redazione il torinese

Rosso: “L’assessore dice che procederà allo sgombero del Gabrio”

A seguito dell’interpellanza presentata dal consigliere Roberto Rosso, capogruppo di Direzione Italia a Palazzo Civico, l’Assessore Rolando, a nome della Giunta, ha annunciato la volontà di procedere entro breve allo sgombero del Gabrio dai locali di via Millio 42. “E’ quanto risulta dalla registrazione via streaming del suo intervento- dice Rosso – Se la Giunta Appendino non si rimangerà nuovamente le assicurazioni fornite, sarà un grande giorno per la legalità e la lotta agli abusi e ai soprusi nella città di Torino. Nessun problema se, stando alla procedura per l’utilizzo dei beni comuni, la Giunta vorrà far partecipare il Gabrio all’assegnazione di uno di questi beni. L’importante è che valgano, per il Gabrio, gli stessi criteri di merito in vigore per tutti i cittadini”.

 

(foto: il Torinese)

I dipendenti del Mauriziano disegnano l’ospedale ideale

L’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di nuovo apripista, dopo i giardini della salute, su iniziative volte a rendere l’ospedale sempre più umanizzato ed a dimensione di uomo. Infatti in questo percorso si inserisce l’iniziativa che vede coinvolti i professionisti del Dipartimento chirurgico attivarsi direttamente e disegnare il proprio ospedale ideale all’insegna dell’umanizzazione delle Sale operatorie.

Per la prima volta i dipendenti di un ospedale disegnano il proprio ospedale ideale all’insegna dell’umanizzazione per i curati e gli stessi curanti. Sta succedendo all’interno dell’ospedale Mauriziano di Torino, dove un gruppo di dipendenti con senso aziendalista e con un’attività partecipata che parte dai vari professionisti delle Sale operatorie, in accordo con la Direzione Aziendale (dottor Silvio Falco), ha deciso come umanizzare un luogo solitamente anomalo, ovvero il percorso delle sale operatorie.

Sempre più numerose sono le esperienze di arte partecipata che si muovono da una domanda di ben-essere che arriva, non a caso, proprio da chi lavora in ambito sanitario e sociale. È proprio in questi ambienti infatti che si fanno più evidenti i limiti di un approccio solo scientifico alla sofferenza ed alla fragilità in vista della promozione della salute e del ben-essere. Sempre più numerose sono le esperienze, dove arte, partecipazione, socialità e ben-essere stanno producendo saperi innovativi in ambito sanitario. Alcune di questi approcci di arte partecipata che utilizzano la metodologia del Teatro Sociale e di Comunità, (T.S.C.), best practice piemontese, riconosciuta tale in Europa, sono nate da progettualità interamente sviluppatesi nella città di Torino. All’interno di questa innovativa tradizione si inserisce il progetto di T.S.C.:Umanizzazione dei Luoghi di Cura. Costruire luoghi e spazi di ben-essere per curati e curanti nel blocco delle Sale Operatorie Generali dell’ospedale Mauriziano di Torino”.

L’idea progettuale parte da una domanda: che impatto ha, all’interno di un’azienda ospedaliera, un locale, uno spazio, un luogo arredato in un determinato modo con oggetti, materiali e colori sul ben-essere di chi abita quello spazio e lo attraversa come curato e come curante? Ma soprattutto che esperienza vorremmo che fosse? Cosa vorremmo che accadesse a curati e curanti in termini di “ben-essere”? Obiettivo generale del progetto è rendere più accogliente il locale che porta i pazienti all’interno delle sale operatorie utilizzando una modalità progettuale partecipata, i cui protagonisti sono i professionisti stessi del servizio. I linguaggi d’arte scelti per realizzare il progetto sono i colori, le forme simboliche scelte ad hoc dal gruppo di progetto e le immagini fotografiche. Queste ultime, realizzate dai dipendenti stessi, rappresenteranno i visi ed i sorrisi, gli oggetti e le azioni del proprio lavoro quotidiano che sanno accogliere. Verrà richiesto un finaziamento ENEL che ci fornirà un sistema di illuminazione led per valorizzare una serie di foto di presentazione del personale e della struttura. I professionisti si presentano ai curati e li accolgono. Ideatore e referente del progetto Pino Fiumanò, dipendente dell’Azienda che opera nel servizio in oggetto, nonché operatore di T.S.C. Il progetto ha coinvolto e saputo valorizzare le competenze, le professionalità e le risorse interne al servizio ed all’Azienda Ospedaliera nell’ottica di costruire percorsi virtuosi di empowerment tra i dipendenti e di miglioramento in termini di umanizzazione della stessa Azienda. Una progettualità che parte dal basso ed è stata accolta, condivisa e sostenuta dalla Direzione Aziendale.

