redazione il torinese

Spal – Juve, festa rimandata

Era dall’ottobre del 2017, contro la Lazio, che la Juventus non perdeva una gara partendo da una situazione di vantaggio; festa per l’ottavo scudetto consecutivo rimandata, dunque, alla partita interna contro la Fiorentina del prossimo 20 aprile, quando ormai sarà acquisito il risultato – qualificazione o meno alle semifinali di Champions – contro l’Ajax di martedì sera, gara certamente più importante ed impegnativa, anche mentalmente.

E allora, spazio ai ragazzi della Primavera: dal primo minuto Kastanos in mezzo, in difesa Gozzi nella difesa a tre con Barzagli e De Sciglio; nella ripresa, Nicolussi Caviglia in mezzo e Mavididi in attacco; per il resto, Kean davanti sin dall’inizio con Dybala; si rivede Quadrado mezz’ala, reduce da un lungo infortunio. Nonostante le assenze importanti, i bianconeri partono subito decisi, poi le due squadre si studiano a centrocampo e la Spal inizia ad impostare qualche azione offensiva in area avversaria, ma senza incidere. Verso il 20′ la squadra di casa si fa più pressante, specie sulle fasce, ma non riesce a far arrivare palloni interessanti davanti a Perin, anche se per lungo tempo riesce a rimanere nella metà campo della Juve. La Signora gioca tranquillamente, sa che deve attendere il momento propizio che, infatti, non tarda ad arrivare: Cancelo si accentra e fa partire un gran tiro in area, dove il rapace Kean intercetta il pallone ed infila di piatto al 29′, Juve in vantaggio. La partita è piacevole: sulla sinistra Lazzari e Spinazzola si affrontano in un bel duello, la Spal non pare scoraggiata dal goal subìto, anzi: le azioni si susseguono da una parte e dall’altra, con le squadre che si allungano come un elastico, ora verso Perin, ora verso Viviano. Al 44′ i padroni di casa hanno una buona occasione con Floccari, ma nulla di fatto, e finisce il primo tempo con la Juve in vantaggio.
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La ripresa giova alla Spal, che entra in campo grintosa e decisa a pareggiare, cosa che avviene al 48′, quando Bentancur si fa sfuggire Bonifazi, che, su cross dalla sinistra di Schiattarella, insacca la rete dell’1-1. La Spal ora è decisamente su di morale, spinge molto in fascia e riesce a creare occasioni pericolose; la Juve è in difficoltà, non riesce più ad uscire dalla propria metà campo e non fa altro che arginare gli attacchi della Spal: al 57′ st, ad esempio, Perin sventa un bel tiro di Murgia. Al 60′ st. Allegri sostituisce Kastanos (prestazione incolore) – con Nicolussi Caviglia, altro giovane centrocampista interessante, che cerca subito di dare il proprio contributo con un buon tiro dal limite, ma Viviano para. La Juve adesso spinge, vuole il vantaggio e Quadrado tenta di vivacizzare l’attacco, Kean prova qualche accelerazione; al 68′ però lo stesso Kean – il migliore dei suoi – esce per far posto a Mavididi, altro esordiente; Dybala e Quadrado provano a centrare la porta da fuori area, ma senza esito. La Spal argina bene, non si fa spaventare e trova il vantaggio: è il 73′ st quando Floccari semina il panico nella difesa bianconera e segna, rete convalidata anche dopo le proteste bianconere per un presunto fallo di mano. A dispetto del goal subìto, la Juve non ci sta a perdere: aumenta la pressione e all’80’ st esce Barzagli per Bernardeschi, che nel finale batte una punizione pericolosa, De Sciglio di testa manda a lato di pochissimo. Il match si chiude con la vittoria della Spal per 2-1; da sottolineare le giovani promesse della Juve, che hanno davvero ben figurato, a parte Kastanos che si è limitato al compitino in fase di interdizione. Ed ora….testa, gambe e cuore alla sfida di martedì sera. #finoallafine
 

