redazione il torinese

TRASPORTI, RUFFINO (FI): DATI VECCHI O INESISTENTI, IMPOSSIBILE UN PIANO REALMENTE EFFICACE SULLA MOBILITA’

TRAM GMADREE’ sconsolante assistere all’audizione del presidente dell’Agenzia per la Mobilità piemontese e apprendere dalla stessa che ad oggi non ha a disposizione tutti i dati che sarebbero necessari per uno sviluppo del sistema della mobilità regionale degno di questo nome. La Regione si attivi per fare da collettore dei dati necessari e solo dopo attivi una riforma del trasporto pubblico locale efficace ed efficiente”. Ad affermarlo la vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino e il consigliere di Forza Italia Massimo Berutti a seguito dell’audizione avvenuta in Regione Piemonte durante i lavori della II Commissione.

Aggiungono i due esponenti regionali: “I pochi dati in possesso dell’Agenzia paiono essere datati ad almeno tre anni fa. E’ evidente quindi che sono già vecchi, come sottolineato peraltro correttamente ruffino lascarisdalla stessa presidente dell’Ente, e quindi insufficienti per una attività di programmazione che deve basarsi sui flussi reali della mobilità regionale. Sarebbe quindi necessario che ci si attivi presso tutti quei soggetti operanti nel settore e che sono detentori di meta data aggiornati di metterli a fattor comune per finanziare un Piano di riorganizzazione totale del sistema del trasporto”.

Concludono Berutti e Ruffino: “In ultima analisi dobbiamo però sottolineare che dopo aver ascoltato alcune posizioni del presidente della Agenzia per la Mobilità piemontese vorremmo sapere se queste coincidono con i desiderata della Giunta Chiamparino visto che la sua nomina deriva da un accordo tra la stessa e il sindaco treno11Appendino. Ci pare infatti che le aree marginali e i servizi alle fasce deboli della nostra comunità debbano rimanere una priorità per un servizio pubblico, anche se costano. Dall’audizione di oggi abbiamo capito che invece si va verso una nuova direzione che sarebbe giusto, se confermata, che fosse comunicata ai cittadini piemontesi“.

Sole e temperature primaverili in Piemonte, ma la grande nebbia è in agguato nel weekend

NEBBIA3Potrebbe essere un fine settimana di nebbie intense, come non se ne vedevano da parecchio tempo. Intanto, il rischio di valanghe sull’arco alpino in Piemonte è ancora “marcato”, ma la tendenza è di una riduzione del pericolo, grazie al consolidamento del manto nevoso. In Piemonte in queste ore  il cielo è stato sgombro da nubi quasi dappertutto, con massime fino a 17. 1 gradi a Mergozzo  nel Vco, 16.3 ad Acqui Terme , 15.7 nel centro di Torino. Da venerdì, però,  un’area di bassa pressione di origine russa porterà cielo nuvoloso e nevischio, seppur  senza precipitazioni significative sul Piemonte. Il fine settimana resterà soleggiato in montagna mentre in pianura potrebbero tornare nebbie anche molto fitte.

 

(foto: il Torinese)

Delitto di Elena Ceste: confermati 30 anni di carcere al marito

elena-cesteIn aula c’erano anche i genitori della vittima quando la Corte d’Assise d’Appello di Torino ha confermato la condanna  in primo grado a trent’anni per Michele Buoninconti, il vigile del fuoco di Costigliole d’Asti accusato di avere ucciso sua moglie,  Elena Ceste. I legali di Buoninconti sono hanno criticato la scelta dei loro predecessori, del rito abbreviato, che non ha consentito di svolgere altri  approfondimenti. Sostengono – scrive l’Ansa –  che sul delitto si possono fare soltanto  ipotesi, ma non è possibile dire come, quando, dove e in che modo la donna è stata uccisa. E non si può nemmeno dire se sia stato un delitto “premeditato, volontario, di impeto o di altro. A nostro avviso non si è trattato nemmeno di un omicidio”.

In 12 foto “la polizia che ti aspetti”

”La polizia che ti aspetti” è la mostra fotografica sulle specialità della polizia di Stato. L’esposizione si tiene presso l’auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria, in piazza Carlo Alberto. Fino al 19 febbraio sono esposti i 12 scatti del fotografo Massimo Sestini.

polizia mostra

Sono ritratti di “agenti che lavorano per passione, che danno tutto loro stessi per un ideale” come spiega Sestini. Sono stati fotografati nel loro impegno quotidiano, “senza cercare il momento drammatico”. Commenta il Questore di Torino Salvatore Longo: “Immagini che raccontano la polizia vera, quella di prossimità, vicina alla gente, che da risposte e aiuto”.