 

GLI INFORTUNI FERMANO UNA BUONA FIAT TORINO, NONOSTANTE LA SCONFITTA FUORI CASA

Di Manuela Savini

Vittoria meritata per Venezia che, tranne nel secondo quarto, ha sempre condotto la partita. Gli infortuni hanno segnato la gara della squadra torinese anche se i ragazzi hanno cercato fino all’ultimo di recuperare la partita.

Prosegue la marcia, ormai in solitaria, di Milano che vola a quota 40 punti, mentre continua lo scontro per il secondo posto in classifica tra Avellino e Venezia (30 punti ciascuna). Battuta d’arresto, invece, per Capo d’Orlando che ha perso fuori casa contro Caserta. Tutte le dirette concorrenti di Fiat Torino perdono, ma dal fondo della classifica continuano a vincere Cantù e Varese che si portano, rispettivamente, a quota 20 e 18 punti.Sin dalla prossima giornata contro Cantù, Fiat Torino non deve abbassare la guardia se vuole mantenere la posizione nella parte medio alta della classifica.

Prossimo incontro in casa, domenica 26 marzo alle ore 18.15, per la sfida Fiat Torino vs Red October Cantù

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CLASSIFICA (23a giornata): Milano 40; Avellino e Venezia 30; Capo d’Orlando 28; Trentino 26; Sassari, Reggio Emilia 24; Brindisi, Torino 22; Brescia, Pistoia, Cantù 20; Caserta, Varese 18; Pesaro 14; Cremona 12.

Il coach Vitucci ha provato a compiere il miracolo contro una forte e determinata Venezia viste le assenze pre-gara di Dj White, ancora preso per problemi alla schiena, di Valerio Mazzola, infortunatosi ad una caviglia durante gli allenamenti di venerdì e con Gino Cuccarolo non al massimo della condizione. La sfortuna è, però, calata su Torino dato che a partire dal terzo quarto gli infortuni sono aumentati ed hanno causato, prima, l’uscita di Chris Wright per uno stiramento al polpaccio, poi, quella di Jamil Wilson per la terza slogatura alla caviglia destra ed, infine, quella di Deron Washington per crampi a seguito di una caduta a terra.Ciò nonostante, in un clima di comprensibile scoramento, i ragazzi del coach Vitucci hanno cercato fino alla fine di stare in gara dimostrando quella determinazione e quell’attaccamento alla maglia che, invece, è mancata in altre occasioni come a Cremona.Fiat Torino, scesa sul parquet del Taliercio con un quintetto inedito composto da Wilson, Harvey, Wright, Alibegovic e Washington, è partita bene portandosi avanti di due punti, ma dopo poco Venezia ha imposto il suo gioco e poco è valsa la scelta di Vitucci di fare entrare Poeta e Okeke per tamponare il brutto momento. Venezia ha chiuso il primo quarto con un ampio vantaggio (25-9). Nonostante il match sia sembrato volare via, nel secondo quarto Fiat Torino ha reagito facendo quasi pensare ad un epilogo di gara diverso da quello che invece è stato. L’ingresso di Cuccarolo ha consentito a Fiat di migliorare le percentuali al tiro e di portarsi a ridosso di Venezia prima dell’intervallo (36-35).Nel terzo quarto la reazione orgogliosa di Fiat Torino non ha retto alla sfortuna che ha visto la squadra perdere Wright, Wilson e Washington per infortuni, senza comunque nulla togliere alla prestazione di Venezia che è tornata a giocare come nella prima frazione di gioco. Il terzo quarto si è chiuso con un nuovo forte vantaggio di Venezia su Torino (71-47). Nell’ultimo quarto Torino è tornata ad essere grintosa ed ha provato a compiere il miracolo, ma il cuore non è bastato a compensare una panchina evidentemente troppo corta. A pochi minuti dalla fine, pur avendo prima ridotto a dieci punti lo svantaggio, la partita si è chiusa sul punteggio di 89-70 per Venezia.

