redazione il torinese

Guerra del tram, la Regione : “Il Comune va per vie legali? Sa dove inizia ma non dove finisce”

La guerra del tram è scoppiata. Dopo le critiche della Giunta Appendino alla Regione per uno stanziamento inferiore alle aspettative destinato al trasporto pubblico in città (leggi servizio in altra parte del giornale) , il presidente Chiamparino e l’assessore regionale ai Trasporti replicano duramente. Ecco le loro dichiarazioni.

tram“Commentando le dichiarazioni della sindaca Appendino e dell’assessora Lapietra, come riportate oggi sui quotidiani e dai vari media, il presidente Chiamparino e l’assessore Balocco rilevano che se si ritiene di andare per le vie legali è bene sapere che si sa dove si inizia ma non si sa dove si finisce. Ed è ovvio che la strada giudiziale scelta dal Comune comporterebbe l’immediata sospensione di tutti i tavoli di approfondimento in corso con la Città di Torino proprio sul tema del trasporto pubblico.

Come si è già visto a proposito della Sanità, cercare di contrattare con la mano sinistra e andare in tribunale con la mano destra con noi non funziona.  Nel merito vogliamo precisare che i “pesanti tagli” di circa il 20% cui fa riferimento la giunta Appendino riguardano gli esercizi compresi tra il 2011 e il 2014 sotto la giunta Cota.  Appena insediata, la nostra giunta ha cercato di rimediare alla pesante situazione avviando una transazione che ha consentito di azzerare di fatto i tagli e di riportare le risorse alla situazione ante 2014. Per il 2015 sono stati previsti tagli annui (su tutto il territorio) pari al 3%, tagli però di fatto compensati da un accordo con i sindacati che prevedeva il mancato reintregro del personale in uscita volontaria o per limiti di età accompagnato da necessarie razionalizzazioni che hanno consentito di non penalizzare l’utenza. Nel 2016 non sono stati effettuati ulteriori tagli e con l’assestamento di bilancio sono state garantite praticamente le stesse risorse TRAM GMADREdell’anno precedente (compensando anche pendenze precedenti) Sostenere quindi che la Regione abbia tagliato i trasferimenti non rispettando gli impegni è profondamente scorretto.

Gli altri contenziosi che riguardano GTT da una parte e AMP dall’altra concernono il diverso conteggio del costo  chilometrico. La questione è semplice: c’è una differenza tra quanto la l’Agenzia ritiene di dover trasferite al Comune di Torino e quanto il Comune di Torino ritiene gli spetti, differenza che deriva principalmente da una diversa modalità dì calcolo del costo/chilometrico per i servizi su linee tranviarie (che chiaramente hanno costi maggiori, di manutenzione, infrastrutture, etc) che invece, da alcuni anni, GTT eroga con i bus, fatturandoli come se fossero effettuati su tram. Da questa diversa interpretazione dipende in gran parte l’ammanco “denunciato” da parte del Comune di Torino”

Altro tema sono le tessere di libera circolazione. Secondo l’interpretazione data dall’AMP, queste agevolazioni erogate a determinate categorie, come le persone con disabilità, sono comprese nel corrispettivo che AMP trasferisce a GTT. Opposta la visione di GTT che ritiene che debbano essere conteggiate a parte, senza peraltro che sia stato definito un quadro di conteggio alternativo. Per GTT si tratta di abbonamenti pieni e che quindi debbono essere valorizzati a costo pieno. Per la Regione, anche grazie al sistema BIP che consente di monitorare l’utilizzo del biglietto da parte dell’utenza, dovrebbe essere al limite riconosciuto solo il costo delle singole corse utilizzate, che per il vettore rappresentano un costo marginale. Su questa impostazione Regione Piemonte si è dichiarata pienamente disponibile a ragionare per il futuro con GTT.

Poi c’è la questione metropolitana, che genera un disavanzo significativo nel bilancio GTT.  La Regione Piemonte si è dichiarata disponibile a contribuire ai costi di gestione a condizione però che il tram coloriComune di Torino faccia altrettanto, chiedendo anche il coinvolgimento del Governo. Non può essere solo la Regione a farsi carico in toto di un servizio che è principalmente al disposizione della città (anche se utilizzato da molti piemontesi). Per altro, la città di Torino è l’unica città che per il servizio urbano non finanzia nemmeno un euro, a differenza di quanto fanno altre metropoli o città più piccole come Novara o Cuneo, solo per citarne alcune.

Ulteriore questione la differente interpretazione sul conteggio degli interessi di mora per i ritardi nei pagamenti. Per l’Agenzia tali interessi vanno conteggiati al tasso di inflazione reale, mentre per GTT secondo il tasso di inflazione programmato (che è notevolmente più alto).