Rugiada Gambaudo

Alieni torinesi nella Capitale

Roberto Tricarico è per me un amico. Mesi dopo il suo rientro da Roma ci siamo incontrati. Appuntamento nel suo bar, “Caffè Roberto”, di via Garibaldi angolo via Consolata. Mi parlava lentamente  senza acrimonia puntando sul tempo galantuomo. Questo tempo è arrivato con l’ assoluzione in Cassazione dell ex sindaco di Roma Marino, di cui “Tric” è stato capo gabinetto in Campidoglio. Rimangono solo Toninelli e qualche pentastellato infastiditi per questa conclusione. Il tempo è galantuomo con i galantuomini. E galantuomini sono anche gli uomini che ora ammettono l’ errore di avere sfiduciato Ignazio Marino e  allora averlo giudicato colpevole.  Pochi, in verità. Tra i pochi il neo eletto segretario del PD Zingaretti. Lui, pur non avendo dirette responsabilità politiche si è assunto l’ onere dell’ autocritica. Chi l’ ha mandato a casa, marino,  è stato il Pd . Ora Stefano Esposito sostiene che il PD di Roma non ha avuto le palle di reggere l’ assalto mediatico contro Marino, attualmente ai margini della politica. Ieri potente e sempre presente. Il lavoro non l’ ha mai spaventato. Pasionario del sì Tav, vice presidente in commissione Trasporti  del Senato trasporti, commissario PD ad Ostia ed infine assessore ai Trasporti del Comune di Roma.  Il suo mentore Matteo Orfini a sua volta commissario del PD romano dopo che Fabrizio Barca aveva dato forfait. Orfini ed Esposito qualcosa c’entrano con le dimissioni di Marino. Vero, la Storia non si fa con i se o con i ma. Alternative ce n’ erano.  La (ora) senatrice lo sta a testimoniare. Orfini la nomina commissaria Pd del municipio 4 di  Roma. Tiburtina e Rebibbia, zona calda della città. Oggi alla ribalta ancora per il rifiuto dei residenti di convivere con i Rom. Forti le infiltrazioni mafiose nei partiti e nel PD. Rossomando risana senza clamori sconsigliando pubblicamente la defenestrazione di Marino. Anche per questo comincia la diaspora dei Giovani Turchi. Esposito ed Orfini sempre più Renziani e Rossomando sempre più di sinistra nel PD. Poi nel film Roma golpe molti fatti diventano noti. Come l’annoso caso del nuovo stadio della Roma. Dopo le perplessità di Ignazio Marino esternate all’incontro con i proponenti, Matteo Renzi Presidente del Consiglio rilascia un’ intervista di pieno appoggio all progetto del nuovo stadio.  E tre anni dopo sono stati arrestati esponenti dei pentastellati sulla stessa vicenda.  Passando dalle dimissioni dell’assessore all’ urbanistica della prima versione della giunta Raggi. I cosiddetti palazzinari che non mollano.  Renziani e pentastellati speculari e dunque convergenti negli interessi politici? Sì, proprio così. E sullo sfondo le organizzazioni criminali che rimestano nel torbido. Ignazio Marino e Roberto Tricarico sono degli alieni per la realtà romana.  Ma ben presto intuiscono o sentono addosso questo nefasto clima di cappa asfissiante.  Marino chiede conforto al procuratore torinese Caselli. Roberto Tricarico è storicamente legato a Libera di Don Ciotti, che da più di 40 anni vive sotto scorta.  Alfonso Sibilla divenne assessore. Magistrato, si mise in aspettativa . Nel pool antimafia era specializzato nella cattura dei latitanti. Una missione quasi impossibile. Dopo scrisse Capitale infetta . Innumerevoli i fatti raccontati e tutti noti ai più. Noti anche a chi ( presumo ) decise e suggerì alla maggioranza dei consiglieri comunali dem di andare dal notaio per la sfiducia. Nulla di casuale e tutto deciso a tavolino. La vicenda degli scontrini e delle multe tolte fu costruita ad hoc perché gli alieni Marino e Tricarico davano fastidio a romani molto importanti. Ora l’ assoluzione della Cassazione ci fa fare un viaggio a ritroso nel tempo producendo l’ occasione per rivisitare i fatti storici e politici della vicenda. Ma ripropone un altro modo politico: il rapporto tra Torino e Roma. Il rapporto politico tra le due città, accomunate fa un destino comune.  Da tre anni le condizioni di vita dei residenti sono notevolmente peggiorate.  Non che i pentastellati siano la causa della malattia, ma essendo una medicina sbagliata l’hanno notevolmente aggravata. Sia Torino che Roma non tengono più. E fa un certo orrore sentire la torinesissima Laura Castelli dire in modo anche infastidito che non saranno i romani a pagare i debiti di Roma, ma bensì lo Stato. Come si rimane basiti nel leggere le dichiarazioni del Sindaco di Firenze.  Marino doveva dimettersi per una scelta politica ben precisa. Questo l’ abbiamo ampiamente capito.  Se però si continua nel rivendicare la giustezza della scelta siamo noi che ci accorgiamo che i renziani non hanno capito. A meno che non sia il gioco delle parti, dove gli stessi vogliono scientemente giocarsi il ruolo che si sono giocati anni fa. E a questo punto continuano nel non capire la ratio, visto che ad entrambi non porta bene comportarsi così.
Patrizio Tosetto
(foto: il Torinese)

