redazione il torinese

Paura sulla funivia, bloccati 100 escursionisti

A causa di un blackout,  provocato dal guasto di un trasformatore, le funivie di Oropa che collegano il santuario in provincia di Biella al lago del Mucrone sono state bloccate, e con esse un centinaio di persone. Diverse le famiglie con bambini piccoli nelle cabine, ma con l’attivazione del motore di emergenza sono state riportate nelle rispettive stazioni di partenza. Il fattaccio è accaduto  intorno all’ora di pranzo e  ha richiesto l’impiego degli uomini  della protezione civile, coordinata dalla prefettura. E’ anche stato allestito un tavolo tecnico e del soccorso alpino. Per chi non era in grado di   scendere a valle a piedi, sono stati predisposti  fuoristrada ed elicottero.

 

(FOTO ARCHIVIO)

Arrivano i ghost-busters per “catturare” il fantasma di Cavour

Da Torino, negli ultimi anni, da diverse persone o gruppi è stata più volte segnalato (e sembrerebbe anche aver parlato) nientemeno che il “fantasma” di Camillo Benso, il Conte di Cavour, che è stato “visto” aggirarsi sia come ombra, sia addirittura in una occasione a figura completa in esterno e pure all’interno del Palazzo di Città, il Municipio dove lo statista risorgimentale fu consigliere comunale.

Lunedì 22 maggio  alle ore 13.30 al Bar il Girasole in Piazza Palazzo di Città 6/A  una squadra del National Ghost Uncover guidata dal suo Presidente Massimo Merendi illustrerà alla stampa i motivi della sua venuta in città. “A tutt’oggi, da tutta Italia, sono giunte circa 1800 segnalazioni di natura e credibilità diverse e sulle più svariate situazioni. National Ghost Uncover  – spiega Merendi – è nata nel 2010. Ha sede nazionale in Riccione(RN) ed organizzativa in Forlì. E’ composta di 86 persone divise in 18 gruppi (Roma, Bologna, Venezia, Napoli, Firenze, Parma, Alessandria, Cortina d’Ampezzo, Portofino, ecc.). E’ composta da persone sia credenti in tali fenomeni sia assolutamente scettiche ed ha lo scopo di studiare, documentare e catalogare tali fenomeni”. National Ghost Uncover si definisce il 2° gruppo per organizzazione in Europa dopo gli amici Ghostbuster di Londra e il 4° nel mondo.

(foto: il Torinese)

 

Al Salone tre giovani contestano Minniti su sicurezza e immigrazione

Tre ragazzi –  due donne e un uomo –  appartenenti  ai collettivi universitari, sono stati denunciati dalla Digos  per il tentativo di contestazione, al Salone del Libro di Torino, nei confronti del ministro dell’Interno, Marco Minniti. I giovani, non torinesi,  erano sconosciuti alla Questura di via Grattoni, presso la quale  sono stati accompagnati per essere identificati. Al Salone volevano srotolare uno striscione contro l’ultimo decreto sicurezza del governo Gentiloni e le politiche sull’immigrazione del Partito Democratico. Gli agenti della Digos li hanno allontanati, impedendo loro di srotolarlo. Sono accusati di manifestazione non preavvisata.

Della vita e della morte, l’ironia di Miriam Toews

Intervista di Laura Goria

E’ di una dolcezza infinita Miriam Toews. Bella senza un filo di trucco, esprime semplicità e una forza titanica. La famosa scrittrice canadese, nei frenetici giorni del Salone del libro di Torino, ha incontrato i suoi lettori alla libreria Borgopò; in un avvolgente giardino, cornice perfetta per il senso di serenità che lei emana.

Cerco sempre di intervistare scrittori che amo; ma raramente affascinano e colpiscono come lei. Disponibile, profonda e intelligente… da baciare e abbracciare. E’ una vita segnata in partenza quella di Miriam Toews, nata in una rigida comunità mennonita ai margini del mondo, dalla quale è fuggita a 18 anni. Poi le difficoltà dell’esilio e 2 grandi tragedie: il suicidio del padre (nel 1998) e dell’unica sorella (nel 2010). Da queste stigmate è nata una delle scrittrici più interessanti e coinvolgenti del panorama letterario internazionale, vincitrice di prestigiosi premi, tradotta in 15 lingue e, in Italia, autrice di punta dell’editore Marcos y Marcos. Nata nel 1964 a Steinbach in Manitoba, un villaggio nella zona centrale delle praterie canadesi, figlia di un discendente diretto dei primi coloni in fuga dall’Ucraina a fine 800, cresce stretta nelle maglie della rigida disciplina dei mennoniti.

