Fred Buscaglione si ispirò allo swing americano per le sue innovative canzoni. Un cultore del swing fu anche Lelio Luttazzi che propose più volte questo genere musicale, durante gli spettacoli RAI da lui presentati.

INAUGURAZIONE:
Venerdì 15 Aprile ore 18.00
ORARI DI APERTURA:
Dal mercoledì al venerdì dalle 15.30 alle 18.30
Sabato – Domenica e Lunedì 25 Aprile dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.00
LUNEDI 25 APRILE ORE 16 CIRCA PASSEGGIATA MUSICALE PER LA CERTOSA CON
TERMINE ALLA SALA ESPOSITIVA E FINISSAGE DELLA MOSTRA.

 

"E nessuno viene a prendermi"

libro cutriA due anni dall’uscita di “E nessuno viene a prendermi”, l’aperitivo letterario con cui l’autore Simone Cutri festeggia la ristampa del libro “E nessuno viene a prendermi”

14 aprile ore 18:30 – Caffè Damiani, via San Francesco d’Assisi 19: Un’occasione informale per bere qualcosa e presentare questo romanzo di antiformazione tutto torinese. -In realtà, il libro nasce dalle parti in corsivo, il diario del quindicenne Matteo,- afferma lo scrittore – e che rappresenta il passato all’interno del triplice quadro passato-presente-futuro che scandisce l’andamento di “E nessuno viene a prendermi”, ma non trae propriamente origine da una mia esperienza personale, bensì dal preludio di rimpianto che avvertivo quando passavo i pomeriggi a studiare all’università, tra studio, pause e, insomma, la vita da universitario: amavo quei pomeriggi, e sapevo che mi sarebbero mancati”. Ambientato nel 2019, un ipotetico sbarco su Marte fa da cornice alla delirante e surreale notte d’ansia e vuoto esistenziale di Matteo, il quale ripercorre, tramite l’incontro con le persone più significative della propria vita (null’altro che decalcomanie, tramite le quali viene delineato il contorno psicologico del protagonista), le grandi tappe di un mal de vivre esistenziale, che nulla ha a che fare con le contingenze esterne: -Ecco perchè – dice Cutri – lo rivolgerei principalmente agli appartenenti alla mia generazione, a coloro che portano il peso del benessere; per quanto si cerchi di dimenticarsene, di ottenere distrazioni, successi o riconoscimenti, una volta che hai tutto, i problemi che non puoi sconfiggere ritornano, e il nostro è un mal de vivre mascheratissimo, ben diverso da quello di un Werther o un Ortis, che decidono di morire a a causa di delusioni legate alle contingenze esterne; quella di Matteo è una condizione esistenziale irrimediabile”. A far da sfondo, una Torino che calza alla perfezione il percorso del protagonista, offrendo una vasta varietà di scorci, dal misterioso e trasgressivo della Torino rionale, a quello elegante dei quartieri alti, fino ad arrivare alla vorticosità del Po, evocati con nitidezza attraverso i passi di Matteo. – In effetti – dice Cutri – mi piacerebbe un domani farne una sorta di audiolibro, andando a presentare anche visivamente l’ambientazione e i luoghi attraversati dal protagonista -. Da innamorato della letteratura, inoltre, Cutri presenterà il 21 aprile alle 20:30, anche uno spettacolo, “L’aura non c’è”, all’Auditorium Vivaldi di Piazza Carlo Alberto 5a: una presentazione scanzonata di quattordici poesie, da Dante alla Merini. – “L’Aura non c’è” è un atto d’amore sincero e scanzonato per la Poesia Italiana. Si ripercorreranno, sempre con un sorriso, i capolavori dei grandi Maestri, con l’unico intento di riscoprire una Bellezza che oggi pare dimenticata. Poesia d’amore, amore per la poesia: ecco gli elementi di una serata colta, ma anti-accademica, piena di passione e, allo stesso tempo, divertente e divertita -. Gran parte dei proventi dello spettacolo, inoltre, verranno devoluti all’associazione AMA (Associazione Missione Autismo), per il progetto Vacanza Senza i Miei, che darà la possibilità ad adolescenti e ragazzi affetti da autismo, accompagnati da educatori, di vivere un’esperienza all’insegna dell’autonomia.

