redazione il torinese

Torna Flor, maxi-giardino in centro città

Dal 26 al 28 maggio nel centro di Torino viene ricreato il ‘giardino effimero’, curato dall’Associazione Nuova Orticola del Piemonte. Oltre a via Carlo Alberto si aggiungono quest’anno via Principe Amedeo e via Roma,  tra piazza San Carlo e piazza Castello. Più di 200 gli espositori provenienti da tutta Italia. In mostra e in vendita agrumi siciliani, piante alpine, profumi mediterranei, alberi,  piante tropicali e acquatiche, oggettistica per il giardinaggio, libri, sementi, spezie. Numerosi anche gli appuntamenti culturali, con  installazioni artistiche, lezioni e mostre all’insegna del verde

 

Foto: il Torinese)

Dal Museo del Cinema appello alle istituzioni: “Emergenza fondi, mancano le risorse”

Mancano risorse per il futuro del Museo del Cinema che, ogni anno, alla Mole, porta decine di migliaia di visitatori. “Lo stato di emergenza non può diventare ordinario e  ora il rischio di implodere diventa reale. 

Servono certezze economiche e l’impegno politico per sostenere uno dei primi dieci musei nazionali che porta a Torino tantissimi turisti”. Questo l’appello di Donata Pesenti, direttrice del Museo del Cinema, alla presentazione della 20a edizione di Cinemambiente. le istituzioni replicano piuttosto piccate:  “La situazione si verifica a prescindere dai tagli del Comune. Bisogna rivedere il modello organizzativo e di gestione che permetta  al Museo di svilupparsi e non di sopravvivere”, ha risposto l’assessora comunale Francesca Leon. ” Il taglio è stato di 600.000 euro su 2 milioni ma con l’assestamento arriveranno altri 300.000 euro”. Più dura l’assessora regionale alla Cultura, Antonella Parigi: “La Regione ha mantenuto il suo contributo nonostante un bilancio precario mettendo 2.4 milioni sul museo. Noi abbiamo dimostrato in tutti i modi che la nostra parte cerchiamo di farla. Ora fate la vostra”.

 

 

(foto: il Torinese)

Lui in carcere per averla aggredita, ma in tribunale si baciano

Lui , a torto, era sicuro di essere stato tradito e ora è in carcere per lesioni e maltrattamenti in famiglia. L’imputato è un tunisino di 34 anni arrestato nei mesi scorsi durante un’ aggressione alla compagna, italiana, che riportò lesioni guaribili in cinque giorni. Lei è dunque  la persona offesa. Ma, ciononostante, oggi  in tribunale i due si sono baciati, attraverso la feritoia del gabbiotto dove sono rinchiusi i detenuti. Il pm, ha chiesto 18 mesi, mentre l’avvocato difensore dell’uomo confida in una scarcerazione rapida e nella sospensione condizionale della pena.
    

Malati oncologici, Piemonte ai primi posti per durata della vita

La nostra regione  è ai primi posti in Italia per tasso di sopravvivenza dei pazienti malati di cancro: a cinque anni dalle cure, è del 53% tra gli uomini e del 63% fra le donne. L’analisi è tata compiuta dall’associazione Periplo, che riunisce i più prestigiosi oncologi italiani. La percentuale dal 2011 è aumentata del 6% anche grazie all’evoluzione dei percorsi di cura, che l’Assessorato Regionale alla sanità ha posto come obiettivo ai direttori generali delle aziende sanitarie, contestualmente all’istituzione dei centri di riferimento per le singole patologie tumorali. Tra i primi risultati, nell’ultimo anno è aumentata del 30% la quota dei pazienti che si rivolgono in modo corretto ai Centri accoglienza e servizi (Cas) della rete oncologica. 

“Bambini in fuga” di Mirella Serri a Palazzo Cisterna

Lunedì 29 maggio alle ore 18 nella sala di Palazzo Cisterna di Torino (Via Maria Vittoria 12), Mirella SERRI presenterà il suo ultimo libro “BAMBINI IN FUGA. I giovanissimi ebrei braccati da nazisti e fondamentalisti islamici e gli eroi italiani che li salvarono”, edito da Longanesi. Introdurrà Pier Franco QUAGLIENI. Con il Patrocinio della Comunità Ebraica di Torino, il cui Presidente, dr. Dario Disegni, interverrà alla presentazione. Amin al-Husseini, Gran Muftì di Gerusalemme tra le due guerre, leader musulmano antesignano della jihad islamica, teorizzò lo sterminio degli ebrei, dando la caccia persino ai bambini. C’è sempre qualcuno che nega con sdegno una sua diretta o anche solo convinta partecipazione all’Olocausto. Si nega, soprattutto, che abbia mai premuto sui nazisti incitandoli a uccidere senza pietà tutti i “giudei” ed i “sionisti” d’Europa allo scopo di tenerli lontani dalla Palestina. Era coinvolto, invece, e fino in fondo, come racconta nel suo ultimo libro Mirella Serri.

