redazione il torinese

I vincitori del Lovers Film Festival

Oggi domenica 28 aprile si conclude la trentaquattresima edizione del Lovers Film Festival – Torino  LGBTQI Visions diretto da Irene Dionisio con la consulenza artistica di Giovanni Minerba, fondatore conOttavio Mai fondatore della rassegna

I giurati del concorso internazionale lungometraggi All the Lovers, Iaia Forte, Laura Bispuri e Neri Marcorè, hanno scelto come vincitore:  CARMEN Y LOLA di Arantxa Echevarria e hanno dato una menzione speciale a SAUVAGE di Camille Vidal-Naquet.

È invece risultato vincitore del concorso internazionale documentari Real Lovers, la cui giuria è composta da Bartholomew Sammut, Hamilton Santià e Luca PaladiniNORMAL di Adele TulliMenzione speciale della giuria a AN ARMY OF LOVERS di Ingrid Ryberg.

Per Carolyn Christov-Bakargiev, Leonardo Caffo e Luca Pacilio, giurati della sezione iconoclastaIrregular Lovers, la miglior pellicola è CAPITAL RETOUR di Léo Bizeul. La giuria sceglie inoltre di attribuire una menzione speciale pari merito a: MUDAR DE VIDA / LIBERA VITA di Tonino De Bernardi e a DID YOU KNOW di Lynn Kim.

La giuria speciale Centre d’Art Contemporain Genève formata da Andrea Bellini Andrea Lissoniassegna il premio a CAPITAL RETOUR di Léo Bizeul. Menzione speciale a: MUDAR DE VIDA / LIBERA VITAdi Tonino De Bernardi

I giovani giurati del concorso cortometraggi Future Lovers Giulia Allasia, Ottavia Isaia, Gaia Lorenzon, Alice Malaspina, Elena Rossi, coordinati da Andrea Panero Geymet per Sicurezza e Lavoro hanno scelto come vincitore CHECHNYA di Jordan Goldnadel.

Il Premio del Pubblico – che conta sulla collaborazione di My Movies – è andato a A DOG BARKING AT THE MOON di Lisa Zi Xiang.

La giuria Young Lovers ha assegnato il premio a KANARIE (CANARY) di Christiaan Olwagen.

 

Il Lovers Film Festival  Torino LGBTQI Visions dal 2005 è integrato nel Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il contributo del MiBAC – Direzione generale Cinema, della Regione Piemonte e del Comune di Torino.

Una settimana di eventi al "Pannunzio"

Gli appuntamenti culturali

Venerdì 3 maggio alle ore 18, al Centro “Pannunzio” in via Maria Vittoria 35H, lo scrittore – avvocato Maurizio Merlo presenterà la sua trilogia di libri Un sogno diverso, edizioni Nerosubianco.

Lunedì 6 maggio alle ore 17,30, al Centro “Pannunzio” in via Maria Vittoria 35 H, Luciano Cappellari, a 70 anni dalla tragedia di Superga, parlerà del monumento da lui scolpito per ricordare “il grande Torino”, posto al Cimitero Monumentale.

Martedì 7 maggio alle ore 10,30 alla Tenuta Agricola “La Scolca” di Giorgio e Chiara Soldati a Gavi (AL), si apriranno le manifestazioni organizzate dal Centro “Pannunzio” per ricordare Mario Soldati, a vent’anni dalla scomparsa dello scrittore che confondatore e presidente del Centro Pannunzio. L’incontro ha il Patrocinio del Senato della Repubblica e del Consiglio Regionale del Piemonte  e per l’occasione sarà presente una delegazione di Poste Italiane con uno speciale annullo filatelico. Interverranno Autorità regionali e locali.

Mercoledì 8 maggio alle ore 18, al Centro “Pannunzio” in via Maria Vittoria 35H, Carla Zullo Piccoli parlerà sul tema: L”Infinito di Giacomo Leopardi a 200 anni dalla sua composizione.