Su tutti questi temi c’è, come la sindaca Appendino e l’assessora Lapietra sanno, la piena disponibilità della Regione nei confronti della Città di Torino ad approfondire e a trovare soluzioni. Ma per trovare soluzioni la volontà deve essere reciproca. Se il Comune conferma invece la decisione di intraprendere la strada giudiziale, non resterà che prendere atto di quanto sarà deciso in quella sede”.

Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte

Francesco Balocco, assessore ai Traporti della Regione Piemonte

Collare d’Oro al Torino Calcio e Gigi Riva

fila posa1Il Coni ha assegnato il Collare d’oro al merito sportivo al Torino Calcio e a Gigi Riva. Il riconoscimento sarà consegnato il 19 dicembre alla presenza del premier Matteo Renzi. La squadra granata,  dice il presidente del Coni Giovanni Malagò  “è un club con una grande storia legata, purtroppo, anche alla tragedia di Superga. Ho già parlato con il presidente Urbano Cairo, che verrà personalmente a ritirare il Collare d’oro. Con Gigi Riva, invece, abbiamo voluto premiare la storia di un atleta più unico che raro. Speriamo che possa venire a riceverlo, viste le sue condizioni di salute non eccezionali”. Il Collare d’oro sarà assegnato anche al presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, come personalità esterna al mondo dello sport.

(foto: archivio)

Pirata della strada investe pedone e fugge

cto33Le forze dell’ordine stanno ricercando l’automobilista che ieri, a Moncalieri, ha investito un pedone e poi è scappato. L’uomo ferito, di 46 anni, è ricoverato al Cto e le  sue condizioni non paiono gravi. L’investimento è avvenuto in strada Molino del Pascolo, quando il pedone stava camminando e parlando al telefono ed è  stato travolto da una macchina scura.Non ci sono testimoni e le sole tracce sono parti di carrozzeria rimaste sulla strada.

 

(foto: il Torinese)

Ecco le novità della settima edizione di Operæ

Torna l’appuntamento con Operæ, il primo festival in Italia dedicato al design indipendente che si svolge a Torino, quest’anno presso Palazzo Cisterna dal 3 al 6 novembre. L’accurata selezione di designer emergenti sul panorama internazionale, il focus sul design contemporaneo da collezione, la valorizzazione della qualità manifatturiera artigianale, la creazione di concrete occasioni per l’apertura di collaborazioni professionali sono i tratti distintivi della manifestazione che si presenta come una piattaforma in cui design, artigianato, gallerie, aziende e istituzioni si incontrano. Operæ è un progetto di Bold con il supporto della Regione Piemonte, della Compagnia di San Paolo, della Camera di commercio di Torino, di Creative Industries Fund NL e del Consolato Generale dei Paesi Bassi a Milano.

