redazione il torinese

Dopo quasi 70 anni chiude il “Caval ‘d Brons”: l’affitto è troppo caro

A causa del caro affitti, che ha già fatto strage di negozi in centro, ora chiude anche il Neuv Cavald Brons

caval Ne dà notizia il quotidiano La Stampa. Il caffè storico  aprì i battenti nel 1948. Ma il caval2contratto con la società  proprietaria del Palazzo, è scaduto nel 2014. La richiesta di affitto per bar e ristorante è di ben 25 mila euro al mese, rispetto ai 12.500  fino a un anno fa. Così il locale che vide sedere ai suoi tavoli Totò e Frank Sinatra è sotto sfratto e ha già dovuto licenziare 10 dipendenti. Un altro pezzo di storia torinese che se ne va.

 

(foto: il Torinese)

L’oro di Basile porta il Piemonte a Rio

Judo-Fabio-Basile-EJUE’ la 200^ medaglia d’oro italiana nella storia, quella di Fabio Basile che  ha vinto il primo oro dell’Italia ai Giochi di Rio 2016: ha battuto il coreano Baul An nella finale del judo 66 chilogrammi per ippon. Il campione  è nato a Rivoli il 7 ottobre 1994, Basile, atleta dell’esercito, è il primo italiano a salire sul gradino più alto del podio ai Giochi di Rio 2016. Il giovane olimpionico vive a Settimo Torinese, dove si allena, è alto 1,72 metri e pesa  66 kg (la sua categoria). Nella categoria Cadetti conquistò un oro, un argento e due bronzi tra europei e mondiali giovanili, e infine due terzi posti, ai Giochi del Mediterraneo 2013, a soli 19 anni, e agli ultimi Europei. Il judoka dopo la vittoria: “Queste emozioni non hanno parole, non capisco se è sogno o realtà, e mi pizzico per vedere se è vero. Non mi aspettavo di vincere ma man mano che andavo avanti con gli incontri ho sentito che era la giornata giusta”.

Le Veneri di Sandro Botticelli a confronto

“Venere incontra Venere”, ponendo l’una a fianco all’altra la Venere di Torino, uscita a metà dell’Ottocento dal fiorentino palazzo Ferroni, pervenuta a Londra e all’inizio degli anni Venti nella collezione di Riccardo Gualino, poi sino al 1940 presso l’ambasciata italiana della capitale inglese, e quella proveniente dalla Gamaldegalerie di Berlino

VENERE BOTTICELLI

Quando si dice “Venere del Botticelli” s’intende quasi sempre quella che, sospinta dal soffio di Zefiro e Clori e affiancata dall’Ora colta nell’atto di porgere un rosso quanto floreale mantello, pronta ad approdare a Citera o a Cipro (o forse, in territorio italiano, nei pressi di Fezzano di Portovenere, dove il suo modello, la bellissima Simonetta Cattaneo, figlia di Gaspare Cattaneo della Volta e di Cattocchia Spinola, aveva casa, prima di andare sposa sedicenne in Firenze a Marco Vespucci, lontano cugino dell’esploratore del Nuovo Mondo, amata da Giuliano de’ Medici, cantata dai poeti e regina di tornei, ritratta anche da altri artisti, Piero di Cosimo la rappresenta come Cleopatra, fissata nel suo seno nudo contro un panorama di nubi e alberi ed un aspide avvolto attorno al collo, morta a soli ventitré anni probabilmente di tisi), si ammira dall’ormai lontano 1815 nella sala degli Uffizi, già appartenuta a Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici e collocata nella villa di Castello. “Veneri” altrettanto belle e intriganti sono quelle che si potranno ammirare sino al 18 settembre negli spazi della Galleria Sabauda, due esempi di dea “anadiomene” (ovvero “che sorge dall’acqua”) di quella Bellezza ispirata alle “Metamorfosi” di SABAUDA4Ovidio e allineata a quell’Ideale Armonico che trovò posto nell’Umanesimo fiorentino, intriso di cultura classica, coltivato, come in una rinnovata epoca aurea, dalla famiglia che con Cosimo aveva preso il potere, dai pittori amici e protetti pronti a esaltarne la munifica grandezza, dai poeti di corte come Poliziano, dal neoplatonismo di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola.