Primo Levi, una voce nell’inferno di Auschwitz

Era il novembre del 1966, il palcoscenico del Carignano si era affollato della fisicità di oltre una cinquantina di attori – italiani tedeschi polacchi ungheresi francesi per essere Jean, Schlome, Adler, Nogalla, 018, Samuelidis, Wachsmann, il dottor Pannwitz per il suo esame di chimica – nella prima trasposizione teatrale di Se questo è un uomo cui lo stesso Primo Levi aveva contribuito, Umberto Ceriani principale interprete, Gianfranco De Bosio regista, le scene a ricreare il campo di Auschwitz di Gianni Polidori. Oggi, sullo stesso palcoscenico, con una produzione che racchiude TPE – Teatro Piemonte Europa, il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e il Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Walter Malosti regista e interprete raccoglie e restringe in se stesso ogni ricordo, i brandelli di una memoria mai assopita, la disperazione e la forza, il desiderio e la sfibrante necessità a guardare avanti. È un lungo viaggio il suo, dopo il campo di raccolta di Fossoli nel febbraio del ‘44, le ore all’interno del treno che lo sta portando al campo della morte, la interminabile permanenza tra la violenza di ogni giorno, l’arrivo dei russi liberatori nel gennaio e nell’aprile del ’45 il suo ritorno inaspettato a Torino, tra le facce dei suoi, increduli, in un letto che per un attimo gli risuona persino ostile: un uomo con la sua valigia accanto, un bell’abito indosso e un cappotto grigio che continua ad aprire e a richiudere, un gesto qualunque, sbadatamente, mai con rabbia, che si toglierà soltanto nel finale, con l’arrivo appunto. Ma inciso sul braccio, una ferita più intima, lo stesso numero, il 174 517 (“L’operazione è stata lievemente dolorosa, e straordinariamente rapida: ci hanno messi tutti in fila, e ad uno ad uno, secondo l’ordine alfabetico dei nostri nomi, siamo passati davanti a un abile funzionario munito di una specie di punteruolo dall’ago cortissimo”), per sempre.

Addentrandosi con la stretta collaborazione di Domenico Scarpa in questa “condensazione scenica”, Malosti tralascia del romanzo di Levi l’edizione del 1947, uscita a Torino da De Silva, per considerare quella apparsa undici anni dopo da Einaudi, definitiva nei suoi diciassette capitoli e con la sua trentina di pagine in più (e Scarpa traccia nel programma di sala un bellissimo quanto efficace excursus dei passaggi e delle tracce, dei rimandi e delle citazioni che arricchiscono l’opera). Nell’unità interpretativa la componente che maggiormente incide nello spazio teatrale è la voce, (ri)vissuta oggi (“mite e salda”) a trasportare a noi la tragedia di ieri e a trasportare noi dentro il suo freddo e sanguinoso interno. Una voce che si fa racconto, il diario scritto per lunghi mesi tra le baracche (in quella “città dolente” di dantesca memoria), e che frammentandosi in mille isole linguistiche ancora disperatamente sonore si fa memoria e interpretazione della babele del campo, degli ordini buttati ripetutamente in faccia, delle parole incomprensibili, delle percosse e delle minacce, e ancora delle porte con i loro cigolii o sbattute, dello sferragliare del treno, dell’esplodere delle sirene, delle spiate e delle urla; come dei debolissimi ma rasserenanti momenti di pace, e allora ti aspetti il canto di Ulisse, ed eccolo lì, e la spiegazione alla curiosità e all’intelligenza di Pikolo, che ha avuto un inizio (“Aujourd’hui c’est Primo qui viendra avec moi chercher la soupe”), “sotto un chiaro cielo di giugno”, che attraversa i buchi della memoria e il desiderio di tradurre in un modo esattamente comprensibile e più che sia possibile preciso anche i piccoli termini o quelle parti che non reclamano l’ovvio, con la gioia di rivestire quelle parole alla dura realtà del tempo, “scagliare se stessi al di là di una barriera, noi conosciamo bene questo impulso” ad esempio: per domani rialzarsi.