Trasforma il bosco in pioppeto: multa da 13 mila euro

Il personale della Stazione Carabinieri Forestale di Casale Monferrato ha accertato che lungo il confine tra i Comune di Gabiano e Fontanetto Po nella zona che si trova in ‘rete Natura 2000’ e nell’area protetta del Po Vercellese-Alessandrino, era stato eradicato un bosco di latifoglie di circa 11000 mq trasformandolo in un pioppeto con finalità di arboricoltura da legno, senza le prescritte autorizzazioni. Per questo veniva denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli un uomo di nazionalità italiana per violazione paesaggistico ambientale e per la distruzione e deturpamento di bellezze naturali. Allo stesso erano contestate sanzioni amministrative per un valore di circa 13000€. Sono state informate le autorità amministrative competenti per le valutazioni e il ripristino dello stato dei luoghi. I Guardia parco hanno coadiuvato i militari dell’Arma nello svolgimento delle operazioni.
Massimo Iaretti

La Reale Mutua Jacks Torino in casa contro il Softball Liburnia

La Reale Mutua Jacks Torino domenica sarà impegnata sul diamante di casa, dove dalle ore 11 ospiterà la compagine toscana del Softball Liburnia, contro la quale come consuetudine saranno disputati due incontri.
L’obiettivo stagionale 2019 della squadra torinese è ben chiaro, è quello di mantenere la serie, questo è stato ribadito dalla manager Maristella Perizzolo durante la presentazione della rosa delle giocatrici, svolta a Torino lo scorso 9 marzo nella sede dell’Agenzia di Reale Mutua di corso Giulio Cesare 268.
Un campionato difficile diviso nella fase regolare in due gironi, la Reale Mutua Jacks Torino è inserita in quello A insieme al rinforzato Legnano, il temibile Bollate, le cugine de La Loggia, le parmensi del Crocetta e l’inedita coppia delle due squadre sarde il Supramonte e il Sassari.
Il roster 2019 è composto da un mix fra giocatrici esperte e di giovani leve. Proprio in quest’ottica la Reale Mutua Jacks Torino ha stretto un accordo con altre due società piemontesi l’Avigliana Rebels e il Porta Mortara Novara con le quali, in sodalizio, sono state iscritte una formazione giovanile U18 affidata alla manager Samanta Valsania ed una squadra che parteciperà al campionato di serie B.
Anche quest’ultima, diretta dal Venezuelano Eduardo Mendoza, giocherà la prima partita della stagione domenica prossima a Castellamonte.
Inizia quindi un’attivissima stagione che vedrà le Jacks ancora protagoniste.