operae

Da un’idea dell’Associazione Torino Design Week. Per l’edizione 2016, le fondatrici di Operæ – Sara Fortunati e Paola Zini – hanno scelto di affidare la curatela ad Annalisa Rosso, giornalista indipendente di design e architettura, che ha individuato nel tema Designing the future la chiave di lettura per la selezione dei partecipanti alla manifestazione. Un appello al coraggio e alla consapevolezza di chi progetta oggi per determinare il nostro domani. Due le sezioni in cui si articola la fiera: la Sezione Designer e – novità dell’edizione 2016 – la Sezione Gallerie. La Sezione Designer presenta 33 progettisti internazionali selezionati tra i tanti che hanno risposto alla chiamata di Designing the future. Eterogenei per background formativo, provenienze (arrivano da Italia, Paesi Bassi, Francia, Belgio, Taiwan, Russia, Giappone, Regno Unito), approccio alla ricerca, estetica, finalità. In comune, l’indipendenza con cui hanno sviluppato i progetti presentati, agendo su diverse frontiere del design contemporaneo: dal rapporto con l’artigianato, alla collaborazione con altre discipline (soprattutto scientifiche), fino all’esplorazione sempre più radicale con materiali vecchi e nuovi. Con la Sezione Gallerie, Operæ dedica per la prima volta un focus al design da collezione per interrogarsi su significati e prospettive di questo tema di grande attualità. Collezionare design contemporaneo significa rendersi parte di una ricerca e una sensibilità che appartengono profondamente al tempo presente. La gallerie specializzate stanno attraversando un momento di grande interesse. Consentendo ai designer tempi e modi di sperimentazione unici, stanno diventando punti di riferimento imprescindibili per il settore. L’edizione 2016 del progetto speciale Piemonte Handmade vede la sinergia di artigiani locali, designer e gallerie di design contemporaneo, insieme per produrre un progetto unico che verrà presentato per la prima volta durante il Festival. Considerando il collezionismo come sbocco naturale per edizioni limitate e pezzi unici realizzati con lavorazioni d’eccellenza, Operæ ha voluto puntare l’attenzione sul sodalizio che vede la creatività dei designer e il know-how degli artigiani impegnati in un dialogo reciprocamente fruttuoso, senza dimenticare di interfacciarsi con il mercato di settore grazie alla figura delle gallerie specializzate, che si occuperanno di inserire gli oggetti prodotti nel mondo del collezionismo internazionale. Il progetto Piemonte Handmade è realizzato grazie al contributo della Regione Piemonte. Operæ da tempo lavora su un tema cardine dell’attualità come quello del futuro per l’artigianato ed è proprio da qui che muove il progetto speciale Trecentottanta. Appunti sull’Antica Università dei Minusieri. Nel 1636, a Torino è stata fondata l’Università dei Minusieri, Ebanisti e Mastri di Carrozza. Una realtà unica dedicata alla lavorazione magistrale del legno che compie 380 anni, ma risale a un’epoca ancora precedente. Operæ ha chiesto a Zaven di restituire questo mondo antico al tempo presente. Il duo di designer veneziani ha saputo tradurre il linguaggio dei Minusieri in un alfabeto contemporaneo, accessibile e di grande ispirazione, oltre che traslare le suggestioni dell’epoca in una nuova produzione di oggetti d’arredo. Il progetto è sviluppato grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo che da anni accompagna Operæ nel costruire un dialogo produttivo – culturale e materiale – tra passato e futuro. L’esplorazione del tema di Operæ 2016 si arricchisce anche della presenza di rappresentanti del mondo del design – e non solo – chiamati a raccontare la loro esperienza all’interno delle talk che si articolano lungo i giorni di Operæ: dalla curatrice Maria Cristina Didero all’architetto Cino Zucchi, dall’economista Stefano Micelli al direttore della Design Parade di Hyères e Tolone JeanPierre Blanc, dal direttore artistico della Beijing Design Week Beatrice Leanza alla designer olandese Marlene Huissoud fino all’architetto Joseph Grima. Due workshop dedicati ai professionisti approfondiscono la conoscenza ed esplorano le possibilità di due ambiti di grande interesse per i progettisti: quello del legno che verrà affrontato scoprendo pezzi di legni unici provenienti da tutto il mondo e loro proprietà, sentendone i profumi, per arrivare perfino a degustarli (a cura di Slow Wood) e quello delle fragranze, imparando a riconoscere gli odori sintetici da quelli naturali e le varie caratteristiche dei profumi in base agli elementi che lo compongono (a cura di Tonatto Profumi). Infine, due laboratori per bambini dai 6 ai 10 anni Re-make a cura di: Xkè? Il laboratorio della curiosità e DEAR – Design Around, destinati ad avvicinare i più piccoli al mondo della progettazione. Sabato 5 novembre, per la notte delle Arti Contemporanee, dalla collaborazione con ClubToClub, prende vita il dj set degli Stump Valley nel cortile di Palazzo Cisterna dalle 19.00 alle 21.30. All’interno della Sala Marmi del Palazzo invece, dalle 21.00 alle 22.00, andrà in scena la performance Foroba Yelen. Trasformare l’ombra dell’albero in luce, a cura di Matteo Ferroni e in collaborazione con la Fondazione per l’architettura. A integrazione dell’esposizione e in continuità con l’attenzione che da sempre Operæ riserva al confronto tra ricerca e mercato, la Camera di commercio di Torino, nell’ambito delle attività della rete EEN – Enterprise Europe Network, in collaborazione con Unioncamere Piemonte, organizza To Design Meetings, occasione per mettere in contatto imprese manifatturiere e designer. A Palazzo Birago, sede della Camera di commercio, sono attesi 122 partecipanti, tra cui 67 designer e 36 aziende, con un’agenda di oltre 320 incontri btob previsti, con una significativa rappresentanza di operatori stranieri provenienti da 16 Paesi europei. L’iniziativa si rinnova ogni anno, ottenendo riscontri e risultati sempre più positivi, con numerosi accordi già siglati, a conferma dell’esigenza di trasferire le idee e le innovazioni presenti nei percorsi indipendenti in processi industriali. In linea con questi obiettivi, l’edizione 2016 di Operæ si avvale della collaborazione di LAGO per gli allestimenti negli spazi dedicati agli incontri Business to Business, oltre che nell’area di caffetteria. Operæ è anche l’occasione per vedere in anteprima Dora, il quarto prodotto che fa parte di MARCA, il progetto promosso dalla Camera di commercio di Torino, in collaborazione con Ceipiemonte, a cura di Barbara Brondi & Marco Rainò, che dà vita ad una collezione di oggetti d’uso quotidiano, mettendo in relazione un progettista e un’azienda manifatturiera torinesi. Dora è un tappeto, nato dalla collaborazione tra lo studio di design tutto al femminile Serienumerica e la storica ditta Battilossi.