Ad acustizzare quello che è stato definito “il più bello e il più atroce libro di avventure del ventesimo secolo”, ci ha pensato il progetto sonoro di Gup Alcaro: perfetto, immediato, del tutto convincente. Capace di afferrarti, di renderti pienamente partecipe. Le visualizzazioni sono di Luca Brinchi e Daniele Spanò, mentre la scena firmata da Margherita Palli traduce un “cortocircuito visivo” tra la memoria del lager e le “nostre tiepide case”. Ripensando alla tragedia greca, Malosti, oltre ai tre interventi fisici di Antonio Bertusi e Camilla Sandri, ha ideato con Carlo Boccadoro tre madrigali originali avvalendosi delle poesie che Levi scrive nel 1945-46, immediatamente dopo il ritorno dal campo. Al Malosti interprete – due ore in scena in una solitudine che ha dell’eroismo – va infine dovuta appieno la capacità di far proprio il personaggio, la stretta immedesimazione, la volontà e la passione, l’uso esatto dello strumento vocale, il suo altalenarsi e i continui mutamenti, leggeri o profondi essi siano, la precisione dei gesti, piccoli o impercettibili, la padronanza del corpo, la bellissima prova che cattura finemente l’unione di pensiero e parola. E la parola, alta e civile, è quella delle pagine di Primo Levi, testimone del suo tempo e ancora del nostro.
 

Elio Rabbione

 
Le foto dello spettacolo sono di Tommaso Le Pera
 

Un inglese intralcia la polizia e riga la carrozzeria della volante

Nel primo pomeriggio di sabato 27 aprile è stato effettuato un controllo all’interno dei giardinetti di Largo Giulio Cesare. Gli agenti del Commissariato “Barriera Milano” stavano identificando due persone quando un terzo uomo, un cittadino inglese di 49 anni, si è intromesso ostacolando l’attività dei poliziotti per poi scappare nel momento in cui gli agenti hanno chiesto lui i documenti. Raggiunto dei poliziotti, l’uomo estraeva dalle tasche diversi oggetti e un mazzo di chiavi, sbattendoli con impeto sul cofano, rigando l’autovettura di servizio. Il quarantanovenne è stato fermato e denunciato per resistenza a Pubblico Ufficiale e danneggiamento.
 

Arrestati ladri di vestiti rubati in un negozio di via Garibaldi

Nei giorni scorsi, gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale, transitando in corso Stati Uniti, hanno notato due cittadini stranieri che sostavano nei pressi della fermata del bus. Alla vista della volante, i due uomini si guardavano intorno monitorando gli spostamenti della volante. Questi, insospettiti, hanno proceduto al controllo rinvenendo droga e capi di abbigliamento rubati. In particolare il trentatreenne del Senegal è stato trovato in possesso di circa 50 involucri di cocaina e 200 euro in contanti. E’ stato quindi arrestato per detenzione di sostanza stupefacente. Il trentaseienne del Gambia invece, all’interno della borsa a tracolla che indossava, ha provato a celare 8 canottiere munite di cartellino e 2 sigarette elettroniche con relativa confezione, senza fornire alcuna informazione circa la loro provenienza. Dai successivi accertamenti è emerso che i capi di abbigliamento femminili erano stati rubati il giorno prima, durante la notte, all’interno di un negozio di via Garibaldi. L’uomo, con a carico diversi precedenti di Polizia, è stato denunciato alla Procura di Torino per ricettazione. Inoltre gli è stato notificata la misura cautelare degli arresti domiciliari in sostituzione all’Obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.
 
 