Caat e contributo rifiuti

Interviene il presidente del Caat, ing. Marco Lazzarino

Il Presidente del Centro Agro-Alimentare Torino rilascia questa nota chiarificatrice sul contributo rifiuti, che fa seguito alle diverse notizie apparse nei mesi scorsi su alcuni  quotidiani 
 
“I grossisiti ed i produttori – precisa il presidente del CAAT Marco Lazzarino – sono insediati presso il CAAT in virtù di contratti di locazione (contratti commerciali 6+6), stipulati nel 2001, all’epoca del trasferimento dal vecchio mercato generale; quei contratti sono tutt’ora in corso. Tali contratti di locazione prevedono un canone annuo ed una somma forfettaria annua (in misura massima 10% del canone) per la copertura delle spese condominiali. A partire dal 2001 fino ad arrivare al 2014 incluso, ai soggetti insediati presso il CAAT venne sempre fatturato il canone oltre al 10% per le spese condominiali. Nel 2014, alla luce dei bilanci costantemente in perdita, l’allora Consiglio di Amministrazione, su indicazione dei Soci, predispose un business plan (“Business plan 2014-2018”) avente come obiettivo il pareggio di bilancio. Una delle azioni correttive, volte ad ottenere pareggio di bilancio, fu quella di prevedere un “contributo rifiuti” per i soggetti insediati presso il CAAT. Tale “contributo rifiuti” (che nulla centra con la “TARI”, che viene riscossa direttamente dagli comunali enti preposti) passò anche attraverso una delibera dell’Assemblea dei Soci”. “Il CAAT, a partire dal 2015 – aggiunge il presidente Marco Lazzarino – iniziò pertanto a fatturare il “contributo rifiuti”; avverso tale misura numerosi grossisti si opposero, contestandone la legittimità, in quanto suddetto contributo non trovava un espresso richiamo nel contratto di locazione ed in quanto non era mai stato oggetto di richiesta per tutti gli anni fino al 2014. Ciò determinò l’instaurarsi di un corposo contenzioso tra il CAAT ed un folto numero di grossisti. Quando l’attuale Consiglio di Amministrazione si insediò (nel Settembre 2017), la situazione ereditata dalla precedente gestione presentava un proliferare di cause legali tra il CAAT e i Grossisti (circa 50 cause); costi legali prossimi a Euro 100 000, 00 solo per le cause relative al 2015; nessuna sentenza di merito sull’oggetto del contendere- Il contenzioso sopra descritto allo stato attuale riguarda solamente l’anno 2015; è tutt’altro che remota la probabilità del proliferare di cause analoghe per il “contributo rifiuti” relativo alle successive annualità. Nel denegato caso di soccombenza per CAAT, qualora il “contributo rifiuti” venisse considerato illegittimo in sede giudiziaria, lo scenario che si potrebbe configurare presenta considerevoli rischi patrimoniali per la Società, la quale potrebbe vedersi costretta a restituire a tutti i grossisti (anche a quelli non in causa con la società), l’intero “contributo rifiuti” per tutti gli anni in cui è stato fatturato”. “I Soci pubblici (in particolar modo Comune di Torino e Camera di Commercio di Torino) – precisa il presidente del CAAT, ingegner Marco Lazzarino – hanno esplicitamente richiesto alla Società di risolvere il contenzioso in essere e la Camera di Commercio ha vincolato l’acquisizione di quote del CAAT, tra le altre cose, alla risoluzione del contenzioso. A fronte di tutto quanto sopra detto, il Direttore del CAAT ha illustrato al Consiglio di Amministrazione del CAAT medesimo una possibile proposta transattiva (supportata da un’analisi sulla legittimità e da una relazione sulla sostenibilità economico-finanziaria e patrimoniale) che permetta una risoluzione bonaria del foltissimo contenzioso in essere con i grossisti. Il Consiglio di Amministrazione, nel condividere i presupposti della proposta e preso atto della documentazione a supporto, ha deliberato di sottoporre tale proposta transattiva ai Soci. I Soci sono pertanto chiamati a deliberare e dare indicazioni al Consiglio di Amministrazione se procedere con la proposta transattiva o se proseguire nel coltivare il contenzioso”. “In merito alle recenti indiscrezioni uscite sulla sezione di cronaca di alcuni quotidiani nazionali – aggiunge il presidente Marco Lazzarino – merita specificare che, contrariamente a quanto erroneamente riportato, il Consiglio di Amministrazione non ha mai deliberato di “togliere il contributo rifiuti“, il quale, in assenza di definizione bonaria, verrà applicato fino al 2018, secondo quanto previsto dal Business Plan 2014-2018. L’attuale Consiglio di Amministrazione ha, inoltre, comunicato disdetta ufficiale dei contratti di locazione (in scadenza a fine 2019), in modo da potere predisporre nuovi contratti di locazione, in grado di superare il vulnus interpretativo venutosi a creare”.
 