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OPERÆ 2016 Palazzo Cisterna, via Maria Vittoria 12 e via Carlo Alberto 23 Torino orari 3 novembre 2016: dalle ore 19 alle 23 4 novembre 2016: dalle ore 10 alle 20 5 novembre 2016: dalle 10 alle 23 6 novembre 2016: dalle ore 10 alle 20 biglietti Intero: 5 euro Ridotto: 3 euro per universitari, designer, architetti, Amici della Fondazione, titolari del biglietto di Artissima, titolari del biglietto d’ingresso alle mostre allestite alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo durante i giorni di Operæ, possessori della “Torino+Piemonte Contemporary Card”. L’ingresso gratuito è riservato a ragazzi fino ai 18 anni, a disabili e accompagnatori Presentando al desk accrediti il tesserino dell’Ordine Architetti di Torino o la tessera di Amici della Fondazione per l’architettura / Torino e firmando l’apposito registro, sarà riconosciuto 1 credito formativo per architetti, complessivo per la partecipazione alla manifestazione. INFORMAZIONI http://operae.biz/ – info@operae.biz / tel: +39 011 5611337

“Maelbeek” di Federica Bertino, un grido contro la violenza di oggi

Non le emozioni del momento, non la rabbia e lo sconforto che salgono con forza dinanzi ad una tragedia e che sono lì a premere, non i consueti sentimenti tante volte disposti tra il disordine personale dell’immediatezza. Ha dovuto far passare alcuni mesi Federica Bertino, almeno cinque, buttarseli alle spalle, non per cancellare ma almeno per rendere meno incisivo quel pugno nello stomaco.

bertino

La data è quella del 22 marzo di quest’anno, che adesso è lì, nera, nel basso della tela dell’artista, sono le 9 e 11 del mattino, l’occasione odiosa è l’attentato alla metropolitana di Bruxelles, al secondo vagone che sta viaggiando tra le stazioni di Maelbeek e Schuman. Contro chi, come ogni mattina, sta andando a scuola o in ufficio, sta andando a bersi un caffè in centro con gli amici, a iniziare una giornata che sarà l’ultima. Contro i trentadue morti, di tredici nazionalità diverse, belgi innanzitutto e poi svedesi polacchi inglesi francesi cinesi indiani, che sono rimasti intrappolati tra le lamiere contorte. Senza domani. Quei cinque mesi hanno voluto dire, “semplicemente”, per Federica, uscire del tutto da uno choc, far completamente sua la notizia, tra messaggi e telefonate e rassicurazioni, che sua nipote, quella mattina come ogni altra mattina salita poco dopo le 8 su quella stessa metropolitana, per recarsi a scuola, stava bene, ancora spaventata ma stava bene. Oggi, a chi guarda questa tela dalle grandi dimensioni (370 x 210 cm.), posta a occupare quasi completamente una parete di una delle sale che compongono il MIIT di corso Cairoli 4 (la collettiva, curata da Guido Folco, è dedicata a vari artisti e rimarrà aperta sino al 10 dicembre), si pone inevitabile il ricordo della “Guernica” picassiana, violenza di oggi che si specchia dolorosamente nella violenza di ieri, un ponte lungo 80 anni ma senza distinzione. Con l’uso di pastelli neri e di acrilici posti su una tela bianchissima (avevamo conosciuta pochi anni fa Federica – “grandi tele, nate da forti emozioni, frammenti di ricordi, contenuti per me importanti, che riempiono di colore e caratterizzano gli ambienti”, aveva scritto lei un giorno, lei che ha visto i suoi disegni pubblicati nelle pagine di importanti testate, “The New York Review of Books” “Tuttolibri” “Noi donne”, ed ha esposto a Stoccolma e a Bologna, a New York e in Olanda, che come fotografa è stata presente a Montpellier come a Parigi e Heidelberg, che l’estate scorsa nel corso del Festival del Mediterraneo dell’Arte a Cagliari ha visto selezionata una sua opera tra le vincitrici del Primo Premio per l’esposizione di un’opera presso il Museo Oud Sint Jan di Brugge in concomitanza con la mostra dedicata a Picasso – e le sue opere piene di colori vivaci, invadenti, pronti a trasmettere sentimenti di allegria), l’artista dispone nell’angolo a sinistra un cumulo di corpi, immobile, bloccato coralmente in quell’unico braccio levato a chiedere aiuto mentre tutto all’intorno è già sconvolto, definito, azzerato. Nel resto dello spazio, tre corpi scomposti, mutilati, iscuriti o con brevi cenni di colore, sembrano volteggiare in senso antiorario nell’aria, come in un girone dantesco, alla ricerca di un soccorso, di un senso, di un angolo di pace. Nella grande libertà del tratto, nella tragicità raccontata con la frantumazione dei corpi, l’artista richiama le coscienze all’atto che si è appena compiuto, le rende partecipi, si pone essa stessa personaggio della tragedia. L’artista non è soltanto più il fedele trascrittore di un’azione, ma ne è l’interprete, la vive, cerca la più intima immedesimazione con le vittime: arriva a farsi storico, a uscire dal proprio studio per diventare parte di primo piano della società. Ne nasce un’opera a lungo maturata e matura, vigile, strettamente legata al momento in cui viviamo, significativa nel renderci la tragica fragilità del nostro vivere quotidiano.