La più numerosa delle chiese anabattiste, che vive come nel 500: rifiutando elettricità, auto e mondo esterno, nell’ottica che la vita si riduca al lavoro e a prendersi cura della famiglia. Come scrive la Toews in “Un complicato atto d’amore” , “… la sottosetta più sfigata a cui si possa appartenere a 16 anni” sorta perché “500 anni fa, in Europa, un tizio di nome Menno Simmons si è messo di buzzo buono per inventarsi una religione tutta sua..”.

In casi come questi la vita offre due sponde: restare e uniformarsi…o fuggire. Ed è quello che fatto l’autrice. Nella sua vita ci sono 2 lauree (in Lettere e Cinema, e in Giornalismo) e l’intermezzo da attrice protagonista nel film “Luz Silenciosa”, voluta a tutti i costi dal regista Carlo Reygadas; esperienza che le ha ispirato il romanzo “Mi chiamo Irma Voth”.

Ma la sua grandezza è nei romanzi fortemente autobiografici in cui l’humor è la cifra con cui maneggia pagine di vita difficili, come il suicidio della sorella e sullo sfondo anche quello del padre in “I miei piccoli dispiaceri”; la fuga e rapporti familiari difficili in “Un complicato atto d’amore”.

Nascere in una comunità mennonita cosa ha significato e cosa proprio non sopportava?

«Non mi sentivo libera. Appena finita la scuola, anche se ancora non ero sicura di voler diventare un’artista, sapevo già che avrei fatto qualunque cosa pur di vivere in un ambiente libero soprattutto dal punto di vista mentale. Da un lato quello era l’unico mondo che conoscevo e sentivo il senso di appartenenza, dall’altro avvertivo di dover scappare. Ero anche molto impaurita ed è stato difficile. Sono andata a Montreal, la città canadese più liberale, l’opposto del mio paese conservatore, e percepivo continuamente questo contrasto».

Si può dire che la scrittura per lei sia catartica e l’aiuta a metabolizzare la vita?

«Si proprio perché mi permette di dare un senso alle mie emozioni e soprattutto alle mie esperienze; in un certo senso mi consente di riordinarle. Attraverso i romanzi riesco a fare un po’ di ordine nella mia caotica vita».

Se una persona che amiamo non vuole più vivere, amarla vuol dire trattenerla o lasciarla andare?

«La mia famiglia ed io abbiamo tentato in ogni modo di dissuadere mia sorella, ma lei voleva proprio morire e ha fatto di tutto per riuscirci. Ho cercato di convivere con il dolore per il suo suicidio, di capirlo e di rispettare la sua scelta. So che in realtà l’unica via per dare sollievo al suo dolore era farla finita».

Come dirimere il conflitto tra l’idea che abbiamo il diritto di decidere della nostra morte e le responsabilità nei confronti delle persone che ci vogliono bene e che ne soffriranno?

«Ovviamente mio padre ed io abbiamo affrontato questo conflitto e fatto di tutto per evitare la morte. Voglio sottolineare che la scelta spetta alla persona che soffre, ma questo non vuol dire che chi si suicida non ami i suoi cari. Solo che quando proprio non ce la fa più deve lasciarsi andare completamente. Sono convinta che bisognerebbe legalizzare la morte assistita, cosa che è avvenuta in Canada mentre scrivevo il libro».

Nel suo paese cosa prevede la legislazione in materia?

«Ora il suicidio è legale, con l’assistenza di un dottore, tutte le firme necessarie e per persone che non possono avere più alcuna cura. Invece per le malattie psichiatriche non è così. Se non è provato che la malattia sia incurabile, e per i medici è complicato stabilirlo, la situazione è ancora parecchio difficile».

Cosa si può obiettare a chi definisce il suicidio una scelta egoistica?

«Dal mio punto di vista non lo è, proprio perché ci sono vari tipi di suicidio e comunque sono persone che soffrono e continuerebbero a soffrire. Una sorta di dolore psichico davvero insopportabile. Non qualcosa di egoistico; ma accettare la propria sofferenza e poi lasciarla andare».