 

"Trino Sacra", chiesa gremita per Antonella Ruggiero

Ampia partecipazione di pubblico anche alla processione delle Confraternite per le vie del Comune

Antonella Ruggiero conquista ‘Trino Sacra’. Chiesa gremita all’inverosimile, con ampia affluenza di persone provenienti anche da fuori, per la straordinaria e commovente performance con cui l’intensa e poliedrica artista genovese ha letteralmente incantato il pubblico accorso per l’occasione ad ascoltarla, sul fil rouge di una voce senza confini e sospesa fra Cielo e Terra.

L’ex vocalist dei Matia Bazar rappresenta da sempre la punta di diamante della musica italiana che fa rima con qualità, cultura, ricerca, sperimentazione e avanguardismo puro“, esordisce il giornalista e critico musicale Maurizio Scandurra, che ha partecipato alla manifestazione anche di veste di voce narrante lungo la preziosa scia di confraternite e arciconfraternite “che ha rallegrato, sotto l’attenta e sapiente guida del Parroco Don Patrizio Maggioni e dell’Amministrazione Comunale Tutta, la cittadinanza trinese, portando un concreto messaggio di speranza e pace cristiane in vista del tempo liturgico della Settimana Santa anche ai numerosi fedeli accorsi all’evento“, prosegue.

Per poi aggiungere: “E’ con vivo affetto e altrettanta pregna riconoscenza che ringrazio con amicizia profonda il Sindaco Daniele Pane e tutta la sua nuova squadra di buongoverno trinese per aver confezionato un’iniziativa di sicura presa e altrettanto successo sia tra i grandi: ma anche fra i più giovani, che hanno potuto apprezzare da vicino sia un partecipato momento di fede e cultura condivisi, e anche l’ineguagliabile talento vocale di Antonella Ruggiero. Cui vanno anche i complimenti per la scelta del repertorio sacro incentrato sull’espressione artistica del canto devozionale cristiano senza distinzioni, ricordando anche come alcuni dei brani di matrice ebraica proposti durante la serata siano nati in tempo di deportazione e campi di concentramento, fra l’autentica commozione generale, gli applausi in piedi a scena aperta e le emozioni impareggiabili che abbiamo respirato. E grazie di cuore anche al Presidente del Consiglio Comunale Roberto Gualino, e gli altrettanto ottimi Assessori Giulia Rotondo, Elisabetta Borgia e Alberto Mocca per l’impeccabile organizzazione e la fondamentale collaborazione per l’ottima riuscita della kermesse“.

Per poi concludere: “Un grazie speciale anche al caro e ispirato Don Patrizio Maggioni per le benedizioni impartite durante la processione e le preghiere cariche di toccante spiritualità, e grazie anche ai volontari della Parrocchia di Trino per la grande pazienza e il prezioso aiuto fornito durante le operazioni di montaggio e smontaggio scenico. E un grazie prezioso di cuore, non ultimo per importanza, anche a Roberta Dellacasa e Rina Di Prospero, titolari del neonato e già apprezzato Ristorante-Lounge Bar ‘Il Ritrovo del Civico 9’ per l’amorevole buffet e aperitivo di benvenuto offerti con grande generosità con cui ci hanno deliziato e intrattenuto nei locali adiacenti la Chiesa prima e dopo il concerto. Gente di cuore e genuina, proprio come tutte le cose buone che ci hanno preparato e donato“. Appuntamento alla prossima edizione.