 

Marchetti ha aperto il nuovo locale

A pochi mesi dalla conquista dei tre coni di Gambero Rosso, Alberto Marchetti, nell’olimpo dei migliori gelatieri d’Italia, ha inaugurato ufficialmente  il suo nuovo locale nel centro di Torino, in Piazza CLN 248-254. Una location super, nella piazza dove Dario Argento aveva voluto il Blu Bar di Profondo Rosso. E lo stile architettonico di Casa Marchetti (resina blu, ottone, ciliegio scuro) vuole proprio essere un omaggio a quel Blu Bar, “E poi – dichiara Alberto – Profondo Rosso è del 1975, e anch’io sono del 1975. Credo nel destino!”.

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Ma non chiamatela solo gelateria, Casa Marchetti è molto di più. Alberto l’ha pensata e voluta come una casa che potesse contenere tutta la passione, la voglia di raccontare il suo modo di fare il gelato e la sua storia e il desiderio di farlo nella maniera più semplice ed informale possibile…A due piani, il locale è nuovo, bellissimo, dove basta entrare per respirare aria di casa. C’è il grande bancone dei gelati con le carapine e, alle sue spalle, il laboratorio a vista: dalla produzione alla mantecatura, tutto avviene davanti agli occhi dei clienti. “Solo quello che serve, niente di più”, Alberto lo ha sempre raccontato e ora può anche farlo vedere.Basta scendere le scale per immergersi in un mondo fatto di eccellenza e gusto, dove i protagonisti sono le materie prime, i produttori e i partner che collaborano quotidianamente con Alberto. Proprio come in una casa, al piano inferiore di Casa Marchetti c’è il salotto con l’angolo del caffè realizzato in collaborazione con la TORREFAZIONE SAN DOMENICO di Roberto Messineo con le sue miscele presidio di Slow Food. C’è lo SPAZIO GUIDO GOBINO con un corner in cui il cacao Chontalpa e Sao Tomè sono protagonisti. C’è lo studio, dedicato alla ricerca delle materie prime d’eccellenza, all’importanza degli ingredienti per realizzare un gelato di qualità e in questo contesto si inserisce lo shop torinese dell’azienda agricola ALTALANGA. C’è unospazio espositivo dedicato alla storia del gelato ed infine la cucina che ospiterà eventi, collaborazioni con chef, presentazioni, workshop e tanto altro.

 

Una gelateria ma anche un laboratorio, uno spazio incontri, un magazzino, Casa Marchetti è il luogo dove poter vivere il gelato a 360° e scoprire i segreti che rendono il gelato di Alberto “Buono, Pulito e Giusto”.

Birre & gin in piazza!