Cos’ha capito dei suicidi nella sua famiglia? Qual è il male di vivere?

«Io non soffro di depressione e disturbo bipolare come mio padre, ma ho tratto una lezione: continuare ad essere felice e gioiosa. Lui e mia sorella avrebbero voluto questo per me, anche se loro ne erano incapaci».

Suo padre e sua sorella si sono suicidati entrambi e nello stesso modo: si è geneticamente condannati, esiste il suicidio nel Dna di una persona?

«Ci ho pensato e ripensato e ci sono studi che provano l’esistenza di qualche collegamento. Il suicidio è sempre esistito e continuerà ad esserci. Forse con il progresso medico si riuscirà a prevenirlo».

Sofferenza fisica e psicologica hanno pari diritto alla morte?

«Non credo ci sia una grande differenza, anzi per me non c’è. Ho letto statistiche di altri paesi che dimostrano come il dolore psichico possa essere tale da giustificare la morte assistita e che molte persone vi ricorrano per farla finita».

Nel romanzo“I miei piccoli dispiaceri” si contempla l’idea del suicidio assistito e la voce narrante promette alla sorella disperata che la porterà in Svizzera per una dolce morte. Ma sarebbe stata in grado di farlo se ne avesse avuto il tempo e come lo considera?

«Mia sorella me lo chiese e la mia prima risposta è stata ”no”. Le dicevo che magari la situazione sarebbe migliorata e le cose sarebbero cambiate. Lei però continuava ad implorarmi ed era più che determinata a morire. La tragedia che poi sia morta da sola poteva essere evitata e questo rimane un mio rimorso».

L’humor come istruzioni d’uso alla vita…lei come ci riesce?

«Il mio è un “dark humor” un modo di trattare l’assurdità della realtà. A volte è ridicola e va di pari passo con la sofferenza. E’ proprio l’oscurità che accompagna la luce del mondo».

Com’è stata la sua esperienza di attrice e perché non ha continuato?

«E’ stata una cosa anomala ed estemporanea. Il regista mi ha chiamata proprio perché non voleva un’attrice. Semplicemente ero una ragazza mennonita nei panni di un’attrice casuale. Un’esperienza interessante ma non quello che volevo davvero fare, che è scrivere»

A quando il suo prossimo romanzo e su cosa?

….E qui la sua editrice la blinda…annunciando solo che è già stato scritto. Quando sarà in libreria non è dato saperlo….certo è che lo stiamo aspettando e non vediamo l’ora di leggerlo.

 

 

NASCE A MILANO IL MOVIMENTO ANIMALISTA, INDIPENDENTE DAI PARTITI

CON EDGAR MEYER ED ESPONENTI DELLE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE. SILVIO BERLUSCONI SOCIO FONDATORE

Nasce a Milano, con un’assemblea costituente, il Movimento animalista, una forza politica indipendente da qualsiasi altro partito, che pone la tutela degli animali e dei loro diritti in cima alle sue priorità: una novità per l’Italia.  Presidente del nuovo partito è Michela Vittoria Brambilla, numero uno della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, al suo fianco Edgar Meyer, che guida Gaia Animali & Ambiente, e un gran numero di responsabili provinciali e regionali provenienti delle principali associazioni animaliste Italiane, con storie politiche e personali diversissime (dai verdi al centrodestra). Socio fondatore e convinto sostenitore dell’iniziativa Silvio Berlusconi. “Sono felicemente diventato – dice alla platea – uno dei milioni e milioni di italiani che considerano i propri animali domestici come membri della famiglia, si preoccupano del loro benessere e, così facendo, rendono l’Italia più bella e più civile”

“L’idea di fondare il Movimento animalista – spiega l’ex ministro del Turismo – viene dal basso, nasce dalla presa d’atto della generale insensibilità per la tutela dei diritti degli animali da parte di chi, a tutti i livelli, ci governa. Assistiamo ad un paradosso: mentre la società civile è sempre più attenta ai temi animalisti, politici e amministratori quando va bene li ignorano e quando va male prendono la direzione  contraria, in ossequio a lobby controinteressate che si presumono portatrici di voti. Ebbene, noi siamo qui non solo per ricordare che votano anche gli amici degli animali,  e sono la maggioranza, ma soprattutto per dare al nostro impegno, finora di natura sociale, un chiaro sbocco politico”. Politico non vuol dire partitico. “Il Movimento – specifica l’on. Brambilla – non è legato ad alcun partito ed è assolutamente indipendente, presenterà il proprio simbolo, sosterrà i propri candidati, con l’obiettivo di portare “gente nostra” nelle istituzioni e quindi cambiare realmente le cose”. Del resto, in Europa, vi sono numerose formazioni politiche che si sono date come priorità la difesa non degli interessi a breve termine dell’uomo o di qualche categoria di uomini, ma dei diritti degli esseri viventi tutti, della natura e dell’ambiente.  