 

Dove sgorgano le “Chiare, fresche e dolci acque" del Petrarca

Chiare, fresche e dolci acque,ove le belle membra pose colei che sola a me par donna..”. Francesco Petrarca scrisse questi famosissimi versi dedicati a Laura ispirandosi probabilmente alla maggiore sorgente di tutta la Francia, quella del Sorgue, il corso d’acqua che attraversa Avignone prima di confluire nel Rodano. Il punto esatto in cui si trova, la Fontaine de Vaucluse, coincide con l’omonima località della Provenza.L’autore del Canzoniere vi soggiornò a lungo, apprezzando quell’ambiente quieto e bucolico e senza dubbio apprezzando i giochi d’acqua della “fonte di Valchiusa”.Il giorno che l’abbiano visitata, in onore del fatto che l’acqua è uno dei principali elementi dell’intero paesaggio, siamo stati colti da un forte temporale che però non ci ha impedito di ammirare questo piccolo borgo con meno di settecento abitanti. Il ponte, i mulini e le case che si affacciano sull’acqua che scorre rumorosa nella valletta boscosa tra pareti di roccia, fanno di Fontaine de Vaucluse uno dei più bei villaggi di Francia. Tornato dopo un paio d’ore il sole, lo scenario si è svelato in tutta la sua bellezza. Da una pubblicazione si apprende che la fonte, con una portata media totale di 630 milioni di metri cubi di acqua è, per capacità, una delle maggiori del mondo e si trova a poche centinaia di metri dalla piazza centrale del paese. La sorgente, una fenditura conica nella roccia, è l’unico punto di uscita di un bacino sotterraneo carsico di più di mille chilometri quadrati che raccoglie le acque del Mont Ventoux, dei monti di Vaucluse e della montagna di Lura. Utilizzando come forza motrice per i macchinari una ruota idraulica,l’acqua fa funzionare anche  un’antica cartiera, oggi trasformata in museo, dove è possibile vedere le fasi della lavorazione della pregiata carta prodotta secondo l’antica tradizione. A Fontaine de Vaucluse si trovano i resti del trecentesco Castello dei Vescovi di Cavaillon (che spesso hanno ospitato il Petrarca) e la chiesa medievale di Notre-Dame-Saint-Véran, in stile romanico provenzale. A Petrarca, che vi comprò una casa soggiornandovi tra il 1337 e il 1353, il paese deve buona parte della sua fama tanto che al poeta aretino è stato dedicato un museo – che si trova dopo il ponte, nel luogo dove presumibilmente abitava – e una colonna eretta nel 1804 nel cinquecentesimo anniversario della sua nascita.  A meno di sessanta chilometri da Fontaine de Vaucluse s’erge il massiccio del Mont Ventoux, perennemente battuto dal Mistral. Il “monte Calvo” o “gigante della Provenza” fu la meta della famosissima ascesa intrapresa da Petrarca il 26 aprile del 1336. “Oggi, spinto dal solo desiderio di vedere un luogo celebre per la sua altezza, sono salito sul più alto monte di questa regione, chiamato giustamente Ventoso”. Così inizia il racconto di quell’impresa che, secondo molti, rappresenta il primo reportage di alpinismo nella storia.

Marco Travaglini

Una Mole di olio

Matilde Sclopis Gambaro e Laura Severi De Palma Presentano la manifestazione”UNA MOLE DI OLIO”. E’ la prima edizione della manifestazione a Torino dedicata all’ ingrediente più prezioso della nostra tavola. E’ uno dei vanti del Bel Paese, leader nella produzione mondiale di questo pregiato alimento.  L’ evento si terrà sabato 18 e domenica 19 maggio dalle ore 11.00 alle ore 20.00 con ingresso libero , presso il Museo del Risorgimento italiano, cornice prestigiosa ricca di fascino e storia, nel cuore del centro torinese. Unica nel suo genere in Piemonte, “Una Mole di Olio” vuole essere occasione di degustazioni e vendita al pubblico, nonché un’opportunità per esplorare i suoi usi e impieghi attraverso l’esperienza sensoriale e la competenza di produttori e addetti ai lavori provenienti da tutta Italia. Il direttore artistico (agronomo e giornalista enogastronomico) Alessandro Felis organizzera’ una serie di attivita’ durante l’evento:
 

  • Una Mole di Incontri: eventi didattici, degustazioni guidate, momenti di cultura del cibo.
  • Extra Mole Ristoranti: I produttori verranno messi in contatto con i ristoranti piu’ rinomati della citta’ per creare menu’ gourmet dedicati all’olio.
  • Una Mole di Degustazioni: durante la settimana che precede la manifestazione saranno calendarizzate degustazioni a tema negli esercizi commerciali selezionati dall’ASCOM di Torino.