“Venere incontra Venere”, ponendo l’una a fianco all’altra la Venere di Torino, uscita a metà dell’Ottocento dal fiorentino palazzo Ferroni, pervenuta a Londra e all’inizio degli anni Venti nella collezione di Riccardo Gualino, poi sino al 1940 presso l’ambasciata italiana della capitale inglese, e quella proveniente dalla Gamaldegalerie di Berlino. Ne esiste una terza, che sino a metà dell’Ottocento seguì la stessa strada delle consorelle, per prendere poi quella che la portò alla galleria Bohler di Monaco, da cui venne ceduta ad un collezionista di Lucerna: tutte ascritte alla maestria di Botticelli con apporti di quella bottega che, morto il suo maestro Filippo Lippi, era riuscito a creare attorno a sé. Non trascurando i ricordi tramandatici dal mercante fiorentino Antonio Billi secondo cui il pittore andava eseguendo bellissime donne nude e le parole con cui nelle “Vite” Giorgio Vasari confermava quella notizia: “Per la città, in diverse case fece tondi di sua mano, e femmine ignude assai”. Dice la direttrice Enrica Pagella, che ha fortemente voluto questi confronti e che promette altri appuntamenti per i mesi a venire: “La precisione e la grazia del disegno, la delicatezza dei colori e il soave pallore perlaceo del corpo nudo di Venere, posto al centro della composizione, alludono alla purezza dell’amore come forza motrice della natura”. Inutile negare che ad un occhio distratto le due tele possono apparire eguali. Ma all’occhio attento e mai frettoloso, studioso e appassionato, piacerà vedere le piccole o maggiori differenze delle due realizzazioni, di questa sabauda1Bellezza (la Venere pudica) che nasconde con le mani il seno e il pube, dal leggerissimo, impalpabile velo che copre scendendo fino ai piedi la nudità o l’ombra più scura o i capelli ramati che segnano la Venere torinese, tratti impercettibilmente più adulti, lunghi capelli biondi che scendono lungo la spalla destra, le dita della mano sinistra più ravvicinate per quanto riguarda il quadro berlinese. E ancora il diverso volume del corpo, l’oscuro spazio di fondo di differente ampiezza sia alla base che in alto, la scentratura dell’ingombro del corpo verso destra che ancora differenziano la doppia Venere. Al loro fianco, a concludere la compattezza della piccola mostra, esempio marmoreo, ancora un’Afrodite anadiomene risalente al II secolo d.C., e sormontata da una testa di epoca rinascimentale. L’opera, oggi patrimonio della Soprintendenza Archeologica del Piemonte e conservata a Palazzo Chiablese, venne acquistata da Carlo Emanuele I, già nella collezione romana di Gerolamo Galimberti che a sua volta l’aveva acquistata nel 1565 da Francesco Lisca.

Elio Rabbione

La “guerra del libro”: al via una nuova associazione degli editori indipendenti pro-Torino

salone 13Se non siamo arrivati alla “guerra del libro”, poco ci manca. Dopo la decisione del presidente Aie  Federico Motta e dei suoi associati, di fare un Salone a Milano, un gruppo di 11 case editrici  si incontrerà al   Circolo dei Lettori di Torino per far nascere una nuova realtà associativa che sia un’alternativa all’Aie. Si tratta  per la maggior parte di  piccole editrici, circa  cinquantina, e una novantina di case indipendenti.  Sono in primo luogo gli editori che – contrari alla decisione di abbandonare la Librolandia torinese – avevano dato le dimissioni dall’Aie. I nomi più noti sono e/o, Iperborea, LiberAria, Lindau, Minimum Fax, Nottetempo. Ma all’incontro  al Circolo ci sarà anche qualche grande editore, come ad esempio  Laterza.  La fiera torinese, in programma dal 18 al 22 maggio 2017 e il nuovo evento milanese non si dovrebbero sovrapporre per nonsalone 12 farsi concorrenza a vicenda, e anche il presidente in pectore Massimo Bray, ha detto che due saloni sono una cosa da farsi ridere dietro. Sarà il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini a cercare una mediazione tra la fine di agosto e inizio settembre, con l’obiettivo iniziale di evitare due fiere nello stesso periodo. Poi si vedrà.