Joshua Redman e Kyle Eastwood per il TJF e l’ex Genesis Steve Hackett


Gli appuntamenti musicali della settimana
Lunedì. Per il Torino Jazz Festival al Piccolo Regio, suona il duo Sidsel Endresen & Stian Westerhus. Al Jazz Club si esibisce il quartetto di Deborah Carter. All’Osteria Rabezzana è di scena Lil Darling Quintet. In alternativa al Magazzino sul Po suonano i Talky Nerds.
Martedì. Il TJF monopolizza la giornata. Al Conservatorio nel pomeriggio si esibisce il trio Pieranunzi-Tavolazzi-Zirilli. Alle OGR è di scena il sestetto di Jon Balke con gli archi del Conservatorio di Torino. A seguire il trio del sassofonista Joshua Redman. Al Jazz Club si esibisce Ivan Bert con la Sound Journey Orchestra. Al Blah Blah suona Jim Jones & The Righteous Mind.
Mercoledì. Altra giornata giornata dedicata al TJF. Il palco delle OGR presenta Arto Tuncboyaciyan con lo Sfom Quartet. A seguire il quintetto del trombettista Randy Brecker.
Giovedì. Ancora una giornata all’insegna del Torino Jazz Festival. Nel pomeriggio nell’Aula Magna del politecnico suona Giovanni Guidi con “ Avec Le Temps “ Quintet. Alla sera sul palco delle OGR si esibisce il Lapsus Lumine con Jim Black e Ernst Reijseger ispirato a Moondog. A seguire il trio Rymden di Bugge Wesseltoft. Al Cafè Neruda suonano gli Esagono con Flavio Boltro per un repertorio dedicato a Bob Dylan. Al Jazz Club si esibisce il quartetto del sassofonista Glad Atzmon. Alternativa di classe al Teatro Colosseo dove arriva Steve Hackett l’ex chitarrista dei Genesis.
Venerdì. Altra giornata dedicata al TJF. Nel pomeriggio nell’Auditorium del grattacielo Intesa Sanpaolo, si esibiscono gli Accordi Disaccordi, con la partecipazione di Florin Niculescu al violino e l’attore Giorgio Tirabassi. Alla sera alle OGR suona il quartetto di Kyle Eastwood e Stefano di Battista con il progetto “ Gran Torino”. A seguire il Eivind Aarset Quartet. Altra musica al Circolo della Musica di Rivoli, con il cantautore Giorgio Poi. Allo Ziggy si esibisce Fausto Rossi.
Sabato. Ultimo giorno per il Torino Jazz Festival. Nel pomeriggio al Conservatorio suonano i Tres Coyotes con l’ex Led Zeppelin John Paul Jones. Alla sera sul palco delle OGR si esibisce Michel Portal & Flavio Boltro BBB Trio. A seguire il New Quartet di Enrico Rava, che per l’occasione festeggia i suoi 80 anni. In chiusura Nik Bartsch Piano Solo. Altro sound con Omar Pedrini in chiusura di “Tavagnascorock”. Al Blah Blah si esibisce Camilla Sparksss. Allo Spazio 211 suonano i Be Forest mentre Fabrizio Cammarata è di scena al Topic.
 

Pier Luigi Fuggetta

Inter-Juve, un tempo a testa

Il Derby d’Italia non ha deluso le aspettative neanche ieri sera, nonostante la Juventus sia arrivata a San Siro con l’ottavo tricolore già cucito sulle maglie e 26 punti di distacco dai nerazzurri

La squadra di Spalletti vuole i tre punti per tentare di sottrarre il secondo posto al Napoli e, naturalmente, per una questione d’orgoglio: in effetti, nel primo tempo l’Inter ha giocato la migliore partita della stagione, costruendo almeno 3 – 4 ottime occasioni da goal e schiacciando la Juve nella propria metà campo; basti pensare che il bianconero più attivo nella prima frazione di gara è stato Szczesny, che già al 7′ si fa infilare da uno splendido calcio al volo di Nainggolan su assist di Politano, ed al 28′ si salva su Icardi.

I bianconeri sembrano assenti, intimoriti dall’avvio rabbioso dell’Inter e dalla rete subìta: nei primi 45 minuti, interessante solo un’azione con Bernardeschi – serata da dimenticare per lui – , ma il suo tiro è fuori misura; CR7 è troppo solo là davanti, le due mezz’ali non lo supportano come dovrebbero e gli arrivano pochissimi palloni giocabili, anche perchè Cancelo non è in partita. Dato significativo del primo tempo: 7 corner in favore del’Inter contro 1 soltanto per la Juve.

La ripresa vede una Juventus decisamente più reattiva; Allegri al 4′ st inserisce Spinazzola per Alex Sandro, ed è la chiave di volta della gara: i bianconeri iniziano a macinare azioni proprio dalla sinistra, dando velocità a tutta la manovra e creando alternative in attacco, anche perchè al 15′ st entra il giovane Kean per Matuidi, ed a quel punto i bianconeri riprendono forma e vigore.