Nelle scorse edizioni delle Manifestazioni Una Mole di (panettone, cioccolato, pane etc.) hanno partecipato circa 15.000 visitatori.
 

L'alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo

veneziaDov’è stato pubblicato il primo Corano in arabo? Il primo Talmud? Il primo libro in armeno, in greco o in cirillico bosniaco? Dove sono stati venduti il primo tascabile e i primi bestseller? La risposta è sempre e soltanto una: a Venezia. E a raccontarne la storia ci ha pensato Alessandro Marzo Magno in un volume intitolato“L’alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo”. Nella grande metropoli europea – perché all’epoca solo Parigi, Venezia e Napoli superavano i 150 mila  abitanti – hanno visto la luce anche il primo libro di musica stampato con caratteri mobili, il primo trattato di architettura illustrato, il primo libro di giochi con ipertesto a icone, il primo libro pornografico, i primi trattati di cucina, medicina, arte militare, cosmetica e i trattati geografici che hanno permesso al mondo di conoscere le scoperte di spagnoli e portoghesi al di là dell’Atlantico. Nella città sulla laguna i libri erano davvero importanti e occupavano un posto di tutto rispetto. Venezia, a quel tempo, ospitava  le più grandi tipografie del mondo, in grado di stampare inmanuzio2 qualsiasi lingua la metà dei libri pubblicati nell’intera Europa. Committenti stranieri ordinavano volumi in inglese, tedesco, cèco, serbo. Appena pubblicati, venivano diffusi ai quattro angoli del mondo. Il protagonista della rivoluzione libaria arrivò a Venezia ormai quarantenne: era il pedagogo romano Aldo Manuzio. Tra le calli e i sestieri della Serenissima trovò ambiente che gli consentì di attuare il suo sogno culturale. Lì, a Venezia, inventò il mestiere dell’editore, contribuendo a rivoluzionare il mondo della cultura e dell’arte del suo tempo. Manuzio,in breve manuzio3tempo,  divenne “il principe degli editori” , inventando il libro in formato tascabile, un nuovo carattere, il corsivo, che tutto il mondo chiama “italic”, curando la raffinatezza, senza troppi fronzoli, dell’impaginazione e soprattutto inventandosi il pubblico dei libri. Che, nel suo progetto di acculturazione generale, non era più solo quello degli eruditi delle università e dei monasteri, ma era fatto di persone, ovviamente ricche, che amavano leggere per diletto e per arricchimento personale, senza mire accademiche. Ecco perché le edizioni di Manuzio erano filologicamente impeccabili, ma prive di commentari, di annotazioni. Prima che lui inventasse la figura dell’editore moderno, gli stampatori erano solo artigiani attenti al manuzio1guadagno immediato, che riempivano i testi di errori. Manuzio si lanciò in progetti a lungo termine e li curò con grande attenzione: pubblicò tutti i maggiori classici in greco e in latino, ma scelse l’italiano per stampare i libri a maggiore diffusione. Importò dal greco al volgare la punteggiatura che utilizziamo ancora oggi: la virgola uncinata, il punto e virgola, gli apostrofi, gli accenti. Dalla sua tipografia uscirono il capolavoro assoluto della storia dell’editoria, il Polìfilo di Francesco Colonna (1499), ma anche il bestseller del Cinquecento, il Cortegiano di Baldassar Castiglione, il libro-culto della nobiltà europea. Alessandro Marzo Magno, veneziano di nascita, giornalista (per dieci anni è stato il responsabile degli esteri del settimanale “Diario” ) e scrittore,  nel suo libro racconta la straordinaria avventura imprenditoriale e culturale della prima industria moderna. La Serenissima restò la capitale dei libri finché la Chiesa, che considerava la libertà di stampa un pericolo, non impose la censura dell’inquisizione. E la libertà di stampa cercò nuovi rifugi nell’Europa del Nord.

Marco Travaglini