Santuari à répit

santuari3Santuari à répit. Il rito del “ritorno alla vita” o “doppia mortenei luoghi santi delle Alpi”, di Fiorella Mattioli Carcano (Priuli & Verlucca editore) è un libro importante, frutto di una originale e impegnativa ricerca condotta dalla presidente dell’associazione storica “Cusius” sui “santuari del ritorno alla vita. Fiorella Mattioli Carcano, nata a Orta San Giulio (No), dove vive e opera, intellettuale colta e impegnata sugli studi relativi alla religione popolare, al culto mariano e ai Sacri Monti, con questo libro indaga e riflette su un rito, quello del “respiro” o della “piuma”,  che veniva praticato sulle Alpi quando un bambino moriva prima del battesimo. Al fine di salvare la sua anima dal limbo se ne portava il corpicino in una chiesa del “répit”, quasi sempre dei luoghi di culto mariani,  dove si pregava per ottenere una breve resurrezione che consentisse di battezzarlo. Un’usanza che si perde nella notte dei tempi, molto diffusa nel seicento, secolo complicato dove alla cultura barocca e alla nascita del pensiero scientifico moderno si sovrapposero l’epoca della peste, della crisi, delle guerre e della controriforma.

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Dai territori alpini della Francia alla Svizzera, dai confini del Tirolo alle alpi occidentali, questo rito si rendeva necessario per dare ai piccoli defunti “la salvezza dell’anima”, impedendo che il  decesso prima del battesimo li condannasse al limbo e alla sepoltura in terra sconsacrata. Nel suo “Santuari à répit” – che vanta la prefazione di Annibale Salsa, noto antropologo e già presidente nazionale del Club alpino italiano – Fiorella Mattioli Carcano riassume l’intera storia utilizzando le fonti santuari2storiografiche su questi santuari, descrivendo lo svolgimento del rito, i luoghi dove avveniva e l’atteggiamento tenuto dalla chiesa. Nel “rito della piuma” il piccolo defunto veniva steso su un altare dedicato alla Madonna alla presenza di un medico o di un’ostetrica che potesse attestarne il ritorno alla vita, seppure per un breve istante: da un sospiro (répit) che facesse vibrare una piuma posta fra le labbra o da un rossore delle guance.In quell’attimo fuggente, il “resuscitato”veniva battezzato dal prete per ri-morire immediatamente dopo. Alla presenza di un santuari 1notaio, veniva redatto l’atto pubblico utile alla sepoltura in terra consacrata. I santuari del ritorno alla vita sono piuttosto rari in Italia, ma le Alpi occidentali ne annoverano diversi, soprattutto nei territori colonizzati dalle popolazioni Walser, a ridosso del Monte Rosa tra la Valsesia e l’Ossola. Il bel saggio della storica Fiorella Mattioli Carcano , oltre a esplorare questo rito sotto tutti i punti di vista, offre un censimento dei santuari destinati  al “répit” sull’arco alpino piemontese, dalle alpi Marittime alla Val Susa, dalle valli aostane alle alpi Pennine e Lepontine, con un intero capitolo dedicato ai luoghi di culto della Diocesi di Novara, una delle più vaste d’Italia.

Marco Travaglini

Tutti poeti e scrittori con Unitre

unitrePoeti, scrittori e coraggiosi amanti della scrittura che desiderano mettersi “alla prova”: per loro l’Unitre Torino organizza un concorso letterario a tema libero, riservato a italiani e stranieri ed articolato in due diverse sezioni:

1. Poesia singola inedita in lingua italiana

2. Racconto, Novella, Fiaba, e Narrativa in genere inedita in lingua italiana.

Per la prima si potranno inviare fino ad un massimo di tre poesie che non superino i 40 versi ciascuna, per la seconda i materiali non dovranno superare le cinque cartelle. Chi avrà piacere di partecipare ad entrambe le sezioni, potrà inviare fino a cinque componimenti in tutto. Si potrà LIBRO SALONEpartecipare al concorso fino al 10 marzo 2017 inviando il materiale in triplice copia, ciascuna con titolo e dattiloscritta, all’Università della Terza Età – UNITRE – Università delle Tre Età – Segreteria del Premio – Corso Trento 13, 10129 Torino, con l’indicazione “Premio Letterario”. Una delle copie dovrà essere firmata e riportare i dati dell’autore (nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico). Il materiale potrà anche essere spedito via mail, sempre entro il 10 marzo, all’indirizzo info@unitretorino.net. La giuria – composta dai docenti Unitre Lucia Cellino, Roberto Bruciapaglia, Carla Zullo Piccoli, Ricciarda Zangrando – valuterà le opere proposte e decreterà un vincitore per ognuna delle due sezioni del concorso. La premiazione è prevista per il 2 aprile 2017 alle ore 15 presso il Teatro Sant’Anna di Via Brione 40. Nel corso della cerimonia verranno lette le opere vincitrici e gli Autori primi classificati nelle due sezioni saranno premiati