 
Sabato dalle ore 12 alle ore 24 Domenica dalle ore 12 alle ore 22
La bella stagione è arrivata e non c’è niente di meglio di una bella festa all’aperto! Per questo sabato 27 e domenica 28 maggio Eataly Lingotto organizza “Birre & Gin in piazza”.
Nella piazza di Eataly accanto all’OR-TO si potranno gustare le specialità dei birrifici artigianali (dall’immancabile Baladin a Soralama, passando per Pausa Cafè, Birra del Borgo, Lis D’Oc, Theresianer, Gilac, fino alla birra cruda non filtrata e non pastorizzata del giovanissimo Birrificio Milano)  e cocktail preparati con i migliori Gin e tonica. Per l’occasione, ci sarà anche un Corner dedicato alla tonica J. Gasco, che il nostro amico produttore proporrà in degustazione gratuita. Non mancheranno le proposte gastronomiche. Ci saranno infatti i golosi hamburger dell’Hamburgheria di Eataly, con carne rigorosamente de La Granda, di razza Fassona Piemontese (presidio Slow Food) ma anche nella versione vegetariana: sempre con le migliori materie prime di stagione. Ma non solo: l’Hamburgheria griglierà anche le gustose bombette, nella versione di Ceglie Messapica (con pecorino stagionato, capperi e prezzemolo) e di Cisternino (con caviocavallo semi stagionato e gratinate nel pan grattato di semola di grano duro). Infine, si potrà assaggiare anche la farinata di Tantì, fatta secondo tradizione.La migliore musica accompagnerà i due giorni di festa: quella selezionata da Dj Fabbiè sabato e quella di Dj Suna domenica.
Ecco di seguito l’elenco dettagliato delle proposte:
Birre alla spina
2 gettoni: 4 €
BIRRIFICIO SORALAMA | Genny, Slurp, Wow e Bitrex
BIRRIFICIO MILANO | La Veloce, La Virata, La Picchiata, Otto Cubano Scotch Ale
BIRRIFICIO BIRRA DEL BORGO | Cortigiana, Duchessa | Reale
BIRRIFICIO GILAC | Dorita, Luce, Lolah, Melanie
BIRRIFICIO LIS D’OC Clar, La Galaverna, La Loup, La Clocchè
BIRRIFICIO BALADIN Nazionale, Super, Wayan
BIRRIFICIO PAUSA CAFE’ Pils, Hermes, Tipa, Triplete, Navidad, Dui e Mes
BIRRIFICIO THERESIANER \ Wit, Pils non Filtrata, Bock
Cocktail List
3 gettoni: 6 €
Gino & Tonica Lurisia
Xoriguer& Fever Tree
Sabatini Gin & Tonica Scortese
Vallombrosa Dry Gin & Tonica Gasco Dry Bitter
4 gettoni: 8 €
Gin Mare & Fever Tree Mediterranean
Solo Wild Gin & Tonica Gasco
BCN Gin & Tonica Cortese
Le proposte dell’Hamburgheria di Eataly
Giotto | 4 gettoni: 8 €
L’Hamburger 100% di razza bovina piemontese “La Granda”,
insalata iceberg e pomodoro, salsa a scelta
CisGiotto | 5 gettoni: 10 €
L’Hamburger 100% di razza bovina piemontese “La Granda”,
formaggio Raschera Dop, insalata iceberg e pomodoro, salsa a scelta
Panciotto | 5 gettoni: 10 €
L’Hamburger 100% di razza bovina piemontese “La Granda”,
pancetta affumicata naturale, insalata iceberg e pomodoro, salsa a scelta
OrtoGiotto | 5 gettoni: 10 €
Parmigiana di melanzane con pomodori
pelati italiani lavorati freschi, parmigiano reggiano 24 mesi e basilico
… e poi le golose bombette, nella versione di Cisternino e Ceglie Messapica (5 gettoni: 10 €)
Inoltre, la farinata “Tantì” (2 gettoni: 4 €)

Le più recenti acquisizioni della Galleria Aversa

È del pittore Luigi Crosio (nacque ad Acqui nel 1835 e morì a Torino nel 1915, per anni insegnante all’Accademia) la più recente acquisizione della Galleria Aversa di via Cavour, una poetica tela (olio, cm. 65 x 76) dove i giardini Lamarmora sono ancora ambientati tra le antiche architetture torinesi, un paesaggio innevato dove si allineano una carrozza e in cerca di riparo popolani e borghesi. Del 1924 è l’opera di Matteo Olivero, il realistico ritratto della madre rappresentata nel costume della Valle Po, immersa tra il verde dei frutteti e le nevi delle montagne sullo sfondo, autentico e affettuoso omaggio ad una terra e alla figura ritratta, come con altrettanta precisione e curiosità è posta dinanzi all’occhio dello spettatore la piccola folla che si muove dinanzi al “Palazzo del Khan”, una piccola tecnica mista di Carlo Bossoli, di gusto antico, pronta a tramandare al ricordo una variopinta realtà lontana. Conclude il gruppo dei nuovi arrivi la “Cittadina sulla costa bretone” del veronese Giuseppe Canella – morì a Napoli nel 1847, apprezzato rappresentante della pittura di paesaggio, onorato nella Parigi di Luigi Filippo, al culmine del successo nella Milano degli anni Trenta con l’esecuzione di belle vedute cittadine caratterizzate dalla perfetta resa della descrizione della vita contemporanea -, ravvivata in quelle minuscole ombre dei pescatori intenti sulla spiaggia alla cura delle loro barche, delle donne e dei bimbi che passano e certamente illuminata da uno splendido cielo che si riversa con la sua luce sulle case del porto.