(Foto: il Torinese)

Un selfie al museo

di Paolo Pietro Biancone*

Secondo le ultime rilevazioni Istat disponibili, circa il 70% della popolazione italiana in anno non ha mai visitato un museo, spostando l’osservazione a livello regionale, risulta una percentuale di “assenteisti” museali pari al 62 per cento.

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Questo dato, non certo soddisfacente, può avere molte spiegazioni, ma, al di là delle spiegazioni, deve essere contrastato. Il nostro Paese è universalmente conosciuto per la grande ricchezza culturale che lo caratterizza: 3.609 musei; quasi 5.000 siti culturali tra monumenti, musei e aree archeologiche; 46.025 beni architettonici vincolati; 34.000 luoghi di spettacolo; 49 siti Unesco, centinaia di festival ed iniziative culturali, tradizioni che animano i territori. Questa eredità rappresenta una risorsa da tutelare e valorizzare e che ci rende unici nel panorama internazionale. Possediamo il triplo dei musei della Francia (1.218) e più del doppio di quelli della Spagna (1.530); le biblioteche francesi (3.410) sono appena un quarto di quella italiane, mentre la Spagna ne ha circa la metà (6.608). Nonostante questo e a fronte di un aumento del turismo   nel nostro Paese nel 2012, musei e siti culturali statali non attraggono come dovrebbero. Complice anche i pochi investimenti in cultura: secondo i dati di Federcultura nel confronto sulla spesa statale per la cultura siamo fanalino di coda in Europa. Il budget del nostro ministero è praticamente pari a quello della Danimarca (1.400 milioni di euro) ed è circa un terzo di quello della Francia che ogni anno stanzia quasi 4 miliardi per il suo dicastero della cultura. Non stupisce, quindi, che la nostra spesa in cultura per abitante sia di soli 25,4 euro l’anno, ma colpisce che sia la metà di quella della Grecia che impegna 50 euro per ogni cittadino.

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Ma di necessità, virtù. I musei, che di contenuti e sostanza sono ricchi, devono stimolare l’esigenza culturale dei turisti. attraverso la loro messa in rete e lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi e integrati che interpretino tali attrattori in termini di sistema coerente e interconnesso con il territorio di riferimento e tra di loro. Tali attrattori richiamano infatti ogni anno un numero consistente di visitatori e turisti da tutta Italia e dall’estero e possono costituire il volano per la valorizzazione economica di interi territori, attraverso lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi e integrati, che siano in grado di incrementare il numero degli afflussi turistici e le ricadute economiche per tutta la filiera della ricettività. Dirigere o amministrare un piccolo museo non vuol dire soltanto “operare nell’ambito della cultura”, ma è anche e soprattutto essere nel business della cultura. Puntare alla capacità di innovazione e al marketing culturale e specificamente museale è una soluzione che produce ritorni positivi da parte dei fruitori.E poi il museo deve divertire, emozionare con esperienze nuove; ben vengano quindi iniziative parallele, integrative, che facciano in modo che ci diverta al museo. Occorre pensare a nuove esperienze per arricchire contenuti.

