Interruzione del Consiglio comunale di Torino appena iniziata la prima seduta dopo la pausa estiva. Il consigliere comunale della Lega Nord Fabrizio Ricca si è infatti presentato in Sala Rossa con un maxi-spinello di cartone dopo che gli erano state negate le comunicazioni, richieste alcune settimane fa, a proposito del sequestro di marijuana nei locali del centro sociale torinese del Gabrio. “Il sindaco Appendino probabilmente per coprire i suoi consiglieri che avevano posizione al di fuori dalle legalità, ha preferito tacere”, ha detto il consigliere del Carroccio. Poi ha esibito la canna di cartone. da qui la decisione del presidente del Consiglio comunale, Fabio Versaci (M5S), di sospendere per alcuni minuti la seduta e di convocare la riunione dei Capigruppo.
L’arte contemporanea e quella rinascimentale dialogano con il pubblico
“Bellezza senza tempo”, in programma giovedì 15 settembre alle 18, al Museo Ettore Fico, è il primo degli appuntamenti che nascono da un protocollo d’intesa firmato da questo Museo e dal Centro di Conservazione e Restauro ” La Venaria Reale”, che prevede lo sviluppo congiunto di progetti interdisiplinari rivolti alla valorizzazione, conservazione e divulgazione del patrimonio artistico. Primo di un ciclo di eventi, “Bellezza senza tempo” vedrà dialogare l’arte contemporanea con quella antica, teoria e divulgazione del restauro e cantieri didattici.
L’inaugurazione di questo progetto avverrà con la presentazione al pubblico della tavola cinquecentesca “Pietà con i Santi Ambrogio e Girolamo”, di proprietà della Pinacoteca di Brera, proveniente dalla Chiesa Parrocchiale di Paderno d’ Adda. La pala, firmata da Giovanni Ambrogio della Torre, artista rinascimentale in contatto con il più noto Gaudenzio Ferrari, presentava una complessa storia conservativa e forti problematiche di degrado. Il restauro, appena concluso come tesi magistrale del Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni culturali dell’Università di Torino, sarà illustrato da Alessandro Morandotti, docente di Storia dell’arte Moderna presso l’ateneo torinese, e della restauratrice e neolaureata del suddetto corso di laurea, Francesca Bianco.
Mara Martellotta
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Venerdi 23 settembre ore 14-19 Cantiere Ettore Fico
FITWALKING al Parco del Valentino!
Uisp informa che inizia la nuova stagione di FITWALKING al Parco del Valentino. E’ possibile partecipare liberamente alle lezioni di prova e di presentazione del Fitwalking che si svolgeranno nei seguenti giorni e orari: MARTEDI’ 13/09 dalle ore 18,00 alle ore 19,00 e MERCOLEDI’ 14/09 dalle ore 18,00 alle ore 19,00. Per partecipare è necessario inviare la propria adesione indicando nome, cognome e recapito telefonico, entro il giorno prima. L’appuntamento è presso Club Glicini – Palestre Torino, Villa Glicini Viale Ceppi, 5 (Parco del Valentino) Torino. L’inizio dei corsi è previsto a partire dal 20 settembre. Contatti ed info: Paola Leone – Cell. 338 4149729 – e-mail: paolart2004@libero.it – www.fitwalkingtorinocamminarte.com
(Foto: il Torinese)
“Rifondazione è con i lavoratori di Auchan”
“Mercoledì 7 settembre a Torino – Prima udienza del processo contro Auchan per trasferimenti illegittimi. Rifondazione Comunista Torino è solidale con le lavoratrici e i lavoratori di Auchan Torino trasferiti a Cuneo e Bergamo perché non hanno accettato condizioni peggiorative e clausole di flessibilità inconciliabili con una vita dignitosa di lavoratori e lavoratrici. Questi trasferimenti sono illegittimi! La risposta non può essere altra. L’obiettivo aziendale di spingere con il trasferimento questi lavoratori e lavoratrici a licenziarsi è evidente. Poichè non è pensabile che un’azienda di queste dimensioni non possa trovare collocazione per 16 lavoratori, l’intento punitivo è chiaro e deve essere censurato. Davanti al crescente peggioramento delle condizioni lavorative in tutti i settori produttivi, dei servizi e del terziario, questa forma di resistenza per far valere i propri diritti di lavoratori e di persone, merita tutto il nostro appoggio e sostegno. E che questa lotta sia di esempio per tanti altri lavoratori e lavoratrici che, sotto il ricatto del lavoro, non trovano la forza di reagire all’attacco dei diritti fondamentali minati dalle sciagurate politiche del lavoro culminate nella cancellazione dell’art. 18 e dalle nuove norme del jobs act ad opera del governo Renzi.”