 

Elio Rabbione

A proposito dell’attentato di Manchester

Di Alessandro Continiello *

 

Il tragico evento di Manchester getta ulteriori ombre su quelle figure definite “lupi solitari”, “cellule dormienti” o “terrorismo molecolare”. Trattasi di soggetti cosiddetti di seconda generazione, cittadini di quello Stato ove risiedono stabilmente, che improvvisamente (rectius: con premeditazione) si attivano per perpetrare una strage e portare conseguentemente il terrore nella società, in ragione di una dottrina integralista, sotto l’egida di un fanatismo religioso-militante.

Il target scelto dal ventiduenne Salman Abed non a caso prevedeva il massimo risultato: un ordigno in apparenza non sofisticato, seppur fabbricato “con materiali difficili da reperire nel Regno Unito”, fatto deflagrare in una Arena, a due metri dall’uscita, al termine di un concerto gremito di giovani spettatori. Questo atto ha portato a due conseguenze: nell’immediatezza, mietere il più alto numero di giovani vittime (infedeli, kafir) –anche per le modalità con cui è stata fatta scoppiare la bomba-, immolandosi per la stessa “causa” (jihad); creare un ulteriore senso di insicurezza nelle persone, nella loro quotidianità, nelle abitudini al fine di modificarle. Lo scopo degli attentatori è proprio questo: inculcare nelle menti dei soggetti, noi, la paura che non si è più al sicuro in nessun posto. Le prime polemiche hanno coinvolto, oltre all’inevitabile sistema di sicurezza dell’Arena, anche l’operato prodromico della intelligence inglese e della polizia: sembra, infatti, che alcuni membri della famiglia di Salman Abedi avrebbero allertato le autorità britanniche sulla pericolosità dello stesso – ergo fosse un soggetto noto all’MI5 e da attenzionare-; e, dalla Francia, è pervenuta l’ulteriore notizia secondo cui Salman “avrebbe dato prova di suoi legami con l’Isis”.

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Il problema che attanaglia i Governi occidentali, ma non solo, è come fermare questa potenziale ed inevitabile ecatombe, come vincere la partita a scacchi con il terrore. La risposta al quesito può essere affrontata, pragmaticamente, su due piani di operatività: un’intensa attività prodromica di raccolta di dati e notizie, al fine di prevenire le mosse dell’avversario –e qui entra in gioco l’apparato di intelligence di quella specifica nazione-; ed una coordinamento tra le forze dell’ordine interne, con i mezzi previsti quali investigazioni ed intercettazioni, per porre fine a potenziali attacchi terroristici in corso ed arrestare gli attentatori, sotto l’egida della magistratura e delle garanzie del diritto. Il comune denominatore che le caratterizza prevede uno snodo politico non indifferente: l’utilizzo di risorse, di mezzi e personale per garantire tout court la sicurezza.

Si affermava già nella Relazione sulla Sicurezza in Svizzera del 2015 che: «Gli attentati terroristici di Parigi e Copenaghen..hanno evidenziato due aspetti: in primo luogo la guerra jihadista è potenzialmente in grado di minacciare gli abitanti di Paesi europei in modo concreto e imprevedibile; e, in secondo luogo, persino gli Stati che dispongono di ampie possibilità a livello giuridico e di personale, non possono individuare tempestivamente e impedire tutte le attività terroristiche. Entrambi gli aspetti offrono l’occasione su come intendiamo trattare questi insegnamenti e quali conseguenze dobbiamo trarre. Riguardo alla minaccia, occorre rilevare che possiamo ridurla soltanto in collaborazione con gli Stati interessati. Tra questi occorre enumerare segnatamente quei Paesi in cui il jihadismo si propaga, e includere soprattutto i musulmani che soffrono particolarmente a causa dei loro correligionari criminali. Essi rivestono un ruolo importante nell’individuare tempestivamente, contrastare o impedire l’insorgere di radicalizzazioni. Pertanto le società occidentali, ma anche i Paesi musulmani, dovranno sviluppare nei prossimi anni delle strategie per frenare congiuntamente la radicalizzazione e incoraggiare un Islam illuminato». 