E finalmente arriva il pareggio bianconero, con un’azione magistrale: Pjanic inventa un retropassaggio di tacco al limite dell’area per Cristiano, che buca la rete con un gran sinistro rasoterra, Handanovic nulla può. Per CR7 è il 600° goal con squadre di club: giù il cappello, signori.

Ora la partita si fa davvero vivace, ad ogni azione della Juve – che ha alzato il baricentro e Pjanic gioca 20 metri più avanti – risponde l’Inter in contropiede, che cerca comunque di reagire, ad esempio al 69’st con Perisic, ma Szczesny riesce ad alzare il suo tiro sopra la traversa; poco dopo è però Handanovic a bloccare il destro al volo di Pjanic, che riceve un buon assist da Spinazzola.

I nerazzurri calano sempre di più, mentre, al contrario, Spinazzola, Kean e Cristiano si cercano e si trovano a meraviglia, e il finale è un assedio Juve nell’area nerazzurra: all’85’ st esce Bernardeschi per Pereira, che si mette subito in mostra con un bell’assist in area per Spinazzola, che però non riesce a concretizzare, e al 90′ st CR7 fa partire da destra una palla pericolosissima in area dove c’è Pereira, ma l’Inter si salva per miracolo.

Derby d’Italia onorato, bello spettacolo (specie nel secondo tempo), risultato giusto. #finoallafine