Cadigia Perini – Segreteria provinciale PRC – SE – responsabile lavoro
Ezio Locatelli – segretario provinciale PRC – SE
Ettore Berardi, tutti i colori di un uomo speciale
All’anagrafe era registrato come Ottorino, ma tutti a Casale Monferrato lo chiamavano Ettore. Ed Ettore Berardi, pugliese di Ruvo, arrivato in Piemonte, nella città monferrina nel dopoguerra è ancora oggi uno dei casalesi che fanno conoscere la capitale del Monferrato ed il Piemonte in Italia e non solo. “Fuori siamo conosciuti per i Krumiri e per lui, tante volte mi hanno detto, ma vieni dalla città dove lavorava quel famoso sarto” ha detto il deputato Cristina Bargero sabato in occasione dell’inaugurazione della mostra “Tutti i colori della luna – Omaggio a Ettore Berardi” che si tiene a Villa Vidua di Conzano sino al 2 ottobre prossimo. Nelle sale dell’edificio sono riproposti gli ambienti, le creazioni e la sua
unica collezione di cappelli, tra cui quello papale che gli derivò da Portobello, la trasmissione condotta da Enzo Tortora. A fare gli onori di casa del sarto di fama nazionale, cavaliere di gran croce (la più alta onorificenza della Repubblica Italiana), membro della giunta camerale di Alessandria (si deve a lui se la Camera di commercio alessandrina aprì la sua sede casalese), presidente della Pro loco, e soprattutto ambasciatore di Casale, città in cui è vissuto sino alla sua scomparsa e che ha profondamente amato più di tanti casalesi, c’erano le figlie Patrizia e Gabriella e il sindaco di Conzano Emanuele Demaria. E definirlo ambasciatore, anche se magari non avrebbe voluto questo titolo, non è improprio perché portò sempre alto il nome di Casale e del Monferrato, nei
suoi vari contatti e dal suo atelier di via Roma, proprio davanti alla facciata dell’antico convento di Santa Croce, passarono negli anni protagonisti della politica italiana (era molto amico del ministro Adolfo Sarti) o uomini di spettacolo come Alberto Lupo o Enzo Tortora, o lo scrittore Romano Battaglia ed il cantante Claudio Villa, soltanto per citarne alcuni. “Forbice d’oro” i suoi, vestiti e le sue cravatte sovente vivacemente colorati, denotavano, oltre all’abilità di sarto, anche la creatività di un artista, aiutato dalla moglie Carla. Oggi non ci sono più entrambi, lui ha terminato il suo cammino terreno nel 2000, ad 81, anni, lei quattro anni fa. Chi scrive non può dimenticare l’amicizia, sincera, che legava Ettore Berardi alla sua. Mio nonno Ettore, primo direttore dell’allora Banca di Casale e mio padre Marco, geometra, soprattutto alla sera, quando uscivano dall’ufficio, prima di tornare a casa passavano da lui, per fare quattro chiacchiere, una consuetudine durata per anni. E anche il sottoscritto, prima bambino, poi ragazzino, è stato tante volte in quell’atelier. E il ricordo della cappelliera, dove erano esposti alcuni suoi pezzi da collezione (tra cui quello papale) è ancora vivo. Come pure il bancone sulla
sinistra e quella porta che una volta aperta face accedere all’ascensore ed al “misterioso” mondo della sartoria con il magazzino delle stoffe al primo piano, il laboratorio al secondo e l’abitazione di famiglia al terzo. Sono tutti flash di un mondo che non c’è più, di una Casale che è cambiata. La bella mostra di Poppi Posillipo e le interessanti iniziative collegate permettono di ritornare a quell’epoca e rendono davvero omaggio ad un uomo che ha molto amato Casale senza se e senza ma e che dalla sua città adottiva merita, a questo punto, di essere ricordato. La mostra avrà un contorno di eventi che si susseguiranno ogni settimana. Il 10 settembre, alle 18, ci sarà la tavola rotonda “L’artista e l’artigiano: poeti di bellezza”, il 17 settembre, alla stessa ora, verrà presentato un racconto per immagini di Alessandra Ruffino: “Giovanni Tamburelli una vita a fuoco”. Poi il 24 settembre ci sarà una nuova tavola rotonda “Anni 70 il grigio a colori. Gli anni di piombo e la poetica di Berardi”, mentre l’ultimo evento in scaletta sarà, ancora una volta alle 18 del 2 ottobre, la presentazione del catalogo e del docufilm realizzati nell’occasione.