 

Elio Rabbione

 

Nell’immagine:  

Federica Bertino, “Maelbeek”, 2016, pastelli ad olio e acrilici su tela, cm. 370 x 210

Sotto la Mole le star di X Factor

x-factorMartedì 8 novembre, a Torino, la seconda delle otto tappe nelle principali città italiane

  Arriva a Torino “Diamo spazio alle passioni”, la serie di appuntamenti che Intesa Sanpaolo, main sponsor della decima edizione di X Factor 2016, condurrà insieme ai concorrenti della trasmissione in otto città italiane dove hanno sede alcune tra le più belle filiali della Banca, rinnovate quest’anno nel segno della condivisione e della trasparenza. Una nuova concezione dello spazio e del servizio che coinvolgerà prossimamente centinaia di filiali di Intesa Sanpaolo in tutta Italia. La tappa torinese dell’iniziativa animerà martedì 8 novembre, a partire dalle 18, la filiale Intesa Sanpaolo di Corso Peschiera 151. La serata è aperta al pubblico, previa prenotazione online dal sito www.eventi.palco.it a partire da venerdì 4 novembre. Sarà un’occasione d’incontro all’insegna della musica, della passione e del talento, per prolungare l’emozione di X Factor 2016 insieme a uno dei suoi protagonisti: il musicista che sarà escluso dal programma nella serata di giovedì 3 novembre, infatti, si esibirà in un concerto dal vivo, insieme ad altri ospiti. Le otto serate L’iniziativa di sharing music “Diamo spazio alle passioni” di Intesa Sanpaolo ha avuto inizio lo scorso 28 ottobre dalla filiale flagship di piazza Cordusio a Milano. Le tappe successive a quella di Torino si terranno a Firenze il 15 novembre (via Nazionale), a Roma il 22 novembre (via del Corso), a Pozzuoli il 29 novembre (via Terracciano), a Treviso il 6 dicembre (via Indipendenza), a Bari il 13 dicembre (piazza Luigi di Savoia) e ospiteranno lo show dell’artista escluso dal programma televisivo il giovedì precedente. L’ultima tappa si svolgerà a Milano il 16 dicembre, nella filiale di via Verdi. Il Concorso Fino al 14 novembre, con Intesa Sanpaolo sarà possibile vincere 300 inviti per ogni puntata live e 500 inviti per la finalissima di X Factor 2016, partecipando al concorso su palco.it, la piattaforma multimediale di Intesa Sanpaolo, con assegnazione immediata del premio. Inoltre, i nuovi clienti del conto PerMe di Intesa Sanpaolo avranno un’ulteriore possibilità di aggiudicarsi due biglietti per la finalissima e riceveranno in omaggio una t-shirt personalizzata o un abbonamento di NowTV con box annessa.

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Il conto corrente PerMe Una nuova formula di conto corrente, attivabile in filiale e su intesasanpaolo.com, dedicato a un cliente dinamico: è PerMe, il nuovo conto corrente di Intesa Sanpaolo, disponibile in quattro profili, personalizzabile in ogni momento per evolvere insieme ai bisogni del cliente e del suo stile di vita, con un canone a partire da 6 euro al mese che diminuisce in base ai servizi e ai prodotti aggiuntivi e con spese ridotte per i clienti under26. La filosofia della condivisione (Sharing) è il principio ispiratore dei nuovi progetti culturali e commerciali di Intesa Sanpaolo: condividere esperienze, emozioni e storie capaci di generare nuove prospettive, un patrimonio comune di idee, nuovi scenari. Ed è proprio nell’ambito di sharingmusic che si inserisce la scelta insolita e innovativa per una banca di partecipare a X Factor 2016 come main sponsor e di sviluppare una vera e propria tournée in tutta Italia in concomitanza con la trasmissione. L’affinità dei valori che lega la prima banca italiana al programma di Sky Uno HD divenuto un cult per il grande pubblico italiano si traduce nella passione, nel talento e nella condivisione: in particolare, l’attenzione alle esigenze delle nuove generazioni e la ricerca dei talenti emergenti unisce due campioni italiani come Intesa Sanpaolo e X Factor 2016.