Il Movimento animalista si batterà dunque contro ogni forma di violenza e di sfruttamento degli animali, per aumentarne la protezione e migliorare la convivenza tra l’uomo e gli altri esseri senzienti. Con alcune priorità già definite, tra cui la riforma costituzionale perché l’esigenza di una maggior tutela degli animali sia recepita al più alto livello, riconoscendo i nostri piccoli amici come esseri senzienti, l’inasprimento delle pene per chi li maltratta e li uccide, il divieto di sfruttarli a maggior ragione per divertimento o per alimentare l’industria del superfluo, la lotta al randagismo,  il superamento dei divieti che limitano la libera circolazione con animali al seguito, l’introduzione di un sistema sanitario agevolato per pagare le cure veterinarie nelle famiglie meno abbienti.

Ad impegnarsi in prima persona per la realizzazione di questo programma, con ruoli dirigenziali in tutta l’Italia, sono centinaia di attivisti molto determinati che da anni si occupano di questi problemi e ne hanno abbastanza di aspettare risposte da amministratori ed istituzioni a dir poco distratti o, peggio, asserviti a ben precisi interessi economici. Hanno accettato di assumere un incarico nel Movimento, infatti, imprenditori, professionisti, persone affermate nella vita e nel lavoro che sono anche importanti esponenti delle maggiori associazioni animaliste del Paese in tutto più di cinquanta, tra cui Enpa, Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente,  Oipa, Gaia Animali &Ambiente, Leal, Animalisti Italiani, SOS Levrieri, Earth, Anima Equina, Banco Alimentare Zoologico, Animalisti onlus, Cani e Mici per Amici – e di tante altre ancora molto attive nei rispettivi territori – come Arcadia Onlus, Una Cuccia per la Vita, Amico Peloso, Lida, Grandi Amici Onlus, I Pelosetti, Zampa su Zampa, Io non ti Mangio, Anpana,I Ca’ de Castiú, Como Scodinzola, ChiaraMilia, Salva un Cane, Animal Emergency Europe, Emi, Amici di Fido, Una Copertina per Snoopy, International Animal Protection League Italia, Il Mio Amico, Uniti per gli Animali, Diamoci La Zampa, Gagi Greyhard Adopt Center, Gli Angeli Randagi del Vesuvio, Animal Liberation, Una Zampa per la Vita, Ialp, Anime Randagie, Amici di Fiocco, Educanamente, BauBau Village, Amici per i Baffi, Associazione Animalista per i Randagi, Animalissimi Onlus, L’Altra Zampa, Felici nella Coda, Save The Dog, Animal Asian Foundation, Proteggiamo i Nostri Amici Animali in Maremma Onlus, Gatti Mammoni, Liv, Branco Misto ASD Bolzano, Ghismo Onlus e via dicendo.

Non certo inattesa la presenza di Berlusconi. “Avete ragione, la politica è stata troppo distratta e non ha dato ai nostri amici animali le tutele che meritano. É ora che restituiamo loro almeno una parte di tutto l’amore che ci danno. Convivere con uno o più animali domestici – ha ricordato – è un’esperienza bellissima, appagante. Devo dire che la mia vita è cambiata da quando sono arrivati Dudù, Dudina, i loro figli, la golden retriever Harley, il chihuahua Rambo e Sole, un simpaticissimo meticcio proveniente dal canile di Olbia. Anche per questo – afferma l’ex premier – ho deciso di essere qui con voi e sono orgoglioso di aver partecipato alla fondazione del Movimento animalista, di cui, ne sono certo, sentiremo subito forte ed alta la voce”.