PALAZZO MADAMA

Il museo va vissuto. Plauso, dunque, a iniziative tipo Pokemon a Palazzo Madama e al Mao, musei di Torino. Qui, tra la cattura di un Pokemon e un pokéstop, i visitatori sono invitati ad andare alla ricerca di alcune opere esposte, per poi condividerle su Instagram utilizzando l’hashtag #pokemongo e taggando @palazzomadama e @mao_torino. Chi riuscirà a fotografe e a condividere le opere indicate sulle istruzioni consegnate in biglietteria, riceveranno un biglietto gratuito.Così come il Selfie al Museo: la tendenza di fotografarsi nelle sale dei musei, davanti alla propria opera preferita, è ben accolta nei musei torinesi (GAM e Palazzo Madama) che la promuovono con una campagna. Non si tratta di banalizzazione delle opere d’arte, ma si tratta di stimolo alla cultura, all’interesse, lasciando a ognuno la libera scelta di approfondire a vari livelli, appassionandosi a varie intensità a ciò che è il nostro patrimonio e la base del nostro futuro. Un popolo senza la conoscenza della propria storia, origine e cultura, è come un albero senza radici (Marcus Garvey).

(Foto: il Torinese)

Professore Ordinario di Economia Aziendale dell’Università di Torino

Coordinatore del Corso di Dottorato in Business & Management

Vendere oggi: Cultura della Vendita e cultura degli Acquisti

 

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Tra le opere esposte in passato ad Artissima ci ha colpiti una in particolare denominata “Il macigno della crisi”, affiancata da un cartello che abbiamo denominato “L’arte della vendita e la vendita dell’Arte”. Vendere, si sa, non è mai stata una cosa semplice, neanche nei periodi in cui si acquistava di tutto; chi vendeva aveva vita facile perché, ad esempio, ai tempi della rivoluzione industriale, le aziende dovevano avere un prezzo contenuto e molta disponibilità di prodotto. La massima attenzione era rivolta alla produzione, non certo al consumatore. Il marketing era ancora sconosciuto, anzi, inconsapevolmente misconosciuto.

Per contenere il prezzo era necessario ridurre i costi aumentando la produzione ed eliminando tutte le variabili possibili.

Molti ricorderanno Henry FORD, fondatore della nota casa automobilistica americana, quando diceva: “Tutto ciò che non c’è non si rompe” oppure la ancor più chiara affermazione “Ogni cliente può ottenere un’auto colorata di qualunque colore desideri, purché sia nero”.

L’offerta era rigida e la domanda elastica. Il cliente doveva pagare e accontentarsi.

Solo dopo il 1929 s’iniziò a parlare di marketing, quando, cioè, il modello di mercato e la crisi economica avevano riempito i magazzini d’invenduti. Solo allora si cominciò a pensare al compratore in termini di Cliente per arrivare ai giorni nostri in cui la domanda è diventata rigida e l’offerta elastica (il più possibile…).

Questo cambiamento radicale ha stravolto anche il ruolo del Venditore e del Buyer al punto che in alcune aziende il fornitore è definito: “Partner esterno” perché il detto popolare “Chi compra bene vende meglio “ è una realtà quindi, meglio collaborare in una negoziazione win win che contrapporsi.Se saper comprare è necessario, saper vendere è fondamentale perché ancora oggi, in diverse piccole realtà, il fornitore rappresenta un vero e proprio fattore critico di successo.

Ma come si deve vendere quindi e come si deve comprare? Si narra di una trattativa, svolta in un’azienda torinese, andata pressappoco cosi: “Guardi dott. Verdi, disse il venditore dopo aver illustrato la propria offerta, proprio perché è lei e parliamo di quantità importanti, posso farle 50 euro cent a pezzo. La prego di considerare il prezzo non ripetibile e “riservato alla sua azienda”. Il buyer con molta calma disse: “Guardi, le offro 15 euro cent al pezzo ”.

Il venditore sconcertato rispose: “Ma scusi, come può farmi un’offerta simile, io ho detto 50 per accordarle lo sconto che sono certo, mi avrebbe chiesto di lì a poco. Non potrei mai scendere sotto i 40 euro cent”.Il Compratore sorridendo allora disse: ” Ha ragione dott. Rossi ma lei ha dimenticato che, circa sei mesi fa, eravamo entrambi al corso di negoziazione e le tecniche le conosco anch’io quindi, possiamo sederci uno accanto all’altro e trovare la soluzione adeguata.”

Poveri commerciali allora! Se chi compra conosce le tecniche vendere sarà difficilissimo! Niente di più falso. Confrontarsi con persone competenti facilita enormemente l’attività e, riducendo i tempi di trattativa, aumenta la redditività.