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Se si vuole alzare il livello di sicurezza, si deve peraltro rinunciare, come contraltare, ad una parte della nostra tanto conclamata privacy. In merito alle misure urgenti di protezione civile di cui si può disporre, senza dubbio risultano efficaci le telecamere posizionate presso obiettivi sensibili e non; scanner ai tornelli presso luoghi di aggregazione nonché tutti quegli strumenti elettronici sofisticati che possano neutralizzare, ab origine, i potenziali mezzi usati dagli attentatori (anche i jamming, ad esempio, potrebbero essere utili con tutti i pro et contra). È notizia di questi giorni una nuova linea imposta dal nostro Capo della Polizia in merito agli eventi pubblici secondo cui “verranno affidate alle Forze dell’Ordine tutti i servizi di controllo e verifica con ispezioni e bonifiche ove si svolgono eventi e agli organizzatori il compito di creare un servizio di vigilanza privata che si affianchi”: cosiddetta “gestione partecipata alla sicurezza”. Ma qui sorgono due ulteriori rilievi: in primis il tutto dipende dai costi sostenibili da quel Governo per l’acquisto degli strumenti e dal personale che si può e deve utilizzare per mantenere alto il livello di allerta. Ormai molte nazioni hanno affiancato alle Forze di Polizia, nello svolgimento della loro attività, l’esercito. Il motivo è duplice: un aumento del personale sul campo e la possibilità di usare le armi da guerra in loro dotazione per contrastare i potenziali attacchi. Si è, infatti, visto come gli atti terroristici sono stati commessi con modalità sempre più “ricercate”, per ottenere il risultato voluto. Se l’autore impugna una pistola, ci si può contrapporre con la medesima arma da sparo; ma se ruba un tir -come ariete-, è inevitabile che la semplice pistola potrebbe non bastare, ergo la necessità di fucili d’assalto. Se l’attacco poi si compie con una bomba controllata a distanza, l’uso di disturbatori radio sarebbe utile; ma se trattasi di una bomba rudimentale, come a Manchester, il jamming è inefficace, inutile e dannoso per altri aspetti.

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Ecco che ci avviluppa nel problema. Ed allora come poter quantomeno cercare di prevenire gli attentati terroristici? Solo con una libertà di azione, di mezzi e di uomini dei Servizi Segreti è possibile, potenzialmente, bloccare alla radice eventuali attacchi. Così come lo scambio di informazioni tra intelligence risulta oggigiorno inevitabile, anche a costo di superare quell’anacronismo secondo cui, dicitur, “in momenti critici potrebbe essere effettivamente utile condividere informazioni tra Servizi. Ma esiste anche una sacra regola nei due o tre Servizi più famosi nel mondo occidentale: condividere potrebbe anche risultare una operazione pericolosissima. Un “amico” di oggi potrebbe essere un terribile “nemico” domani..”. Ebbe a dire Benedetto Croce alla Costituente, il 24 luglio del 1947, nel suo celebre discorso contro il trattato di pace: <<La guerra è una legge eterna del mondo, che si attua di qua e di là da ogni ordinamento giuridico, e in essa la ragion giuridica si tira indietro lasciando libero il campo ai combattenti, dall’una e dall’altra parte intesi unicamente alla vittoria, dall’una e dall’altra parte biasimati o considerati traditori se si astengono da cosa alcuna che sia comandata come necessaria o conducente alla vittoria. Chi sottopone questa materia a criteri giuridici, o non sa quel che dica o lo sa troppo bene>>.

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Come difendersi, quindi, da questa nuova modalità di guerra cosiddetta asimmetrica o non convenzionale? Con l’aumento –si ripete- delle risorse investite per la sicurezza passiva (acquisto, come indicato, di telecamere, scanner, apparecchiature elettroniche) ed attiva (più uomini, più specialisti del web) per il controllo del territorio, nelle carceri –ove il rischio di radicalizzazione è tangibile-, nei centri di accoglienza –con le stesse modalità “sotto copertura”- e per il controllo della immigrazione. A cui aggiungere, volens ac nolens, scelte di politica di aggregazione per coloro che sono stati già accolti e/o divenuti cittadini di uno Stato, per evitare l’emarginazione di questi soggetti in specifiche zone cittadine. Ma tutto questo potrebbe non bastare se non ci si affida, come visto, agli stessi Paesi musulmani, al fine di “frenare congiuntamente la radicalizzazione e incoraggiare un Islam illuminato”.  Una strana ma inquietante coincidenza: Norway attack: 22 luglio 2011; Woolwich attack: 22 maggio 2013; Brussels attack: 22 marzo 2016; Munich attack: 22 luglio 2016; London attack: 22 marzo 2017; Manchester attack: 22 maggio 2017”.