I VIGILI SABAUDI SI LAUREANO CAMPIONI ITALIANI ASPMI NEL TIRO A SEGNO

Primo titolo nazionale del 2017 per la compagine gialloblù, che con i suoi tiratori ha la meglio su Milano e Rimini. Dominio assoluto nella carabina

Dopo un avvio di stagione caratterizzato dal secondo posto agli italiani di corsa campestre e dalla terza piazza ai nazionali di nuoto, il Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Torino ha conquistato il primo alloro stagionale, trionfando in occasione dell’edizione numero 49 dei campionati ASPMI di tiro a segno, svoltasi a Ravenna sotto la supervisione del responsabile tecnico tricolore Armando Imondi.

La competizione, spalmata sull’arco di tre giornate, ha visto i tiratori sabaudi contendere il trofeo ai loro abilissimi omologhi di Milano e Rimini, superati grazie alla prestazione delle squadre di pistola 10 metri (Franco Grandi e Andrea Scialò), carabina 10 metri e carabina a terra (Cristina Bignami, Giovanni Lorenzo e Gabriele Lamberto). A livello individuale, inoltre, gli atleti piemontesi hanno fatto registrare score strepitosiCristina Bignami si è classificata prima nella carabina a terra (categoria A) e terza nella carabina 10 metri (categoria A), Franco Grandi ha vinto la gara di pistola libera (categoria A) e ha agguantato l’argento nella pistola 10 metri (categoria B), Nunzia Fresolone ha ottenuto un doppio secondo posto nella pistola sportiva e nella pistola 10 metri (categoria B), Gabriele Lamberto si è posizionato terzo nella carabina 3 posizioni (categoria A) e secondo nella carabina 10 metri (categoria A), Giovanni Lorenzo ha dominato le categorie master della carabina 3 posizioni e della carabina 10 metri, al pari di Giovanni Scarpetti, primo nella categoria master della pistola automatica. Da segnalare anche le ottime performance di Andrea Scialò (oro nella pistola 10 metri, categoria A) e di Loredana Tesoro (bronzo nella pistola 10 metri, categoria B). La somma di questi risultati ha consentito al GSPM Torino non solo di laurearsi campione d’Italia, ma anche di gustarsi il primato in tre graduatorie a squadre (carabina 3 posizioni, carabina a terra e carabina 10 metri) e il secondo posto in altre quattro classifiche collettive (pistola 10 metri uomini, pistola 10 metri donne, pistola sportiva, pistola libera).

Durante il campionato, inoltre, a titolo sperimentale, è stata introdotta la specialità “tiro rapido”; anche in questa i tiratori torinesi si sono distinti con il secondo posto individuale di Gabriele Lamberto, il terzo posto individuale di Cristina Bignami, l’argento a squadre femminile e il bronzo a squadre maschile. Al termine della trasferta in landa romagnola, la responsabile di settore, Loredana Tesoro,  recentemente subentrata a Paolo Parecchini, si è detta estremamente soddisfatta per l’esito della competizione: «Il ringraziamento più grande va agli atleti del settore tiro del GSPM Torino, che nonostante i loro impegni personali e lavorativi, alle divergenze di vedute, all’impegno fisico e mentale richiesto dalla disciplina, hanno dato il meglio di sé senza risparmiarsi, dimostrando a tutti cos’è il vero spirito sportivo. Oltre al responsabile tecnico nazionale Armando Imondi, vorrei ringraziare il presidente del tiro a segno nazionale di Ravenna, Gianni Fusci, e tutti i suoi collaboratori per l’ottima organizzazione e la disponibilità dimostrata nei confronti dei partecipanti, sia per le attività sportive che per quelle ricreative. Particolarmente interessanti sono state le visite guidate alla Basilica di San Vitale e al Mausoleo di Galla Placidia, presso cui siamo stati accompagnati da Ivo Angelini, che ci ha gentilmente dedicato il suo tempo. Grazie infine al comandante di Ravenna, Andrea Giacomini, e alla sua vice, Alessandra Bagnara, che hanno partecipato alla cerimonia di premiazione». Il prossimo appuntamento per il GSPM Torino è in programma mercoledì da mercoledì 31 maggio a domenica 4 giugno, quando, a Pesaro, si terranno i campionati italiani ASPMI di pallavolo.