Un buyer che ha chiaro ciò di cui ha bisogno, conosce l’offerta del mercato ed è attento a mantenersi aggiornato ascoltando e chiedendo suggerimenti alle aziende, è il partner ideale per un venditore.

Il processo di acquisto e di vendita devono essere assolutamente speculari tra loro. Se il processo di acquisto “standard” è costituito dalle seguenti fasi:

  • Percezione del bisogno
  • Ricerca della soluzione
  • Analisi e Valutazione delle soluzioni
  • Presa della decisione

Il Processo di Vendita deve necessariamente prevedere queste fasi:

  • Analisi dei bisogni
  • Proposta delle soluzioni
  • Superamento delle obiezioni
  • Chiusura

Il vero problema purtroppo è che fra i tantissimi Compratori e Venditori professionisti ci sono alcuni che, pur avendo capacità straordinarie, sono “fuori ruolo”.

Pensiamo ad esempio a chi basa la scelta solo sul prezzo per dire” Ho fatto il 5% di saving” o a chi vende un prodotto inadeguato giusto per “fare l’ordine”.

Questi sono lavori non adatti a tutti. Ecco un paio di casi realmente accaduti sui quali riflettere.

Il primo riguarda una persona con esperienze da libero professionista incontrata prima delle vacanze estive. Diceva di sé: “ Amo parlare con la gente e risulto spesso simpatica. Chi mi conosce mi segue. Potrei vendere mia madre tanto sono convincente”. Dopo due mesi, alla domanda: “Allora come va? Come si trova nel mondo delle vendite?” rispondeva: ” Non credevo fosse così difficile. La gente si lamenta di tutto e non vuole spendere ….”.

Il secondo caso invece riguarda il consultant cinquantenne di un noto brand italiano che, in un momento di sfogo ci ha detto: ” Faccio questo lavoro da oltre 20 anni e forse, non era proprio quello che desideravo.

Ho sempre guadagnato bene e lavoro in ambiti molto qualificati oggi però, non riesco più a sopportare le lamentele della gente e fatico il doppio per mantenere elevati i miei guadagni ”.

Queste affermazioni fatte, in totale buona fede, ci riconfermano quanto già detto e cioè: La facilità nei rapporti e la buona “parlantina” non sono sufficienti, occorre molto di più.

Avere un mandato di vendita non significa essere un buon venditore, ci sono squadre di serie A e di serie B. La differenza non sta solo nella maglia ma, soprattutto nei giocatori.

Se qualcuno pensa di essere bravo solo perché opera per una grande azienda si sbaglia.

Abbiamo conosciuto venditori di brand importanti poco abili nella vendita perché non hanno mai “dovuto vendere”. Sono i loro clienti che hanno comprato grazie ad una sapiente campagna di comunicazione o a una brillante iniziativa di marketing. I vantaggi offerti dal grande marchio devono servire a ottenere performance superiori alla media. Limitarsi a ”fare il compitino” ci porterà sino a un certo punto poi, ci bloccheremo inevitabilmente. Meglio allora performare bene in una piccola azienda perché saremo destinati a crescere.

Il successo professionale però, in questo mestiere come in molti altri, richiede anche la capacità di gestire aspetti psicologici che spesso sono sottovalutati.

Un atteggiamento positivo ad esempio, è indispensabile e, quando le cose vanno bene, è semplice averlo. Riuscire a considerare i momenti di difficoltà come passeggeri e legati al momento lo è invece molto meno.

Dice il maestro ZEN: “Ogni cosa intorno a noi è in continuo cambiamento. Ogni giorno, il sole splende su un nuovo mondo. Ciò che chiamiamo routine è piena di nuovi propositi e opportunità. Ma noi non percepiamo che ogni giorno è differente dagli altri. Oggi, da qualche parte, un tesoro ti aspetta. Può essere un breve sorriso, può essere una grande vittoria , non importa”.