La disfida dei trasporti tra Regione e Comune. Solo 137 milioni per la rete urbana torinese

tram ztlToni  polemici tra Comune di Torino e  Regione Piemonte. Quest’ultima ha deciso di destinare al trasporto pubblico  in superficie, per  la città di Torino, la quota di 137 milioni di euro per il 2016 e 127 milioni per il 2017 , comprese agevolazioni tariffarie per circa 6 milioni. La  notizia è stata data in Consiglio comunale dall’assessora ai Trasporti, Maria Lapietra, che ha ricevuto una lettera dalla tram coloriRegione. La comunicazioni delle cifre, ha detto l’assessora pentastellata, è pervenuta dopo mesi di richieste da parte della giunta municipale. Poiché mancano solo due mesi alla fine dell’anno è impossibile ricalibrare il servizio sulla base della nuova cifra, che risulta inferiore a quella di circa 140 milioni di euro sulla quale in estate l’amministrazione comunale aveva ottenuto “promesse” a voce.  “Per il 2017 ci potranno quindi essere pesanti effetti per i torinesi”, ha paventato Lapietra: “eravamo partiti da oltre 170 milioni”.

(foto: il Torinese)

Un esempio per tutti noi… (Parte 2)

Due sorelle tra le più povere di Chake

Che la nostra “fiaba reale” abbia inizio….

È più facile meditare che fare effettivamente qualcosa per gli altri. Limitarsi a meditare sulla compassione equivale a optare per l’opzione passiva. La nostra meditazione dovrebbe creare la base per l’azione, per cogliere l’opportunità di fare qualcosa.
(Dalai Lama)

Esempi di ordinaria crudeltà

Un brutto incidente che può capitare a qualunque bambino: cadere di bicicletta e procurarsi una frattura. Nei Paesi ricchi non sarebbe un grosso problema. Ma non è così per chi vive nei villaggi isolati e dove l’ospedale è troppo lontano e troppo caro.

Il Nepal è una terra di estrema povertà e profonde disuguaglianze. Soprattutto per chi vive nelle aree rurali del Paese. Tante ragazze, nate in un piccolo e remoto villaggio, hanno un sogno, quello di studiare e diventare maestre di scuola, ma in un luogo del genere, è impossibile da realizzare.

Storie quotidiane di bambini che vivono nel Terzo mondo, che parlano di diritti negati fin dalla nascita: istruzione, salute, cibo, acqua, uguaglianza sociale. Per loro, queste parole non significano niente.

Ritorno a Kathmandu e al villaggio di Chake.

Com’era la scuola prima dei lavori di ricostruzione….

Guido, Emanuele e Dino si fermano a Kathmandu qualche giorno per organizzarsi e sulla strada che li conduce al villaggio, comprano le turche per i bagni, viti e materiale di ferramenta oltre all’olio per la miscela della motosega (che è stato difficile da trovare). Di nuovo tanti chilometri pieni di disagio ma anche di tanta speranza e buona volontà. Giunti a Chake, vengono accolti dai numerosi bambini che già conoscevano Guido ed Emanuele e, si svolge una cerimonia di accoglienza, al fine di ringraziare per i soldi ed il materiale portati per il progetto di ricostruzione.

La ricostruzione.

La prima difficoltà da affrontare è il progetto stesso di ricostruzione. I tre ragazzi vengono derisi quando illustrano come vogliono procedere, in quanto devono confrontarsi con quella gente semplice e priva d’istruzione. Le persone del villaggio non ritenevano necessario rinforzare il tetto con delle travi di sostegno per non farlo crollare, tanto che avrebbero iniziato a togliere i detriti delle mura diroccate, facendo sicuramente crollare il tetto soprastante e, a quel punto, si rischiava di non poter proseguire nel lavoro di ricostruzione. Guido, Emanuele e Dino dopo diverse discussioni convincono i nepalesi a procedere come da loro indicato, ovverosia rinforzando dapprima il muro a secco con del cemento, tagliare gli alberi di cedro dai boschi intorno, per poi salire al soffitto con il legno tagliato e riparare il tetto.