Veronica Bosco

L’Addetto per la Difesa tedesco a Palazzo Arsenale

Il Col. Georg Oel alla Scuola di Applicazione dell’Esercito

esrecito tedescoL’Addetto per la Difesa della Repubblica Federale di Germania, colonnello Georg Oel è stato ricevuto oggi al Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito. Accolto a Palazzo Arsenale dal vertice dell’Istituto generale di divisione Claudio Berto, il rappresentante delle forze armate tedesche ha assistito ad un briefing sulle tradizioni, i compiti attuali e le prospettive future di uno degli enti di formazione militare più antichi d’Europa.  Nel corso della sua permanenza a Torino l’ufficiale ha approfondito la conoscenza delle potenzialità e capacità dal Centro Studi sulle Operazioni di Post-Conflict nel settore della formazione ed ha assistito alle fasi conclusive della esercitazione “Safe Endeavour” alla quale hanno preso parte i capitani frequentatori del 141° corso di Stato Maggiore. A suscitare particolare interesse nel visitatore l’iter di istruzione degli ufficiali presso la Scuola di Applicazione: un percorso basato sulla efficace sinergia fra Esercito, Università degli Studi e Politecnico di Torino e votato alla spiccata internazionalizzazione degli studi civili e militari. Prima di lasciare Palazzo Arsenale il colonnello Oel ha espresso il proprio apprezzamento per i lusinghieri risultati conseguiti dalla Scuola di Applicazione nell’assolvimento dei propri compiti istituzionali ed ha auspicato il rafforzamento della cooperazione fra Italia e Germania in una comune ottica di rafforzamento della sicurezza internazionale.

 

Alla scoperta delle identità nelle sculture di Paolo Troubetzkoy

Un nuovo contributo alla conoscenza dell’ artista e dei suoi rapporti con i personaggi da lui ritratti dei quali sino a oggi studiosi e pubblico non si erano mai occupati in modo particolare. Da vero cosmopolita il principe, di origini russe e americane ma cresciuto in Italia, aveva committenze anche in Europa, America e Russia e, come soggetti, i membri di quell’alta società internazionale appartenente alla così detta Gilded Age

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Nell’ambito della mostra Gianbattista Bertolazzi – Fotografie dalla Gipsoteca Troubetzkoy” attualmente in esposizione alla Sala Esposizioni “Panizza” di Griffa (Vb), Gianni Pizzigoni e Elisabetta Giordani sabato 16 aprile 2016 alle ore 17.30 presenteranno “DIMMI CHI SONO! Alla scoperta di nuove identità nelle sculture di Paolo Troubetzkoy”.L’incontro avrà come tema la ricerca condotta dai due relatori circa l’identificazione di alcuni deitrube3 personaggi ritratti nelle sculture di Paolo Troubetzkoy. Si tratta di personaggi finora sconosciuti o poco conosciuti dei quali è stato possibile ricostruire la biografia e la storia che li ha visti rappresentati nella produzione dello scultore. E’ questo un nuovo contributo alla conoscenza dell’ artista e dei suoi rapporti con i personaggi da lui ritratti dei quali sino a oggi studiosi e pubblico non si erano mai occupati in modo particolare. Da vero cosmopolita il principe, di origini russe e americane ma cresciuto in Italia, aveva committenze anche in Europa, America e Russia e, come soggetti, i membri di quell’alta società internazionale appartenente alla così detta Gilded Age, con dimore lussuose in ogni parte del mondo in grado di assecondare ogni passione, dal mecenatismo al collezionismo d’arte, dalle corse automobilistiche, all’allevamento di purosangue e quant’altro. Troubetzkoy, aristocratico e semplice nello stesso tempo, ritraeva i personaggi di questo ambiente senza lasciarsi condizionare e il più delle volte non metteva né titoli né nomi alle sculture perché come lui stesso diceva: “ Io lavoro non solo per esprimere una forma, ma soprattutto per trasmettere il senso della vita, perciò la forma ha maggiore significato se vi è vitalità; per questa ragione un titolo (e quindi anche un nome) potrebbe limitare tutto ciò che la mia opera significa realmente.”. Oggi l’opera e lo stile personalissimo dello scultore sono ormai apprezzati e conosciuti. Possiamo permetterci di addentrarci nelle personalità di coloro che hanno voluto farsi ritrarre da lui e quindi hanno potuto trattenere per sempre la vitalità di cui tanto parlava. Anzi, conoscere meglio questi personaggi, ci permetterà di conoscere meglio anche l’arte di questo artista che ha saputo interpretare fedelmente, ma anche con un certo disincanto, i protagonisti della sua epoca.