Sconfitta a parte, si prevede una settimana difficile per il coach Vitucci che dovrà verificare la situazione della lunga infermeria: notizie positive arrivano per Valerio Mazzola, cui è stata fatta una risonanza magnetica che parrebbe escludere lesioni legamentose od ossee per cui il giocatore potrebbe essere già a disposizione per iniziare la rieducazione funzionale della caviglia; Jamil Wilson è in fase di monitoraggio anche se, da domenica, si registrano continui miglioramenti quotidiani; mentre a Chris Wright è stata diagnosticata una distrazione di 2° grado al muscolo gemello-mediale della gamba destra che al momento vede in forse il suo rientro; a Deron Washington l’ecografia ha evidenziato la lesione muscolare di 1° grado dell’adduttore breve e starà fermo fino al prossimo controllo ecografico, previsto tra una decina di giorni; Gino Cuccarolo prosegue l’attivazione dinamica per recuperare dall’infiammazione dell’adduttore lungo; infine, DJ White continua nelle terapie di recupero per il suo problema alla schiena.E’ ufficiale, invece, l’ingresso in squadra del centro statunitense, Ryan Hollins, alto 2 metri e 13 centimetri per 104 Kg di peso. Trentaduenne nativo di Pasadena, Hollins ha al proprio attivo 526 partite in NBA (di cui 490 in regular season e 36 nei playoff) e con una media punti di 3.7, per un impiego medio di 11.7 minuti a match. Nel 2006/2007 ha esordito in NBA con Charlotte e, poi, ha giocato a Dallas, Minnesota, Cleveland, Boston e L.A. Clippers; nel 2014/2015 si è spostato nel Sacramento, quindi a Washington ed a Memphis. Prima di Fiat Torino, nella stagione 2016/2017 Hollins ha giocato in Europa con l’Herbalife Gran Canaria.

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Queste le formazioni:

 

FIAT TORINO: Wilson 0, Harvey 1, Parente 4, Poeta 8, Alibegovic 5, Wright 2, Washington 17, Okeke 18, Cuccarolo 14, Vitale 23; All. Vitucci.

VENEZIA: Haynes 4, Ejim 13, Peric 17, Stone 7, Bramos 10, Visconti, Battiston, Filloy 2, Ress 2, Ortner 8, Viggiano 10, McGee 16; all. De Raffaele

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Queste le dichiarazioni a fine partita:

Coach Vitucci: “Eravamo già in emergenza all’inizio del match e nel corso dello stesso siamo stati presi da un logico scoramento vedendo i nostri giocatori cadere come mosche uno dopo l’altro. In ogni caso male nel primo quarto anche perchè il primo quintetto era sicuramente inedito. Cuccarolo non era al meglio e non l’ho schierato subito. Bene nel secondo con una grande reazione che ci ha portati nuovamente in partita. Nel terzo Venezia è ripartita forte ma noi abbiamo dovuto rinunciare a Wright per uno stiramento al polpaccio, poi a Wilson che si è fatto male alla caviglia destra dopo due problemi accusati all’altra, Washington ha avuto i crampi dopo una ricaduta a terra. Dall’altra parte avevamo Venezia, formazione forte che ha vinto con merito. Anche nell’ultimo quarto siamo riusciti a risalire a -10 e questo è quanto mi è piaciuto di più. Ora cerchiamo di recuperare la difficile situazione infortunati e pensiamo alle prossime partite. Se conto i sani sono pochi, ovvero Okeke, Parente, Alibegovic, Poeta”.

 

Coach De Raffaele: “Intanto una vittoria importante per la striscia e meritata, nonostante si sia fatto rientrare troppe volte Torino. Per vincere in Turchia occorreranno maggior concentrazione e consistenza. Nel match di questa sera siamo stati bravi a giocare contro la zona. Nella parte finale un po’ troppa rilassatezza da togliere per il futuro.”.