Per reperire il cemento dal paese vicino di Garjan, era indispensabile ricorrere all’aiuto degli sherpa, uomini dalla corporatura minuta, ma dotati di una naturale resistenza alla fatica grazie alla capacità di crescere robusti ad altitudini dove pochi esseri umani sono disposti a spingersi, anche solo occasionalmente.

Resistentissimi ai disagi e alle fatiche, questi ometti magri, con due gambette che assomigliano a degli stecchi, sono in grado di spalleggiare pesi di 40 o 50 chilogrammi per giorni e giorni, per sentieri che farebbero impensierire una persona senza alcun carico. Gli sherpa contattati, erano disponibili a portare il carico su e giù da Garjan a Chake, tre volte al giorno, per la somma di sei euro.

Durante i lavori di ricostruzione, le donne hanno eseguito i lavori più duri tipo spaccare le pietre per il fondo, con il martello per soli quattro euro al giorno e sette ore lavorative. Le donne mentre lavoravano avevano sempre “dipinto” un sorriso sulle labbra, mentre gli uomini, che svolgevano lavori più leggeri tipo carpenteria per sei euro al giorno, erano sempre taciturni e un po’ scontrosi.

Un altro grande problema è stato quello della lingua.

Come farsi capire dalle persone che collaboravano alla ricostruzione?

La risposta è semplice e piuttosto intuitiva…utilizzando le risorse del nostro corpo, il sorriso, la gentilezza, gli ammiccamenti ed il linguaggio dei gesti…tipo passare l’acqua…alzare il pugno in senso affermativo o negativo… Le posizioni del corpo, i gesti, la mimica forniscono informazioni complementari, di rinforzo comunicativo. La comunicazione non verbale può sostituire quella verbale altrettanto efficacemente, se davvero si vuole raggiungere lo scopo prefissato!

Il codice della comunicazione corporea e gestuale è un codice universale, una sorta di patrimonio ancestrale, riconoscibile da tutti gli esseri umani e pertanto come tale, utilizzabile tra le diverse culture ed etnie.

In sole tre settimane di lavoro la scuola è stata ricostruita! Venti donne e trenta uomini vi hanno partecipato, la cosa un po’ triste e, dovuta all’estrema ignoranza delle persone che abitano quelle lande desolate, è che lo hanno fatto per i soldi e non perché era una cosa da fare. Nei dodici mesi dopo il terremoto non avevano fatto niente, solamente atteso senza assumersi alcuna iniziativa.

 

Il periodo di permanenza in Nepal.

Ogni giorno Guido, Emanuele e Dino si svegliavano presto perché dovevano affrontare un’ora di marcia a piedi ed in salita, prima di raggiungere il villaggio ed iniziare il lavoro alla scuola mentre la sera, al termine di una pesante giornata lavorativa, bisognava rifare la stessa strada in discesa, per arrivare a Garjan al lodge che li ospitava, sudati e martoriati dagli insetti, dove li attendeva una doccia… “particolare”, un secchio di 50 litri di acqua fredda da dividersi in tre, con un pezzo di sapone di marsiglia ed un mestolo.

Per duecento rupie, l’equivalente di circa due dollari, i tre ragazzi occupavano una stanzetta, tipo baita, a Garjan. Nella cittadina, capoluogo della regione, non vi erano canalizzazioni e la corrente era scarsa ed erogata saltuariamente. Anche la comunicazione con le famiglie in Italia era difficile, niente telefono, solo una scheda acquistata a Kathmandu e non abilitata che però permetteva, di tanto in tanto, di fare qualche chiamata (di rimbalzo).

Durante i vari spostamenti ed i lavori di ricostruzione Guido, Emanuele e Dino si fermavano nelle case che circondavano il villaggio ed in quelle lungo il sentiero che la mattina e la sera percorrevano. Spesso venivano accolti ed invitati a rifocillarsi o semplicemente veniva loro offerta una specie di cagliata di latte di bufala appena munta, calda e condita con mosche.

Gil….due occhi vispi ed un sorriso in mezzo al niente…..

Nella maggioranza di queste famiglie i bambini non andavano a scuola non avendo la possibilità di pagare la somma di venti euro, per sostenere le spese annuali. In ogni famiglia il dal bhat costituiva il piatto tipico, riso con poche verdure, mentre i più fortunati potevano permettersi anche l’aggiunta di lenticchie. Il dal bhat viene mangiato tre volte al giorno (colazione, pranzo e cena) mentre le varianti sono scarse e sporadiche (patate, un po’ di frutta, a volte del miele raccolto nei boschi).

Le case di queste famiglie, semplici e spartane, si assomigliavano tutte…un muro a secco, tetti in legno e lamiera, qualche telo di nylon a rattoppare qualche buco fastidioso e tutte, indistintamente, prive di ogni confort, senza cucina né bagno.