Massimo Iaretti
Fiom-Cgil e Uilm comunicano che è stato firmato l’accordo tra i sindacati e Fca per l’applicazione dei contratti di solidarietà alla Carrozzeria di Mirafiori. Fino al 25 settembre, è in vigore la cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione. L’intesa è stata “raggiunta su tavoli separati ma in contemporanea”. Sarà previsto l’utilizzo dei contratti di solidarietà per un anno: riguarderanno tutti i lavoratori eccetto 1.503 tra addetti alla linea del Levante più alcune figure specifiche. In tutto sono interessate 2.369 persone che avranno una media di riduzione dell’orario di lavoro del 55%. Per l’azienda il ricorso alla solidarietà serve a gestire un temporaneo esubero di 1.303 lavoratori. Intanto Giorgetto e Fabrizio Giugiaro creeranno vetture ecologiche ad alte prestazioni con tecnologie innovative per Techrules, la socieà cinese di ricerca e sviluppo automotive con sede a Pechino. Firmato un accordo per il design e l’assistenza allo sviluppo e alla produzione di supercar ibridi a turbina per gare e per impiego su strada. Verrà realizzato un veicolo destinato ai test su pista e su strada, entro il 2016, per il Salone di Ginevra 2017. Il prototipo monterà il Trev brevettato da Techrules (Turbine-Recharging Electic Vehicle), un microturbine range extender, così da introdurre sostanziali innovazioni mutuate dal settore aeronautico, nel campo della new energy technologies, mirate alla protezione dell’ambiente e all’abbattimento dei consumi.
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Carlo Pittara e la scuola di Rivara
Il Museo Accorsi – Ometto presenta un’esposizione che intende esplorare il percorso artistico di quei pittori che, a vario titolo e in tempi anche diversi, frequentarono il “cenacolo” di Rivara, animato dalla figura di Carlo Pittara.
La mostra, realizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio e a cura di Giuseppe Luigi Marini, comprende circa settanta opere provenienti da collezioni private italiane, selezionate secondo un elevato criterio qualitativo e storico. Dodici sono gli artisti presentati, provenienti da diverse regioni italiane e non solo, a sottolineare l’importanza di una stagione artistica che supera i confini regionali. Accanto ai piemontesi Carlo Pittara, Vittorio Avondo, Ernesto Bertea, Federico Pastoris (a cui si aggiungeranno più tardi i torinesi Giovanni Battista Carpanetto, Adolfo Dalbesio e Francesco Romero, di Moncalvo) sono presenti artisti liguri (Ernesto Rayper e Alberto Issel) o “naturalizzati” come tali (gli iberici D’Andrade e De Avendaño), nonché il fiorentino di natali, ma giunto a Torino in tenera età, Antenore Soldi.
Il momento che essi rappresentano è caratterizzato dalla ricerca di un sensibile realismo nella rappresentazione del paesaggio agreste, con accenti diversi, ma improntati dalla comune attenzione prima al paesismo ancora intriso di romanticismo dello svizzero Alexandre Calame (che quasi tutti conobbero inizialmente a Ginevra), presto attratti dal paesismo dei pittori di Barbizon in Francia e dalle novità di Corot e dal linguaggio fontanesiano attraverso contatti diretti, poi rinnovati negli anni di Rivara, con il maestro reggiano a Volpiano, tramite anche le esortazioni del ligure Tammar Luxoro.
Il confronto tra i pittori iberici e quelli liguri iniziò dapprima negli incontri a Carcare, nel Savonese, poi, sopratutto d’estate o in autunno, a Rivara, dove il lavoro gomito a gomito ebbe momenti catalizzanti, specie dopo l’inserimento nel gruppo di Rayper, su esortazione di D’Andrade. La scelta di confrontarsi con il paesaggio di Rivara avvenne non solo per l’amenità del dolce paesaggio agreste, ma perché tutti potevano godere della generosa ospitalità del banchiere Carlo Ogliani, cognato di Pittara, rivarese d’origine e proprietario di un’accogliente villa, poi anche del vasto castello acquistato all’inizio degli anni Settanta.
L’abituale consuetudine dei gioviali incontri, che connotò la rivoluzione “realista” di quei compagni di cavalletto, ebbe il proprio momento di maggiore vitalità e di fulgore a cavallo del 1870, sino alla precoce morte di Rayper nel 1873 e a uno stillicidio di abbandoni alla fine del decennio, tra cui quello, parziale, dello stesso Pittara, che ritroviamo a Roma nel 1877 e a Parigi dopo il 1880 (anche se di ritorno a Rivara ogni anno per qualche mese); così Avondo, D’Andrade, Pastoris e Bertea, variamente e progressivamente attratti dal restauro e dallo studio dei monumenti del Medioevo pedemontano. Sino a Carpanetto e Dalbesio, inclini altresì, come lo stesso Pittara, alle fascinazioni parigine della sintassi pittorica di De Nittis e Boldini.