 

Foto: Fiat Torino Auxilium

Regione, maggioranza a rischio per le firme “tarocche”? Il Tar rinvia

Ci vorrà ancora un mese per conoscere le sorti della maggioranza regionale. E’ infatti stata aggiornata al 19 aprile la parte  del procedimento amministrativo, davanti al Tar del Piemonte, relativa alla vicenda delle false firme del Pd alle ultime elezioni regionali. All’inizio dell’udienza di oggi, il presidente Domenico Giordano, ha esposto le problematiche giuridiche della questione, molto complessa, e ha pertanto invitato gli avvocati a presentare  memorie su una serie di argomenti che lui stesso ha indicato. Il tutto era iniziato  per i “motivi aggiunti” presentati dall’esponente leghista Patrizia Borgarello dopo la sentenza attraverso la quale il tribunale penale di Torino, accogliendo i patteggiamenti di funzionari e attivisti del Pd, lo scorso anno aveva certificato la falsità di alcuni moduli di raccolta delle firme. Potrebbero pertanto decadere 8 consiglieri Pd, tra i quali big come Mauro Laus, presidente dell’Assemblea regionale e Davide Gariglio, segretario piemontese del partito, mettendo in difficoltà numerica (e politica) il presidente Chiamparino.

OTTIMI RISULTATI DEI GIOVANI TALENTI DEL CLUB SCHERMA DI TORINO

A Roma si è svolta la 2a Prova Nazionale Giovani, valida come Trofeo “ITAS Assicurazioni”, disputata presso il Centro della Federbocce dell’Eur Torrino. La competizione, che nella seconda giornata è stata interamente dedicata al fioretto, ha visto la vittoria di due atleti del gruppo sportivo Fiamme Gialle: Guillaume Bianchi nella gara maschile e Serena Rossini in quella femminile

Bene hanno figurato le atlete torinesi del Club Scherma Torino: Mila Maina, infatti, ha perso in finale contro Serena Rossini 15-4; mentre la cadetta, Lara Bertola, è giunta terza a pari merito con Martina Manzoli del Club Scherma Jesi (sconfitta nel derby jesino dalla Rossini per 15-6), avendo ceduto in semifinale 15-12 contro la compagna di società Maina.

 

Nei quarti di finale, la giovanissima Bertola si era imposta sulla romana Maria Teresa Pacelli, atleta del Club Scherma Roma, con un punteggio netto di 15-10, mentre Mila Maina aveva sconfitto 15-7 la tenace avversaria portacolori del Club Scherma Jesi, Alessandra Petrignani.

 

Nella giornata di ieri, intanto, la Federazione Italiana Scherma ha diramato le convocazioni per la

Foto: TRIFILETTI / BIZZI

delegazione azzurra ai prossimi Campionati del Mondo Cadetti e Giovani 2017, che si svolgeranno dal 1° al 10 aprile a Plovdiv in Bulgaria. Con grande soddisfazione la torinese Lara Bertola ha ottenuto la convocazione per la gara under 17.

 

A seguito delle belle e convincenti prestazioni delle proprie atlete, la dirigenza del Club Scherma Torino ha commentato così gli eventi degli ultimi due giorni: “Una bella gara nella quale Mila e Lara hanno saputo esprimere le rispettive caratteristiche confermando classe e tasso tecnico. Le stesse si allenano ogni giorno in sala, attentamente seguite dallo staff tecnico dell’arma guidato dal Maestro Marco Folgori. Sono di esempio per i tanti giovani, maschi e femmine, che quotidianamente si forgiano sulle pedane del Club Scherma, e confermano quanto nello sport siano importanti costanza, impegno e voglia di migliorarsi, step dopo step”.

 

Manuela Savini

 

Foto Club Scherma Torino e FIS

 

Valencia, trovato senza vita studente del Politecnico

Aveva 24 anni lo studente, originario di Fermo, nelle Marche,  che frequentava l’Erasmus a Valencia, in Spagna, ed è stato trovato privo di vita nella sua stanza. La polizia lascia aperte tutte le ipotesi, compresi un malore o un gesto volontario. Il ragazzo è figlio di due professionisti, che sono già partiti dalle Marche per la Spagna. Frequentava la facoltà di Ingegneria al Politecnico di Torino, e sarebbe stato trovato morto dai compagni con cui condivideva l’appartamento. Un anno fa, il 20 marzo 2016, nell’incidente sull’autostrada Valencia-Barcellona perirono 13 studentesse italiane che frequentavano l’Erasmus.