PREVENZIONE ALLA DROGA A TORINO CENTRO E NEL RIVAROLESE

DROGA NONella mattinata di giovedì 16 febbraio, a Torino e nel Rivarolese, alcuni volontari della Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga distribuiranno libretti informativi sulla prevenzione all’abuso di alcolici, basati sulle ricerche di L. Ron Hubbard in merito agli effetti che possono avere sulla personalità. Droghe e alcol infatti, sono un fattore determinante di numerose alterazioni che portano violenza, incidenti e atteggiamenti distruttivi.  L’iniziativa di si prefigge lo scopo di contribuire ad innalzare attraverso la conoscenza e l’informazione, il senso personale di responsabilità e di invitare a condurre un’esistenza libera da queste sostanze.

A TORINO RETE ANARCHICA ASSISTE CLANDESTINI DALLE RETATE? INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

anarchici2Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Maurizio marrone e la consigliera della Circoscrizione patrizia Alessi scrivono in una nota: <<Nel quartiere Aurora di Torino sono apparsi manifestini che indicano agli immigrati irregolari quali sono i giorni in cui sono probabili retate delle Forze dell’Ordine, segnalando contatti di assistenza contro l’espulsione: una vera e propria rete che fa capo alla galassia anarchica che monitora le circolari ministeriali e sorveglia l’operato della Polizia per meglio sabotarlo”.  Proseguono gli esponenti di Fdi: “Sono addirittura a conoscenza delle anarchiciquote indicate dal Ministero dell’Interno alle Questure italiane per le diverse nazionalità dei clandestini che si possono espellere.Perché le istituzioni consentono un simile paradosso? C’è addirittura segnalato un numero di telefono cellulare che il clandestino fermato può chiamare per avere assistenza: come mai non viene identificato il titolare e denunciato per favoreggiamento?” si domandano  Alessi e  Marrone, che annunciano di volerci vedere chiaro <<Segnaleremo il caso ai nostri parlamentari per fare luce su questa vicenda magari con una interrogazione al Ministro del’Interno>>

 

 

Al Polo del ‘900 il cinegiornale “Mussolini a Trieste”

duceGiovedì 16 febbraio, alle 18.00, nella sala conferenze del “Polo del ‘900” a Palazzo San Celso (corso Valdocco 4/A – Torino) l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza – in collaborazione e con il sostengo del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale piemontese – propone la proiezione del cinegiornale Luce sulla visita di Mussolini a Trieste del 18 settembre 1938, nel corso della quale il duce annunciò in un discorso in piazza dell’Unità la decisione di adottare una legislazione razziale anti ebraica. Il film sarà  introdotto e commentato da Fabio Levi (direttore del Centro studi “Primo Levi”) e da Franco Prono (Università di Torino). Parteciperà il Vicepresidente del Consiglio regionale con delega al Comitato Resistenza e Costituzione, Nino Boeti. Un appuntamento, nell’ambito delle iniziative del giorno della Memoria 2017, particolarmente importante poiché la copia del cinegiornale ritrovata nei fondi cinematografici dell’Ancr risulta essere l’unica a contenere i diciotto minuti essenziali con l’annuncio dell’introduzione delle leggi razziali in Italia, ed è stata di recente restaurata con la collaborazione dell’Istituto Luce. Le leggi razziali furono in realtà promulgate a partire dai primi di settembre, ma è impressionante sentirne enunciati i principi e spiegate le motivazioni per bocca di Mussolini. Il documento nella sua crudezza ci mostra come razzismo e antisemitismo fossero parte costituente della cultura coloniale e guerrafondaia del regime. Il contesto esplicitamente evocato dalle parole del duce è ormai quello di una guerra imminente in cui lo schieramento italiano a fianco della Germania di Hitler è stato definitivamente deciso.

M.Tr.