 

 

*Avvocato del Foro di Milano e Presidente del Comitato locale della LIDU

Foto: Andy Rain/EPA – The Guardian

 

Pagella non solo Rock, tempo di finale

 

SPECIAL GUEST : ENSI

Città di Torino

SABATO 27 MAGGIO 2017 sPAZIO 211 – Via Cigna 211, Torino – doors ore 19:59

 EVENTO FACEBOOK: Pagella Non Solo Rock 2017: la finale!

La Città di Torino in collaborazione con sPAZIO211 è lieta di annunciare

I FINALISTI DELL’EDIZIONE 2017 DI PAGELLA NON SOLO ROCK!!

Il celebre concorso rivolto ai gruppi musicali emergenti, dopo esser stato punto di riferimento per oltre due decenni, continua a riscrivere la storia della musica nella nostra città dando spazio alla creatività giovanile.

 

Tutti i gruppi sono stati ascoltati attentamente e valutati da una giuria professionale la quale ha decretato quali sono le 5 band che insieme ai FLATMATES 205 (il gruppo che si è aggiudicato il passaggio in finale attraverso il voto del pubblico) concorreranno nell’attesissima FINALE DEL 27 MAGGIO 2017, presentata e animata dall’impareggiabile MARCELITO, prezioso conduttore di tutte le serate di selezioni live.

 

Oltre ai 6 finalisti si esibirà la band vincitrice della sezione FUORI CONCORSO 2017:

ATLANTE

 

Senza ulteriori indugi ecco i nomi delle band che si esibiranno nella finale 2017:

DISTHURBIA ★ FLATMATES 205 ★ FRAN E I PENSIERI MOLESTI ★ GOOD MUFFIN ★ LÜMO ★ THE RIGLETS

 

L’ospite di questa finale 2017 non ha bisogno di presentazioni. Considerato fra i nomi più importanti del settore grazie alla sua credibilità e al suo spessore artistico. Sempre presente sul territorio colleziona tantissime esperienze live, oltre ai suoi tour viene continuamente chiamato nei maggiori eventi nazionali. La sua poliedricità lo rende unico e riesce ad essere trasversale pur mantenendo una forte identità hip-hop.

 

Ladies and gentleman:

Città di Torino

ENSI

 

Il freestyle fa di Ensi un’icona del genere. Il suo palmares è il più ricco e senza citare le innumerevoli gare minori ricordiamo le vittorie negli eventi riconosciuti come i campionati Italiani di freestyle: la prima edizione del “Tecniche Perfette” (2004), la seconda edizione del “2TheBeat” (2005, e finalista nel 2006) e la prima edizione di “MTV Spit” che va in onda su Mtv nel 2012.

 

Oltre allo street-album “Vendetta”, capitolo solista del 2008 che senza nessuna distribuzione ufficiale vende oltre 4000 copie, negli anni successivi Ensi pubblica due EP “DonerCore” ed “Equilibrio”. Nel 2012 crea la prima web serie dedicata all’improvvisazione, “Freestyle Roulette” con 20 capitoli video caricati su ENSI OFFICIAL che contano centinaia di migliaia di visualizzazioni.
Nel 2012 firma per l’etichetta indipendente “Tanta Roba Label” creata da Guè Pequeno dei Club Dogo in un roster d’eccezione. Lo stesso anno, dopo la vittoria di Spit esce “Freestyle Roulette Mixtape” un mixtape sulla falsa riga della web serie registrato completamente in freestyle.

 

Il primo disco ufficiale “Era Tutto un sogno” esce per “Tanta Roba Label” il 13 novembre del 2012 raggiungendo la top cinque nella classifica FIMI. Questo disco ricco di collaborazioni di spessore lo conferma definitivamente come uno dei massimi esponenti del genere nel nostro paese.

 

Nel 2013 partecipa alla seconda edizione di Mtv Spit in qualità di giurato.
Nel 2014 firma per Warner Music e il 2 Settembre dello stesso anno esce “RockSteady” il suo secondo disco solista che ottiene grandi riconoscimenti da pubblico e critica esordendo al primo posto della classifica FIMI nella settimana di uscita.
Ad ottobre del 2015 esce “One By One” un EP di cinque tracce scaricabile gratuitamente da www.ensimusic.com
Conduce ogni venerdì e ogni sabato sera dalle 21:00 alle 22:00 “One two One two” storico programma radiofonico su Radio Deejay insieme ad Emis Killa.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito web www.comune.torino.it/pagerock

 

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