Obiettivo Marte

Sabato 25 marzo 2017 a Infini.to – Planetario di Torino, Museo dell’Astronomia e dello Spazio si torna a parlare di Marte con lo spettacolo da Planetario “Obiettivo Martee la presentazione del libro “Rosso Marte” di Giovanni Caprara.

Ore 17,00 – lo Staff di Infini.to condurrà lo spettacolo live nel Planetario “Obiettivo Marte” in cui il pubblico potrà sperimentare direttamente l’ebrezza di un viaggio virtuale verso Marte. Molte le tappe del viaggio, in cui si ripercorreranno le missioni passate e presenti che hanno indagato e stanno indagando ancora oggi il Pianeta Rosso, andando a conoscere da vicino la missione ExoMars.


Ore 17,30 Presentazione del libroRosso Marte” di Giovanni Caprara, responsabile della redazione scientifica del Corriere della Sera. Nell’antichità si riteneva che il pianeta Marte – osservato, temuto e ammirato per il suo colore, un rosso inquietante e minaccioso – potesse scatenare guerre, conflitti e passioni fra gli uomini. La vicenda che lo riguarda comincia all’alba del genere umano, già nel III millennio a.C., con racconti e leggende, e da allora il Pianeta Rosso non ha mai cessato di esercitare il suo fascino, accendendo l’ardore conoscitivo e dando impulso a sperimentazioni scientifiche e tecnologiche via via più avanzate. A partire dalle osservazioni di Giovanni Schiaparelli, che grazie alla scoperta dei “canali” nella seconda metà dell’Ottocento avanzò l’ipotesi della presenza di vita (addirittura intelligente secondo alcuni), passando attraverso la febbrile ricerca dell’acqua, che impegnò generazioni di studiosi, fino alle missioni che consentiranno all’uomo di sbarcare direttamente sulle sabbie rosse, Marte oggi rappresenta sempre più “il pianeta della porta accanto”, oggetto dello sforzo intellettuale così come dell’immaginario collettivo terrestre. Il pianeta diventa non solo metafora dell’altrove, gemello possibile e affine alla Terra, ma ricettacolo di speranze e sforzi, campo di prova delle potenze mondiali, simbolo di dimostrazione tecnologica e, in tempi recentissimi, concreta possibilità di sopravvivenza. Con Rosso Marte Giovanni Caprara, testimone diretto di numerose missioni dai centri di controllo negli Stati Uniti e in Russia, offre una ricognizione attenta sul passato e sui progetti attuali e futuri della scienza: fra i successi delle sonde “Mariner” e i tonfi delle sovietiche “Mars”, fra le moderne rover, ovvero i robot che perlustrano autonomamente il pianeta, e i piani di Terraforming, la trasformazione dell’ambiente marziano in una specie di “seconda Terra”, si va alla scoperta di come il sogno su Marte sia diventato realtà scientifica. Con un’attenzione speciale per l’Italia (numerosi sono gli scienziati e i tecnologi italiani protagonisti), che, da Schiaparelli in poi, non ha mai smesso di guardare il cielo e, soprattutto, il rosso Marte. 
Al termine della presentazione ci sarà l’approfondimento su l’esplorazione di Marte e la missione ExoMars a cura di Thales Alenia Space Torino.

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BIGLIETTI

Biglietto Museo (obbligatorio)
INTERO € 8,00
RIDOTTO € 6,00 bambini 6-18 anni, adulti over 60, studenti universitari sotto i 25 anni con Smart Card, gruppi con 15 persone, enti convenzionati.
GRATUITO per bambini sotto i 6 anni, disabili e loro accompagnatori, giornalisti, possessori della tessera Club Docenti, possessori di Abbonamento Musei o Torino+Piemonte Card.

Spettacolo in Planetario (facoltativo)
INTERO € 4,00
GRATUITO per bambini sotto i 3 anni, disabili e loro accompagnatori, giornalisti, possessori di Abbonamento Musei o Torino+Piemonte Card (solo 1 spettacolo omaggio).

Visita guidata
INTERO € 4
GRATUITO per bambini sotto i 6 anni, accompagnatori disabili e giornalisti.

Conferenza
GRATUITO, fino ad esaurimento dei posti disponibili, presentando il biglietto di ingresso al Museo.