Oltre alla visione positiva è necessario resistere allo stress e per farlo dobbiamo avere quella che in psicologia, mutuando un termine che nella metallurgia indica la capacità di un materiale di reagire alle sollecitazioni, viene definita: Resilienza Psicologica.

Motivazione, convinzione, concentrazione e resilienza psicologica, cose che abbiamo dentro di noi ma che dobbiamo verificare e gestire quotidianamente.

Concludendo mi permetto di parafrasare Pietro Trabucchi che si occupa di resistenza nella prestazione sportiva ed è stato psicologo della squadra Italiana di sci di fondo alle Olimpiadi di Torino 2006.

Chi è motivato a raggiungere gli obiettivi che si è prefissato riesce a vedere i problemi come opportunità e, contrariamente alla principessa della favola di Hans Christian Andersen, riesce a dormire anche con la noce di cocco sotto il materasso.

 

De-Carolis

 

ANTONIO DE CAROLIS

(Presidente CDVM − Club Dirigenti Vendite e   Marketing)

www.cdvm.it

Lancia Musa si ribalta e autista fugge lasciando passeggere ferite

polizia municipale 33Un grave incidente stradale è avvenuto nella notte a Torino, quando una Lancia Musa ha sbandato all’incrocio tra corso Mortara e via Livorno, per motivi da accertare, si è ribaltata ed è finita contro un palo della luce. Il ragazzo alla guida e un altro giovane sono fuggiti e non hanno prestato soccorso alle due ragazze ferite che si trovavano sul sedile posteriore. la polizia municipale ha scoperto che la vettura era rubata e senza assicurazione. le ragazze sono  ricoverate all’ospedale Cto di Torino.

Le 5 serate cool di agosto con Torino Fashion Bloggers

tfb3Torino non si ferma mai, nemmeno ad Agosto. Per chi resterà in città nel mese più caldo dell’anno si preannunciano giorni ricchi di eventi imperdibili.

Questa volta lasciamo da parte il fashion e ci dedichiamo alle serate mondane. Si sa, di giorno fa troppo caldo per uscire quindi via libera al popolo della notte. Cosa fare a Torino nelle sere d’estate? Ve lo raccontano le Torino Fashion Bloggers nella rubrica dedicata ai 5 eventi top del mese.

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Reale di Sera

L’occasione perfetta per una visita ai Musei Reali di Torino? L’iniziativa “Reale di Sera” prevede un programma fitto di eventi e attività che non hanno nulla a che vedere con i soliti percorsi museali. E non dimenticate che tutti i giovedì sera fino al 29 settembre i Musei Reali (Palazzo Reale, Galleria Sabauda, Museo di Antichità e Giardini Reali) prolungano l’orario di chiusura alle 22.00.

Dove? Musei Reali di Torino (biglietteria presso Palazzo Reale).

Quando? Tutti i giovedì sera fino al 29 settembre.

PALAZZO REALE SERA

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Cinema sotto le stelle

Il Planetario Infini.to di Pino Torinese propone una nuova iniziativa dedicata agli amanti del cinema e della robotica. Si chiama “Cinema sotto le stelle”: una rassegna di 5 film proiettati all’aperto sulla suggestiva terrazza del museo. Tutto il programma sul sito del Planetario.

Dove? Planetario Infini.to, Via Osservatorio 30 a Pino Torinese.

Quando? Prossima proiezione il 5 agosto con il film Wall-e (2008).

stelle cinema

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Notte di San Lorenzo sul Grattacielo Intesa San Paolo

La notte più magica di tutta l’estate. Mercoledì 10 agosto volete trascorrere una serata romantica indimenticabile? Il Grattacielo Intesa San Paolo propone un evento speciale proprio in occasione della Notte di San Lorenzo. Osserverete le stelle cadenti da uno dei punti più alti di Torino e potrete esprimere il vostro desiderio di felicità.

Dove? Grattacielo Intesa San Paolo, Corso Inghilterra 3.