Valorizzata in primis dal poeta Giovanni Camerana, poi dai critici Emilio Zanzi, Marziano Bernardi e in ultimo e autorevolmente da Roberto Longhi, l’importanza della cosiddetta Scuola di Rivara era già stata riconosciuta da Telemaco Signorini che, tuttavia, dimenticò Pittara per sottolineare il ruolo innovatore di Ernesto Rayper, indubbiamente la figura più dotata del gruppo. Anche se Carlo Pittara fu il più produttivo e vario, sebbene discontinuo, realista del cenacolo pedemontano, progressivamente attratto dalla finezza e dal successo del linguaggio denittisiano; e curioso delle più dolci eleganze di una pittura narrativa.
A questa “epopea” tardo-ottocentesca, che seppe definitivamente accantonare la ridondanza della pittura di storia e i ritardi di gusto dell’insegnamento accademico con un’espressione gioviale e sincera della realtà, la “verde” Rivara ha legato per sempre il proprio nome: luogo di una pacifica, osteggiata a lungo ma definitiva “rivoluzione” che ha segnato l’attualità della pittura piemontese, ligure e, in parte, attraverso Gignous, lombarda del maturo Ottocento.
CARLO PITTARA E LA SCUOLA DI RIVARA
Un momento magico dell’Ottocento pedemontano
Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto, Torino
22 settembre 2016 – 15 gennaio 2017
Informazioni per il pubblico:
011 837 688 int. 3 – info@fondazioneaccorsi-ometto.it
Apre al pubblico lo studiolo di Pietro Accorsi
E’ stato completato il riallestimento dello storico studiolo di Pietro Accorsi, che sarà pertanto visibile a tutti i visitatori, sia delle mostre in corso che del museo Accorsi Ometto in via Po. La stanza si aggiunge alle 27 sale arredate della collezione permanente, completando così il percorso di visita museale, inaugurato nel 1999. Lo studiolo Accorsi era il luogo in cui il celebre antiquario amava ritirarsi per leggere, studiare un’opera d’arte, o ricevere gli ospiti. Chi passava in via Po 55 difatti – che fossero ospiti illustri, come Agnelli, Ford, Abegg, Viale, Einaudi, o semplici visitatori – non mancava di fare due
chiacchere con Accorsi proprio in questa stanza. Allestito nello studiolo, che presenta alle pareti come boiserie una stuba valtellinese del Seicento, è possibile ammirare splendidi vetri di Chiusa Pesio, Maioliche di Strasburgo, Maioliche rinascimentali italiane, alcune terrecotte di Francesco Ladatte ed un raro biscuit di Meissenraffigurante “La venditrice di amorini”. “Lo studiolo era l’ultimo tassello del percorso museale ancora chiuso al pubblico: ci piace pensare – dicono alla Fondazione -che d’ora in poi chi passerà a trovarci, visitandolo, potrà dare un suo personale saluto al “Principe degli Antiquari”.
Potrebbe essere discusso presto un ordine del giorno in consiglio comunale a Torino, che intende sostenere le ragioni del ‘No'” al referendum sulle riforme. E’ stato presentato dal Movimento 5 Stelle, prima firmataria la consigliera M5S Valentina Sganga che spiega: “E’ giusto che si discuta e che si avvii un confronto finora sempre negato, E’ curiosocome il governo abbia evitato ogni forma di confronto dialettico, che dovrebbe invece essere l’essenza della democrazia. Anche all’interno del Pd ci sono delle perplessità e sarebbe giusto che potessero emergere”.
(foto: il Torinese)
Auto svolta a sinistra e uccide motociclista
Aveva 72 anni, Giovanni Margara, motociclista di Orbassano morto dopo lo scontro della sua Yamaha con una Alfa Romeo Gt. L’auto stava svoltando a sinistra e l’incidente è avvenuto sulla strada statale 25, verso Susa, nella frazione Polveriera. La vettura era guidata da un giovane di 22 anni, che è rimasto illeso, ma per il settantenne, originario di Frassineto Po, nell’Alessandrino e residente a Orbassano, i soccorritori non hanno potuto fare nulla. Sono intervenuti i carabinieri della stazione di Susa e i medici del 118, che hanno cercato di rianimare il motociclista.
(foto: archivio)