LO”STATO DELL’ARTE”GLOBALIZZATA NEL 2016: UNA BREVE ANALISI ECONOMETRICA DI PAOLO TURATI

I recenti reports rilasciati da Tefaf 2017 e Art Basel 2017, le realtà top worldwide che, assieme a Frieze ed a non molti altri, stanno contribuendo a realizzare un cambiamento epocale nelle dinamiche economiche del settore, confermano alcuni Big Data che si disvelano come “un sogno per alcuni( i dealers e le grandi Fiere)e un incubo per altri( le Case d’asta)”, in un contesto, peraltro, in fase di ampio ritracciamento al ribasso complessivo dopo gli eccessi dei primi anni del Secondo decennio del Secolo e, segnatamente, del 2014.

Art Basel(ma equipollenti sono anche i dati del Tefaf, come ho verificato sul posto pochi giorni fa analizzando il report dei miei colleghi dell’Università di Maastrich) segnala come Big Data 56 miliardi di Dollari il turnover globale, in calo di un ulteriore( nel 2014 erano 68 miliardi, sicché il calo dal top level è stato del 20%) 11% rispetto al 2015( 63 miliardi), con un crollo drammatico per le Case d’asta (-26% rispetto all’anno prima), le quali, rispetto al top del 2014, registrano peraltro per i lotti superiori al milione– aumentati comunque dal 2006 del 76%, il che mostra come la bolla non si sia ancora ridotta sufficientemente– un tracollo clamoroso del 53%( 34% rispetto al 2015). Di converso, salgono le vendite dei Dealers( +3% nel fatturato e +7% relativamente alle opere del valore di oltre un milione), che oggi controllano il 57% del Mercato dell’Arte( come sembrano lontani i tempi di pochi anni fa in cui Christie’s e Sotheby’s da sole fatturavano i 2/3 del settore), Nel novero dei Dealers, i Galleristi rappresentano al momento il 51% dei produttori di fatturato, le Fiere il 41%( con un incremento del 57% dal 2010 e del 5% rispetto al 2015, con un totale di vendite di 13,3 miliardi) e le vendite online il 9%. L’ottantuno per cento delle vendite si consolidano fra Usa( 40% da soli) , U.K. e Cina. Considerato che l’1% degli artisti quotati in Asta rappresentano circa il 50% del fatturato delle medesime, si evidenzia anche in questo aspetto specifico un’evidente bolla di eccessiva concentrazione, concentrazione che si conferma non di meno relativamente al settore più trainante, il Postwar & Contemporary che, pur perdendo il 18% del fatturato rispetto all’anno top del 2014, produce ancora oltre metà delle transazioni complessive in quanto al fatturato( 37% come numero). Il settore Modern si conferma al secondo posto col 23% di fatturato( ma perde il 43%, con Impressionisti e Postimpressionisti che limitano la perdita al 31%: sempre meno le opere di qualità non musealizzate in circolazione, “ cannibalizzate” nel recente passato da grandi investitori privati o istituzionali), mentre gli antichi Maestri, col 13% del fatturato globale, mostrano invece un aumento del 5%, a testimoniare uno sforzo, da parte dei più attenti operatori, di ricerca non irrilevante anche in termini di crescita culturale complessiva della Società

Quali le conseguenze? Ovviamente le Case d’Asta stanno dismettendo in modo ampio il personale( o ne vengono abbandonate) anche ai massimi livelli, in un contesto in cui si sta viepiù verificando come la loro attività si sia mostrata in passato non raramente poco accurata e spesso attenta al puro incremento del fatturato( anche con operazioni a prezzo garantito soventemente catastrofiche o concedendo credito ad acquirenti magari importanti ma senza ottenere le dovute garanzie) a fronte di commissioni eccessive         ( mediamente il 40% fra quello che incassa in venditore e quello che paga il compratore), chiudono bilanci pessimi e quelle poche come Sotheby’s controllate da azionariato diffuso rischiano di essere acquisite da investitori privati estremorientali. Il contrario pare accadere per le grandi( nulla da fare per le piccole!) Gallerie( che- i nomi sono noti, da Gagosian a Pace- ormai fatturano i miliardi di Dollari e stanno subentrando alle Case d’Asta, le quali vengono dalle medesime spesso utilizzate, ma, com’è giusto che sia, come “mezzo”, grazie alla cura della clientela) e per le grandi Fiere( ma anche quelle più regionalizzate stanno posizionandosi sempre meglio), capaci, nella loro espansione sui vari Continenti, di fatturare in pochi giorni anche diversi miliardi di Dollari, nonché, per ora parzialmente, per le vendite online.