Quando? Mercoledì 10 agosto dalle 18.00 alle 22.00.

grattacielo notte

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Galà di Ferragosto 2016

Dopo la Notte di San Lorenzo impossibile non festeggiare anche Ferragosto 2016! La Reggia di Venaria Reale ha programmato una serata speciale: musica, dj set e uno spettacolo di fuochi d’artificio. Tutto organizzato nel Gran Parterre del Parco Alto.

Dove? Reggia di Venaria Reale, Piazza della Repubblica 4 a Venaria Reale.

Quando? Domenica 14 agosto dalle 19.00 alle 23.30.

VENARIA FONTANE

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TOdays Festival 2016

Uno dei festival musicali più attesi dell’estate. Lasciamo perdere le romanticherie e buttiamoci nei 3 giorni del TOdays Festival 2016, in programma da venerdì 26 agosto a domenica 28 agosto 2016 a Torino. Un’esperienza musicale indimenticabile, si passa dalle grandi rock band internazionali agli artisti emergenti per tre giorni densi di musica. Impossibile mancare!

Dove? sPAZIO211, Via Francesco Cigna 211 a Torino

Quando? Dal 26 agosto al 28 agosto 2016.

todays fest

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Siete curiosi di scoprire gli altri eventi torinesi del mese di Agosto?

Vi aspettiamo sul nostro magazine Torino Fashion Bloggers.

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Twitter: @tfbloggers

 

 

 

Figli e amici ricordano Benito di corso Casale

benitoCiao Benito….Te ne sei andato per sempre, ora sei lassù lontano  dai tuoi cari e  amici, ci sembra ancora ieri ,quando ti vedevamo seduto al caffè di Corso Casale. l giorno che sei salito in cielo avevi ricordato   con i tuoi amici del caffè il tuo arrivo a Torino nel lontano 1954 dal meridione. Anche tu, come tanti, fai parte della storia della nostra città e l’hai aiutata a crescere nel tuo piccolo, sei partito da giovane, pieno di speranze lasciando il sud Italia  che ti stava stretto, dove non vedevi futuro…come molti sei arrivato a Porta Nuova con la valigia di cartone, ma forte della tua giovane eta’.

Come tanti iniziasti a lavorare  nei cantieri: all’epoca tutta Torino era  un cantiere, iniziava la corsa al benessere e l’Italia stava crescendo economicamente, erano gli anni del boom (i mitici Anni 60) e la guerra era ormai un brutto ricordo.

 Tu con il tuo spirito e la tua forza iniziasti il tuo percorso piano piano, trovando stabilità, facendo crescere la famiglia, mettendoci al mondo.Abitavamo all’inizio, alla Madonna del Pilone, dove nacque la prima di noi, poi ci trasferimmo in borgo Po dove nacquero gli altri cinque figli.

Sì, una grande famiglia tipica italiana …iniziasti a lavorare alla Grandi Motori: un lavoro duro, ma avevi tante bocche da sfamare  e tu non ti tiravi mai indietro, sempre positivo, presente,  sorridente, amorevole.

Solo con la morte della mamma con la quale eri legatissimo in amore e complicità ti abbiamo visto cedere , ma uniti abbiamo passato il dolore , noi ti abbiamo coperto con il nostro amore, alleviando le tue sofferenze per la perdita della mamma.

Una vita di gioie ma anche di dolore, come quando quella volta avesti quel brutto incidente sul lavoro, subendo un trapianto alla gamba. Passasti con forza e coraggio la lunga degenza al Cto di Torino.Ti ricordiamo tifoso sfegatato  del Torino nonostante le tue origini dal meridione. Infatti ti sentivi molto torinese  la tua solarità ogni istante ricordava le tue origini. Ora i tuoi amici al bar bevono il caffe’ e continuano parlare di te.

Il Borgo Po ti reclama ancora , il tuo alone come persona aleggia ancora nell’aria e in molti guardano quel dehors del bar di Corso Casale con la sensazione di vederti ancora liì seduto a parlare con gli amici.

Ciao Benito, usiamo questa pagina per far sapere a tutti quanto eri speciale .

Noi figli e amici del Borgo Po vogliamo salutarti così. Ciao grande Benito.