Profumi per l’ambiente e capolavori di carta

Per uscire dalla solitudine e ritrovare la gioia di vivere

OTTAVA PUNTATA – Viaggio nel vasto mondo degli hobbysti, tra chi per sopravvivere alla crisi sta cercando di trasformare in mestiere una passione

 

Un hobby come terapia per combattere solitudine e isolamento e ricominciare a vivere tra la gente. Nel vasto mondo degli “Operatori del proprio ingegno”, tra chi per sopravvivere alla crisi sta cercando di trasformare in mestiere una passione, c’è anche l’altra faccia della crisi, quella le cui radici non sono propriamente di ordine economico ma derivano da altre ragioni.

E’ il caso di Silvana Cipolla, 58 anni, arrivata nei mercatini degli hobbysti della domenica per una “scelta di comunicazione”. “Una brutta malattia – racconta – mi ha trattenuta a lungo in totale isolamento. Sola, senza lavoro, trascorrevo le mie giornate piangendomi addosso, senza riuscire a intravvedere una via d’uscita dalla situazione in cui ero precipitata”.

Un giorno l’idea che dà una svolta alla sua vita: ingannare il tempo costruendo qualcosa con le sue mani, da rivendere nei mercati della domenica, in modo da creare occasioni di contatto e di scambio con la gente e riaprirsi al mondo esterno, escluso dalla sua vita per troppo tempo. “L’ispirazione mi è arrivata da una scatola di sale marino. Il secondo passo è stato quello di procurarmi delle essenze. Ho così incominciato a confezionare sacchettini profumati per la casa, gli armadi, i cassetti, l’automobile”, spiega. Il marito, vedendola finalmente reagire alle avversità e appassionarsi a qualcosa, per starle vicino nella nuova avventura e aiutarla a rendere più ricco e attraente il suo banco, si è rimboccato le maniche: nel tempo libero realizza capolavori di carta. Oggetti ornamentali, vasi, bomboniere, portaoggetti e portafortuna, fatti a mano con carta pressata, intrecciata e colorata.

Sono passati tre anni dal giorno in cui Silvana ha deciso di rimettersi in gioco e ricominciare a vivere scendendo in piazza con il suo gazebo. “Questo lavoro – precisa – si è rivelato per me un’ottima terapia: riesce a farmi evadere dai brutti pensieri”. I suoi prodotti spiccano per originalità e prezzi davvero competitivi. “Si parte da un euro, il pezzo più caro costa 10 euro. Nulla rispetto al lavoro che c’è dietro il più semplice tra i vasetti di carta: ogni creazione, anche la più piccola, richiede almeno due ore di lavorazione”, spiega.

A differenza di tanti altri colleghi, Silvana non è il guadagno che cerca da questa attività, della quale confessa che non riuscirebbe più a fare a meno: “Questo lavoro mi ha ridato la voglia di stare al mondo, di ridere, di stringere amicizie. Insomma, è la distrazione che cercavo. Ne sono entusiasta. I soldi, certo, fanno comodo anche a me. Ma non è per denaro che affronto il peso di lunghe giornate in mezzo alla strada, lontana dalle comodità di casa. Quello di cui ho bisogno è il contatto con la gente, e l’ho trovato. Mi basta poco: un sorriso, una stretta di mano, due parole. Se poi i miei prodotti vengono apprezzati e acquistati, meglio ancora”.

Paola Zanolli

 

 

Scuola media devastata da incendio

Nella notte un incendio ha distrutto il piano terra della scuola media di Banchette. Dopo la mezzanotte è scattato l’allarme quando alcuni passanti hanno visto le fiamme dall’esterno e hanno chiamato il 115.I vigili del fuoco di Ivrea hanno domato il rogo in un paio d’ore.Gli uffici della scuola e diverse aule sono state seriamente  danneggiate dall’incendio. La polizia sta indagando sulle cause del rogo e al momento non è esclusa alcuna pista: nemmeno quella dolosa.

Distretti piemontesi: export a gonfie vele, ma i poli tecnologici risentono della crisi

Il Monitor dei Distretti del Piemonte, realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che analizza l’attività di export nel 2016 segnala che, dopo un inizio d’anno debole, il terzo e quarto trimestre 2016 hanno registrato un aumento delle esportazioni, rispettivamente del +2,8 e +4,4% tendenziale. Il 2016 si è quindi chiuso con una crescita, seppur lieve, dell’export dei distretti piemontesi: +0,3% rispetto al 2015.