https://paoloturatitactica.wordpress.com/2017/03/22/lostato-dellarteglobalizzata-nel-2016-una-breve-analisi-econometrica-di-paolo-turati/

 

L’addio a Prestipino, torinese fuori ordinanza

Di Pier Franco Quaglieni

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E’ mancato improvvisamente il professor  Francesco Prestipino, docente e giornalista di rango. Era stato docente per tanti anni e aveva saputo essere maestro per i suoi allievi che lo ricordavano con affetto. Era un uomo colto, tollerante, capace. Nella scuola del dopo’68 era un’eccezione rara. Non apparteneva alla categoria dei professori che, rifiutando la contestazione e i suoi   metodi ,si arroccarono sulla difensiva, incapaci di fare i conti con la nuova realtà. E non era neppure un docente che si fosse allineato come tanti  al permissivismo e al facilismo che portò alla desertificazione degli studi. Era un docente scrupoloso, ma anche aperto al confronto civile di opinioni. Ricordo che una volta parlammo di Don Milani e della sua famosa  “Lettera ad una professoressa”, che fu un ingiusto  atto di accusa contro la scuola pubblica italiana e i suoi professori. Prestipino capiva gli errori e anche le arretratezze  della scuola, ma non poteva accettare l’uso strumentale della polemica politica attorno a Don Milani che, a modo suo, mi disse, era anche un docente rigoroso. Era talmente tollerante verso le idee degli altri che non sono mai riuscito a cogliere  quali fossero realmente le sue, che c’erano ed erano ben radicate e corazzate di autentica cultura. Il rispetto per le idee degli altri , a volte, gli impediva  infatti di manifestarle pienamente. Non l’ho mai sentito alzare la voce, anche quando tra di noi        nacque qualche dissenso. Aveva colto i limiti della cultura umanistica e testimoniò in ogni modo la necessità di gettare ponti tra le due culture. Direi che questo sia stato il suo merito maggiore.

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Aveva realizzato , insieme a Mara Pegnaieff, al caffè San Carlo una serie di incontri con personalità della cultura e dell’arte. Gli artisti  Franco Assetto  ed Enrico Paulucci furono, tra gli altri, ospiti in conversazioni  che sarebbe valsa la pena registrare. Cercò  di riprendere la tradizione del caffè come luogo di incontro tra persone colte. Nella Torino degli Anni Ottanta era ancora possibile anche perché Massimo Segre ,proprietario del caffè, ci credeva profondamente.Erano serate molto affollate. Prestipino aveva l’arte dell’intervista, condotta sempre sottovoce, per far risaltare l’intervistato e non l’intervistatore. Al contrario di quello che avviene quasi sistematicamente oggi.Era nato nel 1939 in Provincia di Messina  ed era iscritto all’ordine dei Giornalisti dal 1973.Era fra quei pubblicisti colti di cui negli anni si è perso il conio. L’unico che sopravvive e sta per arrivare al traguardo dei  cento anni, è Bruno Segre. Era consapevole del degrado progressivo  della professione giornalistica già molti anni fa. Aveva fatto una bella  rivista ,”Ricerca & Innovazione “, molto curata nei contenuti e nella grafica. Trattandosi di un giornale molto bello e libero non poteva avere molti lettori in un contesto che si stava già imbarbarendo, almeno a Torino. La rivista ebbe invece grande successo in tutta Italia e all’estero. La testata indica come Prestipino sapesse guardare lontano. Neppure il comune amico Giancarlo Borri, dirigente industriale prestato alla letteratura, aveva la sua stessa sensibilità per il futuro, malgrado scrivesse libri su Sinisgalli ,poeta- ingegnere, e collaborasse con il filosofo della scienza Francesco Barone alla “Civiltà delle macchine “.  Ci fu un momento in cui il Centro” Pannunzio” fu davvero punto di incontro di grandi intelligenze straordinariamente capaci. Quasi non me ne rendo conto, ma in effetti è proprio così. E forse non ho saputo riconoscerle a pieno e valorizzarle nel modo dovuto. Spesso ci si incontrava con il sociologo Filippo Barbano, amico di ambedue. Barbano era uno dei pochissimi sociologi consapevoli  che la sociologia non sia una scienza assoluta. Almeno, con gli amici ,si comportava così. Nascevano discussioni interessanti in cui Prestipino mediava tra chi scrive, già allora un vecchio arnese crociano, e Barbano che riteneva i percorsi sociologici incompatibili con quelli storici. Avremmo anche dovuto scrivere un libro insieme, ma poi il progetto non potè decollare.