Il Piemonte in rete contro la violenza sulla donna

Effettuare una mappatura dei servizi, pubblici e del privato sociale, che sul territorio regionale si occupano di offrire accoglienza, consulenza e tutela alle donne vittime di violenza di genere. È questa la finalità del progetto Piemonte in rete contro la violenza sulla donna, promosso dalla Consulta femminile regionale in collaborazione con l’associazione Tampep. I risultati della rilevazione sono stati presentati martedì 14 febbraio, a Palazzo Lascaris, durante una conferenza stampa moderata da Marilena Bauducco, vicepresidente della Consulta femminile regionale.

femminile ruffino

La ricerca ha messo in evidenza come, nonostante la sua dimensione, la rete a sostegno della donna vittima di abusi sia ancora piccola e poco conosciuta rispetto all’estensione della violenza. Su 64.362 donne fra i 16 e i 70 anni che, secondo l’Istat, hanno subito violenza in Piemonte nel 2014, solo 3.200 hanno fatto richiesta di aiuto a strutture o servizi specializzati. “La rete piemontese deve essere estesa e ottimizzata, specie nei piccoli centri, affinché le donne vittime di violenza possano permettersi di denunciare gli abusi e, oltre al volontariato, anche le istituzioni devono essere al fianco delle donne che compiono questo passo per dare adeguato supporto”, ha affermato la vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino.ruffino motta “Le istituzioni devono creare una cultura di convivenza civile e auspichiamo che questo progetto sia ampiamente divulgato e possa portare a compimento le sue finalità in tutti gli ambiti del vivere sociale, compreso quello sportivo, dove ancora si verificano episodi di violenza di genere da contrastare”, ha aggiunto la consigliera segretaria Angela Motta.

“Fra le azioni da potenziare c’è sicuramente il coordinamento fra i centri antiviolenza e gli altri punti di contatto per fornire una rete di servizi capillare e un’assistenza competente, puntando anche sulla formazione dei volontari”, ha affermato l’assessora regionale alle Pari opportunità Monica Cerutti. “L’indagine ha messo anche in luce il tema dell’emergenza con la necessità di attivare posti di pronta accoglienza. Proseguiremo inoltre il lavoro comune avviato per mettere in rete le risposte alle problematiche emerse e stendere un piano triennale”. 

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La dottoressa Piera Viale dell’associazione Tampep ha poi sintetizzato i principali risultati emersi dalla ricerca. Dei 47 centri rispondenti all’indagine i due terzi è rivolto a un target ampio di donne adulte, minori, straniere. L’85% dei rispondenti accoglie donne adulte che hanno subito maltrattamenti e violenze. Il 66% è in grado di accogliere anche donne che hanno a proprio carico minori, mentre il 30% è attrezzato per offrire supporto a ragazze minorenni. Il 43% rivolge la sua professionalità a specifici segmenti di domanda: anziani, disabili, coppie o con reg lascarisuomini. Nel 2015 in Piemonte le donne seguite dalla rete dei 17 Centri antiviolenza sono state 1.650, di cui 1.091 italiane e 544 straniere (di 15 non è stata rilevata la nazionalità). La provincia di Torino è quella con il maggior numero di richieste: 1.381 di cui 931 italiane e 450 straniere. A seguire la provincia di Alessandria con 141 casi (77 italiane e 49 straniere), la provincia di Asti con 42 casi (27 italiane e 16 straniere), la provincia di Biella con 37 casi (26 italiane e 11 straniere), la provincia di Vercelli con 23 casi (13 italiane e 10 straniere), la provincia di Cuneo con 16 casi (9 italiane e 7 straniere) e il Vco con 10 casi (8 italiane e 2 straniere).

La quasi totalità dei soggetti coinvolti nella rilevazione gestisce sia il momento di accoglienza vis a vis (94%) sia la raccolta telefonica delle necessità (81%). A questo primo momento di accoglienza segue l’orientamento verso attività più specifiche come la consulenza legale (64%) e quella psicologica (49%). L’intervento specialistico può essere fornito sia da professionalità interne al centro, sia da altri soggetti specializzati coinvolti nella rete. Il 56% dei rispondenti ha inoltre la possibilità di garantire a donne a rischio l’accesso a una struttura abitativa protetta. Otto Centri antiviolenza su 10 hanno la possibilità di utilizzare, all’occorrenza, una casa protetta, mentre nell’ambito del privato sociale solo 4 associazioni su 10 riferiscono di essere in grado di offrire l’accoglienza in un luogo sicuro. “Fra le criticità emerge un ampio ricorso a reti volontaristiche che, pur essendo segnale di attenzione sociale, richiederebbero una valorizzazione più coordinata con le strategie di assetto e di sviluppo di una rete territoriale organica, che assicuri presidio, aggiornamento professionale e ricambio generazionale”, ha concluso Viale.

www.cr.piemonte.it

Foto: il Torinese