Nonostante l’estrema povertà delle abitazioni, le persone di questi nuclei abitativi potevano considerarsi fortunate perché, le famiglie le cui case erano state distrutte dal terremoto, vivevano in baracche costituite da pali, bambù e tele di nylon.

I nostri ragazzi hanno suddiviso le vesti portate dall’Italia tra queste famiglie ed hanno regolarmente comprato riso in Garjan, e lo hanno trasportato quotidianamente nei loro zaini, per poterlo donare di casa in casa.

L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo…….   (Sofocle)

Continua domani…

Guido, Dino ed Emanuele torneranno presto al villaggio di Chake in Nepal, la loro “missione” consisterà nel costruire delle semplici canne fumarie e salvare decine e decine di vite, distribuire vestiti, regalare una speranza per il futuro ai bambini di quella zona donando a quanti più possibile i venti euro necessari per le spese scolastiche annuali e tante altre…piccole ma grandi cose… Chi volesse contattarli direttamente per aiutarli nella loro impresa o semplicemente per condividere il loro pensiero può tranquillamente farlo: dinocavedon@libero.it &guido_climb@hotmail.com

dinocavedon@libero.itPer chi volesse vedere tutte le foto ed i video degli articoli degli articoli su Chake ed il Nepal può farlo al seguente link: http://www.astrologiadiplatone.com/blog/2016/10/29/un-esempio-tutti/

https://www.facebook.com/astrologiadiplatone/

www.astrologiadiplatone.com

Legambiente: quasi metà delle scuole piemontesi ha bisogno di manutenzione urgente

scuola bambiniVerbania e Biella tra le prime 10 al 9/o e 10/o posto, Torino in 16^ posizione prima tra le grandi città, Asti 27/o, Cuneo 36/o, Alessandria 37/o, Vercelli 46/o, Novara 47/o

Secondo  i dati  del XVII Rapporto Ecosistema Scuola, l’indagine annuale di Legambiente, il 46,3% degli edifici scolastici del Piemonte necessita di interventi di manutenzione urgenti, nonostante nel 61.3% delle scuole si siano realizzati lavori edili negli ultimi 5 anni. Allo studio di Legambiente prendono parte tutte le città della nostra regione e si collocano tra le prime cinquanta in graduatoria: Verbania e Biella tra le prime 10 al 9/o e 10/o posto, Torino in 16^ posizione prima tra le grandi città, Asti 27/o, Cuneo 36/o, Alessandria 37/o, Vercelli 46/o, Novara 47/o. Risente dell’anzianità eccessiva il patrimonio immobiliare degli edifici scolastici piemontesi: il 76,1%  è stato costruito prima della legge antisismica del ’74 con destinazione d’uso non esclusivamente come scuole (81,6%), ma anche edifici storici (16,7%), abitazioni (0,9%) e caserme (0,2%). Soltanto lo 0,4% è stato costruito seguendo i criteri della bioedilizia e l’1,2% con criteri antisismici.

Eternit, udienza al Palagiustizia

Il Gup del Tribunale di Torino Federica Bompieri riaprirà la discussione nell’udienza preliminare di Eternit bis cheeternit bandiere si celebra venerdì 4 novembre, a palazzo di giustizia, dopo che il 27 ottobre scorso era stato ripreso il dibattimento per decidere se rinviare o meno a giudizio per omicidio il multimilionario svizzero Stephan Schmidheiny. Nella prima udienza dopo la ripresa c’era stata una netta opposizione sul punto di tutte le parti civili, in quanto l’argomento era già stato affrontato prima della trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale, affinché questa decidesse sulla costituzionalità o meno del ne bis in idem. Anche in questa occasione saranno sicuramente presenti Afeva e gli amministratori dei Comuni interessati dal flagello derivante al mal d’amianto, mentre sicuramente non ci sarà in aula, come mai c’è stato in tutti questi anni, l’imputato. Intanto Ezio Bonanni, avvocato e presidente di Ona – Osservatorio nazionale amianto preannuncia che, non appena ci sarà il rinvio a giudizio chiederà che lo Stato (peraltro in questo procedimento si è costituito parte civile) risponda come responsabile civile per i danni provocati dall’imputato e ne richiederà la citazione per ordine del Tribunale. “Ona – dice Bonanni – ha registrato un aumento dei casi di mesotelioma, tumori polmonari e altre patologie asbesto correlate tra la popolazione di cinque siti degli stabilimenti Eternit, Casale Monferrato, Cavagnolo, Bagnoli, Siracusa e Rubiera.”

Massimo Iaretti