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Quando si scriverà una storia del Centro “Pannunzio”, a Prestipino dovrà essere riservato un posto di grande  riguardo .Fu uno dei suoi  uomini di punta per parecchi anni. Mai in cerca di esibire sé stesso ,ma sempre presente nei momenti decisivi. Lui, persona  pacata e conciliante, aveva molta considerazione per un professorino di scuola media che insegnava  all’estero e che si autodefiniva un germanista e faceva credere di essere addetto culturale a Vienna. Io gli dissi con franchezza che si trattava di un piccolo personaggio presuntuoso che millantava competenze che non aveva. Prestipino mi disse che non dovevo infierire perché quella persona gli era  molto cara in quanto fu uno dei suoi primi amici, quando arrivò a Torino. Al contrario, io fui ancora più  feroce ed aggiunsi che si trattava di un germanista -come diceva Edoardo Ballone che    non lo poteva soffrire-perché andava a caccia di uccelli germani…Battuta miserabile. Alla fine ci perdonò  da uomo che sapeva porsi al disopra dei personalismi. Nel 1985 fece uscire un bellissimo libro sull’arredo urbano torinese che venne presentato al Circolo della Stampa. Partecipai all’incontro e rimasi indignato dall’atteggiamento incredibile di una professoressa che aveva accettato di presentare il libro  e che aveva concluso il suo intervento con parole agghiaccianti: questo libro non sarebbe mai dovuto uscire. Un atto di ingenerosità piuttosto incredibile che non mise però in difficoltà il suo autore che con calma, quasi sottovoce, replicò punto per punto alle critiche, dimostrando la non buona fede di chi lo aveva attaccato. Ho raccontato questi due  episodi solo perché danno il senso dell’equilibrio di Francesco, siciliano dal cuore caldo, ma sempre con la mente fredda. Avevamo collaborato insieme per molti anni ,poi ci perdemmo. E fu un vero peccato. Mi ero ripromesso tante volte di chiamarlo. Non l’ho mai fatto, preso dai ritmi frenetici a cui siamo sottoposti. Sento rimorso per non averlo fatto. Non foss’altro, perché  i suoi consigli sarebbero stati preziosi, utili e mai interessati. Quando ho saputo della sua scomparsa, ho contattato attraverso Facebook le due figlie e ho postato un breve ricordo. Ma Prestipino merita tanto di più dalla Città in cui è vissuto, ha insegnato ed ha scritto molto. E’ stato un torinese fuori ordinanza, avrebbe detto Massimo Mila.

(Nella foto grande, Prestipino con il nipote)

La Regione salda i debiti della Sanità. Chiamparino: “Ora al via il Piano per le assunzioni”

L’accordo tra Governo e Regione Piemonte è stato siglato  a Roma dai tecnici dell’assessorato alla Sanità e dai funzionari del Ministero della Salute e del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Oggi, dopo oltre sei anni, il Piemonte esce ufficialmente dal piano di rientro dal debito sanitario. “Comincia oggi – dice il presidente della regione Sergio Chiamparino – una fase importante perché torniamo ad avere autonomia, come tutte le regioni del Centro-Nord, nell’intervenire per risolvere i problemi della carenza di personale, la situazione dei pronto-soccorso, lo sviluppo dell’assistenza territoriale.

E’ una fase 2  nella quale, lontani dal volerci adagiare sui buoni risultati raggiunti, continueremo a lavorare con impegno per sviluppare un sistema sanitario sempre più vicino ai cittadini”. Soddisfatto l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta : “La Regione può finalmente approvare il piano assunzioni per il 2017, che permetterà agli ospedali piemontesi di non subire più la carenza di personale cui sono stati sottoposti dal 2010. Si tratta di un successo per l’amministrazione, che si era posta questo obiettivo, e  un successo per tutta la sanità piemontese: il Piemonte era la sola Regione del Nord sottoposta al rientro”.