Rugiada Gambaudo

Politica e valori nell'Italia (e nel Piemonte) di oggi

In provincia di Varese un altro morto sul lavoro. Che sfida. Dopo la solita passerella di dichiarazioni di condanna e di preoccupazione. Una tragica ed irritante passerella di litanie assolutamente inutili e solo formali. Dopo il nulla, nessun aumento dei controlli e inasprimento delle pene, o trasferimento del personale agli uffici dell’ Ispettorato del Lavoro.  Questo governo non ha fatto nulla come del resto gli altri.  Il Ministro Bongiorno ci tenta con provvedimenti che languiscono al Consiglio dei Ministri. Governo impegnato in continue scaramucce, come  nel caso  del sottosegretario Armando Siri, dove volano gli stracci con Conte che vuole le sue dimissioni.  Mi sto perdendo ma non è lui che lo nomina? Altre sceneggiate con il Fregoli  che ora si sente un novello Rambo. Molti giustificandolo dicono: cosa c è di male? Ma sì, tutto sotto controllo, Salvini è un ministro della Repubblica italiana, il Ministro dell’ Interno segretario di ben due partiti denominati Lega.  Uno per il Sud e l’altro per il centro nord, e si presenta alle elezioni europee.  Confermiamo: tutto nella norma . Unico raffronto con un certo Mussolini che con il libro alzava un moschetto. Coincidenze della Storia. Neppure Giorgio Almirante è arrivato a tanto. E per festeggiare il 25 Aprile va a Corleone. Se poi qualcuno osa contraddirlo, niente soldi ai comuni in crisi come Roma. Il rinviare tutto al parlamento é un’altra bufala. Questa volta ce  l’ ha dura Giggino nel salvare capra e cavoli.
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Intanto anche in Piemonte sbarca Casa Pound . Non è una bella notizia. Anzi è proprio brutta. Il Chiampa nella formazione delle liste fa da sé.  Ha dato uno scappellotto al  Pd che non ha voluto l’assessore Pentenero ricandidata nel listino. É stata un buon assessore al lavoro con le scarse se non totalmente assenti risorse economiche. I suoi Chiampa non li molla. E siamo curiosi in caso di sua vittoria di vedere chi riconfermerà in giunta. Il Pd emaciato,  oramai a ruota, fa buon viso a cattiva sorte.  Vuol dire che se vincerà sarà grazie al Chiampa e  se si perderà sarà uguale, con la non recondita possibilità del Chiampa più votato e della coalizione di centro destra più votata. Molti gli elettori che faranno voto disgiunto. Intanto Giachino e Vignale ci sono riusciti . La lista civica si farà, che poi tanto ma tanto civica non sembra proprio. I due da molti lustri sono in politica.  Tutto fa. E sono da apprezzare, perché sfidano la sorte delle preferenze. Incredibilmente – udite udite – Molinari si differenzia da Matteo  (Salvini), l’ incontrastato per antonomasia. Lui alle Manifestazioni sul 25 Aprile ci va precisando: vado per mio nonno partigiano e perché la Resistenza non è un valore solo dei comunisti. Verissimo, verissimo. Del resto nessuno ha detto diversamente, è il suo Capo che ha nutrito dubbi in proposito. L’ opposto di fascismo non è comunismo.  L’ opposto di fascismo è democrazia.
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Dopo tre anni anche Torino porta a casa il risultato del mondiale di Tennis.  Raggiante l’Appendino, ne ha ben donde.  E la  sua felicità è anche la nostra. Finalmente. La città ritorna alla ribalta internazionale, migliaia e migliaia di posti per gli spettatori con tutto quello che ne consegue per diversi anni. Almeno per una volta congratulazioni Sindachessa Appendino. Ma siamo incontentabili ed abbiamo un’altra richiesta, cara sindaca.  Alle commemorazioni, alle manifestazioni pubbliche, nelle dichiarazioni pubbliche, ritorni. In questo modo non saremo costretti a sentire il suo Vice Sindaco Montanari tanto antipatico e saccente. E sembrerebbe che i Pentastellati stiano invertendo la tendenza, qualche cosa elettoralmente recuperano. É bello vedere insieme il Chiampa ed Appendino alle Manifestazioni del 25 Aprile. Come è sconsolante non vedere nessuno del centrodestra e del governo.  Rimane Crosetto cuneese ed antifascista che aderisce da lontano alla manifestazione di Roma.  Ma non è sodale della papalina Meloni? Esistono solo  le persone. Così il Chiampa, la Meloni e Salvini come Renzi.  Tutto il resto è una finzione.  Salvini vince le elezioni un anno fa dicendo e promettendo che nel giro di poco tempo rimpatrierà 600mila clandestini.  Ora il  Viminale sostiene che i clandestini in Italia sono 90mila. Con il Presidente della Repubblica Mattarella che come sempre si preoccupa: le promesse via web non siano più importanti di ciò che accade. Appunto, da 600mila a 90mila. Un optional la precisazione. Difficile far politica in queste condizioni. Poi arriva la foto di una donna svestita anni ’40. Sono i fascisti che la pubblicano per dimostrare l’ atrocità dei partigiani in Italia. Peccato che sia un falso: siamo in Ucraina durante l’occupazione nazifascista. La ragazza era ebrea e torturata dai nazisti.  La menzogna è propedeutica alla dittatura.  La verità è fondamentale per la democrazia. Ricordarlo non fa male.
Patrizio Tosetto

Tentano di estorcere 100 mila euro

Le sentenze si rispettano e in Italia non è lecito farsi giustizia da soli. Questa è la sintesi di una vicenda che ha portato in carcere tre persone. Nei giorni scorsi a Torino e Venezia il Nucleo investigativo carabinieri di Torino ha notificato tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Torino nei confronti di altrettante persone residenti a Torino, tutte con precedenti per tentata estorsione aggravata in concorso. Le investigazioni condotte tra il mese di ottobre 2018 e gennaio 2019, coordinate dalla Procura di Torino, hanno permesso di accertare una tentata estorsione commessa mediante minacce, appostamenti, incontri e comunicazioni telefoniche, finalizzata ad ottenere 100mila euro. Il titolare di un’impresa edile, di origini calabresi, ritenuto mandante dell’estorsione, nonostante avesse avuto esito negativo da una causa civile che sanciva l’illegittimità della richiesta in aggiunta al pagamento di lavori effettuati su un immobile di proprietà di una società riconducibile alla vittima, si è rivolto a 2 calabresi incaricandoli di riscuote, con minacce pesanti, il denaro preteso indebitamente e mai ottenuto, con più azioni commesse tra il luglio dello scorso anno e il 9 novembre 2018.