I distretti della regione sono riusciti a fare nuovamente meglio del totale dei distretti italiani, che invece hanno visto un arretramento rispetto al 2015 dello 0,4%, e dei settori tedeschi specializzati nei settori distrettuali italiani, che hanno mantenuto le proprie esportazioni stabili. Ecco i dati più rilevanti.

  • Le esportazioni distrettuali piemontesi hanno toccato un nuovo massimo storico, superando quota 7,7 miliardi di euro e spingendo l’avanzo commerciale a 5,1 miliardi di euro, l’8,1% dell’intero avanzo commerciale dei distretti italiani e il 32,7% dell’avanzo commerciale del manifatturiero piemontese. Incremento non intenso rispetto al 2015, ma significativo in un anno, il 2016, caratterizzato dal rallentamento della domanda dei mercati emergenti. Inoltre, quattro distretti hanno raggiunto il proprio massimo storico di esportazioniCaffè, confetterie e cioccolato torinesiTessile di BiellaNocciola e frutta del Piemonte e Macchine tessili di Biella (rispettivamente 450, 1.278, 359 e 114 milioni di euro di esportazioni).
  • In termini di crescita delle esportazioni, il migliore tra i distretti piemontesi, si è rivelato il distretto del Caffè, confetterie e cioccolato torinesi+20,9% rispetto al 2015, pari a più 78 milioni di euro di export. Decisivo il quarto trimestre dell’anno e l’aumento delle esportazioni verso la Germania.
  • Risultati fortemente positivi anche per le Macchine tessili di Biella, che nell’ultimo anno sono cresciute del 12%Molto bene anche la Nocciola e la frutta piemontese, le cui esportazioni sono aumentate del 10,3% nel 2016, grazie ad un quarto trimestre dell’anno straordinario (+29,8%). Nel 2016 sono cresciute anche le esportazioni del Tessile di Biella (+2,8% pari a 34 milioni di euro): ottimi risultati per l’abbigliamento, in forte crescita, in lieve aumento anche i filati di lana e i tessuti, molto rilevanti nel distretto. Gli altri distretti della regione hanno mostrato un andamento meno brillante: i Dolci di Alba e Cuneo sono rimasti sostanzialmente stabili (-0,1%), Frigoriferi di Casale hanno accusato una leggera flessione (-0,8%), così come i Vini delle Langhe, Roero e Monferrato (-1,1%) e il Riso di Vercelli (-2,1%).
  • Due distretti invece hanno subito riduzioni un po’ più marcate dell’export: i Casalinghi di Omegna (-6,2%) e l’Oreficeria di Valenza (-7,5%).
  • Le esportazioni dei distretti piemontesi nell’anno 2016 sono aumentate verso i mercati maturi (+0,8%), grazie soprattutto alle brillanti performance conseguite in Germania, Francia, Stati Uniti e Spagna, mentre hanno registrato una leggera contrazione verso i nuovi mercati (-1,2%), in particolare in Cina e Hong Kong.
  • Il 2016 non è stato un anno positivo per i due poli tecnologici del Piemonte, che hanno visto le esportazioni diminuire di 316 milioni di euro (-15,9%). Sia il Polo aeronautico di Torino (-20,2%), sia il polo ICT di Torino (-9,7%) hanno accusato una riduzione delle esportazioni.

(Foto: il Torinese)

La storia del gatto conteso finisce in tribunale dal pm Gatti

Oltre la Mole / Cronache italiane

DALLA LIGURIA

E’ approdata al tribunale del riesame la storia di Fiocco-Tequila, il gatto conteso da due vicine. Le donne, dopo un periodo di tranquilla coabitazione e condivisione sono andate dal giudice per rivendicare il felino. Il gatto è stato così messo sotto sequestro dal pm e poi rilasciato dal Riesame. Il micio  di 4 anni, dopo essere stato per due anni fedele animale della sua padrona, ha scelto di trasferirsi poco lontano da un’altra padroncina dove ha preso anche l’abitudine di passare la notte. Il gatto era Fiocco per la prima proprietaria, Tequila per la seconda. La vicenda avviene a Struppa, nella periferia genovese. A un certo punto la nuova padrona si trasferisce portandosi appresso il micio. Ma a prima padrona non ci sta e denuncia l’ex vicina ai carabinieri per il furto dell’animale . L’indagine giunge così in procura e il fascicolo viene affidato al pm che di nome fa Emilio Gatti. Nomen omen.